I Grandi Vini - Gennaio/Febbraio 2018

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Anno XIV • Numero 100 • Gennaio Febbraio 2018 www.igrandivini.com

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Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Traduzioni a cura di Mariavera Speciale, Martina Galardi Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Barbara Amoroso, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Pamela Bralia, Claudia Cataldo, Jessica Chirichiello, Marina Ciancaglini, Chiara Martinelli, Valentina Merolli, Giulia Montemaggi, Tommaso Nutarelli, Enea Silvio Tafuro, Myriam Zangari Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it

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Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Francesca Droghini – f.droghini@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Montemaggi - g.montemaggi@clustereditori.it Stefania Russo - s.russo@clustereditori.it Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it

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Aderente al Sistema Confindustriale


100 volte I Grandi Vini e che, di nuovo, ci ha spinto a cambiare il nostro punto di vista. Perciò, a partire da questo numero, viaggeremo ogni volta in una regione vitivinicola diversa del nostro stivale. Per il n° 100 la protagonista è la Toscana, in sintonia con un mese di febbraio ricchissimo di spunti ed eventi legati alle Anteprime, immancabili appuntamenti nelle agende di tutti gli addetti ai lavori che assaggeranno le ultime annate in arrivo da 11 Docg, 41 Doc e 6 Igp regionali. Nelle prossime pagine inizieremo da un ragionamento ad ampio raggio, sviluppato assieme al presidente di Unione Italiana Vini Ernesto Abbona, con il quale andremo a toccare i temi chiave del nostro settore. Con l’UIV, uno dei principali interlocutori della filiera, abbiamo voluto tratteggiare i punti dell’agenda, dato che il 2017 appena archiviato ha posto in evidenza riflessioni indispensabili che la parentesi elettorale non può mettere in secondo piano. Anzi, è del tutto evidente quanto l’ambito agroalimentare sia stato, almeno per il momento, decisamente trascurato tra le proposte avanzate dai vari candidati sulla scena. Tornando alla Toscana, L’Inchiesta di questo numero tratterà una problematica all’orizzonte. Ovvero come una delle principali regioni vitivinicole del nostro Paese saprà fronteggiare una disponibilità di cantina condizionata da una vendemmia molto scarsa. Il raccolto toscano 2017 è sceso a 1,6 milione di ettolitri (di cui

1,167 milione di ettolitri di vino Dop e 391 mila ettolitri di vino Igp), ossia 1 milione in meno rispetto al 2016, con una flessione del 38%. Un vero e proprio crollo se pensiamo che in media, ogni anno, vanno all’estero (nel 50% dei casi tra Germania e Usa) circa 900 mila ettolitri di vino toscano, ovvero circa il 60% della produzione annua, per un fatturato di oltre 560 milioni di euro. Capite bene, quindi, che un calo produttivo così importante metta di fronte la filiera a sfide importanti per i prossimi anni, in coincidenza con un contesto in cui è obiettivo comune rafforzare le posizioni nei mercati consolidati, continuare a crescere in quelli emergenti e dare continuità ai timidi ma incoraggianti segnali di risveglio dei consumi interni. In Toscana c’è poi anche un nuovo vento che soffia verso nuovi investimenti, nuovi progetti aggregativi dei soggetti in campo, nuove sinergie da attivare, come quella con la musica visto che è stato il famoso cantante Sting ad inaugurare la settimana delle Anteprime. A seguire, nei prossimi numeri sposteremo i riflettori su altre regioni lomocotive d’Italia, come il Piemonte, il Veneto, la Sicilia ed altre ancora. Dalla Toscana è partito il nostro percorso cento numeri fa e dalla Toscana ripartiamo ancora nel raccontarvi questo affascinante mondo. Nella speranza che voi lettori continuerete a seguirci con intatta fiducia ed attenzione.

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

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l 2018 de I Grandi Vini prende il via tagliando un traguardo simbolico quanto significativo per tutti noi. Quello che state sfogliando è il nostro numero 100 a cui arriviamo dopo un percorso lungo 14 anni, durante i quali crediamo di aver dato il nostro contribuito al racconto dell’affascinante mondo dell’enologia italiano. Nell’era del digitale, in cui un numero dilagante di persone si informa in modo sempre più veloce, tramite il proprio smart phone, noi della carta stampata periodica rischiamo di essere dinosauri dentro un museo in realtà aumentata. Eppure, già quando il percorso di questo magazine è iniziato e prima ancora, quando è cominciata la mia attività professionale, la carta aveva le ore contate e il web stava per prendere il sopravvento da un momento all’altro. Quanto tempo potranno ancora durare i giornali tradizionali è una domanda a cui nessuno può rispondere, ma è evidente che hanno già saputo resistere più del previsto, e se oggi anche una rivista specializzata come la nostra arriva a centrare un risultato così importante significa che il gusto dello sfogliare tiene ancora botta. Spazi di manovra e di approfondimento esistono ancora. Per questo vogliamo celebrare il nostro centesimo numero a modo nostro. Nessun effetto speciale, quindi, ma esaltando quella voglia di andare in profondità che ci ha contraddistinto fin dal primo numero

100 volte grazie!•

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CHEF • ALBERTO SPARACINO

GIANLUCA NAPPO: L’ELEGANZA DEL VINO

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L’EDITORIALE ULTIME DAL MONDO DEL VINO L'INCHIESTA • TOSCANA THE DAY AFTER LA POLITICA NEL VINO FACCIA @ FACCIA CON…ERNESTO ABBONA THE WINE TROTTER CHEF • ALBERTO SPARACINO MASSIMO CIARCIA, ESPRESSIONE DELLA COSTA DEGLI ETRUSCHI LE NOVELIRE•ANIMA ORIGINALE DI BOLGHERI GRACCIANO DELLA SETA: PRESTIGIO ED INTERNAZIONALITÀ COLLE ADIMARI: NUOVI LINGUAGGI DELLA TRADIZIONE TERRA DI MONTEVERRO • IL “TAGLIO MAREMMANO” CHIANTI E FIASCO, L’EVERGREEN DI SAN QUINTINO INSIEME, UN BLEND AMBIZIOSO E CARICO DI PROMESSE SASSODISOLE • UNA PASSIONE CHE VIENE DA LONTANO LA PRINCIPESSA DI WH WINERY, ROSÈ TOSCANO DALL’ANIMA TEDESCA VILLA TRASQUA • OFFICIAL WINE SPONSOR DELLA MILLE MIGLIA 2018 POGGIO AMORELLI: VERA PASSIONE TOSCANA QUANDO LA TERRA CHIAMA, DCASADEI RISPONDE 100 NUMERI: 100 VOLTE AUGURI WINE EXPERIENCE GIANLUCA NAPPO: L’ELEGANZA DEL VINO DOC ROMA: IL VINO DELL’URBE CHE GUARDA AL MONDO FRANCIACORTA IERI, OGGI, DOMANI 167 OASI DEL VINO: IL RAPPORTO TRA MARCHIGIANI E VINO CRESCE TORINO SI AVVICINA AI TERRITORI DEL VINO PIEMONTESE CANTINA PARROCO, BARBARESCO VS LANGHE NEBBIOLO DA LE MANZANE ARRIVA 20.10: IL PROSECCO PIÙ COOL DELLA PRIMAVERA-ESTATE

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ZÝMĒ: ECCO HARLEQUIN. ASPETTATELO. NE VALE LA PENA SAN SALVATORE 1988: LA CAMPANIA PIÙ “BUONA” MONTESOLE, IL VALORE DELLA PASSIONE VILLA OPPI E LE SUE ESPORTAZIONI: UN 2017 DA INCORNICIARE DA BURANCO, SCIACCHETRÀ: L’ORO LIQUIDO DELLA LIGURIA L’ESSENZA DELLA CULTURA SICILIANA NELL’ARTE DEL VINO ROMANO VILLA EDEN, LEADING PARK RETREAT, BENVENUTI IN PARADISO A VENEZIA LA CUCINA DEL SENZA INCONTRA IL MONDO DELLE SPEZIE FOOD AND BEVERAGENDA PELLICOLE DI GUSTO SOCIAL WINE • SALVATORE ARANZULLA: COME DISTRICARSI NELLA GIUNGLA DEI SOCIAL NETWORK TENDENZE SPARKLING•2017, RECORD DI VENDITE PER LE BOLLICINE ITALIANE DISTILLATI & CO. EXTRAVERGINE NEWS LUPPOLO E DINTORNI • JOSIF VEZZOLI: LIMPIDO COME L’ACQUA FIERAGRICOLA 2018: FORMAZIONE, GREEN E NEW GENERATION FIERE IN CALENDARIO VIGNA E CANTINA • COSÌ TI CREO L’ETICHETTA VINCENTE VIGNA E CANTINA • NEWS TECNICHE ARCONVERT, ALLA SCOPERTA DI TALENTI 2.0 ONE EXPRESS: LA SICUREZZA DI SPEDIRE SU PALLET VINOLOK • VETRO, LA NUOVA TRADIZIONE DELLE CHIUSURE PER VINO E SPIRITS TAPÌ WINE•CHIUSURE TECNOLOGICHE DI DESIGN DEDICATE AL MONDO VINO LE SHOPPING BAGS DI SCOTTON IN UNA COLLEZIONE DAL DESIGN UNICO


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

INVESTIMENTI

ANTINORI CONTINUA A CRESCERE IN TOSCANA Nuovo acquisto per Antinori in provincia di Siena. Per circa 5,5 milioni di euro – battuti all'asta dopo una sfida con Frescobaldi a suon di rilanci – l'azienda si è aggiudicata la Tenuta Farneta, nel comune di Sinalunga, a pochi chilometri da Cortona, all'interno della zona produttiva del Chianti Colli Senesi. La scelta è strategica da un punto di vista logistico dato che in

Acquistata all'asta per 5,5 milioni di euro la Tenuta Farneta in provincia di Siena DATI

IL CROLLO DELLA VENDEMMIA TOSCANA Nel 2017 il vigneto toscano ha prodotto 1 milione di ettolitri di vino in meno

La settimana delle Anteprime toscane si è aperta con un'analisi dei dati dettagliata, quanto impietosa. Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) ha tracciato un quadro dettagliato della filiera vitivinicola toscana e i dati più evidenti riguardano soprattutto il calo produttivo causato dalle bizze del meteo dell'ultima annata. Quella del 2017 è stata, infatti, una delle vendemmie che più hanno risentito del mutamento climatico degli ultimi anni. Il risultato è che la produzione di vino in Toscana è scesa a 1 milione 600 mila ettolitri, 1 milione in meno rispetto all'anno precedente, con una flessione del 38%, mentre a livello nazionale Ismea ed UIV stimano volumi di produzione sui 40 milioni di ettolitri, con una flessione del 26% rispetto al 2016. Strutturalmente la Toscana è una terra di vini rossi. Circa l'88 per cento dei vini toscani, infatti, sono rossi. E di questi, i più sono produzioni Dop, ossia Doc e Dogc. E proprio la produzione Dop interessa la quasi totalità della superficie viticola regionale, essendo pari al 93%, tra bianchi e rossi, mentre la media nazionale è del 56%. Più in dettaglio, la vendemmia 2017 ha portato in cantina circa 2 milioni 300 mila quintali di uve, che hanno prodotto 1 milione 167 mila ettolitri di vino Dop e 391 mila ettolitri di vino Igp. In Toscana il numero di aziende con vite è di oltre 22 mila unità, delle quali poco più di 15 mila con vite da vino Dop. Si tratta di aziende contrassegnate da dimensioni piccole o medio-piccole, anche se non mancano alcune aziende di ampiezza rilevante. Venti sono le cantine sociali, la cui produzione è stata pari al 13% del totale regionale.

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zona Antinori già possiede la Tenuta La Braccesca. La nuova acquisizione conta una proprietà molto ampia: ad oltre 100 ettari di vigneto, si aggiunge una villa che risale al 1800, tre poderi e la cantina. I due contendenti, Antinori e Frescobaldi, erano partiti da una base d’asta di 4,2 milioni di euro per la tenuta su cui pendeva da tempo un pignoramento.

FUTURO

LA FONDAZIONE BRUNELLO È OPERATIVA Stabiliti i criteri di contribuzione, che sarà volontaria, da parte delle varie tipologie di soci E' ufficialmente nata la Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino che, tramite i contribuiti (volontari) dei suoi componenti, consentirà di reinvestire risorse ricavate dalla vendita di Brunello e Rosso di Montalcino sul territorio stesso. Il Cda della Fondazione, guidata dall'ex presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci, ha stabilito le fasce di contribuzione. I soci fondatori, cioè tutti coloro che sono iscritti all’albo del Consorzio del Brunello (sono 226), contribuiranno con 50 euro per ogni ettaro di Brunello (complessivamente sono 2100) e 20 euro per ogni ettaro di Rosso di Montalcino (550) cui si aggiunge un contributo ad azienda di 500 euro. Secondo le prime stime si va da un importo minimo di 68.700 euro se aderisse il 30% dei fondatori, che sale a 114.000 se aderisse il 50%, a 137.000 nel caso del 70% fino ad un massimo di 229.000 euro se aderissero tutti. A questi contributi si aggiungono quelli dei Soci Sostenitori ovvero semplici cittadini (persone fisiche) e titolari di partita IVA. Entrambi questi ultimi possono contribuire con un minimo di 500 euro se residenti e di 2000 euro se non residenti. “Ci tengo – spiega il Presidente della Fondazione, Fabrizio Bindocci - a ribadire che i contributi non saranno distribuiti a pioggia ma, di anno in anno, mirati su progetti e idee concrete e ben delineate. Ci faremo aiutare da un comitato tecnico-scientifico di cui faranno parte personaggi di rilievo, non solo di Montalcino, che avrà il preciso compito di esaminare i progetti”. Il Cda della Fondazione, oltre che da Bindocci, è composto da Remo Grassi (vice presidente), Silvio Franceschelli (Sindaco di Montalcino), Andrea Cortonesi, Patrizio Cencioni (Presidente del Consorzio del Brunello), Manuele Bartolommei e, in qualità Responsabile Comitato Tecnico Scientifico, Bernardo Losappio.


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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

FORMAZIONE

DONNE E VINO: PARTONO I CORSI PER WINE MANAGER L'associazione Donne del Vino lancia una formazione mirata a far crescere la presenza al femminile nei ruoli di governance

Nascono sei master class destinate alle wine manager. Si tratta di corsi intensivi di 7 ore incentrati sulla comunicazione commerciale e i Consorzi di tutela: un progetto inedito che porta un vento nuovo nel mondo del vino e punta a trasformare l'alto livello di formazione delle donne presenti nel comparto enologico in una carta di sviluppo immediatamente spendibile. Due gli obbiettivi principali: aumentare le donne nel Cda dei consorzi di tutela, che attualmente sono meno del 10%, e potenziare il marketing del vino puntando sullo storytelling. “Esiste uno stile femminile di vendere il vino – spiega la presidente delle Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini a margine della presentazione avvenuta in Parlamento -. La donna usa meno i contenuti tecnici e più il racconto dei luoghi e delle persone cioè lo storytelling. Questo può essere un vantaggio”. Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis-Crif, ndr) eppure nei posti dove viene decisa la politica del vino, come i Cda dei Consorzi di tutela, scendono sotto il 10%. Una circostanza che dipende principalmente dalla scarsa propensione delle donne a candidarsi. I corsi hanno anche lo scopo di motivare una maggiore partecipazione. Possono partecipare ai corsi sulla comunicazione produttrici, ristoratrici, sommelier, enologhe, giornaliste, wine blogger, responsabili di marketing e comunicazione di aziende vinicole. I corsi sui consorzi sono invece destinati solo a chi lavora nelle cantine. Per date e informazioni complete sui contenuti del corso, le date, i luoghi e i docenti: www.ledonnedelvino.com o info@ledonnedelvino.com.

CORSI

MASTERS OF WINE: APPUNTAMENTO NELLE MARCHE L'Italia ci prova ancora: dal 2 al 4 marzo le selezioni da Umani Ronchi Dal 2 al 4 marzo l'Institute of Masters of Wine tornerà in Italia per tentare, di nuovo, di riuscire a trovare il primo italiano capace di rispondere ai requisiti di “esperto influente e qualificato” secondo la storica istituzione inglese. L'edizione n° 7 del corso introduttivo che selezionerà gli aspiranti partecipanti al Master si svolgerà nelle Marche, a Osimo, nella cantina Umani Ronchi. L'appuntamento è promosso grazie all'Istituto Grandi Marchi e le prestigiose cantine che lo compongono. In bocca al lupo ai partecipanti sperando che questa sia la volta buona per il Belpaese!

NOMINE

SANJUST ALLA GUIDA DI AVITO. LOTTA AGLI UNGULATI OBIETITVO N°1 Tra gli obiettivi del super Consorzio toscano anche una promozione comune all'estero Luca Sanjust, Presidente del Consorzio Valdarno di Sopra, è il nuovo presidente di Avito, l’Associazione dei Vini Toscani DOP e IGP. Nel ruolo di vice presidente è stato nominato Fabrizio Bindocci, past President del Consorzio del Vino Brunello

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di Montalcino. “Obiettivo prioritario della nostra associazione - ha dichiarato il neo Presidente - è quello di difendere gli interessi del grande patrimonio toscano e nazionale rappresentato dai tanti vini Dop e Igp della nostra regione. Questo compito sarà svolto in sinergia e collaborazione con le principali organizzazioni professionali, il mondo della cooperazione e con gli interlocutori politici di qualsiasi livello. Nel corso del 2018, vorremmo incentrare la nostra attività sul riuscire finalmente a risolvere l’urgente problematica degli ungulati, sulla gestione delle risorse idriche per i vigneti e su una sempre migliore e comune promozione e valorizzazione dei vini toscani in Europa e nel mondo”.


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L’INCHIESTA CONCLUSIONI DEL 2017 di Claudia Cataldo

Toscana:

the day after Quella del 2017 è stata una delle peggiori vendemmie di sempre, in Toscana e non solo: e adesso che cosa succede?

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l 2017 che si è appena concluso è stato per la Toscana del vino un anno da record, nella sua accezione negativa: la vendemmia passata è stata infatti una delle peggiori di sempre, in Toscana e non solo. Un anno drammatico per le campagne in generale segnate da eventi calamitosi che hanno inciso pesantemente sulle produzioni: la siccità ha lasciato ferite profonde, stimate in 428 milioni di euro, colpendo oltre a vino e olio anche seminativi, ortofrutta, miele. I dati parlano di perdite importanti, raccolti ridotti al minimo

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e pertanto effetti devastanti per i produttori, che si sono trovati a combattere non solo contro le condizioni climatiche avverse ma anche contro l’emergenza ungulati.

Confagricoltura: in Toscana perdite per meteo, ma anche per gli ungulati

Francesco Colpizzi, Presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana, non nasconde le sue preoccupazioni: “in Toscana è andato perduto il 40% della produzione (il 40,37% per essere precisi), ovvero più di un milione di ettolitri di vino, su un totale produttivo di poco superiore ai due milioni di ettolitri”. “Sono 145 milioni di bottiglie di vino in meno rispetto all’anno scorso (213 milioni contro le 358

milioni del 2016), che in termini economici si traducono in 480 milioni di euro persi”. Continua Colpizzi: “questo è l’effetto di tre fattori che in Toscana hanno agito in concomitanza, ovvero la gelata di aprile, la siccità dai mesi di giugno a settembre e l’effetto ungulati. Quindi se in Toscana possiamo dire di aver già avuto in passato annate difficili, si può allo stesso modo affermare che il 2017 è stata un’annata eccezionale”. Dando un’occhiata alle singole denominazioni, le percentuali sono poco incoraggianti: il Rosso di Montepulciano ha registrato un calo produttivo del 53,21%, il Carmignano Docg un – 40%, il Brunello di Montalcino un ammanco di circa il 35%, la Doc Maremma un -43%, l’Igt Toscano un abbattimento di quasi la metà della produzione, la Vernaccia un -25,69%. C’è un però, ovvero che il vino comunque non mancherà sul mercato. Spiega Colpizzi: “se questo problema avesse toccato con queste percentuali una regione bian-

chista, i problemi sarebbero stati sicuramente peggiori. In Toscana invece i vini hanno un affinamento medio lungo. Questo significa che nelle cantine toscane il vino c’è, si contano circa 5 milioni di ettolitri di vino che ammortizzano le perdite. Ma l’effetto disastroso del 2017 si farà comunque sentire, si stima infatti un aumento di prezzo di compreso tra il 20 ed il 40%, in relazione alle diverse produzioni. I viticoltori hanno dovuto sostenere dei costi imprevisti, ad esempio per mitigare gli effetti della siccità si sono rese necessarie irrigazioni e particolari lavorazioni dei terreni, come anche maggiori trattamenti nelle cantine. Inoltre è ovvio che se produco meno, i costi variabili diminuiscono proporzionalmente ma i costi fissi restano tali, pertanto il costo ad ettolitro aumenta. A questo punto quello che dovrà essere verificato è la risposta del mercato di fronte a questi prezzi maggiorati. Quel + 30% sul valore non è una sopravvalutazione enologica, ma si tratta comunque di un aumento così repentino che potrebbe dare dei problemi”. Chi assorbirà questo aumento? “In buona parte sarà assorbito dal produttore, in parte dal retailer (Gdo o Horeca) e in parte dal consumatore. Probabilmente si avranno tensioni di prezzo anche sulle altre annate. Ma c’è da aggiungere una cosa – fa notare Colpizzi – ovvero che se in altre situazioni la mancanza di prodotto e l’aumento di prezzo su alcuni canali ha fatto sì che altri prodotti, magari stranieri, godessero di un simile gap, in questo caso il calo si è registrato ovunque, in Italia


La vendemmia in Toscana 2017 in pillole 160.204.514 litri

- 40% (litri)

- 36%

- 12%

rispetto al 2016

delle uve raccolte

del PLV (prodotto lordo vendibile)

olio: calo del 30%, per un totale di 120 mila quintali di olio

come all’estero. Non dobbiamo quindi temere in questo senso la concorrenza dei cugini francesi o – ancora più aggressiva – quella degli spagnoli”. I dati Ismea parlano chiaro: la Toscana è l’unica regione dove i danni dovuti alla presenza di ungulati è stata significativa. Ecco perché sottolinea Colpizzi che è stato richiesto di rivedere la “Legge Obiettivo” che non sta dando risultati; ci sono anche problemi con gli indennizzi, i viticoltori non vogliono rimborsi ma vorrebbero che il problema fosse risolto a monte. Ad ogni modo i soggetti coinvolti e i consorzi stanno sollecitando le amministrazioni regionali affinché siano presi

provvedimenti, “ad esempio si è chiesto già a settembre un tavolo di confronto all’assessore Remaschi, stiamo a vedere adesso cosa succederà”.

piogge dei primi di settembre, ha dato un vino di altissima qualità, equilibrato, con un buon corredo aromatico. Lo confermano le voci di alcuni consorzi toscani: un po’ in ogni angolo della regione si parla di un’ottima qualità, che però con molte probabilità costerà cara. Questo lo dimostrano anche i mancati declassamenti: quelle delle Doc e Docg sono perdite nette e non declassamenti, basti vedere che l’Igt Toscana mette a segno una perdita intorno al 50% (senza assorbire così eventuali lotti sottratti alle Dop). Il tema del prezzo dei vini e di come il mercato reagirà potrà essere affrontato solo più avanti, già dal 2018 con

il Chianti e solo dopo ancora qualche anno per vini come il Brunello. Ad oggi quello che i viticoltori devono affrontare con urgenza è la parte economica immediata, andando a fronteggiare le difficoltà sorte con l’aumento dei costi di gestione. Una situazione difficile che ha portato anche a delle soluzioni economiche particolari, come nel caso della convenzione ad hoc tra Consorzio Vino Chianti e il Monte dei Paschi di Siena per attivare un pacchetto di servizi finanziari rivolti alle aziende vitivinicole. “Già in vendemmia ci eravamo accorti che le cose non stavano andando bene – racconta il Presidente del Consorzio

Anche per il Chianti è stata un’annata difficile, ma il vino non dovrebbe mancare Nonostante i risultati negativi in termini quantitativi, l’annata 2017 ha prodotto però delle sorprese positive da un punto di vista qualitativo. Ad esempio il vitigno Sangiovese, che è tardivo e con il quale si producono gran parte dei grandi rossi toscani, beneficiando delle

è la produzione in Toscana nel 2017 rappresenta il 6.3% del vino italiano

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Chianti Giovanni Busi - e già a metà settembre eravamo riusciti a raggiungere il Ministro Martina, in visita in Toscana. Per l’occasione gli avevamo parlato delle difficoltà dei nostri viticoltori e avevamo richiesto lo stato di calamità, che prevede varie misure a sostegno dei produttori, come la sospensione dei contributi previdenziali, poi ricalcolati su più anni a partire dal 2019”. Continua Busi: “a fine vendemmia lo scenario si è confermato drammatico come previsto, con una perdita media del 40% rispetto alla raccolta dell’anno precedente. Nell’area di produzione del nostro vino non ci siamo fatti mancare niente: prima la brinata in primavera, che ha abbattuto le gemme, poi la siccità, infine gli ungulati. Quello che deve preoccupare a questo punto però non è tanto il vino – ci sono scorte nelle cantine, il vino Chianti non mancherà, seppur in quantità ridotta – ma piuttosto la redditività per gli agricoltori. In parte ci sono le assicurazioni, ma con il problema ad esempio delle franchigie troppo alte. E comunque l’obiettivo dei viticoltori non è tanto il rimborso quanto piuttosto risolvere i problemi a monte, come quello degli ungulati: non capisco a proposito di questo argomento come mai non si riesca a trovare una soluzione, nessuno è contento ma nonostante tutti i malumori il problema aumenta anno dopo anno”.

