Alessandria Coppa

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ORSO SBRANALI Finalissima di Coppa Italia di Serie C Alessandria-Viterbese All’interno 8 pagine speciali da collezione

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“IMPEGNO, PASSIONE, AFFIDABILITÀ.

IN CAMPO COME A CASA” Michele Marcolini, Allenatore dell’Alessandria Calcio

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GianmariaZanier Videointerviste


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anno X n. 9

HURRÀ GRIGI

Consueto incontro con Carlo Sacco, figlio del Presidentissimo Remo, ultimo protagonista di una promozione dell’Orso Grigio in serie B

Sacco: i sogni molte volte si avverano!

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uali sensazioni provi alla vigilia di un’altra finale di Coppa Italia? Brividi, tensione e commozione nel ricordo di quella vinta 45 anni fa, che purtroppo non abbiamo potuto alzare sul campo, perché ci fu l’invasione di campo dei tifosi dell’Avellino al gol del 4-2 di Lorenzetti al 112° minuto nel secondo tempo supplementare, su passaggio di Dolso. Sono contento di poterli ricordare, visto che sono già saliti in cielo, da dove sicuramente faranno il tifo per i grigi. Pubblichiamo su questo numero di Hurrà Grigi anche una foto di tuo fratello Paolo che posa con la Coppa. Anche lui ci ha lasciati. Lui divenne Presidente, seppur sempre sostenuto da mio padre Remo, l’anno successivo, l’anno della promozione con Bal-

lacci (1973-4) fino al 1977 con Gino Ressia. Anche lui, purtroppo, ci ha lasciati: mio fratello non era un passionale come mio padre, ma seguiva la partita, sentendola molto, camminando lungo l’ultimo gradino in alto dello spicchio, che ora non c’è più, tra la Tribuna e la Curva Nord, con il grande Gino Armano, quando non veniva con me in panchina. Ricorderemo quando, se Dio vorrà, alzeremo nuovamente questa coppa. Sicuramente, però, i più felici se dovessimo alzare un’altra volta questo trofeo, saranno mio padre e Ginetto Armano. Come visse tuo padre, Remo Sacco quella giornata? Quella sera restammo a Roma a festeggiare, in compagnia dell’allora Presidente della Lazio Umberto Lenzini e del loro Direttore Sportivo, l’ex arbitro Sbardella, nel noto ristorante Giggi Fazzi. Lui era ancora deluso per il campionato appena terminato, con Marchioro come allenatore, in cui ci era sfuggita la promozione per un gol di Mondonico in Cremonese-Alessandria alla terz’ultima partita a Cremona, dove stavamo vincendo 0-1, con gol di Musa. Abbandoniamo la nostalgia e torniamo al presente. Ormai anche il terzo posto in classifica non è più raggiungibile. Con la vittoria di venerdì scorso del

Nuovo HURRÀ GRIGI Nuovo HURRÀ HURRÀ GRIGI GRIGI Nuovo Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 510490 Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 510490 Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 6270131 del 28/09/2009 Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 510490 Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/2009 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com redazione@hurragrigi.it - pubblicita@hurragrigi.it Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/2009 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com Stampa: CSQ CentroPastorini Stampa Quotidiani Pubblicità: Tommaso 347.8944708 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com Stampa: CSQ Centro Stampa Quotidiani Via dell’Industria, 52 -Centro 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511 Stampa: CSQ Stampa Quotidiani Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511 Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511

Pisa, al massimo possiamo arrivare quarti. Però, leggendo bene il regolamento, vincendo la Coppa, entrando con le terze classificate, nella prima partita di andata e ritorno dei play-off noi siamo testa di serie e quindi giochiamo la prima fuori casa, senza, ovviamente, che siano ancora in campo le seconde in classifica. Chi temi maggiormente tra le possibili nostra avversarie agli spareggi promoizione? Oltre alla solita Reggiana, temo soprattutto Sanbenedettese, Pordenone, Bassano, Trapani, Juve Stabia ed il Cosenza del nostro ex mister Braglia. Nel girone C c’è ancora incertezza nei primi tre posti tra Lecce, Catania e Trapani, tutte formazioni temibili. Nel nostro Girone, in prospettiva anche Pisa e Siena sono brutti clienti. Tra gli out-sider, nei vari gironi, metterei Monza, Piacenza, Mestrina, Feralpi. Cosa può rappresentare questa Coppa per il cammino futuro della squadra e del Presidente Di Masi? Innanzitutto può essere un piccolo coronamento degli sforzi che ha fatto in questi anni come proprietario del sodalizio grigio. Colgo l’occasione per dire che, qualunque cosa succeda, un grazie gli è dovuto. Se poi mi posso permette un’osservazione particolare, dopo la trasferta di Gavorrano, vinta 1a 0, grazie anche ai due rigori falliti dai padroni di casa, ho la vaga sensazione che il vento stia cambiando, anche per quanto riguarda la fortuna. Quindi, cominciamo a pensare a questa partita con, finalmente, il Moccagatta pieno con il restyling fatto dalla società e poi penseremo all’altro campionato, quello che inizia coi play-off, da cui magari avremo qualche bella soddisfazione. Ricordo sempre il mio motto: “crederci sempre, illudersi mai”.

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Intitoliamo la Tribuna Centrale a Remo Sacco!

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opo che alcune zone dello stadio sono state intitolate a protagonisti della storia dell’Alessandria Calcio, Hurrà Grigi si fa promotore di un analogo gesto nei confronti di quello che resta uno dei più generosi e longevi presidenti dei Grigi. Parliamo naturalmente di Remo Sacco, l’ultimo ad averci fatto vivere un campionato in serie B. Con Remo Sacco si sono succeduti nominalmente altri presidenti, cittadini alessandrini, ma lui è rimasto proprietario dal 57/58 (anno dell’epico spareggio di San Siro contro il Brescia) fino al 1976, quasi un ventennio di passione ed investimenti. Un ventennio che ebbe il suo

momento più fulgido con l’esibizione del Santos di Pelè al Moccagatta il 12.06.1968. Riteniamo che il gesto più appropriato per ricordare e ringraziare un uomo di tale importanza nella storia dell’Alessandria Calcio si quello di intitolargli la Tribuna Centrale. Contiamo sulla sensibilità del Presidente Di Masi e del Sindaco del Comune di Alessandria: quale migliore occasione che le celebrazioni degli 850 anni della nostra città? Non dimentichiamo che anche il calcio è parte fondamentale ed una dei capitoli più importanti della storia cittadina. Massimo Taggiasco Carlo Sacco


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HURRÀ GRIGI

L’INTERVISTA a Silvio Bolloli

Bolloli: “Bisogna vincere la Coppa: niente alibi, senza se e senza ma!” quanto il trofeo stesso sia stato troppo spesso snobbato, e questa non è certamente una cosa giusta. In Serie A invece non è cosi. Anche la Coppa Italia di Serie A, per lunghi anni, non ha destato le attenzioni delle società più prestigiose: poi ci si è resi conto che, in realtà, cosi non deve essere tant'è che la Juventus, che negli ultimi anni ha insistentemente cercato il triplete sfiorandolo in almeno un paio di occasioni, ha mostrato di dare valore a questa competizione (come del resto, già l'Inter di Jose Mourinho). Ritengo che un felice escamotage sia stato quello di riconoscere dei titoli preferenziali al vincitore della Coppa: in Serie A per l'accesso alle competizioni europee e, in terza categoria, per i playoff. Nel caso dell'Alessandria, poi, c'è un discorso molto particolare che deve essere effettuato. Cioè? Come abbiamo più volte rimarcato, la bacheca dell'Alessandria è troppo desolatamente vuota rispetto a una storia sportiva densa di emozioni, durata quasi centoventi anni, e disputata quasi sempre nel professionismo del calcio italiano. Non dimentichiamo, poi, che Alessandria, e l'Alessandria Calcio hanno tenuto a battesimo due tra i giocatori più forti del calcio italiano di tutti i tempi: cioè a dire Giovanni Ferrari e Gianni Rivera, e che l'erba del Moccagatta è stata calcata da giocatori come Pelè e Platini e che i grigi sono una realtà storica nel calcio del loro paese. Se pensiamo che cotanta storia, alla fin fine, si è condensata nella sola Cop-

pa Italia del 1973, fatta naturalmente eccezione per svariati passaggi di categoria dall'Eccellenza alla Serie A collezionati negli anni, ci rendiamo conto quanto questa competizione possa e debba essere importante. La storia dell'Alessandria è stata spesso costellata di clamorose delusioni. Eccome! Basti pensare al secondo posto nazionale ottenuto, in modo non propriamente corretto, negli anni venti e, ultima delle ultime, alla semifinale di Coppa Italia delle “grandi” di due anni fa che, pur avendo coperto la maglia grigia di gloria, non si è tradotta in nessun trofeo ufficiale. Quindi è più che mai importante farcela. Certo: non solo i giocatori di oggi ma anche quelli di ieri meritano questo successo e, mi permetto di sottolinearlo, lo merita anche questa proprietà, che tanto ha speso per cercare di raggiungere traguardi di prestigio e che, fino ad

ora, non ne ha messo nemmeno uno in bacheca. Parliamo un attimo di calcio giocato: come vedi questa partita? Credo che tutto sia nelle mani dei grigi perché solo loro possono perderla: sia ben chiaro, non voglio mancare di rispetto alla Viterbese che è una formazione di qualità che occupa una delle piazze più importanti del girone, ma la partita di Viterbo (e ci metto dentro anche l'ultima trasferta di campionato a Grosseto, in cui hanno giocato quasi solo seconde linee) ha dimostrato che l'Alessandria è più forte. E infatti ha vinto. Esatto: oltre ad aver dimostrato di essere più forte, ha vinto senza subire neppure una rete e, quello che più conta in questi casi, sul terreno degli avversari. É evidente che anche solo con un pareggio, l'Alessandria porterebbe a casa il trofeo ma proprio qui sta l'aspetto più delicato dell'intera partita.

Oggi le emozioni in campo sono assicurate. Al resto ci pensiamo noi!

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ilvio, è arrivato il momento tanto atteso: stiamo per scendere in campo contro la Viterbese e giocarci un pezzo di storia. Condivido assolutamente le tue parole, stiamo per giocarci un pezzo di storia: quello che non capisco è il motivo per cui competizioni come la Coppa Italia di Serie C siano state troppo a lungo snobbate dalle squadre della categoria. Anche se credo di conoscere la risposta, qual è la ragione secondo te? Parzialmente per concretezza, perché è chiaro che il campionato resta il torneo più importante, un po' per una sorta di snobismo nei confronti di una competizione ufficiale: in ogni caso credo che snobbare la Coppa Italia di Serie C sia una scelta fondamentalmente antisportiva. Una società calcistica è, anzitutto, una società competitiva che cerca di portare a casa dei trofei. Quando i tuoi beniamini scendono in campo contro una avversaria, lo fanno sempre per vincere, a prescindere dal fatto che in palio ci sia la Champions League o la Coppa del Nonno: a maggior ragione ciò dovrebbe accadere quando si lotta per una competizione che è a tutti gli effetti riconosciuta come torneo ufficiale del calcio italiano. Mentre questo troppo spesso non è avvenuto. Se consultiamo l'albo d'oro del torneo scopriamo che, con la sola eccezione del Monza che lo ha vinto tre volte, quasi sempre la Coppa è stata conquistata da squadre diverse. Questa è la miglior fotografia di

Vale a dire? L'Alessandria, a mio avviso, non deve commettere l'imperdonabile errore di giocare una partita di contenimento, puntando anzitutto a non prenderle e cercando quindi di conquistare il trofeo. Dico questo perché oltre a compiere, in tal modo, una scelta non esaltante dal punto di vista sportivo e anche pensando al pubblico che gremirà lo spalto, l'Alessandria non avrà certamente contro una formazione da trattare a suon di barricate ma una squadra che comunque, lo ribadisco, le è inferiore. E quindi quale sarebbe l'atteggiamento giusto secondo te? Lo dico con uno slogan: attaccare con giudizio, cioè cercare la vittoria, per se stessi e per il proprio pubblico, facendo però attenzione ad evitare assalti all'arma bianca che possano scoprire “le terga” e esporre i grigi a eventuali pericolosi contropiede avversari. L'Alessandria è una formazione che dispone di un autentico bunker al centro del campo, con giocatori che, se vogliono, non lasciano passare nessuno. Credo che, quando hai simili caratteristiche, tu possa e debba cercare la vittoria senza compiere imprudenze che, oltre tutto, non sono neppure nel Dna degli uomini di Michele Marcolini. Un’ultima domanda: pare che il pubblico allo stadio possa segnare il record degli ultimi venti anni. L'Alessandria Calcio merita questo meraviglioso abbraccio virtuale da parte della città. E, se la città saprà abbracciare i suoi giocatori come devono, questi dovranno ricambiare l'abbraccio con una vittoria.


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HURRÀ GRIGI

I GRIGI SIAMO NOI di Sergio Ivaldi

Grigi, in finale forza e onore... La gloria vi attende al Moccagatta! giro di 24-48 ore e sicuramente in occasione dell'approssimarsi della gara lo saranno anche gli altri settori dello stadio. Si prevede un tutto esaurito d'altri tempi. Lo stadio sarà un ribollire di passione, ed anche il Comune di Alessandria ha voluto partecipare all'evento distribuendo ai tifosi 5000 bandierine con il simbolo degli 850 di storia della città, compleanno che cade proprio in questo anno solare. Purtroppo a causa di norme alquanto discutibili, molti resteranno senza biglietto. Sicuramente la curva sud, destinata agli ospiti resterà desolatamente vuota o quasi. Pochi infatti

i tifosi viterbesi annunciati in arrivo dalla città laziale. Con un po' di buonsenso si poteva riservare solo uno spicchio della sud, per gli sparuti ospiti e destinare l'altra metà ai tifosi grigi, rimasti senza tagliando. Ma come sempre in Italia le cose fatte con il buonsenso non ci appartengono. Ma a parte le polemiche, c'è da registrare l'amorevole e ammirevole attaccamento dei tifosi a questa squadra, c'è voglia di vincere qualcosa, c'è voglia di condividere una passione, una giornata di gloria. Sotto la cenere infatti cova un fuoco mai domo, quel fuoco che solo dei

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i siamo. L'attesa è finalmente arrivata al capolinea, domani l'Alessandria ha la possibilità di scrivere la storia di questa gloriosa società. Dopo 40 anni si torna a giocare per un trofeo. Sarà pur sempre la sorella minore della più importante e famosa Tim Cup, che ci ha visto assoluti protagonisti nell'era Gregucci, ma è pur sempre un trofeo importante, qualcosa di tangibile, da esporre e da raccontare ai nipotini. I grigi partono da una posizione di minimo vantaggio. La vittoria nell'andata, a Viterbo, per 1 a 0 pone i grigi in condizione di giocare la partita avendo a disposizione due risultati su tre a favore, il pareggio e la vittoria. Ma guai ad abbassare la guardia, guai a dare per scontata la vittoria, sarebbe il più grossolano errore da non commettere. Marcolini lo sa bene questo e ne siamo certi terrà costantemente i suoi ragazzi sulla corda, onde evitare bruschi cali di tensione. La partita con il Piacen-

za deve fungere da monito in questo. Se non stai sul pezzo fino al novantesimo e oltre, ti possono punire in qualsiasi momento. Purtroppo, mentre la Viterbese, questa settimana, osservava il suo turno di riposo, l'Alessandria ha dovuto sbrigare la fastidiosa (per il momento temporale in cui si deve svolgere) pratica Gavorrano. Una partita, che immagino, tutti ne avrebbero fatto volentieri a meno. La testa di giocatori, allenatore, Presidente e tifosi, è infatti rivolta esclusivamente alla finale di coppa e Gavorrano, rappresenta perlopiù una parentesi che avremmo sicuramente voluto evitare di giocare. Ma tant'è, il campionato ci ha riservato questo calendario e ce lo dobbiamo tenere. Sicuramente, anche se Marcolini, ha messo mano ampiamente al turnover per la gara di campionato, i giocatori della Viterbese arriveranno più freschi e concentrati alla finale del 25 aprile, avendo di fatto una settimana intera solo ed esclusivamente votata alla preparazione di questa gara. L'unica speranza è che l'infermeria alessandrina rimanga vuota, a parte i lungodegenti Cazzola e Russini. Vannucchi, lasciato a riposo precauzionale, dopo l'infortunio alla mano, tornerà sicuramente a difendere la porta grigia mentre c'è da registrare il positivo rientro nel gruppo del forte difensore Blanchard. Tutto è pronto dunque. Il popolo grigio, ha dimostrato, una volta di più (come se ce ne fosse bisogno) il proprio attaccamento alla maglia. I biglietti della Gradinata Nord e della tribuna, sono stati polverizzati nel

veri tifosi innamorati della propria maglia come quelli grigi sanno avere. Basta saperlo alimentare. Troppi anni di anonimato in una categoria che da decenni ci sta stretta, hanno portato il tifoso a cadere in una certa depressione calcistica, come se il fato si fosse accanito contro di noi, portandoci più delusioni che gioie. Mercoledì (25 aprile) ci sarà finalmente l'occasione di invertire questo trend negativo. Alcuni (molto pochi ad onor del vero), riesumando l'antica e proverbiale negatività alessandrina, hanno provato a sminuire l'importanza di questo trofeo. Se posso esprimere il mio modesto parere, questi non sono veri tifosi grigi. Certo, il campionato dell'anno scorso ha lasciato cicatrici indelebili nel cuore di tutti noi tifosi, e tutti vorremmo finalmente festeggiare questo benedetto salto di categoria ma vincere aiuta a vincere e chissà che questa coppa non diventi il trampolino di lancio per traguardi ben più importanti. Il Presidente, penso che lo abbia capito, la tifoseria alessandrina è tosta ed esigente ma quando viene chiamata all'appello risponde sempre presente e i 25 mila dell'Olimpico di Torino di qualche anno fa e lo stadio praticamente esaurito per questa finale di coppa lo stanno a dimostrare. Noi ci siamo e ci saremo sempre, sta a lui, alimentare questo fuoco senza lasciarlo spegnere, sta a lui, crederci per primo, tutto il resto arriverà di conseguenza. Ricordatevi questo giorno ragazzi, perchè questo giorno è vostro e lo sarà per sempre. Addosss Grison, forza e onore.


