HYDRA ottobre 2023

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OTTOBRE 2023

VERSO IL NUOVO REGOLAMENTO FGAS

IL PARLAMENTO EUROPEO VOTA PER L’ELIMINAZIONE DEI GAS FLUORURATI ENTRO IL 2050

COME ACCATASTARE UN GENERATORE

DIISOCIANATI:

OBBLIGO FORMATIVO PER CHI LI UTILIZZA

A BIOMASSA DUBBI SULLA

DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ ANCORA?!



Editoriale

IL REGOLAMENTO FGAS (UE) 517/2014 VA IN PENSIONE NOVITÀ IMPORTANTI IN ARRIVO!

Sommario Ottobre 2023

4 Ci piace cominciare questo articolo di Hydra con quella che a nostro avviso è la news più importante degli ultimi mesi, ovvero che finalmente, dopo parecchi mesi di discussione, il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo durante la riunione del trilogo del 5 ottobre scorso su quello che sarà in nuovo Regolamento FGAS dell’Unione Europea. Le maggiori novità verranno approfondite nell’articolo dedicato a pagina 5, qui aggiungiamo solo che adesso non ci resta che aspettare la definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, che molto probabilmente avverrà entro gennaio 2024. Questa come dicevamo è una novità decisamente importante ed attesa, non solo dagli addetti ai lavori, ma una novità altresì importante riguarda il mondo dei composti a base di diisocianati. I diisocianati sono sostanze chimiche ampiamente utilizzate in diversi settori industriali, come ad esempio nella produzione di schiume poliuretaniche, vernici, adesivi e materiali vari, sono presenti nelle nostre case come isolanti termici e acustici, nei nostri veicoli come sedili e interni ecc. Recenti studi effettuati ne hanno analizzato la loro componente tossica e di rischio per la salute umana e l’ambiente. La comunità europea ha stabilito una serie di obblighi per il loro utilizzo a partire dal 24 agosto 2023. Parleremo e approfondiremo questi temi. Vogliamo però dare spazio in questo numero di Hydra anche alla sorgente che prende il nome di Biomassa. Questo perché a nostro avviso l’obiettivo ambizioso del 2050, ovvero la visione strategica della Commissione europea di realizzare un’economia climaticamente neutra entro il 2050, si potrà raggiungere solo dall’integrazione di più sorgenti energetiche. Una pompa di calore si può integrare con un sistema fotovoltaico e con un accumulo energetico (con riferimento alla parte elettrica), ma si può integrare anche con un impianto a biomassa (con riferimento alla parte termica) per avere quell’energia in più necessaria a coprire i carichi termici richiesti dall’utenza nei periodi più rigidi, di solito i mesi invernali. La crescita e l’utilizzo di questa tecnologia è stata negli ultimi anni decisamente importante, anche grazie al ricorso agli incentivi fiscali e al Conto Termico di cui molti privati hanno potuto beneficiare, purtroppo però, come spesse volte succede, esistono anche dei risvolti non sempre desiderati e desiderabili. Stiamo parlando della criticità più importante che riguarda il settore, ovvero le emissioni inquinanti che avvengono durante la combustione della stessa. La Regione Toscana per mezzo della delibera n.222 del 6 marzo scorso, ha recentemente esteso il campo del censimento degli impianti a biomassa sul proprio territorio regionale. Non sarà più la soglia dei 10 kW a decidere se un impianto dovrà essere accatastato o no, ma semplicemente tutti gli impianti, dovranno essere accatastati, o comunque dichiarati. Novità sulla biomassa però ci sono state anche nel campo normativo, una delle novità più importanti è stata indubbiamente la pubblicazione della norma UNI 10398-2, attraverso la quale si può realizzare la misurazione del rendimento di combustione.

Attualità

TRANSIZIONE ENERGETICA Verso lo sfruttamento di energie alternative

DIISOCIANATI: OBBLIGO FORMATIVO PER CHI LI UTILIZZA

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Cosa sono i diisocianati e perchè possono essere pericolosi?

VERSO IL NUOVO REGOLAMENTO FGAS il Parlamento Europeo vota per l’eliminazione dei gas fluorurati entro il 2050

In primo piano

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DUBBI SULLA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ…ANCORA?!

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UN NUOVO SETTORE SI STA FACENDO STRADA NEL GRUPPO MARTINELLI

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questo importante documento

Ill futuro “Green” del Gruppo Martinelli

IL GRAN GALÀ PER I SETTANT’ANNI LENA Cuore e passione, la loro mission

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IDROTIRRENA FESTEGGIA IL SUO 25° COMPLEANNO Due giornate promozionali per festeggiare un bel traguardo

IDROTIRRENA COMMERCIALE: PENSIONE MERITATA PER ARMANDO GENOVESI Il suo erede Carlo Bascelli è pronto a nuove sfide

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Impiantistica

VMC: UNA GAMMA COMPLETA E ITALIANA AL 100% Valsir presenta la soluzione che coniuga comfort ed efficenza energetica