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Sanjust, di Avito: ci auguriamo che questo non succeda di nuovo A commentare l’annata è anche Luca Sanjust di Teulada, già presidente del Consorzio Valdarno di Sopra Assemblea e neo presidente di Avito, l’Associazione dei Vini Toscani Dop e Igp. “Sicuramente c’è stata una minor produzione in tutta la Toscana quantificabile con una forbice che può andare dal 30 % al 50 % a differenza dalle zone”. Cosa si può fare per il futuro? “Alla natura non si comanda, però con una più attenta politica di riduzione dell’inquinamento atmosferico legata ad una ancora più attenta politica delle risorse idriche volta alla sburocratizzazione e semplificazione per l’accumulo e l’accesso delle stesse e con una rigorosa riduzione mediante selezione e libertà di caccia nelle zone di produzione, sicuramente nel futuro si potranno limitare in maniera maggiore i danni. Ci auguriamo veramente di non dover più fronteggiare simili vendemmie, questo è sicuramente l’auspicio di noi tutti”.•

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Denominazione di origine

Vino (litri)

Vino (litri)

Variazione (litri)

Variazione %

BOLGHERI

4.459.474

5.964.925

-1.505.451

-25,24

BRUNELLO DI MONTALCINO

7.244.635

11.121.013

-3.876.378

-34,86

CARMIGNANO

368.747

614.005

-245.258

-39,94

CHIANTI

52.336.392

87.101.349

-34.764.957

-39,91

CHIANTI CLASSICO

21.144.184

29.214.564

-8.070.380

-27,62

MAREMMA

5.476.261

9.594.179

-4.117.918

-42,92

MORELLINO DI SCANSANO

5.700.365

7.754.900

-2.054.535

26,40

NOBILE DI MONTEPULCIANO

4.502.438

6.586.284

-2.083.846

-31,64

ROSSO DI MONTALCINO

1.811.670

3.004.803

-1.193.133

-39,71

ROSSO DI MONTEPULCIANO

1.097.557

2.345.684

-1.248.127

-53,21

TOSCANO

36.798.407

71.404.047

-34.605.640

-48,46

VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO

3.165.137

4.259.471

-1.094.334

-25,69

Altre

16.099.247

24.344.602

-8.245.355

-33,87

Totale

160.204.514

268.649.321

-108.444.807

-40,37


www.bormioliluigi.com

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di Giovanni Pellicci

Il vino e una campagna

elettorale astemia

Poco o nullo lo spazio ai temi dell’agroalimentare nelle settimane a ridosso del voto. La filiera lavora sotto traccia e traccia la priority list

C

i eravamo lasciati sul finire dell’anno scorso con un buon auspicio in questa rubrica. Anzi una sollecitazione. Ovvero che il vino o comunque la filiera di cui è traino fondamentale, potesse entrare a far parte dei temi della campagna elettorale. Sono passate alcune settimane ed ormai il voto è prossimo: il 4 marzo gli italiani saranno chiamati alle urne ma, pur avendone sentite tante tra realistiche e meno, di argomenti a che fare con una delle principali voci del nostro made in Italy nel mondo poco o nulla.

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Magari qualcuno dei candidati tirerà fuori il proverbiale asso nella manica a ridosso del voto ma è difficile credere che il comparto enologico possa diventare un tema in cui i concorrenti si sfideranno con programmi e proposte. Non volevamo e non vogliamo questo. Non è questo che serve al settore. Però una maggiore attenzione non guasterebbe. A parte il Partito Democratico che ha nell’attuale Ministro delle Politiche Agricole un autorevole candidato all’insegna della continuità, altre forze in campo non stanno azzardando proposte. Almeno

finora. Il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, ad esempio, si è documentato sottotraccia, incontrando alcuni rappresentanti della filiera del vino, agitando le acque in Toscana dove il suo arrivo nel Chianti Classico ha sorpreso gli addetti ai lavori. Una proposta, nulla più, è arrivata da uno dei più folcloristici candidati, ovvero Vittorio Sgarbi, leader di una nuova lista denominata Rinascimento. “Se fossi un ministro farei un dipartimento agricolo al ministero dei Beni Culturali – ha detto Sgarbi durante l’Ante-

prima Amarone di febbraio a Verona in alcune dichiarazioni riprese anche dall’Ansa -. Va compiuto un ricongiungimento tra agricoltura e cultura. Difendere un campo coltivato è un segno dell’intelligenza dell’uomo. A New York i prodotti dell’agroalimentare made in Italy valgono più di Petrarca”. Parole condivisibili ma sono ben altre, invece, le criticità che i protagonisti della filiera hanno quotidianamente a cuore e con le quali sono chiamate a confrontarsi, auspicando risposte e fatti. Per questo motivo, e vista la latitanza di temi da parte dei


protagonisti della bagarre elettorale, abbiamo deciso di rivolgerci ad uno dei principali attori della filiera vitivinicola, ovvero Ernesto Abbona presidente dell’Unione Italiana Vini protagonista del Faccia@Faccia del n°100 de IGV, nel quale approfondiamo numerosi dei principali temi caldi del settore. Ai rappresentanti della filiera, infatti, spetta il compito di porre sul tavolo dei candidati l’approfondimento che serve su questioni cruciali

(una sorta di priority list) che, indipendentemente da quali scenari politici e governativi potranno originarsi a partire dal 5 marzo prossimo, dovranno prima o poi trovare spazio nell’agenda politica. La nostra speranza è che l’attenzione su queste tematiche trovi quella continuità operativa che, piaccia o non piaccia, c’è stata negli ultimi 5 anni e che oggettivamente non può che essere sottolineata e auspicata anche da ora in avanti.•

VINO IN CIFRE 2018. Numeri in pillole (dati UIV)

Il consumo di vino nel mondo? 281 milioni di ettolitri su un totale alcolici di 215 miliardi (11%) Il primo Paese per consumi di rosso? Cina (16 milioni di ettolitri) Il primo Paese per consumi di bianco? Usa (13 milioni di ettolitri) Il primo Paese per consumi di spumanti? Germania (3 milioni di ettolitri) Primo esportatore a valore di spumanti? Francia (312 miliardi di dollari) ma l’Italia è quella con i tassi di crescita più alti (+13%) Il primo fornitore di vino in bottiglia nell’UE? Cile (1,6 milioni di hl) La regione più vitata in Italia? Sicilia 99.000 ettari su un totale di 646.000 La regione che è cresciuta di più negli ultimi 15 anni? Veneto 87.000 ettari (+13.200) La superficie del vigneto biologico in Italia? 104.000 ettari, il 16% sul totale, di cui 39.000 in Sicilia La varietà più prodotta nel 2017? Glera (19 milioni di barbatelle) Numero di bottiglie di vino Dop prodotte nel 2016? 1,1 miliardi La Dop più imbottigliata in assoluto? Prosecco Doc (410 milioni di bottiglie nel 2016) Il peso delle prime 5 Dop sul totale imbottigliato a denominazione di origine? 44% (Prosecco Doc; Chianti; Montepulciano d’Abruzzo; Prosecco Superiore CV, Asti/Moscato). Il consumo pro capite di vino in Italia? 36 litri (31 la birra) Quota dei consumatori di vino sul totale popolazione? 52% (28 milioni di persone)

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ERNESTO ABBONA Presidente Unione Italiana Vini

L'agricoltura

è la grande assente della campagna elettorale

A

poche settimane dal fondamentale voto italiano per le elezioni politiche del 4 marzo, I Grandi Vini affronta assieme a Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, alcuni dei temi fondamentali della filiera vitivinicola italiana e dell’agricoltura in generale. Argomenti, almeno nei primi giorni di battage elettorale, piuttosto trascurati dalla maggioranza degli attori politici protagonisti della contesa. Il vino e l’agricoltura sono e saranno due settori fondamentali per il futuro economico, ambientale e sociale del nostro Paese. Noi ne siamo convinti. Per questo entriamo nel vivo di opportunità da cogliere e di problematiche da gestire. @ Lei ha parlato di nuove sfide che

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attendono il vino italiano nel 2018. Quali sono le più urgenti, secondo l’Unione Italiana Vini, e su quali vi aspettate maggiore concretezza dagli Enti interessati? “La sfida primaria che attende il sistema vitivinicolo italiano può essere racchiusa in un’unica parola: competitività. Una dimensione di sviluppo complessivo che richiama la necessità di liberare le energie e le capacità produttive delle nostre imprese, oggi ingabbiate dal sistema autorizzativo, supportare la penetrazione dei nostri vini nei mercati internazionali, messa in difficoltà nell’ultimo anno dalle vicende dell’OCM promozione, e semplificare la vita amministrativa delle aziende. Un percorso, quest’ultimo, avviato da un paio d’anni e che deve trovare quanto prima il suo pieno compimento. Il tutto in un quadro comunitario dove ci attendiamo delle autorità di Bruxelles maggiore incisività nel chiudere e implementare gli accordi di libero scambio ancora in discussione e una sensibilità diversa verso il nostro settore nell’ambito delle politiche sociali contro l’abuso di bevande alcoliche”. @ Siamo nel pieno della campagna elettorale per le Elezioni Politiche di marzo. Nel mio ultimo editoriale (Dicembre 2017), ho scritto di quanto il vino possa essere una leva strategica per l’economia del nostro Paese. Al di là dei programmi dei rispettivi

schieramenti politici, quali sono le 3 priorità che l’Unione Italiana Vini sottoporrà all’attenzione del nuovo Ministro delle Politiche Agricole? “Condivido le riflessioni che Lei ha sviluppato nel suo ultimo editoriale compresa la costatazione, amara, di non leggere nei programmi degli schieramenti politici non solo la parola vino, ma nemmeno il termine “agricoltura” sottolineato con la dovuta attenzione. Per venire alla sua domanda, invece, sono ben più di tre le priorità che il nuovo ministro dell’agricoltura dovrà affrontare in tema di politica vitivinicola. Ma rimandando al momento opportuno la disamina dettagliata dell’agenda che sottoporremo al ministro, oggi poniamo ai vari schieramenti politici due questioni di carattere generale la cui soluzione sarà determinante per affrontare e gestire i grandi temi del nostro settore nei prossimi anni. Il nostro ruolo a Bruxelles, cioè la capacità di incidere con autorevolezza nelle scelte della politica agricola europea, e la gestione dei rapporti con le Regioni. Su questo secondo punto ribadiamo la necessità e urgenza di tornare a pensare l’agricoltura come questione di carattere nazionale. Sul fronte della promozione internazionale, ad esempio, dove evidentemente - come sta testimoniando l’esperienza positiva dell’ICE - è più efficace ragionare in termini di sistema vitivinicolo italiano che non di singole realtà


regionali, così come su altre tematiche quali la gestione delle risorse OCM o del potenziale vitivinicolo che hanno sofferto in questi anni il conflitto tra amministrazione centrale e governi delle varie regioni. Dovrebbe essere chiaro a tutti come il futuro delle economie regionali sia strettamente legato alle prospettive del sistema economico italiano nel suo complesso che non può, evidentemente, dipendere nelle sue scelte strategiche da logiche particolari che hanno, purtroppo, condizionato negli ultimi anni molte scelte degli assessori regionali”.

@ Vedrebbe bene un Martina-bis? Altrimenti che tipo di profilo dovrà avere il nuovo responsabile del dicastero di via XX settembre? “Il primo auspicio è che, per il bene del paese, si arrivi entro il prossimo maggio a un governo stabile che abbia i numeri in parlamento: mi sembra, ad oggi, sia già un bell’obiettivo da raggiungere. Quanto al profilo del nuovo responsabile di via XX settembre mi auguro si scelga un profilo elevato ed autorevole. Per troppo tempo l’agricoltura è stata la cenerentola della politica italiana e va indubbiamente riconosciuto agli ultimi governi di aver tirato fuori il nostro settore da questo limbo. Certo la strada da percorrere è ancora lunga e non possiamo perdere tempo. Il primo messaggio che lanciamo alle coalizioni in vista del 4 marzo è di proseguire su questa strada perché l’agricoltura, e con essa la vitivinicoltura, coniugano non solo occupazione, fatturati e sviluppo sociale, ma anche difesa delle tradizioni, sostenibilità e salubrità dei territori il cui uso deve essere tale da perpetuarne l’equilibrio e delle eccellenze alimentari del nostro paese”. @ L’oscillazione a salire dei prezzi come conseguenza della vendemmia 2017 e un andamento climatico sempre più bizzarro sono due temi che

corrono strade per certi versi paralleli. Su questi fronti “caldi” quali sono le richieste di Unione Italiana Vini? “Sono questioni distinte seppur intimamente collegate. Sul tema dei prezzi non

possiamo certo intervenire nelle libere dinamiche del mercato ma possiamo lavorare, come stiamo facendo, per politiche di filiera trasparenti che aiutino lo sviluppo e la competitività. In termini di servizi dell’Unione Italiana Vini abbiamo

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avviato un progetto di rilancio del nostro Osservatorio del Vino proprio per dare agli operatori strumenti efficaci di gestione delle dinamiche di mercato. Abbiamo, inoltre, avanzato proposte di semplificazione facilmente attuabili sul fronte delle procedure della gestione burocratica dei controlli. Il fronte del “clima” chiama in causa, invece, la grande questione della ricerca scientifica e della necessità di collegarla in maniera sempre più forte alle esigenze delle imprese e dei mercati. Su questo tema ci siamo spesi da tempo con risultati ancora incerti perché il nostro paese soffre ancora molto – e non siamo certo noi i soli a dirlo - la mancanza di collegamento fra sistema della formazione, della ricerca e dell’impresa. Ma anche in questo ambito abbiamo progetti specifici che, siamo fiduciosi, riusciranno a costruire questo circolo virtuoso”. @ La Cina sarà al centro di un’importante missione di promozione nel corso del 2018 ma il gap con la Francia sembra davvero complicato da ridurre. Mi chiedo se convenga continuare ad investire risorse su di un contesto così variegato e difficile o se invece non possa essere preferibile destinare altrove le risorse. Cosa ne pensa? E se si quali sono i mercati emergenti sui quali il nostro Paese dovrò impostare programmi di promozione sempre più efficaci? “La Cina rimane un grande paese e un grande mercato, non più solo potenziale, del vino. Per questo dobbiamo moltiplicare l’impegno e il lavoro per favorire la conoscenza e la diffusione dei vini italiani così come stiamo facendo con l’agenzia ITA-ICE. Non dobbiamo farci intimorire dalla difficoltà e dalle dimensioni di un mercato enorme animato da logiche, dinamiche e culture particolari che vanno conosciute e interpretate. Dobbiamo andare avanti, confrontandoci con gli altri ma senza perdere di vista il nostro obiettivo. Sono convinto che il futuro darà ragione degli investimenti che stiamo facendo in quel paese. @ A Siena, nel silenzio pressoché totale, ha chiuso i battenti un Ente storico come l’Enoteca Italiana, fondata nel 1933. E’ vero, è cambiato il mondo ma salvarla per destinarla ad un ruolo culturale-divulgativo del

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vino italiano non poteva valere la pena? Ha una sua idea in merito? “È un tema complicato. Per quanto ho detto prima, è evidente quanto io ritenga fondamentale avere una regia comune della promozione del vino italiano. Così come però, è altrettanto evidente la difficoltà di mettere ordine in una situazione istituzionale dove la riforma del titolo quinto ha creato dinamiche, spesso conflittuali, tra le amministrazioni. Certamente il ruolo e la funzione che ha svolto l’Ente Vini nei decenni difficili per il vino italiano è stato determinante, e non va né sottovalutato né tanto meno dimenticato. Si tratta di un’esperienza preziosa, che ha costruito un patrimonio di conoscenze, di documenti, di pubblicazioni che non va disperso. Su questo ci stiamo lavorando, e speriamo di ottenere dalle autorità senesi risposte positive in merito. Sottrarre all’oblio oltre ottant’anni di storia e di attività a favore del vino italiano è un dovere morale che sentiamo nostro e che siamo lieti di condividere con chiunque lo desideri. Così come rimaniamo aperti e disponibili a confrontarci su ogni progetto che voglia recuperare il valore di un’esperienza che ha rappresentato un “unicum” a livello mondiale”. @ I Grandi Vini raggiunge quota 100. Questo è infatti il nostro centesimo numero, un traguardo importante per tutti noi, soprattutto se consideriamo le condizioni di salute del settore editoria in Italia. Ci farebbe piacere avere un suo commento che racconti cosa è stata la nostra rivista per Lei in questi anni. “Innanzitutto congratulazioni, non solo per il coraggio, la caparbietà e la lucidità con cui avete portato avanti il vostro progetto editoriale ma anche per essere stati capaci di costruire, e tener vivo, uno spazio di riflessione che ha aiutato tutti noi a crescere. Avete accompagnato e raccontato nelle vostre pagine un pezzo di storia del vino italiano senza cedere a rigorismi o piaggerie che spesso inquinano il giornalismo vinicolo italiano e non solo. E, guardando avanti, avremo ancora bisogno del vostro equilibrio, della vostra pacatezza, dalla vostra capacità di racconto ma anche di analisi. Quindi, auguri sinceri e convinti per un futuro di successo!”•


T he Wine Trotter di Marina Ciancaglini

WineProStyle. Profili di stile, nuove frontiere nella valorizzazione territoriale vinicola Uno studio, all’interno del Piano di Sviluppo Rurale della Toscana, per migliorare il vantaggio competitivo del produttore e della zona di appartenenza

I

l vino è il prodotto del comparto agroalimentare per eccellenza, dove l’aspetto culturale si fonde con quello ambientale. Proprio questo aspetto è oggetto di studio di un progetto all’interno del PSR della Regione Toscana dell’annualità 2014-2020, per la cui approvazione dovremmo aspettare il mese di luglio 2018 ma i risvolti potrebbero dare interessanti risultati in termini di comunicazione del vino, specie nei mercati esteri. Infatti il progetto denominato “WineProStyle:

Profili di stile, nuove frontiere nella valorizzazione territoriale vinicola” ha come obbiettivo di fondo la messa a disposizione delle imprese una serie di metodologie e di strumenti che possano essere d’aiuto per affrontare la crescente importanza, assunta nel mercato del vino, non solo dell’ottenimento di prodotti di buona o ottima qualità e dotati di una generica tipicità ma - anche e soprattutto - di un profilo capace di esprimere una precisa identità. Queste identità verranno analizzate in quattro

territori chiantigiani diversi tra di loro: Montefioralle, San Donato, Mercatale e San Casciano Val di Pesa. Lo studio, i cui soggetti partecipanti sono il Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell’Università degli Studi di Firenze e Istituto di Biometeorologia del CNR, ha un elevato potenziale dal punto di vista delle ricadute economiche, in quanto l’oggetto di attenzione è come impostare, in modo efficace, uno degli aspetti essenziali su cui si fonda il vantaggio competitivo delle imprese del settore, ovvero il proprio posizionamento sul mercato. Lo sviluppo di una migliore consapevolezza di quale sia la prospettiva in cui il mercato formula le sue valutazioni e si forma un’immagine di un produttore e di un territorio, può essere di grande aiuto all’intero sistema produttivo di riferimento. Guardando a luoghi lontani, per esempio Bordeaux, si capisce come l'individuazione di una particolare identità stilistica dell’area sia divenuta un elemento fondante della percezione di quei vini nell’immaginario collettivo mondiale, definendone anche i connotati di posizionamento.

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Il firmamento ha una nuova stella:

Alberto Sparacino Chef del neostellato Cum Quibus di San Gimignano, Alberto ha determinazione e passione da vendere. Il segreto? Divertimento e contaminazione delle esperienze e del gusto

A

San Gimignano, patrimonio mondiale dell’Unesco, c’è un altro capitale da preservare, dal nome Cum Quibus, ristorante che già da qualche anno sta facendo parlare di sé, grazie alla visione della famiglia Di Paolantonio, che ha deciso di investire

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su una cucina di alta qualità e sul giovane chef Alberto Sparacino. Giovane ma già centrato su importanti esperienze tra cui Arnolfo di Colle Val d’Elsa e il tre stelleMichelin Daniel Bouloud a Manhattan. I giudizi positivi di critica e pubblico non si sono fatti attendere e stanno donando al

borgo senese un’ulteriore luce. Sei tra i nomi di riferimento di una nuova generazione che rappresenta la nouvelle vaghe della ristorazione toscana. Come definiresti questo momento storico per la regione da un punto di vista gastronomico? “Lo definirei prolifero. Firenze è in piena ascesa e Siena, nonostante quel che si dica, non è da meno. Il resto della Regione ho difficoltà a valutarla ma credo segua questa tendenza”. Di recente vi è stata assegnata la prima stella Michelin, che cosa rappresenta questo traguardo? “Innanzitutto non credo rappresenti un traguardo, bensì segna un nuovo punto di partenza per potersi migliorare giornalmente tramite lo studio e il confronto. Se dovessi vederlo solo come un traguardo lo definirei come una generosa pacca sulla spalla di un amico mentre dice -bravi continuate così!-”. Un riconoscimento che alza l’asticella delle aspettative di un cliente: sale anche l’ansia “da prestazione” o l’approccio in cucina è immutato? “Credo sia cambiato il modo in cui la


clientela si approccia. Non mi piace definire i clienti in termini di serie A o serie B, ora vedo molta curiosità, soprattutto nel voler sapere quale storia raccontiamo. L’ansia da prestazione ce l’hai ogni giorno, l’asticella delle aspettative ovviamente sale ma questo non comporta un cambiamento nell’approccio in cucina, in cucina chi ci lavora lo fa per amore e come tale cerca sempre di dare il meglio e di dimostrarlo sempre”. Come definiresti il tuo stile? “La mia é una cucina divertente o perlomeno io mi diverto a farla. Credo che sia contaminata dalle esperienze e soprattutto dal gusto, se una cosa mi piace ma non appartiene né alla Toscana né all’Italia non vedo il motivo per la quale non possa

utilizzarla o inserirla nei piatti”. C’è un piatto al quale sei particolarmente affezionato e ti rappresenta maggiormente? “La lingua di vitello con la salsa tare e l’ostrica”. C’è un momento in cui hai capito che da grande avresti fatto lo chef? “C’è stato un momento in cui ho capito che avrei voluto cucinare nella mia vita, la posizione non mi interessava mi bastavano un coltello e un tagliere”. Quali sono stati i tuoi maestri più importanti? “Franco Sangiacomo che mi ha fatto da padre e mi ha accolto in questo mondo. Gaetano Trovato che mi ha fatto da maestro. Matteo Lorenzini e Simone Cipriani

due fratelli che mi hanno insegnato a divertirmi”. Quali sono i prossimi traguardi? “Ritengo di avere un unico traguardo giornaliero che si ripete come in un loop: voglio essere libero di poter pensare e cucinare come voglio, come mi piace, non mi voglio uniformare agli altri solo perché la massa pensa che vada fatto così. Quindi il traguardo che mi pongo è sempre quello di cucinare come ieri avendo la libertà di guardare al domani”.

Cum Quibus via S. Martino 17, San Gimignano (SI) www.cumquibus.it

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TOSCANA

Massimo Ciarcia

espressione della Costa degli Etruschi Azienda biologica, rispettosa della tradizione e dell’ambiente: l’azienda agricola Massimo Ciarcia racconta il territorio di Bibbona, in Toscana, con i suoi vini di pregio

L

’azienda agricola Massimo Ciarcia è nata nel 1995, tramandata dai nonni, al padre, fino all’attuale proprietà. Da un lato c’è la tradizione familiare, la volontà di portare avanti un progetto genuino come obiettivo di vita e di lavoro. Dall’altra c’è l’aspetto del biologico che si traduce in un approccio sostenibile e rispettoso dell’ambiente, sia in vigna che in cantina. Siamo a Bibbona, a cinque chilometri dalla costa livornese, esposti

alla luce del sole e ai venti del mare, su terreni di argilla mista a ciottoli. Una zona meravigliosa, circondata dal verde della collina e l’azzurro del mare della Costa degli Etruschi. Fra i vini dell’azienda troviamo il Poggio Regio, Merlot in purezza, prodotto solo nelle migliori annate. Altro fiore all’occhiello è il rosso Le Carraie, un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon che si distingue per intensi profumi di frutta rossa e spezie e per un sapore pieno, avvolgente. Infine una Doc, il “Terratico”, nata nel 2006: il nome Terratico deriva da un’antica parola usata fin dai primi anni del 1500 che significava “affitto”, che però non veniva pagato in denaro ma era una quota di produzione sui terreni concessi alle famiglie contadine, come grano, olio, vino. Mistobosco è il nome del vino che si pregia di questa denominazione, un blend di Merlot, Cabernet Franc e Sangiovese, con un affinamento in barrique di rovere francese. Massimo Ciarcia e la sua azienda si stanno già preparando per il prossimo Vinitaly: anche quest’anno saranno presenti con i loro prodotti presso l’area Vinitalybio (padiglione 8). •

Massimo Ciarcia: the truest expression of Costa degli Etruschi Organic farm, respectful of the tradition and of the environment: Massimo Ciarcia describes the territory of Bibbona, in Tuscny, through its precious wines Azienda Agricola Massimo Ciarcia was founded in 1995, but is the fruit of a passion handed on from father to son for three generations. On one hand, there is a family tradition, the wish to continue a genuine project of life and work. On the other, there is the organic philosophy that leads to a sustainable approach both in the vineyards and in the cellar to protect the environment. We are in Bibbona, five kilometers far from the coast of Livorno. Exposed to the sun and the winds, here the vines grow on clayey and pebbly soils. It’s a wonderful area, surrounded by green hills and caressed by the light blue of the sea. Among the labels produced by Massimo Ciarcia, there is Poggio Regio, a single variety vinification of Merlot produced only in the best years. Another buttonhole of the winery is Le Carraie, a blend of Sangiovese and Cabernet Sauvignon with intense red fruit perfumes and spicy aromas and a full-bodied enveloping taste. Then the winery proposes “Terratico”, a Doc created in 2006: it takes its name from an ancient word from the XVI century that means “rent”, a part of the crop or of the production of oil or wine that the peasants had to pay to their landlords. Mistobosco is the name of a wine that can boast its own denomination: a blend ofMerlot, Cabernet Franc and Sangiovese, refined in French oak barrique. Massimo Ciarcia is ready from the next edition of Vinitaly: this year too it the winery will propose its labels at Vinitalybio (pavilion 8). AZIENDA AGRICOLA MASSIMO CIARCIA Via della Camminata est 18 57020 Bibbona (LI) Tel. e Fax + 39 0586 671953 info@massimociarcia.com www.massimociarcia.com

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TOSCANA

Le Novelire anima

originale di Bolgheri

N

el 1963 Bruno Micheletti acquista una tenuta a Castagneto Carducci su uno splendido terroir alluvionale per 9 milioni di lire. Nasce così l’azienda Le Novelire dove passione e dedizione incontrano un clima eccezionale: “Siamo una delle piccole realtà del panorama italiano del vino