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Gli infiniti motivi per esserci

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Cisley sempre con noi! I n un momento così importante non possiamo dimenticarlo. Enrico sarà con noi in curva, a urlare, cantare e, si spera, a gioire. Comunque vada, non ti dimenticheremo, sarai sempre nei nostri grandi, vecchi, cuori grigioneri. Ciao!

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l clima dell’attesa, in qualche misura, è già un clima di festa, perché l’approdo stesso ad una finale importante è la ragione più profonda per la quale dedicare una briciola del proprio tempo, durante un giorno di riposo, per recarsi al Moccagatta e vestire di grigio. Non roviniamo questo momento ed accogliamolo con gioia, non dimentichiamoci gli anni in cui lo stadio era diventato il ritrovo di pochi fedelissimi ed il ricordo sbiadito di tanti nostalgici, ed onoriamolo vivendolo al meglio: senza polemiche sterili, senza inutili orpelli, con la leggerezza di chi, in fondo, se lo è proprio meritato. Trovo davvero sconveniente, di fronte a questa finale tanto attesa, stilare un elenco dei meritevoli e dei respinti perché il tempo di festa, in qualche maniera, ne subirebbe un contraccolpo inevitabilmente duro. Ritengo più opportuno e costruttivo sottolineare per quali motivi l’appuntamento del 25 aprile non possa essere disatteso. In primo luogo, sarà la giornata primaverile durante la quale l’Italia intera festeggia la liberazione dal nazifascismo e non c’è occasione più ghiotta per presentarsi, uniti e compatti, a gremire gli spalti e festeggiare anche solo per quello, in nome di quella Libertà, maiuscola e con l’accento, per la quale molti hanno perso la vita. In secondo luogo, perché il calcio è uno sport talmente bello da farti percepire lo stesso calore familiare che potrebbe darti il ritrovo attorno ad una tavola imbandita con una tovaglia verde nel giorno atteso ed in quei casi è indispensabile mettere da parte le vecchie ruggini, le incomprensioni mai chiarite, le discussioni troppo spinose. Rimandiamo tutto al giorno dopo per vivere appieno il giorno presente, nel nome dell’Alessandria Calcio che si gioca questa benedetta finale, in pressoché perfetta concomitanza con la ricorrenza di quella città che festeggia

il suo compleanno numero 850 e che già da allora, prima ancora che fosse inventato il calcio, faceva il tifo per lei. Tra la tanta storia che è transitata dalle parti di Spalto Rovereto c’è la nostra storia, tutta intera, nessuno escluso. In campo, oltre alla squadra, ci saranno gli Orti ed il Cristo, Europa e Pista, il Centro, il Duomo ed il campanile di piazza Santa Maria di Castello, corso Roma e piazza Garibaldi, la Fraschetta, gli orologi di Palazzo Rosso e piazza della Libertà. Ed ancora: i rabaton, i lacabon di Santa Lucia, la minestra di ceci, i salamini di vacca ed il pollo alla Marengo; il Tanaro, la Cittadella e quel suo ponte che ora non c’è più, il liceo Plana, la biblioteca, i libri di Eco, il mercato. Insieme a quegli uomini e quelle donne, con il Borsalino in testa, che in ogni epoca ed ogni tempo sono stati orgogliosamente alessandrini, grigi fradici dalla testa ai piedi e che quel giorno urleranno compatti il grido di battaglia “Adoss”. E’ il giorno di Alessandria, quello di tutti, non vale la pena fermarsi a guardare se quello stesso giorno qualche tiepido cuore tornerà ad infiammarsi per saltare, si spera, sul carro dei vincitori. Ci sarà

spazio per tutti, anche se ognuno, alla fine, potrà ritenere quel gesto giusto o sbagliato. Godiamocela tutta questa gara così bella e così attesa e lasciamoci alle spalle ogni amarezza! La prevendita ha già registrato, dopo pochi giorni, il tutto esaurito in rettilineo e gradinata Nord. Dovrebbe essere così sempre, in maniera tale che il Presidente, sulle ali dell’entusiasmo, possa decidere di regalarci le tanto attese coperture per quei due settori. Nel frattempo, facciamo il nostro e riempiamolo questo stadio piccolo ma bello, intimo e raccolto ma al tempo stesso caldo come una bolgia dantesca. E’ sempre emozionante esserci quando tutti i settori, all’unisono, iniziano ad incoraggiare la squadra gridando: “Grigi, Grigi, Grigi!...” Personalmente, ogni volta sperimento la pelle d’oca. E’ il momento giusto per sperimentarla nuovamente, tra le note dei cori e le imprecazioni d’ansietà tutte mandrogne che risuonano della nostra inconfondibile erre tra i gradini dello stadio. E’ il momento giusto per trascorrere una giornata diversa in quello che, comunque vada, dovrà essere giorno di festa. [Riccardo Masiero]


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THORmento grigio di Thor

Coppette, "gufi", suore... e bandierine

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dai e dai, è arrivato il momento di affrontare questo agognato appuntamento, al quale non si può certo dire che la Piazza "Mandrogna" sia storicamente avvezza... Si è dibattuto allo sfinimento, a partire dall' inverno trascorso, riguardo l'opportunità o meno di puntare a tale Prestigioso Obiettivo, che rappresenta anche un' utilissima "scorciatoia" per affrontare gli spareggi in posizione privilegiata. Ognuno ha espresso la propria opinione, la maggior parte dei Tifosi è tradizionalmente abituata a considerare la Coppa Italia un "fastidio infrasettimanale", utile solamente a fornire "minutaggio" per le riserve, con la fervida speranza che non causi infortuni ai giocatori titolari. Un po' come accade usualmente per le squadre della massima serie, salvo poi accorgersi dai quarti in avanti che può diventare, a seconda dei contesti, un meraviglioso "traguardo salvastagione", quand'anche l'accesso all' internazionale Europa League (che poi verrà a sua volta "snobbata" inopinatamente almeno fino agli ottavi!!!). Alcuni erano convinti di poter portare a termine una "irrealistica rimonta" fino a raggiungere il podio, senza tenere conto del fatto che non è possibile regalare quasi un girone agli avversari, in nessuna categoria di calcio "serio", ipotizzando di riuscire a condurre 4/5 mesi di campionato professionistico praticamente senza errori!!! Tant'è, il Nostro "mercoledì

da leoni" (o meglio da Orsi...) è finalmente arrivato... Come poteva arrivare, in Alessandria, se non preceduto dal solito classico "coacervo basso piemontese" di corsi, ricorsi, polemiche, polemicone, polemichette e/o presunte strumentalizzazioni?! Impossibile!!! La Nostra proverbiale "bastiancontraristica intransigenza" (chiedo scusa per l'intrusione in altrui "rubrica"!), ci proibisce di giungere a qualsiasi "Appuntamento" con la A maiuscola senza trovare motivo di polemica o contrasto preventivo, fondato o pretestuoso che possa essere (non discuto in alcun modo le motivazioni...).

Così succede, come sempre, che diversi modi di vedere le cose portino a veri e propri "scontri ideologici" e disquisizioni cervellotiche. Impera l'annosa diatriba tra chi vede quasi solo esclusivamente il "bicchiere mezzo pieno" e coloro che al contrario sono portati ad evidenziare gli aspetti negativi e gli errori presumibilmente commessi dalla Proprietà. Ora non mi pare certamente il momento di affrontare tali tematiche, perché c'è da stare tutti uniti e cercare di "accompagnare" la squadra a "tagliare il traguardo"... Quindi soprassiedo riguardo l'eterno scontro fra "ultraottimisti" e presunti

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Forza Alessandria! Vinci per la tua città!

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"gufi" (come vengono solitamente definiti coloro che riportano costantemente alla memoria le "nefandezze sportive" che accompagnano purtroppo la Storia dei Nostri ultimi decenni!), nella personale convinzione che comunque la verità sia posizionata all'incirca verso la metà. Non voglio neanche esprimermi sul "POLEMICONE" delle BANDIERINE SPONSORIZZATE in cooperazione tra Comune e Società, per cui alcuni hanno visto l'ennesimo tentativo di intrusione della politica, oppure un altro "passo" nella "trasformazione" del Tifo Vero, Passionale, Viscerale, Spontaneo e Genuino in qualcosa di "istruito", "ammaestrato", assoggettato alle logiche moderne filosocietarie verso

cui appare aspirare chi "tira i fili" del gigantesco "Teatrino pallonaro"!!! Mi limito a ricordare che a Noi non hanno praticamente mai portato bene, quindi ne avrei VOLENTIERI FATTO A MENO!!! Così come, mi piace simpaticamente chiudere con la speranza che, la Festività del 25 aprile riesca anche solo a mitigare, qualora non fosse possibile annullare la "malefica influenza delle suore del Mocca"!!! (il quale, Amatissimo, in questa occasione si è dimostrato ancora una volta inadeguato, perlomeno in termini di capienza, per una Città e una Società che dichiarano di ambire a traguardi molto superiori ad una "semplice Coppetta di serie C"!!!).

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24 apr. 2018

Ospitiamo un intervento di Paolo Borasio, assessore all’ambiente del Comune di Alessandria, presidente del club “Grison dal Munfrà”, ma, prima di tutto, grande tifoso dei grigi

Grigi: orgoglio della nostra città

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Serie C: lotta aperta nei tre gironi

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ncora 270 minuti al termine del campionato, ancora tre giornate per definire quali squadre saliranno in Serie B, quali squadre raggiugeranno i playoff, quali squadre giocheranno i playout per la permanenza in Serie C e quali retrocederanno in Serie D. Nel girone A si va verso una corsa a due: Livorno e Robur Siena, staccate di due sole lunghezze, si giocheranno la promozione in cadetteria. Il Pisa, staccato di cinque lunghezze dalla vetta, ha blindato il terzo posto, la Carrarese è quarta, a – 12 dalla vetta, con l’Alessandria subito a ridosso che potrebbe, con esito positivo nelle rimanenti tre giornate, chiudere il girone al quarto posto. 53 punti per i ragazzi

di Marcolini che dal match di Piacenza, giocato all’andata, fino alla partita vinta a Grosseto con il Gavorrano, hanno conquistato 40 punti, più di tutte le altre squadre. Nel girone B è stata rinviata la gesta promozione del Padova, fermata sul pari a Fermo. Ma è crollata la Sambenedettese sul campo del Pordenone. Nel girone C giochi ancora aperti con Lecce, Catania e Trapani in lotta per conquistare il primo posto con la squadra di Liverani in testa. Meno giornate di campionato mancano al termine della stagione e più si fa sentire il peso di ogni giocata. Di ogni pallone. Di ogni decisione presa in campo o in panchina. Ogni dettaglio può fare la differenza. [Paolo Baratto]

In foto la presentazione della maglia celebrativa per gli 850 anni di Alessandria (credit foto: www.lastampa.it) Badate bene: il colore dell'amministrazione non conta nulla. L'amministrazione rappresenta la città in quel momento ma come si dice delle società di calcio... le amministrazioni passano, Alessandria rimane. E noi quando andiamo allo stadio facciamo il tifo per Alessandria e la

sua squadra, non per le amministrazioni che in quel momento la governano. Sarebbe bello veder sventolare 5000 bandierine. Vederne sventolare solo 3000 non avrebbe lo stesso effetto. Con il massimo rispetto delle idee di tutti. [Paolo Borasio]

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i permetto di scrivere non da presidente dei Grison dal Munfrà e neanche da assessore ma da tifoso/cittadino che va allo stadio da 40 anni. E badate bene, scrivo senza alcun intento polemico nei confronti di nessuno perché ognuno ha le sue idee e vanno tutte rispettate. Però vorrei sottolineare che non è un anno qualunque per Alessandria ma è l'anno dell'850 compleanno della città ed il 25 aprile siamo in diretta nazionale. A me piace l'idea che tutta Italia sappia che Alessandria festeggia il suo compleanno e lo fa anche con la sua squadra di calcio che indossa la maglia con il simbolo che rappresenta questo evento. Io sono orgoglioso di essere Alessandrino e orgoglioso che questa città festeggi gli 850 anni di vita e orgoglioso che la mia squadra del cuore si senta parte di questo compleanno. E mi piacerebbe che i tifosi fossero contenti di poter sventolare 5000 bandierine (che non sono in plastica, peraltro) con sopra il simbolo degli 850 anni da una parte ed il simbolo dei grigi dall'altra perché daremmo una bella immagine dello stadio, della città e del fatto che i tifosi si sentono orgogliosi di "sventolare" il loro essere alessandrini per questo compleanno così importante. Per questo il comune ha pensato di donare le bandierine ai tifosi.

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HURRÀ GRIGI

NOVITgnÀe

zo con conse Aperti a pran posto di lavoro! sul a domicilio e presto altre grandi E molto sorprese!!!