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MURELLE REVOLUTION

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COME ACCATASTARE UN GENERATORE A BIOMASSA

Il prodotto L’ibrido compatto senza unità esterna

Normativa

Cosa si intende per generatore a biomassa e come procedere all’accatastamento

HYDRA è disponibile anche on-line sul sito www.hydraclub.org

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Attualità

TRANSIZIONE ENERGETICA VERSO LO SFRUTTAMENTO DI ENERGIE ALTERNATIVE

Nella precedente edizione della nostra rivista HYDRA abbiamo iniziato a parlare di cosa ci aspetta nei prossimi dieci anni dal punto di vista energetico, abbiamo accennato alle iniziative volte a migliorare il parco edilizio esistente, ma abbiamo anche iniziato a porre l’attenzione su quello che sarà il mix energico dei prossimi anni dove la decarbonizzazione sarà la parola d’ordine; ed oggi vogliamo entrare più nel dettaglio di quello che significa la transizione energetica. La transizione energetica è un processo di cambiamento nei modi in cui la società produce e utilizza l’energia, passando da una dipendenza dalle fonti di energia tradizionali, come il petrolio e il carbone, a fonti di energia più pulite e sostenibili. L’obiettivo principale della transizione energetica è quello di ridurre le emissioni di gas serra e di combattere i cambiamenti climatici, oltre che di garantire una maggiore sicurezza energetica e una maggiore indipendenza dei paesi dalle importazioni di combustibili fossili. L’Unione Europea ha stabilito una serie di obiettivi ambiziosi, fissando il 2050 come l’anno in cui si mira a raggiungere una neutralità climatica. Ciò significa che l’Europa dovrebbe emettere la stessa quantità di gas serra che è in grado di assorbire attraverso fonti di energia rinnovabile e tecnologie di cattura e stoccaggio delle emissioni. Questo obiettivo si inserisce nell’Accordo di Parigi sul clima, che l’UE ha sottoscritto insieme ad altri paesi del mondo nel 2015, con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Per raggiungere questi obiettivi, l’UE ha adottato il “Pacchetto per il clima ed energia”, che comprende una serie di misure e strumenti aumentando la quota di energie rinnovabili nella produzione di energia e riducendo le emissioni di gas serra. Il pacchetto include anche l’Unione dell’energia, una strategia complessiva che mira a garantire una transizione energetica sostenibile e a promuovere una maggiore sicurezza energetica nell’UE. In questo contesto, l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano nella promozione delle politiche e delle azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica stabiliti dall’UE. Ad esempio, nel 2019 il governo italiano ha adottato la Strategia Energetica Nazionale (SEN), che prevede una serie di obiettivi e azioni per il periodo 2020-2030, al fine di aumentare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico nazionale e ridurre le emissioni di gas serra. Tra le principali misure previste dalla SEN ci sono la promozione dell’efficienza energetica in tutti i settori (residenziale, trasporti, industria, ecc.), lo sviluppo del mercato delle energie rinnovabili attraverso incentivi e meccanismi di sostegno, e il potenziamento delle infrastrutture di rete per favorire l’integrazione delle fonti di energia rinnovabile. Inoltre, l’Italia ha aderito all’European Green Deal, un piano dell’UE per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica e di transizione energetica entro il 2050. Anche altri paesi europei stanno adottando misure e politiche per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica dell’UE. Ad esempio, la Germania ha fissato l’obiettivo di aumentare la quota di fonti di energia rinnovabile al 65% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, mentre la Spagna ha adottato una legge per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e prevede di chiudere tutte le centrali a carbone entro il 2025. 4

Paesi come il Regno Unito e la Svezia hanno già raggiunto importanti traguardi nella produzione di energia rinnovabile: il Regno Unito ha raggiunto il 33% della sua produzione di energia da fonti rinnovabili nel 2019, mentre la Svezia ha raggiunto il 54%. Inoltre, ci sono anche paesi europei che stanno investendo in tecnologie innovative per la transizione energetica, come la Norvegia che sta sperimentando l’uso di auto elettriche e la Danimarca che sta sviluppando progetti di produzione di energia offshore. In conclusione, la transizione energetica è un processo fondamentale per il futuro dell’UE e dei suoi cittadini. L’adozione di politiche e misure mirate da parte dei singoli Stati membri, insieme alla collaborazione e al coordinamento a livello europeo, sono essenziali per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e di neutralità climatica entro il 2050. È importante che tutti gli attori – governi, industria e cittadini – lavorino insieme per garantire una transizione energetica sostenibile ed efficace, in grado di garantire un futuro migliore per il pianeta. L’Italia sta adottando una serie di misure e politiche per promuovere la transizione ecologica nel settore degli impianti di riscaldamento residenziali. Questo settore è responsabile di una grande parte delle emissioni di gas serra e della dipendenza dal combustibile fossile, quindi è fondamentale intervenire per ridurre l’impatto ambientale e promuovere una maggiore sostenibilità. Una delle principali iniziative dell’Italia riguarda la promozione delle fonti rinnovabili per il riscaldamento domestico. Grazie all’obiettivo europeo di raggiungere almeno il 32% di energia proveniente da fonti rinnovabili entro il 2030, l’Italia ha adottato diverse misure per incoraggiare l’utilizzo di fonti pulite per il riscaldamento, come ad esempio incentivi finanziari e agevolazioni fiscali per l’installazione di impianti di pannelli solari termici, pompe di calore e caldaie a biomassa. Inoltre, il governo italiano ha recentemente introdotto una nuova normativa sull’efficienza energetica degli edifici, che prevede l’obbligo di installare sistemi di riscaldamento alimentati da fonti rinnovabili o ad alta efficienza energetica nei nuovi edifici e nella ristrutturazione di quelli esistenti. Ciò contribuirà non solo a ridurre le emissioni di gas serra, ma anche a ridurre i costi energetici per i residenti. Per incentivare ulteriormente l’adozione di sistemi di riscaldamento ecologici, l’Italia sta anche promuovendo la produzione di biogas da biomassa agricola e rifiuti organici. L’utilizzo di biogas come combustibile alternativo può ridurre notevolmente le emissioni di gas serra rispetto ai combustibili fossili, rendendolo una scelta sostenibile per il riscaldamento domestico. Per aumentare l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento residenziali si procede con la promozione dell’installazione di sistemi di controllo e di regolazione delle temperature, l’isolamento termico degli edifici e l’utilizzo di tecnologie di cogenerazione, che consentono di produrre energia elettrica e calore allo stesso tempo. Inoltre, il governo italiano sta promuovendo la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per rendere il riscaldamento residenziale ancora più sostenibile ed efficiente. Ad esempio, si stanno studiando nuovi sistemi di stoccaggio dell’energia e nuove soluzioni per la gestione intelligente del riscaldamento negli edifici. Si sta muovendo tanto anche sul fronte della formazione e nella sensibilizzazione dei cittadini riguardo all’importanza della transizione ecologica nel settore del riscaldamento residenziale. Campagne di informazione e programmi di sensibilizzazione stanno aiutando i cittadini a comprendere i benefici della scelta di sistemi di riscaldamento sostenibili e a prendere decisioni consapevoli per ridurre l’impatto ambientale delle loro abitazioni. In conclusione, grazie a questi interventi, il Paese sta contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità energetica a livello nazionale e europeo.

Un passo importante verso un futuro più sostenibile e verde per il nostro Paese e dell’Europa intera.


