HYDRA settembre 2021

SETTEMBRE 2021

STRATEGIE DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO UN PERCORSO FINALIZZATO ALLA LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI POMPE DI CALORE PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA AUMENTANO I COSTI DELLE MATERIE PRIME E DELLE “TERRE RARE”

LA NORMA PER GLI IMPIANTI DI REFRIGERAZIONE A POMPE DI CALORE

Editoriale

TEMPO DI BILANCI

OBIETTIVO ENERGETICO 2030: NON SOLO INCENTIVI, MA ANCHE TECNOLOGIE

Sommario Settembre 2021

Attualità

4 Il 2020 è passato e siamo entrati nel decennio 2020 – 2030.

Interessante analizzare questo passaggio in base agli obiettivi che c’eravamo dati tramite uno dei trattati internazionali più importanti, in tema di politiche ambientali e di surriscaldamento globale. Era l’11 dicembre 1997 quando più di 180 paesi in occasione della Conferenza delle Parti “COP3” si ritrovarono a Kyoto per firmare un trattato internazionale, che aveva, considerando il gran numero dei partecipanti e le tematiche trattate, dell’incredibile. Il trattato prese il nome di Protocollo di Kyoto.

Del 2001 invece è la conferenza di Marrakech, settima sessione della Conferenza delle Parti. In questa sede, 40 Paesi sottoscrissero il protocollo di Kyoto. Due anni dopo, più di 120 Paesi avevano già aderito al trattato, e del 2005 è l’adesione, e la successiva ratifica, della Russia. La Russia da sola, al tempo, era responsabile di più del 17,6% delle emissioni di gas ad effetto serra, quindi la sua adesione al protocollo fu molto importante.

Tra i paesi che più si spesero per la sua realizzazione e la successiva applicazione degli obiettivi in esso contenuti, abbiamo di sicuro l’Unione europea. L’Unione europea si è posta, durante una propria commissione avvenuta nel 2010, cinque ambiziosi obiettivi in materia di: occupazione, innovazione, clima/energia, istruzione e integrazione sociale. Questi obiettivi avevano tutti come traguardo la data del 2020.

In particolare, con riferimento alla materia clima/energia, l’obiettivo era: riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990, 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica (da qui l’abbreviazione 20-20-20). Purtroppo ormai è sotto gli occhi di tutti l’effetto negativo dei cambiamenti climatici, l’innalzamento della temperatura media globale è irreversibile. Eventi climatici sempre più catastrofici ed imprevedibili come alluvioni, incendi, uragani, fenomeni di desertificazioni, scioglimento dei ghiacciai…sono all’ordine del giorno, ed ormai è anche appurato che parte del problema è proprio dovuto alle attività umane.

Ma adesso, a che punto siamo? Gli obiettivi sono stati raggiunti?

Quali sono i nuovi scenari futuri che ci aspettano? E l’Italia?

Questi i temi principali che andremo a trattare in questo numero di Hydra.

Daremo spazio anche alla sezione normativa, non mancherà un approfondimento tecnico sulla normativa UNI EN 378, normativa di riferimento per i sistemi di refrigerazione e pompe di calore, spesso richiamata all’interno del documento Dichiarazioni di conformità, redatta ai sensi del D.M. 37/08.

Con riferimento al tema delle detrazioni fiscali, riportiamo nell’ultima pagina un interessante prospettino in forma grafica di riferimento, con richiamati i principali requisiti tecnici e minimi dei sistemi solari termici e delle caldaie a biomassa, di accesso agli incentivi fiscali.

STRATEGIE DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO Un percorso finalizzato alla lotta ai cambiamenti climatici.

In primo piano

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AUMENTANO I COSTI DELLE MATERIE PRIME E DELLE “TERRE RARE” Gli effetti della pandemia continuano a farsi sentire.

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ATLANTIS AD ALTOPASCIO SI RINNOVA L’arredobagno si rinnova con nuovi spazi e vasta gamma di prodotti.

CLLAT E LO SCONTO IN FATTURA Nuovi servizi per far fronte alle esigenze dei clienti.

IDROTIFORMA Un servizio per rimanere sempre aggiornati.

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IDROTIRRENA COMMERCIALE SI RAFFORZA Il connubio Genovesi/Grossi professionalità e freschezza per l’azienda.

NUOVA RIORGANIZZAZIONE IDROTIRRENA SCARL Nuove strategie per un risultato comune.

Impiantistica

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POMPE DI CALORE PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA

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QUANDO IL DESIGN INCONTRA LA SICUREZZA: COLLEZIONE HUG DI PONTE GIULIO

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LA NORMA PER GLI IMPIANTI DI REFRIGERAZIONE A POMPE DI CALORE

Il settore della climatizzazione si evolve.

Il prodotto

Il benessere in bagno inizia da qui......

Normativa

Le linee guida della norma UNI EN 378.

HYDRA è disponibile anche on-line sul sito www.hydraclub.org 3

Attualità

STRATEGIE DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO UN PERCORSO FINALIZZATO ALLA LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI.

Fin dalla sottoscrizione del Protocollo di Kyoto, l’Unione europea e i suoi Stati membri si sono impegnati in un percorso finalizzato alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso l’adozione di politiche e misure comunitarie e nazionali di decarbonizzazione dell’economia.

Percorso confermato con l’Accordo di Parigi che stabilisce la necessità del contenimento dell’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C e il perseguimento degli sforzi di limitare l’aumento a 1.5°C, rispetto ai livelli preindustriali.

