Hurrà mondiali

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QUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO • Direttore Massimo Taggiasco

Anno X n. 12•14 giu. 2018

Orizzonte grigio! MASSIMO TAGGIASCO

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empre e solo rabbia e delusioni. La storia degli ultimi 45 anni dell’Alessandria calcio sembra non lasciare spazio neppure alle illusioni. Il presidente Di Masi ha annunciato un sostanziale ridimensionamento del suo impegno economico e l’idea di costruire una squadra basata sui giovani. Lui è il padrone e può fare e disfare quello che vuole: i soldi sono i suoi, ma bisogna anche saperli spendere. Da tifoso mi permetto solo di dire che dopo 5 anni di parole e promesse, mi sarei aspettato qualcosa di meglio. Quanto dovremo ancora attendere per festeggiare

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un’Alessandria competitiva in serie C? In questi anni abbiamo visto cambiare allenatori, di-

Hurrà Grigi

rettori sportivi, giocatori e la B è rimasta un miraggio. Come si può sperare che, all’improvviso, una pro-

Hurra Grigi

grammazione che è sempre mancata nasca dalle macerie di una ricostruzione di cui non vedono neppure le

fondamenta? Perché non è stato detto chiaramente ai tifosi quali sono gli aspetti concreti, gli obiettivi temporali, i margini di investimento di questo nuovo corso? Il primo passo è stato fatto con un allenatore alle prime esperienze: auguriamo a D’Agostino di riuscire là dove in troppi, non sempre per colpa loro, hanno fallito, così come ringraziamo Marcolini per il lavoro che ha fatto in Alessandria: gli vada, almeno, la gratitudine dei tifosi. Per il resto, aspettiamo a vedere quale sarà la rosa della nuova Alessandria: il campo, come sempre, darà il giudizio definitivo. Noi continueremo a tifare per l’Orso Grigio, contro tutto e tutti. Hurrà Grigi.

hurragrigi

In questo numero Mondiali in Russia

Quattro pagine speciali dedicate all’evento calcistico che proprio oggi prende il via

Allenatori protagonisti

Nostre interviste a: • Michele Marcolini • Bepi Pillon • Domenico Toscano • Gaetano Auteri • Giuseppe De Fidio

Il prossimo appuntamento

Hurrà Grigi torna in edicola venerdì 6 luglio 2018 con il calciomercato, lo speciale centauri, tutto lo sport e le feste della provincia

GianmariaZanier Videointerviste


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anno X n. 12

HURRÀ GRIGI

L’INTERVISTA a Silvio Bolloli

Bolloli: “Di Masi: tiriamo le somme”

@Paolo Baratto

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ilvio è tempo di voltare pagina. Prima di voltare pagina credo che, dopo quasi cinque anni di gestione Di Masi, i tempi siano maturi per fare un buon bilancio. Va bene, facciamo pure un bilancio: sentiamo il tuo. Nel caso di Di Masi occorre sdoppiare la valutazione: dal punto di vista morale e dal punto di vista gestionale-sportivo. Morale? Addirittura? Si, perché, come ho più volte detto e ribadito, dal punto di vista morale Di Masi è un uomo che non dovremo mai smettere di ringraziare. Seguo i grigi a titolo personale da trentacinque anni e a titolo giornalistico da ventuno e posso dirti che un Presidente cosi non l’avevo mai incontrato. Certo, già in passato c’erano stati Presidenti che, almeno all’apparenza, avevano acquistato l’Alessandria per pura passione sportiva (come Gino Amisano e Gianni Bianchi) senza alcuna, anche solo ventilata, velleità di business. Ma si trattava comunque di soggetti legati alla comunità locale. Luca Di Masi è, a mia memoria, il primo Presidente che venga ad Alessandria da un’altra città spiegando ingenti somme di denaro al solo fine di veder trionfare una maglia che portava, e porta, nel cuore e far felice una piazza. Basta questo

per esprimere perenne gratitudine a quest’uomo. Bene, il bilancio morale è fatto: parliamo di quello gestionale sportivo. Sotto questo profilo non ci sono dubbi: Di Masi, fino ad oggi, non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefisso. Dunque ha fallito! Non mi piace usare la parola fallimento, anche perché, sono state fatte comunque cose importanti in questi anni ma, di sicuro, se Di Masi aveva un obiettivo questo non è stato raggiunto.

Nuovo HURRÀ GRIGI Nuovo HURRÀ HURRÀ GRIGI GRIGI Nuovo Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 510490 Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 510490 Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 6270131 del 28/09/2009 Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 510490 Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/2009 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com redazione@hurragrigi.it - pubblicita@hurragrigi.it Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/2009 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com Stampa: CSQ CentroPastorini Stampa Quotidiani Pubblicità: Tommaso 347.8944708 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com Stampa: CSQ Centro Stampa Quotidiani Via dell’Industria, 52 -Centro 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511 Stampa: CSQ Stampa Quotidiani Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511 Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511

Hai parlato di cose importanti: a cosa ti riferisci? L’Alessandria, dopo aver raggiunto la prima meta della Serie C unificata (ma su questo, a onor del vero, non c’erano molti dubbi) ha disputato tre playoff consecutivi per l’accesso alla Serie B, in un caso raggiungendo anche la finale. Poi ha iscritto negli almanacchi del calcio italiano un primato avendo raggiunto, da formazione di terza serie, le semifinali della Coppa Italia di Serie A. E poi, non dimentichiamolo, ha portato a casa la sua seconda Coppa Italia di Serie C, collocandosi in tal modo al secondo posto nell’albo d’oro della competizione. Mi sembrano magre soddisfazioni. Non possono definirsi magre, tenuto conto del fatto che sono comunque risultati sportivi di tutto rispetto, ma non vi è dubbio che l’obiettivo principale, quello che una piazza affamata attende da quasi quarantacinque anni, cioè a dire il passaggio in Serie B, non è stato raggiunto.

Chi è il principale responsabile? Senza alcun dubbio il proprietario, nonché presidente, cioè Luca Di Masi. Lo stesso uomo a cui dobbiamo perenne gratitudine. Certo, e dobbiamo continuare a riconoscergliela, ma quando una squadra ha un leader, è il leader il principale artefice dei successi ma anche il principale responsabile delle sconfitte quindi non sto certo scoprendo l’acqua calda se dico che Luca Di Masi è l’uomo a cui dobbiamo dire grazie ma anche il primo a dover fare autocritica per certi errori commessi in questi anni. Quali sono stati, a tuo avviso, gli errori? Sostanzialmente due: aver voluto cambiare troppo ad ogni stagione senza dare continuità ad un progetto sportivo e essersi forse fidato troppo delle decisioni dei propri direttori sportivi (fatta esclusione per il primo e l’ultimo della catena, cioè il da taluni bistrattato Massimiliano Menegatti e Massimo Cerri). Procediamo per ordine. Di Masi aveva trovato, al suo arrivo, una formazione di discreto livello, con un buon allenatore (cioè a dire Luca D’Angelo) e alcuni elementi interessanti per la categoria, frutto degli interventi sul mercato di Massimiliano Menegatti (come Sirri, Sabato, Cavalli, Marconi, Rantier, Mora) che, bene o male, era riuscito a fare le nozze con i fichi secchi (alludo alle risorse economiche della precedente gestione). Poi? Poi, nel tentativo di imprimere all’Alessandria una sterzata dal punto di vista del gioco, dandole un’impostazione più spumeggiante, orientata al 4-3-3, si era puntato su Giuseppe Scienza in panchina e su elementi

come Mezavilla, Obodo, Guazzo e il portiere Nordi nel tentativo di dare subito l’assalto alla Serie B ma Scienza durò poco e Gregucci, nonostante l’ambizioso traguardo dei playoff raggiunto (e le semifinali di Coppa Italia contro il Milan) non riuscì a portare a casa la vittoria finale. Poi? A questo punto si decise di cambiare impostazione di gioco e guida tecnica affidandosi ad un mister esperto in promozioni come Piero Braglia ma, dopo un incredibile girone di andata, l’Alessandria si sciolse nel ritorno e nonostante il cambio in panchina e la continuità nel segno dell’esperienza (con Bepi Pillon) il passaggio di categoria svani proprio all’ultima partita, cioè alla finale dei playoff. Poi? A questo punto ci fu l’ennesima sterzata, con un allenatore cosi neofita che era alla prima esperienza della sua vita nella conduzione di un club professionistico (avendo collaborato con Conte alla Juventus e avendo guidato la Primavera del Genoa) cioè a dire Christian Stellini: anche in questo caso il mister durò pochi mesi per poi cedere spazio a Marcolini che, nonostante un’ottima rimonta, e il conseguente raggiungimento dei playoff è finito come è finito. Naturalmente, anche quest’anno l’impostazione di gioco è cambiata rispetto all’anno precedente e si è cercato di costruire una formazione imperniata su un centrocampo di ferro con elementi come Gazzi e Gatto e con nuovi innesti in difesa che non hanno prodotto i risultati sperati. Quindi, in buona sostanza, mi stai dicendo che l’errore di Di Masi è stato quello di aver cambiato troppo? Precisamente: se ad ogni stagione si


14 giu. 2018 cambia la guida tecnica (e l’Alessandria, con quello che verrà, ha cambiato nove allenatori in cinque anni: Cusatis, D’Angelo, Scienza, Gregucci, Braglia, Pillon, Stellini, Marcolini e il prossimo) continuando a ingaggiare nuovi giocatori quali elementi di riferimento e cambiando modulo (dal 3-5-2 di D’angelo al 4-3-3 di Scienza e Gregucci al 4-4-2 di Braglia, nuovamente al 4-3-3 con Stellini e Marcolini) non si può dare continuità a nulla e il rischio di non ottenere gli obiettivi è concreto. Nel caso dell’Alessandria questo rischio, fino ad ora, è purtroppo stato realtà. Prima hai accennato anche ai Direttori Sportivi. Certo, anche in questo caso non occorre essere un analista di mercato per capire che l’Alessandria, nel corso degli ultimi anni, ha stipulato una serie di contrattualizzazioni che definirei quantomeno audaci. Facciamo degli esempi? Possiamo tranquillamente fare alcuni nomi: il primo che mi viene in mente è quello di Manuel Fischnaller che, non essendo mai stato un giocatore particolarmente prolifico, venne contrattualizzato dopo l’unica stagione in cui aveva segnato molto, nel Sudtirol, ottenendo il primato di capocannoniere della categoria con un generosissimo quadriennale: Fischnaller è un ottimo elemento ma da quando è in riva al Tanaro non si è più ripetuto sui livelli numerici di quella gloriosa stagione altoatesina e ha forse disputato più partite in panchina che non da titolare. Anche Gazzi, pur essendo un elemento di esperienza, ha sottoscritto un triennale da ultratrentenne; e che dire di Gozzi che, arrivato ad Alessandria quando i suoi giorni migliori (alludo agli otto campionati di Serie B con il Modena) erano forse alle spalle, è stato a sua volta premiato con un generoso triennale tant’è che, dopo essere stato girato alla Pro Vercelli perché, all’evidenza, ritenuto non più una prima scelta dagli allenatori della scorsa stagione, è tornato, almeno sulla carta, ad

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HURRÀ GRIGI Alessandria perché ha ancora un anno di contratto (per la cronaca, mi risulta che anche a Vercelli, sia pure in una categoria più elevata, abbia fatto molta panchina). Hai fatto tre esempi ma, a onor del vero, ce ne sarebbero anche altri. Certo, ma direi che un nome su tutti può essere fatto: quello di Pablo Andres Gonzalez, giocatore di grandissime qualità ma anche caratterizzato dall’alternanza tra momenti di splendida forma e momenti di opacità e prelevato dal Novara con un sontuoso contratto quadriennale quando stava per compiere trentadue anni di età. Ma lo sai cosa si dice in questi casi, che certi campioni, a meno di certe condizioni, non sarebbero mai arrivati. E io ti rispondo che, tenuto conto del fatto che questi campioni, pur avendoci fatto vivere alcune domeniche splendide, alla fine non ci hanno portato in Serie B, mi domando se valesse veramente la pena impegnarsi in simili contrattualizzazioni pluriennali. Silvio è giunto l’ora di tirare le somme. Non posso far altro che ripetere quanto ho detto più volte: Di Masi è stato una specie di uomo della provvidenza per questa piazza, per l’impegno e la passione che ha profuso e, a titolo personale, da tifoso, desidero fortemente che resti al suo posto e che continui a farci sognare, ma è necessario che scelga sempre i migliori collaboratori - quelli che riescono a ottenere i migliori risultati in rapporto alle risorse messe a loro disposizione dal patron – e si impegni in un progetto sportivo che possa avere una continuità pluriennale. Quindi? Luca Di Masi è stato ed è una risorsa molto preziosa per la sopravvivenza del calcio alessandrino a buoni livelli nel professionismo e proprio per questo è una risorsa che deve essere difesa e utilizzata in modo sapiente ed oculato. E Luca Di Masi è il primo che deve esserne consapevole.