Le Novelire, the original soul of Bolgheri

The heritage of a grandfather handed on through the autochthonous grape varieties In 1963, Bruno Micheletti bought for 9 million liras an estate in Castagneto Carducci, on an incredible alluvial terroir. It’s the beginning of Le Novelire, a winery where passion and devotion meet an extraordinary climate: “We are one of the small realities of the Italian oenological survey – says Fabrizio Micheletti – and this let us bet on quality only “. Among the labels produced by Le Novelire there is

L’eredità di un nonno tramandata attraverso i vitigni autoctoni - dice Fabrizio Micheletti – e questo ci consente di impostare tutto sulla qualità”. Tra i vini de Le Novelire è Re Stigio, Igt Toscana Rosso, quello che più fedelmente ne rispecchia

l’anima: Sangiovese (50%) e Malvasia Nera (15%) sinonimi di ‘toscanità’, catturati in un blend completato da un 35% Cabernet Sauvignon, regalando tannini dolci, freschi ed equlibrati, perfetto per selvaggina carni rosse e formaggi stagionati, eccezionalmente rinomato come rosso da aperitivo. “La Malvasia dà una sensazione di dolcezza all’olfatto e in bocca, cosa particolare per un vino fermo. Le nostre vigne sono quelle piantate dal nonno e via via

Re Stigio, Igt Toscana Rosso, the wine that mirrors the soul of its producer at best. It’s a blend of Sangiovese (50%) and Malvasia Nera (15%), both synonyms of Tuscany, with a 35% of Cabernet Sauvignon, that gives sweet, fresh and well-balanced tannins. This wine is ideal with game, red meat and seasoned cheese but it’s also interesting as aperitif. “Malvasia gives sweet aromas to the bouquet and in the mouth, a very peculiar characteristic in a plain wine. Our vineyards have been planted by my grandfather, and when we replace some plants we preserve his choice for the territory: in this way we protect the oenological origins of Bolgheri”. What should we expect

from 2019? Two new labels, made with the grapes from the new vineyards, both Doc Bolgheri Superiore: a single-variety vinification of Merlot (a limited edition, only 750 bottles) and a classic blend 33% Cabernet Franc, 33% Cabernet Sauvignon and 33% Merlot.•

sostituiamo le piante mantenendo la scelta iniziale di premiare il territorio: questo ci consente di proteggere le origini vitivinicole di Bolgheri”. Sorprese per il 2019? Si, due nuove etichette provenienti dai vigneti di nuova generazione dell’azienda, entrambe Doc Bolgheri Superiore: un Merlot in purezza in edizione limitata (750 bottiglie) e un taglio classico 33% Cabernet Franc, 33% Cabernet Sauvignon e 33% Merlot.•

AZIENDA AGRICOLA LE NOVELIRE Loc. Campo alla Capanna, 216 Castagneto Carducci - LI Tel: +39 347.9828633 info@lenovelire.it www.lenovelire.it VINITALY: Padiglione D stand D2

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TOSCANA

Gracciano della Seta: prestigio ed internazionalità

I

Le considerazioni di Giorgio della Seta, titolare dell’azienda, tra mercati, agricoltura biologica ed obiettivi futuri

l 2017 è stato un anno proficuo per il vino italiano all’estero, con risultati andati ben oltre le più rosee aspettative. Lo sa bene la Tenuta di Gracciano della Seta, una delle realtà più antiche e prestigiose di Montepulciano, che ha incrementato le sue vendite sui mercati esteri. A fare il punto della situazione è proprio Giorgio della Seta, alla guida dell’azienda di famiglia dopo i suoi trascorsi da manager di una multinazionale, con una disamina schietta, asciutta e puntuale: “Il 2017 è stato un anno particolarment positivo per le esportazioni della Tenuta. Il mercato dove vanno per la maggiore, riscuotendo un crescente interesse, è quello statunitense. Inoltre, anche se per volumi modesti, si distribuiscono verso i tradizionali mercati europei e cominciano ad interessare quelli dell’Estremo Oriente”. E per

quel che concerne il Belpaese? Vendite mirate ed orientate verso una clientela di nicchia: “In Italia le nostre vendite sono modeste e si dirigono unicamente verso una clientela affezionata di enoteche e ristoranti che hanno scelto il nostro Vino Nobile di Montepulciano”. Risultati importanti, le cui cause, come sottolineato dal Dott. della Seta, sono da ricercare nelle caratteristiche del prodotto: “Il successo di Gracciano della Seta è essenzialmente dovuto alla qualità del prodotto che, come tale, incontra un’accettazione sempre maggiore”. Sì, per-

ché la qualità delle etichette dell’azienda prende le mosse da scelte produttive oculate, come quella di un’agricoltura biologica: “La decisione di passare a una produzione biologica è stata dettata dal convincimento che tale metodo di coltivazione sia quello corretto, sia sotto il profilo etico-morale che gestionaleeconomico, e che si affermerà in un futuro non troppo lontano”. E, a proposito di futuro, della Seta conclude: “Dopo gli investimenti per la nuova cantina stiamo considerando un possibile incremento dei vigneti della Tenuta”. • (g.m.)

that has chosen our Vino Nobile di Montepulciano”. These important results, as della Seta explains, are the result of the quality of its product: “The success of Gracciano della Seta is due to the quality of our wine that is more and more appreciated as a niche product”. Quality is the fruit of wise productive choices, starting from the one of organic farming: “Our choice to pass to an organic production has been leaded by the belief that this method is the right one, both from an ethical-moral and economi-

cal point of view, and the winemaking of the future”. And talking about the future, della Seta says: “After the investments on the new cellar we are considering a possible increasing of our vineyards”.•

Gracciano della Seta: prestige and international style Giorgio della Seta’s considerations about markets, organic farming and future projects 2017 has been a good year for the Italian wine in the world, with important results that have overcome the brightest expectations. The estate of Gracciano della Seta, one of the most ancient and prestigious realities of Montepulciano, knows it well. In fact, it has increased its sales on the international markets. We talks

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about it with Giorgio della Seta, who manages the family winery after many years spent as manager of a multinational corporation. “2017 has been a very positive year for our exportations. The market where they are most appreciated is the American one but we distribute our wines also in the traditional European markets and in the Far East”. And what about Italy? A niche clientele and focused sales. “In Italy our sales are addressed to loyal customers, restaurants and wine bars

TENUTA DI GRACCIANO DELLA SETA Via Umbria 59/61 - Montepulciano 53045 (SI) Tel. Fax 0578/708340 info@graccianodellaseta.com www.graccianodellaseta.com VINITALY: PADIGLIONE 9 STAND D12-D13


TOSCANA

Colle Adimari

nuovi linguaggi della tradizione

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olle Adimari è un progetto fatto da giovanissimi, poco più di 80 anni in tre, che decidono di raccogliere un’eredità familiare fatta di tre generazioni di vignaioli e di mettersi in gioco, sulle colline di Cerreto Guidi, nel cuore della Toscana toccata dalla via Francigena. Etichette moderne, comunicazione accattivante ma i titolari Virginia e Niccolò, insieme all’amico di infanzia Marco, sanno bene che tanto c’è da imparare dalla tradizione: ecco che ad esempio il Chianti viene fatto secondo l’antico metodo del Governo all’Uso Toscano, con l’aggiunta di uva appassita, un

Cosa hanno in comune un Chianti “Governo all’Uso Toscano” e un vino affinato in anfora? Chiedetelo a Colle Adimari

e economica. Proprio per questo c’è in programma per il prossimo futuro di avviare una serie di azioni e investimenti per strutturare un piano mirato che porti ad una

gestione sempre più razionale delle acque e delle fonti energetiche, più la volontà di valorizzare e salvaguardare varietà autoctone in via di estinzione. • (c.c.)

tradition are the secrets of these three friends: the siblings Virginia and Niccolò, and their childhood friend Marco. For this reason, their Chianti is made according to the ancient method of the “Governo all’Uso Toscano”, with the addition of dried grapes. The result is a true jewel of the oenological history of their region. But in their production there’s modernity and experimentation too. “Due su Due” is a Sangiovese in purity, an elegant, versatile and easy-to-drink wine; “Lanfora”, a Cabernet refined in terracotta amphora, and their project is to vinify it too in amphora. Colle Adimari works with passion to improve its interaction with the environment and to enhance its social and economic

sustainability. For this reason, in the future it will start programs and make investments to manage rationally the use of water and energy resources, beside exploiting and protecting the autochthonous grape varieties in danger of extinction. •

vero cameo alla storia vitivinicola della regione. Poi c’è la modernità e la voglia di sperimentare. Così nasce il “Due su Due”, un Sangiovese in purezza elegante, versatile e di facile beva. Ma anche “Lanfora”, un Cabernet affinato in anfore di terracotta, con il progetto per il futuro di fare in anfora anche la vinificazione. Colle Adimari è inoltre sempre alla ricerca di una migliore interazione con l’ambiente con l’obiettivo di continuo miglioramento della sua sostenibilità ambientale, sociale

Colle Adimari, new forms of the tradition What have in common a Chianti “Governo all’Uso Toscano” and a wine refined in amphora? Ask it to Colle Adimari.

Colle Adimari is a project created by three very young people (little more than 80 years old in three) who have decided to take over from three generations of winegrowers a family heritage and started their adventure on the hills of Cerreto Guidi, in the heart of Tuscany, beside the Via Francigena. Modern labels, captivating communication but also attention to the

COLLE ADIMARI Via di Corliano, 30 - 50050 Cerreto Guidi (FI) Tel. 0571 55545 info@colleadimari.it - www.colleadimari.it

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TOSCANA

Terra di Monteverro: il “taglio maremmano”

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ieci anni. Dieci vendemmie. Dieci candeline da spegnere tutte d’un fiato con l’energia di chi fa un prodotto che rispecchia la propria filosofia di vita. Biologici per convinzione già da molti anni, ma solo attualmente in conversione, a Monteverro si festeggia il primo decennale con grande soddisfazione. Perché Georg Weber, titolare dell’azienda, ha raggiunto già

Terra di Monteverro: the “Maremma blend”

An important goal in 2018: it’s time to celebrate the 10th anniversary of Monteverro Ten years, ten harvests, ten birthday candles to blow with the energy of someone who makes a product that mirrors a life philosophy. After many years of organic growing exercised with conviction, in these days Monteverro is converting to it all its production. Nowadays it’s time to celebrate this 10th anniversary with a great satisfaction. In fact, Georg Weber, the owner of the winery, has

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Un traguardo importante quello del 2018: è tempo di spegnere 10 candeline a Monteverro adesso uno degli obiettivi prefissi, ovvero quello di portare il proprio background in terra di toscana dando vita a prodotti con caratteristiche fuori dal comune. Formatosi con i classici, infatti, Weber ha fin dall’inizio lavorato

sui grandi vitigni internazionali, adatti al microclima della Costa Toscana, adottando soluzioni alternative per produrre vini di grande finezza. Il tempo è amico dei vini Monteverro: l’affinamento in bottiglia esalta e offre in continuazione nuovi spunti di “lettura”. Affianca la produzione di primo livello, un interessante prodotto di nicchia, blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot. Terra di Monteverro – lo dice il suo nome – è lo specchio di quello splendido terroir tra le colline e il mare che è Monteverro, e con il suo carattere elegante ed accattivante risulta la scelta obbligata per

already get one of his most important targets: take his background in Tuscany, giving life to products with unusual characteristics. Since the very beginning of his activity, Weber has worked with the great international grape varieties, the most suited for the microclimate of the Tuscan coast, choosing alternative solutions to create very fine wines. Time is a friend of Monteverro: the refining in bottle exalts the aromas and offers new possibilities continually. Beside the first level production, Monteverro proposes a niche product, a blend of Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot. Terra di Monteverro – as its name reminds – is the mirror of this wonderful terroir between

the hills and the sea. With its elegant and captivating character, this wine is perfect to introduce you to the world of Monteverro. A magnetic color with bright red nuances is the prelude of an explosion of red fruit perfumes that merges in the palate with aromatic herbs inklings, ripe cherry and plum notes. A structured wine, ideal with the typical dishes of the Tuscan cuisine but also for a tasting. •

MONTEVERRO SRL Strada Aurelia Capalbio, 11 58011 Capalbio (GR) Tel. 0564 890721 www.monteverro.com info@monteverro.com

chi vuole iniziare a conoscere i vini della gamma. Un colore magnetico, che vira sull’unghia al rosso brillante, è il preludio all’esplosivo profumo di frutta rossa che si ripropone anche al palato mediato da sentori di erbe aromatiche, ciliegia matura e prugna. Un vino strutturato, perfetto per accompagnare anche i piatti tipici della tradizione toscana, ma ideale anche come calice da degustazione.•


TOSCANA

Chianti e fiasco, l’evergreen di San Quintino La bottiglia della tradizione e l’inconfondibile D.o.c.g. 2015 della fattoria di San Miniato FATTORIA DI SAN QUINTINO via San Quintino, 3 56027 San Miniato, PI tel e fax 0571 408005 www.fattoriasanquintino.it info@fattoriasanquintino.it Facebook: Fattoria di San Quintino

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l classico fiasco evoca un vino genuino, frutto e fedele compagno del contadino che scende ogni giorno nei campi. La Fattoria di San Quintino lo ha abbinato, in un formato dal 750 ml, a un Chianti D.o.c.g. dalla personalità inconfondibile: il 2015. Un vino ‘nipote’ dei filari più longevi della tenuta di San Miniato, frutto del Sangiovese e Canaiolo più antico di San Quintino. Un nettare dal corpo importante apprezzato e richiesto all’estero (Cina, Olanda, Germania), premiato col bronzo da Decanter (2017). Non è scontato che un

Chianti susciti emozione quando ancora non è nel bicchiere, eppure il fiasco San Quintino fa questo effetto, strappando un sorriso che si allarga ancora di più quando il suo colore rubino intenso e il profumo di frutti rossi maturi, accendono le papille gustative accarezzate dai tannini maturi di una struttura importante mitigata da una piacevole freschezza. Il Chianti D.o.c.g. 2015 San Quintino sarà presente al Buy Wine di Firenze (9-10 Febbraio), al ProWine di Düsseldorf (18-20 marzo) e al Gastro Nord di Stoccolma (24 - 27) aprile. •

Chianti and wicker wine bottle: the evergreen by San Quintino The traditional bottle and the unmistakable Docg. 2015 produced by the winery from San MiniatoAmerica is only the first stage The classic wicker wine bottle evokes a genuine wine, fruit and loyal companion of every peasant who works every day in the vineyards. Fattoria di San Quintino has chosen it for ist Chianti Docg 2015, in a 750 ml bottle. This wine is “nephew” of the older vines of the estate, the most ancient Sangiovese and Canaiolo of San Quintino: a full-bodied nectar, which is well appreciated abroad (China, Holland, Germany) and has been awarded with the bronze medal by Decanter in 2017. It is

not so predictable that a Chianti gives such emotions when it is still in its bottle. But the wicker wine bottle of San Quintino can do it, and even more when its ruby red color and its intense perfume of ripe red fruits meet the taster’s palate, caressing it with its mature tannins that gives it structure and freshness. Chianti Docg. 2015 San Quintino will be at Buy Wine in Florence (9-10 February), at ProWine in Düsseldorf (18-20 March) and at Gastro Nord in Stockholm (24-27 April).

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TOSCANA

Insieme,

un blend ambizioso e carico di promesse Una prima edizione made in Tuscany frutto di una personalità appassionata e meticolosa

Sono tornato in Italia dopo molti anni e mi sono innamorato della Toscana” racconta Nick Salussolia patron di Insieme. “I miei genitori producevano un vino ‘del contadino’, per me speciale perchè frutto del lavoro di mia madre e mio padre. Insieme è diventato l’occasione per dare voce alla mia ambizione di produrre nuovamente un vino questa volta straordinario”. Nick aggiunge che Insieme nasce in onore del profondo legame con la moglie Nice, sottolin-

Insieme, an ambitious and promising blend

A first edition made in Tuscany fruit of a passionate and meticulous personality “I came back to Italy after many years and I fell in love with Tuscany”, tells Nick Salussolia patron of Insieme. “My parents produced a “peasant” wine that I considered special because it wash te fruit of their work. Insieme has become the occasion to give shape to my ambition to produce an extraordinary wine” Nick continues telling that Insieme was born as a homage to his deep bond with his wife Nice, and underlines that a good wine is to be tasted in good company, with the beloved family and friends. When he talks about his “extraordinary” wine his eyes shines with satisfaction: “I work in the financial field, a sector where mistakes

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eando che un buon vino si degusta in compagnia delle persone care, amici e famigliari. Quando parla poi di un vino “straordinario” gli occhi sorridenti cambiano luce: “Lavoro in ambito finanziario, un settore in cui gli errori non sono ammessi e ho molto rispetto per la fiducia che i clienti mi accordano. Insieme nasce dalla medesima serietà e ambizione, con l’aggiunta dell’avvolgente emozione meditativa che suscitano terra, filari e vite”. Insieme 2014 è la prima edizione di un blend (45% Sangiovese, 40% Merlot e 15% Cabernet Franc) nato dalla collaborazione con l’enologo Paolo Marchi: un vino dalla personalità netta, ampio, dolce, di grande volume e morbidezza, con tannini strutturati, maturi, dal retrogusto persistente, pronto a misurarsi con i grandi made in Tuscany. •

are not allowed and I have a great respect for the trust of my customers. Insieme embody the same reliability and ambition, with the added value of a meditative emotion that springs from the land, the rows and the vine”. Insieme 2014 is the first edition of a blend (45% Sangiovese, 40% Merlot e 15% Cabernet Franc) created together with the oenologist Paolo Marchi: a wine with a strong personality, ample, sweet, with a great volume and softness, structured ripe tannins, and a persistent aftertaste, ready to compete with the great wines made in Tuscany. • LUMINOSITÀ S.R.L. Tel. +39 331 2505281 www.insiemewine.com nick@insiemewine.com VINITALY PADIGLIONE 9 – STAND D15


TOSCANA

SassodiSole

una passione che viene da lontano

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a famiglia Terzuoli, è il perfetto esempio di volontà nel ricercare il giusto connubio tra innovazione e rispetto della tradizione. In virtù di questo, ai processi tecnologici del nuovo millennio, si affianca un’accurata selezione manua-

le delle uve ed un processo di invecchiamento in botti grandi di Rovere di Slavonia. L’azienda SassodiSole ha la peculiarità di trovarsi sia nella parte nord-est del territorio di Montalcino, sia all’interno del Parco Naturale Artistico della Val d’Orcia patrimonio Unesco,

con un totale di 9 ettari coltivati a vigneto. Nel Brunello di Montalcino DOCG 2013, si percepisce il grande lavoro in vigna, dove l’affinamento in cantina non stravolge, ma valorizza i profumi ed il gusto, l’eleganza della botte grande è presente e non invasiva, quasi

come fosse una firma dei vini SassodiSole. Allo stesso modo l’Orcia Rosso DOC 2016 un Sangiovese Grosso in purezza affinato in botti di legno, dal colore rubino intenso, sentori di fiori e frutta, perfetto con primi piatti toscani, carni, cacciucco di pesce, salumi e formaggi. Infine, ultimo ma non meno importante, lo Spumante Rosato Brut da uve Sangiovese, una bollicina accattivante, con un perlage persistente, elegante, versatile, perfetto per un aperitivo ma anche per accompagnare il pasto, ottimo alleato per un momento conviviale. •

Una tradizione che ormai si tramanda da tre generazioni

SOCIETÀ AGRICOLA SASSODISOLE S.S. Pod. Sasso di Sole 85 53024 Montalcino (SI) Tel. +39 0577 834303 Fax +39 0577 1959505 info@sassodisole.it www.sassodisole.it

SassodiSole a passion that comes from afar A tradition handed on from three generations The Terzuoli family is the perfect example of the determination to find the ideal combination of innovation and respect for the tradition. In fact, beside the most modern technologies it comes a careful manual selection of the grapes and an ageing in big Sla-

vonia oak barrels. SassodiSole rises in a peculiar position and its 9-hectare vineyards spreads both in the northeast of Montalcino and inside the Val d’Orcia Natural Park, Unesco World Heritage Site. Brunello di Montalcino DOCG 2013 is a proof of

the important work made in the vineyard: in fact, the refining in the cellar do not overturn but exalts perfumes and tastes. The elegance of the big barrel is not intruding and is distinguishing mark of SassodiSole wines. Similarly, Orcia Rosso DOC 2016, a Sangiovese Grosso in purity refined in wood barrels, has an intense ruby red color, fruity and flowery perfumes,

and is excellent with the typical Tuscan cuisine, red meat, cacciucco (fish stew), salami and cheese. Last but not least, Spumante Rosato Brut made of Sangiovese is a captivating sparkling wine, with a persistent, elegant perlage, a versatile wine ideal for an aperitif but also with the whole meal, an excellent companion for a convivial moment. •

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La Principessa

di WH Winery,

Un vino elegante e unico che lo rende degno del nome che porta

rosè toscano dall’anima tedesca uando Hahn Werner ha realizzato il suo sogno di fine carriera e si è trasferito in Italia, credeva che produrre vino fosse diverso: “Quando sono in vigna scopro l’aspetto meditativo del vino. La fatica c’è, ma non la sento, mi rilassa prendermi cura delle mie viti”. Con la creazione de La Principessa il suo sogno è diventato realtà: “Produco i vini a mio gusto, se poi vengono apprezzati anche dagli altri ben venga. Devo ammettere però che mi dà una grande soddisfazione leggere il piacere negli occhi di chi li beve”. Cosa che si è verificata ripetutamente durante l’Expo del

Chianti Classico 2017 a Greve in Chianti. “Il nuovo Rosé l’ho chiamato Il Principe: è un rosé diverso, si evince già dal colore, non potevo dargli lo stesso nome. Il primo vino che ho prodotto, La Principessa, rimarrà per sempre qualcosa di speciale”. Oltre ai due vini rosati, WH Winery ha anche un vino rosso, La Passione Chianti Classico Gran Selezione 2011. Nel 2018 verrà lanciato La Passione 2015. Nel frattempo altri vini WH Winery stanno maturando in cantina: un Sangiovese in purezza, un Super Tuscan a base di Sangiovese, Merlot e Syrah, un Rosé-Spumante.•

WH WINERY via Rignana, 11 Greve in Chianti (FI) www.whwinery.com info@whwinery.com Tel. 329 5874014

Baj Macario e Hahn: "Lui mi ha rivelato i segreti del winemaking"

I vini hanno ricevuto una pluralità di riconoscimenti La Principessa • Meininger Sommelier „Il più bel Rosato“ 89/100 punti • Vinum „Top of Toscana“ 16,5/20 punti • Ernesto Gentili Wine Tasting 88/100 punti • Merano Wine Award • Medaglia di bronzo a San Francisco Wine Competition "Il tedesco Werner Hahn ha fondato una piccola cantina boutique a Greve e produce Sangiovese. Grande il suo Rosé: complesso negli aromi, elegante e con tante faccette sul palato, ha persino potenziale…“

La Passione • Falstaff Wine Tasting 91/100 punti • Vinum „Top of Toscana“ 16,5/20 punti • Gilbert & Gaillard Wine Tasting 88/100 punti • Merano Wine Award • Medaglia d’oro Asia Wine Trophy "Vino rubino brillante con un leggero splendore granato. Profumo intenso con note calde di frutti di bosco maturi. Al palato si apre con tannino finemente intrecciato, alla fine con cacao…“

Il Principe • Ernesto Gentili WineTasting 88/100 punti "Al naso si alternano sensazioni di lamponi e confetture; in bocca omogeneo con una beva succosa e fragrante, completata da un apprezzabile fondo sapido che apporta un tocco di carattere e di contrasto…“

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Villa Trasqua

Official wine sponsor della Mille Miglia 2018

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hianti Classico e Mille Miglia, due simboli dell’italianità che accendono l’immaginario collettivo, conosciuti fuori dai confini nazionali, sinonimo

di prestigio e tradizione.Villa Trasqua è riuscita ad unirli: la prossima edizione della Mille Miglia (dal 16 al 19 maggio 2018) vedrà, per il secondo anno consecutivo, la partnership

tra la tenuta toscana e la gara di auto d’epoca, entrambi frutto del miglior made in Italy. Da una parte chilometri e chilometri di strada tra Brescia e Roma su gioielli della meccanica dall’invidiabile estetica, dall’altra i profumi, il corpo e l’equilibrio dei vini Villa Trasqua. Vini, quelli dell’azienda di Castellina in Chianti, già premiati da

Villa Trasqua official wine sponsor of Mille Miglia 2018

Chianti Classico and classic cars: when made in Italy means prestige and tradition Chianti Classico and Mille Miglia: two symbols of the Italian way of life in the collective imagination that abroad represent prestige and tradition. Villa Trasqua has managed to combine them at the next edition edi-

tion of Mille Miglia (from May 16th to 19th). In fact, for the second year in succession, the Tuscan winery will support the famous classic car race. A many kilometers road between Brescia and Rome to drive on true me-

chanical jewels with enviable design meets the perfumes and tastes of the wines created by Villa Trasqua. These special wines have been awarded at the International Wine Challenge, Decanter, International Wine &

International Wine Challenge, Decanter, International Wine & Spirtis Competition, James Suckling, e presenti nell’Annuario dei migliori vini italiani 2018 di Luca Maroni (Trastella, Igt Bianco di Toscana; Traluna, Igt Rosso di Toscana; Fanatico 2012, Chianti Classico Docg). Belle auto e buon vino: siete pronti per il taglio del nastro?• Spirtis Competition, James Suckling; and also they have been mentioned into the prestigious guidebook Annuario dei migliori vini italiani 2018 by Luca Maroni (Trastella, Igt Bianco di Toscana; Traluna, Igt Rosso di Toscana; Fanatico 2012, Chianti Classico Docg). Wonderful cars and good wine: are you ready to start? •

Chianti Classico e auto d’epoca: quando il made in Italy coniuga prestigio e tradizione TENUTA VILLA TRASQUA Località Trasqua 53011 Castellina in Chianti (SI) Tel: +39 0577 74 30 75 www.villatrasqua.it info@villatrasqua.it