Attualità

DIISOCIANATI: OBBLIGO FORMATIVO PER CHI LI UTILIZZA COSA SONO I DIISOCIANATI E PERCHÈ POSSONO ESSERE PERICOLOSI? I diisocianati sono sostanze chimiche ampiamente utilizzate in diversi settori industriali, come ad esempio nella produzione di schiume poliuretaniche, vernici e adesivi. Tuttavia, a causa della loro potenziale tossicità e dei rischi per la salute umana, la comunità europea ha stabilito una serie di obblighi per il loro utilizzo a partire dal 24 agosto 2023. E’ importante comprendere di cosa si tratta esattamente quando si parla di diisocianati. Si tratta di composti chimici che vengono utilizzati principalmente per produrre schiume poliuretaniche, materiali presenti nelle nostre case come isolanti termici e acustici ed in molte altre applicazioni industriali. Tuttavia, nonostante la loro versatilità e utilità, i diisocianati possono anche rappresentare un serio rischio per la salute umana. Essi infatti possono causare gravi irritazioni e danni agli occhi, alla pelle e al tratto respiratorio, e possono essere cancerogeni nelle forme più aggressive. Per questo motivo, la comunità europea ha deciso di agire per limitare l’utilizzo dei diisocianati e proteggere la salute dei cittadini. A partire dal 24 febbraio 2022 è vietata l’immissione sul mercato europeo di sostanze che contengono diisocianati in concentrazioni superiori allo 0,1, in alternativa il fornitore deve garantire che il destinatario delle sostanze o delle miscele disponga di informazioni adeguate e fornite attraverso una formazione (obbligatoria da agosto 2023) sull’uso sicuro dei diisocianati prima di utilizzare le sostanze o miscele che li contengono. Proprio per questo è stato imposto l’obbligo dell’etichettatura di tutti i prodotti contenenti diisocianati, con l’indicazione dei rischi e delle

precauzioni da adottare per un loro utilizzo sicuro. L’industria sta già lavorando per trovare alternative più sicure e sostenibili, molte aziende stanno investendo in ricerca e sviluppo per introdurre nuove tecnologie e sostanze meno dannose per l’ambiente e per la salute umana ma, in attesa di queste soluzioni alternative, è necessario essere aggiornati sui rischi provocati, seguire le istruzioni di sicurezza del produttore e avere una formazione adeguata sulle corrette procedure di gestione e smaltimento degli stessi. Idrotiforma ha preso in analisi tutti i prodotti proposti dai nostri punti vendita analizzando quali di questi rientrano all’interno della normativa con obbligo di formazione, sulla base di questi prodotti e prodotti simili utilizzati generalmente dai nostri installatori è stato organizzato un corso valido per l’assolvimento degli obblighi con rilascio di attestato nominativo che consenta la manipolazione in sicurezza dei prodotti contenenti diisocianati in concentrazioni superiori ai valori soglia di cui al Regolamento (UE) 2020/1149. La durata del corso di formazione è di 3 ore e la validità dell’attestato è quinquennale, per agevolare la partecipazione al corso si è deciso di predisporre il corso in modalità da remoto. L’iscrizione al corso dovrà essere effettuata esclusivamente attraverso il portale www.idrotiforma.it

VERSO IL NUOVO REGOLAMENTO FGAS IL PARLAMENTO EUROPEO VOTA PER L’ELIMINAZIONE DEI GAS FLUORURATI ENTRO IL 2050 Il 30 marzo scorso, il Parlamento europeo ha adottato gli emendamenti al Regolamento Fgas proposti dalle Commissioni ITRI (Attività Produttive) ed ENVI (Ambiente). Seguiti da una fase di negoziazione con i 27 Stati membri dell’UE, rappresentati nel Consiglio dell’UE, per ulteriori modifiche o conferme, ora siamo arrivati finalmente alla fase finale. Il 5 ottobre scorso il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e i rappresentanti delle Commissioni, in quello che è chiamato tecnicamente “trilogo”, hanno raggiunto un accordo. La pubblicazione del testo definitivo in Gazzetta Ufficiale, è previsto per il mese di gennaio 2024. Riportiamo i punti più importanti del testo: 1. Ridurre progressivamente gli HFC sul mercato europeo a partire dal 2039 ed eliminare completamente la loro produzione e consumo entro il 2050. Già dal 2024 è prevista una forte riduzione di volumi che continuerà fino a raggiungere l’ambizioso livello zero entro il 2050. 2. Rafforzare i requisiti che regolano l’immissione di prodotti contenenti gas fluorurati sul mercato unico UE; 3. Estendere l’attività di formazione e certificazione sui gas fluorurati anche ai refrigeranti alternativi; 4. Migliorare il monitoraggio del commercio illegale consentendo alle autorità doganali di procedere al sequestro e alla confisca di Fgas importati o esportati in violazione delle norme. Con riferimento al punto 2., la valutazione del nuovo Regolamento UE sui gas fluorurati ha individuato nella sostituzione dell’R410A (GWP 2088) con l’R32 (GWP 675), nelle nuove unità monosplit di piccole dimensioni (contenenti meno di 3 kg di fgas), uno dei principali fattori che hanno determinato la riduzione degli HFC nei condizionatori stazionari; ricordiamo che a breve, 1 gennaio 2025,

scatterà comunque la soglia del GWP 750, come valore massimo per l’immissione in commercio di questa tipologia di apparecchiature. Analogamente e sempre per l’R410A, e con riferimento alle nuove unità mobili ermeticamente sigillate, è stato individuato nel propano R290 (GWP 3), il principale sostituto, in linea con quanto già previsto dal Regolamento 517/2014 (tutt’ora in vigore) che fissava in GWP 150 il limite massimo per l’immissione in commercio dal 1 gennaio 2020. Da una prima lettura del testo definitivamente approvato il 5 ottobre 2023, con riferimento alle sole apparecchiature Fgas di condizionamento (stazionarie e movibili) e limitandoci ai divieti sulla messa in commercio; potremmo proporre la seguente semplificazione, che a nostro avviso rispecchia la volontà del legislatore: 1. Stop completo all’uso di gas fluorurati sulle pompe di calore monoblocco e sui condizionatori d’aria di piccole dimensioni (<12kW) che contengono gas fluorurati con un GWP di almeno 150 a partire dal 2027, e completa eliminazione nel 2032; 2. Divieto totale dei gas fluorurati per i condizionatori d’aria e le pompe di calore split a partire dal 2035, con scadenze anticipate per alcuni tipi di sistemi split con un potenziale di riscaldamento globale più elevato. Da quanto sopra risulta quindi evidente come l’impiego, lo studio e la formazione sui nuovi gas refrigeranti, non a base di HFC, sarà il tema principale dei prossimi anni: CO2 (R774); propano (R290); isobutano (R600a), ammoniaca (R717)…solo per fare qualche nome, saranno i refrigeranti del futuro.