Consueto incontro con Carlo Sacco, figlio del Presidentissimo Remo, ultimo protagonista di una promozione dell’Orso Grigio in serie B

Sacco: io do fiducia a Mister D’Agostino

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arlo, come giudichi la decisione del Presidente dei Grigi Di Masi di ridimensionare il suo impegno economico e di puntare sui giovani? Io non so se è un disimpegno economico. Io lo reputo di più un progetto di costruzione della nuova squadra puntando sui giovani e creando un mix con giocatori di esperienza. Più che altro, avrei cominciato questo progetto cinque anni fa, ma da fuori è sempre difficili parlare. Probabilmente molte decisioni sono state dettate dall’entusiasmo e solo la sfortuna ha determinato, come accaduto l’anno scorso, che certe scelte non siano state coronate da successo.

Arrivare a 87 punti, a pari punti con la Cremonese, e no ottenere la promozione solo per gli scontri diretti è solo sfortuna. E cosa mi dici sulla scelta del nuovo mister, Gaetano D’Agostino? Non ti sembra una soluzione di ripiego? Non ho molti elementi per giudicare. Ha allenato l’anno scorso la Virtus Francavilla, raggiungendo i play-off dove ha eliminato al primo turno il Monopoli del nostro ex allenatore Scienza, vincendo in gara secca a Monopoli. Penso che D’Agostino, come giocatore, abbia avuto dei grandi allenatori come Guidolin e Spalletti e soprattutto il primo è stato un ottimo valorizzatore di giovani ( lo ha dimostrato a Udine e Palermo). Mi auguro che abbiano vagliato con attenzione la scelta del mister e la sua capacità di costruire una squadra valorizzando i giovani. L’unico neo è dato dal fatto che io avrei scelto un mister più a conoscenza del nostro girone. Nel ballottaggio tra Lopez della Lucchese e D’Agostino, io avrei scelto il primo perché ha guidato per due anni una formazione del nostro girone. Comunque adesso abbiamo D’Agostino e gli auguriamo di essere più fortunato dei suoi predecessori. Aspettiamo a giudicarlo quando lo vedremo all’opera. In questi giorni sugli organi di informazione e sui socia ci sono

state molte polemiche sulla scelta di Di Masi. Cosa ne pensi? Io penso e sostengo che ognuno possa dire la propria opinione, purché si resti nei limiti della correttezza e non si trascenda nell’insulto. Invece mi sembra che qualcuno voglia che tutti la pensino allo stesso modo: le polemiche, nel calcio, sono all’ordine del giorno e possono e dovrebbero essere recepite come costruttive. E il ritiro alla Michelin? Come tifoso sono contento perché non dovrò fare 150 chilometri per andare a vedere la squadra. Anche Milan e Inter fanno i ritiri vicino a casa. In conclusione, sei sempre ottimista, seppur con cautela? Tu sai il mio motto: crederci sempre, illudersi mai. A me sembra, però, che non ci creda più neppure Di Masi? Io vado controcorrente e, solo il fatto che abbia detto che il nuovo corso è progettato sui giovani, dico che ha ragione. Coi costi che ci sono in serie C non è possibile continuare a spendere per tanti anni e non è detto che non si possa ottenere la promozione con un sapiente mix di giovani e giocatori do esperienza. I tifosi, però, non paiono molto contenti. Li invito tutti ad avere pazienza: un progetto sui giovani richiede tempo. Magari avremo più soddisfazione che negli ultimi anni..


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anno X n. 12

HURRÀ GRIGI

Intervista di Hurrà Grigi

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ichele Marcolini, come sappiamo, non è più l’allenatore dell’Alessandria. Quasi certamente, mentre scriviamo queste righe, approderà alla guida dell’Avellino, in serie B. Arrivato in un momento molto difficile, ha avuto il grande merito di risollevare una squadra pericolosamente precipitata verso il fondo della classifica, per poi risollevarla e portarla a vincere la Coppa Italia di serie C. La sua avventura ad Alessandria si è conclusa con l’eliminazione nei playoff ad opera della Feralpisalò. Una grande delusione per chi, come noi, si era illuso di vedere i grigi protagonisti fino alla fine degli spareggi per la promozione in B. Michele Marcolini resterà comunque nella storia dell’Alessandria per aver contribuito a riportare un trofeo che mancava da oltre 40 anni. Merita il plauso di tutti i tifosi. Mister, detto dei suoi meriti nell’ormai conclusa stagione, può spiegare ai lettori-tifosi di Hurrà Grigi perché non ha trovato l’accordo col Presidente Di Masi per il rinnovo del suo contratto sulla panchina dell’Alessandria? Come ho già avuto modo di dire, il fatto è stato che le nostre idee non corrispondevano. La società ha deciso di portare avanti un tipo di organizzazione basata sui giovani: nel lavoro, come nella vita, bisogna essere chiari ed onesti. In merito a questa scelta non ci siamo trovati d’accordo. Le è dispiaciuta questa scelta?

Moltissimo. Direi che entrambi lo siamo stati, ci sarebbe piaciuto continuare assieme, ma queste sono decisioni che hanno alla base la reciproca chiarezza e correttezza. Quindi il suo rapporto personale col Presidente Di Masi non si è incrinato per questo epilogo. La mia stima nei confronti del Presidente è assolutamente immutata: lo considero una persona di grande spessore. Ovviamente in una trattativa le due parti si devono conoscere e io sapevo sin dal mio arrivo ad Alessandria di essere sotto esame. Quali obiettivi vi eravate dati? Come sapete, sono arrivato sulla panchina dei grigi in un momento molto particolare. Non si è mai parlato di cosa sarebbe successo dopo la fine della stagione perché la priorità era quella di risollevare la situazione e di figurare al meglio in Coppa Italia. Penso di aver onorato l’impegno. Peccato che l’epilogo del campionato non sia stato quello sognavano i tifosi: dopo la Coppa Italia, tutti facevamo tutti di gloria. Bisogna analizzare la stagione nel complesso. In tutto il periodo in cui ho guidato l’Alessandria, bisogna onestamente dire che la squadra ha prodotto una sforzo enorme sia in campionato, dove c’era la necessità di risalire dalle zone basse della classifica, sia in Coppa Italia. In quest’ultima competizione abbiamo dato tutto sia mentalmente che fisicamente, con le due gare di fi-

@GSM Photo

Marcolini: un grande dispiacere dover lasciare la mia Alessandria

nale che ci hanno assorbito moltissime energie. Quindi siamo arrivati ai play-off non nelle migliori condizioni. Vede, nel corso di un campionato le squadre alternano momenti di forma

ad altri di appannamento. Quando ho preso in mano la squadra, l’appannamento c’era già stato e quindi non ci potevamo più permettere alcun calo, bisognava dare sempre il massimo. Alla fine abbiamo pagato

questo sforzo continuo. Nelle due gare con la Feralpisalò non siamo stati brillanti a livello fisico e mentale proprio per questo peso che ci portavamo addosso. Mi spiace molto perché siamo usciti per l’unica sconfitta casalinga della mia gestione. É vero che al mercato di gennaio avrebbe voluto qualche altro rinforzo, specialmente in avanti (alludo a Romero)? Non possiamo recriminare, perché il mercato di gennaio è molto particolare ed è difficile perseguire obiettivi precisi. Certo, Romero era tra i “papabili”, ma poi è arrivato Chinellato che sul piano dell’impegno non si è mai tirato indietro, ma che, evidentemente, ha incontrato difficoltà che non ci aspettavamo. Comunque, ripeto, nessuna recriminazione. Mister, ci ha parlato della divergenza di vedute che l’ha portata a dividere la sua strada da quella dell’Alessandria. Molti tifosi, ed io tra questi, sono preoccupati per il futuro dei grigi. Quanto dovremo aspettare, con questo progetto-giovani, per avere un’Alessandria di nuovo in lotta per la promozione in serie B? La prima cosa che i tifosi devono considerare è la grande passione di questo Presidente. Di Masi ha investito tantissimo, ha creato una società solida: lui ha veramente a cuore l’Alessandria e quindi bisogna rispettare le sue scelte. Non dovete certamente preoccuparvi per il futuro.

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HURRÀ GRIGI

anno X n. 12

I GRIGI SIAMO NOI di Sergio Ivaldi

Alessandria: ritorno al passato... Un programma condotto da Massimo Taggiasco e Paolo Baratto