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anno X n. 9

HURRÀ GRIGI

Mario Di Cianni, per noi tutti Capo Mario, responsabile dei rapporti tra tifoseria e società, è intervenuto sui social per rivolgere personalmente un invito a tutti i tifosi in vista della decisiva sfida con la Viterbese Tutti insieme per alzare questa coppa! Condividiamo ogni sua parola

Capo Mario: tutti uniti per la finale! P

come mi avete insegnato, ed è stato il tormentone della scorsa stagione, “I GRIGI SIAMO NOI”, e allora se siamo Noi davvero, dimostriamolo a quelli che arriveranno da Viterbo, che la Gradinata Nord c’è, ed è presente, e se i ragazzi sulla balaustra sventoleranno ininterrottamente le bandiere, durante la gara, fateglielo fare, siate comprensivi, deve essere comunque una festa. Ai lancia cori storici della curva, chiedo di tornare anche se solo per una partita (che può valere una intera stagione, a guidare la Nord

come ai vecchi tempi, e infine non voglio assolutamente dimenticare chi non potrà essere presente quel giorno, al Moccagatta, ai diffidati, e a chi ci guarda dalla torretta della nord lassù, dobbiamo assolutamente vincerla anche per loro. Anni fa durante lo spareggio a Modena col Prato appendemmo uno striscione “ FORZA RAGAZZI UNITI TORNEREMO GRANDI”, ecco facciamolo, stiamo uniti tutti per questi 10 giorni, remiamo tutti dalla stessa parte, poi dopo si vedrà. [Capo Mario]

posso assicurare una cosa, che veder alzare un semplice trofeo, nel mio stadio, e da un giocatore capitano della Squadra per cui io faccio il tifo fin da bambino non ha assolutamente nessun prezzo, e io quel momento sono anni che lo aspetto. Se c’è una persona (e chi mi conosce lo sa benissimo) scaramantica nella vita, quella sono io, quindi non vi chiedo di pompare l’evento (so già che mi rispondereste con l’esempio della Giana lo scorso anno, che porta sfiga etc etc ), ma di creare almeno, un minimo di entusiasmo intorno alla Squadra, perché capiscano cosa rappresenta per noi, comunque una vittoria. Alla squadra

Via Lombroso, 15 15121 Alessandria 0131 253719

chiedo una cosa sola. Per favore, per una volta, una volta sola, dimenticate che siete i G.D.M. fatemi l’uovo fuori dalla cavagna, VINCETELA, perché la normalità per noi sarebbe quella di veder festeggiare i tifosi avversari al Moccagatta e non viceversa, siamo abituati a quello, e non abbiamo idea di quanto possa essere meraviglioso vedervi sfilare con la coppa in mano, per tutto lo stadio. Quanto alla mia gradinata Nord, oltre che a dimenticare, per questi pochi giorni che ci avvicinano alla finale, polemiche, e reminiscenze della scorsa stagione, chiedo, ai vari gruppi di essere di nuovo compatti, belli, uniti, perché

@Tony Frisina

@Tony Frisina

ubblico questo post, precisando subito, che NON lo faccio, come delegato della Tifoseria, ma come “CapoMario”, a titolo puramente personale, ed quindi è indirizzato a TUTTI quelli che come me, amano questa squadra e questi colori, INDISTINTAMENTE. Vi chiedo, solo ed esclusivamente per questo breve periodo che ci separa dalla finale, di archiviare o di mettere in standby qualsiasi tipo di polemica, e di concentrarci, tutti insieme, esclusivamente sulla finale di ritorno del 25 Aprile, che comunque può segnare una svolta, nella nostra stagione. Fatelo solo per questi 10 giorni che mancano alla partita, è un piccolo sacrificio che vi chiedo, poi ognuno faccia quello che crede giusto, ma cerchiamo di non perdere di vista l’importanza di questa finale. Per me, per molti dei vecchi Ultras, questa non è la Coppetta o la coppa del nonno. Per noi che sono 44 anni che non vinciamo niente, e comunque la possibilità di alzare un trofeo, grande o piccolo che sia, è sempre un trofeo, perciò per favore non sminuiamola, non facciamola sentire poco importante, perché comunque per chi ha fame di vittorie, come la nostra tifoseria sa, deve essere bellissimo, comunque, vincerla e poi, può magari segnare l’inversione di tendenza come già successe nel 1973. Senza dimenticare, inoltre il vantaggio che ci darebbe , nella griglia di partenza dei playoff, cosa assolutamente non da poco. Io, ho visto alzare la Coppa del mondo a Zoff nel 1982 in Spagna, A Cannavaro nel 2006 a Berlino, ma vi

Per informazioni 3332652805


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HURRÀ GRIGI

IL BASTIAN CONTRARIO

di Mao

Noi crediamo in questa finale! È

persino difficile trovare un titolo che non sia già stato usato per qualche occasione importante. L'anno scorso abbiamo potuto sbizzarrirci sia in positivo che in negativo, talmente è stato ampio il rendimento che la squadra ha mantenuto. Quest'anno avremmo potuto soltanto invertire i periodi, parlando prima delle disfatte e solo dopo di un galoppo che tutti quanti noi speriamo non abbia fine... fino all'ultima partita dei play off. Ma andiamo con ordine. Mancano poche ore per potere, dopo 44 anni, tentare di alzare un trofeo importante. Uno dei pochi trofei che la nostra squadra ha già vinto e del quale mancano anche i ri-

cambiare pagina e non avere più paura dello stadio o della cabala. Importante sarà l'apporto che noi tifosi daremo ai giocatori . Avere il Moccagatta completo in ogni ordine di posti... non è cosa da tutti i giorni ed è un segnale molto importante. Finalmente dovrebbero tornare i tamburi e i megafoni, sicuramente ci sarà una coreografia e tutti quanti noi parteciperemo. Il comune ha fatto stampare

scontri fotografici e televisivi. Non è di inizio secolo... ma nel 1974 la Rai (unica emittente che esisteva ) ha forse snobbato l'evento, e a mia conoscenza non esistono filmati della prima edizione, quella vinta dai GRIGI contro l'Avellino. Sembra di parlare del secolo scorso!!! Ma è cosi... addirittura potremmo dire dello scorso millennio. È veramente importante che tutti coloro che hanno meno di 40 anni...comincino ad avere dei ricordi POSITIVI. Perché vincere aiuta a vincere. Non voglio nemmeno prendere in considerazione, dopo la partita dell'andata, un fine torneo che non ci veda vinci-

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tori! Quindi i preparativi di quella che deve essere una festa per il calcio Alessandrino sono cominciati. Gli sforzi, gli errori, le incomprensioni della dirigenza debbono trovare in questa vittoria l'inizio di un ciclo a noi favorevole (e sarebbe quasi ora). Sono momenti in cui i tifosi si avvicinano maggiormente alla squadra, in cui si ricompattano e aiutano come 12° uomo i ragazzi. Purtroppo molte volte le nostre attese e le nostre speranze sono state vane... questa deve essere la partita della svolta, a partire dalla quale si deve

5000 bandierine con i colori e lo stemma della società, in occasione degli 850 anni della città. Tutto quindi è pronto... vogliamo solo giocare e vincere questa partita e questo trofeo. Tutti quanti noi sappiamo il secondo valore... per il secondo obbiettivo di questa COPPA ITALIA...di questo trofeo che non possiamo non mettere in bacheca!! FORZA GRIGI... NOI CI SIAMO... DOVETE ESSERCI ANCHE VOI !!


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anno X n. 9

HURRÀ GRIGI

Orso, una grande, doppia, occasione grande sacrificio ma che non ha nel suo Dna l’istinto del killer, a Marconi, la cattiveria sotto porta manca. Chinellato, ultimamente, è stato confinato in panchina, sta a lui far ricredere gli scettici e i critici. Sicuramente va sottolineato il fatto che i grigi non perdono una partita da un girone intero, da Piacenza, match di andata a Piacenza, match di ritorno, la classifica reciterebbe: Alessandria 38, Robur Siena 34. Ormai parlare dei rimpianti per i mesi della gestione Stellini non ha più senso. Si ripartirà dallo 0-1 ottenuto sul campo della Viterbese grazie al tap-in di Michele Marconi. Partita che i grigi hanno controllato, correndo qualche rischio, prontamente sventato da Vannucchi. Su di un

campo gibboso, pesante in cui la pioggia è caduta per tutta la durata del primo tempo, era difficile poter giocare la palla in velocità e a due tocchi. Ogni componente della rosa dell’Alessandria deve essere consapevole di avere una grande, doppia, occasione. I grigi scenderanno in campo con la maglia celebrativa degli ottocentocinquant’anni della città di Alessandria: motivo in più per dare quel qualcosa di più. Tutti insieme, appassionatamente, il 25 aprile per questa finale di ritorno di Coppa Italia di Serie C, contro la Viterbese, tutti insieme a tifare per tutti i novantacinque minuti di gioco, tutti insieme per una grande, doppia occasione. [Paolo Baratto]

@GSM Photo

A

ssicurarsi per la seconda volta, la prima fu il 29 giugno del 1973, allo stadio Flaminio di Roma, contro l’Avellino, la Coppa Italia di Serie C, nel return match, casalingo, contro la Viterbese e garantirsi l’automatica la conquista del terzo posto in chiave playoff. Il Moccagatta si annuncia tutto esaurito, i tifosi carichi a mille pronti a sostenere la maglia grigia: ci sono tutti gli ingredienti per poter vivere un pomeriggio che può passare alla storia. Ma, si sa, nel calcio non si può mai dare niente per scontato. Non si può mai abbassare la guardia fino a quando l’arbitro non ha fischiato, per tre volte, la fine del match. Il pareggio ottenuto, nel match casalingo contro il Piacenza, sarà utile per tenere alta la guardia, per poter fare tesoro degli errori commessi in fase offensiva, il non essere riusciti a chiudere la partita, e l’errore commesso in fase difensiva che è costato all’Alessandria la vittoria e due punti in meno in classifica. La parte che comanda un essere umano è sempre la testa, bastano pochi minuti di calo di attenzione, di concentrazione per buttare al macero tutto il lavoro effettuato precedentemente. Nelle ultime uscite di campionato è stato notevole il rammarico per i punti persi per strada, punti che avrebbero consentito a Gonzalez e compagni di essere a ridosso delle prime posizioni della graduatoria. Ma la regola del calcio dice: gol sbagliato, gol subito è sempre viva, e, spesso, non perdona chi commette degli errori. Marconi è ad Alessandria da cinque anni, eccezion fatta per la parentesi avuta per sei mesi a Lecce, ed è un giocatore di

OGGI AL MOCCA di Paolo Baratto

Viterbese: il cammino verso la finale in una stagione tribolata S e si parla di Viterbese il pensiero non può non andare al suo vulcanico Presidente: Piero Camilli, nato ad Acquapendente l'8 novembre del 1950. Imprenditore nel settore dell'allevamento e della lavorazione delle carni ovine, è nel mondo del calcio dagli anni 90' quando acquisi la Castrense, club emanazione del comune viterbese di Grotte di Castro, con cui dal 1995 al 1999 ottenne quattro promozioni in altrettanti anni, passando dalla Seconda Categoria alla Serie D. Nel giugno del 2013 ha acquistato la Viterbese che riparti, sotto la sua gestione, dall'Eccellenza in seguito a un fallimento. Al primo anno di presidenza ha centrato la promozione in Serie D, nella stagione 2015/16 ha vinto il campionato di Serie D ottenendo la promozione in Lega Pro. Questa stagione calcistica, 2017/18, è stata segnata da cinque cambi di panchina: la stagione è partita con Valerio Bertotto, poi è stato ingaggiato Federico Nofri Onofri, poi è stata la volta di Stefano Sottili: fu la gara del Moccagatta vinta dai laziali 1-3, a novembre, al debutto di Sottili, a provocare l'esonero di Stellini, poi è subentrato Giuliano Giannichedda, durato dieci giorni ed infine ecco il ritorno di Stefano Sottili. La Viterbese ha raggiunto la finale di Coppa Italia di Serie C iniziando la manifestazione nel mese di agosto. Era stata inserita nella fase a gironi, esattamente il girone F, con Olbia ed Arzachena e chiuse in testa il girone a

4 punti. La prima gara fu vinta in casa della squadra di Giorico per 0-3. Nella seconda giornata giunse il pareggio, casalingo, 2-2, contro l'Olbia. Nei sedicesimi di finale, il 22 novebre 2017, la squadra di Sottili sconfisse, ai rigori 3-2, il Teramo dopo che la partita era terminata 0-0 dopo i tempi supplementari. Negli ottavi di finale, il 6 dicembre, ci fu il rotondo successo, per 3-0, contro il Livorno, grazie alle reti di Jefferson, Sanè e Vandeputte. Nei quarti di finale ci sono, di nuovo, voluti i calci di rigore, vittoria per 4-3, per avere la meglio della Paganese: la gara era finita 1-1 dopo i tempi supplementari. Nelle semifinali è stato il Cosenza ad essere battuto dai laziali: 3-1 per la Viterbese nel match di andata: Pascali, Jefferson e De Sousa i giocatori andati in rete per la compagine di Sottili, Bruccini il marcatore per la formazione di Braglia. Nella sfida di ritorno il Cosenza ha vinto 2-1, punteggio che non è servito per ribaltare la gara di andata: Tutino e Perez a segno per i calabresi, Calderini per i laziali. Mercoledi 25, fischio d'inizio alle ore 14.30, l'atto conclusivo. Si partirà dallo 0-1 ottenuto dall'Alessandria a Viterbo. Chi alzerà il trofeo, succederà al Venezia e sarà il quarantasettesimo vincitore della storia della manifestazione. La squadra che nella storia ha vinto pià volte la Coppa Italia di Serie C è stata il Monza, 4 successi, seguita da Foggia e Spezia con 2 vittorie.

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HURRÀ GRIGI

Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha intervistato Emanuele Dotto, giornalista, conduttore radiofonico e televisivo per la RAI ben noto a tutti gli appassionati di sport. É una delle voci leggendarie di quel “tutto il calcio minuto per minuto” che ci ha fatto vivere la storia del nostro calcio. Non ha mai nascosto la sua passione per l’Alessandria.

“Con la vittoria si darebbe lustro ulteriore al blasone della società” A

lessandria-Viterbese, finale di ritorno di Coppa Italia di Serie C, è una gara che può riconsegnare ai grigi un trofeo dopo oltre quaranta anni. L'Alessandria ha più del cinquanta per cento di possibilità di vincere il trofeo, avendo vinto a Viterbo il match di andata. I giocatori di Sottili non mi sembrano una grandissima squadra ma, a volte, in andata e ritorno ci si può complicare la vita. Ricordo quando l'Alessandria aveva vinto a San Giovanni Valdarno, per 0-1, per poi perdere 0-3 in casa. Ho visto la partita in televisione e l'Alessandria mi è apparsa più forte della Viterbese. Con la vittoria si darebbe lustro ulteriore al blasone della società. Come è nata la passione di Emanuele Dotto per le radiocronache? Il mio sogno da bambino era quello di fare il radiocronista. Mi allenavo spesso immaginando di commentare le partite.. Mi sono laureato in storia Medioevale e pensavo di intraprendere un altro tipo di carriera ma, quando poi ne ho avuto la possibilità, sono entrato a fare parte di un piccolo giornale regionale: il Corriere Mercantile. Poi sono passato al giornale di Indro Montanelli e dal 1 gennaio 1980 sono entrato a fare parte della Rai. Non tutti riescono ad ottenere quello che si erano prefissati. Io ricordo un tema che ho

svolto quando facevo la prima elementare dal titolo: Cosa vuoi fare da grande? La mia risposta fu il radiocronista. Sono contento della carriera che ho fatto, non svolgevo un lavoro faticoso. Ho lavorato divertendomi e mi sono diverto lavorando: questa è la mia filosofia. Luca Di Masi: sono anni che spende molti soldi per vincere il campionato di Serie C ma ancora non ci è riuscito, lei che idea si è fatto? Nel calcio non basta soltanto spendere per poter vincere un campionato. Bisogna avere le idee chiare. Ritornando a parlare della nefasta stagione dello scorso anno, ai primi scricchiolii andava esonerato Piero Braglia, si è perso del tempo, l'Alessandria ha cominciato una lenta frana che poi soltanto l'arrivo di Pillon ha fermato: omai, però, l'emorragia era inarrestabile. La Presidenza ha peccato di inesperienza . Secondo me era necessario dare un cambio al manico, l'allenatore probabilmente non governava più lo spogliatoio. Mi auguro che Di Masi non molli anche se ha speso tanto e ha ottenuto meno di quello che avrebbe meritato. Quest'anno potrebbe ancora essere l'anno buono: ai playoff la squadra ci arriverà in condizioni buone, mentre lo scorso anno era stanca, era alla canna del gas, e tutte quelle partite dei play-off sono costate in termini fisi-

ci e mentali. Nella finale con il Parma l'Alessandria non ha mai tirato in porta esaurendo totalmente la sua spinta propulsiva. Mi pare che Marcolini sia un buon allenatore, ha esordito con una sconfitta e poi ha inanellato una serie di risultati utili, quando è giunto ad Alessandria la squadra era terzultima. E' fondamentale avere un allenatore che duri per tutta la stagione e che non abbia cedimenti. Ai playoff, se la squadra non è stanca, può fare bene. Meglio vincere il campionato e passare direttamente. A Di Masi si può dire grazie ed è un miracolo che un imprenditore come lui abbia investito cosi tanto, al di la dell'amarezza per la mancata promozione della passata stagione dopo un campionato dominato. Non

dimentichiamo che l'anno prima si è giocato la Coppa Italia fino alle semifinali con il Milan. Certo è mancata la promozione in Serie B. E' il tempo di augurarsi che sia finito questo calvario. Come giudica il livello attuale del calcio italiano ? Molto scadente. Giocatori di grande qualità sono sempre più restii a venire nel campionato italiano. Io nel 1982, quando cominciammo a fare le prime radiocronache, arrivarono i vari Platini, Zico e Maradona. Ora i giocatori di grande qualità vanno all'estero se non addirittura in Cina. Siamo un campionato di seconda schiera. I risultati della Nazionale sono evidenti, anche i risultati in campo internazionale sono evidenti: è dal 2009 che non vinciamo

più la Coppa Dei Campioni. E chissà per quanto anni non la vinceremo. Credo che manchino, soprattutto, i dirigenti. Anni fa, quando accendevo la radio per sentire “tutto il calcio minuto per minuto”, ascoltavo le voci leggendarie di Ciotti, Ameri e Dotto. Oggi non c'è più nessuno, come mai? É cambiato il mondo. Pensare alla bellezza di quel calcio antico, del calcio del passato fa tornare giovani. Era un altro mondo, si giocava tutti alla stessa ora, era un rito sacrificale. Si è governati, oggi, dai diritti televisivi, dai soldi. La gente lo faceva per passione, non lo faceva per speculare. É tutto un mondo che si è completamente rivoluzionato. Anche il modo di giocare e l'enorme potere dato ai procuratori hanno negativamente influito. Consiglierebbe a un giovane di intraprendere la carriera che ha fatto lei? I tempi sono cambiati. Adesso fare il giornalista è diventato più semplice da un lato. ma è diventato difficile dal punto di vista economico. I nuovi giornalisti guadagnano poco, stipendi da fame, sono pagati pochi euro, senza grandi prospettive, il mondo dell'informazione è in crisi. Io consiglierei di fare altro. É una grande passione ma i giornali sono una nicchia che si sta chiudendo. [Paolo Baratto]


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HURRÀ GRIGI

Gianni Bianchi: coloriamo tutti la nostra grande passione grigia!