Mentre a livello europeo gli obiettivi erano fissati, nell’appena abrogata direttiva europea 2009/28/CE, imponendo il 20% di efficienza energetica e il 20% di utilizzo di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 (da cui la dizione 20 20 2020), in Italia il target imposto dalla direttiva era di raggiungere nel 2020 una quota pari al 17% di utilizzo di energia da fonti rinnovabile.

Obiettivo che l’Italia aveva raggiunto con qualche anno in anticipo attestando i consumi da fonti di energia rinnovabili nel 2017 al 18,3%.

La progressiva incidenza delle FER e la riduzione dell’intensità energetica hanno contribuito, negli ultimi anni, alla riduzione della dipendenza del nostro Paese dalle fonti di approvvigionamento estere; la quota di fabbisogno energetico nazionale soddisfatta da importazioni nette rimane elevata (pari al 77,7%) ma più bassa di circa 5 punti percentuali rispetto al 2010.

La nuova direttiva europea, (UE) 2018/2001, pone un obiettivo europeo di almeno il 32% di quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia, dettando norme relative al sostegno finanziario per l’energia elettrica da fonti rinnovabili, all’autoconsumo di tale energia elettrica, all’uso di energia da fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffrescamento e nel settore dei trasporti.

Fissa altresì criteri di sostenibilità e di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per i biocarburanti, i bioliquidi e i combustibili da biomassa.

Il cammino dell’Italia verso la sostenibilità oltre il 2020 seguirà il solco tracciato dalla Strategia per un’Unione dell’energia basata sulle cinque dimensioni: • Decarbonizzazione (incluse le rinnovabili), • Efficienza energetica, • Sicurezza energetica, 4

• Mercato dell’energia completamente integrato, • Ricerca, innovazione e competitività In questo contesto l’Italia sta compiendo uno sforzo per dotarsi di strumenti di pianificazione finalizzati all’identificazione di obiettivi, politiche e misure coerenti con il quadro europeo e funzionali a migliorare la sostenibilità ambientale, la sicurezza e l’accessibilità dei costi dell’energia, per sintetizzare la trattazione parleremo solo di decarbonizzazione ed efficienza energetica.

Riguardo alla decarbonizzazione l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 2030 è di almeno il 40% a livello europeo rispetto al 1990. In Italia le emissioni per usi energetici impattano circa l’81% del totale nazionale, fino ad oggi l’Italia ha superato in maniera significativa il livello atteso di riduzione delle emissioni e per il rispetto dei limiti sarà necessaria una riduzione minima rispetto a quanto ottenibile con le politiche già in essere, da conseguirsi prevalentemente nei settori trasporti, civile ed industriale, magari spingendo sull’energia rinnovabile sia nel settore elettrico che termico.

Secondo gli obiettivi nazionali, il parco di generazione elettrica subirà una importante trasformazione grazie all’obiettivo di phase out della generazione da carbone già al 2025 e alla promozione dell’ampio ricorso a fonti energetiche rinnovabili con la penetrazione di tecnologie di produzione elettrica principalmente fotovoltaico ed eolico, che permetterà al settore di coprire il 55,0% dei consumi con energia rinnovabile, contro il 34,1% del 2017.

Per indirizzare la diffusione della significativa capacità incrementale di fotovoltaico si promuoverà l’installazione innanzitutto su edificato, tettoie, parcheggi, aree di servizio, ecc.

Rimane tuttavia importante per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 la diffusione anche di grandi impianti fotovoltaici a terra, privilegiando però zone improduttive. Per quanto riguarda le altre fonti è considerata una crescita contenuta della potenza aggiuntiva geotermica e idroelettrica e una leggera flessione delle bioenergie.

Nel settore termico lo sviluppo del settore delle FER termiche è infatti condizionato dal problema ambientale connesso agli impatti emissivi degli impianti di riscaldamento esistenti a biomasse solide.

Pertanto, l’installazione di nuovi impianti di riscaldamento a biomasse dovrà essere guidata in modo da favorire gli impianti ad alta qualità ambientale e ad alta efficienza, considerando anche la possibilità che siano introdotte limitazioni a installazioni ex-novo nelle aree

caratterizzate da situazioni critiche sotto il profilo della qualità dell’aria.

Al fine di stimolare il rinnovo dei vecchi impianti con tecnologie efficienti e a ridotte emissioni, nel breve termine, saranno introdotti requisiti prestazionali più stringenti per l’accesso agli incentivi dei generatori di calore a biomassa incoraggiando il rinnovo degli apparecchi domestici di combustione della legna a vantaggio di quelli più efficienti e meno emissivi, che rispettano i migliori standard con classificazione ambientali (D.M. 186/2017), vagliando anche l’ipotesi di strutturare misure utili a finanziare la ricerca e l’innovazione tecnologica per questa tipologia impiantistica, al fine ulteriore di migliorarne le prestazioni energetiche e ambientali.

Si intende inoltre favorire la valorizzazione dei residui agricoli, anche per evitarne la combustione in campo oggi diffusa e, nel rispetto delle regole europee, promuovere le biomasse locali con una procedura di tracciabilità di filiera corta, rispondente a criteri di sostenibilità e bilancio ambientale e sociale complessivo favorevole.

Le pompe di calore, considerato il loro alto rendimento, avranno un crescente peso nel mix termico rinnovabile, ulteriormente supportato dal progresso tecnologico del settore, nel quale potranno confrontarsi le diverse prestazioni e caratteristiche di pompe elettriche e a gas.

Si otterrà così un incremento della quota FER termiche anche grazie a una diffusa riqualificazione del parco edilizio esistente che porta a una significativa riduzione dei consumi.