squadre in grado di lottare per l'alta colpo di scena. Con una conferenza tivi e si acquistano decine e decine di lasciava presagire scenari di queclassifica. Oggi siamo alla vigilia di stampa, a dir poco allucinante e per giocatori, come in una collezione di sto genere. Il desiderio di diventare una stagione, dove per i tifosi sarà molti versi inaspettata, Di Masi anfigurine, facendo loro stipulare conla terza forza calcistica piemontese Una produzione un vero e proprio atto di fede recarnunciava l'ennesimo ribaltone, non tratti a volte molto lunghi ed oneroo il declamare ai quattro venti, una si al Moccagatta visti i presupposti. confermando l'allenatore e gettando si senza ricevere in cambio però ciò reggenza pluridecennale, avevano Se il buongiorno si vede dal mattino le basi per un ridimensionamento che l'atleta dovrebbe dare. Molti gioun solo comune denominatore: il (si fa per dire), infatti, quest'anno delle ambizioni, annunciando un catori, infatti, hanno deluso le aspetsalto di categoria. Le sue dichiarale soddisfazioni calcistiche saranno totale e completo ringiovanimento tative dei tifosi. Gonzalez su tutti. zioni non davano adito ad alcuna solo un flebile ricordo alle quali agdella rosa, puntando sulla valorizArrivato come un crac per la serie interpretazione, le sue ambizioni QUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO – Direttore Massimo Taggiasco Anno X n. 2•2 feb. 2018 grapparci. Sicuramente la cartina al zazione di giovani calciatori (altrui). C, portandosi appresso un contratto erano palesi a tutti. Ebbene, oggi, tornasole sarà la campagna abbonaMa come? Dove sono finiti i proclaquadriennale molto oneroso, in redopo cinque anni,ci ritroviamo qui, menti, che mai come quest'anno si mi roboanti di cinque anni fa? Dove altà ha giocato da Gonzalez solo per alle soglie di una nuova stagione, preannuncia fiacca e senza entusiaè finito il progetto pluridecennale? tre mesi in tre anni. Un fardello che con il cosiddetto pugno di mosche smo. Insomma dopo i 25.000 di ToriIn città i pareri sono discordi ma la società non può e non deve sopin mano. Se vogliamo proprio essere no, dopo i 15.000 di Milano e dopo i pervade nella maggioranza dei tifosi portare, se non suffragato da prestapignoli e trovare qualcosa di positivo 5000 della coppa Italia si ritornerà ad un diffuso pessimismo. Si ha la netzioni all'altezza. Quest'anno, dopo di cui essere giustamente orgogliosi, essere i soliti quattro gatti allo stata sensazione che si vada verso una lo choccante finale del campionato possiamo annoverare una vittoria in dio, i fedelissimi, sempre presenti. A lenta ma inesorabile dismissione del precedente, dove è sfumata la B per coppa Italia di serie C ed una semifiqualcuno potrà stare bene così, molPresidente. Si sente aria di smobiliun punto e l'ancora più choccannale di Tim Cup a S. Siro contro il Miti tirano in ballo la trita ei ritrita storia tazione, insomma. Ma perchè allora te avvio di stagione con Stellini alla lan, tra i “trofei” conquistati sotto la MASSIMO TAGGIASCO classifica: battendo toscani, antanata molto tempo prima! dei tifosi occasionali. A me personalnon Anche fare chiarezza sui programmi? guida dove la squadra veleggiava nei presidenza Di Masi. Tutto molto belrima di esporvi il mio penche la seconda piazza potrebbe la campagna acquisti mente, non sta per niente. Il la verità, perchè bassifondi uesta della classifica, la squa-che Perchè lo, per carità, niente da dire ma che siero devo fare una doveroè l’Alessandria non essere piùbene un miraggio. estivanon si èdire rivelata quasi complepubblico va conquistato, coccolato e buttare fumo negli occhi dei tifosi dra sembrava essersi ripresa con non può distrarci dal vero ed unico sa premessa. Al momento di vogliamo! La vittoria di Li- tamente fallimentare: spendere E non dimentichiamo la Coppa meno, spendere meglio sem- mantenuto, certifica la “resurre- sempre la tifoseria deve Italia: dopo la trasferta di cresceArezzo, piùma delusi da false promesl'avvento divorno Marcolini sulla panchina obbiettivo che si era posto il Presiscrivere questo articolo non sono Valentino al essere il della nuovo, ottimo meto- re,ciinaspetta zione” di un gruppo chetrovato ha ritro- se? bra numero un e inSan entusiasmo. Così Il progetto valorizzazione grigia. Finalmente era stato dente ed i tifosi, cinque anni fa e cioè ancora a conoscenza di chi sarà il Moccagatta la sfida conquanil Revato gioco, motivazioni e caratteinvece si buttaper al vento, tutto dei do. giovani potrebbe anche avere un un allenatore serio, molto amato dai la conquista della serie cadetta. Un prossimo allenatore a sedersi sulla in paliodi c’ècolpo la semifinale! inutile fare recriminare. e dalla tifoseria e dopo una sensoOrmai to,nate: ritornando all'indietro. logicoèsolo se i suddetti giovagiocatori sogno, che poteva diventare realtà, panchina dei grigi. Ma questo non questo zioni, ma il livello diUn questo giro- Da Bisogna Il 26-27 meritorisultati di questa svolta in posi- ni fossero uno comeconsolidare Di Masi, sempre atdi proprietà. progetto serie di positivi conseper i tifosi, che vedevano in Di Masi è di fondamentale importanza per grande momento! ne ci pare molto inferiore a quello tivo è sicuramente di Mister Martento a queste dinamiche (ricordo non in linea con le ambizioni della cutivi, e una coppa Italia di serie C un nuovo Messia pronto a portarquello che sto per dire. Non è questo Anche i tifosi hanno risposto alla colini che, con il suo arrivo, ha ri- dell’anno scorso: avremmo potuche il tifoso è sempre un cliente di piazza ma condivisibile in tempi di vinta alla grande, stava finalmente ci finalmente in paradiso. Ricordo, il punto, lo snodo cruciale, il crocegrande al cospetto di una Alesdato tranquillità e consapevolez- to tranquillamente giocarci la una azienda), questa operazione mi magre se proiettato con un tornando l'entusiasmo e la voglia di per i più giovani, che l'Alessandria via per valutare la prossima stagione promozione diretta in B con una sandria che ha ritrovato l’orgoglio za ad un gruppo che sembrava vacche dir poco interdetto. Esula senso logico nel futuro. Ma costruritornare allo stadio. Nessuno tra i non calca il palcoscenico della serie che sta per iniziare. Sono convinto, dellaapropria maglia. guida tecnica più esperta e capa- lascia non avere più voglia di lottare. dalla mia comprensione i soldi ire una squadra solo o quasi con tifosi chiedeva la promozione, ma si cadetta da oltre 40 anni. Troppi, per infatti, che se anche si sedesse sulA Livorno il nostro tifoma è stato inAbbiamo anche ritrovato quel ce. non sono i miei ed ognuno con i prodei giovani frutto di prestiti di altre poteva intravedere un futuro roseo, una piazza importante ed ambiziosa la suddetta panchina Mourinho, il La Robur Siena, che oggi arriva cessante, caldo e, quasi, commoGonzalez in grado di fare la diffesoldi finalmente fa ciò che più gli aggrada. ha il solo scopo di valorizuna renza base sulla quale costruire qualcome quella alessandrina. Invece il succo del mio discorso non cambiesempre e ovunque, ma tutti squadre, tanto amore è al Moccagatta, occupa attual- privente: lui...scontenti tutti.degna. BASTA il lavoro ed èposizione destinato ain Contento cosagli di uomini importante. Doveva essere progetto di cui sopra, in realtà non è in maglia grigia sem- zaremente stato ripagato in maniera la altrui seconda rebbe. Quello che mi sarei atteso da e amarezclassifica, domenicaMolti scorsa branoviatico essersi liberati da una delusioni NON tante VENIRE A LAMENTARSI giàma in partenza. so-ha POIDopo un buon per impostare unaza- naufragare mai decollato, anche se, ad onor del Di Masi, fin dal primo giorno del suo ze, è otornata speranza. faticatoche perpossa pareggiare casa con DOPO vorra che nefinalmente condizionava negati- stengono peggiolaancora accusare i tiesserein una scunuova stagione vincente vero, l'anno scorso nell'era Braglia, insediamento in questa società, era sempre, di fanalino di coda Gavorrano. vamente le prestazioni. fosiDimostriamo, degli insuccessicome ottenuti. sa, ilper disimpegnarsi in caso di ule ricca di soddisfazioni. Ma menla squadra è andata ad un passo dalla creazione di un progetto serio ed essere un grande tutti al Ormai, nessuna può il profondo Nella speranza chepubblico: Di Masi ritrovi fallimento. Puòformazione essere, è una tre la Resta tifoseria compatta,rammarico chiedeva aper teriore la vittoria del campionato. Ma in reimportante che avesse come unico noi non farciche paura edmolti è chiaro che questa i mesi che sonodel stati persi in ipotesi la Moccagatta, luce sulla viaperché di Damasco (omolnetrova consensi tra i grantutti voce, la conferma tecnico altà, un progetto serio si deve basare fine il riportare l'Alessandria Calcio liamo mai! avvio di stagione: la coppia Stelli- Alessandria può tranquillamente gli occhi di qualche allenatore), un tifosi. L'unica certezza, ad oggi, è che di Savona e di buona parte dell'orsu solide fondamenta, non solo ecosui palcoscenici che la sua storia ed Hurrà Grigi! ni-Sensibile doveva essere allon- puntare alle prime posizioni di augurio a tutti di buone vacanze, sono finiti i tempi di un calciomerganico presente in squadra (al quanomiche ma anche di programmail suo blasone meriterebbero. D'altra sognando (non costa nulla) un camcato fatto di acquisti importanti, un le sarebbero bastati pochi mirati zione. Cosa impossibile quando si parte il discorso fatto in conferenza pionato che ci veda protagonisti ancalciomercato vissuto da protagoniritocchi ed inserimenti per puntare sostituiscono sei allenatori in cinque stampa da Di Masi all'atto del suo GianmariaZanier Grigi Grigi hurragrigi www.hurragrigi.it cora una volta. Videointerviste sti, con l'allestimento (sulla carta) di allaHurra vittoria del campionato) ecco il anni, si Hurrà cambiano tre Direttori Sporinsediamento, cinque anni or sono,

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14 giu. 2018

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HURRÀ GRIGI

Grigi: D’Agostino è il nuovo allenatore

IL BASTIAN CONTRARIO di Mao

Basta... comincio a non crederci più

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Fonte: www.piemontetopnews.it

N

ato a Palermo il 3 giugno del 1982, Gaetano D’Agostino è il nuovo allenatore dell’Alessandria Calcio, per lui contratto biennale. Prende il posto di Michele Marcolini, in procinto di accettare l’offerta dell’Avelino in Serie B. Dunque toccherà ad un allenatore molto giovane traghettare l’Alessandria nella stagione 2018/19, il tecnico verrà presentato, nella giornata di giovedi, allo stadio Moccagatta, insieme al suo staff e come secondo allenatore avrà Temelin, ex Cremonese. Da calciatore è cresciuto come trequartista ma, nel corso della sua carriera, ha adattato la posizione svolgendo il ruolo di regista ma, all’occorrenza, è stato schierato anche come mediano o come centrocampista centrale. D’Agostino ha mosso i primi passi da calciatore nelle giovanile del Palermo, sua città natale, dove ha militato dal 1990 al 1998. Successivamente è approdato alla Roma. Nel 1998, quando la carta d’identità recitava 16 anni compiuti, è entrato nella squadra che aveva come allenatore Zeman e vi ha fatto parte per i primi due anni della gestione Capello che lo ha fatto esordire in Serie A, nella gara vinta a Brescia per 2-4 il 5 novembre del 2000: in quell’anno arrivò il tricolore per la Roma. Nella primavera del 2001 è approdato al Bari in comproprietà nell’operazione che ha portato Cassano alla Roma. In Puglia 63 presenze in due stagioni in Serie B. Nell’ottobre del 2003 il ritorno a Roma per altri due anni, costellati da molta panchina e poco campo. Il 4 aprile del 2004 è arrivato il primo gol, con la maglia giallorossa, contro il Lecce. Nel gennaio 2005 ecco il trasferimento al Messina con Bortolo Mutti

come allenatore: in una stagione e mezza 42 presenze e 5 gol realizzati. Nella sessione estiva del 2006, con l’Italia Campione del Mondo, è giunto il passaggio all’Udinese dove D’Agostino ci è rimasto fino al 3 giugno del 2010 quando si trasferì alla Fiorentina, in comproprietà. Nell’estate successiva, alla scadenza delle comproprietà, è passato, in prestito con diritto di riscatto, al Pescara. A fine stagione il Pescara, retrocesso in Serie B non lo riscattò e fece ritorno al Siena. Il 22 luglio 2014, dopo la mancata iscrizione del Siena al campionato di Serie B, rimase svincolato. Il 10 settembre dello stesso anno, raggiunse l’accordo con la Fidelis Andria. Il 10 dicembre 2014, dopo aver lasciato la Puglia per ragioni di stipendio troppo basso, approdò al Benevento. Il 17 giugno 2015 rescisse, anticipatamente, il contratto che lo legava al club campano e il 22 giugno dello stesso anno firmò con la

Lupa Roma ritirandosi a fine anno. Dopo aver terminato il corso per allenatori a Coverciano, nell’agosto 2016, D’Agostino venne ingaggiato come allenatore dell’Anzio, squadra militante in Serie D: la squadra, al termine del torneo, raggiunse la salvezza. Il 9 giugno 2017 è diventato tecnico della Virtus Francavilla: al termine della stagione regolare la squadra pugliese si è classificata al nono posto con 46 punti frutto di 10 vittorie, 16 pareggi e 10 sconfitte; 35 gol fatti e 43 gol subiti qualificandosi per i playoff. Nel primo turno il Villafranca ha vinto sul campo del Monopoli per 0-1 mentre nel secondo turno è arrivata l’eliminazione dopo la sconfitta sul campo della Juve Stabia per 4-3. Il 7 settembre seguente D’Agostino ha superato, con esito positivo, l’esame da allenatore di seconda categoria UEFA A per poter allenare in Serie C. [Paolo Baratto]

nche usando un sistema matematico è praticamente impossibile prendere sempre delle scelte sbagliate. Ogni volta che si deve decidere su una strategia, oppure su una persona, la scelta ricade su quella sbagliata? Abbiamo avuto dopo 2 anni di scempio calcistico, la notizia che la società vuole ripartire dai giovani. Un cambio di programma che nessuno si aspettava. Era più accettabile (forse più deleterio per la nostra squadra) un allontanamento o una dismissione della presidenza, che almeno sarebbe stato più logico. Se i soldi sono finiti o se l'interesse per la promozione in serie B non sono più nei programmi a breve termine (sono passati 5 anni da un progetto di 10 come disse il presidente) la dirigenza lo deve dire. Io sono attaccato alla maglia, ai colori sociali, a quei grigi che mi ripagano sempre con cocenti sconfitte o delusioni profonde. Quando nel 2010 la società non aveva soldi ed i giocatori non percepivano lo stipendio IO ho fatto il bonifico per aiutarli. Senza chiedere nulla in cambio. Se oggi il presidente confermasse la mancanza di denaro per la gestione e potesse pagare solo 10 stipendi ai giocatori... ecco io probabilmente farei l'abbonamento. Per cercare di salvare La MIA SQUADRA POTREI FARE ANCHE QUESTO SACRIFICIO. Ma cosi come è stata presentata la nuova annata... non trova il mio interesse... PER NULLA !! Sapere chi sarà il nuovo tecnico, chi saranno i giocatori, quali i nuovi giovani NON ME NE FREGA NULLA. Non sono stato io 5 anni fa a dire che saremmo andati in B... Non ho fatto proclami che poi dopo 5 anni smentisco o non confermo. Non ci sto ma soprattutto non ci sto alle cose