Tener - scheda tecnica_Tener_I 16/11/16 14:58 Pagina 1

PAOLO BARATTO

G

ianni Bianchi è stato un Presidente vincente nella storia dell’Alessandria Calcio: tra l’altro ha avuto il grande merito di riportare la squadra tra i professionisti, dopo stagioni di mediocrità e delusioni. Lo abbiamo incontrato in occasione della sua graditissima partecipazione alla trasmissione Hurrà Alex, condotta dal nostro direttore ogni lunedì e giovedì dalle 14,30 alle 16,00 su Alex 89,9. Presidente, coi grigi lei ha vinto molto anche se in categorie inferiori all’attuale. Adesso abbiamo l’occasione di riportare a casa un trofeo veramente importante. Vincere è sempre bello, in qualunque occasione e categoria del calcio come di tutti gli atri sport. E’ il premio per i sacrifici e l’impegno che si mette per raggiungere obiettivi che non sono mai facili. I tifosi aspettano di poter final- grande cosa che ci deve rendere orgomente mettere un trofeo in bacheca gliosi e positivi. E così deve essere anche per la nostra dopo oltre 40 lunghissimi anni. In troppi, ormai, dicono che in questa città: fieri di essere alessandrini! É dura, però, aspettare per così città tutto è grigio come le maglie tanto tempo una vittoria importandella squadra. Bisogna porre fine a questa mentali- te! É il momento di guardare solo avantà disfattista, non se ne può più. Non confondiamo il colore della ma- ti. Questa coppa può essere il riconosciglia con quello della città o dei tifosi. I nostri cuori sono hanno il colore mento per i tanti sacrifici di chi (tifosi, del sangue, le nostre anime devono dirigenti, giocatori) ha sostenuto l’Oressere anche loro vivaci e colorate, cer- so Grigio anche nei momenti più difficili, quando14:58 occorreva risalire chiamo finalmente di essere positivi. Tener - scheda tecnica_Tener_I 16/11/16 Pagina 1 dopo Poi non è vero che il grigio delle no- aver toccato il fondo. Adesso, però, dobbiamo costruire il stre maglie è triste: è un grigio brillante, è una maglia unica al mondo, è una futuro, per la squadra e per la città.

Alessandrini

I

cattivi, tanto cattivi. n Alessandria fa caldo. C’è un clima In questi giorni prima della finale torrido. Sembra di essere in pieno invece si sbilanciano. luglio. È tutto un po’ angosciante, tutto Lì senti sussurrare “chissà...” un po’ surreale. Tutti parlano di caldo Anche le donne si sentono e... di coppa Italia. Sembra quasi che competenti a riguardo. Mogli e questa partita abbia risvegliato gli fidanzate che escono insieme a fare animi polemici dei ciceroni da bar. aperitivo e, tra una polemica e l’altra Che bello entrare nei bar ai margini su un mancato 25 aprile al mare, del centro e vedere i vecchietti che dicono che “intanto i Grigi perderanleggono il giornale. Contemporaneano sicuro”. mente riescono a parlare di Grigi. Io invece non so. Non so se sta volta Fanno le due cose a tempo. Io non ci le donne hanno ragione. riesco. Chissà se mai svilupperò Ad Alessandria fa caldo, ci sono le questo talento. Ma i vecchietti dei giostre e non piove. Grigi fondamentalmente parlano Alessandria non sembra alessansempre bene. O meglio, parlano dria e chissà se anche i Grigi... non sempre dei loro ricordi. E i loro ricordi possano sembrare i Grigi. sono davvero dei bei ricordi. I peggiori Per questa volta, almeno, potrebbesono i normali. Uomini adulti, età ro sembrare... che ne so, magari il indefinibile (per me dai 30 ai 40 sono Cittadella di qualche stagione fa. tutti uguali, cacchio). Sono davvero Sarà divertente ritornare ad avere terribili. Sono insopportabili. vicino speaker RUT di livello che storpiano Criticano, criticano urlando. Vogliono INO PUMANTE i nomi dei giocatori. far risuonare nel locale il loro negativo Ahhhh Alessandria...ahhh gli sapere. Caro vecchio Socrate magari ci alessandrini... [Beatrice Bruno] fosse ancora qualcuno come te. Sono

Banfi Piemonte è situata a Strev tra Novi Ligure e Acqui Terme, Qui Banfi ha raccolto l’eredità di Bruzzone, sto del gruppo. Banfi Piemonte vanta una prod e rossi, tutti espressione d

TENER

Fare il Presidente di una squadra di calcio, lei mi insegna, è un mestiere duro e difficile. Pena che Di Masi sia la persona giusta per riportarci in alto? Sicuramente. Penso che in lui ci siano la competenza e la passione giuste per guidare l’Alessandria finalmente verso grandi traguardi. La finale di Coppa Italia può e deve essere il primo passo per progredire, per puntare verso l’alto e non tornare più indietro. Anche Di Masi merita un riconoscimento per tutto quello che ha fatto in questi anni. Così come tutti i nostri meravigliosi tifosi.

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Banfi Piemonte è situata a Strevi, con oltre 45 ettari di vigneti di proprietà che siILestendono COMMENTO DELL’ENOLOGO Questo speciale blend, composto per oltre la metà da tra Novi Ligure e Acqui Terme, un territorio unico della tradizione vitivinicola piemontese. Banfi Piemonte è situata a Strevi, con oltre 45 ettari di vigneti Banfi di proprietà che èsi situata estendono Piemonte a Strevi, con oltre 45 ettari di vigneti di propriet Blanc, raramente destinate a vini spumanti, conferisc Qui Banfi ha raccolto l’eredità di Bruzzone, storica casa vitivinicola attiva fin dal 1860, per farne il marchio piemontese tra Novi Ligure e Acqui Terme, un territorio unico della tradizione vitivinicola tra Novi Ligure piemontese. e Acqui Terme, un territorio unico della tradizione vitivin particolari emarchio gradevolissimi. Uno spumante dal gusto del gruppo. Banfi Piemonte vantaha una produzione che comprende siavitivinicola grandi importanti bianchi Qui Banfi raccolto l’eredità di Bruzzone, storica casa attivahafinraccolto dalsia 1860, per farne ilvini piemontese Qui spumanti, Banfi l’eredità di Bruzzone, storica casa vitivinicola attiva fin dal 1860 del gruppo. Banfi Piemonte vantapregiate una produzione che comprende grandiBanfi spumanti, sia importanti bianchiche comprende sia grandi spumant del gruppo. Piemonte vanta una vini produzione e rossi, tutti espressione delle più denominazioni delsia basso Piemonte. GASTRONOMICI e rossi, tutti espressione delle più pregiate denominazioni del basso Piemonte. eABBINAMENTI rossi, tutti espressione delle più pregiate denominazioni del basso Vino gradevolissimo da bersi come aperitivo e fuori a piatti a base di pesce e alle carni bianche.

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HURRÀ GRIGI

A TUTTO CAMPO di Gianmaria Zanier

Troppi pareggi al Moccagatta

I

n una fredda giornata di aprile, inframmezzata da una tipica ma fastidiosa pioggerellina (o, più precisamente, una vera e propria “sabbia del deserto”), contro il Piacenza i grigi inanellano il ventiquattresimo utile consecutivo tra coppa e campionato (iniziato proprio al Garilli di Piacenza lo scorso novembre), che comunque non serve a niente ai fini della classifica. Inizio di gara, come spesso è successo ultimamente, con ritmi non particolarmente elevati: la prima azione è degli ospiti, con una rovesciata di Di Molfetta che finisce alta (lo stile non è non proprio quello di CR7, ma bisogna accontentarsi...). Dopo un paio di minuti, sono ancora i biancorossi a farsi pericolosi, quando Nicco si fa rubare la palla da Corradi, il quale lancia subito in profondità: Pesenti si porta con la testa la palla in area e cerca di sorprendere Vannucchi (per lui, oggi, 100 partite ufficiali in grigio), che però è, come sempre, molto reattivo. L’Alessandria risponde al 9’, con un corner calciato con la consueta eleganza e precisione da Bellazzini: la traiettoria è insidiosa e il portiere ospite Fumagalli si salva con i pugni proprio sulla linea di porta. Nemmeno un minuto dopo, ancora sugli sviluppi di un calcio d’angolo, è Giosa a tentare al volo la conclusione ma Barlocco non riesce a piazzare la zampata vincente. Gli ospiti emiliani, comunque, non si limitano ad una gara di puro contenimento, mettendo anzi in difficoltà la retroguardia grigia: non a caso, nel giro di pochi minuti sia Celjak sia Giosa rischiano l’autorete per cercare di anticipare i diretti avversari in area grigia. Anche la retroguardia emiliana, tuttavia, dimostra di an-

dare in difficoltà sulle palle inattive: dopo una conclusione pericolosissima di Fischnaller dalla distanza (molto bravo il portiere Fumagalli ad arrivarci con il pugno, nonostante una deviazione sul tiro da parte del compagno di squadra Castellana), è infatti ancora Piccolo a sfiorare la rete sugli sviluppi dell’ennesimo calcio d’angolo. Alla mezz’ora è il solito Bellazzini a provarci su punizione, ma la palla finisce di poco sopra la traversa. Al 39' sono gli ospiti a ripartire in contropiede con Di Molfetta, ma il suo tiro finisce in corner. Sugli immediati sviluppi, è addirittura Marconi a salvare sulla linea di porta, sul colpo di testa di Pergreffi. Il primo tempo si conclude con un rigore ottenuto da Bellazzini, che viene trattenuto in area da Di Cecco: sarebbe l’occasione perfetta per andare negli spogliatoi sull’1-0, ma purtroppo il tiro di Marconi coglie il palo della porta biancorossa. Fortunatamente,

i grigi non accusano il colpo e all’inizio del secondo tempo riescono ad andare in vantaggio: Nicco decide di mettersi in proprio con un’azione nella zona centrale e offre un assist perfetto per Gatto che, di piatto, trafigge Fumagalli. Come avrebbe detto Bruno Pizzul “Tutto molto bello”. Tre minuti dopo, Nicco avrebbe addirittura l’occasione per raddoppiare, ma il suo diagonale finisce alto di poco. E’ questo il momento migliore dei grigi, che si rendono pericolosi prima ancora con Gatto (arginato da Pesenti, prima della eventuale conclusione), poi con un’altra punizione di Bellazzini che coglie nuovamente il palo interno. Gli ospiti tentano il tutto per tutto, con alcuni cambi (Romero per Corazza e Bini per Segre), un più spregiudicato 3-5-2 e due azioni subito pericolose (un colpo di Romero di testa, con palla fuori davvero di poco e una conclusione di Pesenti che però non inquadra la

porta). Anche Mister Marcolini decide di rimescolare le carte (Sestu per Bellazzini, Ranieri per Gatto e Gonzalez per Fischnaller), con la squadra che sembra avere la gara in pugno: prova ne sono le conclusioni sia di Nicco dal limite, respinta di pugno da Fumagalli, sia da Marconi, che sotto porta fallisce il raddoppio in modo clamoroso. La beffa finale non è del tutto inaspettata, però, visto che già qualche minuto prima, una potentissima conclusione di Della Latta aveva colto il palo pieno, prima di tornare tra le mani di Vannucchi: è questo infatti, il preludio al pareggio degli ospiti, siglato a un minuto dalla fine dal gigantesco Romero (alto quasi 2 metri), lasciato colpevolmente libero dai due difensori centrali grigi a dir poco distratti. E questa volta, alla fine, a festeggiare purtroppo sono soltanto i circa 200 tifosi provenienti da Piacenza.

Tabellini Alessandria: Vannucchi, Celjak, Nicco, Marconi, Fischnaller (80’ Gonzalez), Piccolo, Giosa, Bellazzini (71’ Sestu), Gazzi, Gatto (80’ Ranieri), Barlocco. In panchina: Pop, Lovric, Ranieri, Sciacca, Sestu, Gjura, Usel, Gonzalez, Ragni, Chinellato, Ahmed, Giubilato. All.: Marcolini. Piacenza: Fumagalli, Di Cecco (85’ Mora), Pergreffi, Silva, Pesenti, Corazza (67’ Bini), Corradi, Della Latta, Di Molfetta (85’ Zecca), Castellana, Segre (67’ Bini). In panchina: Lanzano, Mora, Romero, Lamesta, Bini, Furlotti, Zecca, Amore. All.: Franzini. Arbitro: De Tullio di Bari, coadiuvato dagli assistenti D’Elia di Ozieri (SS) e Martinelli di Seregno (MB) Reti: 53’ Gatto (AL) e 94’ Romero (PC) Ammoniti: 44’ Di Cecco al 44’ (PC) e 58’ Pergreffi (PC)w

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anno X n. 9

HURRÀ GRIGI

Questo Moccagatta non ci basta! MASSIMO TAGGIASCO

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iciamoci la verità: la vera festa di inaugurazione del “nuovo” Moccagatta è questa attesissima finale di Coppa Italia. Senza tanti lustrini ed effetti speciali, con un solo protagonista: il grande amore per questa squadra. Non c’è bisogno di inventarsi niente: bastano i risultati sul campo per celebrare una maglia unica al mondo, la sua storia ed i suoi protagonisti di oggi e di ieri. Al primo giorno di prevendita gradinata e tribuna hanno fatto registrare il tutto esaurito, con code di un paio d’ore per accaparrarsi gli ultimi tagliandi disponibili. Ancora una volta i tifosi dell’Orso Grigio si sono dimostrati eccezionali: speriamo che, finalmente, tanto amore venga ripagato dal risultato del campo. Consideriamo che la partita sarà anche trasmessa in diretta televisiva, eppure tutti i tifosi vogliono essere presenti perché puoi inventarti tutte le tecnologie del mondo, ma l’emozione di una partita vissuta sul campo è unica, irripetibile, insostituibile. A questo punto, però, sorge spontanea una domanda: ha avuto un senso questa ristrutturazione del Moccagatta che, di fatto, ne ha lasciato invariata la capienza (poco più di 6.000 posti)? La finale di Coppa Italia è sicuramente un evento, anche per il fatto che non mettiamo un trofeo in bacheca da oltre 40 anni, ma ci sono traguardi ben più importanti: eppure è bastato questo appuntamento per scatenare una vera e propria corsa al biglietto. Mi chiedo che cosa succederà quando giocheremo (e prima o poi

In foto un'immagine dei recenti lavori di ristrutturazione dello stadio Moccagatta succederà!) le gare decisive per la promozione alla serie B o quando magari disputeremo finalmente questa tanto sognata cadetteria! Lo abbiamo già detto tante volte: si è fatto un grande investimento, che magari appaga l’occhio, ma in questo impianto continua a mancare la copertura del rettilineo e della curva nord! Il vero problema, però, a parer mio, resta quello della capienza. Oggi, purtroppo, non sono più i tempi di quell’Alessandria-Parma del marzo 1973 quando il Moccagatta riuscì ad ospitare (non si sa come) oltre 17.000 spettatori. Al massimo i posti sono 6.000 e 6.000 devono restare.

Di questi 6.000, la curva nord ne può ospitare 1886, meno di un terzo: mi pare logico e facile prevedere che, come accaduto per questa gara, in occasione di partite di uguale, se non maggiore importanza, i biglietti vadano a ruba alla velocità della luce. A quel punto o si acquista il tagliando per un'altra zona o si guarda la partita in TV. Scegliere un altro settore, però, significa acquistare un biglietto più caro, cosa che non tutti possono permettersi: il calcio è lo sport più popolare del paese, non è giusto farlo diventare un prodotto d’elite. In tanti saranno costretti a rinunciare. Aggiungiamo che, in caso di cam-

pionati più entusiasmanti dell’attuale, saranno in molti a voler fare l’abbonamento, cosa che ridurrà ulteriormente la possibilità di acquisto dei biglietti per la singola partita. A ciò potrebbe aggiungersi il problema di tifoserie ospiti particolarmente numerose. Per i tifosi grigi, ancora meno posti! Già nella scorsa stagione, quando tutti ci eravamo illusi di assistere ad un campionato di vertice fino alla fine, la capienza della curva nord si era dimostrata largamente insufficiente e, con essa, quella di altri settori dello stadio. Penso si possa dire che il meraviglioso tifo grigio sarebbe in grado di riempire costantemente una gradinata con una

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capienza almeno doppia dell’attuale curva nord: sappiamo quanti biglietti sono stati venduti, ma quanti sono coloro che sono rimasti a casa? Ho veramente l’impressione che questa “ristrutturazione”, che tanti imprevisti ha anche dovuto affrontare, passerà alla storia come un’occasione perduta, tanto più da una dirigenza come l’attuale che vuole ed è sicuramente in grado di garantire un futuro luminoso all’Alessandria. Con tutto il rispetto per il fascino e la storia del Moccagatta, si sarebbe potuta studiare una soluzione più rispondente alle esigenze del grandissimo e foltissimo tifo grigio, che è il vero protagonista dello spettacolo del calcio.