Al fine di raggiungere il risparmio di energia finale l’Italia si avvarrà di un set di misure già ad oggi attive, che saranno oggetto di revisione e potenziamento nei prossimi anni al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati, in particolare: • Lo schema d’obbligo dei Certificati Bianchi • Detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica ed il recupero edilizio del patrimonio immobiliare esistente • Conto Termico • Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica (FNEE) • Piano Impresa 4.0 • Programma per la Riqualificazione Energetica degli edifici della Pubblica Amministrazione Centrale (PREPAC) • Programma di interventi di efficienza energetica promossi dalle politiche di coesione 2021-2027 • Le misure per la mobilità sostenibile • Piano nazionale di Informazione e Formazione per l’efficienza energetica (PIF).

I Certificati Bianchi (CB) sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento del risparmio energetico negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica.

Le detrazioni fiscali consistono in riduzioni dell’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e dell’Ires (Imposta sul reddito delle società, solo per le detrazioni per interventi di riqualificazione energetica degli edifici) concesse per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti, in particolare ECOBONUS e BONUS CASA. Il conto termico è un sistema di incentivazione per interventi di incremento dell’efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili favorendo un più ampio accesso alle risorse per imprese, famiglie e Pubblica Amministrazione.

Il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica è finalizzato a favorire il finanziamento di interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica, promuovendo il coinvolgimento di istituti finanziari e investitori privati sulla base di un’adeguata condivisione dei rischi, rivolto a imprese e Pubbliche Amministrazioni.

Il piano impresa 4.0 è formato da una serie di provvedimenti tesi a incentivare lo sviluppo dell’Impresa tramite investimenti privati, grazie ad agevolazioni e sgravi fiscali si propone di stimolare le aziende ad investire in innovazione.

Il programma di riqualificazione energetica PREPAC si rivolge ad efficienza su immobili di pubblica amministrazione.

Le politiche di coesione utilizzano fondi europei (che per l’Italia ammontano a circa 40 mld €) finalizzati all’efficienza energetica, promozione energia rinnovabile e sviluppo di sistemi, reti e impianti di stoccaggio energetici intelligenti a livello locale, con un Europa più connessa e modalità urbana multimodale sostenibile.

Misure di mobilità sostenibile individuando strategie di azione in infrastrutture utili, snelle e di pianificazione nazionale, con una maggiore accessibilità ai nodi e l’interconnessione tra le reti, un riequilibrio della domanda verso modalità di trasporto sostenibili (ferro, mare) valorizzando il patrimonio infrastrutturale esistente, intesa come sicurezza, qualità ed

efficientamento delle infrastrutture, assicurando continuità ai programmi di manutenzione e soprattutto con uno sviluppo urbano sostenibile con un rinnovo di mezzi di trasporto pubblico.

Chiude l’analisi delle misure la gestioni di attività connesse all’informazione e formazione in materia di efficienza energetica predisposte con le associazioni di categoria e dei consumatori, nonché le Regioni al fine si sensibilizzare imprese, addetti delle Pubbliche Amministrazioni e famiglie.

Nella figura seguente si riporta un quadro di sintesi dei risparmi attesi dai meccanismi proposti (57,44 Mtep) a fronte di un obiettivo vincolante di risparmio di 51,44 Mtep di energia finale.

Dal grafico si evince come l’obiettivo 2030 è raggiungibile da una serie di misure sulle quali impattano in maniere preponderante gli incentivi finalizzati all’efficientamento energetico degli edifici (Ecobonus/ Superbonus, Bonus casa e conto termico), la somma percentuale delle tre misure impatta circa del 38% sul totale, le rimanenti percentuali di maggior rilievo sono destinate all’efficientamento dei trasporti (23%) e interventi sul settore industriale (21%) In ambito di sicurezza energetica oltre che di sicurezza dell’approvvigionamento di gas da paesi terzi, anche di sicurezza del sistema elettrico, i due sistemi sono e saranno ancor più fortemente interdipendenti, dal momento che la produzione elettrica è assicurata sostanzialmente da fonti rinnovabili e gas, con un ruolo del carbone minoritario.

Saranno incrementare la diversificazione delle fonti di energia dei relativi approvvigionamenti da paesi terzi, nell’ottica di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia aumentando la flessibilità del sistema per affrontare limitazioni e interruzioni negli approvvigionamenti.

Nel settore gas è previsto un incremento di fabbisogno intorno al 2025 dovuto alla fuoriuscita del carbone dal mix di generazione elettrica.

Il biometano, l’idrogeno e i metano sintetico potrebbe contribuire ulteriormente come fonte di gas rinnovabile in tutti gli usi. La riduzione attesa dei costi della tecnologia dell’elettrolisi consentirà infatti di disporre di idrogeno rinnovabile per la decarbonizzazione.

L’idrogeno permette lo sviluppo di soluzioni di accumulo innovative quali il power to gas. Inoltre, l’immissione in rete di idrogeno senza destinazione specifica di uso può rappresentare una soluzione per rendere più sostenibili le reti esistenti e sfruttare l’infrastruttura del gas naturale. La ricerca nei prossimi anni si dovrà indirizzare verso il miglioramento delle prestazioni e dei costi degli elettrolizzatori, oltre che verso l’iniezione controllata di quantità crescenti di idrogeno all’interno delle reti gas. Sono allo studio anche soluzioni che in futuro prevedano due infrastrutture separate (una al 100% di idrogeno e un’altra con la miscela) in funzione del livello di maturità dei mercati.

Per anni abbiamo parlato degli obiettivi da raggiungere nel 2020, adesso dobbiamo guardare al nuovo traguardo 2030, è l’inizio di un importante cambiamento nella politica energetica e ambientale del nostro paese che deve puntare a energie pulite, ma per fare questo è veramente necessaria una semplificazione normativa e autorizzativa che ci permetta di investire in nuove tecnologie e soluzioni in maniera rapida ed efficiente.