illogiche che sono solo delle prese in giro. La conferma che non si voleva salire era chiara da subito, quando nei lavori di ristrutturazione dello stadio, non sono stati fatti i tornelli. Nessuna giustificazione è accetabile... era tutto previsto. La coppa di Lega è capitata e non comportava altri lavori o addebiti. Presidente facciaquello che crede... io non penso sia possibile sempre sbagliare... lei per ora ci sta riuscendo. Noi tutti abbiamo delle persone care al cimitero, ma purtroppo non andiamo a trovarle tutti giorni ... ma solo in particolari momenti. E così sono diventati i grigi per me... diversi da tutto e da tutti... ma sempre con un unico denominatore: sempre e solo fare soffrire e offrire poche soddisfazioni. Una volta si leggeva il risultato della partita sul cartello che il gestore di allora metteva all'ingresso del bar Saturno in Piazzetta della Lega... oggi basta avere una applicazione sul telefono per saperlo, mentre si è in spiaggia o a fare una passeggiata. Eppure, abbiamo avuto ben altri esempi: anche a grandi livelli, gli errori si pagano a caro prezzo. Mettere Ventura a guidare la nazionale maggiore ci ha portato a vedere SOLO LA FINALE. Ventura: chi non ha visto che poteva avere la carica emotiva uguale ad un sommelier che ti vuole abbinare un vino rosso, per gustare il cardo gobbo alla sagra di Nizza? Risultato: i mondiali sappiamo che li fanno gli altri. Vedere il Cosenza che ha fatto solo 18 campionati in serie B, è una città di 69000 abitanti che ha uno STADIO DA 24000, posti mi fa solo girare... i... Siamo il nulla calcisticamente parlando... ma quello che più mi spiace è che ci stiamo anche coprendo di ridicolo. Buona fortuna GDM.


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anno X n. 12

HURRÀ GRIGI

Gaetano Auteri: “Non basta spendere per andare in serie B”

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Pillon: aspettate a giudicare il Presidente G Fonte: itasportpress.it

uesta settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Gaetano Auteri, attuale tecnico del Catanzaro: un tecnico che ha dimostrato di saper vincere! Nel suo palmares due campionati vinti in Serie D: Igea Virtus nella stagione 1999/2000 e Siracusa nella stagione 2008/09. Un campionato di Serie C2 e la Coppa Italia di Serie C vinte con il Gallipoli nella stagione 2005/06 . Un campionato Lega Pro Prima Divisione e una Supercoppa di Serie C vinte con al Nocerina nella stagione 2010/11. Un campionato di Lega Pro vinto con il Benevento nella stagione 2015/16. Come considera la attuale Serie C ? In questo momento ci sono parecchie problematiche che attanagliano alcuni club. Il livello della Serie c è sempre impegnativo. Io considero questo torneo una fucina importante per i giovani, per i giocatori che aspirino a percorrere tappe successivamente migliori nella loro carriera. La Serie C è un bacino sempre molto importante. Mi sembra però che siano aumentate le problematiche per i club: ci sono società che non hanno rispettato la regolarità del campionato e la Lega dovrebbe intervenire meglio. L'Alessandria è una società che ha speso molti soldi, specie negli ultimi anni, senza riuscire a conquistare la promozione in Serie B. Secondo lei cosa è mancato? Sicuramente non basta solo spendere più degli altri per vincere i campionati. In Serie A si è creato un solco importante, tra le migliori, che possono spendere e i club meno blasonati: il divario è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Chi ha una struttura importante con contenuti tecnici ed agonistici im-

portanti ha qualche vantaggio in più. In Serie C conta molto l'organizzazione del gioco, conta molto essere compatti, forti e tosti. Servono tante componenti per vincere i campionati, componenti che sono fondamentali, non basta solo spendere di più. Mister, lei in Serie C è un vincente, ha conquistato tante promozioni, si è tolto delle belle soddisfazioni. Ripercorrendo la sua carriera, quale è la promozione più bella e quale quella più difficile? Le cose che appartengono al passato, anche recente, preferisco non ricordarle. Ho vinto dei campionati e son state tutte esperienze molto positive. Per me la vittoria è quando riesco a far crescere un gruppo, tutta la rosa di una squadra di calcio: quando si lavora bene, quando si lavora in sintonia, con ragazzi più o meno giovani ma anche con giocatori di lunga esperienza, si cresce tutti insieme. Questa, per me, è la vittoria più bella. Quali sono la o le caratteristiche che deve avere una squadra di Serie

C per vincere un campionato? Un campionato di Serie C è un cammino impegnativo, è un percorso lungo, fatto anche di tappe intermedie, di piccoli aspetti, un grande mosaico che si deve mettere insieme. Io mi concentro sul gruppo che ho a disposizione e sulla possibilità di limitare gli errori e di togliere i difetti ai giocatori. Serve tutto: chi riesce a imporre il gioco è destinato a vincere con continuità. Un suo giudizio sull'introduzione delle seconde squadre? É una grande stupidaggine (ma usa un altro termine – ndr). Viva la sincerità. É una grande stupidaggine. Si dovrebbe parlare con gli allenatori, non con i confidenti, ma solo con chi lavora quotidianamente sul campo. Secondo me faremmo capire tanti aspetti specifici di questa categoria del nostro calcio. L'introduzione delle seconde squadre in questo momento non serve a nulla perché è una cosa ancora tutta da valutare e da regolare. [Paolo Baratto]

iuseppe Pillon, per tutti Bepi, è stato uno dei protagonisti della recente storia dell’Alessandria: è stato il mister dei grigi succeduto nella passata stagione a Piero Braglia e ha portato i grigi alla finale play-off contro il Parma. Si è guadagnato la stima dei tifosi grigi per la serietà e l’impegno che ha profuso in questa avventura, purtroppo conclusasi in maniera infelice. In molti abbiamo sperato e “tifato” per una sua conferma sulla panchina dell’Orso, ma si è preferito ripartire da Stellini: sappiamo come è andata. Quest’anno, subentrato a Zeman, ha portato il Pescara alla salvezza in serie B: guiderà questa formazione anche nella prossima stagione. Un premio per un allenatore concreto e competente. Mister, per l’Alessandria la promozione in serie B resta un miraggio. Ora il Presidente Di Masi sembra voler ridimensionare la portata del suo impegno (soprattutto dal punto di vista economico) e dice di voler puntare sui giovani. Un progetto che richiede tempo per altri “sogni di gloria”, ma che molti tifosi non condividono. Il Presidente Di Masi, in questi anni, ha speso moltissimo per il sogno di portare l’Alessandria alla promozione in serie B. Le posso assicurare che lui tiene tantissimo a questa squadra: purtroppo il calcio non è una scienza esatta e anche i grandi investimenti non sempre danno i frutti preventivati.

Bisogna comprendere il suo stato d’animo: stanchezza, delusione, aspettative andate in fumo per pochi episodi negativi. Comunque, se si fanno le scelte giuste, i risultati possono arrivare anche con investimenti più contenuti. Aspettate a valutare le scelte: io penso che, alla fine, il Presidente potrebbe anche fare altre scelte e comunque garantire un’ottima rosa. La serie C è sempre un serbatoio di polemiche. Ad Alessandria, nella passata stagione, si è detto di tutto, per spiegare il tracollo dei grigi. Adesso, nei play-off l’incredibile conclusione di Siena – Reggiana (l’anno scorso tante polemiche anche in occasione di Parma – Pordenone). Non le pare che ci sia qualcosa che non va? Ovviamente dobbiamo essere tutti concordi nel valutare queste situazioni come errori o valutazioni fatti in perfetta buona fede. Bisogna però evitare che nascano queste polemiche, che finiscono per delegittimare tutto l’ambiente. La serie C è un campionato che deve essere salvaguardato soprattutto perché è un bel serbatoio per i nostri giovani. Per chi vuole emergere è un’esperienza molto importante e formativa. In un momento difficile per il calcio italiano, la serie C è molto importante. E le seconde squadre? Non mi sembra la soluzione migliore, penso che con le opportune modifiche, il campionato Primavera avrebbe potuto essere la risposta ideale per le grandi società. Vedremo come si svilupperà la situazione. [Massimo Taggiasco]

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SPECIALE COPPA DEL MONDO FIFA 2018

SENZA ITALIA, È UN VERO MONDIALE? MASSIMO TAGGIASCO

S

arà una strana estate. Niente Italia ai Mondiali e niente sogni di gloria per l’Alessandria. Diciamo che per noi tifosi dell’Orso Grigio non c’è possibilità di consolazione. Certo, se le pene dell’Alessandria da ormai 45 anni non ci permettono di stare molto allegri, per quello che riguarda la maglia azzurra potremmo dire “mal comune …mezzo gaudio”, visto che tutto il Bel Paese vive questo “dramma” sportivo. Come sempre, sono i tifosi che pagano gli errori altrui, di coloro che dietro le scrivanie pretendono di fare il bello ed il cattivo tempo, senza magari aver mai calcato un campo di calcio o avere mai partecipato attivamente alla gestione di una squadra. All’interno di un sistema malato, che ha fallito lo storico appuntamento del Mondiale di Russia, direi che la serie C è uno degli organi più malsani. Non voglio alimentare polemiche sulla regolarità delle partite, perché

se non crediamo alla sostanziale correttezza dei campionati non ha più alcun senso andare allo stadio: facciamo questo atto di fede e continuiamo a soffrire per le imprese dei nostri eroi. Consideriamo, però, altri fattori di questa serie C: società fallite, penalizzazioni, stipendi e contributi non pagati, squadre senza stadio omologato, allenatori che vanno e poi tornano sulla stessa panchina, formazioni che giocano davanti a spalti eternamente vuoti. C’è tutto ed il contrario di tutto. Insomma, quello che dovrebbe essere il trampolino di lancio per giovani di belle speranze che vogliono mettersi in evidenza per i tornei più prestigiosi, finisce per essere più che altro il ricovero per giocatori a fine carriera che cercano di portare a casa gli ultimi sostanziosi stipendi. Ne sappiamo qualcosa, noi tifosi dell’Orso Grigio: la serie C, per le proprietà delle squadre, è un bagno di sangue. Spese milionarie a fronte di introiti inesistenti. Chi può permettersi di incominciare un’avventura economicamente

così rischiosa? Eppure, la terza serie dovrebbe costituire le solide fondamenta di tutto l’edificio del calcio professionistico. Invece, sembra che il calcio italiano non abbia altra legge che quella del denaro, come dimostra la vicenda dei diritti televisivi o la lotta per le poltrone di Lega. Si fa un gran parlare di tutto quello che vi è attorno al calcio, ma si perde di vista la sostanza, ossia la qualità del gioco e dei suoi protagonisti.

La squadra che è stata eliminata dai mondiali ad opera della Svezia è stata il ritratto ed il prodotto perfetto di un sistema malato: giocatori strapagati, ma senz’anima, senza gioco e guidati da un condottiero senza idee. Non è forse il ritratto di tutto il sistema Italia? Il calcio spesso è lo specchio della nazione che lo esprime e questa eliminazione dai mondiali non fa eccezione. Lo sport, però, ci insegna che ogni sconfitta può e deve essere

il punto di partenza per ripartire: la storia del calcio insegna che un Mondiale senza Italia è uno spettacolo cui manca uno degli attori più importanti. Speriamo che finalmente chi governa il pallone nostrano sappia adottare le giuste correzioni di rotta per riportare la Nazionale Italiana al prestigio che merita. Noi tifosi ci accontenteremo di guardare le partite in televisione, cercando magari di “gufare” i nostri più storici avversari. Seguire il calcio in tv senza soffrire, senza tifare, senza esaltarci per un “nostro” gol, senza lanciare maledizioni ed improperi, solo col gusto di “vedere una bella partita” è una cosa che non ci si addice. Il tifo è bello perché è passione viscerale, non contemplazione razionale. Un mondiale senza Italia non ci regalerà notti magiche, ma ci risparmierà sofferenze e palpitazioni. Una misera consolazione. Speriamo che sia l’ultima volta, perché, come disse qualcuno, “l’importante è partecipare”. E allora, facendo finta che ce ne importi veramente qualcosa, siamo sportivi: “che vinca il migliore!”