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RIPORTIAMOLA A CASA! MASSIMO TAGGIASCO

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ono passati quasi 45 anni da quando l’Alessandria ha vinto la prima, storica coppa Italia di serie C. Da allora, la bacheca della società è rimasta miseramente vuota. Anzi, ironia della sorte, anche quell’unico trofeo, materialmente, nella bacheca non c’è più perche, durante le tante e confuse vicende societarie accadute da allora, qualcuno ha pensato bene di farla sparire. Nessuno dice di sapere dove sia finita. Non solo, ma quella prima coppa Italia non l’abbiamo mai alzata al cielo. Infatti, allo stadio Flaminio di Roma, quando, al minuto 112, Lorenzetti, su passaggio di Dolso, mise in rete la palla del 4 a 2 per i grigi, lo sportivissimo pubblico di Avello pensò bene di invadere il campo e porre così fine allo spettacolo. La coppa ci fu consegnata negli spogliatoi, per una festa piuttosto ridotta. Niente radio, niente televisione a

documentare quello storico evento: sembra di parlare della preistoria. Non esistono quasi neppure fotografie che documentino azioni di gioco. Adesso, abbiamo la possibilità di rifarci e di celebrare una festa vera al Moccagatta, nel tempio del nostro tifo. Guai a perdere una simile occasione, dopo il dominio della gara d’andata. Questa coppa deve essere il giusto premio per tutti. Per i giocatori che, dopo un avvio di stagione disastroso, hanno saputo reagire e riportare la squadra in alto in classifica e a questa storica finale. Per il Presidente Di Masi che finalmente potrebbe celebrare la prima vittoria “vera” dopo i tanti investimenti ed il tanto impegno profusi in questi 5 anni. L’Alessandria di Remo Sacco dopo aver portato a casa la Coppa, nella stagione successiva ottenne anche la promozione in serie B: auguriamo a Di Masi di fare altrettanto, anzi, magari, di accelerare i tempi, dal momento che siamo ancora in corsa per i play-off e con la vittoria della finale

potremmo entrarvi con le terze e con il favore del campo. Soprattutto, però, a meritare questa festa siamo noi tifosi, quelli che non hanno mollato mai in 45 anni di sofferenze, così come quelli che hanno scoperto da poco il fascino e l’amore per questa maglia unica al mondo. E poi, in coincidenza con gli 850 anni di vita della nostra città, questa vittoria deve rafforzare il legame storico, saldo, strettissimo tra Alessandria e il mitico Orso Grigio. In nostro stadio può contenere circa 6.000 spettatori: ne sono rimasti fuori almeno altrettanti. Nei momenti che contano veramente le città risponde, anzi le tante richieste di biglietti (giunte anche al nostro giornale) ricevute da ogni parte d’Italia dimostrano che Alessandria ti resta scolpita nel cuore, ovunque la vita ti porti. Sarà una giornata di emozioni fortissime: grazie a tutti coloro che ci hanno messo in condizione di viverle. E’ il momento di non guardare più indietro, di dimenticare il passato, di lasciare alle spalle vane nostalgie: è il momento di vincere. Adesso!

Il saluto del Presidente di Lega Pro Gabriele Gravina

“Le cose migliori si ottengono con il massimo della passione”. Lo scriveva Goethe. É una frase che oltrepassa il tempo e calza anche al calcio. Quando si imbocca una strada, si superano gli ostacoli e si vede in lontananza il traguardo da tagliare, è questo il percorso comune. Si alimenta e si accresce con il gioco di squadra. Nasce e si realizza dalla passione e dalla dedizione di chi dirige un club, di chi scende in campo

e di chi non fa mancare il supporto sugli spalti. Il traguardo da tagliare si chiama, in particolare oggi, Coppa Italia Serie C. Si è articolato in un cammino di otto mesi per arrivare al suo epilogo con la finale del 25 aprile: una data che ha un significato profondo e che allo stadio si deve caratterizzare per una serata di calcio che celebra la Coppa Italia. É un trofeo di prestigio che è simbolo del nostro calcio, del territorio e della tradizione del nostro Paese. Rivolgo un saluto alle due finaliste Alessandria e Viterbese, due squadre che hanno dimostrato di avere i requisiti per far imprimere il proprio nome su una Coppa, che quest’anno festeggia i suoi primi 46 anni. Gabriele Gravina, Presidente Lega Pro

con i Grigi da sempre!


II

SPECIALE COPPA ITALIA

anno X n. 9

Orso, vinci per la nostra città!

MASSIMO TAGGIASCO

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uando l’Orso chiama, la città risponde. É un dato di fatto: siamo andati in ventimila a San Siro e a Torino, abbiamo riempito il Moccagatta per questa finale di Coppa Italia. Nella mattina del primo giorno di vendita libera dei biglietti, a mezzogiorno la Curva Nord registrava già il tutto esaurito. Si ha un bel dire che la città è grigia come le maglie della sua squadra: questo è un luogo comune che viene sistematicamente smentito quando ci sono degli eventi di valore e di grande richiamo. Anzi, mi pare di poter dire che l’Alessandria calcio ha dimostrato che esistono l’orgoglio e l’amore per questa città. Siamo fieri della nostra appartenenza, anche se siamo molto restii a dimostrarlo e a manifestare apertamente i nostri sentimenti. Qualcuno potrà dire che il calcio non è una cosa importante e che mette in risalto solo gli aspetti deteriori dell’animo umano. Non è assolutamente vero: come la Nazionale ci unisce e ci rende (a volte) orgogliosi di essere italiani, così questa squadra con una maglia tanto particolare, unica al mondo ci

fa sentire fieri di essere alessandrini. Il problema, secondo me, non è tanto quello di sindacare se sia giusto o meno che una cosa futile come il calcio possa esaltare la nostra “alessandrinità”. Il problema è trovare altre occasioni per far emergere questo sentimento. Prendiamo il problema del fallimento della Borsalino: in questo caso abbiamo avvertito una ferita al nostro orgoglio, anche se, di fatto, la fabbrica del cappello di alessandrino aveva ormai veramente poco o nulla. Eppure, la fine di questa storia, che si spera non sia già scritta definitivamente, ci ha colpito in maniera negativa: abbiamo sentito questo evento come un qualcosa di negativo che ha offeso il nostro essere alessandrini. Quindi io penso che non è vero che la nostra è una città ormai priva di identità, che non è vero che siamo destinati ad un ruolo marginale nel panorama economico e sociale nazionale, che non è vero che Alessandria è grigia come il suo clima. Bisogna saper creare le condizioni e le occasioni di richiamo, di coinvolgimento: se vogliamo che Alessandria riparta occorre che ci sia qualcuno che scommette su questa città e i suoi abitanti, che sappia offrire occasioni di sviluppo e di crescita. Il Presidente Di Masi non è un imprenditore alessandrino, però ha avuto il coraggio di scommettere sulla nostra squadra. Ha fatto molti errori, però ci ha creduto e continua a crederci anche se questo costa investimenti decisamente sproporzionati ai risultati raggiunti.

Con un po’ più di esperienze e di fortuna probabilmente saremmo già da tempo in serie B, invece stiamo

aspettando tutti insieme di alzare un trofeo che manca da oltre 40 anni. Molti, come il sottoscritto, rim-

piangono il calcio eroico degli anni passati, ma ormai il pallone è business e, in questo, l’Alessandria Calcio ha dimostrato che anche qui si può costruire un’attività commerciale moderna, all’avanguardia, in grado di ottenere e tenere vivo un grande seguito che si traduce in ritorno economico. Grazie al tanto criticato pallone, tutta Italia ha sentito di nuovo parlare di Alessandria per qualcosa di positivo e di vincente. Il calcio è un’industria particolare, che necessita passione oltre che competenza manageriale, ma sicuramente l’Alessandria Calcio può e deve essere un esempio per chiunque voglia investire nella nostra realtà. Alessandria non è una città morente, non è un dormitorio, non è la periferia dell’impero. Gli alessandrini sanno rispondere, col cuore e con la testa, quando riconoscono la bontà di un progetto, la concretezza delle idee e degli investimenti. E allora, Orso, alza questa Coppa perché questa vittoria sia di stimolo e di esempio per tutti gli scettici, per tutti i menefreghisti, per tutti i pessimisti. Mettiamo a frutto le nostre potenzialità, sfruttiamo le nostre capacità: cultura, turismo, prodotti tipici possono essere altri settori in cui emergere con la nostra “unicità”. Ad Alessandria si può fare qualcosa di grande: comunque vada questo può e deve essere solo l’inizio di molte cose importanti, non esclusivamente nel mondo del calcio. A vantaggio, ovviamente, di tutta la comunità. Grazie, magico orso grigio, tutta la città aspetta la tua vittoria!


24 apr. 2018

SPECIALE COPPA HURRÀ GRIGIITALIA

III

La storia della Coppa Italia di C

I

n origine fu denominata Coppa Italia Semiprofessionisti di calcio e nacque con il campionato 19721973. Il "settore semiprofessionistico", dopo aver sentito il parere favorevole delle società dipendenti, decise di organizzare un torneo calcistico con una formula che ricalcava in un certo modo quello della Coppa Italia. Alla prima edizione parteciparono tutte le 60 squadre di Serie C e le seconde e le terze classificate dei nove raggruppamenti di Serie D della stagione 1971-1972. Il successo andò all'Alessandria che nella finale di Roma superò l'Avellino: la partita fu sospesa al 7' del secondo tempo supplementare per invasione di campo dei sostenitori della squadra campana, sicché il giudice sportivo assegnò la vittoria ai piemontesi che al momento della sospensione erano in vantaggio per 4-2. Il trofeo in palio Quadri di partecipanti leggermente allargati nel 1973-1974: alle 60 società di Serie C furono aggiunte le seconde, le terze e le quarte classificate nei gironi di Serie D del precedente torneo. La finale fu giocata a Lucca, tra Monza e Lecce, e fu vinta dai brianzoli con un gol segnato al 1' di gioco. Nel 1974-1975 si presentano al via ben 96 partecipanti, con il Monza che bissò il successo della stagione precedente, andando a vincere ai tiri di rigore sul terreno di gioco del Sorrento. Da quella stagione la finale di coppa si giocò sul campo di una delle due finaliste, designato per sorteggio dalla Lega Nazionale Semiprofessionisti. Nel 1975-1976 furono di scena in finale ancora i brianzoli, ma stavolta i biancorossi dovettero cedere al cospetto dei padroni di casa del Lecce. Nel 1977 trionfò il Lecco, vincendo

COPPA ITALIA LEGA PRO

di stretta misura (2-1) contro la neoretrocessa Sangiovannese. La finale del 1978, giocata sul terreno di gioco di Reggio Calabria, fu interrotta per intemperanze dei tifosi locali al 23' del secondo tempo; il giudice sportivo convalidò il risultato di 2-0 in favore dell'Udinese. Nel 1979 ci fu il primo successo di una squadra della neonata Serie C2: il Siracusa ebbe la meglio sulla Biellese, portando per la prima volta il trofeo nelle isole. Nel 1980 venne introdotta la doppia finale (andata e ritorno) in casa di entrambe le pretendenti al successo finale, così come accadde anche per la Coppa Italia maggiore. La finale del 1985, a Carrara, fu interrotta al 10' del secondo tempo a causa di un guasto all'impianto elettrico; il giudice sportivo convalidò il risultato di 0-2. Nel 1981, dopo due anni dalla riforma che portò alla nascita di Serie C1 e C2, la manifestazione assunse il

nome di Coppa Italia Serie C. Nel 2008, dopo il cambio di denominazione dei due succitati campionati, c'è stata la ridenominazione anche per il trofeo dedicato dapprima alle squadre di Prima e Seconda Divisione, e poi alla serie unica Lega Pro, con il nuovo marchio di Coppa Italia Lega Pro. Tale coppa è stata per vari decenni l'unica, tra tutte quelle nazionali organizzate dalle varie leghe della Federcalcio, ad avere unicamente un valore "onorifico", non distribuendo cioè alcun beneficio sportivo[2] (eccetto un contributo economico): dall'edizione 2016-2017, la formazione vincitrice ottiene anche l'accesso alla seconda fase dei playoff per la promozione in Serie B.[1] Dal 2017, con il contestuale cambio di denominazione del campionato di Lega Pro in Serie C, anche la coppa di categoria torna alla storica denominazione di Coppa Italia Serie C.

ALBO D'ORO

1994-95 VARESE

2016-17 VENEZIA

1993-94 TRIESTINA

2015-16 FOGGIA

1992-93 PALERMO

2014-15 COSENZA

1991-92 SAMBENEDETTESE

2013-14 SALERNITANA

1990-91 MONZA

2012-13 LATINA

1989-90 LUCCHESE

2011-12 SPEZIA

1988-89 CAGLIARI

2010-11 JUVE STABIA

1987-88 MONZA

2009-10 LUMEZZANE

1986-87 LIVORNO

2008-09 SORRENTO

1985-86 VIRESCIT BERGAMO

2007-08 BASSANO VIRTUS

1984-85 CASARANO

2006-07 FOGGIA

1983-84 FANFULLA

2005-06 GALLIPOLI

1982-83 CARRARESE

2004-05 SPEZIA

1981-82 LANEROSSI VICENZA

2003-04 CESENA

1980-81 AREZZO

2002-03 BRINDISI

1979-80 PADOVA

2001-02 ALBINOLEFFE

1978-79 SIRACUSA

2000-01 PRATO

1977-78 UDINESE

1999-00 PISA

1976-77 LECCO

1998-99 SPAL

1975-76 LECCE

1997-98 ALZANO VIRESCIT

1974-75 MONZA

1996-97 COMO

1973-74 MONZA

1995-96 EMPOLI

1972-73 ALESSANDRIA


IV

SPECIALE COPPA ITALIA

anno X n. 9

Roma, 29 giugno 1973: adesso diamo la parola ai suoi protagonisti

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a Coppa Italia Semiprofessionisti 1972-1973 è stata la prima edizione di questa manifestazione. Ha visto ai nastri di partenza tutte le società partecipanti al campionato di Serie C 1972-73, a cui vennero aggiunte la seconda e la terza classificata dei gironi di Serie D 1971-72. La vincitrice è stata l'Alessandria, che si è aggiudicata il trofeo battendo l'Avellino nella finale disputata a Roma, allo stadio Flaminio il 29.06.1973. Ricordiamo che la gara, terminata 2-2 alla fine dei tempi regolamentari, venne sospesa al 112, dopo che Lorenzetti ebbe messo a segno il gol del 4-2 per i grigi. I tifosi dell’Avellino diedero vita a pesanti intemperanze e ad una mini invasione di campo. Venne poi omologato il risultato del campo, ma non vi fu cerimonia di premiazione. A conferma del valore delle squadre in campo, ricordiamo che l’Avellino ottenne quell’anno la promozione in seri B, l’Alessandria ci riuscì nell’impresa l’anno successivo. La Redazione di Hurrà Grigi ha contattato alcuni dei protagonisti che, nelle file dell’Alessandria, hanno preso parte e vinto la storica prima finale di Coppa Italia . Antonio Colombo: “Ho dei ricordi molto belli della finale al Flaminio.. Siamo andati a giocare con grande entusiasmo e alla fine siamo stati premiati portando ad Alessandria la Coppa. Sapevamo di andare ad affrontare una grande squadra, all’epoca l’Avellino aveva vinto il girone Sud del campionato di Serie C. Siamo andati con la giusta carica ago-

In foto: Pozzani, Di Brino, Musa, Dolso, Maldera, Manueli e Colombo (Fonte: Foto Zanini ) nistica, ma tranquilli dal punto di vista mentale. In questo è stato molto bravo l’Allenatore Marchioro. Venivamo anche da un positivo finale di Campionato. L’unico mio dispiacere è stato di aver giocato soltanto venticinque minuti, poi sono dovuto uscire a causa di un infortunio ”. Attilio Maldera: “Venivamo da un ottimo campionato, avevamo vinto l’ultima gara a Venezia, ma per pochi punti non siamo andati in Serie B. Abbiamo però raggiunto quest’altro obiettivo, la finale di Coppa Italia, dopo aver superato avversari ostici e impegnati e ci siamo trovati in finale contro l’Avellino che aveva vinto il girone Sud del campionato di Serie C: si trattava quindi di un avversario molto forte. C’erano molti

fattori avversi. Sotto un certo punto di vista eravamo piuttosto demoralizzati perché non avevamo centrato la promozione in Serie B. Inoltre allo stadio c’erano moltissimi tifosi dell’Avellino, convinti di portare facilmente a casa la vittoria. Andò diversamente.. Ricordo che avevo fatto gol , un gran bel gol di testa, su passaggio di Lorenzetti: lo ricordo bene anche perché in carriera di gol ne ho segnati pochi. E’ stata una grande gioia, accresciuta dal fatto che era la prima Coppa Italia di Lega Pro che si giocava. Un passo nella storia”. Flavio Pozzani: “É stata una gran partita, quella vinta dall’Alessandria, anche perché partivamo sfavoriti, dal momento che l’Avellino aveva vinto il girone Sud del campio-

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nato di Serie C. Noi, invece, eravamo arrivati secondi e siamo scesi al Flaminio da sfavoriti ma, ripeto, abbiamo giocato un gran gara. Peccato per il finale della partita, per la chiusura anticipata a causa delle intemperanze dei tifosi dell’Avellino”. Ezio Paparelli: “I ricordo sono ovviamente belli. In quella partita, io ero un ex perché avevo giocato un anno ad Avellino: E’ successo un po’ di tutto: stavamo vincendo 3-2 e, al gol di Lorenzetti del 4-2, incominciarono le intemperanze dei tifosi irpini. Arrivarono in campo un sacco di bottiglie e cosi l’arbitro terminò anticipatamente il match. La partita era stata stravinta dall’Alessandria. Non ci fu la premiazione, ma nello spogliatoio ci fu una grande festa”.