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In primo piano

DUBBI SULLA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ…ANCORA?! CERCHIAMO DI FARE UN PO’ DI CHIAREZZA SU QUESTO IMPORTANTE DOCUMENTO

Ebbene sì, sembra difficile che dopo ormai più di 15 anni dal dm 37/08 ci siano ancora dubbi, incomprensioni e quesiti in merito alla Dichiarazione di Conformità, che per legge deve accompagnare una fine lavori ma, da confronti avvenuti con installatori e manutentori durante il corso Idrotiforma di aggiornamento triennale della qualifica FER, è emerso come questa pratica non sia stata ancora del tutto assimilata. Ci è sembrato quindi opportuno fare un po’ il punto della situazione su questa pratica di chiusura lavori: da allegare ad una pratica edilizia, da comunicare ad un Comune, od anche semplicemente da consegnare al committente dei lavori. La dichiarazione di conformità rappresenta una sorta di certificazione di un impianto, viene rilasciata al termine dei lavori dal responsabile tecnico dell’impresa che ha installato o apportato modifiche all’impianto, sia esso di tipo elettrico, idrico, termico, gas oppure antincendio. Compare per la prima volta nella legge 46/90, poi nel decreto 22 gennaio 2008, n. 37. Assume quindi un valore di garanzia e di sicurezza in quanto il responsabile tecnico che la firma, garantisce ed attesta per mezzo delle sue competenze certificate, che l’impianto è stato installato seguendo la regola dell’arte, secondo le più recenti normative e regole vigenti. La certificazione dell’impianto è appunto definita dichiarazione di conformità, a volte più comunemente abbreviata con la sigla Di.Co. Il decreto 37/08 si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso, collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze, è d’obbligo per interventi rientranti in una delle seguenti categorie: - Installazione di un nuovo impianto; - Manutenzione straordinaria; - Modifica/ampliamento di un impianto già esistente. Per esempio già da qui capiamo che la Di.Co non è richiesta per opere di manutenzione ordinaria, che normalmente riguardano interventi di routine, atti a garantire il corretto funzionamento dell’impianto ma che non comportano modifiche significative delle sue caratteristiche. Interessante è anche la parte relativa agli allegati tecnici obbligatori previsti. L’impresa che effettua i lavori, oltre a compilare il modellino Di.Co, allegato al decreto ministeriale, è tenuta a presentare ulteriori allegati: un progetto relativo al lavoro effettuato; una relazione sulla tipologia dei materiali utilizzati; uno schema di impianto; l’eventuale riferimento a precedenti dichiarazioni di conformità; la propria Visura Camerale. Attenzione, il progetto è sempre obbligatorio. Il progetto dovrà essere redatto da un professionista iscritto all’albo, secondo la specifica competenza tecnica richiesta, per esempio nel caso di impianti di riscaldamento a gas dotati di canne fumarie collettive ramificate oppure nel caso di impianti di climatizzazione aventi una potenzialità frigorifera pari o superiore a 40.000 frigorie/ ora (pari a circa 46 kW) o per altri casi, espressamente richiamati nel comma 2 dell’art. 5 della legge stessa. Negli altri casi, il progetto, è

redatto dal responsabile tecnico dell’impresa installatrice. In questo secondo caso l’elaborato tecnico è costituito almeno dallo schema dell’impianto da realizzare, inteso come descrizione funzionale ed effettiva dell’opera da eseguire eventualmente integrato con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d’opera. Per schema dell’impianto realizzato si intende la descrizione dell’opera come eseguita (si fa semplice rinvio al progetto quando questo è stato redatto da un professionista abilitato). Nel caso di trasformazione, ampliamento e manutenzione straordinaria, l’intervento deve essere inquadrato, se possibile, nello schema dell’impianto preesistente. Su questo tema, impianto preesistente, abbiamo avuto diverse richieste di chiarimenti durante i nostri corsi, la domanda che più spesso ci è stata posta è: “Ma se io firmo la dichiarazione di conformità su un impianto di cui ne ho realizzato una sola parte, mi assumo la responsabilità dell’impianto nella sua interezza? “. Su questo punto il decreto legge è abbastanza chiaro, al comma 3 dell’articolo 7 troviamo scritto come in caso di rifacimento parziale di impianti, il progetto e la dichiarazione di conformità, si riferiscono alla sola parte degli impianti oggetto dell’opera di rifacimento, ma tengono conto della sicurezza e funzionalità dell’intero impianto. Dovrà quindi essere richiamata, durante la stesura della dichiarazione di conformità, la precedente dichiarazione di conformità ed eventualmente il progetto. “E se non fosse reperibile la vecchia dichiarazione di conformità? “ Nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto è sostituito, per gli impianti eseguiti prima dell’entrata in vigore del dm 37/08 (27 marzo 2008), da una Dichiarazione di Rispondenza, anche detta Di.Ri, resa da un professionista iscritto all’albo professionale per le specifiche competenze tecniche richieste, che ha esercitato la professione, per almeno 5 anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, sotto personale responsabilità, in esito a sopralluogo ed accertamenti. Per gli impianti non ricadenti nel campo di applicazione dell’articolo 5, comma 2 (obbligo di progetto da parte del professionista) da un soggetto che ricopre, da almeno 5 anni, il ruolo di responsabile tecnico di un’impresa abilitata, operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione. Infine il dm 37/08, che ricordiamo ha sostituito la legge 46/1990, non fa riferimento a quali norme tecniche debba essere rispondente un determinato impianto. Tuttavia all’art. 6, viene fatto espressamente riferimento, alle normative UNI, CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell’Unione europea. Se a seguito di sopralluoghi, prove e verifiche di confronto con i requisiti specificati nelle norme cui sopra, l’impianto risulta idoneo, si considera eseguito secondo la regola dell’arte. Per esempio, se abbiamo a che fare con un impianto a gas realizzato tra il 1990 ed il 2008, possiamo eseguire una prova di tenuta secondo la UNI 11137:2019 e successivamente emettere la Di.Ri sulla base di specifiche linee guida, come per esempio le Linee Guida CIG n.11. Ultima nota è sulla conservazione del documento: “La Dichiarazione di Conformità per quanti anni va conservata?”. La legge 46/90 ed il successivo dm 37/08 non specificano quanto sia il tempo di archiviazione del documento. Possiamo però dire che: 1. il Codice civile rende responsabile per vizi occulti l’esecutore delle opere per 10 anni; 2. il Codice penale non prevede prescrizioni alla verifica delle responsabilità dell’esecutore. Per quanto sopra riteniamo che l’unico documento che può essere citato, con riferimento alla data di esecuzione delle opere, sia la Dichiarazione di Conformità, e pertanto, almeno per 10 anni è meglio tenerla in archivio. 7