SPECIALE FIFA 2018

II

anno X n. 12

GIRONE A

GIRONE B

RUSSIA - EGITTO - ARABIA SAUDITA - URUGUAY

PORTOGALLO - SPAGNA - MAROCCO - IRAN

IL CALENDARIO

IL CALENDARIO

14/06/2018 Mosca 14:00 | Russia – Arabia Saudita

15/06/2018 San Pietroburgo 17:00 | Marocco – Iran

15/06/2018 Ekaterinburg 17:00 | Egitto – Uruguay

15/06/2018 Sochi 20:00 | Portogallo – Spagna

19/06/2018 S.Pietroburgo 20:00 | Russia – Egitto

20/06/2018 Mosca 14:00 | Portogallo – Marocco

20/06/2018 Rostov 17:00 | Uruguay – Arabia Saudita

20/06/2018 Kazan 20:00 | Iran – Spagna

25/06/2018 Samara 16:00 | Uruguay – Russia

25/06/2018 Saransk 20:00 | Iran – Portogallo

25/06/2018 Volgograd 16:00 | Arabia Saudita – Egitto

25/06/2018 Kaliningrad 20:00 | Spagna – Marocco

GIRONE C

GIRONE D

FRANCIA - AUSTRALIA - PERÚ - DANIMARCA

ARGENTINA - ISLANDA - CROAZIA - NIGERIA

IL CALENDARIO

IL CALENDARIO

16/06/2018 Kazan 12:00 | Francia – Australia

16/06/2018 Mosca 15:00 | Argentina – Islanda

16/06/2018 Saransk 18:00 | Perù – Danimarca

16/06/2018 Kaliningrad 21:00 | Croazia – Nigeria

21/06/2018 Ekaterinburg 17:00 | Francia – Perù

21/06/2018 N. Novgorod 20:00 | Argentina – Croazia

21/06/2018 Samara 14:00 | Danimarca – Australia 26/06/2018 Mosca 16:00 | Danimarca – Francia 26/06/2018 Sochi 16:00 | Australia – Perù

22/06/2018 Volgograd 17:00 | Nigeria – Islanda 26/06/2018 S.Pietroburgo 20:00 | Nigeria – Argentina 26/06/2018 Rostov 20:00 | Islanda – Croazia

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14 giu. 2018

III

SPECIALE FIFA 2018

GIRONE E

GIRONE F

BRASILE - SVIZZERA - COSTA RICA - SERBIA

GERMANIA - MESSICO - SVEZIA - COREA DEL SUD

IL CALENDARIO

IL CALENDARIO

17/06/2018 Samara 14:00 | Costa Rica – Serbia

17/06/2018 Mosca 17:00 | Germania – Messico

17/06/2018 Rostov 20:00 | Brasile – Svizzera Svizzera

18/06/2018 N. Novgorod 14:00 | Svezia – Corea del Sud

22/06/2018 S.Pietroburgo 14:00 | Brasile – Costa 22/06/2018 Kaliningrad 20:00 | Serbia – Svizzera 27/06/2018 Mosca 20:00 | Serbia – Brasile

23/06/2018 Sochi 20:00 | Germania – Svezia 23/06/2018 Rostov 17:00 | Corea del Sud – Messico 27/06/2018 Kazan 16:00 | Corea del Sud – Germania

27/06/2018 N. Novgorod 20:00 | Svizzera – Costa Rica

27/06/2018 Ekaterinburg 16:00 | Messico – Svezia

GIRONE G

GIRONE H

BELGIO - PANAMA - TUNISIA - INGHILTERRA

POLONIA - SENEGAL - COLOMBIA - GIAPPONE

IL CALENDARIO

IL CALENDARIO

18/06/2018 Sochi 17:00 | Belgio – Panama

9/06/2018 Mosca 17:00 | Polonia – Senegal

18/06/2018 Volgograd 20:00 | Tunisia – Inghilterra

19/06/2018 Saransk 14:00 | Colombia – Giappone

23/06/2018 Mosca 14:00 | Belgio – Tunisia

24/06/2018 Ekaterinburg 17:00 | Giappone – Senegal

23/06/2018 N. Novgorod 14:00 | Inghilterra – Panama

24/06/2018 Kazan 20:00 | Polonia – Colombia

28/06/2018 Kaliningrad 20:00 | Inghilterra – Belgio

28/06/2018 Volgograd 16:00 | Giappone – Polonia

28/06/2018 Saransk 20:00 | Panama – Tunisia

25/06/2018 Samara 16:00 | Senegal – Colombia

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IV

SPECIALE FIFA 2018

anno X n. 12

Facciamo un po’ di storia dei mondiali di calcio, andando a spulciare i dati storici più rilevanti

I mondiali di calcio danno i numeri! S

ono in tutto 81 le nazionali qualificate almeno una volta per la fase finale di un mondiale. Di queste, ventiquattro hanno disputato almeno una semifinale, dodici sono arrivate a disputare una finalissima e solamente otto hanno vinto la coppa. Le nazionali vincitrici hanno il diritto di mostrare, nel logo e nella divisa, una stella per ogni trofeo conquistato. La federazione uruguayana, reputando le vittorie olimpiche di Parigi 1924 e di Amsterdam 1928 alla stregua di titoli mondiali, ha autonomamente deciso, senza alcun avallo della FIFA, di fregiarsi di quattro stelle (anziché delle due che le spetterebbero). La federazione belga, vincitrice dell'olimpiade calcistica del 1920 (egualmente definita dalla FIFA mondiale dilettantistico), non ha seguito detto esempio e sulle maglie della nazionale non compare alcuna stella. Con cinque titoli vinti il Brasile è la nazionale più vincente ed è anche l'unica ad aver partecipato a tutte le venti edizioni organizzate; l'Italia e la Germania seguono con quattro titoli e diciotto partecipazioni. Il Brasile e l'Italia sono le uniche due nazionali ad aver vinto due titoli consecutivamente (1934 e 1938 per gli azzurri, 1958 e 1962 per i verdeoro). Nella finale 1970 il Brasile e l'Italia si giocarono la conquista definitiva della Coppa Rimet che andò ai sudamericani. Solo due squadre sono riuscite a disputare tre finali consecutive: la Germania nelle edizioni 1982-19861990 (un titolo) e il Brasile in quelle del 1994-1998-2002 (due successi). Nelle venti finali solo in tre occasioni si sono affrontate due nazionali già incontratesi precedentemente

nell'atto conclusivo: Germania-Argentina, disputata per la prima volta nel 1986 (vittoria dei sudamericani), si è ripetuta nel 1990 e nel 2014 (due successi per i tedeschi); Brasile-Italia, dopo la finale del 1970 decisiva per l'assegnazione della Coppa Rimet, si è ripetuta nel 1994, sempre con la vittoria dei verdeoro. La Germania detiene il record di piazzamenti tra le prime quattro (13) e di partite disputate (106). Le selezioni europee hanno vinto tutti i mondiali tenutisi in Europa tranne quello disputatosi in Svezia nel 1958 (appannaggio del Brasile), mentre tutti i mondiali in America sono stati appannaggio di formazioni sudamericane (Uruguay, Brasile e Argentina) fino al 2014, quando in Brasile la vittoria è andata alla Germania. Nel 2002 l'Asia ha ospitato il torneo per la prima volta, in Giappone e Corea del Sud, vinto dal Brasile, mentre l'edizione del 2010 si è svolta in Africa, vedendo trionfare la Spagna: prima di allora mai una compagine europea aveva vinto il titolo fuori dal vecchio continente. Sei nazionali hanno vinto il mondiale organizzato in casa: l'Uruguay nel 1930, l'Italia nel 1934, l'Inghilterra nel 1966, la Germania Ovest nel 1974, l'Argentina nel 1978 e la Francia nel 1998. L'Italia e l'Uruguay (che non prese parte alle edizioni del 1934 e del 1938 per rinuncia) sono, inoltre, le uniche due Nazionali ad aver vinto consecutivamente le prime due edizioni del torneo a cui hanno partecipato (rispettivamente nel 1934 e nel 1938 e nel 1930 e nel 1950). Le due edizioni vinte dalla nazionale uruguaiana sono state quelle con il minor numero di squadre partecipanti

alla fase finale: tredici. Le uniche confederazioni calcistiche ad avere avuto squadre vittoriose nel mondiale sono la CONMEBOL (America del sud) (nove trofei, cinque per il Brasile e due ciascuno per l'Argentina e l'Uruguay) e l'UEFA (Europa) (undici trofei, quattro per l'Italia e la Germania, uno ciascuno per Inghilterra, Francia e Spagna). Dal 1930 fino al 2014, i mondiali di calcio sono stati organizzati prevalentemente da nazioni europee (10 volte) o americane (5 volte nell'America del Sud, 2 volte in Brasile, 1 volta in Uruguay, Cile e Argentina, e 3 volte nell'America del Nord[1], 2 in Messico e 1 negli Stati Uniti). Nel vecchio continente il torneo s'è svolto sempre in nazioni facenti parte dell'Europa occidentale, e mai finora nell'Europa dell'Est, cosa che avverrà nel 2018 in Russia. L'Asia ha ospitato il torneo in Corea del Sud e Giappone nel 2002 e ospiterà quello del 2022 in Qatar, mentre l'edizione in Sudafrica del 2010 è l'unica ospitata in Africa. L'Oceania è l'unico continente a non aver mai ospitato un campionato mondiale di calcio. Solo cinque paesi hanno ospitato due volte la fase finale di un campionato del mondo: Brasile (1950 e 2014), Francia (1938 e 1998), Germania (1974 e 2006), Italia (1934 e 1990) e Messico (1970 e 1986). Distanza in anni fra la prima e la seconda edizione organizzata: Messico 16 anni; Germania 32 anni; Italia 56 anni; Francia 60 anni; Brasile 64 anni. In totale la Coppa del Mondo si è giocata in sedici diverse nazioni, numero che sale a diciotto contando anche le edizioni del 2018 e del 2022.

DISTRIBUZIONE DELLE EDIZIONI PER CONTINENTE Continente

Edizioni

Europa 11 Italia

1934

Francia

1938

Svizzera

1954

Svezia

1958

Inghilterra

1966

Germania Ovest 1974 Spagna

1982

Italia

1990

Francia

1998

Germania

2006

Russia

2018

Sudamerica

5

Uruguay

1930

Brasile

1950

Cile

1962

Argentina 1978 Brasile

2014

Nordamerica 3 Messico

1970

Messico

1986

Stati Uniti

1994

Asia

2

Corea del Sud Giappone 2002 Qatar

2022

Africa

1

Sudafrica

2010

I MONDIALI IN TV SULLE RETI MEDIASET Nonostante l’assenza della Nazionale Italiana di calcio, sarà comunque bello e appassionante seguire in televisione le partite del torneo mondiale che inizia oggi 14 giugno in Russia. Mediaset trasmetterà in diretta tv, gratis e in esclusiva, tutte le partite in programma in chiaro. L’emittente ha acquistato i diritti per l’evento sportivo più importante dell’anno. Tutti gli incontri saranno visibili gratuitamente su Canale 5, Italia 1, Canale 20 e Mediaset Extra ma ogni giorno sono previsti anche diversi approfondimenti, show, rubriche, talk show pre e post partita per vivere i Mondiali di Russia 2018. Una copertura assolutamente completa per non farci perdere neanche un istante del darsi agonistico in campo. Come precisato in sede di presentazione, saranno circa 500 ore di diretta di partite e addirittura 1000 ore di produzione complessiva: uno sforzo notevolissimo da parte del Biscione, per proporre il prodotto nel miglior modo possibile ai propri telespettatori. Tutte le 64 partite dei Mondiali di calcio “Russia 2018” saranno trasmesse in diretta sulle reti generaliste Mediaset, anche in Alta Definizione. In più, per tutta la durata del torneo sarà in onda un canale gratuito speciale dedicato 24 ore su 24 a “Russia 2018”. Mediaset inoltre renderà disponibili per la prima volta su tutte le tv connesse, sempre gratuitamente, tutti i match on demand oltre a contenuti e immagini speciali “digital first”. ORARI Le partite si giocano nelle prime due giornate solitamente alle 14, alle 17 e 20, poi alle 16 e 20.