Sergio Viganò, all’epoca massaggiatore dell’Alessandria: “Quella Coppa Italia di Serie C l’abbiamo vinta meritatamente, con un grande squadrone, contro una grande squadra che aveva vinto il girone Sud del campionato di Serie C ed era stata promossa in Serie B. L’Alessandria giocò una gara magistrale, peccato per l’esito nefasto, per come fini anticipatamente la sfida. Ho ancora dei bellissimi ricordi. ” Santino Ciceri, all’epoca segretario: "Vincere la Coppa è stata una grandissima emozione, anche se il momento più critico è stato quello dell’invasione di campo. Siamo dovuti scappare negli spogliatoi per salvare la pelle! Dopo un paio d’ore la situazione si è tranquillizzata e abbiamo finalmente tenuto la coppa tra e mani! É stato comunque un momento bellissimo." 29.06.1973 Roma Stadio Flaminio Avellino-Alessandria 2-4 (0-1) Alessandria-Avellino 4-2 (sospesa al 112’ per invasione di campo) Alessandria: Pozzani, Maldera II, Di Brino, Paparelli, Colombo (22’ Mayer), Berta, Vanzini (64’ Dolso), Salvadori, Cini, Lorenzetti, Musa. All.: Marchioro Avellino: Violo, Codraro, Piaser, Zucchini, Piccinini (46’ Marchesi), Fraccapani, Bongiorni, Zoff, (91’ Cattaneo), Palazzese, Pantani, Nobili. All.: Giammarinaro Arbitro: Levrero di Genova Marcatori: 16’ Maldera II, 49’ Bongiorni (Av), 65’ Palazzese (Av), 67’ Cini, 108’ e 112 Lorenzetti Espulso: Palazzese (Av) al 99’


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SPECIALE COPPA HURRÀ GRIGIITALIA

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Tutti in posa con la Coppa!

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Foto 1: Da sinistra, il giornalista Giuseppe Zerbino, Paolo Sacco e Santino Ciceri. Foto 2: Paolo Sacco con la Coppa. Foto 3: Gianni Piterà con Paolo Sacc. Foto 4: un amico di Paolo Sacco.

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SPECIALE COPPA ITALIA

anno X n. 9

Finale della Coppa Italia di Serie C tra Viterbese ed Alessandria

A favore dei Grigi il primo round! MARIO MARCHIONI

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’Alessandria targata Marcolini si è aggiudicata la prima gara di andata della doppia finale della Coppa Italia di Serie C, che si è giocata mercoledì 11 u.s. allo stadio ‘Rocchi’ di Viterbo, con il risultato di uno a zero e con la rete decisiva messa a segno dal bomber Marconi al 39’ della prima frazione di gioco (nella foto). Ma oltre all’importante vittoria, con il goal fuori casa che vale doppio, va rimarcato che i giocatori grigi (mercoledì in maglia rossa) hanno disputato una partita tatticamente perfetta, seguendo le indicazioni precise del mister Marcolini, riuscendo così a chiudere ogni spazio agli attaccanti laziali e cercando di essere pericolosi con qualche ripartenza, ma anche su alcuni calci da fermo (la rete infatti scaturisce da un corner battuto da Gonzalez che appoggia a Giosa, il quale di testa rimette al centro per la ‘zampata’ di Marconi), mentre il numero uno Vannucchi è stato bravo e reattivo in alcuni interventi, in particolar modo al 30’ della ripresa con una parata su tiro potente di Calderini, che ha permesso di mantenere imbattuta la propria porta. La doppia finale per la Coppa Italia di Serie C è iniziata quindi con il piede giusto, è stato fatto il primo passo, è stato messo il primo tassello per conquistare l’ambito e prestigioso trofeo dopo 44 anni, adesso tutti sono convinti davvero che questa storia si può ripetere e nessun tifoso grigio potrà mancare alla gara di ritorno che si giocherà al ‘Moccagatta’ mercoledì 25 aprile alle ore 14,30 quando il ‘catino’ dello storico

Alcune immagini della partita di andata Viterbese - Alessandria dell'11 aprile 2018 stadio alessandrino dovrà riempirsi in ogni ordine di posti ed i tifosi dovranno sostenere con il loro calore ed il loro incitamento i giocatori in maglia grigia in questa storica impresa. Oltre al prestigio ed alla gioia per la conquista del trofeo, ricordiamo che esiste anche la consapevolezza di saltare i primi due scontri preliminari dei play off.

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IL TABELLINO DI Viterbese–Alessandria: 0-1 VITERBESE: Iannarilli, Celiento, Rinadi, Sini, De Vito (dal 10' s.t. Sané), Peverelli (dal 19' s.t. Mosti), Di Paolantonio, Benedetti, Vandeputte (dal 10' s.t. De Sousa), Calderini, Bismark. A disposizione: Micheli, Cenciarelli, Mendez, Mbaye, Bizzotto, Zenuni, Pandolfi, Atanasov. Allenatore: sig. Sottili

ALESSANDRIA: Vannucchi, Celjak, Piccolo, Giosa (dal 39' s.t. Sciacca), Barlocco, Gatto, Gazzi, Nicco, Sestu (dal 32' s.t. Bellazzini), Marconi, Gonzalez (dal 27' s.t. Fischnaller). A disposizione: Pop, Lovric, Ranieri, Gjura, Usel, Ragni, Chinellato, Kadi, Giubilato. Allenatore: sig. Marcolini Marcatori: p.t. 39' Marconi Arbitro: Daniel Amabile di Vi-

cenza, coadiuvato dagli assistenti Lorenzo Biasini e Luca Bianchini, entrambi di Cesena. Note: pioggia per quasi tutta la gara, terreno di gioco in condizioni appena accettabili, spettatori 1700 circa, dei quali oltre un centinaio provenienti da Alessandria. Ammoniti: Nicco (A); Bismark, Celiento e Sané (V). Calci d’angolo: 4-4. Recupero: 0'+4'.

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24 apr. 2018

SPECIALE COPPA HURRÀ GRIGIITALIA

VII

La marcia dell’Orso verso l'attesa finale di Coppa Italia al Moccagatta colo, Giosa, Barlocco, Gatto, Gazzi, Nicco (dall’83’ Bellazzini); Gonzalez (C) Fischnaller, Sestu (dal 63' Chinellato). A disposizione: Pop, Lovric, Ranieri, Sciacca, Marconi, Russini, Ragni, Blanchard, Kadi. All.: Sig. Michele Marcolini Rigori: Caponi (P, parato), Gonzalez (A, gol), Rossini (P, parato), Piccolo (A, gol), Pinzauti (P, parato), Fischnaller (A, gol).

Marcatori: 61' Montella (ALB, rig), 78' Casasola (AL), 80' Gonzalez (AL), 92' Colombi (ALB) Sequenza rigori: Colombi (gol),Gonzalez (gol), Galeandro (gol), Fischnaller (gol), Ravasio (gol), Casasola (gol), Mondonico (gol), Giosa (gol), Giorgione (traversa), Marconi (gol). 14 febbraio 2018 Alessandria – Renate 1 – 0 Alessandria: Vannucchi; Celjak, Piccolo, Giosa, Fissore (dal 52' Barlocco); Gatto, Ranieri (dal 79' Gazzi), Nicco; Sestu, Chinellato (dal 23' Gonzalez), Fischnaller. A disposizione: Pop, Lovric, Sciacca, Gjura, Usel, Russini, Ragni, Blanchard, Kadi. All.: Sig. Michele Marcolini Renate: Cincilla; Anghileri, Teso, Di Gennaro, Vannucci; Fietta (dal 67' Lunetta), Pavan, Scaccabarozzi (dall’85’ Finocchio); De Luca, Gomez, Palma.

A disposizione: Di Gregorio, Savi, Malgrati, Mattioli, Confalonieri, Ferri, Ungaro. All.: Sig. Roberto Cevoli Marcatori: 14' Fischnaller (A)

21 febbraio 2018 Alessandria – Pontedera 0 – 0 Alessandria: Vannucchi; Celjak, Piccolo, Giosa, Fissore (dal 79' Barlocco); Nicco, Gazzi, Bellazzini; Gonzalez, Chinellato (dal 62' st Fischnaller), Sestu (dal 74' Russini). A disposizione: Pop, Lovric, Sciacca, Gjura, Usel, Ragni, Blanchard, Kadi.. All.: Michele Marcolini Pontedera: Biggeri; Romiti (dal 60' Risaliti), Borri, Frare; Tofanari, Calcagni, Caponi, Paolini (dal 74' Spinozzi), Corsinelli; Grassi, Pinzauti (dal 67' Maritato). A disposizione: Contini, Raffini, Ferrari, Marinca. All.: Sig. Ivan Maraia

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13 dicembre 2017 Alessandria – Albinoleffe 7 – 6 Alessandria: Agazzi; Casasola, Gozzi, Giosa, Pastore (dall’84’ Fissore); Ranieri, Gazzi, Rossetti; Gonzalez, Bunino (dal 32' Marconi), Russini (dal 74' Fischnaller). A disposizione: Vannucchi, Celjak, Cazzola, Sciacca, Nicco, Bellomo, Pop, Piccolo, Branca. All.: Sig. Michele Marcolini Albinoleffe: Chiriac; Gus, Mondonico, Cortellini (dall’89’ Galeandro); Coppola (dall’85’ Pellicanò), Giorgione, Nichetti, Zucchetti; Sibili, Montella (dall’84’ Colombi); Ravasio. A disposizione: Esposito, Gonzi, Agnello, Cotroneo. All.: Sig. Massimiliano Alvini

06 marzo 2018 Pontedera – Alessandria 0 – 3 Pontedera: Biggeri, Risaliti, Borri, Frare, Tofanari, Calcagni (dal 46' Spinozzi), Caponi, Gargiulo (dal 90' Rossini), Corsinelli, Grassi, Maritato (dal 79' Pinzauti). A disposizione: Contini, Marinca, Romiti, Raffini, Ferrari, Paolini, Posocco All.: Sig. Ivan Maraia Alessandria: Vannucchi, Celjak, Pic-

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28 novembre 2017 Piacenza – Alessandria 0-4 Piacenza: Lanzano, Castellana, Della Latta, Bini, Sarzi Puttini (dal 46' Segre); Di Cecco, Masullo (dall’81'Mora), Morosini (dal 54' Pederzoli); Ferri, Zecca, Scaccabarozzi. A disposizione: Fumagalli, Masciangelo, Carollo, Romero, Corazza, Nobile. All.: Sig. Franzini. Alessandria: Vannucchi, Celjak, Sciacca, Piccolo, Pastore; Nicco (dall’85’Cazzola), Ranieri, Rossetti (dal 64' Branca), Russini (dal 74' Casasola); Fischnaller, Bunino. A disposizione: Pop, Agazzi, Fissore, Gozzi, La Fauci, Gonzalez, Marconi. All.: Sig. Marcolini. Marcatori: 25' Fischnaller (A), 34' Russini (A), 76' Pastore (A), 82' Nicco (A). Ammoniti: Ferri (P), Castellana (P); Fischnaller (A).


SPECIALE COPPA ITALIA

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anno X n. 9

L’Amministrazione Comunale e l’Alessandria Calcio insieme per gli 850 anni della Città MARIO MARCHIONI

S

ono state presentate ufficialmente durante una conferenza stampa, due iniziative che legheranno l’Amministrazione Comunale di Alessandria e l’U.S. Alessandria Calcio 1912, in occasione della celebrazione degli 850 anni della Città di Alessandria: una maglia personalizzata con il logo degli 850 anni della Città di Alessandria (indossata per le ultime due gare al Moccagatta) e 5.000 bandierine con il logo della società ed il logo 850 che saranno consegnate ai tifosi nella gara di ritorno della finale di Coppa Italia di serie C. Su richiesta dell’Amministrazione Comunale, infatti, l’U.S. Alessandria Calcio 1912 giocherà due importanti partite allo stadio Moccagatta, la finale di ritorno della Coppa Italia di Serie C (mercoledì 25 aprile contro la Viterbese) e l’ultima di campionato (sabato 5 maggio contro il Cuneo), con una maglia che per l’occasione è stata personalizzata con il logo degli 850 anni della Città di Alessandria. “Due elementi distintivi della storia cittadina che si uniscono in un momento importante per la nostra città – ha commentato l’assessore alle Manifestazioni ed Eventi del Comune di Alessandria Cherima Fteita Firial con la presentazione di questa maglia ufficiale di gara personalizzata, diamo il via a questa iniziativa che anticipa la festa degli 850 della Città e testimonia l’apporto che tutta la comunità vuole dare al compleanno della Città”.

“In prima persona ho svolto il ruolo di interlocutore fra l’Amministrazione comunale e la società sportiva e dai nostri colloqui sono nate non solo questa iniziativa della maglia, ma anche un’altra importante novità – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Paolo Borasio - con la collaborazione della società ARTANA che sarà sponsor dell’operazione, in occasione della partita del 25 aprile verranno fornite ai tifosi 5.000 bandierine con il logo della società ed il logo 850 che, in quella giornata, sventoleranno allo stadio

Città di Alessandria

come simbolo di reciproca vicinanza. Ci sembrava doveroso e corretto che fra la Città rappresentata da questa Amministrazione e la sua squadra di calcio ci fosse una vicinanza, una unità di intenti per celebrare questo importante momento istituzionale. Penso che tutta Alessandria debba essere orgogliosa di indossare questo marchio e sarebbe bello vedere tutte le società sportive adoperarsi per fare altrettanto. Spero che questo lancio sia solo un calcio d’inizio”. “La maglia presenta un logo stilizza-

to per esigenze cromatiche – ha spiegato il direttore commerciale dell’U.S. Alessandria Calcio Luca Borio - ma che nulla toglie alla consapevolezza con cui la stessa sarà indossata dai nostri giocatori. Siamo stati molto contenti quando siamo stati interpellati su questo tema così importante: abbiamo sempre affermato che la squadra non può prescindere dalla Città, come la Città non può prescindere dalla squadra e, proprio per questa ragione, abbiamo sempre cercato di attivarci per avere un legame stretto con la Città ed

il territorio. Anche i Grigi sono un pezzo di storia di Alessandria considerata la vita centenaria di una Società così gloriosa, sempre strettamente legata alla Città che la rappresenta. Credo che la mediaticità della maglia di una squadra di calcio sia fondamentale per testimoniare un momento cosi importante per Alessandria e per il territorio e speriamo di essere una felice testimonianza”. “Sono onorato dell’entusiasmo che l’Alessandria Calcio ha posto nei confronti della celebrazione del compleanno della Città – ha concluso il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco. E credo che questo entusiasmo possa essere trainante per l’intera comunità perché la squadra si identifica nella Città e la Città si identifica nella squadra. Ne abbiamo dato testimonianza con l’intervento sul Moccagatta consapevoli di avere un gioiello ed una struttura storica importante posta sotto tutela artistica. Spero che questo sentimento sia percepito anche da altri gangli della nostra società per attivare un processo condiviso che, lungo tutto il corso dell’anno in cui si snoderanno questi festeggiamenti, possa avere un risvolto significativo per la comunità. Legare due simboli come questi ci aiuta molto per tentare di cambiare il clima cittadino, cercando di recuperare un sentimento di orgoglio di essere alessandrini, un sentimento di positività, di carattere costruttivo e non destrutturante. Questo è l’obiettivo con cui questa Amministrazione affronterà queste celebrazioni”.