UN NUOVO SETTORE SI STA FACENDO STRADA NEL GRUPPO MARTINELLI IL FUTURO “GREEN” DEL GRUPPO MARTINELLI Da inizio 2022 per continuare il processo di sviluppo e crescita dell’azienda, il gruppo si tinge di GREEN ed aggiunge con il fotovoltaico un nuovo canale di vendita nelle proprie aree di mercato.

Il Gruppo Martinelli con la propria forza vendita è già in grado di proporre le migliori soluzioni tecnologiche con l’utilizzo di prodotti di elevato standard qualitativo.

L’impianto fotovoltaico è da sempre una tecnologia in grado di poter produrre energia elettrica pulita e rinnovabile in svariati ambiti di applicazione. Le tensioni sul fronte orientale dell’Europa hanno accelerato la crescita di questo comparto. Che si tratti di un grande parco di produzione, o di un’azienda o di un’abitazione, l’impianto fotovoltaico è in grado di abbattere i costi delle bollette e di efficientare le abitazioni grazie alla sua semplicità d’uso e alla flessibilità nell’installazione. Le società del Gruppo Martinelli hanno inserito personale specializzato dedicato a questo settore per implementare questo segmento di mercato, iniziando a realizzare sia semplici impianti domestici che impianti industriali di grandi dimensioni. Specialmente in ambito residenziale, è fondamentale progettare e configurare l’impianto fotovoltaico al fine di poter ottimizzare l’utilizzo dell’’energia prodotta per i consumi delle varie utenze domestiche.

IL GRAN GALÀ PER I SETTANT’ANNI LENA CUORE E PASSIONE, LA LORO MISSION

Il settantesimo compleanno per un’attività commerciale è giusto festeggiarlo nel migliore dei modi e Lena, nello showroom Artebagno in via dell’Artigianato a Livorno, il 15 giugno scorso ha voluto circondarsi di tanti ospiti della Livorno imprenditoriale, ma anche personaggi importanti dei settori di cui Lena si occupa, che spaziano dall’arredo bagno, pavimenti e rivestimenti, alla termoidraulica, irrigazione, antincendio, elettropompe, depuratori e addolcitori, canne fumarie, riscaldamento radiante, radiatori, scaldabagni, caldaie, impianti solari e cucine su misura, con il marchio Lena Custom Design. Tutto nacque da un signore che faceva l’idraulico, che di nome faceva Sirio e che con la moglie, la signora Bruna Nerazzini, aprì bottega in via Marradi nel 1953. Paolo Lena ha rilevato da tempo il testimone e col fratello Carlo ed i figli, Francesca, Alessandro e Rachele, porta avanti l’attività con successo immutato. «Chiaramente sono felice che, in occasioni importanti come questa, in cui si fa festa - dice - ci siano tanti amici, clienti, fornitori, colleghi e preziosi collaboratori. Se siamo dove siamo, ciascuno di essi ci ha messo del suo». Il riferimento ai genitori non può mancare. «Il pensiero principale va a loro. All’epoca, nel negozio di via Marradi, c’era una vetrina sola. Si vendevano cucine, stufe, idraulica. Tutto insieme, come se fosse un bazar. S’ingrandirono piano piano e l’organico è cresciuto. Nostro padre curava sempre i prodotti, andando su materiali di un certo livello. Che significa non sempre pensare alle cose più care ma di qualità certa. Ha formato i propri dipendenti e anche gli installatori. lo sono venuto su con loro». Si pensa al presente e parla di sè e del fratello Giancarlo. Cuore e passione, la loro mission. Trasmessa anche ai figli. Otto i punti vendita dislocati su tutto il territorio della provincia: Cecina, Rosignano, Venturina, Piombino, Isola d’Elba; gli altri tre, a Livorno. Ma non basta per raccontare l’universo Lena. Francesca Lena aggiunge «É un’emozione, per me. Celebrare l’azienda significa prima di tutto rivolgere un pensiero a chi questa 8

azienda l’ha creata tanti anni fa, facendo molti sacrifici. Mio padre e mio zio hanno sempre colto le opportunità di rinnovamento che gli imprenditori devono possedere e la nostra sfida è proseguire sulla via intrapresa. Osservando sempre con curiosità ogni novità sul mercato: progetti, passione e sogni, non ci mancano».

Giampaolo e Giancarlo Lena

Francesca Lena


IDROTIRRENA FESTEGGIA IL SUO 25° COMPLEANNO DUE GIORNATE PROMOZIONALI PER FESTEGGIARE UN BEL TRAGUARDO Quest’anno, 2023, cade il venticinquesimo anniversario del gruppo Idrotirrena ed il gruppo ha deciso di festeggiarlo con due eventi promozionali rivolti ai propri clienti, installatori e manutentori, operanti nel settore termoidraulico. Con queste due giornate promozionali, il 17 luglio e 18 ottobre, i clienti professionali che si sono recati in uno qualunque dei punti vendita del gruppo Idrotirrena, hanno potuto beneficiare di uno sconto pari al valore dell’iva. La promozione ha interessato moltissimi prodotti e all’interno di tutti i settori è stato possibile individuare soluzioni scontate, e non c’è che dire, è stata una giornata di grande successo. Molti dei nostri clienti hanno preso l’occasione di “fare un po’ di magazzino”, in molti punti vendita i furgoni delle ditte sono stati caricati fino a saturare ogni spazio, con reciproca soddisfazione sia da parte delle ditte installatrici che da parte dei nostri punti vendita all’interno dei quali si sono trovare valide soluzioni per tutti.