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Poggio Amorelli:

vera passione toscana

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n paradiso di bellezze naturali e di bontà impareggiabili. Si può riassumere così l’essenza di Poggio Amorelli, la tenuta della famiglia Mazzarrini che, a pochi chilometri a Castellina in Chianti, arricchisce il territorio con le sue peculiarità ed i suoi frutti pregiati. Centro nevralgico e cuore del brand Famiglia Mazzarrini, progetto di successo portato alla luce dal lavoro e dagli sforzi dell’enologo e agronomo Marco Mazzarrini e di sua moglie Adriana, Poggio Amorelli si presenta come un vero e proprio gioiellino di rappresentatività toscana e di tradizioni. Un bacino di sapori e di eccellenze, dove un’atmosfera di ritirato ed esclusivo benessere permette di riscoprire il piacere di una vita scandita dai ritmi della natura. La magia di

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Vini di eccellenza per una famiglia che ha fatto della dedizione alla terra il suo punto di forza un’esperienza irripetibile, che si completa con la sconfinata qualità dei vini dell’azienda. Nettari insuperabili, che, imbottigliati all’origine secondo l’antica tradizione del Chianti Toscano e con una perizia comune a pochi, racchiudono la storia di una terra, e danno voce

alla sua cultura. Come il vino omonimo della tenuta, Chianti Classico Docg, il primo a catturare e a riflettere al meglio tutta la passione della famiglia Mazzarrini e del suo marchio. Conosciuto in tutto il mondo, il Chianti Classico Poggio Amorelli è ottenuto interamente da

uve Sangiovese e, dalle decise sfumature vermiglie, presenta caratteristiche aromatico-gustative notevoli. Infatti, mentre al naso offre un profumo intenso e persistente, accompagnato da sentori di confettura di prugne e lamponi, in bocca ha un gusto rotondo, morbido al primo impatto, con una buona acidità ed una componente tannica importante. Elementi di spicco, che conferiscono corposità a questo vino dalla vivace personalità e dal finale estremamente lungo e complesso. Un prodotto unico e di indubbio pregio che, in grado di svettare e di distinguersi nel mare magnum dell’offerta enologica mondiale, esprime l’intento dei Mazzarrini di raccontare nel modo più sincero ed amorevole la propria terra. Una volontà ferma e risoluta, che ha spinto l’azienda a dare sempre


il massimo e a guardare al futuro mantenendo un vivo contatto col passato. Ecco perchè, da due anni a questa parte, i due figli maggiori di Marco ed Adriana, Gloria e Raoul, lavorano attiva-

Poggio Amorelli: true Tuscan passion

Excellence wines from a family that has converted the devotion to the land into its strength point A paradise of natural beauties and incomparable tastes: it’s the essence of Poggio Amorelli in few words. Few kilometers far from Castellina in Chianti, the Mazzarrini family’s estate enriches its territory with its peculiarities and its precious fruits. Centre and heart of the Mazzarini family’s brand and successful project conducted thanks to the efforts and commitment of the oenologist and agronomist Marco Mazzarrini

mente nella tenuta preparandosi ad ereditare e a portare avanti al meglio i successi di una realtà edificata sui valori intramontabili della quotidianità e delle cose fatte bene. • and his wife Adriana, Poggio Amorelli is a true jewel of the Tuscan tradition. It’s a cradle of tastes and excellences where an atmosphere of solitary and exclusive wellness let to discover the pleasures of a life that follows the rhythms of nature. The magic of this unique experience is enriched by the quality of the Mazzarini’s wines. Their unequalled nectars are bottled at source with the utmost care, according to the ancient tradition of the Tuscan Chianti, and enclose the story of a land and its culture. Chianti Classico Docg is the most representative label of the Mazzarini family’s passion and of its brand. A wine wellappreciated all around the world, Chianti Classico Poggio Amorelli

is made exclusively of Sangiovese grapes and offers scarlet nuances and impressive characteristics. Its bouquet it intense and persistent, with plum and raspberry perfumes, a round taste, soft in the beginning with a good acidity, important tannins, and an extremely complex and long-lasting ending. This wine is a unique and valuable product that stands out in the wide range of oenological offers, and expresses the wish of the Mazzarini family to represent its homeland in a sincere and loving way. This resolute will has driven the family to give

it best and look towards the future preserving a lively relationship with the past. That’s why, in the last two years, Marco and Adriana’s eldest children, Gloria and Raoul, have been working hard in the estate to prepare themselves to continue the successes of a reality founded on immortal values. • POGGIO AMORELLI Loc. Poggio Amorelli 53011, Castellina in Chianti, Siena Tel. + 39 0577 741373 / +39 3933313995 info@famigliamazzarrini.it www.famigliamazzarrini.it

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Quando la terra chiama,

DCasadei risponde!

uando si parla del rapporto che lega uomo e natura, è pressoché superfluo soffermarsi sulla straordinarietà di un concetto tanto vasto quanto esclusivo. Ecco perché a meritare di essere raccontate sono, più che altro, le storie dei singoli e del loro impegno per tenere fede a questo

When the land calls, DCasadei answers!

An exquisitely composite reality that has converted the organic growing into a philosophy of work and life Talking about what connect man and nature it is almost redundant linger over such a wide and exclusive relationship. That’s why what is worth to be recounted are the individuals and their commitment to honor this special mutual pact. One of these realities is Stefano and Anna Casadei’s one: they managed to create a winery consecrated to a sincere respect for nature and peo-

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Una realtà squisitamente composita che ha fatto del BioIntegrale la sua filosofia di lavoro e di vita speciale accordo di scambio. Una di queste è indubbiamente quella di Stefano e Anna Casadei, riusciti ad edificare un’azienda votata ad un sincero rispetto per la natura e le persone. DCasadei non è solo un gruppo di cantine che, tra Toscana e Sardegna, produce vini di qualità, ma un vero e proprio manifesto di imprenditoria sana e laboriosa. È la celebrazione del lavoro di

una vita, di un modus operandi che prende le mosse dalla filosofia BioIntegrale, da tempo centro gravitazionale di ogni attività e scelta dell’azienda: dalla coltivazione all’ospitalità, senza mai trascurare la propria responsabilità sociale. La tutela ambientale passa attraverso la cura del terreno con pratiche agronomiche tradizionali, la salvaguardia delle materie prime e l’ecosostenibilità degli spazi di lavoro. Uno stile di vita che, mettendo in primo piano la qualità dei prodotti, trova piena applicazione nelle tre aziende del Gruppo: Castello del Trebbio (55 ettari di vigneto), teatro della Congiura de’ Pazzi e prima

ple. DCasadei is not only a group of wineries that produces quality wines between Tuscany and Sardinia, but it is a true example of healthy and industrious enterprise. It is the celebration of the work of a whole life, of a modus operandi inspired by the organic philosophy that has been leading for a long time every activity and choice of the winery, from winegrowing to welcoming, never forgetting social responsibility. The protection of the environment passes through traditional agronomic practices, the safeguard of the row material and the eco-sustainability of the workplaces. This life style focused on the quality of the production takes its shape in three wineries:

Castello del Trebbio (55 hectares of vineyards), scene of the Pazzi consipiracy and first property of the family, Tenuta Casadei (17 hectares that has been producing wines with an international spirit since 1997) and Olianas (20 hectares), created in 2002 in Gergei, Sardinia thanks to Stefano Casadei and Artemio Olianas. In these estates, comes to life the project “Le Anfore di Elena Casadei” (Elena Casadei’s Amphorae): wines vinified and aged in amphorae that mirrors perfectly the different terroirs of the company. It’s a natural and wise way to male wine: every year Stefano’s young daughter selects the best grapes in the name of the most exquisite genuineness. •

proprietà della famiglia, Tenuta Casadei, 17 ettari che dal 1997 producono vini di respiro internazionale, e Olianas (20 ettari), l’azienda di Gergei, in Sardegna, nata nel 2002 dalla collaborazione tra Stefano Casadei ed Artemio Olianas. Ed è proprio in queste tenute, dove si producono vini altamente pregiati, che nasce il progetto “Le Anfore di Elena Casadei”: vini interamente vinificati ed affinati in anfora che rispecchiano fedelmente i diversi terroir aziendali. Un modo di fare vino naturale e ponderato, che vede la giovane figlia di Stefano selezionare, di anno in anno, le varietà migliori nel nome della più sopraffina genuinità.• (g.m.)

DCASADEI: Via Tifariti, 11 50065 Pontassieve (FI) Tel. +39 055 8300411 Fax. + 39 055 83000935 info@dcasadei.it www.dcasadei.com/it/ VINITALY: PADIGLIONE 9 STAND E 5 - C 5


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numeri volte auguri DI STEFANIA ABBATTISTA

E la storia continua…

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004: è l’anno di una scommessa e di un’avventura che inizia: due amici, due pubblicitari che, con orgoglio personale e visione professionale, provavano a realizzare un “sogno”: una rivista tutta loro, diventando editori, con un salto in avanti che serviva a fare sul serio, senza dipendere più dalle logiche di qualcun altro. Come tutte le grandi imprese, anche questa è iniziata con un piccolo passo: raccontare, avvalendosi di collaboratori vicini e già formati, la realtà che si poteva toccare con mano, quella di Umbria e Toscana, con le loro aziende, le vendemmie, i volti e le storie. Due anni dopo, nel 2006, I Grandi Vini allarga il suo respiro e sceglie di diventare a tutti gli effetti una rivista nazionale. Il pubblico dimostra di apprezzare la fattura della rivista, il suo taglio fresco e diretto, con uno sguardo sempre puntato non solo sul “prodotto-vino” ma anche sul suo indotto e sui suoi risvolti socio-economici. La tiratura aumenta. L’enogastronomia, il senso del gusto a 360 gradi, si ritagliano uno spazio sempre maggiore nelle televisioni e sui giornali generalisti, diventando argo-

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magari per scoprire il significato profondo di parole come “origine”, “filosofia produttiva”, “denominazione”, “analisi organolettica”, “biologico”, “filiera corta”. La durata di un vino non è più soltanto il tempo del suo consumo: è una storia che inizia molto prima, spesso parte da due mani sporche di terra ed è talmente intensa che quando comincia, poi, può durare tutta la vita.

mento di discussione e condivisione. In questi anni, succede che il consumatore non è più “soltanto” un fruitore di prodotti, ma sempre di più sceglie la strada della consapevolezza, vuole informarsi davvero,

I Grandi Vini, fin qui, ha accompagnato moltissime storie, scegliendo una distribuzione che nel tempo si è rivelata decisamene azzeccata: non andare in edicola ma puntare direttamente all’addetto ai lavori: produttori di vino, enotecari, ristoratori, distributori, appassionati che ogni giorno dedicano una piccola parte delle loro attività alla scoperta del “gusto”. E ancora enologi, agronomi, imprenditori che con il loro lavoro quotidiano e spesso senza orari hanno reso gigantesco il comparto enologico ed enogastronomico nel nostro Paese. Così, senza troppi intermediari, abbiamo creato un filo diretto nella comunicazione. Al servizio di questo racconto si è formato un gruppo di lavoro solido, che ha saputo cre-


ANNO I° N. 1 - MAR

RTINE COPE

R ZO AP 0 ILE 20

2017

4

scere insieme: oggi siamo sommelier professionisti, giornalisti, comunicatori. Abbiamo affinato la nostra esperienza formativa man mano che cresceva la nostra passione. Man mano che i lettori dimostravano di apprezzare sempre di più il nostro lavoro. Così I Grandi Vini è entrato nelle cantine, nelle librerie e nelle collezioni cartacee dei ristoranti italiani, è arrivato in Europa e dall’altra parte del mondo, anno dopo anno con nuove competenze e nuove idee, anche nei tempi più recenti, quando l’editoria ha attraversato un momento delicato. L’arrivo debordante del digitale ha sicuramente “mescolato le carte” per tutti, modificato i contorni di una professione e del modo di comunicare, molti dei così detti nostri competitors cartacei hanno purtroppo dovuto abbandonare il loro progetto. Ci verrà perdonato adesso un tocco di autoreferenzialità nel dire che I Grandi Vini è rimasto orgogliosamente in piedi, anche grazie alla visione lucida di un editore che ha saputo interpretare i segnali di un cambiamento e raccoglierlo, tempestivamente, anziché gettare la spugna e battere in ritirata. Per questo, di pari passo alla rivista, oggi abbiamo messo in campo nuovi strumenti, digitali, social, che fanno della simultaneità e della condivisone il loro punto di forza.

Il cambiamento dell’era digitale, dicevamo. Duepuntozero, anche tre. Eppure quel profumo di carta “fresca” oramai ognuno di noi lo conosce un po’ come quando rientri a casa e ritrovi sempre qualcosa di familiare; il momento in cui la nostra storica tipografia (si, sempre la stessa) ci consegna un nuovo numero fa sempre un bell’effetto, anche a distanza di quindici anni. Personalmente auguro a I Grandi Vini di non abituarsi mai a questa piccola emozione che si ripete, ed è fatta di carta, inchiostro e caratteri tipografici impressi, con il fruscio delle pagine, l’odore e la “tangibilità” di un gesto. Auguro ai miei colleghi di restare ancora custodi di un mestiere affascinante e prezioso, il mestiere del racconto, su un supporto concreto: la copia del giornale, quella che arriva per posta, e che - anche se qualcosa è cambiato e oggi ci sono tanti modi di leggere - rimane per certi versi insostituibile. A voi che ci avete aperto le porte delle vostre aziende e delle vostre vite. A noi che abbiamo cercato di entrarci con serietà e rispetto. Alla curiosità e alla passione che muovono le azioni più grandi e le parole più memorabili. Auguri. La storia continua.•

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Wine Experience di Valentina Merolli

Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni dopo si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

Si mostra con note rubino brillante di sfumate venature color melograno di bella trasparenza e luminosità, si

Franco Pacenti Canalicchio

muove nel calice sinuoso, che ruotando va a formare archetti molto regolari e fitti, con una lacrimazione lenta, sintomo di buon estratto ed alcolicità. Naso limpido e bellissimo, di un frutto in macerazione alcolica, note calde di sottobosco, humus e spezia dolce, sentori suadenti e di aggraziata eleganza di un Bouquet complesso. Sorso gustoso, ricco di frutta e spezie, connotato da bel calore ed alcolicità presente anche come morbidezza, ben supportata da un tannino vivo e presente in via di evoluzione, nota austera netta e caratterizzante con finale dolce, molto piacevole con bella persistenza. Molto tipico per tipologia ed area, si presenta come un vino elegante di corpo pieno, dal carattere nobile. Armo-

Denominazione/Appellation Brunello di Montalcino DOCG Annata /Vintage 2013 Area Toscana, Montalcino

nia che raggiungerà nella sua evoluzione e maturazione ma già assolutamente godibile. Da abbinare a piatti di carne e selvaggina. Un grande classico del territorio toscano. It shows a ruby red color with light transparent and bright

and lively evolving tannins that offer a neat and severe

pomegranate nuances. In the glass, it swirls sinuously cre-

note and a sweet pleasant persistent ending. Very typical

ating regular and thick arches with slow legs, a symptom

for its typology and area, it reveals an elegant and full-

of a good alcoholic content.

bodied wine with a noble character. In the ageing, it will

Its perfume is clean and intense, fruity, with underbrush,

show its harmony fully, but it is already very enjoyable.

humus and sweet spices aromas that create a complex

Ideal with game and red meat.

elegant bouquet. Its taste is rich with fruity and spicy aro-

A great classic of the Tuscan territory.

mas, warm and alcoholic inklings that gives it softness

Villa Remotti Denominazione/Appellation Barbera d’Asti DOCG Vitigno / Vine variety Barbera Annata /Vintage 2015 Area Piemonte, Monferrato

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Di bel rubino luminoso e lucido, con venatura porpora, viva ed intensa massa colorante. Ruotandolo nel calice si muove con eleganza e spessore. Vanno a formarsi archetti molto fitti e lacrimazione lenta, gocce che scendono piano e regolari, sintomo di buon estratto, bel corpo ed alcolicità. Si apre al naso fragrante, con note molto belle e vive; un frutto rosso sotto spirito, marasche, ribes, cassis, in un melange di frutti sia rossi che scuri che si alternano in freschezza e dolce speziatura suadente piuttosto caratterizzante. Un naso bello che mi invoglia al sorso fresco e pieno di gran frutta: matura carnosa e succosa. Gran bella bocca, sorso secco, mi sviluppa buona sensazione pseudo calorica e discreta morbidezza piacevolmente sostenuta da una vibrante acidità ed un tannino maturo e godibile che nel complesso trovo di piacevole equilibrio. L’annata si presenta oggi già perfetta per la beva e piacevolmente abbinabile con primi piatti di sughi ricchi o secondi piatti di carne. Un grande esempio di Barbera in tutto il suo carattere e spessore. Nice bright and brilliant ruby red, with purple nuan-

spiciness to the wine. A nice aroma that pushes me to sip

ces, lively and intense colour. Swirling it in the glass it

this wine, fresh and full of ripe succulent fruit.

moves with elegance and thickness. The dense legs and

Great dry mouthfeel. It discloses a nice warmth and a

the slowly tearing, with drops that descend slowly and

discreet smoothness, pleasantly favored by a vibrant aci-

regularly, are evidence of a good extract, body and al-

dity and ripe and enjoyable tannins that I find well ba-

cohol content. Fragrant to the nose, with beautiful and

lanced. This vintage is perfect to drink now already and

lively scents. Red fruit in alcohol, marasca cherry, currant

to enjoy with rich pasta dishes or meat dishes.

and blackcurrant in a mix of red and black fruit, give

A great example of Barbera, with its character and

freshness and a particularly characterizing sweet mellow

thickness.


Villa Caviciana Vino/Wine Letizia Annata /Vintage 2014 Vitigno / Vine variety Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon Area Lazio, Gradoli

Cantina Sociale Cooperativa

Quistello Metodo/Method Metodo Classico Traditional Method Vitigno / Vine variety Chardonnay e Lambrusco Area Lombardia, Mantovano

Castello di Luzzano Vino/Wine Magòt magia di pinot Annata /Vintage 2016 Metodo/Method Metodo Charmat Vitigno / Vine variety Pinot nero vinificato in bianco white Pinot Noir Area Lombardia, Oltrepò Pavese

Il vino si mostra di un color rubino carico di spessa massa colorante, ruotandolo nel bicchiere forma archetti piuttosto regolari ed una lacrimazione lenta, indice di buon estratto e corpo. Il primo naso si apre con note vegetali molto nette e caratterizzanti quale il peperone, verde e grigliato, che lascia spazio ad un frutto maturo, visciole e cassis, succo di mirtillo. Sentori finali piacevolmente morbidi e speziati. Bel sorso, con impatto deciso e buona rotondità, ben sorretto da accesa freschezza e da un tannino rotondo, maturo e ben integrato nella struttura del vino che dona piacevolezza ed eleganza. Sapido, di una mineralità con note incisive tipiche del terreno vulcanico, ricordi di incenso. Vino che presenta un buon equilibrio tra le parti e che si avvia alla sua maturità con un gran potenziale di longevità. Da abbinare a secondi piatti strutturati. Il grande Bordeaux nel Lazio.

This wine has a dense ruby colour. Swirling it in the glass

by marked freshness and soft ripe tannins, well inlaid in

it forms regular legs and tears descend slowly, evidence of

the structure that makes this wine pleasant and elegant.

good extract and body.

Sapid, mineral, with sharp notes typical of volcanic soils,

At first, the aroma is characterized by clear herbaceous

nuances of incense.

nuances as grilled green bell pepper. Then, ripe fruit, sour

A wine that reveals a nice balance and that is heading to-

cherry, blackcurrant and blueberry juice predominate.

wards maturity, with a great aging potential. To pair with

Pleasantly soft and spicy finish.

strong flavoured meat dishes.

Good mouthfeel. Firm entry and round body, well flanked

The great Bordeaux in Lazio.

Spumante Metodo Classico, di colore giallo paglierino, carico e luminoso con sfumate note dorate, caratterizzato da un perlage abbastanza fine di delicate catenelle. Olfattivamente il vino si apre con una nota fragrante di lievito fresco, ricordi di pasticceria, crosta di pane, seguito da una frutta a polpa gialla, pesche, susina bianca dolce, sentori agrumati con scorze e agrume candito. Di buona complessità. Dosaggio che lo rende particolarmente suadente e godibile nel suo sorso pieno e rotondo, con un perlage piuttosto morbido e cremoso che regala una piacevole beva, con richiami di frutta agrumata, note di miele e finale delicatamente sapido. Freschezza viva e piacevole rotondità mi danno un vino di buon equilibrio, pronto per il consumo. Da abbinare felicemente sia con primi piatti di pesce ma sicuramente ottimo con della mortadella e stuzzichini da aperitivo. Innovativo e particolare.

Traditional Method sparkling wine, pale yellow, dense and

enjoyable, full and round-bodied. Its soft and creamy per-

bright, with golden nuances. Delicate bubble chains form

lage offers a lovely mouthfeel, revoking citrus and honey,

a pretty subtle perlage. At the nose, it opens up with a fra-

with a dainty sapidity on the finish. Vibrant freshness and

grant note of fresh yeast, scents of patisserie and bread

pleasant roundness give a nice balance to this wine, rea-

crust. Then, yellow-flesh fruit, peach, white plum, citrus

dy to be drunk now. It perfectly suits pasta with seafood.

and candied citrus skin are inlaid. Good complexity.

Excellent with mortadella and canapés for aperitif.

Its dosage makes this wine particularly charming and

Innovative and particular.

Vino spumante Metodo Classico, di colore giallo paglierino, delicatissimo, luminoso e vivo. Visivamente presenta numerose catenelle veloci e piuttosto persistenti che formano una fine coroncina laterale e fontanella centrale, indice di briosità e fragranza. Il naso è limpido, si apre con nota di lievito e gran floreale fresco, con sentori di camomilla e fiori montani che lasciano spazio ad una frutta a polpa bianca, pera e pesca con sapidità di spicco, con buona complessità generale Di sorso bello e gustoso, il suo perlage è suadente e cremoso, secco e netto, con note di frutta secca come arachidi e pera Williams delicata, in un finale piuttosto sapido. Vino di buona persistenza gustativa con piacevole e fine bevibilità. Ottimo per accompagnare aperitivi e stuzzichini. Tutta la fragranza del Pinot Nero.

Sparkling Traditional Method wine, pale yellow, extre-

peach, is then predominant. Good overall complexity.

mely delicate, bright and vibrant. Many snappy persistent

Nice and flavourful mouthfeel. Its perlage is creamy and

bubble chains form a subtle bubble collar and a central

mellow, dry and neat, with notes of dried fruit, as pea-

spring, evidence of liveliness and fragrance.

nuts, and delicate Williams pear. Sapid finish. Long and

The nose is clear. It opens up with a yeast note and fresh

persistent, this wine has a pleasant and fine drinkability .

floral aromas, with camomile and mountain flowers

Perfect to pair with nibbles for aperitivo.

nuances. White fruit, as prominently sapid pear and

All the Pinot Noir fragrance.