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HURRÀ GRIGI

Intervista di Hurrà Grigi al tecnico della Feralpisalò

Toscano: Alessandria, la telefonata che aspettavo e non mi è arrivata!

N

el calcio parlano i fatti. Mimmo Toscano, nella sua poco più che decennale carriera di allenatore, ha ottenuto ben 4 promozioni, di cui due dalla serie C alla B (con Cosenza e Novara). Parlando di calcio con lui hai subito l’impressione di avere a che fare con una persona concreta e competente, uno che ha chiari gli obiettivi e come raggiungerli. E’, come sappiamo, il mister della Feralpisalò, la squadra che ci ha appena eliminato dai play-off di serie C, subendo poi la stessa sorte ad opera del Catania, con tanti rimpianti. Al Moccagatta, invece, nulla da dire: abbiamo accettato la sconfitta per mano di una formazione ottimamente organizzata e con alcuni elementi veramente di grande livello. Mister, un rigore negato e un’espulsione dubbia hanno orientato l’esito della vostra sfida al Catania in favore dei siciliani. Dopo aver visto quello che è successo anche in Siena-Reggiana nei tifosi sorgono tante perplessità… Non credo assolutamente alla malafede, altrimenti sarebbe inutile fare questo mestiere, niente nel nostro lavoro avrebbe più ragion d’essere. Prendiamo atto del verdetto

del campo. Non può negare, però, la delusione, il rammarico. Certamente. Penso che nei 90 minuti giocati contro il Catania avremmo meritato sicuramente un esito diverso, a noi favorevole. Avrei preferito uscire con una differenza reti più netta, invece così restano tanti rimpianti. I play-off rappresentano un campionato a parte, in cui non sempre vengono rispettati i valori emersi nella stagione “regolare”. E’ molto importante come costruisci questo appuntamento dal punto di vista fisico e mentale. La posizione in classifica aiuta ad evitare i primi turni, ma poi bisogna avere l’ atteggiamento e la preparazione vincenti. Direi che è la lettura migliore anche della doppia sfida con l’Alessandria. Adesso il Presidente Di Masi sembra voler ricostruire la squadra puntando sui giovani. Ho parlato col presidente Di Masi al termine della gara al Moccagatta. Era molto provato e abbattuto. Lo capisco: l’Alessandria è una delle società di serie C ad avere speso di più. Con questa società e questo pubblico, è chiaro che la serie C vi sta stretta, però non sempre

nel calcio le cose vanno come si vorrebbe. Si possono ottenere grandi risultati seguendo anche altre strade. É mai stato contattato dall’Alessandria per subentrare a Stellini? Assolutamente no anche se, devo ammettere, la telefonata da Alessandria era una di quelle che mi aspettavo. Poi, invece, (proprio dopo l’intervista per Hurrà Grigi) è arrivata la Feralpisalò. Non pensa che sia più difficile raggiungere grandi obiettivi in una piazza, diciamo così, meno “prestigiosa” rispetto alle altre che ha guidato? Per me le motivazioni sono le stesse in qualunque squadra. Nel calcio oggi si possono ottenere grandi risultati anche in piazze meno famose. Ho accettato di iniziare questa avventura perché la Feralpisalò è una società ambiziosa, che vuole porre le basi per costruire qualcosa di importante ed è animata da uno spirito molto positivo. E’ una mentalità che ben si adatta al mio carattere. Spero di avere delle buone soddisfazioni, anche se, magari, può essere più difficile in una piccola realtà, perché il blasone ha sempre il suo valore. La voglia di vincere, le motivazioni, l’impegno, però, alla fine premiano sempre.

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anno X n. 12

HURRÀ GRIGI

Squadra più giovane, ma problemi sempre più antichi e ancora irrisolti

@GSM Photo

L

a cara, vecchia ed auspicata lucidità, dopo l’ennesima, cocente, delusione sportiva, probabilmente risulta un tantino offuscata dai ragionamenti più istintivi, dai disincanti più marcati, da quella sorta di rancorosa impotenza di fronte a traguardi che sembravano alla portata e sono svaniti all’improvviso, allo spirare di un soffio di vento, dopo un’altra folle erosione di un vantaggio evidente, anche sotto il profilo tecnico, nei confronti di un avversaria agguerrita, ma sicuramente alla portata, come la Feralpi Salò. In una serata calda, di fronte al pubblico delle grandi occasioni, siamo riusciti , per l’ennesima volta, a guastare tutto. Siamo riusciti nella rocambolesca e malsana impresa di gettare alle ortiche un favoloso girone di ritorno, con una media punti che superava i due a gara, i benefici morali della vittoria in Coppa Italia, gli effetti balsamici e taumaturgici della cura Marcolini. Tutto è stato infranto, violentemente, da una prestazione brutta, incolore, poco coraggiosa, arrendevole, opaca ai limiti dell’incubo, nonostante l’avvio incoraggiante dei primi venti minuti. La rete degli ospiti ha sortito l’effetto, devastante ed istantaneo, di farci afflosciare su noi stessi. I protagonisti sono diventati comparse, alcuni uomini di esperienza anziché caricarsi sulle spalle la squadra, come era legittimo attendersi facessero in virtù di curriculum e carriere importanti, si sono riempiti lo stomaco di malumori e, mi riferiscono i ben informati, che qualcuno si sia addirittura caricata la favella di inutili polemiche, lanciandosi in penosi siparietti di sterili alterchi con i tifosi del rettilineo, giustamente

arrabbiati ed ancora una volta delusi. L’orgoglio, maschio ed onorevole, francamente, avremmo preferito fosse emerso di fronte a quella piega senza senso presa dalla gara, magari quando il goal di Sestu, in forza del quale ci saremmo qualificati, aveva riacceso l’entusiasmo e rilanciato le speranze di una squadra tanto forte eppure tanto fragile. Così fragile da accasciarsi anche quando oramai, con un pizzico di resistenza era fatta, quando il peggio era passato, quando sugli spalti lo scetticismo e la paura lasciavano, di minuto in minuto, spazio alla voglia di far festa, con l’entusiasmo che dopo lo spavento stava montando tra gli spalti gremiti di un Moccagatta costretto, in seguito, ad assistere, frastornato ed attonito ad un ultimo quarto d’ora da dimenticare. Buttare via tutto, troppe volte, come nulla fosse. Questo è sempre stato il nostro limite e si è palesato. In questo, il Presidente e la sua squadra si somigliano molto. Credo che la capacità di programmazione di un tema calcistico passi anche attraverso il vaglio, non sempre agevole e quasi

mai scontato, della saggezza del buon padre di famiglia, di colui il quale, di fronte alle difficoltà ed ai fallimenti quotidiani crede nel valore assoluto del raddoppiare l’amore, salvando il salvabile, per ripartire con rinnovato slancio. Da anni, invece, assistiamo alla demolizione sistematica di quanto di buono sia stato fatto in precedenza. Gregucci, Loviso e Vitofrancesco (avete presente quel laterale del Feralpi Salò che ci ha fatto ballare per due partite?) liquidati senza troppi complimenti nonostante il grande impegno ed il notevole attaccamento ai colori ed alla città due anni fa, Braglia dapprima osannato e poi scaricato, peraltro in ritardo se quello era il suo destino, al quale molti, ancora oggi, ascrivono responsabilità assolutamente non sue. Per poi continuare con Bocalon ceduto sottocosto alla Salernitana e mai sostituito, con Iocolano fenomeno assoluto che nessuno, da queste parti, ha mai saputo sfruttare, ceduto in prestito al Bari, Marras lasciato scappare. Il grande Bepi Pillon non confermato, l’immenso uomo Marcolini non confermato, il

talento di Casasola non blindato con un contratto adeguato che ci ha costretti a cederlo in fretta e furia. Direttori sportivi che hanno sperperato e Cerri, che lavora con lodevole onore, costretto ad inventarsi qualcosa ogni minuto. Progetti, magari anche condivisibili, di ridimensionamento del budget espressi in maniera nebulosa in conferenza stampa da Di Masi ed illustrati alla stregua di una strategia futura per valorizzare giovani e vivaio quando, in realtà, i giovani arrivano in prestito per poi partire e, del vivaio, da tempo immemorabile, nessuno viene lanciato in prima squadra con ambizioni di crescita. Dove vogliamo andare? Francamente non lo capisco. E, lo assicuro, comprendo bene la posizione di un uomo che ha investito tanto, forse troppo, per non ottenere, dagli investimenti stessi, la remunerazione del capitale di rischio. Tra le spese sconsiderate ed il ritiro a Spinetta Marengo, dove per fortuna i ragazzi almeno troveranno, in previsione, temperature inferiori alla media stagionale oltre a zanzare modello velivolo ed aria insalubre, ci sono tante soluzioni intermedie. Tra lo smontare una squadra e ricostruirla pure. Tra gli ingaggi di giocatori del calibro di Gonzalez e delle pure scommesse di diciannove o vent’anni ci sono tanti onesti e dignitosi interpreti di categoria. Ad oggi, non sono ancora state effettuate scelte di mercato e commentare sarebbe prematuro. Istintivamente, tuttavia, il processo alle intenzioni in questo caso è già stato ampiamente celebrato, in città e sui social. Non convince appieno un progetto del quale non si intuiscono pienamente i contorni e mai come

quest’anno si respira uno scetticismo così forte. Detto ciò, non posso non esprimere la mia personale posizione. Premetto che sarei ripartito da Marcolini ma i nomi che sono circolati in questi giorni per il prosieguo non sono affatto male: Lopez, reduce da due ottime stagioni alla Lucchese, Sottili, Caserta, Coppitelli e D’Agostino, ad esempio. Allo stesso modo, i nomi circolati sui possibili obiettivi under non sono affatto male. Che il buon senso e la competenza di Cerri riescano, anche questa volta, a regalarci sorprese inattese? Tutti noi lo speriamo. Quello che non si capisce bene è l’ossatura fondamentale attorno alla quale verrà costruito il nuovo corso dell’Alessandria. Su questo punto, non disponiamo di informazioni ulteriori e, pertanto, propongo di riaggiornarci più avanti, quando disporremo di qualche informazione in più per effettuare previsioni consapevoli. Si spera solo che questa squadra giovane non si trascini, per l’ennesima volta, i problemi più antichi: gli innumerevoli cambi di allenatori validi a fine stagione e l’insistenza ostinata sui meno validi o meno motivati; la mancata valorizzazione interna di elementi di sicuro interesse e di comprovate capacità; la mancata composizione della rosa in maniera razionale con buone alternative in ogni reparto; la distanza tra società e tifosi accusati sovente, questi ultimi, di essere i colpevoli di guai che da loro non sono dipesi. Evitando accuratamente questi errori, il nuovo ciclo potrebbe portare aria fresca e nuovi stimoli. Con il ripetersi, al contrario, degli stessi errori, porterebbe aria fritta e disincanto. [Riccardo Masiero]


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HURRÀ GRIGI

CUORI GRIGIONERI di Federica Ghisolfi

Mille Miglia 2018: nel segno dell’Alfa Romeo

Tasca: "L’Alessandria A è il mio grande amore" I

l protagonista della nostra rubrica è il popolare speaker radiofonico Franco Tasca, ormai da anni tra i principali esperti e conoscitori del calcio alessandrino. Cosa significa per te tifare Alessandria? Seguo i Grigi da sempre grazie a mio Papà che mi ha trasmesso l'amore per questi colori. L'Alessandria è il mio grande amore. Come giudichi la decisione di Di Masi di puntare sui giovani? É un discorso su cui preferisco non pronunciarmi. Solitamente aspetto i verdetti del campo. Ma se penso a tutti i giocatori (o top player) che sono passati dal Moccagatta e che avrebbero dovuto fare la differenza... beh... la scelta potrebbe essere quella giusta anche se coraggiosa o obbligata. Cosa serve all' Alessandria per tornare finalmente a sognare la serie b? Serve sicuramente stabilità a livello societario: se ogni anno e a stagione in corso si cambia Ds e allenatore, a mio modesto parere, non si va molto lontano. Negli ultimi anni abbiamo visto un valzer di allenatori: secondo te quale sarebbe il profilo giusto per allenare i Grigi? Dipende sempre dal materiale che hai a disposizione. Marcolini era un profilo giusto comunque. Secondo te un uomo come Fabio Artico, all' interno della società, porterebbe entusiasmo?