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La passione per l’ingegneria e la tecnologia percorre l’intera storia di Valsir e si traduce in innovazione

www.valsir.it

Da più di trent’anni Valsir migliora il benessere del vivere all’interno di ogni ambiente, progettando e realizzando sistemi sostenibili per l’impiantistica idraulica che si contraddistinguono per il comfort elevato, la sicurezza e la resistenza al tempo.

In primo piano

AUMENTANO I COSTI DELLE MATERIE PRIME E DELLE “TERRE RARE” GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA CONTINUANO A FARSI SENTIRE.

A causa della pandemia durante la scorsa primavera tutto il mondo si è fermato. Grazie alle politiche di contenimento, alle vaccinazioni e al distanziamento abbiamo, ormai da un anno, intrapreso la giusta strada per uscire dalla pandemia, ma i sui effetti li continueremo a vedere per un bel po’.

Durante il lockdown, le aziende di fatto hanno azzerato gli ordini e si sono poste in modalità di attesa, aspettando la ripartenza. Le imprese installatrici hanno cessato la richiesta di materiali, i magazzini della distribuzione sono rimasti pieni ed hanno bloccato la richiesta di materiali fino al punto che i produttori stessi si sono trovati costretti a ridurre la produzione e la relativa importazione di materie prime.

Questo atteggiamento ha avuto due effetti, il primo immediato e il secondo più a lungo termine. L’effetto immediato si è manifestato nel giro di qualche settimana dall’inizio della pandemia, portando a minimi storici il prezzo del petrolio. Il successivo effetto, più a lungo termine, è stata la corsa ad accaparrarsi le materie prime utili per la produzione, corsa che non si è limitata a soddisfare il fabbisogno necessario alla produzione, ma che si è estesa con una richiesta aggiuntiva per costituire le scorte eventualmente necessaria in un futuro qualora le cose non dovessero tornare in breve lasso di tempo alla normalità.

In taluni casi le stesse aziende chiave di alcuni settori della trasformazione si sono convertite a mercati economicamente più convenienti che stavano emergendo, come quello delle infrastrutture tecnologiche e della protezione individuale attraverso materiale sanitario ed apparecchiature elettromedicali, venendo così a mancare nel momento della ripartenza.

Alla ripartenza le aziende hanno esaurito le scorte e hanno riacceso il mercato degli ordini e approvvigionamento, mercato che nel contempo aveva subito un’importante trasformazione.

Nei primi mesi della pandemia i prezzi delle materie prime erano crollati del 20-30% e la Cina ne aveva approfittato avvantaggiata dal fatto di essere ripartita con qualche mese di anticipo accaparrandosi ingenti materie prime quando i prezzi erano ancora bassi. Al contempo alcuni speculatori economici erano stati attratti dalle materie prime che di fatto erano diventate un investimento interessante, a fronte di altri investimenti l’acquisto di materie prime a basso costo avrebbe portato ingenti profitti durante la ripartenza, con l’effettivo il risultato che quando il mondo è ripartito le condizioni economiche erano imposte da chi aveva disponibilità di beni.

In ultimo questi materiali viaggiano prevalentemente via cargo; l’impiego sempre più frequente di questo mezzo di trasposto ha fatto aumentare gli oneri di nolo marittimo. Se in più aggiungiamo l’introduzione del nuovo regolamento approvato dall’Organizzazione marittima internazionale (che impone a tutte le navi di abbassare la quota di zolfo nell’olio combustibile), vediamo come gli oneri cui sopra hanno subito un balzo in avanti, nell’ultimo anno, di circa il 605%; così come registrato dal Dry Baltic Index, indice dell’andamento dei costi

del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie delle navi dry bulk cargo. Oggi in tutti i settori industriali scarseggiano le materie prime, tanto è che le imprese pronte a ripartire hanno dovuto fermare la produzione per mancanza di materiali, mancano componenti elettrici e alcuni tipi di plastiche indispensabili per la produzione degli apparecchi. Polipropilene + 82%, acciaio + 70%, zinco +64%, rame +115%, nichel +58%, litio + 130%. In queste analisi è doveroso annoverare anche le terre rare come il rodio +447% e il neodimio +74%, servono per minute componentistiche, come i collegamenti elettrici, ma la mancanza o il difficile approvvigionamento di questi elementi potrebbe portare al blocco della produzione e alla non immissione in commercio di una caldaia o di una pompa di calore semplicemente per mancanza di componenti atti a costituire le parti elettriche od elettroniche.

Le materie prime sono un ottima arma da usare nelle guerre commerciali tra grandi potenze. Il petrolio lo è stato per decenni, ma in epoca di grandi trasformazioni tecnologiche ci sono altri materiali meno noti che hanno conquistato la scena.

Per questo la Cina sta valutando di bloccare le esportazioni di “terre rare” dirette verso gli Stati Uniti e il resto del mondo mettendo in crisi anche settori dell’industria civile, dalle telecomunicazioni alle rinnovabili, per non dire delle tecnologie legate alle auto elettriche o a guida autonoma.

La Cina possiede il 90 di tutte le terre rare del mondo (lantanio, terbio, disprosio, ittrio, neodimio e lutezio), controllandone l’estrazione e lavorazione a valle, il che vuol dire che è Pechino che determina i tempi di consegna, ma soprattutto il prezzo, introducendo quote alle esportazioni, tetti alla produzione e tasse sull’export, aggiungendo una serie di restrizioni agli investimenti esteri nella produzione di terre rare. Di rimbalzo le esportazioni cinesi di questi ultimi periodi hanno di nuovo spiccato il volo. Per l’undicesimo mese di fila il volume di scambi da/per la Cina è salito, con una crescita del 32,4% delle esportazioni e dell’42,5% delle importazioni.