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ABRUZZO DI GIULIA MONTEMAGGI

Gianluca Nappo: l’eleganza del vino

A tu per tu con il talento aquilano che ha trasformato le sue creazioni al Montepulciano d’Abruzzo in un inconfondibile riferimento fashion

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on c’è bevanda al mondo che venga accostata ai concetti di stile ed eleganza più del vino. Un’assonanza unica quanto naturale, che vede il nettare di Bacco e la moda condividere lo stesso linguaggio sensoriale. Lo sa bene Gianluca Nappo, 29enne aquilano ideatore dell’omonima linea di borse ed accessori colorati con Montepulciano d’Abruzzo ed

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altri prodotti tipici, quali zafferano, menta e liquirizia. Dalle borse in pelle, passando per le scarpe Superga, fino ai foulard di seta, i papillon e i jeans, è un susseguirsi di creazioni originali ampiamente apprezzate da critica e pubblico. Artigiano, stilista ed imprenditore in erba, ci ha parlato di idee, riferimenti ed aspirazioni regalandoci il ritratto di un ragazzo che punta a fare grandi cose nel nome della sua terra. Cosa ti ha spinto ad utilizzare colorazioni tanto singolari per i tuoi prodotti? “La voglia di realizzare qualcosa che rendesse omaggio allo spirito ed alla tempra della mia città e di tutta la regione. Mettendo a frutto i miei studi all’Accademia del Lusso di Roma ho pensato, quindi, di creare un brand che accostasse la moda alle eccellenze enogastronomiche del territorio, come il Montepulciano d’Abruzzo e lo Zafferano dell’Aquila Dop”. In cosa consiste il processo di lavorazione? “È un processo del tutto naturale che, privo di additivi chimici, è esclusivamente a base di vino abruzzese (Trebbiano, Montepulciano e Cerasuolo) miscelato con amidi e lieviti. Per ogni colorazione infatti, sia essa alla liquirizia, allo zafferano o alla menta, è previsto che il prodotto venga comunque trattato con scarti di produzione del vino”. A proposito di vino, in che misura la tradizione vitivinicola della tua terra in-

fluenza la tua vis creativa? “La mia principale fonte di ispirazione è costituita proprio dalle persone che lavorano nei campi. È stato mio nonno, recentemente scomparso, a trasmettermi questo profondo attaccamento alla terra. Vignaiolo per passione, aveva un piccolo terreno che coltivava con sconfinata dedizione. Spesso lo aiutavo nella vendemmia e mi piaceva osservare con quanta soddisfazione gustasse il suo vino dopo le fatiche in vigna. Il suo ricordo mi accompagna costantemente nel mio lavoro”. C’è una creazione che ti sta particolarmente a cuore? “Premesso che mi affeziono a tutti i miei prodotti, sono molto legato alle Superga dedicate alla riapertura della Basilica di Collemaggio, gravemente danneggiata dal terremoto del 2009. Una limited edition dipinta con una miscela di spumanti abruzzesi e zafferano volta a celebrare un simbolo di vitale importanza

per noi aquilani”. Hai un modello imprenditoriale a cui ti ispiri? “Mi piacerebbe diventare come lo stilista ed imprenditore Brunello Cucinelli, da cui, seppur indirettamente, ho tratto tanti preziosi insegnamenti. Vorrei incontrarlo per esprimergli tutta la mia ammirazione e confrontarmi con lui. La sua è una filosofia manageriale speciale, che premia i dipendenti e considera l’azienda, anziché una mera macchina da profitto, come uno strumento per valorizzare il territorio ma soprattutto l’essere umano”. •

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LAZIO TOMMASO NUTARELLI

Doc Roma, il vino dell’Urbe

che guarda al mondo La denominazione sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti, che avrà il suo culmine con la creazione del Consorzio

N

ata nel 2011, la Doc Roma ha avuto, fin dalla sua nascita, una forte vocazione per i mercati internazionali, puntando sulla valorizzazione del territorio di provenienza. Un percorso di grande crescita ed espansione, grazie al costante lavoro dell’Associazione produttori. Per analizzare gli scenari futuri della Doc abbiamo intervistato il presidente Tullio Galassini. Qual è lo stato di salute attuale della Doc Roma? “La Doc Roma nasce dall’idea di alcuni viticoltori, che hanno voluto creare un brand forte e competitivo sui mercati internazionali, puntando sul nome della Città eterna. Questo ha portato alla stesura di un di-

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sciplinare molto stringente, per garantire un prodotto di alta qualità. Siamo passati dai 35 ettari del primo anno, con una produzione di 50mila bottiglie, alle attuali 500mila bottiglie. Oggi le aziende che producono la Doc sono 26, e 22 di queste fanno parte dell’Associazione produttori. Il nostro obiettivo è quello di arrivare al più presto alla creazione del Consorzio per la Doc Roma”. A proposito del Consorzio, a che punto siete con l’iter? “Stiamo procedendo, non senza difficoltà. Abbiamo ottenuto il via libera dal Ministero delle Politiche Agricole e presentato il nuovo statuto. Siamo inoltre vicini alla soglia del 66.6%, indispensabile per dar vita al Consorzio. Dal punto di vista economico, facciamo unicamente affidamento sulle nostre forze e sull’aiuto del volontariato. Inoltre, come detto, abbiamo modificato il disciplinare, anche per ovviare a situazioni che si erano venute a creare”. A quali situazioni si riferisce? “Con i primi prodotti della Doc Roma, molte aziende, in tutta Italia, hanno acquistato il vino sfuso, comprendendo le potenzialità del marchio. Ci siamo trovati così con un listing in

Norvegia vinto da una Doc Roma di un’azienda abruzzese. Questa situazione ci ha spinto alla creazione dell’Associazione, e a spostare l’imbottigliamento unicamente nel Lazio. Naturalmente, le altre aziende che fuori dalla regione commercializzavano la Doc si sono opposte, cercando di far passare i fatidici cinque anni per ottenere la deroga. Uno scenario che, grazie al lavoro dell’Associazione, non si è concretizzato”. In che modo il nuovo Consorzio potrà supportare la Doc Roma? “Sono già stati presentati vari progetti, finanziati dall’Unione Europea, incentrati sul trasferimento di know how verso le

aziende, per lo sviluppo di una viticoltura 4.0, o sull’implementazione di strategie di marketing innovative. Nel momento in cui adotteremo l’erga omnes avremo, inoltre, uno strumento in più per garantire la qualità del prodotto”. Quale può essere l’apporto che la Doc Roma può dare alla viticoltura del Lazio? “Sono due i limiti della viticoltura laziale. Da una parte la mancanza di collegialità nel lavoro delle aziende, dall’altra il non riuscire a valorizzare appieno il territorio. Con la Doc Roma cerchiamo di esaltare la specificità del territorio, grazie all’azione congiunta di tutti i produttori coinvolti”.•


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LOMBARDIA

FOTO DI FABIO CATTABIANI

DI STEFANIA ABBATTISTA

Franciacorta

ieri, oggi, domani Silvano Brescianini: mentalità e territorio. Ecco i due ingredienti per una ricetta di successo

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i siamo da poco lasciati alle spalle le stime degli spumanti consumati durante le feste di fine anno, quelli che - sulle bollicine specialmente - estrapolano dati e rintracciano tendenze. In Lombardia c’è però una Denominazione che oggi è diventata sinonimo di metodo classico italiano, e che quei dati può permettersi

quasi di non guardarli. Perché vira con decisione oltre la stagionalità del consumo. Siamo davanti ad una Docg divenuta in qualche modo “universale”: un Franciacorta è a tutto pasto, per tutte le stagioni. Sulle sponde del Lago D’Iseo ne sono ben consapevoli, e parlando con Silvano Brescianini, il vicepresidente del

Consorzio di tutela, non è difficile capire che qui il successo ha radici forti e motivazioni precise. In Franciacorta la passione per le uve e il territorio si è unita, da almeno 50 anni, ad una preparazione e una serietà di lavoro metodica e puntuale. Non è finita. In Franciacorta, parlando con chi la abita e permea tutti i giorni il carattere dei vigneti, capisci che il significato delle due parole “fare squadra” lo hanno inteso alla perfezione. Qual è il prodotto che intercetta maggiormente il gusto del pubblico oggi? “Il consumatore in generale oggi chiede un prodotto integro; direi un non dosato. La qualità dei ‘dosaggi zero’ è cresciuta tantissimo, di pari


passo con una cultura bio attentissima alla biodiversità; oltretutto siamo la regione vitivinicola che ha la più alta percentuale di biologico in Europa”. Delle aziende associate al Consorzio, quante adottano un regime biologico? “Le aziende associate sono 117. Non il 100%, ma circa il 70% adotta il regime biologico”. Lo scorso agosto il Disciplinare di produzione del Franciacorta ha introdotto un nuovo vitigno a bacca bianca, l’autoctono Erbamat, consentendone la presenza fino al 10%. Come si è arrivati a questo arricchimento ampelografico? “È nato tutto ad inizio degli anni ’90, grazie a uno studio condotto da Attilio Scienza, in cui l’Erbamat è stato identificato e isolato come autoctono bresciano. Il Consorzio 10 anni fa ha iniziato le sperimentazioni in campo; l’Erbamat ha caratteristiche che riteniamo molto interessanti: maturazione tardiva, basso contenuto di polifenoli, pochi zuccheri e buona acidità. Nel bresciano esiste almeno dal 1500, come testimonia ‘Le 20 giornate dell’agricoltura bresciana’, un libro bellissimo dell’agronomo Agostino Gallo”. Quali sono i prossimi step che porteranno ai “nuovi” Franciacorta? “L’iter è ancora piuttosto lungo. Abbiamo impiantato l’Erbamat 10 anni fa. Ab-

biamo fatto prove di microvinificazione e rifermentazione in bottiglia, numerosi test per capire come questo vitigno si comporta, sia da solo che con altri. Nei prossimi 10 anni proveremo a fare delle vinificazioni ordinarie, per capire come reagisce in bottiglia e come invecchia”. Quando si troveranno in commercio queste bottiglie? “Direi non prima del 2021-2022. Inizialmente saranno quantità esigue”. Come sono stati finora questi suoi 12 anni alla vicepresidenza del Consorzio? “Mi sono sentito privilegiato. In questi anni mi sono confrontato con tecnici, ricercatori, enologi, agronomi ai livelli più alti. Ho seguito da vicino importanti progetti di ricerca, come quello che ha studiato l’impronta della CO2 in vigna, oppure l’analisi dei fitofagi della vite, tra insetti utili e insetti dannosi. Abbiamo finora collaborato con le migliori Università e ottenuto apprezzamenti dalle riviste internazionali scientifiche più prestigiose. Non è un caso se oggi la Franciacorta è un territorio certificato con un protocollo internazionale”. Qual è il “segreto” del vostro Consorzio? “Difficile dirne uno. Di sicuro, come vicepresidente, ho sempre cercato di stimolare una certa condivisione, per creare cultura radicata sul territorio. Non abbiamo mai imposto delle scelte alle nostre aziende, imporre le regole a mio avviso è una strategia sbagliata. In Franciacorta lavoriamo con molta serietà e crediamo nella consapevolezza del singolo produttore; personalmente credo che non si debba avere fretta, sono per una sana concorrenza, che però non sfocia mai nella rivalità”. •

Chi è Silvano Brescianini Classe 1967, nasce, vive e lavora in Franciacorta; è Direttore Generale e vicepresidente di Barone Pizzini, è vicepresidente e consigliere tecnico del Consorzio Franciacorta e vicepresidente di Coldiretti Brescia.

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MARCHE DI LUCA BARBAGLI

167 oasi del vino:

il rapporto tra marchigiani e vino cresce Enoteche e produzione in crescita, complice la ricerca di qualità da parte dei consumatori marchigiani

U

n aumento del 12,8% in 5 anni, per le enoteche delle Marche. Sono 167 le oasi del vino presenti in tutta la regione. Lo stima un’analisi della Coldiretti, che fotografa la crescita dell’attenzione alla qualità negli acquisti del vino, che è diventato “un’espressione culturale da condividere con amici e parenti”. Ancona, con 57, guida la classifica delle presenze sul territorio, seguono Pesaro Urbino,

Macerata, Ascoli e Fermo. Il Fermano, in particolare, è l’area con il più alto incremento percentuale (35,7%). L’incremento delle Marche segue quello nazionale, dove le quote rosa arrivano al 27%, con una donna alla guida di un’enoteca su quattro, mentre il 12% è gestito da giovani, le cosiddette nuove generazioni che ci tengono ad essere informate sulle caratteristiche dei vini e tra cui cresce la cultura della degustazione consapevole. Ma non sono solo numeri. Infatti in questo momento sta crescendo la curiosità legata al vino, si diffondono i corsi per sommelier e le degustazioni all’interno di cantine, wine bar ed enoteche, un vero boom per l’enoturismo. Ma perché questo exploit delle enoteche? E’ solo questione di moda? “No - continua Coldiretti - la qualità del vino è emblema di uno

stile di vita ‘lento’, attento all’equilibrio psico-fisico, che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre agli eccessi, all’assunzione sregolata di alcol”. In aumento anche la produzione, in particolare nel sud delle Marche, che nel 2018 festeggia i 50 anni della Doc Rosso Piceno, la prima nata in questo territorio nel 1968. Doc e Docg che gli italiani sono tornati a comprare, anche in famiglia, dopo aver

raggiunto il minimo, 33 litri pro capite di consumo nel 2017, la tendenza si è invertita: aumento record di acquisti del 3%, con Doc (+5%), Igt (+4%) e spumanti (+6%) a guidare la riscossa. “E tutto questo – conclude Coldiretti – nonostante una vendemmia che ha visto dire addio a una bottiglia su 4 a causa del calo della produzione, anche se l'Italia continua a mantenere comunque il primato mondiale”.•

50esimo Doc Rosso Piceno e Verdicchio dei Castelli di Jesi I due Consorzi si uniscono per una promozione comune Nell’occasione del 50esimo della Doc Rosso Piceno e della Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi, l’Istituto marchigiano di tutela vini e il Consorzio vini piceni decidono di fare squadra. L’idea è quella di un brand comune da mettere in atto in occasione dei principali appuntamenti na-

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zionali e internazionali, come Prowein e Vinitaly, ma anche per l’organizzazione di convegni e azioni di ufficio stampa. Una strategia inedita tra i campanili del vino in Italia che si riflette anche nell’adesione comune a Food Brand Marche, il marchio dell’associazione multifiliera regionale che coinvol-

ge circa il 55% dell’agroalimentare marchigiano. Per le due organizzazioni, che coprono circa l’85% del vigneto Marche, è importante fare squadra a livello regionale, per far avere ai vini marchigiani la giusta ricompensa per gli sforzi fatti nella ricerca della qualità.


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PIEMONTE DI ENEA SILVIO TAFURO

Torino si avvicina

ai territori

del vino piemontese Dalla riconversione dell’ex Borsa Valori, sita nel cuore della città, nascerà la futura Piazza del Vino

H

a tutte le carte in regola per essere considerato un esempio di proficua collaborazione tra istituzioni pubbliche. Siamo a Torino dove, Regione Piemonte, Camera di Commercio e Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico, sono impegnate nella realizzazione di un progetto unico in Italia, dall’aspirazione internazionale. L’ex Borsa Valori, costruita a metà secolo scorso nel centro della città, sarà riconvertita a nuovo utilizzo e darà vita a un centro espositivo e didattico, dove scoprire l’eccellenza dei

vini piemontesi e il territorio che li ha generati. L’edificio, che fino al 1992 era vissuto da broker finanziari, diventerà così meta esclusiva per appassionati winelover. Qui, dislocati su quattro piani, troveranno alloggio un museo, un ristorante, spazi per i Consorzi e associazioni. Nello specifico: il seminterrato verrà trasformato in museo con spazi didattici, l’ex “Sala delle grida” accoglierà le organizzazioni vitivinicole e, a turno, i territori ospiti, trasformandosi anche, quando sarà previsto, in palcoscenico per eventi; al centro verrà creata una piazza coperta,

con due grandi vetrate, dove una balconata ospiterà delle aree degustazioni; l’ex manica degli uffici sarà il luogo per uno shop dedicato al mondo del vino e per un ristorante gourmet, che offrirà la possibilità di affacciarsi sulla città grazie a una terrazza panoramica. La Piazza del Vino avrà una superficie totale di circa 5mila metri quadri, per la quale è stata stimata una spesa di adeguamento di 3,5 milioni e che, secondo il Politecnico, vedrà l’arrivo di circa 285mila visitatori all’anno. “Il Palazzo del vino è innanzitutto un progetto di narrazione del territorio piemontese condotto attraverso il principe dei prodotti tipici di questa terra: il vino. L’obiettivo è quello di creare un luogo che diventi punto di riferimento e vetrina di tutti i territori piemontesi, met-

Progetto Piazza del Vino

tendo in luce la ricchezza della proposta enogastronomica e culturale – dichiara Antonella Parigi, assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte - Al tempo stesso si intende mettere in dialogo il Piemonte con le altre regioni italiane e con altri Stati caratterizzati da una produzione vitivinicola. Obiettivo del progetto è affermare la leadership nazionale ed internazionale di Torino e del Piemonte in questo ambito”. Ora, il progetto segue la definizione di un modello di governance che permetta l’autonomia gestionale della struttura una volta realizzata. Così facendo, la pubblicazione del bando per l’affidamento dei lavori è prevista tra sei mesi e, se tutto procederà efficacemente, l’apertura al pubblico è ipotizzata tra due anni. •

Freisa d’Asti, una passione tramandata da 500 anni Una giornata di incontri e degustazioni, nel Castello di Pino d’Asti, dopo un anno di celebrazioni curate dal Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato 1517-2017: cinque secoli di storia, dalla bolla doganale di Pancalieri, in cui la Freisa è citata per la prima volta, fino ad oggi. Un lungo periodo storico che meritava di essere celebrato nel migliore dei modi. E così è stato fatto. Il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, in collaborazione con quello del Freisa di Chieri, ha salutato questo importante anniversario con una giornata di festa, un evento accolto nelle sale del Castello di Pino d’Asti. Un’occasione per ripercorre il racconto di un vitigno patrimonio della viticoltura piemontese e per un confronto, tra

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istituzioni, giornalisti e produttori, sulle sue possibili prospettive future. Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti, ringrazia chi ha condiviso con lui questo percorso: “Un anno impegnativo, durante il quale abbiamo dato a questo vitigno la visibilità che merita. Le celebrazioni per i suoi 500 anni non potevano che concludersi sulle colline dove è da sempre coltivata. Un particolare ringraziamento va ai veri protagonisti di questo evento, ovvero i produttori di Freisa, che con il loro quotidiano impegno sono i veri custodi di queste meravigliose colline”.


PIEMONTE

Cantina Parroco, Barbaresco vs Langhe Nebbiolo

AZIENDA SAN MICHELE CANTINA PARROCO Via Giulio Cesare, 7/4 12052 Neive (CN) Tel. 0173 67008 Fax 0173 67008 info@parrocodineive.com www.parrocodineive.com

N

elle splendide Langhe piemontesi, patrimonio Unesco, ci sono piccole realtà che si muovono all’ombra di vecchi filari, esaltando uve nobili e lavorando antichi terreni modellati dal tempo. È qui che si muove la Cantina Parroco, sempre con un forte rispetto della tradizione e una ricerca instancabile della tipicità. Dalle uve Nebbiolo, grandi protagoniste, prendono vita sia il Langhe Nebbiolo che il Barbaresco. Quest’ultimo è frutto

alla nascita ma poco dopo”, descrive Claudio Cavallo, l’enotecnico di Cantina Parroco. Che prosegue la metafora: “le differenze tra i due vini sono notevoli e la possibilità per i due fratelli di riabbracciarsi sono nulle. Ognuno avrà il proprio percorso, il personale de-

stino. Il Barbaresco, dopo 26 mesi ed un passaggio minimo di 9 mesi in legno, darà vini color rosso rubino o mattonato, e avrà i tipici sentori di legno vanigliato; il Langhe Nebbiolo viene vinificato in acciaio (il passaggio in legno, quando c’è, è velocissimo) e vive di una grande tipicità aromatica. Offre profumi fruttati, un rosso rubino vivo e tannini giovani al palato”. La qualità, in ogni caso, vince.• (s.a.)

meet his own destiny. Barbaresco, after 26 months of ageing and at least 9 months in wood, will become a ruby red or brick red wine with the typical inklings of vanilla; Langhe Nebbiolo, vini-

fied in steel (an eventual passage in wood is very quick), has a very typical aromatic content, with fruity perfumes, a bright ruby red color and young tannins”. Anyway, quality wins.•

Ovvero, piccola storia dei fratelli separati alla nascita di particolare cura ed energia, con una resa produttiva (80 quintali per ettaro) che va a tutto vantaggio della qualità delle uve. Dopo una prima scelta vendemmiale dedicata alla produzione del Barbaresco, parte del vino viene poi scorporato e diventa Langhe Nebbiolo. Due cammini diversi, “come per un unico padre che ha due figli, separati non

Cantina Parroco, Barbaresco vs Langhe Nebbiolo Little story of two brothers separated when born In the wonderful Piedmontese Langhe, Unesco site, there are small realities that grow in the shadow of ancient vineyards, exalting noble grapes and working on ancient soils shaped by the years. And here rises Cantina Parroco, the winery that combines respect for the tradition with a constant research on typicalness. The true protagonist is Nebbiolo that give life to Langhe Nebbiolo and Barbaresco. The last one is fruit of a peculiar care and energy, with a very low yield (80 quintals per hectare) to

the advantage of quality. After a first selection for the production of Barbaresco, part of the wine is addressed to the production of Langhe Nebbiolo. Two different paths, “such as two kids separated if not when born only few time after”, says Claudio Cavallo, the oenotechnician of Cantina Parroco. He goes on with this metaphor: “the differences between these two wines are great and there’s no possibility that the two brothers will meet again in the future. Each one of them will walk on his own path and will

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VENETO

Da Le Manzane arriva 20.10: il Prosecco più cool della primavera-estate Versatile, glamour, di carattere. Un brut che mantiene ciò che promette

Prosecco Superiore Brut Millesimato “20.10”. L’area è quella storicamente vocata alla produzione del Prosecco Superiore, il percorso qualitativo dell’azienda è costante, sia in vigneto che in cantina. Con le radici nel cuore e lo sguardo rivolto al futuro, 8 anni fa Le Manzane ha creato il suo primo Millesimo in versione Extra Dry. Il nome, “20.10”, è un tributo proprio all’anno di nascita della Docg. Di grande personalità questo Brut intercetta la ristorazione più evoluta. Un attento lavoro manuale in vigna con una graduale riduzione della produzione negli ultimi 3 anni e la lunga sosta sui lieviti durante le fasi della vinificazione consentono di esaltare tutta la sua profondità di espressione. Floreale, con note agrumate, accenni di mela acerba e di panificazione, solca il palato con la sua morbidezza

S

i fa presto a dire Prosecco: chi beve con stile e sceglie qualità, sa che esistono delle sostanziali differenze. La “prima volta” del Millesimo 2017 è un invito a lasciarsi trasportare dall’emozione e dal piacere. Dal carattere deciso e dalla freschezza sorprendente, la nuova perla dell’azienda Le Manzane di San Pietro di Feletto, nel Trevigiano, promette sensazioni uniche. Ernesto, Silvana, Marco ed Anna presentano in anteprima il nuovo Conegliano Valdobbiadene Docg

setosa allungandosi in un armonioso ed intrigante finale sapido. Il “20.10” seduce fin dal primo sguardo con la sua elegante bottiglia a marchio con veste color nero e argento. Classe e raffinatezza da stappare.

SOC. AGR. LE MANZANE S.S Via Maset, 47/B 31020 San Pietro di Feletto (TV) Tel. 0438 486606 Fax: 0438 787881 info@lemanzane.it www.lemanzane.com

area is the historical one of Prosecco Superiore. The dedication of winery towards quality is constant, both in the vineyards and in the cellar. Strong of its roots and with a gaze always pointed at the future, Le Manzane has created its first Millesimée Extra Dry 8 years ago. Its name “20.10” is a tribute to the year the Docg was established. A careful manual work in the vineyards, with a gradual reduction of the production in the last 3 years, and a long ageing on the yeasts during the vinificaiton

exalt its expression. Flowery, with citrus aromas, green apple and bread perfumes, it envelopes the palate with its velvety softness and a longlasting, harmonious and intriguing ending. “20.10” seduces at a first sight with its elegant black and silver bottle. Class and refinement to taste.

Le Manzane presents 20.10: the coolest Prosecco of the next spring-summer

Ernesto Balbinot e Silvana Ceschin con i figli i figli Anna e Marco

Versatile, glamour, characterful: a brut that honor its promises

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It is easy to say Prosecco: who looks for style and quality in drinks knows that there are important differences. The “first time” of Millesimo 2017 is a call to let yourself go by emotions and pleasure. This sparkling wine with a strong character and a surprising freshness is the new pearl of Le Manzane di San Pietro from Feletto, Treviso. Ernesto, Silvana, Marco and Anna disclose a preview of the new Conegliano Valdobbiadene Docg Prosecco Superiore Brut Millesimato “20.10”. Its production

LA CANTINA SARÀ PRESENTE AL PROWEIN, HALLE 16 STAND H02, AL VINITALY, PADIGLIONE 4 STAND F7, E ALLA LONDON WINE FAIR, STAND C30


VENETO

Ecco Harlequin.

Aspettatelo. Ne vale la pena Foto di S. Gasparato

con l’annata 2009, celebra i suoi primi 10 anni di produzione, e insieme celebra la fusione di diversi suoli e microclimi, in un caleidoscopio di profumi che spazia da est ad ovest, in un’area di circa 70 chilometri. Solo 4mila bottiglie per chi vuole farsi sorprendere da una qualità intensa, elegante, completa. La personalità di Celestino Gaspari, però, è anche una filosofia, di vita prima che di produzione. Guai, avverte, a scambiare la generosità della terra con possibilità di conquiste futili e guadagni veloci. Perché le risorse non sono infinite e il vignaiolo deve saperle custodire: anche l’attesa diventa un valore. Calice alla mano, Zýmē è tutto questo, e molte altre cose ancora. (s.a.) •

AZIENDA AGRICOLA ZÝMĒ DI CELESTINO GASPARI Via Ca’ del Pipa, 1 37029 San Pietro in Cariano (VR) Tel. +39 045 7701108 Fax + 39 045 6831477 info@zyme.it www.zyme.it Facebook: zymewines Twitter: @zymewines Instagram: zyme_winery PRESENTI AL VINITALY, PADIGLIONE 8 - STAND FIVI

Foto di Jurgen Elheim

Here is Harlequin. Wait for it. It is worth The first 10 years of Igp Veneto Rosso by Zýmē

Il vino esprime il carattere del suo produttore, rispecchia la sua identità. Lo stesso è per una casa: più o meno vuota, più o meno ricca di particolari, come chi la abita”. Dev’essere per questo che Harlequin, splendido mosaico poliedrico, sintesi mirabolante di almeno 15 vitigni diversi (11 a bacca rossa, 4 a bacca bianca),

assomiglia così tanto al suo creatore, Celestino Gaspari. Un sorso di Harlequin esprime tutta la volontà di rendere omaggio al territorio veronese, ricco sia di uve autoctone che di varietà internazionali. E ancora: indica la capacità assoluta di “fare selezione”: si vinifica solo dai grappoli migliori. Harlequin, quest’anno presente al Vinitaly

“Wine expresses the character of his producer, it mirrors his identity. As well as a house: empty or not, rich of particulars or not, as well as its inhabitants”. It may be for this reason that Harlequin, an extraordinary polyhedral mosaic, synthesis of 15 different grape varieties (11 reds and 4 whites), resemble his creator Celestino Gaspari so much. A drop of Harlequin expresses his wish to pay a homage to the territory of Verona, rich of autochthonous grape varieties but also of international ones. Also, it mirrors his ability to make a selection: only the best grapes becomes wine. Harlequin (that will be at Vinitaly with

its 2009 year) celebrates its first 10 years of production and celebrates too the combination of different soils and microclimates in a kaleidoscope of perfumes that embraces east and west in a 70-kilometre area. 4,000 bottles only will surprise the tasters with an intense, elegant and complete quality. Celestino Gaspari’s character is a philosophy of life before than a production method. Woe betide those who mistake the generosity of the land with a chance of easy earnings. The resources of the land are not unlimited and a winegrower must preserve them: wait is a value too. Glass in hand, Zýmē is all this and much more.

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SOLUZIONI INTELLIGENTI

per una

AGRICOLTURA MODERNA ED ECO-SOSTENIBILE

www.martignani.com MARTIGNANI SRL

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CAMPANIA

San Salvatore 1988: la Campania più “buona”

È

il 2004 quando Giuseppe Pagano decide di rimboccarsi le maniche e, complici le visite nei territori più blasonati del vino italiano, Toscana fra tutti, importa un modello virtuoso nel suo Cilento. Cuore di Campania, nasce così San Salvatore 1988, quasi un’opera d’arte naturale che si installa su 150 ettari: bosco, ulivi, grano Senatore Cappelli, frutteto, un allevamento di 550 bufale e, dulcis in fundo, la vite (27 ettari). I vitigni sono quelli della tradizione: Aglianico (da qui nasce “Omaggio a Gillo Dorfles”, uno dei vini di punta), Fiano, Greco e Falanghina, vinificati sia in purezza che in un suggestivo blend autoctono, il Palinuro. L’azienda è una piccola isola felice: ogni passo è mosso da una logica improntata al biologico e all’ecosostenibile, con ampio utilizzo di preparati biodinamici (cornoletame e cornosilice).