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L’evento è stata l’ennesima occasione per consolidare i rapporti con i nostri clienti storici, ma anche l’opportunità per farci conoscere da nuovi futuri operatori nel mondo dell’idrotermosanitario. Come sempre la preparazione, la professionalità e la disponibilità del nostro personale, è stata messa a disposizione di ogni singolo cliente. Preparazione, professionalità e disponibilità volta a interpretare ed affiancare chi opera sul mercato che ci ha permesso, nel corso degli anni, di raggiungere una profonda copertura sul territorio toscano, fino alla bassa Liguria.

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COMMERCIALE

IDROTIRRENA COMMERCIALE: PENSIONE MERITATA PER ARMANDO GENOVESI IL SUO EREDE CARLO BASCELLI È PRONTO A NUOVE SFIDE Si è conclusa, dopo sette anni di proficua collaborazione con Idrotirrena Commerciale, la lunga ed esemplare carriera di Armando Genovesi. Il 31 luglio u.s. infatti, Armando si è definitivamente congedato dal lavoro per godersi la meritata pensione. Sotto la sua amministrazione l’azienda è cresciuta in dimensione, raddoppiando il numero delle filiali, e soprattutto in solidità, gettando le basi per futuri sviluppi. A lui vanno pertanto i sinceri ringraziamenti di tutto lo staff, collaboratori e soci per questi 7 anni di grande impegno e professionalità, ed un grande augurio per il suo futuro. La sua eredità è stata conferita a Carlo Bascelli, amministratore delegato di Climax Srl. Dopo 26 anni alla guida della società di proprietà dei soci Lena e Scarpellini, durante i quali ha avuto l’opportunità di maturare un’esperienza importante, è ora approdato nella società commerciale del gruppo Idrotirrena. E’ la risorsa giusta per raccogliere il testimone e per poter condurre Idrotirrena Commerciale verso nuovi traguardi. Nuovi scenari e nuove sfide si stanno concretizzando all’interno dell’azienda e, dopo essersi congratulati con Carlo per essere

stato individuato come persona adatta a ricoprire questo ruolo, siamo pronti per ripartire e continuare un’attività che in realtà non si è mai arrestata. Invitiamo tutti i collaboratori di Idrotirrena a dare il benvenuto a Carlo e dare, allo stesso tempo, un caloroso saluto ad Armando. Il gruppo c’è, la competenza pure, così come i continui complimenti dei nostri clienti, davvero quello di cui andiamo più orgogliosi. La sfida tracciata sarà quella di rimanere al passo coi tempi in un settore in continua evoluzione e rimanere sempre all’altezza delle aspettative che in noi vengono riposte. Auguriamo a tutti un futuro ricco di eccellenza come Idrotirrena ha saputo attestare sin dall’inizio della sua nascita.

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Impiantistica

VMC: UNA GAMMA COMPLETA E ITALIANA AL 100% VALSIR PRESENTA LA SOLUZIONE CHE CONIUGA COMFORT ED EFFICENZA ENERGETICA

Ogni persona compie mediamente più di 20.000 atti respiratori al giorno: questo avviene sempre più spesso all’interno di ambienti chiusi, dove la concentrazione di sostanze inquinanti è anche 5 volte superiore rispetto all’esterno. La VMC permette la diluizione e l’eliminazione di anidride carbonica, formaldeide, gas Radon e altre sostanze che, se presenti in alte concentrazioni, possono avere effetti dannosi per la salute. Il ricambio costante dell’aria riduce anche l’umidità prodotta in casa, spesso causa della formazione di muffe, condense e dell’aumento del calore percepito durante il periodo estivo.

La ventilazione meccanica controllata (o VMC) è un sistema studiato per il ricambio continuo e costante dell’aria all’interno dei fabbricati, al fine di migliorarne la qualità. Le unità di ventilazione sono dotate di due ventilatori, per immettere ed estrarre l’aria contemporaneamente. Uno scambiatore di calore a flussi incrociati in controcorrente recupera l’energia contenuta nell’aria estratta e la cede all’aria immessa, garantendo rendimenti oltre il 90%. In questo modo si riducono i consumi energetici dell’edificio, purificando allo stesso tempo l’aria dagli agenti inquinanti e dall’accesso di umidità.

Le unità di ventilazione meccanica Valsir consentono un elevatissimo recupero di calore, scambiando l’energia termica fra i flussi di aria in immissione ed espulsione. Questo permette di ridurre l’impatto dei costi dell’impianto di riscaldamento e condizionamento, migliorando l’efficienza dell’immobile secondo i più innovativi standard di sostenibilità nelle costruzioni.

Questo sistema permette di migliorare le caratteristiche energetiche dei fabbricati, ottemperando alle normative in vigore, mantenendo elevato il comfort abitativo. È un connubio perfetto l’abbinata fra la nuova gamma di unità VMC Ariosa HV ed il sistema di distribuzione dell’aria AriaSilent, entrambi sviluppati e prodotti da Valsir. Le nuove macchine Ariosa HV, presentate ufficialmente lo scorso marzo a Francoforte, in occasione di ISH 2023, sono disponibili in quattro versioni che si distinguono per la portata d’aria (170 e 250 mc/h) e per il tipo di scambiatore di calore utilizzato (sensibile o entalpico), e assicurano la copertura dell’intero range delle applicazioni residenziali.