Il peso cinese nel commercio globale è tornato a crescere nei primi mesi del 2021 con un trend in consolidamento con la progressiva ripresa dell’economia globale: la Cina rischia di chiudere il 2021 con il più alto surplus della bilancia commerciale di sempre.

Secondo gli analisti buona parte di questi prezzi si sgonfierà entro l’anno, mentre alcuni metalli rari necessari alla transizione economica, tra cui anche il rame, continueranno a crescere.

Con queste dinamiche di mercato l’unica via di uscita dell’Europa è quella di spingere significativamente verso il riciclaggio dei materiali, ma soprattutto verso una politica industriale ed estera atta a fare patti migliori con i paesi produttori, ma il processo non è immediato e per il momento non ci resta che assistere alla consegna degli ordini con date talvolta molto dilatate e con variazioni di prezzi (in aumento) anche mensili.

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ATLANTIS AD ALTOPASCIO SI RINNOVA L’ARREDOBAGNO SI RINNOVA CON NUOVI SPAZI E VASTA GAMMA DI PRODOTTI. Atlantis ha rinnovato circa 400 mq della sala mostra di Altopascio per adeguarsi alle nuove esigenze del mercato nel settore estetico.

Circa 300 mq hanno riguardato la sezione dedicata all’arredamento per il bagno, che ha subito un restyling completo, con l’idea di mostrare alcune soluzioni che rappresentassero l’intero ambiente bagno. Altri 100 mq sono invece stati dedicati all’esposizione delle grandi lastre in gres porcellanato che oggi trovano ampia applicazione sia nei pavimenti che nei rivestimenti. Se infatti qualche anno fa la dimensione delle mattonelle arrivava ad un massimo di 30x30 cm, oggi è difficile che vengano utilizzati formati inferiori a 60x60 cm, con lastre che arrivano a 120x270 cm e oltre, sia nei pavimenti che nei rivestimenti. Oggi Atlantis ad Altopascio, ha una vastissima gamma di grandi lastre esposte e posate negli stands.

CLLAT E LO SCONTO IN FATTURA NUOVI SERVIZI PER FAR FRONTE ALLE ESIGENZE DEI CLIENTI. Cllat è al fianco degli installatori nell’applicazione dello “sconto in fattura” sui lavori che eseguono ai loro clienti finali.

Il servizio comprende: una consulenza di carattere generale, la realizzazione della pratica Enea (se richiesta), la compilazione e la presentazione del modello con il quale l’utente finale acquisisce il credito e lo cede all’installatore (escluso per il 110%), l’acquisizione, da parte di Cllat, del credito che l’installatore ha ottenuto dall’utente finale. Questo con costi e tempi certi che permettano all’installatore di offrire alla clientela il servizio di “sconto in fattura”, avendo un controllo dei costi, nonchè di rientrare delle fatture emesse, in tempi brevi senza doversi preoccupare di prendere contatto diretto con gli Istituti di Credito. Fra Cllat e gli installatori interessati, per ogni lavoro, verrà stipulato un contratto che dettaglia le caratteristiche del servizio. Il tutto è supervisionato dai 6 tecnici presenti nei punti vendita Cllat. Inoltre Cllat, tramite i propri show room Atlantis, offre il servizio di “sconto in fattura” agli utenti finali che intendano acquistare pavimenti, rivestimenti e parquet posati, proponendosi in quel caso, come general contractor.

I dettagli operativi e i costi del servizio potranno essere approfonditi, recandosi presso un punto vendita, o registrandosi al sito www.cllat.it dove, fra le news in homepage, è presente un apposito webinar.

IDROTIFORMA UN SERVIZIO PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATI. Essendo tempo di bilanci, si veda l’editoriale al presente numero di Hydra, anche Idrotiforma, settore tecnico e di formazione Idrotirrena, fa un bilancio sui propri servizi. Prima cosa di cui prendere nota, è sicuramente il recente aggiornamento del portale Idrotiforma, idrotiforma.it. Il sito è stato ottimizzato per essere di più immediata e facile lettura, oltre a migliorarne la visualizzazione su dispositivi mobili, come tablet o smartphone. I servizi che come Idrotiforma offriamo si dividono principalmente in due categorie: 1. Settore formazione; 2. Settore consulenza.

Del settore formazione fanno parte i corsi: patentino frigorista, per ricevere la certificazione di Operatori F-Gas FL3 Categoria I, secondo il DPR 146/2018; patentino saldobrasatura, in grado di qualificare personale addetto alla brasatura forte secondo la norma UNI EN ISO 13585; patentino saldatura polietilene, corso di qualifica saldatori per i processi di giunzione sul polietilene per gas, acqua e altri fluidi in pressione secondo norma UNI 9737 e il corso di 16 ore per aggiornamento qualifica FER. Del settore consulenza fanno parte i servizi che rientrano sotto la dizione “Idrotiforma Service” e comprendono tutte le pratiche che 8

possono essere fatte sul portale fgas.it come: l’iscrizione Persona al registro FGAS, numero PR; l’iscrizione dell’Impresa al registro FGAS, numero IR; la richiesta di credenziali per l’accesso alla Banca Dati ecc.