Tutti vorremmo Fabio in Società. E' sempre stato il sogno più grande dei tifosi. Porterebbe entusiasmo senza dubbio. E poi conosce bene l'ambiente alessandrino. Saprebbe come muoversi. Spero non rimanga solo un sogno... Hai fatto la radiocronaca di Alessandria Feralpisalo, al fischio finale qual è stato il tuo primo pensiero? Dispiacere e incredulità... Dura da digerire! Quali giocatori over terresti per fare da chioccia ai nuovi? Senza dubbio Sestu, Nicco, Gazzi e Cazzola. E, perché no, Giosa. Come giudichi l’operato di Marcolini? Ha fatto un grandissimo lavoro. Ha conquistato immediatamente lo spogliatoio, ha lavorato molto: pri-

ma sulla testa dei giocatori, e poi li ha sistemati tatticamente mettendoli nelle migliori condizioni. Lo vedremo presto su palcoscenici più importanti. Cosa è mancato questo anno ai grigi per cercare di arrivare in finale playoff? Ognuno si è fatto un'idea su questo triste epilogo. I nostri ragazzi sembravano un po’ stanchi, non solo fisicamente. É difficile individuare una causa. Cosa auguri per il futuro all' Alessandria calcio? Spero che Di Masi rimanga. Ho grande stima del Presidente e del suo Staff. Spero anche che impari dagli errori di questi anni. E poi...mi auguro di vedere l'Alessandria... in serie A. Sognare non è vietato...

nche la Mille Miglia 2018 va in archivio. Freccia Rossa, come è soprannominata; corsa più bella del mondo, come la definì Enzo Ferrari: chiamatela come vi pare, lo spettacolo è sempre altamente suggestivo. Il pubblico ha premiato l’edizione di quest’anno con la consueta alta partecipazione nelle città di mezza Italia in cui la carovana è transitata, per la precisione 200 comuni in 7 regioni. Solo 65 ritiri asu 450 auto partecipanti (ma le richieste di iscrizione sono state 725), decisamente non male, considerando che si tratta di delicate “vecchiette”. La Mille Miglia 2018 partiva nel segno dell’Alfa Romeo, che festeggiava i 90 anni trascorsi dalla prima vittoria della casa in questa corsa, nel 1928 con Giuseppe Campari e il meccanico Giulio Ramponi su un 6C 1500 Super Sport. Si è anche conclusa con un trionfo delle auto con lo stemma del biscione costruite a Milano nell’antica fabbrica del Portello. Infatti 3 Alfa hanno monopolizzato il podio.

Ricordiamo che nelle gare di regolarità il punteggio è attribuito sostanzialmente in base a quanto l’equipaggio si avvicina al tempo preassegnato per coprire la distanza, oltre ad alcune prove di abilità effettuate su tratti chiusi al traffico. L’edizione di quest’anno è stata vinta dall’equipaggio argentino composto da Juan Toncongy e Barbara Ruffini. I due hanno partecipato a bordo di un’Alfa 6C 1500 GS “Testa fissa” del 1933. I due avevano già vinto la Freccia Rossa nel 2013 me 2015. Al secondo posto Giovanni Moceri e Daniele Bonetti su un 6C 1500 SS del 1928. Terzo posto per i vincitori delle ultime due edizioni, Andrea Vesco e Andrea Guerini, su una 6C 1750 Zagato del 1929. Per quanto riguarda la Coppa delle Dame, le vincitrici di quest’anno (45° posto assoluto) sono state Franca Boni e Monica Barzizza su una Lancia Aprilia 1500 del 1949. Presente anche un alessandrino. Il noto fotografo Cristian La Greca, infatti, ha seguito l’evento ufficialmente per l’agenzia Photo Renè.

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anno X n. 12

HURRÀ GRIGI

Le tre interpretazioni di Di Masi

I

n questi giorni non ho fatto altro che parlare delle scelte del presidente. Con amici, amici di stadio, compagni di trasferte, compagni di sventure. Abbiamo cercato in tutti i modi di leggere fra le righe le parole di Di Masi. Ognuno ha espresso la sua opinione e sinceramente, dopo un lungo riepilogo delle dichiarazioni, penso esistano 3 interpretazioni pseudo attendibili della questione. Così, per noia, per diletto o forse la definizione più giusta sarebbe per disperazione, provo a tirarle giù. Vederle scritte forse me le potrebbe far sembrare meno brutte del previsto Interpretazione 1: È COME SEMBRA Dopo aver investito per 5 lunghi e faticosi anni le sue energie e i suoi soldini, senza risultati, il presidente si è un po’ rotto le palle. “Ridimensioniamo” è una parola che dice tutto e che dice niente, ma che si può tradurre con “adesso basta aprire vertiginosamente il portafoglio per un salto nel vuoto. Se risparmio magari cambia qualcosa. E se non dovesse cambiare niente… cacchio almeno non ho buttato via dei soldi!” Il che fa pensare che l’idea di mantenere un profilo più basso sia partita proprio da lui. Ammirevole, se non fosse che comprare giovani è di gran lunga più difficile che comprare veterani e considerando che noi abbiamo già fatto fatica con i trentenni, ho paura a pensare cosa possa succedere con i ventenni. Insomma bisogna saperne di calcio e avere un progetto definito da seguire. Caratteristiche che non abbiamo mai avuto, nemmeno quando il budget era illimitato. Si salvi chi può. Interpretazione 2: CI HA ASCOL-

altre ipotetiche soluzioni: mi hanno ricordato che il Genoa andava in ritiro ad Acqui… cacchio la perfetta via di mezzo tra Bardonecchia e Spinetta! Non spendi un putiferio per andare in montagna e addobbare mezza Bardonecchia, non fai crepare di caldo i giocatori tra i container nei campi afosi e corrosi dal sole, e per di più, stimoli una parte della tua provincia ad avvicinarsi alla squadra. Interpretazione 3: ZAMPINO LEGA La terza teoria, è quella che forse mi spaventa di più. Ho letto un articolo in cui le neoretrocesse in C (Novara e Pro Vercelli, il giorno dell’uscita dell’articolo non si sapevano ancora le sorti dell’Entella) dichiaravano questo “ridimensionamento”. Oggi apro Facebook e leggo che anche a Pisa è spuntata questa parola.

TATI Il titolo sembra promettere qualcosa di positivo. Tutt’altro. Parto dal presupposto che avere la consapevolezza che dipendenti della società leggano il gruppo di Facebook dei tifosi assiduamente, per controllare minuziosamente il temperamento della piazza, sia una delle cose meno professionali dell’universo mondo. Se sono così sicuri di far bene e di essere sulla buona strada, non vedo perché cercare conferme sull’angolo dei tifosi. Detto questo, magari Di Masi per una volta ha voluto seguire i consigli che sempre gli abbiamo suggerito. “Basta spendere barcate di soldi per dei vecchiacci”

Tutti parlano di bassi profili e di giovani. E io ho paura che la Lega faccia pressioni per inserire il maggior numero possibile di ragazzini nel campionato di lega Pro, essendo, a quanto pare, saltata, l’intenzione di inserire le seconde squadre della serie A nel campionato di Lega Pro ( seconda squadra =una sorta di una formazione di giocatori della primavera, con la possibilità, se non sbaglio, di tre/ quattro o comunque pochi giocatori over). Ho paura che la Lega possa rompere le palle perché la Nazionale fa schifo e le squadre italiane non sfornano giovani. Si salvi chi può parte 2. Luca non pensare che a noi non vada mai bene niente.Semplicemente mi sembra che tu stia passando da un estremo all’altro! [Beatrice Bruno]

“Basta fare contratti di quattro anni” “Il futuro sono i giovani!! Abbiamo bisogno di giovani forti!! Ti ricordi il Gubbio che ha vinto il campionato? Erano tutti ragazzetti!” “Stai viziando i giocatori!! Bisogna farli sudare e faticare, non trattarli come star!” Tutti consigli inevitabilmente giusti, ma che il buon Luca potrebbe aver fatto suoi, radicalizzandoli troppo. Insomma va bene gestire con attenzione i soldi e cercare di fare investimenti interessanti puntando sui giovani…ma per dio se per risparmiare intendi portare i giocatori a fare il ritiro estivo a Spinetta con 200 gradi all’ombra sei un folle! Giusto ieri tra amici si pensavano

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HURRÀ GRIGI

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dovuto riporre i sogni di gloria. Dopo quindici anni mi sono trovato, con la maglia azzurra, come preparatore. Lei ha visto, conosciuto tanti calciatori. In Serie C c'è questa ipotesi delle seconde squadre, lei che opinione ha in merito? Io ho giocato nel Torino, nella Primavera, e ho disputato il campionato De Martino. Quando giocavo io era questa la seconda squadra che disputava il campionato riserve. La ritengo una cosa giusta perché mi riporta a tempi in cui giocavamo noi ragazzi in una squadra rinforzata dai titolari che non scendevano in campo. Al sabato si giocava la partita al Filadelfia e giocavano i ragazzi della prima squadra con i ragazzetti della Primavera: era un avvenimento. Penso che sia giusto rifarlo. Il torneo De Martino era formato dalle riserve delle prime squadre. Secondo lei un ragazzo che ha effettuato un percorso in una Primavera di Serie A è pronto per disputare la Serie A o eventualmente la Serie B? Io come tecnico della Rappresentativa di Serie D, che è una squadra formata dai giovani di Lega che si confronta con le primavera di tutta Italia. Io sono arrivato, come allenatore, con la Rappresentativa, alle semifinali, persa ai rigori contro l'Empoli. Abbiamo sconfitto le Primavere dell’Inter di Destro, il Genoa di Perin e di El Shaarawy. I giocatori della Primavera sono meno preparati dei ragazzi che giocano in Serie D. Per fare alcuni

nomi, il centro mediano del Palermo, Modolo, giocava con la Rappresentativa in Serie D, Matteo Ciofani, attuale difensore del Frosinone, è stato uno dei due difensori centrali del Torneo di Viareggio. Giocare in Serie D matura un esperienza maggiore nei giocatori. Giocare in Primavera è meno formativo che giocare in Serie D. Il campionato di Serie D ha avuto delle agevolazioni, dopo che è stata abolita la Seconda Divisione con la conseguente unificazione della Serie C? Parecchi calciatori sono scesi di categoria e la Serie D si è rinforzata. Non ha guadagnato niente in qualità: è un torneo che dovrebbe preparare al futuro, quindi andrebbero schierati soprattutto giovani e non giocatori a fine carriera. Se qualche squadra di Serie D ha fatto la scelta di acquisire giocatori navigati, questa mossa non giova al miglioramento del sistema calcio. Dovrebbe essere un trampolino per i giovani che si fanno le ossa e mirano ad andare in categoria superiore. C'è qualche giovane calciatore che secondo lei può, nel giro di poco tempo, essere inserito in qualche squadra di Serie A? Questa domanda arriva in ritardo. Avevo predetto questo a Perin quattro o cinque anni fa. Lo ritenevo diverso da tutti gli altri portieri. Secondo me Perin ha un avvenire luminoso. Non c'è più il fenomeno, ci sono tanti buoni giocatori ma fenomeni in giro non ne vedo. [Paolo Baratto]

@Mondo Portieri

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uesta settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Giuseppe De Fidio ideatore e fondatore, nel 1990, de "la NUMEROUNO": la prima Scuola Portieri in Italia. De Fidio è stato, dal 2013, il responsabile dell’Accademia Portieri della Juventus Academy Roma. Ho inventato la scuola portieri trent'anni fa. Quando ho cominciato a fare l'allenatore dei portieri per loro non esisteva il ruolo dei preparatori L'ho avviato io perché ero fermamente convinto, e lo sono tuttora, che il portiere avesse bisogno di una preparazione specifica individuale e questo l'ho scritto in una guida che è stata pubblicata nel lontano 1990. All'epoca,come dicevo, in Italia non c'era il preparatore dei portiere, tant'è che la Roma chiese a me di farlo per la squadra giallorossa. Io, però, avevo già intrapreso la carriera bancaria e non avevo intenzione di cambiare mestiere. Poi arrivò Negrisolo, lui si propose alla Roma e la società accettò. Io ho avuto poi questo ruolo alla Juventus e al Torino. Ho maturato molte esperienze ed è questo il bagaglio tecnico che ho messo a disposizione dei ragazzi. Ha fatto parte della rappresentativa di Serie D con quattro partecipazioni al Torneo di Viareggio. Si, come preparatore dei portieri. Ero stato convocato dalla Nazionale Dilettanti quando avevo trent'anni e all'epoca giocavo con il Banco di Roma. Ma quel giorno ho subito la frattura di uno zigomo a causa di una testata e ho