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Ariosa HV

Impianto VMC

Prestazioni elevate, semplicità d’uso e di installazione, grande flessibilità sono solo alcuni fra i principali aspetti che hanno guidato lo sviluppo della gamma VMC di Valsir. Se guardiamo alle prestazioni, Ariosa HV consente un elevato recupero dell’energia termica grazie al suo design e ad uno scambiatore dalle performance eccellenti. Inoltre, la presenza di ventilatori a portata costante permette di assicurare il corretto ricambio d’aria indipendentemente dalla dimensione del sistema di distribuzione interno e da eventuali perdite di carico. Quando Ariosa HV è abbinata al sistema AriaSilent, la cui geometria interna – frutto di un’attenta analisi fluidodinamica – è stata progettata proprio per limitare le perdite di carico, si ottengono ulteriori vantaggi: abbattimento del rumore,miglioramento delle prestazioni energetiche e riduzione dei consumi elettrici. Prestazioni e qualità vanno a vantaggio anche della salubrità dell’aria trasportata. Filtri dalle elevate capacità bloccano la gran parte delle sostanze inquinanti indesiderate, che siano polveri, smog oppure pollini. Il sistema AriaSilent è realizzato con materiali antistatici e antibatterici, con il preciso obiettivo di coniugare al comfort un’elevata qualità dell’aria.

in configurazione destra o sinistra e ai connettori girevoli, che possono essere orientati in qualsiasi direzione per agevolare le operazioni. Anche la progettazione dell’impianto trae vantaggio da questa grande versatilità, e le caratteristiche del sistema si adattano facilmente ad ogni necessità, rispettando pienamente tutti i requisiti previsti in tema di efficienza energetica, salubrità degli ambienti e sostenibilità. Per l’utente finale, poi, la semplificazione rappresenta un immediato valore aggiunto, che si traduce in un controllo del sistema intuitivo e completo. Le unità possono essere gestite in più modalità: il display consente di scegliere il programma più adatto alle proprie esigenze e, naturalmente, di monitorare i valori di temperatura e umidità rilevati dai numerosi sensori integrati. È anche possibile selezionare il funzionamento automatico della macchina, grazie all’avanzata elettronica integrata - che regola la velocità in base alle fasce orarie per migliorare il comfort abitativo e varia in totale autonomia la modalità di funzionamento stagionale (invernale ed estiva) in base alle condizioni climatiche esterne. Ariosa HV sposa anche i più avanzati standard tecnologici, con la possibilità di controllare l’unità attraverso una app dedicata, che consente di gestirne in modalità remota tutte le funzionalità. È possibile, infatti, l’integrazione con i sistemi di automazione domestica, per la gestione del comfort. Il lancio del nuovo sistema AriaSilent per la distribuzione dell’aria negli impianti di ventilazione meccanica controllata ha avuto, come previsto, un doppio impatto sul mercato: innanzitutto, installare una VMC è diventato finalmente semplice, veloce e intuitivo; ma anche la gestione del magazzino è enormemente avvantaggiata dal numero estremamente contenuto di articoli che compongono il sistema.

Sistema AriaSilent

La semplicità è una caratteristica chiave dell’intera gamma di Valsir per la VMC, sia in termini di installazione, che di progettazione e di utilizzo. L’installazione è facilitata dal numero di elementi che compongono il sistema AriaSilent, estremamente contenuto rispetto a tutte le altre soluzioni proposte dal mercato; è questo il primo fattore a consentire una posa rapida e intuitiva, centrando l’obiettivo della riduzione dei tempi e dei costi di installazione. Le unità Ariosa HV, inoltre, si adattano alle esigenze di cantiere grazie alle opzioni di installazione

La ventilazione meccanica impedisce l’ingresso di polveri, inquinanti e pollini grazie all’azione dei filtri a elevate prestazioni dell’unità. Bloccando l’immissione di queste sostanze si può limitare il manifestarsi di patologie respiratorie e allergie. 11



Il prodotto

MURELLE REVOLUTION L’IBRIDO COMPATTO SENZA UNITÀ ESTERNA

Murelle Revolution è l’unico ibrido “tutto in uno” ad oggi presente sul mercato senza unità esterna e interamente contenuto in un’unità murale. Il modulo murale integra un generatore a condensazione a gas da 28 kW e una pompa di calore aria/acqua da 4 kW termici, senza necessità di unità esterna. L’innovativa tecnologia sviluppata da SIME prevede un circuito frigorifero ermeticamente sigillato che integra due evaporatori: il primo preleva calore dall’aria mentre il secondo recupera l’energia residua contenuta nei fumi della combustione a condensazione. Grazie al doppio evaporatore ed al funzionamento combinato dei due generatori, l’efficienza della pompa di calore rimane pressoché costante al variare della temperatura esterna. L’elevato rendimento è dimostrato anche dalla temperatura dei fumi che escono dall’apparecchio attorno ai 10°C. NESSUNA UNITA’ ESTERNA L’aria necessaria al funzionamento della pompa di calore viene aspirata ed espulsa tramite due tubazioni di diametro 16 cm. La tecnologia brevettata di Murelle Revolution può così essere applicata anche nei contesti abitativi più difficili, come quelli di pregio storico e culturale, in cui non è consentita l’installazione di pompe di calore esterne per vincoli estetici o architettonici.

FUNZIONA CON RADIATORI Murelle Revolution è il generatore ibrido ideale per la sostituzione delle caldaie tradizionali negli impianti esistenti anche con radiatori ad alta temperatura. La pompa di calore, essendo idraulicamente in serie alla caldaia a condensazione, consente un preriscaldo ad alta efficienza anche con temperature di mandata elevate. Il circolatore a giri variabili garantisce la minima temperatura di ritorno possibile, necessaria al funzionamento efficiente della pompa di calore. RISPARMIO ENERGETICO L’efficienza di Murelle Revolution consente di risparmiare dal 25% al 45% sui costi di riscaldamento rendendo minimo il tempo di ritorno dell’investimento. L’installazione consente inoltre di innalzare immediatamente di 2 o 3 classi la prestazione energetica (APE) dell’edificio e di conseguenza il valore commerciale dell’immobile. E’ possibile calcolare il risparmio nella propria zona climatica e scoprire altre utili informazioni su:

www.murellerevolution.com

SCARICO A PARETE SEMPRE AMMESSO Nel caso di sostituzione di caldaie esistenti con Murelle Revolution è sempre possibile realizzare lo scarico fumi a parete in quanto generatore ibrido certificato dal costruttore (D.Lgs.102/2014). 13