Nell’arco dell’ultimo anno e degli ultimi mesi, l’Idrotiforma Service, si è completato col servizio Idro.BD, con la quale tramite stipula di contratto e l’acquisto di appositi carnet, un tecnico Idrotirrena comunica gli interventi sulla Banca Dati per conto della ditta certificata e il servizio comunicazione interventi portale Enea, per la richiesta di detrazioni fiscali per interventi rientranti nel Bonus Casa o nell’Ecobonus.

I tecnici Idrotiforma seguiranno naturalmente anche le ditte di termoidraulica che vorranno concludere l’iter di certificazione in ambito FGAS, cominciato con l’ottenimento del patentino frigorista e che si concluderà, appunto, con la certificazione dell’azienda.

IDROTIRRENA COMMERCIALE SI RAFFORZA

IL CONNUBIO GENOVESI/GROSSI PROFESSIONALITÀ E FRESCHEZZA PER L’AZIENDA. Idrotirrena commerciale, che vanta 4 punti vendita distribuiti nella parte est della Toscana, oltre al punto vendita di Grosseto, ha recentemente rafforzato la sezione direttiva.

con i colleghi che gli sono stati a fianco e al tempo stesso fissare le linee guida cardine per un proficuo lavoro.

Il connubio Genovesi/Grossi in questi mesi ha già portato i suoi frutti, imprimendo storica professionalità e freschezza all’azienda, fattori che potrebbero portare a nuovi sviluppi dell’Idrotirrena Commerciale.

In questi ultimi anni, dopo la rinuncia all’incarico del direttore commerciale Marcello Bianchini, la sezione direttiva è stata curata con particolare attenzione e dedizione dal sig. Genovesi.

Armando Genovesi ha iniziato a seguire la Commerciale al termine di una lunga esperienza in Cllat come direttore commerciale, esperienza che gli ha fatto acquisire un’enorme professionalità e che gli ha permesso di condurre con soddisfazione, ormai da qualche anno, questa piccola realtà in fase di espansione.

La prospettiva di Armando di terminare la sua lunga carriera lavorativa e la voglia di dedicarsi alla famiglia a tempo pieno, oltre all’impegnativa espansione territoriale dei punti vendita, ha messo le basi per un passaggio di consegne ad una nuova figura direzionale, Riccardo Grossi.

Anche Grossi, come Armando, vanta una ultra decennale esperienza nel settore termoidraulico, ha una vasta conoscenza dei prodotti e dei loro marchi, ha una elevata padronanza normativa oltre che ad un alta e minuziosa conoscenza degli apparecchi e dei componenti che li compongono, vanta inoltre un innata manualità e un’elevata capacità relazionale, che nel giro di brevissimo tempo gli ha permesso si istaurare sinceri rapporti

NUOVA RIORGANIZZAZIONE IDROTIRRENA SCARL NUOVE STRATEGIE PER UN RISULTATO COMUNE. La fondazione del gruppo Idrotirrena è datata 29 settembre 1998. All’epoca tre importanti distributori ITS, operanti principalmente nelle province di Lucca, Pistoia e Livorno, decisero di unirsi, di scambiare in trasparenza le proprie condizioni commerciali e soprattutto di mettersi a studiare nuove strategie per ottenere un risultato comune su un territorio, dove, fino a poco tempo prima erano semplici concorrenti. Stiamo parlando dei tre soci fondatori di Idrotirrena SCARL: CLLAT, GRUPPO MARTINELLI E LENA. Da lì a poco l’esperienza si consolidò, e la visibilità della nuova società Idrotirrena, crebbe sempre di più, fino ad attirare, con reciproca soddisfazione, altri competitors toscani.

Entrarono così a far parte del gruppo, anche se solo per un breve periodo Palagini, Termomarket, Scarpellini e, in Umbria, Ticchioni.

In assenza di possibili interlocutori già presenti sul mercato toscano, si costituì una nuova società, Idrotirrena Commerciale, che nel tempo è andata a coprire, con i suoi punti vendita, zone territorialmente scoperte dai soci del gruppo.

Nel luglio 2021, il gruppo ha registrato una consensuale separazione con due dei sei storici consorziati: Termomarket e Ticchioni.

Dal primo di luglio Idrotirrena si mostra, al momento, territorialmente ridimensionata, ma con una concentrazione di energie aumentate e rinnovate, e, la riorganizzazione interna, è già a regime e pronta ad affrontare un proficuo rilancio dopo la pausa estiva.

I servizi Idrotiforma ed Hydra Club continueranno a pieno regime, anche per gli installatori, che avevamo segnalato in Termomarket o Ticchioni i loro punti di riferimento. Potranno perciò, tutti gli installatori di Toscana e Umbria, che in passato hanno instaurato un

rapporto, continuare ad utilizzare il CLUB, come punto di riferimento per rimanere costantemente e professionalmente aggiornati.

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Impiantistica

POMPE DI CALORE PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA IL SETTORE DELLA CLIMATIZZAZIONE SI EVOLVE.

Negli ultimi anni anche il settore della climatizzazione, del riscaldamento e della produzione di acqua calda sanitaria sta ponendo sempre più attenzione all’impatto ambientale.

Questa tendenza, unita agli incentivi fiscali e al cambiamento delle tariffe elettriche, per cui a differenza di qualche anno fa, all’aumentare del consumo energetico diminuisce il costo di kW/ora, fa sì che ci sia un interesse crescente da parte dell’utente per le pompe di calore, sia per il riscaldamento e il raffrescamento, che per la pompa di acqua calda sanitaria.

Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la sfida principale che l’installatore si trova a dover affrontare insieme all’utente finale nel sostituire una caldaia a combustione con la pompa di calore riguarda i differenti ingombri: laddove la prima produce acqua calda sanitaria in maniera istantanea, la seconda lavora sul lungo periodo e ha quindi bisogno di un serbatoio d’accumulo.