In Cilento, da Giuseppe Pagano: non solo vino ma una filosofia di vita Il rispetto per l’ambiente è un valore assoluto. Viene ridotto al massimo l’impatto ambientale e l’inquinamento che deriva dalla produzione, con imballaggi in carta riciclata e pannelli fotovoltaici sui tetti (tetto solare di 600+700mq per 186kw): così si ridimensionano di 12.000 kg/A le emissioni di Co2 nell’aria. Per chi ha la fortuna di andare in Cilento è d’obbligo una tappa a Giungano, anche perché in loco non manca un piccolo ristorante (La Dispensa di San Salvatore 1988) e ai fornelli ci sono le massaie che cucinano “come una volta” i prodotti a chilometro zero. • (s.a.)

AGRICOLA SAN SALVATORE Via Dioniso, snc - 84050 Giungano (Sa) Tel +30 0828 1990900 - Fax +39 0828 1990901 info@sansalvatore1988.it - www.sansalvatore1988.it Presenti al Vinitaly, Padiglione B Regione Campania, Area Camera di Commercio di Salerno

San Salvatore 1988: the best of Campania

In Cilento, Giuseppe Pagano offers excellent wines and a philosophy of life In 2004, Giuseppe Pagano, after visiting the most important lands of wine, decided to import in his Cilento a virtuous model of winemaking.

That’s how San Salvatore 1988 was born: almost a natural work of art, 150 hectares of woods, olive trees, Senatore Cappelli wheat fields, or-

chards, and a cattle breeding with 550 buffalos. And, dulcis in fundo, 27 hectares of vineyards. In his vineyards, the traditional grape varieties grow luxuriant: Aglianico (that makes “Omaggio a Gillo Dorfles”, one of the buttonhole labels), Fiano, Greco and Falanghina. All these grapes are vinified both in purity and in a suggestive autochthonous blend called Palinuro. This winery is a little happy island: every step is based on the eco-sustainable philosophy, with a large use of biodynamic elements (horn manure and

horn silica). The respect for the environment is an absolute value. The environmental impact and the pollution caused by the production is reduced to the minimum, thanks to recycled paper packaging and photovoltaic panels on the roof (600+700mq per 186kw): in this way, CO2 emissions are reduced to 12.000 kg/A. For those fortunate who can visit Cilento, a stay at Giungano is a must, also to taste in its restaurant (La Dispensa di San Salvatore 1988) zero food miles and the flavors of the past. www.sansalvatore1988.it•

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CAMPANIA

Ritratto di un’azienda guidata da una sincera ed inesauribile devozione verso il proprio territorio

A

Montefusco, sulle splendide colline d’Irpinia, sorge quella che potrebbe definirsi una realtà d’eccellenza, sviluppatasi grazie alla passione per la viticoltura: l’azienda agricola Montesole. Fondata nel 1990 ed attualmente gestita dalla famiglia De Santis, Montesole figura oggi tra le più grandi attività vitivinicole private della Campania. Questo perché, unitamente al suo forte appeal e alle sue perle in bottiglia, ha maturato negli anni un costante impegno per garantire la sostenibilità del patrimonio storico - enologico Irpino e Sannita e custodirne il territorio. Un’area dalle caratteristiche uniche, in cui suoli fertili di derivazione vulcanica, altitudini favorevoli e vitigni autoctoni di origine ellenica e latina si congiungono a creare l’ambiente perfetto per vini di indubbio livello. Nettari

Montesole

il valore della passione di gran pregio, frutto di una filosofia produttiva improntata su un meticoloso lavoro di selezione dei raccolti più promettenti e sull’utilizzo di tecniche enologiche poco invasive. Dai vini rossi, che seguono l’invecchiamento in barriques e in tradizionali botti grandi, ai bianchi, sottoposti ad affinamento in acciaio per raggiungere quella freschezza che li caratterizza a livello mondiale.

Montesole: the importance of passion A portrait of a winery leaded by a sincere and endless devotion to its territory

In Montefusco, on the wonderful hills of Irpinia, is found an excellent winery where passion for winemaking rules: Montesole. The winery was founded in 1990 and nowadays it is managed by De Santis family. Montesole is now one of the largest winemakers in Campania. In fact, in time it has developed a growing commit-

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A completamento di un mosaico qualitativo impeccabile svettano gli spumanti, fiore all’occhiello dell’azienda. Ottenuti da uve autoctone locali Greco, Fiano e Aglianico e prodotti interamente nella cantina di proprietà, questi vini si configurano come il fiero risultato dell’azione congiunta di un’esperienza pluriventennale ed un’incessante attività di innovazione tecnologica. Il tutto,

ment to guarantee the sustainability of the oenological and historical heritage of Irpinia and Sannio, guarding these precious territories. Both volcanic fertile lands and good altitudes are ideal for winegrowing, whereas autochthonous grape varieties of ancient Latin and Greek origins give birth to high quality wines. Montesole wines are fruit of an accurate selection of the best grapes and of non-invasive processing practice. Red wines age in barriques and in traditional big barrels, while white wines are refined in steel to get their typical freshness. Montesole product range is enriched and completed by

ovviamente, all’insegna di quella profonda devozione alla terra che da sempre ispira l’operato della famiglia De Santis.• MONTESOLE S.R.L. Via Serra 83038 Montefusco (AV) Tel. +39 0825 963972 Fax +39 0825 963970 italia@montesole.it www.montesole.it

high quality sparkling wines, made of local grape varieties Greco, Fiano and Aglianico. These wines are the result of a more than 20-year experience and technological innovation, in the name of a profound devotion to the land that has always characterized De Santis family’s vision.•


e le sue esportazioni: un 2017 da incorniciare Le parole di Stefano Agazzi, titolare dell’azienda, su una realtà che, in continuo divenire, investe con la sua classe senza tempo i mercati esteri, e non solo

Il 2017 è stato l’anno della riconferma del potenziale dei nostri prodotti verso i mercati esteri, con una crescita di fatturato sul 2016 intorno al 35%”. Così Stefano Agazzi, presidente e wine expert di Villa Oppi, fotografa l’andamento delle esportazioni della sua azienda nell’anno appena passato. Un 2017 particolarmente fruttuoso, che ha visto Villa Oppi rafforzare il trend positivo degli ultimi anni ed approdare su nuovi mercati: ”Il nostro mercato di riferimento - continua Agazzi - è quello cinese. Nel 2017 siamo, però, riusciti ad affacciarci e, in alcuni casi, a consolidare la presenza dell’a-

zienda anche su mercati inesplorati, come Inghilterra o Brasile”. Agli ottimi risultati ottenuti fanno eco ulteriori programmi e strategie espansionistiche: ”Contiamo di svilupparci maggiormente negli Stati Uniti, dove non abbiamo ancora raggiunto livelli soddisfacenti di fatturato. Inoltre, vorremmo affermarci sulle piazze in cui abbiamo già venduto qualcosa ed il potenziale di spesa del ceto alto è elevato, come il Kazakhstan, l’Azerbaijan e tutti gli altri Paesi precedentemente legati all’Unione Sovietica”. L’obiettivo è uno solo: “Vantare un’offerta sempre più aderente al mercato di riferimento. A tal fine, stiamo lavorando su

EMILA ROMAGNA

Villa Oppi

una nuova linea di vini BIO e, a breve, anche VEGAN”. E proprio in merito alle preferenze del pubblico estero, Agazzi non ha dubbi: “Tra i vini firmati Villa Oppi è la linea “SUPER-ITALY”, composta da Barolo-Brunello ed Amarone, ad andare per la maggiore. Seguono poi i regionali classici, con una leggera prevalenza dei vini dei vigneti che gestiamo al sud Italia, quali Primitivo, Montepulciano e Nero d’Avola”. E a proposito di Italia: “Sinora abbiamo un po’ trascurato il nostro Paese in favore dell’Asia, ma per il 2018 prevediamo una rapida ripresa. Vogliamo seguire l’Italia prioritariamente”.• (g.m.)

Villa Oppi and its exportation: a 2017 to remember

Stefano Agazzi, owner of the winery, talks about a growing reality that enchants the foreign markets with its timeless class “2017 has been the year of the reconfirmation of the potential of our products in the foreign markets, with an increase by 35% in the sales volume”. Stefano Agazzi, president and wine expert of Villa Oppi, pictures the exportation trend of his winery. 2017 has been a very fruitful year: Villa Oppi has strengthened the positive trend of the last years and has achieved new markets. “Our new reference market – says Agazzi – is the Chinese one. In 2017 we managed to reach some unexplored markets such as the UK and Brazil”. Beside these excellent results, there are new projects and expansionist strategies: “We aim to increase our exportations in the US, where we haven’t get satisfactory numbers yet. Also, we would like to establish ourselves better in the

luxury markets such as Kazakhstan, Azerbaijan and the other countries once related to the Soviet Union”. The target is one: “To boast an offer that satisfy the reference market. For this purpose, we are working on a new line of Organic wines and a Vegan one too”. Agazzi knows well the preferences of his customers: “Among the wines by Villa Oppi, the line “SUPER-ITALY”, Barolo-Brunello and Amarone, is the favorite one. Then the classical regional wines, with a light predominance of the ones from the south of Italy, such as Primitivo, Montepulciano and Nero d’Avola”. And talking about Italy he adds: “We have neglected a little the Italian market, preferring the Asian ones, but in 2018 we foresee to recover it. We want to consider it a priority”.•

VINITALY: PADIGLIONE 9, STAND B13 VILLA OPPI - Ss. Emilia 2524, Alseno, 29010 Piacenza (Italy) Tel +39 335 5646108 - www.villaoppi.it

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l’oro liquido della Liguria Un vino passito, portavoce di una regione dove fare viticoltura è una sfida. Ecco come la vive l’Azienda Buranco

I

l vino buono sta nella botte piccola. Mai proverbio fu più azzeccato per descrivere l’enologia ligure, fatta di vigneti contesi da un lato al mare e alla montagna dall’altro, viticoltura eroica su terrazzamenti, piccoli numeri e grandi risultati. La famiglia Grillo con i suoi vigneti a Monterosso rappresenta parte

di questa preziosa viticoltura. Siamo in quella che potremmo considerare la “capitale” delle Cinque Terre, dove l’azienda Buranco possiede cinque ettari di varietà autoctone, ulivi e piante di limone. Qui infatti se la terra è parca, la natura provvede d’altra parte con una luce intensa, mare e brezze che permettono alle uve di raggiungere un’intensa complessità aromatica fatta di perfetta maturazione e sapidità. Bosco, Vermentino e Albarola: ecco le tre uve che compongono lo Sciacchetrà di Buranco e che vengono fatte appassire fino a raggiungere un’intensa gradazione zuccherina. Questo processo darà vita ad un vino dove dolcezza, freschezza e note minerali si fondono in un riverbero oro-ambrato, da abbinare ai dolci della tradizione

locale ma anche a formaggi di intensa struttura. Oltre allo Sciacchetrà, l’azienda Buranco produce anche i due bianchi Cinque Terre Doc e Magiöa Doc Cinque Terre, ideali per i piatti di pesce, dalla frittura alle alici, e il Rosso Buranco che coniuga la speziatura del Syrah con le note saline delle Cinque Terre.•(i.g.)

Sciacchetrà, the gold of Liguria

A passito that represents a whole region where winemaking is a challenge. Here’s Azienda Buranco’s way Good wine ages in small barrels tells an old saying. But here in Liguria, where vineyards grow between the sea and the mountains on terraces, it’s a reality. Winemaking is a heroic activity, made of little numbers but great results. The Grillo family, with its vineyards in Monterosso is part of this precious oenological patrimony. We are in the main resort of “Cinque Terre”, where Buranco owns five hectares of autochthonous vineyards, olive trees and lemon trees. Here land is not very generous but light is intense and the sea with its breeze let the grape to get intense aromas, perfect ripening and savory flavors. Bosco, Vermen-

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tino and Albarola are the grape varieties that compose Sciacchetrà by Buranco. The grapes are let drying to get an important sugar content. This process give to the wine a natural sweetness, freshness and mineral inklings that merges into an ambergold color. This wine is ideal with the local desserts but also with seasoned cheese. Beside Sciacchetrà, Buranco produces two white wines, Cinque Terre Doc and Magiöa Doc Cinque Terre, the ideal companions for fish dishes, fried fish and anchovy, and a red wine Rosso Buranco that combines the spicy inklings of Syrah with the sapid taste of Cinque Terre.•

SOCIETÀ AGRARIA BURANCO Via Buranco 72 19016 Monterosso al Mare (Sp) Tel. 0039 0187 817677 Fax 0039 0187 802084 Cell. 0039 349 4348046 info@burcanco.it www.burancocinqueterre.it

LIGURIA

SCIACCHETRÀ,


L'essenza della cultura siciliana

SICILIA

nell'arte del vino Romano Terroir inconfondibile e produzione di qualità

F

awarah, parola arabeggiante che esprime il concetto di 'copiosa sorgente d'acqua', è ispirato alla sorgente che attinge a

un fiume risalente al Paleolitico che passa proprio sotto la nostra cantina; Gaia e Renè sono i nomi dei miei figli; PrimeLuci dell'alba è il momento in cui raccogliamo le uve per proteggerle dal sole imperioso della Sicilia". Li introduce così, Angelo Romano, i vini della sua azienda, Fawarah, Gaia, Renè, PrimeLuci nelle varianti bianco e rosso. Vini fermi, armonici nei profumi e negli aromi frutto delle radici storiche e culturali siciliane, terroir idea-

le per una produzione di qualità. Mentre è la passione che dà forma ai nettari della Casa Vinicola Romano lungo il lago Poma, zona enologica vocata e conosciuta per la denominazione D.o.c. Monreale e Alcamo di cui si fregiano, insieme all'I.g.p. Terre Siciliane. Un numero selezionato di gemme per ettaro garantiscono infine il pregio delle sue uve sia di varietà autoctone che internazionali, trasformate infine attraverso le migliori tecniche enologiche.•

The essence of the Sicilian culture in Romano’s art of wine Unmistakable terroir and quality products "Fawarah is an Arabian word that expresses the idea of a copious water source and recalls the source that springs under our cellar and draw from a Paleolitic river. Gaia and Renè are my children’s names.

PrimeLuci are the lights of dawn, the moment we harvest our grapes to protect them from the pressing Sicilian sun". With these words, Angelo Romano talks about his wines: Fawarah, Gaia, Renè and PrimeLuci

red and white. Still wines with harmonic perfumes fruit of the historical and cultural tradition of Sicily, the ideal terroir for a quality production. Passion give life to the wines of Casa Vinicola Romano on the shores of the

ROMANO Sede legale: C.so Migliore 87 90042 Borgetto (Pa) Stab. enologico: C.da Ramotta Partinico (PA) Tenuta: C.da Cambuca Monreale (PA) TEL. +39 0918486305 - +39 3922548205 www.romanowinery.it info@romanowinery.it Vinitaly Padiglione 3 Stand B5

lake Poma, a well-know oenological area due to the denominations Doc Monreale and Alcamo and Igp Terre Siciliane. A selected number of gems per hectare guarantees high quality grapes, both of autochthonous and international varieties, which are processed with the best oenological techniques. •

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Villa Eden

Leading Park Retreat, benvenuti in Paradiso

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on la primavera torna la voglia di sentirsi leggeri, freschi e attivi: è il periodo perfetto per scegliere un soggiorno a Villa Eden Leading Park Retreat di Merano (BZ). Il momento del cambio di stagione coincide con una sorta di rinascita, fisica e psicologica, e il nostro corpo si schiude a nuova vita. Ciò che accade alla natura accade anche a noi e le implicazioni di un vero restyling coinvolgono completamente tutti i nostri sensi: per sentirsi bene è necessario ritro-

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vare equilibrio ed energia. L’equipe di esperti di Villa Eden, guidata magistralmente dalla titolare e manager Angelika Schmid, è composta da medici specializzati e terapisti, personal trainer, chef che si dedicano completamente al benessere degli ospiti, per accompagnarli in un percorso benessere a 360°. Ci troviamo in una splendida villa, situata nella zona residenziale di Merano e immersa in un grande parco, dove tutto parla di relax e il lusso assume la dimensione sussurrata di un’acco-

glienza autentica. Oltre ad essere da anni al top tra le Medical Spa d’Europa, il 5 stelle Villa Eden Leading Park Retreat propone ai suoi ospiti programmi personalizzati in linea con le più diverse esigenze. Ogni soggiorno inizia con un colloquio approfondito con il medico, che consiglia i trattamenti e il regime alimentare più adeguati per ognuno. Dal programma di dimagrimento all’anticellulite, dalla dieta detox ai trattamenti cosmetici più innovativi passando per il movimento e la medi-

tazione: l’eccellenza è il tratto distintivo dei percorsi a marchio Villa Eden. Le diverse proposte sono pensate per soggiorni settimanali, un tempo adeguato per distaccarsi dallo stress quotidiano, per lasciare al corpo e alla mente il tempo di riallinearsi, per produrre nuova energia e ripartire con un sorriso. Un soggiorno a Villa Eden è un regalo bellissimo che si fa a se stessi, una pausa in cui ci si dedica al piacere di stare bene con il proprio corpo, che è il primo passo per poter vivere una vita piena e soddisfacente! •


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Villa Eden Leading Park Retreat, welcome to Paradise The 5-star Medical Spa for your spring reawakening Spring reawake your senses and the wish to feel light, fresh and active: it’s the ideal time for a stay at Villa Eden Leading Park Retreat in Merano (BZ). The new season brings a sort of physical and psychological rebirth. What happens to the nature happens to us too and it involves all our senses. To feel well, it is necessary to find a new balance and new energies. The team of professionals of Villa Eden, leaded by Angelika Schmid, is made of specialized doctors and therapists, personal trainers and chefs that devote their energies to their guests’ wellness, proposing a complete path of wellness treatments. The location is a wonderful villa in the residential area of Merano, plunged into a big park where

everything infuses relax and a sense of lush. The structure has a long experience as one of the top European Medical Spa. 5-star Villa Eden Leading Park Retreat proposes to its guests personalized programs for every kind of demand. The stay begins with an exhaustive interview with the doctor who will suggest the best treatments and diet for everyone. From the slimming program to the anti-cellulite treatments, from the detox diet to the most innovative cosmetic treatments, not forgetting training and meditation: excellence is the distinguishing mark of Villa Eden. The different proposals

are thought for 1-week stays, the appropriate time to detach from everyday stress and to let body and soul to produce new energy and start again everyday life with a smiling face. A stay at Villa Eden is a wonderful gift to ourselves, the first step to live a full and satisfactory life. •

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A Venezia

La Cucina del Senza

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incontra il mondo delle spezie

Appuntamento il 25-26 febbraio a Gusto in Scena

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orna Gusto in Scena il 25 - 26 febbraio 2018 e per la decima volta propone il format di successo “4 eventi in contemporanea”: il Congresso di Alta Cucina, I Magnifici Vini, Seduzioni di Gola e Fuori di Gusto. Di giorno visitatori, operatori e gourmet possono parteci-

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pare al Congresso in sala Badoer, un ambiente del ‘1000, degustare vini ed eccellenze gastronomiche negli splendidi saloni del 1261. La sera possono prendere parte al Fuori di Gusto, un fuori salone che coinvolge il meglio della ristorazione e dei grandi alberghi veneziani. Venezia diventa per qualche giorno la capitale dell’enogastronomia italiana. Il Congresso di Alta Cucina: Le spezie sono da secoli ingredienti

che apportano sensazioni gustative intense e caratterizzanti. Per questa loro particolarità, sarà “La Cucina del Senza incontra il mondo delle spezie” il tema dell’edizione numero dieci del congresso aperto agli operatori e al pubblico. Il tema delle spezie è un omaggio a Venezia, città che nei secoli dopo il Mille, assunse il controllo dei commerci di spezie nel Mediterraneo e le diffuse in Europa.•

Data: 25 e 26 febbraio 2018 Orari di apertura degustazioni: ore 11.00 – 19.00 Luogo: Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, San Polo 2454, Venezia Ingresso a I Magnifici Vini + seduzioni di Gola: Per un giorno € 25.00 Per due giorni: € 40.00 Ingresso al Congresso Alta Cucina: scaricare il modulo sul sito www.gustoinscena.it Info: www.gustoinscena.it


Cos’è La Cucina del Senza

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«Fare La Cucina del Senza significa realizzare piatti gustosi e saporiti senza che ci si accorga della mancanza di sale o grassi aggiunti e dessert molto piacevoli senza zucchero aggiunto. Sottolineiamo il termine aggiunto che è essenziale in questo nuovo stile alimentare. Le sensazioni gustative tornano a essere legate esclusivamente alle caratteristiche degli ingredienti. Non vengono alterate dal sale, che copre i sapori, al contrario della convinzione diffusa. Anche i grassi in cottura modificano il gusto dei prodotti. Oltre a creare assuefazione, lo zucchero non permette di cogliere le note aromatiche delle materie prime. Si tratta di una cucina gustosa quanto attenta alla salute, con il giusto equilibrio tra benessere fisico e piacere della tavola. Sale, grassi e zucchero sono indispensabili per la nostra vita: quelli contenuti negli alimenti sono sufficienti per una dieta equilibrata, quelli aggiunti invece rappresentano un eccesso; eliminarli o ridurli può essere di aiuto a prevenire l’insorgere di diverse patologie...» racconta Marcello Coronini, ideatore de La Cucina del Senza.

La Cucina del Senza, viene lanciata nell’edizione 2014 di Gusto in Scena da Marcello Coronini, critico enogastronomico, divulgatore scientifico ed autore di libri su vini e cucina. E’ un percorso di sperimentazione aperto in cui Coronini continua a coinvolgere gli chef ed i pasticceri invitati a Gusto in Scena, analizzando anno per anno ingredienti che contribuiscono a rendere i piatti “del Senza” gustosi e salutari. «L’intuizione per me rivoluzionaria – sostiene Coronini – è di togliere in contemporanea l’aggiunta di sale, grassi e zucchero, che se in eccesso, sono fattori infiammatori e negativi per

la salute. Nel momento in cui ho avuto questa intuizione ho capito che ciò avrebbe permesso di equilibrare il metabolismo e bruciare i grassi superflui.» Le regole de La Cucina del Senza: Le linee guida de La Cucina del Senza sono ispirate alla semplicità e consentono di preparare varianti dei piatti che siamo soliti fare in versione “Senza”. Premesso che gli ingredienti possono contenere sale, grassi o zucchero, (basta evitare quelli che ne hanno un eccesso), si possono usare ad esempio nel senza sale aggiunto, acciughe e capperi, basta lavarli con cura in acqua corrente. Anche formaggi e salumi possono essere utilizzati, ma con determinati accorgimenti. Le regole sono molto precise, semplici e facili da attuare e chiunque può avvicinarsi senza problemi a questa straordinaria cucina.•

DUE SALONI DEDICATI: I MAGNIFICI VINI DI MARE, MONTAGNA, PIANURA E COLLINA Seduzioni di Gola, le eccellenze gastronomiche La qualità dei prodotti gastronomici è essenziale per realizzare La Cucina del Senza e con un buon piatto serve un buon vino. «La qualità è sempre pre-requisito – afferma Coronini - poi, tra tante proposte di qualità, cerco di aiutare qualche piccolo produttore sconosciuto, chi propone progetti innovativi e trasmette passione per ciò che produce. Ho creato il concetto di PRODUTTORI DEL SENZA, che non sono senza un qualcosa, ma sono attenti ad evitare in produzione gli interventi che non sono positivi per la nostra salute.» Le cantine sono caratterizzate dalla distinzione in funzione di questi quattro terroir: vini di mare, montagna, pianura, collina. La Comunità Europea ha riconosciuto l’importanza di questa classificazione attraverso l’approvazione di un brevetto europeo.