Le ragioni del nostro orgoglio.

Una maglia, una città, la sua storia.


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HURRÀ GRIGI

CUORI GRIGIONERI di Federica Ghisolfi

Walter Milioni: “Per me i Grigi sono sempre una fortissima passione” Un programma condotto da Massimo Taggiasco e Paolo Baratto

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erzo cuore grigionero intervistato è Walter Milioni, gestore della pagina “Amici dei Grigi” Come e quando è nata la tua pasQUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO – Direttore Massimo Taggiasco Anno X n. 2•2 feb. 2018 sione per i Grigi? La prima gara cui ho assistito risale al lontano 1971, andavo allo stadio con mio nonno, e da quella volta non ho mai smesso di seguire i Grigi. Cosa significa per te l’Alessanl calendario degli impegni della per la partecipazione al Torneo dria? Rappresentativa Under 17 di Internazionale Lazio Cup, giunto Una passione! Un momento da pasLega Pro prevede nuove tappe di all’edizione n.11. La manifestasare con i miei amici di sempre. Moconfronto anche a livello internazione verrà disputata dall’8 al 12 menti di gioia e a volte di tristezza, ma zionale. maggio. dopo le mie figlie viene sicuramente Dopo il raduno di Pescara, gli azLa Rappresentativa Under 17 MASSIMO TAGGIASCO classifica: battendo i toscani, antanata molto tempo prima! l’Alessandria. zurrini guidati da Daniele Arrigoni, Lega Pro è inserita nel girone D con che la seconda piazza potrebbe Anche la campagna acquisti In che occasione è stata la tua prihanno la due-giorni di Cafnon Canadian, Torino Frosinone. uesta è l’Alessandria che che essere più un emiraggio. estiva si èchiuso rivelata quasi complema volta al Moccagatta? allenamenti con la partita con il Il debutto all’undicesimo vogliamo! La vittoria di Li- tamente fallimentare: spendere E non dimentichiamo“Lazio la Coppa meno, Allievi ma spendere vorno certifica la “resurre- Pescara Italia: dopoper la martedì trasferta8 maggio di Arezzo, Ricordarmi la prima partita è difUnder 17,meglio conclu-sem- Cup” è fissato aspetta un dove San la Valentino nuovo, ottimo meto- alleciore zione” di un gruppo che ha ritro- sabra ficile, posso ricordarti le sensazioni 0-0,essere hannoiluna nuova sfida da 15 a Fiuggi forma- al Moccagatta per laaffronterà sfida conil il Redo. vato gioco, motivazioni e caratte- affrontare. vissute, tipo la Coppa Italia vinta nel zione di Mr. Arrigoni nate: in palio c’è la semifinale! Ormai è infatti, inutilelafare recrimina- Torino. re. 1973, quando avevo otto anni. Per la Prosegue, preparazione Bisogna consolidare questo Il merito di questa svolta in posi- zioni, ma il livello di questo girogara con la Viterbese il 25 Aprile, porgrande momento! tivo è sicuramente di Mister Mar- ne ci pare molto inferiore a quello terò mia figlia piccola di sei anni, chisAnche i tifosi hanno risposto alla colini che, con il suo arrivo, ha ri- dell’anno scorso: avremmo potusà se potrò farle rivivere i miei momengrande al cospetto di una Alesdato tranquillità e consapevolez- to tranquillamente giocarci la ti più belli. za ad un gruppo che sembrava promozione diretta in B con una sandria che ha ritrovato l’orgoglio La partita che ti è rimasta nel cuodella propria maglia. guida tecnica più esperta e capanon avere più voglia di lottare. re e perché? NonAbbiamo riesco, sono tropperitrovato le trasferte re della nostra maglia. A Livorno il nostro tifo è stato inanche quel ce. Per emozioni, voglio ricordare la che faccio con in i miei amici e cilavorUno o più campioni del passato grado di fare diffeLa Robur Siena, che oggi arriva cessante, caldo e, quasi, commoGonzalez semifinale vinta a Firenze, contro la rebberenza un libro per eraccontare che vorresti vedere ora in maglia sempre ovunque, tutto: ma tutti al Moccagatta, occupa attualvente: finalmente tanto amore è Reggiana, la partita e la festa dopo il gli iuomini in maglia grigia sem- mente la seconda posizione in stato ripagato in maniera degna. seguire grigi è sempre una bellissima grigia? brano essersi liberati da una za- classifica, ma domenica scorsa ha Dopo tante delusioni e amarezfischio finale sotto la Curva, ho ancora avventura. I miei miti, Colombo, Manueli, Scarze, è tornata la speranza. vorra che negati- faticato per pareggiare in casa con i brividi adesso, poi purtroppo, come Secondo te, ne se condizionava l’arrivo di mister rone e Marescalco Dimostriamo, come sempre, di il fanalino di coda Gavorrano. vamente le prestazioni. ben sai, ci siamo fermati, ma siamo i Marcolini, fosse avvenuto prima, Come giudichi l’operato di Di essere un grande pubblico: tutti al Ormai, nessuna formazione può Resta il dove profondo rammarico per G.d.m. l’Alessandria si troverebbe? Masi? Moccagatta, perché noi non molfarci paura ed è chiaro che questa tutti i mesi guarderemmo che sono stati persi La Curva Nord che emozione ti dà Sicuramente tutti in Molto buono, non posso criticarlo, liamo mai! avvio di stagione: la coppia Stelli- Alessandria può tranquillamente e perché? dall’alto. abbiamo sbagliato tutti, ma ci mette Hurrà Grigi! ni-Sensibile doveva essere allon- puntare alle prime posizioni di La Curva Nord è una seconda casa, Cosa consiglieresti alla società una passione e un impegno tali che gli dove trovo i miei amici, i conoscenti, per il futuro? perdono tutto. ma anche persone che non conosci, ma Di continuare così, con la stessa pasPuoi raccontarci un aneddoto che La Rappresentativa Under 17 Lega Pro al raduno di Pescara dei giorni GianmariaZanier Videointerviste Hurrà Grigi hurragrigi ciwww.hurragrigi.it si saluta ugualmente solo per il colosioneHurra unita adGrigi un grande impegno. ti è capitato durante una trasferta? 17-18 aprile 2018. Foto Ufficio Stampa Pescara Calcio.

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anno X n. 9

HURRÀ GRIGI

Notte prima della finale

Ho sognato Cristian Stellini D

opo la finale (non) giocata a Firenze contro il Parma l’anno scorso, ciliegina sulla torta di una stagione vergognosa, avevo detto a me stesso: mai più! Mai più un chilometro per correre dietro a questa squadra maledetta, mai più un minimo di entusiasmo. Invece, la malattia è tornata, al solo sentire odore di finale. 1100 chilometri per andare a Viterbo, a vedere una partita piuttosto brutta, ma, almeno, col piacere di una convincente vittoria. Ma la malattia non era ancora nella fase acuta: tutto sommato ho vissuto la finale di andata con un certo distacco. Adesso, invece, siamo di nuovo in pieno marasma. I sintomi? Distrazione, pensiero fisso al 25 aprile (inteso come data della finale), scarsa capacità di concentrazione (sarà l’età?), irritabilità, stati d’ansia ricorrenti. Il tutto per una squadra che non vince nulla da 45 anni: essere tifosi dei grigi è una cosa sana e sensata? Non credo proprio, ma non oso parlarne col mio psichiatra. La cosa più allarmante, però, è l’insonnia. Rivedo alcuni tragici momenti, a Milano contro la

Curiosità Coppa Italia serie C Lecce, Udinese, Monza (nella stagione 198788), Cagliari, Lucchese, Palermo, Empoli, Juve Stabia, Spezia (nella stagione 2011-12), Latina e Venezia hanno centrato nella stessa stagione la Coppa Italia Serie C e la promozione in Serie B.

partecipando come squadre di Serie C2.

Serie C sia la Coppa Italia Dilettanti.

Siracusa e Gallipoli hanno centrato nella stessa stagione la Coppa Italia Serie C e la promozione in Serie C1: il Gallipoli è però l'unico a esserci riuscito vincendo il campionato.

Il Cagliari è l'unica formazione ad avere in bacheca sia la Coppa Italia Serie C sia lo Scudetto maggiore.

Lo Spezia è l'unica squadra ad aver vinto la Coppa Italia Serie C e Supercoppa di Lega di Prima Divisione nella stessa stagione (2012).

Il Vicenza e il Venezia sono le uniche formazioni ad avere in bacheca sia la Coppa Italia Serie C sia la Coppa Italia maggiore.

Siracusa (1979), Padova (1980), Varese (1995), Prato (2001), Brindisi (2003), Gallipoli (2006) e Bassano Virtus (2008) sono le uniche squadre che hanno vinto la coppa

Il Como, la Juve Stabia e il Sorrento sono le tre formazioni che hanno in bacheca sia la Coppa Italia Serie C che la Coppa Italia Serie D. Il Casarano e il Varese sono le due formazioni che hanno in bacheca sia la Coppa Italia

Il Bassano e il Venezia sono le uniche formazioni ad avere in bacheca sia la Coppa Italia Serie C che lo Scudetto Serie D. Le uniche squadre ad aver vinto per più di una volta il trofeo sono il Monza (4), il Foggia e lo Spezia (2). Il Monza ha vinto per due stagioni consecutive il trofeo. Il Monza ha disputato 3 finali consecutive e 7 finali in totale.

LA FORMAZIONE SECONDO HURRÀ GRIGI VANNUCCHI

CELJAK

NICCO Reggiana, a Modena col Prato, il rigore sbagliato da Gonzalez col Prato al Moccagatta. Non un pensiero positivo. Ma la cosa più tragica è accaduta la notte passata: ho sognato Stellini che emanava,

dagli occhi, una strana luce. Poi il delirio e, fortunatamente, la sveglia. C’è ancora una notte prima della finale: grigi maledetti. Coroneremo un sogno dopo tanti incubi? [M.T.]

GIOSA

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HURRÀ GRIGI

Serie C, lo strano caso dell’Arezzo Forse avevano ragione quei tifosi che, l’anno scorso, quando l’Alessandria incominciava a perdere terreno sulla Cremonese, invitavano il Presidente Di Masi a non pagare più lo stipendio a Braglia e ai suoi uomini. A volte, ad essere troppo bravi e corretti, si rischia di essere “penalizzati”.

una vera offesa al buon senso ed allo spirito delle norme. L’Arezzo ha fatto ricorso contro la penalizzazione: vediamo come andrà a finire. Speriamo poi che, se una squadra sarà penalizzata dalle penalizzazioni (scusate il bisticcio di parole)

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dell’Arezzo, si possa rimediare in sede ripescaggi per la prossima stagione. Comunque è tutto un pasticcio. Meglio non pagare gli stipendi? In questa vicenda, ad uscirne bene sono solo i tifosi ed i giocatori dell’Arezzo. I tifosi perché hanno contribuito di tasca loro a finanziare la società nel momento in cui la procedura fallimentare aveva richiesto un contributo economico per ridurre alcune posizioni debitorie. Per quello che riguarda i giocatori, va riconosciuto il loro impegno: sul campo hanno onorato la maglia. La classifica reale parla, come detto, di raggiungimento della zona play-off. Come già accaduto anche all’Alessandria di Sarri, capita spesso che si ottengano buoni risultati anche quando gli stipendi ai giocatori arrivano col contagocce o quasi.

Quali controlli? A questo punto viene anche spontaneo chiedersi quali e quanti controlli vengano operati sulle società che si iscrivono al campionato di serie C. Già in avvio non si è riusciti a fare tre gironi di 20 squadre, poi, nel corso della stagione, è stata tutta una moria di società, di stipendi non pagati, di contributi evasi. Ad oggi, come ricordava Sebastian Donzella sull’ottimo sito tuttoc.com, sono stati erogati ben 46 punti di penalizzazioni complessivamente nei tre gironi. Una stagione molto tormentata che lo stesso Don-

zella riassume così: “la querelle ripescaggi in estate, con le questioni tanto simili ma dall'effetto opposto di Rende e Vibonese, gli scioperi e l'esclusione del Modena a campionato in corso, lo smantellamento dell'Akragas cammin facendo, i fallimenti di Vicenza e Arezzo, i mille deferimenti e le mille penalizzazioni da inizio campionato fino a ora. E che forse non sono ancora finite, visti i nuovi deferimenti e le difficoltà alla luce del sole di numerosi club di terza serie” Adesso sembra sia il turno del Matera a versare in condizioni economiche disperate. Bisogna fare qualcosa, a partire dalla severità dei controlli sulla solidità finanziaria delle squadre che si iscrivono al campionato. A cosa servono le tanto sbandierate fidejussioni? Qui è in gioco la credibilità di tutto il sistema. Meno quantità e più qualità: inutile illudere tutti, a cominciare dai tifosi, con falsi sogni di gloria. [Massimo Taggiasco]

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ai play-off ai playout. La scorsa settimana l’Arezzo ha rimediato altri 6 punti penalizzazione. In tutto, fino ad oggi, i toscani hanno portato a casa un meno 15: ora sono penultimi in classifica con 30 punto (davanti solo all’Arezzo). Senza le penalizzazioni, quindi, ne avrebbero 45 e sarebbero ottavi a pari punti col Piacenza: dai play off ai play out.

Campionato falsato É chiaro che a questo punto il campionato risulta decisamente falsato. Infatti la squadra che ai play out affronterà l’Arezzo, che è una compagine decisamente tra le più forti del girone, sarà quasi certamente destinata a soccombere. Si salverà invece una delle squadre più deboli, ossia quella che guadagnerà la quint’ultima posizione (presumibilmente il Pro Piacenza) non per meriti acquisiti sul campo, ma grazie ai problemi finanziari dei toscani. Con questo meccanismo delle penalizzazioni, verrà a fare le spese delle inadempienze dell’Arezzo una squadra con i conti in regola, ossia quella che incontrerà i toscani avendo onorato tutti i pagamenti . Non mi pare giusto, anzi è


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anno X n. 9

Grande successo per "Un Gol nel

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ltre 1500 persone hanno partecipato a Un Gol nel tuo Cuore, la partita evento a favore di Parent Project Onlus, l'associazione di pazienti e genitori di bimbi e ragazzi con la distrofia muscolare di Duchenne e Becker. L'evento, patrocinato dalla Città di Alessandria e dal Comune di Rivalta Bormida, è stato organizzato grazie al prezioso supporto della Nazionale Italiana Artisti TV, della Questura di Alessandria e dell'Unione sportiva Alessandria Calcio 1912, oltre che del supporto di numerosi donatori e realtà locali. La partita si è conclusa con il punteggio di 1-0 a favore della Nazionale Artisti. Nella squadra della Questura hanno giocato anche il Questore Morelli e il Vicario Navarra. Nella Nazionale Artisti hanno giocato: Fabio Gibillini, Matteo Bovi, Michael Scalia, Fabio Artico, Bob Messina, Maurizio Ferrarese, Massimo Scarfo', Arnaldo Mangino, Fabio Visentin, Francesco Oppini, Fabrizio Fontana (alias Capitan Ventosa), Daniele Babbini, Fabrizio Lai, Paola Finotti, Simone Barbato. Allenatore: Osvaldo Bresciani. Madrina dell'evento è stata la scrittrice Debora Scalzo. Ospiti speciali: José Altafini, Peter Gomez, Filippo Galli, Rubens Pasino ed Elisabetta Gagliardi, che ha offerto un intermezzo musicale. Hanno offerto gratuitamente il loro supporto operatori della Croce Rossa locale e dell'Associazione Nazionale Alpini. Dichiara Luca Genovese: "Un evento che contribuisce a far crescere la consapevolezza su una patologia altamente invalidante. Tanta la sensibilità dimostrata dal pubblico alessandrino". Il totale raccolto ha superato i 10.000 euro. [Elena Poletti]

LE FORMAZIONI IN CAMPO Formazione Nazionale Artisti Tv 1 Fabio Gibillini 2 Matteo Bovi 3 Michael Scalia 4 Fabio Artico 5 Bob Messina 6 Maurizio Ferrarese 7 Massimo Scarfò 8 Arnaldo Mangini 9 Fabio Visentin 10 Francesco Oppini 11 Fabrizio Fontana 14 Daniele Babbini 15 Fabrizio Lai 16 Paolo Finotti 18 Simone Barbato Allenatore: Osvaldo Bresciani Formazione squadra Questura di Alessandria 1 Fradusco 2 Fili 3 Badavelli 4 Raccioppa 6 Paradiso 7 Gissi 8 Coppa 9 Moretto 10 Pasino 11 Del Ghianda 1 Morelli 13 Baldelli 14 Oggero 15 Bianchini 16 Guasta 17 Navarra 18 Ciulla 19 Branca 21 Vitale 22 Bevilacqua 23 Nappi Le foto di queste pagine sono di Paolo Baratto

Tel. 0131 22 37 18 Viale Milite Ignoto, 112 Alessandria Serate a tema Lunedì: agnolotti e bagna cauda* Giovedì: paella e trippa Venerdì: rane e lumache Sabato e domenica: cucina tipica piemontese *secondo stagione

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03.11.1974 Alessandria-Parma 0 - 0 Oltre 7.000 spettatori per la partita che registra il grave infortunio toccato a Baisi che determinerà l'esito negativo della stagione. Un grande pubblico, sempre entusiasta, dimostra che Alessandria merita la serie B: allora come oggi la passione per l'Orso Grigio non tramonta mai! Si ringrazia Fotostudio Zanini per le fotografie.