Sebbene le pompe di calore abbiano un decadimento delle prestazioni alle basse temperature, la tecnologia negli ultimi anni ha fatto enormi passi in avanti e quindi le soluzioni sono in grado di lavorare tranquillamente anche con temperature al di sotto dello zero e, grazie ai nuovi refrigeranti, di stoccare acqua a 55-60 gradi, temperature ben più alte rispetto alla temperatura a cui usiamo l’acqua per usi sanitari. L’installatore deve prestare attenzione a scegliere il serbatoio corretto in funzione del numero di occupanti dell’unità abitativa, affinché la pompa di calore sia in grado di ripristinare il bollitore in tempi consoni a garantire la continuità di servizio senza disagi per l’utente finale.

La gamma di pompe di calore di Mitsubishi Electric per le necessità residenziali va dai 4 ai 16 kW, con serbatoi d’accumulo di tre taglie, 170, 200 e 300 litri, in grado di coprire le necessità di gruppi dalle 2 alle 5 persone. Per eventuali esigenze più elevate è disponibile una soluzione composta da un modulo interno a cui abbinare un bollitore remoto di capacità indefinita che può essere quindi tarato sulle necessità specifiche del singolo nucleo familiare.

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Il ciclo di vita medio atteso per le pompe di calore equivale a quello delle caldaie a combustione, ovvero 10-15 anni, mentre per quanto riguarda la manutenzione programmata, è necessario il controllo del filtro dell’acqua ogni 1-2 anni a seconda della qualità dell’acqua stessa. Le pompe di calore, infine, permettono di sfruttare al meglio l’eventuale presenza di impianti fotovoltaici, perché, soprattutto nelle ore di luce, massimizzano l’autoconsumo derivante dalla produzione fotovoltaica e quindi consentono di essere indipendenti dal punto di vista energetico per la produzione di acqua calda sanitaria.

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QUANDO IL DESIGN INCONTRA LA SICUREZZA: COLLEZIONE HUG DI PONTE GIULIO IL BENESSERE IN BAGNO INIZIA DA QUI......

Le linee guida che solitamente muovono le scelte d’arredo di un ambiente delicato come il bagno sono due: c’è chi manifesta maggiore interesse per la funzionalità e la sicurezza dello spazio e chi invece preferisce la componente estetica.

Tutte e due le “correnti di pensiero” sono valide: un bagno deve essere concepito come uno spazio sicuro (è uno degli ambienti più pericolosi nel contesto domestico, complice la presenza di acqua che accentua rischi di cadute e scivolamenti) ma al contempo piacevole da frequentare e da vivere, come ogni altra area della nostra casa.

La combinazione di questi due elementi, una volta così distanti e faticosamente coesistenti, è la novità di questi ultimi anni, caratterizzati dalla scoperta del Life Caring e da una nuova concezione della casa, a nostra misura e pronta ad accoglierci e a “cullarci” in ogni fase della nostra vita. Complice la pandemia, abbiamo compreso che la nostra abitazione non è un semplice luogo di passaggio, ma un ambiente in cui si svolge la nostra vita privata, la nostra intimità. E può uno spazio così “personale” essere poco sicuro? Ovviamente no.

Da tutti questi principi trae ispirazione la collezione Hug, sviluppata da Ponte Giulio in collaborazione con il designer Daniele Trebbi.

Tutti i prodotti Hug sono contraddistinti da un incontro tra sicurezza, funzionalità e design: chi l’ha detto d’altra parte che un bagno sicuro non possa infatti essere anche bello? Gli ausili, gli accessori, i sanitari, sono tutti pensati sotto quest’ottica: da anni specializzata nella realizzazione di elementi d’arredo fortemente connotati da solidità e sicurezza, Ponte Giulio ha pensato di

dimostrare che è possibile immaginare un arredo che unisca questi due concetti, dando la possibilità di creare spazi sì funzionali, ma anche eleganti.

Hug si caratterizza principalmente per la modularità: “tutto a portata di mano”, così recita il nuovo catalogo informativo recentemente rilasciato. Ed in effetti è proprio così: la maniglia di sicurezza, di diverse lunghezze, diviene elemento centrale nelle scelte d’arredo, ad essa si integrano tutta una serie di elementi ed accessori (mobili, specchiere, porta oggetti) che consentono la massima personalizzazione del bagno, tenendo conto anche delle proprie esigenze in termini di comodità. Gli ausili ribaltabili e i seggiolini doccia garantiscono un’ottimizzazione degli spazi e rappresentano un ulteriore esempio di personalizzazione dell’ambiente: grazie al particolare sistema di montaggio possono essere infatti rimossi e reinstallati a seconda delle necessità di utilizzo.

Tutto è concepito all’insegna della comodità e della vivibilità degli spazi. “Il benessere in bagno inizia da qui”, recita il minicatalogo. Ed in effetti è proprio così.

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Normativa

LA NORMA PER GLI IMPIANTI DI REFRIGERAZIONE A POMPE DI CALORE LE LINEE GUIDA DELLA NORMA UNI EN 378.

La linea guida europea di riferimento per gli impianti di refrigerazione e pompe di calore è la UNI EN 378 che è costituita da quattro parti: • Parte 1: Requisiti di base, definizioni, classificazione e criteri di selezione; • Parte 2: Progettazione, costruzione, prove, marcatura e documentazione; • Parte 3: Installazione in sito e protezione delle persone; • Parte 4: Conduzione, manutenzione, riparazione e recupero.