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello (PG), 28 – 29 aprile 2018 Città di Castello il 28 e 29 aprile prossimo ospiterà la quinta edizione di Only Wine Festival, il Salone dei piccoli produttori e delle giovani cantine italiane. Cento i produttori selezionati ogni anno da Ais – Associazione Italiana Sommelier - in tutta Italia e oltre 350 le etichette in degustazione. Come ogni anno, saranno previsti banchi d’assaggio all’interno dello storico Palazzo Bufalini,

accessibili con un ticket (15,00 euro per 5 degustazioni, compresi calice e tasca portabicchiere), ma anche degustazioni guidate. Infine, per chi volesse approfondire, tornano a grande richiesta gli Speed Wine, i mini corsi di avvicinamento al vino e al bere consapevole ideati proprio da Only Wine, che si svolgeranno in un’apposita Speed Wine Area in Piazza Gabriotti e saranno affiancati

VILLA FAVORITA Fara di Sarego (VI), 14 – 16 aprile 2018 La quindicesima edizione di Villa Favorita si terrà da sabato 14 a lunedì 16 aprile a Villa Da Porto detta "La Favorita" a Monticello di Fara di Sarego (VI). Saranno presenti 160 aziende aderenti a VinNatur, associazione di viticoltori naturali, provenienti non solo dall'Italia ma anche da Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Germania e Slovenia. Un evento unico nel suo genere perché permette di approfondire la conoscenza dei vini naturali, incontrando e conoscendo i produttori stessi, dai quali sarà possibile anche acquistare i vini in degustazione. "Dopo l'ultima bella esperienza a Genova a gennaio - dichiara Angiolino Maule, presidente di Vinnatur - dove c'è stata un'ottima risposta di pubblico, sia di professionisti sia di amanti del vino, ci prepariamo ora all'evento per noi più significativo, per numero di edizioni e per aziende partecipanti”. www.vinnatur.org

da originali Speed Food, con l’idea di celebrare ancora meglio le eccellenze italiane della tavola, nell’anno del cibo italiano nel mondo. Tra le novità di Only Wine Festival 2018 un’intera area dedicata agli Orange Wine, con una selezione di 15 produttori di questa particolare tipologia di vino, sempre più in voga. Più ampia sarà, inoltre, l’area International Wine, dedicata ad una selezione dei giovani produttori e piccole cantine di altri paesi europei. www.onlywinefestival.it

SUMMA Magrè (BZ), 14 e 15 aprile 2018 Dalle 10 alle 18 del 14 e 15 aprile presso la Tenuta Alois Lageder a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang a Magrè (BZ), Alto Adige, torna l’atteso appuntamento organizzato proprio da Alois Lageder e dedicato all’eccellenza vitivinicola di tutto il mondo, giunto alla sua ventunesima edi-

zione. Negli anni lo spirito originario resta immutato. “Summa è nata ed è tutt’oggi una festa per i vignaioli - dice Alois Lageder - è l’occasione non solo di assaggiare i vini dei produttori partecipanti provenienti dall’Italia e dal mondo, ma anche di condividere gli stessi valori di attenzione all’ambiente, di solidarietà e di stile, quello fine ed elegante dei propri vini”. www.summa-al.eu

WINE & GOURMET JAPAN 2018 Tokyo, 11-13 aprile 2018 A sette settimane dall’appuntamento con Wine & Gourmet Japan 2018, l’organizzazione è lieta di annunciare un nuovo gruppo proveniente dalla Sicilia che presenterà più di 20 aziende del territorio. Inoltre, importanti fornitori provenienti da Australia, Bulgaria, Francia, Hong Kong, Germania, Georgia, Grecia, Italia, Corea, Romania, Sud Africa, Spagna, Portogallo e Taiwan parteciperanno alla nona edizione di questa piattaforma B2B esclusiva, uno degli appuntamenti più importanti del Giappone del vino. Non finisce qui: la primavera in Giappone è una stagione meravigliosa. Così dopo il tuo duro lavoro durante la manifestazione, sarà possibile assaporare la stagione più bella per visitare questo paese, con città e montagne ricoperte di fiori di ciliegio. Da non perdere anche le attrazioni locali. www.wineandgourmetjapan.com

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11 - 13 April 2018

TOKYO BIG SIGHT, TOKYO, JAPAN

International Wine, Beer, Spirits, Gourmet Food and Bar Exhibition & Conference in Tokyo, Japan 68

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since 1924


Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

CENTOMANI DI QUESTA TERRA Polesine Zibello (PR), 9 aprile Lunedì 9 aprile dalle ore 10 alle 19 all’Antica Corte Pallavicina di Polesine Zibello (Parma) si svolgerà la VII edizione di “Centomani di questa Terra”, l’evento annuale dell’Associazione culturale CheftoChef. Ogni anno durante “Centomani di questa Terra” si riscontra una forte partecipazione di professionisti, esperti e di giovani provenienti da istituti alberghieri, licei, università, scuole di cucina e centri di formazione professionale. Il 2018 è l’anno del Cibo italiano, per questo Centomani si propone come un momento essenziale di aggiornamento per i grandi professionisti e di formazione per i giovani. www.cheftochef.eu

TASTE Firenze, 10 – 12 marzo 2018

VINITALY Verona, 15 – 18 aprile 2018

Dal 10 al 12 marzo, alla Stazione Leopolda di Firenze, torna l’appuntamento di Pitti Immagine dedicato alle eccellenze del cibo e alla food culture. Tante novità, progetti e un focus sul caffè e i suoi trend più contemporanei. Sempre più evento imperdibile per i professionisti della food culture internazionale, nato dalla collaborazione di Pitti Immagine col gastronauta Davide Paolini, Pitti Taste presenta una nuova edizione in crescita, sia nei numeri sia negli spazi espositivi. Protagoniste alcune tra le migliori produzioni di nicchia e di eccellenza provenienti da tutta Italia. Un viaggio attraverso i cibi, i vini e le idee del gusto con al termine del percorso uno spazio speciale - il Taste Shop - dove acquistare i prodotti in esposizione. www.pittimmagine.com

IVinitaly ha bisogno di poche presentazioni. La fiera leader in Italia per il vino torna a Verona per il consueto appuntamento d’aprile, insieme a Sol&Agrifood ed Enolitech. Novità recente è l’ingresso di VPE per il 50% nel capitale di “Bellavita Expo”, società inglese operante nel tradeshow per il settore agroalimentare made in Italy in alcuni mercati strategici, consolidati o emergenti. L’acquisto di “Bellavita Expo” è la seconda operazione della neonata VPE, compartecipata da Veronafiere e Fiere di Parma, che a dicembre scorso ha presentato il nuovo progetto fieristico WI.BEV, International Wine&Beverage Technologies Event, dedicato al settore delle tecnologie per il wine&beverage. “Veronafiere è una piattaforma a servizio della internaziona-

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lizzazione del Paese e dei settori imprenditoriali che rappresenta con le proprie manifestazioni. La costituzione di VPE è stata pensata in una logica di sistema, in tal caso per il wine&food, dal momento che Parma e Verona rappresentano insieme il primo organizzatore italiano e tra i primi in Europa in tale segmento fieristico – ha sottolineato il neo amministratore delegato di VPE e direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Bellavita Expo si rivolgerà, con un nuovo piano di sviluppo, agli operatori del comparto ho.re.ca sempre più attenti all’italian style, ampliando l’offerta di opportunità rispetto a quella che Parma e Verona da molti anni realizzano con le proprie attività all’estero. www.vinitaly.com

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PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Senza trucco,

le quattro stagioni del vino

cet

di Nicoletta. Siamo in primavera e la natura comincia a riprendere vita: «è così divertente sentire i vini: hanno questa loro vita autonoma, ogni volta che li assaggi, li trovi sempre diversi», confessa la vignaiola mentre degusta il frutto delle sue uve Dolcetto. Perché in effetti «le uve fanno quello che vogliono, se ne fregano di te». È tempo d’estate e il film ci presenta Elisabetta, che produce il Teroldego con agricoltura biodinamica a Mezzolombardo (Trento). Qui viviamo da vicino il passaggio forse più «oscuro» del vino: la fermentazione nelle botti. E poi l’assaggio in cantina di una bottiglia del ‘71, così viva e pura, che fa piangere di commozione la protagonista, per quel lontano filo conduttore con il Teroldego attuale, che si “sente” nella terra, nei sassi e nella sabbia. E infine l’autunno, con la quarta storia, quella

electronics

«Nessun grappolo d’uva è stato maltrattato durante la lavorazione di questo film», avvertono con ironia i titoli di coda di Senza Trucco (2011) di Giulia Graglia: un bell’esempio di documentario al femminile che tratteggia le storie di quattro «donne del vino naturale», vignaiole che dedicano la loro vita alla coltivazione biologica, con passione e dedizione certosina. Siamo in Toscana, ad Acquaviva (Siena), nei poderi Sanguineto del celebre Nobile di Montepulciano e incontriamo Dora, che scende in vigna con la neve tra i filari, per potare le piante che hanno più bisogno di attenzioni. Neppure un rigido inverno frena il suo lavoro, intenta a «rispettare la pianta», più che mai in un periodo dell’anno così avverso. Poi ci spostiamo nelle Langhe piemontesi, nell’azienda San Fereolo a Dogliani (Cuneo), patria

di Arianna che si prende cura del Frappato a Vittoria (Ragusa). «Attorno ad una bottiglia di vino c’è sempre energia, discussioni, risate, pianti, per cui è un catalizzatore di energie», racconta la giovane vignaiola, che di strada dal primo giorno tra i filari ne ha fatta molta. La osserviamo destreggiarsi con disinvoltura tra gli “alberelli”, per proteggerli dalla siccità di fine estate. Quattro donne, quattro stagioni e una sola passione. Due invece sembrano essere le cifre del film, da non perdere se siete amanti del “dietro le quinte” della coltivazione biologica. Innanzitutto la spontaneità del racconto: Giulia Graglia non entra mai con il proprio ego nelle testimonianze, lasciando che le parole delle protagoniste diventino vere e proprie confessioni a cuore aperto. A parlare sono i ricordi, i sentimenti, ma anche gli scorci meravigliosi

dei territori, i filari e le uve. E poi il secondo collante della narrazione: la stagionalità della natura, colta nei 365 giorni dell’anno. Inverno, primavera, estate e autunno: non raccontati alla maniera del regista Éric Rohmer, cioè con tratti simbolici, ma colti invece nella poesia del quotidiano. Perché qui di fiction ce n’è davvero ben poca: davanti a noi scorre la vita della vigna, che senza rendercene conto, come confessa Dora, piano piano ci «entra nel sangue». Proprio per questo Senza Trucco – lo dice anche il titolo – è un documentario “artigianale”, fatto con le mani in “vigna”. E non poteva che chiudersi con un capitolo dedicato alla vendemmia, il momento in cui si «saccheggia» il vigneto, per raccogliere il frutto di un anno di lavoro. Il ciclo della vite può così ricominciare: le ultime immagini si tingono di malinconia, con i campi di nuovo innevati. Torna il «grande sonno», quello che arriva quando cadono le foglie e la terra gela, e che fa sì che il lavoro continui. Senza sosta. E senza trucco.•

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wine

Come districarsi nella giungla dei social network

di Elisa Berti

Salvatore, quali sono i social che ritieni fondamentali per una cantina che voglia distinguersi e farsi conoscere?

Con 512mila Mi Piace sulla pagina Facebook, 39mila follower su Instagram e 25900 su Twitter,

Salvatore Aranzulla

è uno dei divulgatori informatici più conosciuti sul web ed il suo aranzulla.it è tra i 30 siti italiani più visitati nell'ultimo anno

"Quella che si registra in Italia è la concentrazione del pubblico su pochi social; fino a qualche anno fa la tendenza era quella di essere presenti su tutte le piattaforme, senza distinzione alcuna. Oggi, invece, a spopolare sono indubbiamente Facebook e Instragram; per quanto riguarda, invece, i contatti diretti ed i fornitori merita una menzione speciale LinkedIn".

Il discorso vale anche per l'estero? "Sì e no. Per una cantina che lavora molto con Canada e Usa, dove Twitter è un player molto utilizzato, sarebbe buona norma possedere anche un account su questa piattaforma, ma se, per ragioni di tempo e/o di budget è necessario concentrare le risorse, allora mi sento di consigliare solo Facebook e Instagram. C'è, però, un problema non banale nella loro gestione; se fino a qualche mese fa bastava semplicemente inserire il contenuto per avere una buona visibilità, oggi l'algoritmo alla base delle visualizzazioni è stato stravolto e modificato in modo che ciascun post raggiunga una percentuale che si aggira massimo intorno al 5-10% del pubblico".

Quindi è sempre necessario ricorrere alle sponsorizzazioni? "Sempre no, ma per un'azienda sarebbe opportuno prevedere un budget extra da investire in buone promozioni con pubblico rigorosamente selezionato. Facebook, da questo punto di vista, è molto avanti. Ricorrendo a ripetute promozioni, infatti, gli algoritmi che sono alla base della targettizzazione permettono di studiare il pubblico che più risulta essere ricettivo alle promo. Si tratta, ovviamente, di un approccio un po' dispensioso in quanto il social abbraccia inizialmente un ampio pubblico per poi selezionarlo in base ai criteri di risposta. In caso di budget limitato è sempre preferibile impostare da soli un proprio pubblico e dedicare a lui le promozioni. Buona base di partenza per una cantina sarebbe quella di profilare i propri clienti per età, sesso e geolocalizzazione e puntare le promozioni su di loro. Può bastare anche 1 solo euro per cambiare radicalmente le sorti di un post".

Oltre alle sponsorizzazioni ci sono altri strumenti da tenere in considerazione? "Innanzitutto, se si ha la possibilità sarebbe buona norma inserire sulla propria pagina, di tanto in tanto, alcuni video: l'algoritmo alla base della diffusione di questi ultimi, infatti, è diverso da quello dei post a totale vantaggio dei video. Stessa cosa per quanto riguarda le Stories di Instagram; ad oggi, ritengo che siano uno degli strumenti più efficaci per raccogliere contatti. Le Stories, infatti, non hanno alcuna limitazione dal momento che l'icona è sempre presente e, va da sè, che la percentuale di visualizzazioni sarà sempre molto più alta del post comune".•

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Tendenze Sparkling di Chiara Martinelli

2017: record di vendite

per le bollicine italiane nel mondo

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Per Nomisma Wine Monitor dati promettenti fin dal primo semestre dello scorso anno, quando ad ottobre si rilevava già un incremento dell’export spumanti dall’Italia pari al 13,5%

Denis Pantini di Wine Monitor

o sparkling italiano nell’ultimo anno ha registrato risultati ottimali: lo spumante made in Italy si conferma il segmento trainante di tutto il comparto vino. Si è registrato un aumento nelle esportazioni, nei consumi, per una cifra che sfiora 1,3 miliardi di euro. Per comparare tali risultati abbiamo rivolto alcune domande a Denis Pantini, Responsabile del settore Agricoltura e Industria di Wine Monitor Nomisma, l’osservatorio nazionale sui dati economici del vino. Quasi tutte le testate nazionali hanno riportato a gran voce l'exploit delle bollicine nel corso del 2017 sui mercati esteri ed in particolare l'aumento delle vendite avvenuto proprio durante le festività natalizie: che stima possiamo fare in termini numerici rispetto anche ai competitor, primo su tutti la Francia con lo Champagne? “In realtà tutte le considerazioni fatte sono frutto di stime, dato che i dati disponibili sulle esportazioni sono fermi tra ottobre (Italia e Spagna) e novembre (Francia). Così, per fare un paragone, possiamo dire che ad ottobre 2017 l’export di spumanti italiani valeva circa 1,07 miliardi di euro (in crescita del 13,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), quello degli spumanti francesi era pari a 2,5 miliardi di euro (+9,4%) mentre

quello spagnolo 363 Milioni di euro (+8%). Personalmente ritengo che le variazioni che possono essere stima-

te a fine anno non si discostino molto da quelle registrate fino ad ottobre e quindi è presumibile pensare che nel 2017 l’export di spumanti italiani raggiungerà il suo massimo storico (oltre 1,3 miliardi di euro), con il Prosecco che rappresenterà il propulsore di tale crescita”. Quali sono i paesi che hanno dimostrato maggior interesse nell'acquisto dello spumante italiano? Vi sono mercati emergenti? “Attualmente circa il 60% del nostro export di spumanti finisce in appena 3 paesi: UK, Usa e Germania. Nel corso del quinquennio 2011-2016 alcuni mercati hanno mostrato un forte apprezzamento per i nostri spumanti: si va dalla Francia (patria dello Champagne) che ha importato dall’Italia un corrispettivo di spumanti a valore del +164% (ed anche nei primi 10 mesi di quest’anno registra un +14,5%) alla Svezia, Canada, Polonia, Romania”. Abbiamo dati statistici che ci dimostrino (o segnalino) l'impennata dello sparkling italiano, come comparto trainante di tutto il settore vino in relazione all'export? “Nell’ultimo decennio le esportazioni di spumanti sono quasi quadruplicate (+287%) mentre quelle di vini fermi imbottigliati (che pur rappresentano oltre il 70% del totale export) sono aumentate del 52%”.•


IL GIRO DEL MONDO IN TRE GIORNI L’eroe del romanzo di Jules Verne ha impiegato 80 giorni per il suo viaggio intorno al mondo. Voi lo farete in modo decisamente più veloce. Avrete la possibilità di vistare il mondo del vino in soli tre giorni alla più importate Fiera Internazionale di Vini ed Alcolici. In qualità di visitatori della Prowein vi aspettano 295 regioni vinicole, vinicole 6.600 espositori provenienti da 60 paesi, che vi offriranno l’occasione unica di allacciare contatti interessanti con i principali operatori del settore da tutto il mondo. Il vostro viaggio intorno al mondo verrà organizzato da uno degli Enti fieristici internazionali più importanti al mondo, che vi consentirà di concentrarvi completamente sulle vostre scoperte. PROWEIN – TO ANOTHER GREAT YEAR

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Distillati & Co CONCORSI

LA NUOVA EDIZIONE DELL'ALAMBICCO D'ORO APRE LE PORTE AL BRANDY Appassionati di Grappa, Acquavite e Brandy prendete appunti: il prestigioso premio Alambicco d'Oro, dedicato agli spirits made in Italy d'eccellenza, taglia il traguardo della 35° edizione, una tappa di tutto rispetto che preannuncia bilanci e novità. Seconda cosa da segnare per il 2018: il Premio Alambicco d’Oro, passerella di prestigio per grappe e acquaviti in arrivo da

tutta la penisola, apre le porte al Brandy, confermando il trend di rinnovamento esplicitato nelle ultime edizioni del concorso attraverso l’apertura alle aziende vitivinicole e l'istituzione di un premio speciale dedicato al packaging. E ultimo ma non ultimo, le 40 candeline dell'Anag che il 5 e 6 maggio saranno celebrate a Milano durante Gocce di Stilla, una

due giorni dedicata a produttori e appassionati del settore, per un full immersion spiritoso fatto di incontri, degustazioni, abbinamenti, show cooking e molto altro (b.a.).

Il 2018 all'insegna di traguardi spiritosi: 35 anni del premio, 40 di Anag

DENOMINAZIONI

INDICAZIONE GEOGRAFICA PER LA GRAPPA DEL TRENTINO L’unica grappa territoriale con l’Igp La Grappa del Trentino è l’unica in Italia e nel mondo ad avere l’indicazione geografica territoriale, un risultato che rende onore a tutto il lavoro dei distillatori trentini, che da anni garantiscono sistemi produttivi di altissimo livello per i mercati e per il benessere del consumatore. L’indicazione geografica “Trentino” rappresenta il segno di distinzione a livello internazionale da tutte le altre grappe prodotte in Italia ed è il frutto di anni di concertazioni prima nei tavoli provinciali, poi in sede ministeriale, il tutto per garantire standard produttivi di altissimo livello per i mercati e, soprattutto, per il benessere del consumatore. (j.c.)

NOMINE

SANDRO COBROR NUOVO DIRETTORE ASSODISTIL Assodistil cambia veste: un cambiamento che proietta le aziende della distillazione verso il futuro Sandro Cobror è stato nominato direttore dall’AssoDistil, l’Associazione Italiana degli imprenditori della distillazione e, con il nuovo incarico, AssoDistil acquisisce una nuova forma, conferendo maggiore spazio alla bioeconomia con particolare attenzione al bioetanolo. La linea seguita dal neo direttore Cobror è, infatti, quella di valorizzare le possibilità offerte dai biocarburanti di seconda generazione emersa con forza negli ultimi anni, conservando il patrimonio culturale e storico delle distillerie. (j.c.)

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ExtravergineNews di Barbara Amoroso

XYLELLA

XYLELLA, VIA LIBERA DALL'UE AI REIMPIANTI. I PROSSIMI NODI? BUROCRAZIA E SPECULAZIONE Le associazioni di produttori si attivano con acquisti massivi: è ora di tornare a piantare. Finalmente siamo ai reimpianti post flagello Xylella Fastidiosa: l'Unione Europea ha dato l'ok, ma la burocrazia spaventa e la speculazione ancora di più. In virtù di quest'ultima il comitato produttori Voce dell'Ulivo si è attivato concretamente per arginare il pericolo: la priorità è salvaguardare il patrimonio culturale e agricolo del paese, soprattutto del martoriato

Salento. L'associazione, raccogliendo la volontà dei coltivatori di tornare a piantare ulivi, ha acquistato 200 mila piante a 2 euro ciascuna di Favolosa (cultivar F17) una delle specie ammesse, poichè reputate resisistenti alla temibile Xylella, già pronte per essere distribuite seguendo i criteri imposti dai provvedimenti adottati in precedenza.

CONCORSI

QUALI SONO I MIGLIORI OLII EXTRAVERGINE ITALIANI ED EUROPEI? Lo riveleranno a marzo 2018 due concorsi Nonostante l'olio extravergine d'oliva sia uno dei prodotti alimentari più tracciabili (basti pensare che consultando il sito del Mipaaf si può risalire alle olive utilizzate), il consumatore persiste nel percepire un alto grado di contraffazione. Perciò quale miglior modo di scoprire i migliori olii extravergine d'oliva italiani ed europei se non

attraverso autorevoli contest? Uno si chiama Montiferru, l'altro Il Magnifico ed entrambi daranno il loro responso a marzo prossimo. Il Montiferru elegge il miglior olio extravergine d'oliva made in Italy e negli anni ha contribuito a far emergere dall'oblio piccole realtà di qualità indiscutibile. Perchè seguirlo? Per la grande attenzione dedicata all'a-

spetto tecnico. Se invece il vostro interesse va oltre i confini nazionali, non perdete l'esito de Il Magnifico, l'European Extra Virgin Olive Oil Award.

Perchè seguirlo? Per la visibilità: la location (Cantina Antinori) e la buona gestione della promozione l'ha reso in poco tempo già un must del settore.

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Luppolo e dintorni di Stefania Abbattista

Josif Vezzoli:

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limpido come l’acqua

i fa presto a dire “mastro birraio”. Quando parli con Josif Vezzoli capisci subito che non è appena stato eletto “Birraio dell’anno 2017” per caso. Classe ’76, bresciano di nascita, ha il tono sereno e appassionato di chi sta facendo esattamente ciò che voleva. La sua “Birra Elvo” è un vivido esempio di bassa fermentazione artigianale. La filosofia che sta dietro la sua scelta produttiva è limpida, coerente. Josif rifugge le mode nel bicchiere, i suoi dogmi sono: qualità, pulizia stilistica, attenzione alla materia prima, per un prodotto che è a tutti gli effetti un’alternativa alle classiche birre industriali. Il connubio tra bassa fermentazione e cura artigianale diventa una ricetta di equilibrio assoluto. E, quindi, di successo. Il concorso “Birraio dell’anno” anche quest’anno ha riunito a Firenze tutto il panorama brassicolo italiano, arrivando all’edizione numero nove. Per Birra Elvo che edizione è? “Per noi è la terza: nel 2015 siamo arrivati tra i cinque finalisti nella categoria emergenti, un ottimo risultato. L’anno dopo, nel 2016, siamo arrivati al nono posto e quest’anno abbiamo vinto. Un grande stupore e una grandissima gioia. L’evento merita un plauso: per la formula, la location, l’organizzazione: è davvero ben fatto e per me è speciale”. La tua storia professionale a un certo punto cambia, e cambia la tua vita. Sei passato dalla progettazione di studi di registrazione al birrificio artigianale. Cosa ti ha ispirato? “E’ stato un cambio di vita deciso e netto. Ero un fonico e nel 2000 ho iniziato a progettare studi di registrazione. Ho

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Un mese fa a Firenze ha raggiunto il podio. Ecco chi è il Birraio dell’anno 2017

viaggiato molto e ho trascorso tanto tempo in Inghilterra. Proprio lì ho iniziato ad apprezzare la birra, la classica lager ma anche birre più complesse e particolari. La chiave di volta, però, è stata il desiderio di mettere su famiglia: io e mia moglie volevamo avere un figlio, così ho scelto di tornare a casa e avvicinarmi in modo serio e professionale a quella che era sempre stata solo una grande passione, la birra appunto. Mi ha accompagnato in questo percorso un mastro birraio d’eccezione e una persona stupenda: Fabrizio Leo, laureato alla VLB di Ber-

lino, una delle scuole più importanti al mondo”. Ci puoi descrivere le tue birre? “Sono in stile tedesco, per dare risalto all’acqua meravigliosa che abbiamo qui a Graglia (Biella, ndr): è una delle acque più leggere al mondo e io volevo valorizzarla così com’era. Per questo ho scelto una Pils in stile bavarese, una weizen di frumento (l’unica ad alta fermentazione), una marzen oktoberfest, una schwarzbier (quella con cui abbiamo vinto di più), e due bock, anche queste plurivincitrici in diversi concorsi: pericolosamente beverine. Cerco sempre materie prime di altissima qualità, i migliori produttori di malto d’orzo e i luppoli ‘boutique’ tedeschi, e non ho fretta. Se voglio un risultato, lo aspetto. Ogni tipologia ha bisogno di tempo per raggiungere l’apice gustativo”. Cosa pensi del panorama brassicolo italiano oggi? “Negli ultimi cinque anni è cresciuto tantissimo: oggi si sente chiaramente la mano italiana, di chi è abituato ad avere un rapporto privilegiato con il gusto. Un panorama variegato e maturo, che può competere con qualunque altro birrificio estero. Da un punto di vista commerciale, di marketing e immagine, abbiamo invece bisogno di crescere ancora molto. Dobbiamo farci conoscere dai ‘non intenditori’, e far capire alla gente che - come dice Kuaska - la birra non esiste, esistono le birre; oltre a quelle industriali c’è un mondo da scoprire, fatto di qualità e parametri altissimi. Credo dobbiamo lavorare tutti insieme per dare ai consumatori prodotti di grande bevibilità ed equilibrio, in grado di far avvicinare a questo mondo anche i meno esperti, in maniera consapevole e sana”.•


FOTO DI ELISA BERTI

FierAgricola 2018:

formazione, green e new generation

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ieci padiglioni, 1.000 espositori, 980 animali. Questi sono alcuni dei numeri che perlanodell'ultima edizione di FierAgricola che si è tenuta dal 31 gennaio al 3 febbraio 2018 presso Verona Fiere. Un appuntamento nato nel 1898 che quest'anno ha tagliato il nastro della 113° edizione. Lo spunto per il 2018 è stato citato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia che all'apertura dell'evento ha messo l'accento sull'opportunità di abbinare agricoltura e turismo in Veneto (e non solo) per passare dai 6

miliardi di valore di oggi dell'agricoltura a 23, affiancando i 17 dell'industria turistica. A questo si è aggiunta l'esigenza di raffor-

Piccola, media o grande, l'azienda agricola 4.0 verso la coalizione con turismo e sostenibilità

zare in Europa l'identità e dell'agricoltore attraverso tracciabilità ed etichettatura, che in Italia soprattutto metterebbe il turbo all'anima green per cui il mondo ci conosce. Abbiamo incontrato le aziende presenti (su www.igrandivini.com le nostre interviste) per conoscere i loro prodotti delineando il vero trend del momento: primo tra tutti il diserbo ecologico e sostenibile. Moltissime le nuove macchine ed attrezzature lanciate a FierAgricola che offrono alternative al diserbo chimico sotto la lente ormai da un po' di tempo. Le alternative? Macchine per il diserbo

meccanico sempre più precise e versatili grazie a strutture bullonate che rendono le attrezzature dei jolly nel susseguirsi dei lavori stagionali; oppure il diserbo termico, frutto di tecnologie idonee perfino al biologico. E ancora potatrici di nuova generazione con batterie leggere e durevoli, comunque tutti prodotti pensati anche per il produttore che cerca di ottimizzare tempo e risorse nelle piccole realtà, riconfermate cuore pulsante dell'impresa italiana. Parole d'ordine per Fieragriola 2018? Personalizzazione, assitenza e un urgente turnover generazionale. •

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10-13 FEBBRAIO

Febbraio 2018 Marzo 2018

FIERE IN CALENDARIO 2018

CUCINARE Pordenone www.cucinare.pn

14-17 FEBBRAIO

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BIOFACH Norimberga (Germania) www.biofach.de