@CorrieredelloSport

Giuseppe De Fidio: “Giocare nel campionato Primavera è meno formativo che giocare in Serie D”


Programma condotto da Massimo Taggiasco e Paolo Baratto

lunedì e giovedì alle 14.30

Solo su Alex fm 89.9

Adesso parli tu! C

Una produzione

GRAZIE A TUTTI!

on la puntata del 31.05 Hurrà Alex ha terminato la prima stagione di trasmissioni dedicate al campionato dell’Alessandria Calcio. Voglio ringraziare tutti coloro che sono intervenuti in studio o che ci hanno inviato i loro messaggi: hanno contribuito ad un successo che non avevamo assolutamente preventivato. Da parte nostra abbiamo mantenuto la promessa fatta in avvio di campionato: dare la parola solo ai tifosi, senza subire condizionamenti dalla Società (che comunque non ci sono assolutamente stati) ma neppure dai tanti lecchini sempre pronti a dare ragione al padrone di turno (e qui sappiamo di aver dato fastidio a molti). Un grazie particolare a Carlo Sacco e Mauro Rossin, indispensabili nella parte redazionale, e all’impeccabile (quasi) regista Paolo Baratto, nonché a tutta Alex 89,9 (in particolare a Jenny, stoica nel

sopportarci). Tutti sono stati liberi di esprimere il proprio parere, tutti hanno parlato nelle vesti di tifosi dell’Orso Grigio, che fossero semplici simpatizzanti, opinionisti, esponenti delle istituzioni cittadine. Abbiamo suscitato un bel dibattito, siamo stati sempre presenti cercando di dare voce a chi paga il biglietto, a chi fa dei sacrifici economici per seguire i Grigi ovunque, senza altro interesse che l’amore per l’Alessandria. Questo è l’unico marketing che ci interessa. Dicono che Alessandria sia una piazza difficile a causa dei suoi tifosi troppo esigenti: in realtà, dai microfoni di Hurraalex hanno dimostrato di essere prima di tutto molto competenti ed appassionati e, magari, stanchi di aspettare un ritorno in seri B che tarda da 45 anni. E, purtroppo, sembra che non ci aspettino tempi migliori. Abbiamo dato voce ai sogni, alle speranze, ma anche alla rabbia e al disincanto del popolo grigio. Grazie a tutti. [Massimo Taggiasco]

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14 giu. 2018

ECHI DI VIAGGIO di Simonetta Gorsegno

Le isole greche

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na canzone diceva: “ma quante isole ha questa Grecia?” A domandarselo sono in molti, ogni qualvolta si prende in considerazione un viaggio in terra greca. Osservando la cartina si entra in confusione tra quel mare di isole, isolotti e arcipelaghi che ricoprono come un mantello il mar Egeo, da non riuscire a raccapezzarsi. Allora, per sbrogliare la matassa, potrete chiedere aiuto agli amici che ovviamente non sono mai unanimi. Dulcis in fundo, il disorientamento è totale. E allora dovrete armarvi di santa pazienza, consultare i giudizi dei viaggiatori, quindi restringere l’area geografica, valutare i tempi e gli scali, la dimensione dell’isola, le strutture alberghiere, il loro costo e alla fine dopo aver scremato e filtrato, con precisi algoritmi personali la zona, otterrete l’agognato nome dell’isola, quella che corrisponde ai vostri desideri. Dunque procederete con la prenotazione del volo e dell’hotel e solo allora sarete pronti a partire. Una volta approdati sull’isola, vi accorgerete di aver solo sprecato del tempo in ricerche inutili. Sarebbe bastato puntare il dito sulla mappa tra quel mare di isole, per soddisfare i vostri sogni. Perché in Grecia un’isola vale l’altra. Sono tutte belle e selvagge con un mare strepitoso, le casette in calce, con un gatto affacciato alla finestra, e una chiesetta dal credo ortodosso che si staglia nel cielo color porcellana. Questa è l’immagine stereotipata delle isole greche, le quali sono davvero tutte belle ma un po’ omologate. Senza parlare poi della storia che le accomuna: la grande e virtuosa civiltà ellenica che elevò il mondo per cultura e saggezza. Se ne ritrovano frammenti ovunque come tessere di un grande mosaico. Per fare solo degli esempi: tanto Itaca quanto Samos, sia Rodi che Milos sono musei a cielo aperto. Le varie forme d’arte in esse rintracciabili sono

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HURRÀ GRIGI

la testimonianza dell’apogeo raggiunto da questa gloriosa civiltà, a cui non da meno, si deve aggiungere l’immenso contributo dei fieri eroi che permeano le isole di mito e leggenda. I templi e i teatri, le sculture e i resti di antichi insediamenti possono però non interessare a un genere di turismo tutto sole e mare, o servire soltanto come complemento scenico in cui trastullarsi, comodamente sdraiati su un lettino prendisole. Ma l’affinità per la cultura e la storia è tutt’altra cosa. Non basta guardarla da lontano per poterla comprendere. Bisogna esserne attratti. Occorre immedesimarsi in quegli dèi o dee, eroi ed eroine o nelle varie creature mitologiche su cui si fonda la letteratura greca, entrando in contatto con i grandi poemi giunti fino a noi. Solo allora si paleserà davanti solcando il mare proprio fronte a voi. La vedrete navigare sul filo dell’orizzonte. E’ l’imbarcazione dell’uomo chiamato Nessuno che fa ritorno a casa. Ma prima ancora vedrete nella zona più riparata della baia, chiusa dai grandi bastioni di roccia, un gigantesco cavallo di legno abbandonato sulla spiaggia. Poi nel ribollire delle onde scorgerete una zattera

navigare verso la riva. La vedrete arrancare sino alla spiaggia e lì arenarsi sulla battigia. Tra i flutti l’uomo, Ulisse, l’unico superstite di quell’epico viaggio. Per filo e per segno vi racconterà la sua odissea come in un flashback, dove sfileranno tutti i personaggi che la compongono. Vi parrà di aver viaggiato a lungo e in un altro tempo, di aver navigato da una costa all’altra e da un’isola all’altra sulle ali della storia trasportati dalla foga impetuosa della narrazione. Una volta ripresi i sensi avrete la sensazione di trovarvi su un’isola diversa, come se foste scampati a un naufragio, scaraventati dalla forza delle onde su un’isola che non è più la stessa. Ma dove? Su quale, tra le tante di quel nobile mare il potere della narrazione vi avrà trascinato? La sabbia di quale spiaggia starete calpestando? Tutta colpa di Ulisse che coinvolgendovi vi ha letteralmente rapiti. Se così fosse potreste pensare a uno scherzo del destino, o persino agli dei dell’Olimpo, se vi sarete fatti ammaliare a sufficienza. Ma non temete l’isola su cui approderete confermerà le vostre aspettative. Non si smentirà né vi deluderà ma vi appagherà di tutto ciò che andate cercando.

Ravetti: “Siete invitati alla sagra di Castellazzo a mangiare il fritto misto” Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Giuseppe Ravetti, Presidente dell'Assocazione Andeira, per parlare della sagra che si terrà a Castellazzo Bormida nel weekend 15-16 e 17 giugno. Ravetti, parlaci della sagra che si terrà a Castellazzo Bormida nel weekend 15-16 e 17 giugno. L'evento è patrocinato dal Comune di Castellazzo Bormida e questa è una iniziativa organizzata da Andeira in collaborazione con l'Associazione “il Sole Dentro”. Faremo tre serate dal momento che lo scorso anno il Fritto Misto, come specialità, ha registrato un grandissimo successo e quest'anno abbiamo quindi pensato di incrementare la sagra con una serata in più. L’appuntamento è quindi per il 15, 16 e 17 giugno prossimo a Castellazzo Bormida. All'interno di questo evento ci sarà il battesimo della Moto, organizzato in collaborazione con il Moto Club di Castellazzo Bormida. L'evento si svolgerà sabato 16, alle ore 15.00, quando si farà un giro in moto per le vie di Castellazzo. Ci saranno successivamente le premiazioni in Comune ad opera del Sindaco e di mio fratello, Domenico Ravetti con un attestato di partecipazione. La finalità di questa sagra è, ovviamente, benefica. Il ricavato andrà nelle casse dell'Associazione Andeira e dell'Associazione il Sole Dentro per finanziare le varie attività che si svolgeranno durante l'anno. Ma non sarà solo questo l'obiettivo: c'è anche lo scopo di promuovere il nostro territorio, facendo conoscere tutte le iniziative che vengono svolto durante l'anno. Sono due cose che sono complementari. Cosa è Andeira, l’associzione di cui Giuseppe Ravetti è Presidente? Di cosa si occupa? Si, sono Presidente da otto anni. Il Consiglio Direttivo si è rinnovato nel 2016, rimane in carica tre anni. Andeira nasce dall'idea di un gruppo di operatori, di volontari che lavorano nel settore del sociale per

cercare di dare vita ad un contenitore dove le varie associazioni, i centri diurni residenziali possano condividere le loro esperienze e mettere i ragazzi in condizione di dare il loro contributo a livello di pensieri, di idee. L'obiettivo è cercare di dare voce a questo ragazzi. Ogni mese esce il giornale Andeira in cui ci sono gli elaborati dei ragazzi, dove si leggono tante cose interessanti. Diamo loro una voce. Dal momento che su altri giornali, questi ragazzi, non potrebbero esprimere il proprio pensiero. L’ Associazione Andeira è stata ospite dell'Alessandria Calcio di recente. Volevo ringraziare l'Alessandria Calcio che ha ospitato una decina di ragazzi facendo loro visitare lo stadio, i vari ambienti del Moccagatta. In più hanno potuto assistere alla partita di ritorno dei playoff, contro la Feralpisalò. Devo ringraziare la Società che ci è stata molto vicino, in particolare nella figura di Federico Vaio. Su questo siamo vicini all'Alessandria che, ad ogni richiesta, cerca di favorire la socializzazione dei ragazzi. L'Associazione il Sole Dentro di cosa si occupa? L'Associazione “il Sole Dentro” è composta da genitori di ragazzi autistici. Hanno la sede in Alessandria. Svolgono attività mensili con professionisti ed è strutturata in modo diverso da Andeira ma la linea di impegno è quasi la stessa. Collaboriamo da tanti mesi con loro, ci sono tante iniziative. Lavoriamo tutti insieme con ragazzi disabili. In conclusione un invito a tutti i lettori di Hurrà Grigi perché partecipino alla sagra di Castellazzo Bormida! Il canale di Hurrà Grigi è il modo giusto intanto per salutare tutti i tifosi dell'Alessandria Calcio e poi per motivarli a venire alla sagra a Castellazzo Bormida per conoscere la nostra Associazione, per vedere il lavoro che svolge, quello che viene fatto e per dare un buon appoggio ad una causa utile. Ogni giorno c’è sempre un buon motivo per impegnarsi e sono sicuro che i tifosi grigi saranno in prima linea per dare il loro contributo. [Paolo Baratto]

Via Colli, 27 - Lu Monferrato 0131 741544 Aperto tutti i giorni a pranzo dalle ore 12:00 alle 14:00 Aperto a cena dal venerdì alla domenica dalle ore 19:00 alle 24:00


ANDEIRA ONLUS

IN COLLABORAZIONE CON

IL SOLE DENTRO E PESCA E FRIGGI ORGANIZZA

Comune di Castellazzo Bormida

www.andeira.it

CASTELLAZZO BORMIDA

Sagra del Fritto misto RE 19 A O E L DAL RA SAGR TU APER À IBILIT S S O O P PORT S A I D 2 ORE 2 E L L DA LIVE A C I S MU

15•16•17GIUGNO2018 VENERDÌ 15 GIUGNO

SABATO 16 GIUGNO

DOMENICA 17 GIUGNO

JESSICA LOPEZ

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