L’obiettivo della norma è minimizzare i possibili rischi per le persone, per i beni e per l’ambiente dovuti agli impianti di refrigerazione e ai fluidi frigorigeni. Questi rischi sono associati essenzialmente alle caratteristiche dei fluidi frigorigeni così come alle pressioni e temperature che raggiungono durante il ciclo di refrigerazione.

Particolare attenzione in questi ultimi anni, anche da parte di regolamenti europei, sono stati posti ai problemi della fuoriuscita da parte dei fluidi frigorigeni dal sistema, con il conseguente rischio di danno ambientale, ma non vanno certo sottovalutati i rischi di rottura di componenti o esplosione con eventuale proiezione di materiale e rischi di incendio connesso anche al rischio di emissione di prodotti delle combustione tossici.

Le quattro parti normative sono complete ed esaustive per tutti gli impianti di refrigerazione, le indicazioni ivi contenute si applicano ai nuovi impianti o gli impianti soggetti a manutenzione/riparazione, ma è chiaramente ammesso applicare solo alcune parti delle norme agli impianti con una limitata massa di fluido frigorigeno, le eccezioni sono indicate nelle varie parti nella norma, creando così una serie “limitata” di indicazioni per impianti a limitata carica.

La prima parte della norma è dedicata alla classificazione degli impianti e fornisce importanti indicazioni sui limiti di carica del fluido frigorigeno in funzione dei tipi di ambienti di destinazione degli impianti in funzione anche dei sistemi di impianto ivi installati. Le limitazioni sono direttamente collegate al limite di infiammabilità dei fluidi.

Le limitazioni diventano particolarmente restringenti per i fluidi frigorigeni infiammabili, molto meno per gli altri.

La seconda parte affronta il tema della progettazione di impianto appannaggio, specie per i piccoli impianti, delle case costruttrici degli apparecchi, sono prese in considerazione i materiali, le prove di resistenza, prove di tenuta e funzionalità, sono fornite indicazioni sui vari componenti di impianto, come dispositivi di arresto e di protezione contro parti in movimento e superfici calde, interessante anche per i piccoli impianti la sezione dedicata ai giunti e raccordi di tubazioni, nonché la parte riguardante le indicazioni sul posizionamento delle singole tubazioni.

Nella sezione prove sono fornite indicazioni sia al fabbricante che all’installatore, generalmente al fabbricante sono imputabili le prove di resistenza, mentre l’attenzione dell’installatore è richiamata dalla prova di tenuta da effettuare prima della carica dell’impianto 14

a installazione terminata. La prova, secondo norma UNI EN 378, è condotta utilizzando un gas inerte come azoto, elio o anidride carbonica. L’impianto deve essere sottoposto a una prova di tenuta condotta alla pressione (PS) Pressione massima ammissibile ed ogni perdita rilevata deve essere riparata ripetendo successivamente la prova di tenuta.

La parte tre della norma si applica al sito di installazione (spazio dell’impianto, servizi e dispositivi di protezione individuale necessari), specificando i requisiti per la sicurezza del sito che possono essere necessari, l’impostazione di questa parte di norma lascia pensare ad impianti di una certa dimensione, sono comunque fornite indicazioni che possono essere utili anche per i piccoli impianti.

Termina la parte normativa la sezione 4 che tratta esercizio, manutenzione, riparazione e recupero, si chiarisce, come del resto cita anche la normativa italiana sulla manutenzione degli impianti, che ogni impianto deve essere sottoposto a manutenzione preventiva secondo le indicazioni e le periodicità riportate sul manuale di istruzioni. La sezione riguardante il recupero non si limita ad analizzare il solo recupero del fluido frigorigeno, ma tratta tutte le parti, come olio, filtri essiccatori e materiale isolante che devono essere recuperati e/o smaltiti correttamente.

I fluidi frigorigeni devono essere recuperati per il riutilizzo, il riciclo o la rigenerazione oppure devono essere correttamente smaltiti.

Il gas recuperato se sarà utilizzato sullo stesso impianto e non è stato contaminato da una bruciatura del motore potrà essere riutilizzato previo superamento della prova di acidità, se il gas fosse destinato ad un altro impianto, necessita di rigenerazione. Qualora la prova di acidità non fosse superata, il gas dovrà essere sottoposto ad un processo di riciclaggio con un attrezzatura conforme alla ISO 11650.

Il fluido frigorigeno recuperato, e non utilizzato sullo stesso impianto, dovrà necessariamente essere inviato alla rigenerazione per soddisfare le specifiche tipiche di un nuovo fluido frigorigeno.

Il fluido frigorigeno usato, che non è destinato al riutilizzo, dovrà essere trattato come rifiuto, da destinare allo smaltimento sicuro, come anche l’olio e altri componenti recuperati da un impianto, dovranno anch’essi essere trattati come rifiuto.

Si ricorda che gran parte delle operazioni previste nella parte quarta, se applicate ad impianti contenenti FGAS, sono soggette alla comunicazioni in Banca Dati secondo il DPR 146/2018.

Per come è stata concepita e strutturata la normativa UNI EN 378, specialmente le sue due parti 2 e 3, potrà essere citata all’interno del modulo di dichiarazione di conformità di cui al D.M. 37/08. E’ doveroso tuttavia ricordare che l’ultima revisione delle parti della normativa sopra citata, e quelle ad oggi in vigore, sono la UNI EN 378-2:2017 e la UNI EN 378-3:2021, entrambe in lingua inglese. La lettura non è impossibile, sono comunque norme tecniche, rimaniamo tuttavia in attesa della versione in lingua italiana, più facilmente interpretabile, anche per gli installatori/manutentori che vorranno citarla.

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