VINISUD Montpellier (Francia) www.vinisud.com/en

24-27 FEBBRAIO GOLOSITALIA Brescia www.golositalia.it

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27 FEBBRAIO - 2 MARZO VINEX INTERNATIONAL WINE FAIR 2018 Brno (Repubblica Ceca) www.bvv.cz/vinex

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13-15 FEBBRAIO WORLD AG EXPO Tulare (Stati Uniti) www.worldagexpo.com

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3-4 MARZO

SALON DES VINS DE BRIVE GAILLARDE 2018 Brive la Gaillarde (Francia) www.salon-vindefrance.com/ brive-la-gaillarde/accueil.php

14-17 FEBBRAIO EXPOVIN MOLDOVA Chişnău (Moldavia) www.expomd.all.biz

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18 - 20 FEBBRAIO

Marzo

Febbraio 2018

17-20 FEBBRAIO BEER ATTRACTION Rimini www.beerattraction.it

23-25 FEBBRAIO SALON DES VINS DE LIMOGES 2018 Limoges (Francia) www.salon-vindefrance.com/ limoges/accueil.php

25-27 FEBBRAIO TIRRENO CT Carrara www.tirrenoct.it

6-8 MARZO AGRAME

3

EXPOGUSTO 2018 Arezzo www.expogusto.it 5 6

Dubai (Emirati Arabi) www.tradefairdates.com

14-17 MARZO MOLDAGRO TECH

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Cisinau (Moldova) www.moldexpo.md

16-18 MARZO SALON DES VINS D'AUXERRE 2018 Auxerre (Francia) www.salon-vindefrance. com/auxerre/accueil

3-5 MARZO

16

5-6 MARZO VINEXPO New York (Stati Uniti) www.vinexponewyork.com

14-16 MARZO

14-16 MARZO

AGRITEK ASTANA

ILDEX VIETNAM

Astana (Kazakistan) www.agriastana.kz

Ho Chi Minh City (Vietnam)

16-18 MARZO INVENTA Karlsruhe (Germania) www.inventa.info

18

18-20 MARZO PROWEIN 2018 Düsseldorf (Germania) www.prowein.it

www.ildex.com.vn


15-18 APRILE

11-13 APRILE

WINE & GOURMET JAPAN Giappone www.wineandgourmetjapan.com

15-18 APRILE SOL & AGRIFOOD Verona www.solagrifood.com

Aprile

TUTTOFOOD Milano www.tuttofood.it 6

3-5 GIUGNO VINOBLE JEREZ Jerez de la Frontera (Spagna) vinoble.org

12 GIUGNO

29-31 MAGGIO VINEXPO Hong Kong www.vinexpohongkong.com

21-23 APRILE VITIGNO ITALIA Napoli www.vitignoitalia.it

10-14 MAGGIO

5-9 GIUGNO 5

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21-23 MAGGIO

SITEVINITECH Argentina www.sitevinitech.com 15

BELAGRO Minsk (Bielorussia) belagro.minskexpo.com

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14-15 GIUGNO 14 VINEXPO GEORGIA Tbilisi (Georgia) winexpo.ge

20-22 MAGGIO

15-17 MAGGIO

AGRIFEX-ETHIOPIA Addis Abeba (Etiopia) www.expocheck.com

EXPOVINIS BRASIL Sao Paulo (Brasile) www.expovinis.com.br

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LONDON INTERNATIONAL Londra www.londonwinefair.com

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Maggio

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2018

15-18 APRILE VINITALY Verona www.vinitaly.com

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6-9 MAGGIO

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ENOLITECH Verona www.enolitech.it

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FIERE IN CALENDARIO 2018

Giugno

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Aprile 2018

SKOGSNOLIA Umeå (Svezia) www.nolia.se

VITIGNO ITALIA Napoli www.vitignoitalia.it 27

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16-18 GIUGNO Maggio 2018 Giugno 2018

27-29 GIUGNO MIFB, MALAYSIAN INTERNATIONAL FOOD & BEVERAGE TRADE FAIR Kuala Lumpur (Malaysia) www.mifb.com.my

21-23 MAGGIO WINE PRAGUE Praga (Repubblica Ceca) www.wineprague.com 28

28-30 GIUGNO WINEXPO CHINA Guangzhou (Cina) www.yfzlw.com

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di Elisa Berti

Così ti creo l'etichetta vincente La degustazione può essere tradotta in colori, forme ed immagini, anche se si hanno a disposizione pochi centimetri di carta

A

un anno esatto dalla vittoria del primo premio nell'International Packaging Competition organizzato da Vinitaly, Valentina Cresti di Archivolto svela i segreti per catturare l'attenzione del consumatore, attraverso la creazione di un'etichetta efficace e mai banale. Valentina, quali sono le caratteristiche per un'etichet-

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ta che si differenzi sullo scaffale? "Nella moltitudine di aziende che si affiancano oggi sugli scaffali e che competono tra loro con prodotti che per la maggior parte dei compratori sono "simili", avere un look che catturi l'attenzione, che colpisca ed incuriosisca l'avventore è senza dubbio fondamentale. Quando qualcuno curiosando tra gli scaffali di un'enoteca senza un'idea precisa, si ferma davanti ad una bottiglia a leggerne l'etichetta, ad osservarla meglio per capire cos'è, che c'è dentro... state pur sicuri che il motivo è la sua etichetta. E questo, sulla vendita finale, influisce eccome! Nel momento in cui una bottiglia viene presa in mano al posto di un'altra grazie alla sua immagine, il produttore ha investito bene i suoi soldi nel lavoro di un professionista che ne ha curato la grafica". Come sono cambiate le tendenze grafiche negli ultimi anni? "Personalmente mi sono affacciata al mondo del wine label, seppur con prepotenza, solo da

pochi anni. Quello che ho riscontrato, anche in occasione della vincita dell'International Packaging Competition di Vinitaly, è che il mercato

premia la freschezza del design, l'innovazione contestualizzata al prodotto. La bottiglia con il blasone o lo stemma di famiglia, con l'affresco della tenuta


o i classicismi tipici di quella corrente hanno fatto la loro storia". Quanto l'etichetta deve saper parlare del prodotto? "Nel creare un'etichetta c'è sempre da tenere presente un mix di elementi per far si che il design risulti vincente: innanzitutto, bisogna tener conto dei desideri del produttore; in secondo luogo, è utile sapere la storia del prodotto, le sue radici, le sue peculiarità per poter creare un link con il territorio e l'azienda, ma anche conoscerne le sue note degustative". Etichette sempre diverse o mantenimento della stessa per favorire il riconoscimento del prodotto? "Sono entrambe due strade percorribili, seppur in modi diversi. L'adattamento della stessa etichetta per vini diversi può essere una strategia per il riconoscimento dell'azienda, ma è una strategia che mette in primo piano il produttore a scapito del prodotto, che viene in qualche modo reso anonimo. Per come la vedo io, l'etichetta è il vestito del prodotto: ci si può attenere ad uno stile condiviso, ma in ogni caso il prodotto deve rivestire il ruolo del protagonista". Gli errori che più spesso ven-

gono commessi? "Un errore che molti fanno è quello di pensare che l'immagine non sia fondamentale ai fini della vendita, che si traduce con il mancato investimento nel packaging del prodotto. Il vino migliore del mondo senza il giusto outfit è un prodotto sprecato. L'altro errore è senz'altro quello di rimanere ancorati al passato. La tradizione è un valore importante, se non fondamentale, ma spesso alcune cantine rimangono come intrappolate in un immaginario antico, senza osare qualcosa di innovativo, di non convenzionale".•

EXPO SINGOLO H

EXPO SINGOLO R TOP

INTERRATORE DI CONCIME

FUTURA ECO

FRUTTETO SINGOLO

ARIEGGIATORE MAXI

Chi è Valentina Cresti? 31 anni, un diploma all'istituto d'arte e una laurea in industrial design alla facoltà di architettura di Firenze, conseguita col massimo dei voti. Collabora da 9 anni con l'Archirivolto Design Studio; negli anni ha spaziato dal design del prodotto all'interior, alla progettazione architettonica, ritagliandosi un' area personale di lavoro sul graphic design. Oggi sta progettando l'apertura di uno studio distaccato, ma sempre in collaborazione con Archirivolto ed Il Drago e la Fornace, che risponderà al nome di "Valentina Cresti e Associati" e che si occuperà di label design, packaging, creazione di loghi e costruzione dell'immagine aziendale, branding, consulenza e grafica generale.

TRINCIAERBA SINGOLO disponibile anche in versione doppia EXPO DOPPIO FULL EXPO DOPPIO P disponibile in versione anteriore e posteriore

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di Elisa Berti

SOSTENIBILITÀ

REWINED: LO SCARTO DI CANTINA DIVENTA DESIGN Sostenibilità prima di tutto: così in cantina non si butta via niente Vecchi tappi, scatole in legno o in cartone, bottiglie, capsule, botti e barrique: cosa fare con gli scarti che ogni giorno le cantine accumulano? Sara Vezza, giovane produttrice piemontese, ha lanciato la sfida agli studenti dello IED, che per nove mesi saranno impegnati a far rivivere gli scarti conferendo loro un nuovo valore ed una funzionalità ritrovata. Gli studenti dello IED che parteciperan-

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no al reWINEd, acronimo di Recycled Wine Design sono coordinati dal docente Giorgio Ceste: “È un progetto che unisce tre concetti: artigianalità, sostenibilità ambientale e sperimentazione. È un riavvicinamento al materiale, alla realtà: in questo corso gli studenti si sporcheranno le mani e lavoreranno con materiali di scarto che arrivano dal ciclo di produzione vitivinicolo. Prodotti di scarto che avranno una seconda vita”.


INIZIATIVE

AL VIA INTEGRA, LA NUOVA INIZIATIVA DI ASSOENOLOGI E FEDERVINI Il nuovo progetto guarda al futuro, con un occhio ai nuovi mercati ed uno ai cambiamenti climatici I primi, tra i quali le vinacce presUn sistema specializzato e garantino che racchiude sotto di sè una serie di servizi basati sulla sharing economy: così nasce Vintegra, progetto fortemente voluto da Federvini e Assoenologi. "Vogliamo applicare i principi della sharing economy all'interno

della filiera vitivinicola" afferma Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi "mettendo a sistema la professionalità dell'Enologo. Questo vuol dire avere la possibilità di portare a fattor comune competenze e tecniche per parlare al mondo con un'unica voce di eccellenza e qualità". A partire dal 2018, le due associazioni hanno cominciato a farsi carico dell' individuazione di laboratori qualificati e dotati di strutture di alto livello per avviare una collaborazione volta al miglioramento dei prodotti e dei processi.

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MALATTIE

LA FONDAZIONE EDMUND MACH HA SEQUENZIATO IL GENOMA DELLA PERONOSPORA Decifrato a San Michele il codice genetico del patogeno che provoca la peronospora della vite Si chiama Plasmopara viticola ed il patogeno che provoca la peronospora della vite; il codice genetico è stato decifrato dalla Fondazione Edmund Mach, i cui ricercatori hanno scoperto, nell'ambito di un progetto finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, che la peronospora passa piccoli RNA e microRNA alla pianta ospite, i quali regolano l’espressione di geni dell’ospite in modo molto diretto. Gli autori spiegano che piccoli RNA e microRNA sono acidi nucleici di piccole dimensioni in termini di lunghezza che possono legarsi a RNA messaggeri che codificano per proteine. E' stata identificata, inoltre, una proteina che interagisce con un gene di resistenza di vite. “Questa pubblicazione – sottolinea il presidente della Fondazione Andrea Segrè - ci sprona a continuare a lavorare in attacco, ovvero nella ricerca più avanzata sul miglioramento genetico, per avere piante più resistenti. Nei nostri laboratori di San

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Michele stiamo anche investendo nella difesa, cioè nella protezione dalle principali patologie vegetali. In sostanza, il nostro è un lavoro a tutto campo per vincere la partita della sostenibilità”.


ARCONVERT,

alla scoperta di talenti 2.0. insieme a POLI.design e Fondazione Exclusiva

I prototipi della gamma “Ognissole” di Feudi di San Gregorio sono stampati su carta autoadesiva Arconvert Ispira Nero Mistero

S

eneca scrisse: “La fortuna non esiste. Esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione.” Se però il talento c’è ma l’occasione non arriva mai, può succedere che anche i giovani più brillanti e pieni di idee debbano preparare la valigia e andare via dall’Italia, alla ricerca di migliori occasioni di valorizzazione. Arconvert - azienda leader a livello globale nella produzione di materiali autoadesivi per il labelling - non si è arresa al fenomeno dei “cervelli in fuga” e per questo ha scelto di collaborare fattivamente con il professor Luca Fois, designer e docente al Politecnico di Milano, sostenendo i masters executive POLI. design e le masterclass di Fondazione Exclusiva di Roma. Lo scopo? Proprio quello di scopri-

re e incoraggiare dei talenti tutti italiani. In particolare, nel 2017, alcuni designers dei settori toys e food & beverage hanno avuto

Ecco come l’azienda di Arco si è fatta talent scout per i migliori creativi di domani la possibilità di testare le carte e i films autoadesivi Arconvert per progettare nuovi e stimolanti giocattoli e sviluppare innovativi progetti di brand identity per il vino. L’azienda di Arco, player di rifermento del settore del

I talenti creativi di Fondazione Exclusiva all’opera sotto la guida del Prof. Luca Fois

packaging grazie alla sinergia con la capogruppo Fedrigoni, ha avuto un ruolo centrale in questo percorso: non è stata infatti solo sponsor tecnico, ma ha contribuito concretamente alla fase didattica mettendo a disposizione tutte le sue competenze. POLI.design e Fondazione Exclusiva sono così riuscite a farsi ponte tra “sapere” e “saper fare”, avvalendosi di un approccio attivo ed esperienziale. Si è reso possibile un apprendimento collettivo e circolare basato sul paradigma “esigenza concreta=soluzione”. Aziende del calibro di Hape Toys (leader mondiale nel settore giocattoli) e Feudi di San Gregorio, Zaccagnini e Casale Cento Corvi per il settore enologico, hanno creduto in questo metodo formativo innovativo e interdi-

sciplinare, diventando insieme committenti e fucina di idee per nuovi prototipi. In questo modo, hanno potuto anche attingere ad un grande potenziale creativo per trovare risposte ad alcune loro esigenze specifiche. Si è avviata così una collaborazione tra le aziende e i giovani talenti creativi, che oggi ha tutte le premesse per continuare con ulteriori incarichi. Perché una volta che un imprenditore ha scoperto un talento, non se lo lascia certo scappare.• www.arconvert.com www.polidesign.net www.fondazioneexclusiva.org www.hape.com www.cantinazaccagnini.it www.feudi.it www.casalecentocorvi.it

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One Express:

la sicurezza di spedire su pallet

One Express è una rete di oltre 120 imprese di trasporto il cui obiettivo è quello di offrire ai propri Clienti, in Italia e in Europa, servizi logistici e distributivi in modalità espressa, efficienti e di elevata Qualità, volti a migliorare la capacità competitiva delle piccole e grandi aziende di trasporti che la compongono”. È con queste parole che Roberto Taliani, Network & Operation Manager di One Express, illustra il leitmotiv di quella che si presenta come una realtà dinamica ed in costante ascesa. “L’Azienda - continua Taliani - fonda il suo operare e la sua reputazione sui principi della Responsabilità di Impresa: è un network di soggetti caratterizzato dalla continua innovazione nelle relazioni, nella cultura di rete, nella formalizzazione delle regole e nella gestione operativa”. Ed è proprio nell’innovazione che questo solido collettivo di imprese trova, oltre che un indubbio punto di forza, la sua cifra distintiva: “Specializzata nella

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spedizione espressa di merce non deperibile su pallet, con consegne in 24, 48 e 72 ore a seconda della destinazione, One Express si diversifica dalla concorrenza grazie ad un servizio di “pallet espresso” unico ed esclusivo. La nostra efficienza deriva anche dall’ottimizzazione degli spostamenti dei mezzi che, con un occhio di riguardo all’ambiente e alle emissioni di CO2, facciamo viaggiare a pieno carico”. E, a proposito di ottimizzazione delle risorse, Taliani evidenzia i vantaggi di spedire su pallet: “La logistica aziendale diventa più efficiente e sicura, minimizza i rischi per i danni alla merce e i disguidi operativi, semplifica la gestione delle spedizioni e contiene i costi”. Una ragione in più per scegliere le soluzioni di One Express, indicato dal manager come “il partner ideale per tutte le Aziende ed i privati che necessitano di spedire merce non deperibile da 1 a 4 bancali in modalità espressa in tutta Italia ed Europa”. Nello specifico, “grazie

Una solida ed efficiente rete di imprese presentata dal suo Network & Operation Manager, Roberto Taliani

ONEEXPRESS ITALIA SPA:

alla collaborazione con un operatore specializzato nella gestione logistica delle bevande alcoliche, il Gruppo ha avviato da qualche anno un servizio accise dedicato esclusivamente alle esportazioni di vino e atto a garantire la corretta gestione amministrativa dell’export di alcolici. Al momento è attivo per la Germania, ma è in fase di ampliamento anche su altri Paesi europei”. Un progetto importante, che rimanda certa-

mente ad un disegno più ampio: “Abbiamo in programma di offrire spedizioni in 24 ore anche in Europa puntando a diventare il partner di riferimento per chi desidera inviare merce pallettizzata in modalità espressa. A tal fine, è di fondamentale importanza mantenere un certo rigore, sia nel seguire le regole che nel garantire la puntualità delle partenze e degli arrivi dei camion nei nostri Hub logistici”.•

Blocco 9.6 Bologna Interporto 40010 Bentivoglio (BO) tel. +39 051 37 666 11 fax. +39 0513766622 www.oneexpress.it info@oneexpress.it


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Vetro, la nuova tradizione delle chiusure per vino e spirits

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a secoli il vetro è rinomato per la sua idoneità alla conservazione di cibi e bevande. Le chiusure in vetro Vinolok uniscono la tradizione, la pulizia e l’innovazione del vetro all’eleganza di un packaging personalizzato e funzionale. Il vetro è un materiale pulito, riciclabile, sostenibile, per questo sempre più produttori di vino e distillati biologici e biodiamici lo scelgono. Oltre alle sue performance OTR (Oxygen Transmission Rate) certificate dall’Australian Wine Research Institute (AWRI), Vinolok dona un’anima fashion al prodotto, facendolo uscire dallo scaffale grazie a eleganza e unicità. Le chiusure Vinolok sono disponibili in tre colorazioni di base (trasparente, rosé e nero). Il set di base può essere personalizzato con variazioni quasi infinite, grazie alle Opzioni di Design Vino-

Vinolok, gli artigiani del vetro al servizio di eleganza e sostenibilità lok (colours, metallic, woody, sparkle). Dall’unione di forme e materiali differenti nasce Vinolok Premium, la linea di Vinolok dedicata alle chiusure originali con l’appeal di lusso.La linea Vinolok Premium è stata pensata per affiancare i grandi brand per la sua capacità di creare un’immagine armoniosa destinata ad un target di consumatori di alto livello: la qualità eccellente di un cognac e di un distillato si intuisce già dal suo packaging. Un dettaglio come Vinolok Premium trasmetterà questo ai vostri clienti, potenziali e affezionati. La nuova collezione Premium è frutto dell’innovazione nell’industria del vetro, un artigianato tradizionale fatto

di abilità tecnica ed effettiva richiesta del settore. Vinolok Premium rappresenta l’evoluzione e l’eredità del pregio di un’azienda come Preciosa, produttrice delle chiusure Vinolok, specializzata da sempre nella lavorazione del vetro. Come ogni persona è unica lo è anche un’azienda, perciò perché rinunciare a distinguersi? Quando siete davanti a un centinaia di prodotti sullo scaffale, basta poco perchè la scelta cada su questo vino o quel distillato: dagli imballaggi personalizzati il consumatore percepisce la ricercatezza del contenuto, qualcosa di speciale non per tutti, esclusivo, tagliato su misura. Vinolok Premium può essere forgiato in forme dal profilo

unico, rafforzando l’immagine di un brand: per esempio un disco metallico dorato in cima alla chiusura di vetro è l’idea che accompagna Titus, il cognac con la ‘C’ maiuscola, un tappo creato per corrispondere alla forma della bottiglia ed enfatizzarne il design. Grazie a eleganza e funzionalità una bottiglia chiusa con Vinolok non è raro venga conservata anche a prodotto finito, rendendo memorabile packaging e contenuto. Le chiusure in vetro Vinolok sono disponibili in formati idonei ai diversi colli di bottiglia (17.5, 18.2, 18.5, 20.0, 21.5, 23.0 mm), con due altezze di testa differenti in versione Low Top (testa bassa) nei formati da 17.5, 18.2, 18.5 e 20.0 mm, selezionata per il confezionamento dei vini, e versione High Top, più pesante (testa alta) disponibile in tutti i formati, perfetta per il confezionamento di acqua e distillati. •

VINOLOK www.vinolok.com - eliska.castkova@preciosa.com - Tel: +420 488 111 765

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Tapì Wine Chiusure tecnologiche di design dedicate al mondo vino

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osa c’è dentro una chiusura Tapi Wine? Prima di tutto tecnologia. Una chiusura Tapì Wine ha al suo interno materie prime selezionate provenienti da fornitori altrettanto selezionati, a cui fanno seguito processi produttivi, impianti e metodologia di produzione specifici. La gamma Tapì Wine propone diverse chiusure per il mondo vino, diversificate in base alla tipologia di prodotto sul quale verrà applicato. Questo fa sì che, da modello a modello, le scelte possano essere calibrate ed idonee per vini da consumare nel breve o medio-lungo periodo, o vini che prevedono un’evoluzione in bottiglia e necessitano di un passaggio controllato di ossigeno. Che siano bianchi, rosati o rossi, la gamma Tapì

Wine non preclude soluzioni. Una delle novità di Tapì è Purity, il tappo a T che non necessita di cavatappi per essere estratto, pensato anche per la cantina: uno stile unico ed elegante, che richiama grazie alla sua trasparenza, purezza e gioco di colori. La chiusura è realizzata con materiali completamente trasparenti, simili al vetro, derivati dal settore biomedicale. È assolutamente privo di collanti o altri elementi che potrebbero intaccare la qualità del vino. Per i produttori più esigenti Tapì Wine propone invece Dualshield, la chiusura tecnologica e brevettata che, in corrispondenza delle due teste, presenta delle barriere in alluminio che permettono una permeabilità selettiva dell’ossigeno al fine di garantire

La perfetta unione tra innovazione tecnologica, eleganza e personalizzazione

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l’integrità organolettica e preservare le componenti aromatiche del vino, senza il rischio cessione di elementi dal tappo al liquido. Ma il sughero è sempre il sughero e questo Tapì Wine lo sa, perciò di fronte all’indecisione fra tradizione e innovazione, Vero è la soluzione ideale. Questa chiusura in microagglomerato, completamente senza poliuretano, è costituita da almeno il 50% di sughero naturale. A vista e al tatto ricorda il tappo della tradizione, con i vantaggi di una chiusura tecnologica e sicura al 100%. E se volete altre 52 ragioni per scegliere Tapì Wine, vi potremmo elencare tutte le colorazioni applicabili alle vostre chiusure, che insieme a stampe e altre personalizzazioni, daranno forma al tappo perfetto per voi.•


Tapì Wine: hi-tech design closures for the world of wine

The perfect combination of technological innovation, elegance and customization What will you find into a Tapi Wine closure? Technology, first of all. A Tapì Wine closure is made with selected materials, from as much selected producers, through specific production processes, systems and methods. Tapì Wine proposes different closures for the wine market sector, according to the different products they will be adopted to. Its wide range let the customer to adapt his choice to any necessity. Young wines, wines that need a long ageing and a controlled oxygenation, red, white or rosé: the range of Tapì Wine closures has the perfect solution for every wine. One of the the new products of Tapì is Purity, a T-cork that can be extracted without any corkscrew, ideal for the cellar too, with a unique and elegant style. It’s transparent look recalls purity and its games of colors makes every bottle a work of art. This closure is made with transparent materials derived from the biomedical sector, free of glues and other elements that

could alter the quality of wine. For the most demanding producers Tapì Wine proposes Dualshield, the revolutionary hightech patented closure with two aluminum barriers that avoid the risk of transferring elements from the cork to the wine and allow a selective oxygen permeability to guarantee the organoleptic integrity and preserve the aromatic components of wine. Tapì Wine knows very well how unique the traditional cork is too, and for the customers who cannot renounce to the old natural material it has created Vero. This micro-conglomerate closure without polyurethane is made 50% at least of natural cork. It looks and feels like a traditional cork but with the advantages of a guarantee high-tech closure. And if you are looking for 52 more reasons to choose Tapì Wine, take a look at the different colors of these closures that together with the possible prints and personalization will give shape to your ideal wine closure. •

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Le shopping bags di Scotton in una collezione dal design

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Con l’arrivo del 2018 la Scotton lancia la sua prima novità: è la linea di shopping bags in carta e in cartoncino, pensata per l’utilizzo e le esigenze di chi opera nel settore vinicolo

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tudiate nelle forme e nei dettagli, le shopping bags sono disponibili in due varianti, la bag con cordoncino applicato oppure la sua versione con foro. Tutte prodotte nel segno della perfezione tecnica, le borse sono caratterizzate da un diverso peso in base ad una grammatura che varia dai 125 ai 135 grammi. Il bordo risvoltato è il

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valore aggiunto che regala raffinatezza. Tutte le bags di questa linea, sono dotate di un fondino rinforzato che conferisce una maggiore resistenza, rendendole adatte al trasporto di due o tre bottiglie di vino. La scelta molteplice delle tonalità e delle lavorazioni sono il plus dell’azienda Scotton, che da sempre studia e produce tutti gli articoli con cura e passio-

ne puntando all’eccellenza del Made in Italy. L’eleganza ricercata è nelle inedite goffrature che riprendono la texture di tessuti e materiali pregiati, come la seta grezza oppure il rilievo tipico della pelle martellata. Le linee pulite ed essenziali richiamano uno stile minimale senza però dimenticare la praticità di utilizzo. Il perfetto connubio di eleganza

sobria e funzionalità si racchiude nel design di tutta la collezione dedicata alle shopping bags. Una gamma di colori che riprendono le tonalità neutre della terra, come il tortora e il verde, fino ai toni più accesi del rosso, offre al cliente un’ampia scelta che rende la collezione unica e inimitabile nel mercato enologico.•


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