Normativa

COME ACCATASTARE UN GENERATORE A BIOMASSA

COSA SI INTENDE PER GENERATORE A BIOMASSA E COME PROCEDERE ALL’ACCATASTAMENTO

Con generatore a biomassa si intende un qualsiasi impianto termico fisso destinato ai servizi di climatizzazione invernale degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria alimentato a biomassa secca, principalmente legna e sottoprodotti del legno. Nella definizione rientrano per esempio i camini (sia aperti che chiusi con inserti), le stufe e le caldaie che usano come combustibile legna, pellet o cippato, ma sono escluse le cucine economiche, ovvero stufe dedicate alla sola cottura dei cibi e non collegate agli impianti di riscaldamento. Limitando la trattazione alla Regione Toscana, con la pubblicazione sul BURT n. 1 Parte Seconda del 15/03/2023 della Delibera n.222 del 06/03/2023 avente ad oggetto “Prime indicazioni in merito alle modalità per accatastamento, gestione e manutenzione degli impianti termici alimentati a biocombustibile solido in attuazione dell’articolo 23 ter comma 3 della legge regionale 24 febbraio 2005, n. 39”, entra in vigore l’obbligo di cui al punto 5 dell’Allegato A) della delibera stessa. Nel punto 5 dell’Allegato A) si fa espressamente riferimento alle modalità di accatastamento semplificato, per impianti a biomassa con potenzialità inferiore ai 10 kW. Questa del resto è una novità perché prima di questa delibera non vi erano obblighi di accatastamento per impianti con queste potenzialità termiche. La Regione prevede due modalità di registrazione/ accatastamento dell’impianto: 1. Nei casi in cui gli impianti siano stati installati precedentemente all’entrata in vigore della Delibera n.222 (15 marzo 2023), il responsabile dell’impianto provvederà ad un accatastamento semplificato dell’impianto accedendo ad una apposita pagina dedicata nel SIERT Regione Toscana, accessibile attraverso credenziali SPID, compilando un’apposita maschera informatica; 2. Nei casi in cui gli impianti siano stati installati invece successivamente all’entrata in vigore della Delibera n.222 (15 marzo 2023) è il manutentore/installatore dell’impianto che provvederà alle operazioni di registrazione dell’impianto attraverso le procedure di accatastamento indicate nel SIERT. Sono esclusi dalla procedure di accatastamento sul portale SIERT gli impianti non utilizzati o comunque da intendersi ad uso saltuario. Per tali impianti, ai fini di disporre comunque di un quadro conoscitivo aggiornato, il responsabile dell’impianto è comunque chiamato a produrre, attraverso una procedura informatizzata, una apposita autocertificazione. Tale attestazione, sotto forma di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, è esclusivamente limitata alle due specifiche casistiche di impianti sotto riportati: a. gli impianti a biomassa che risultino chiusi, dismessi o non in 14

funzione, da considerarsi quindi al pari di elementi/complementi di arredo; b. gli impianti a biomassa di potenza nominale inferiore a 10 kW utilizzati in maniera occasionale e saltuaria, individuabili nei soli casi in cui nell’abitazione non sia presente un ulteriore sistema di riscaldamento per il quale sussista obbligo di accatastamento. Quindi se siamo in presenza di generatore a biomassa con potenzialità termica inferiore ai 10 kW, si procede in una delle modalità cui sopra e la pratica si conclude o con l’invio di una dichiarazione sostitutiva o con il solo accatastamento del generatore. Se il mio generatore invece ha una potenzialità superiore ai 10 kW termici, il punto da prendere a riferimento è il 4, sempre dell’Allegato A) della Delibera sopra citata. Spetterà quindi all’installatore abilitato, ai sensi del DM 37/08, in fase di messa in servizio di un nuovo impianto provvedere al suo accatastamento od in alternativa al manutentore abilitato, nei soli casi in cui durante un intervento manutentivo si trovasse ad intervenire su un impianto non ancora accatastato. I manutentori o gli installatori dovranno accatastare sul CIT-SIERT gli impianti da loro manutenuti o installati, generando l’apposito Codice Catasto e riportando i contenuti delle schede del libretto d’impianto di cui al DM 10 febbraio 2014 e gli elementi descrittivi dell’impianto nel CIT (Catasto Impianti Termici). Il codice univoco così generato dal SIERT deve essere riportato su tutta la modulistica (libretto di impianto, rapporti di manutenzione) e sui successivi rapporti di tipo 1 B attestanti il rispetto degli obblighi di efficienza energetica. Ci preme qui ricordare che l’installazione, la ristrutturazione e la sostituzione di impianti termici alimentati da biomassa legnosa o di loro parti devono essere eseguite da ditte abilitate ai sensi del DM 22 gennaio 2008, n. 37 sì, ma anche in possesso della qualifica FER ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. 28/2011. Da quanto visto sopra, se stiamo intervenendo su un impianto di potenzialità maggiore o uguale ai 10 kW termici, oltre all’accatastamento il manutentore/istallatore si troverà a dover sbrigare un’ulteriore pratica, ovvero la stesura del Rapporto di Controllo dell’Efficienza Energetica (RCEE), che per la biomassa solida prende il nome appunto di rapporto di tipo 1 B. Il controllo di efficienza energetica verifica: a) Il sottosistema di generazione; b) La presenza e la funzionalità dei sistemi di regolazione della temperatura; c) La presenza e la funzionalità dei sistemi di trattamento dell’acqua, dove previsti. Recentemente, aprile 2022, la normativa UNI ha pubblicato una norma che va in aiuto del professionista installatore o manutentore, che si troverà ad effettuare il RCEE. La normativa in questione è la UNI 10389-2:2022 ed ha ad oggetto appunto “Misurazioni in campo - Generatori di calore - Parte 2: Apparecchi alimentati a biocombustibile solido non polverizzato”. La norma prescrive le procedure per eseguire in opera la misurazione del tiraggio, l’analisi dei prodotti della combustione e la misurazione del rendimento di combustione dei generatori di calore alimentati con biocombustibile solido non polverizzato. Nell’ultima pagina di questo numero di Hydra ne andiamo a riportare le metodologie che ne stanno alla base. In conclusione la Regione Toscana sta effettuando un censimento di tutti i generatori a biomassa presenti sul territorio regionale. Lo scopo principale è proprio questo, mappare tutti i generatori presenti, nell’ambito delle politiche adottate per contrastare l’inquinamento atmosferico dovuto alle PM10. Sempre la Regione ci informa infatti che, a parità di energia prodotta, un camino aperto inquina (PM10) quanto 4200 caldaie a metano.




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