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Facci una foto, Zanini facci una foto!

G

ualco Zanini è stato, per quasi vent’anni (all’incirca dal 1969 al 1986) “il fotografo” di Alessan-

dria. Sport, cronaca nera, cronaca rosa, cultura, spettacolo, non c’era avvenimento cittadino che lui non documentasse con la sua macchina fotografica. Tutti i giornali dell’epoca ricorrevano al suo lavoro perché sapevano di poter contare sulla sua serietà, professionalità e puntualità. Ma Glauco era, soprattutto, il fotografo dei grigi. Al suo arrivo sotto la curva nord, sempre si levava il coro: “Facci una foto, Zanini facci una foto!”, a testimonianza della sua popolarità e di un aspetto che ispirava simpatia e bonomia in tutti.

Era una persona schiva, magari introversa, ma sempre disponibile. Il suo patrimonio, di oltre 30.000 negativi, è ora custodito dal figlio Paolo, che pure ha lavorato a lungo con lui. Sembra passata un’eternità, ora le foto si fanno col telefono e hanno perso quell’alone di magia che le caratterizzava. La tecnologia progredisce e svilisce il valore delle cose. Proprio insieme a Paolo, Hurrà Grigi da qualche tempo sta riproponendo alcune delle immagini più significative delle partite dell’Alessandria, frutto di quasi vent’anni di lavoro al Mocagatta. La storia di una città nelle immagini del foto-studio Zanini: un patrimonio da salvare e valorizzare.

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La favola dei mini calciatori: divertirsi senza alcuno stress

Nuovi successi per l'Accademia Wushu Sanda Alessandria Kg, TEZZON Kevin juniores – 52 KG e RUSSO NICOLA seniores – 80 Kg, medaglia di Bronzo per BELLAVIA Alessia nei cadetti – 60 KG Nel Wushu moderno specialità mani nude Nan Quan e bastone Nan Gun forme basi medaglia d’oro per BORROMEO Marta negli esordienti, per TURCO Victoria nei bambini, e per BELLAVIA Alessia nei cadetti, una medaglia d’argento per DAL LAGO Anita nei cadetti e una medaglia di bronzo per FOCO Marie Lys nei cadetti forme codificate 1 set internazionale. Nel Wushu Tradizionale medaglia d’oro per BORROMEO Marta, MAGRI Emanuele e TURCO Victoria, medaglia d’argento nei cadetti per FOCO Marie Lys , medaglia di bronzo per BELLAVIA Alessia negli esordienti, per GUION Riccardo e TURCO Emma nella categoria bambini e un buon quarto posto per Angelo MAIMONE. Negli stessi Giorni in Romania al Campionato Nazionale, organizzato dalla Federazione Rumena, l’atleta TUDOSE Octavian conquista il titolo Rumeno di Qingda e di Tao Lu Tradizionale arma lunga, nonchè un argento nelle mani nude Prossimi appuntamenti per l’Accademia Wushu Sanda Alessandria sono il Campionato Europeo che si terrà a Mosca dal 16 al 21 maggio p.v. che vedrà partecipare nella Squadra Nazionale BELLAVIA Marianna nel Sanda -52 Kg, e il 9 al 10 giugno p.v. presso il Palacima di Alessandria il “1° Trofeo Nazionale Città di Alessandria” e i “Campionati Regionali del Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana”, validi come selezione per i Campionati Italiani che si terranno il prossimo mese di ottobre a Catania.

A

vete mai sentito parlare di una squadra di calcio giovanile composta da ragazzi di ogni età, che fa soltanto allenamenti e non campionati ufficiale, e che è guidata da un allenatore che tra Alessandria e dintorni tutti conoscono per il suo passato da arbitro ? Si chiama Uisp Don Bosco, il mister si chiama Nello Peluso (che ringrazia “Elena e Rossella che mi danno una mano a gestire la squadra”) e i giovani che corrono ogni lunedì dalle 17 per un’ora/ora e mezza hanno un’età compresa tra 4 anni (uno degli ultimi arrivati, Tommaso) e gli 11 anni. Tutti uniti dalla passione per il calcio, dalla voglia di divertirsi e di stare insieme in maniera costruttiva. In tanti, troppi, dimenticano che lo sport in questa fascia anagrafica dovrebbe essere soprattutto un gioco e un’occasione di crescita in un ambiente sereno. La storia arriva agli onori delle cronache grazie alle famiglie, che hanno scritto una commossa lettera di ringraziamento al tecnico. “Caro Nello – si legge nella missiva - a ottobre hai accettato di prendere uno sparuto gruppo di quattro bimbi appassionati di calcio con tanta voglia di stare insieme e divertirsi. All’inizio non si sapeva neanche se il lunedì successivo sarebbero potuti entrare in quella palestra gigantesca, perché sappiano tutti le spese che ci sono. Forse i loro sorrisi e la felicità di vederli correre ti hanno dato la forza per andare avanti. E piano piano il

L

numero di bimbi è cresciuto, è arrivato anche il vice allenatore Frank Griffin, un distinto signore irlandese di Galway, che con il tipico aplomb dei popoli celtici ha contribuito a portare serenità alla squadra oltre che a portare un pizzico di internazionalità. Tu, Nello, hai portato avanti le qualità tipiche dell’uomo del Sud: Onestà, lealtà, perseveranza”. Ma non solo: “Potevi accontentarti – proseguono i genitori – ma hai compiuto la seconda impresa, facendo pubblicare un articolo di questa squadra senza divise e senza campionato sul “Piccolo”, il più importante giornale della provincia. E poi

li hai pure fatti entrare in un campo (il Moccagatta), in un vero campo di calcio, per accompagnare al fischio di inizio dei veri calciatori: nei loro occhi rimarranno impressi i preparativi, l’entrata allo stadio, le luci, i cori dei tifosi... Racconteranno tutto ciò per molto tempo e voleranno ad un metro da terra dicendo agli amici: ‘Io sono entrato in un vero campo di calcio, in una partita vera, con dei calciatori veri’. Grazie per questa bellissima favola!”. La squadra è lieta di accogliere nuovi bimbi. Per informazioni si prega di contattare il Mister Nello al numero 347 3084939.

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’Accademia Wushu Sanda Alessandria continua a ottenere successi sportivi e si rende protagonista alla Coppa Italia il 14 e 15 aprile u.s. a Zola Predosa (BO), organizzata dalla Federazione Italiana Wushu Kung Fu (Fiwuk), con 16 atleti che conquistano 21 medaglie, di cui 9 d’oro, 7 d’argenti e 5 bronzi. Gara Federale di alto livello con la partecipazione di oltre 300 atleti e 40 Scuole provenienti da tutte le Regioni d’Italia che si sono confrontati in tutte le discipline Ufficiali del Wushu: Il Sanda (combattimento a contatto pieno), il Qingda (light Sanda), il Tao Lu (Forme) moderno codificato e Tradizionale a mani nude e con armi. Nel Sanda medaglia d’oro per D’AGOSTINO Alessia (senior -75 Kg), BELLAVIA Marianna (juniores- 52 Kg) argento per ORABONA Daniele (senior -85 Kg); TESTARDINI Matteo nella categoria senior – 60 KG viene fermato ai quarti di finale contro un forte atleta pugliese e non passa per pochi punti alle semifinali, comunque si conferma un buon atleta al suo secondo anno nella difficile categoria dei senior (18-35 anni). Nel Qingda medaglia d’oro nei cadetti per FOCO Marie Lys, 4 argenti per ORABONA Luca nei cadetti -60KG, DAL LAGO Anita cadetti – 52

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Sitting Volley: i Mondiali 2018 si tingono di immenso azzurro

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icuramente molti di voi, cari lettori, avranno già sentito parlare di “Sitting Volley”, anche se questo rimane uno sport non molto seguito né conosciuto, forse perché se ne sente parlare così di rado. Chi non vive la pallavolo quotidianamente o chi comunque non è “nel giro”, difficilmente avrà sentito parlare di questo “nuovo” sport che solo ultimamente sta prendendo piede. Ma che cos’è realmente il Sitting Volley? Non c’ è molta differenza dal gioco della pallavolo che vediamo tutti i giorni in televisione o su qualsiasi campo da gioco. È pallavolo. Paralimpica ma pur sempre pallavolo. La squadra ha a disposizione tre tocchi per rinviare la palla in un campo che misura 6X10, con l’ altezza della rete a 1.05m nel femminile e di 1.15 nel maschile. La differenza sostanziale è che questa disciplina viene praticata da persone che hanno disabilità motorie, rimanendo seduti sul campo da gioco per tutta la durata della gara. Detto questo, grande è stata la soddisfazione dei nostri Azzurri che, alla fine di marzo, hanno affrontato il torneo di qualificazione per il Campionato del Mondo 2018. I giochi si sono svoti in Corea del Sud nella città di Jeju Island e tra le qualificate, l’ Italia parteciperà alla prossima rassegna fissata dal 15 al 22 luglio in Olanda. Gli azzurri di Emanuele Fracascia sono stati inseriti nella pool A e hanno sfidato Cambogia, Corea del Sud e Lettonia.

Un grazie speciale va ai nostri Azzurri Massimo Barossi, Federico Blanc, Lorenzo Campana, Cristiano Crocetti, Michele Emanuele Di Ielsi, Giuseppe Di Mare, Massimo Paolo Gamba, Sergio Ignoto, Paolo Mangiacapra, Fabio Marsiliani, Federico Ripani, e Riccardo Scendoni. Niente di meno solo le Azzurre che conquistano la loro prima storica qualificazione Mondiale: le ragazze di Amauri Ribeiro, infatti, conquistano la vittoria e l’ accesso al Torneo Mondiale, confermato dopo la vittoria contro la Corea del Sud. La formazione tricolore è così esplosa di gioia, non solo per le azzurre, ma più in generale per tutto il movimento italiano del sitting volley sul quale la Fipav sta investendo in maniera importante. Non era affatto semplice raggiungere, in così poco tempo, traguardi di tale importanza. Le atlete convocate sono: Nadia Bala, Raffaella Battaglia, Giulia Bellandi, Eva Ceccatelli, Sara Cirelli, Sara Desini, Michela Magnani, Erika Novarria, Alessandra Vitale, Silvia Biasi, Francesca Bosio e Roberta Pedrelli, che hanno trovato in questo sport la loro rivincita. Perché è di questo che si tratta, di una grande rivincita, di una grande soddisfazione che credo che solo chi abbia passato i momenti più difficili della propria vita riesca realmente ad assaporare, riesca realmente a godere. Diamo importanza a questi atleti, diamo importanza a chi non si è fatto

sconfiggere dai problemi e dalle delusioni della vita. Questi sono i veri eroi di oggi, questi sono gli “atleti” che ogni giorni insegnano a noi, cosiddetti “normodotati”, a non mollare mai, a rischiare, a perseguire i propri obiettivi, a sperare e a credere che niente è impossibile, che tutto può essere semplice se ci mettiamo la giusta dose di volontà e ottimismo. Vorrei concludere questo articolo con la speranza di farvi pensare, cari lettori, al fatto che perseguire i propri obiettivi è un dovere verso noi stessi. Dobbiamo credere nelle nostre capacità, anche quando la vita ci volta le spalle perché “credere in un sogno che nessuno vedere tranne noi” può essere la molla che può far scattare quel qualcosa di magico e unico… qualunque cosa sia.

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ECHI DI VIAGGIO di Simonetta Gorsegno

Tra i nomadi dell'eterna Persia

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opo la mirabile Persepoli e la fantasmagorica lucentezza dei palazzi di Isfahan, l’Iran non è altro che deserto con temperature implacabili, costellato di forti e di castelli in cui soffia il vento dell’antica e splendida civiltà degli adoratori del fuoco. Il fascino del deserto non conosce rivali e sebbene sia un’impresa quasi impossibile muoversi al suo interno, raggiungere antichi insediamenti diventa quasi d’obbligo per il viaggiatore giunto fino qui. Sulla sommità dell’arida roccia, si trovano gli ultimi baluardi dell’antica storia persiana, vetuste costruzioni di arenaria che si confondono con l’ambiente circostante, dove il vento si insinua sibilando tra le aperture dei palazzi, libero e continuo, espandendo in ogni dove la sua voce. Lassù, proteso in un cielo di cristallo, tra il gracchiare dei corvi, è custodito il segreto di questa leggendaria civiltà che nemmeno l’invasione dei califfi e il proliferare dell’islam hanno potuto sopprimere. Ma il deserto iraniano benché viva di vestigia del passato è altresì un luogo abitato. Non di rado percorrendolo, si avvistano popolazioni nomadi, le quali nella piena capacità di orientarsi, al pari di una bussola, muovono le loro greggi in cerca di pascoli in cui fermarsi. Piantano le loro tende al ritmo delle stagioni ora a nord, ora a sud nei luoghi in cui sia presente l’acqua di un pozzo. Quando il caldo della stagione estiva diventa asfissiante, la temperatura raggiunge quasi i cinquanta gradi spaccando la terra in vistose crepe che si aprono all’incedere dei nostri passi. Il volto brucia per il riverbero del sole sul cammino. L’essenziale, per affrontare questi climi è avere sempre con sé un cappello a larghe

tese e bagnarlo sovente per mantenere la testa al fresco. In quel tempo il velo e le lunghe vesti che dovevo indossare, imposte dal diktat del paese, mi mettevano un po’ fuori gioco ma nel deserto, diversamente dagli altri luoghi densamente popolati, il problema non sussisteva. In mezzo al nulla non sarebbero state le montagne di roccia, né la tribù, di confessione non islamica, che avrei visitato di lì a poco, a contestare un abbigliamento meno conforme ai dettami del paese. Forte di questa riflessione mi levai il velo dal capo, arrotolai le maniche della tunica sino al gomito trovando immediato sollievo. La tenda in questione era quel-

la della tribù dei Qashqai, una delle popolazione nomadi più diffusa in Iran. Prima di entrarvi mi guardai intorno. Nell’area antistante la tenda, qualche gallina stava razzolando e un gregge di pecore pascolava, brucando tra i cespugli poco distante. Un popolo quello, perennemente in marcia abituato a vivere con lo stretto necessario, agli antipodi della nostra evoluzione sociale, percorsa da uno sfrenato consumismo di cui non si ha mai abbastanza. Mentre noi acceleriamo verso un progresso sempre più sofisticato, il popolo del deserto invece si stringe intorno a una vita semplice da noi dimenticata: una famiglia, un tetto e un gregge di cui nutrirsi. Nulla

di artificioso è il loro modo di vivere. Procedono senza alcun mutamento seguendo il solco tracciato da chi li ha preceduti e, assecondando le stagioni, i venti e altre fonti naturali perpetuano l’antico andirivieni nel deserto. Queste tribù non hanno avidamente ottenuto, bensì hanno mantenuto ciò che noi abbiamo per il progresso sacrificato: un filo diretto con il creato. Volete mettere i silenzi di questi spazi, la luce magica che propagano le stelle, i cieli zaffiro sotto cui corre la corona delle montagne desertiche e ove svettano incredibili pinnacoli di roccia le cui forme suggeriscono spunti alla fantasia come le nuvole che solcano il cielo e ancora l’aria pulita e leggera come un purificante mattino di primavera? A questo pensavo prima di fare conoscenza con la tribù Qashqai , prima di entrare in loro contatto. Una grande tenda nera ospitava i componenti della famiglia che in cerchio mi accolsero nella loro dimora viaggiante. Sedetti a terra affondando su cuscini di lana. Il capostipite versò del tè da una teiera ammaccata, in piccoli bicchierini di vetro. Ci scambiammo sguardi di fiducia seppure intercorresse un naturale distacco tra di noi che ci incontravamo per la prima volta. Poi lo sguardo si pose sui bambini che un po’spaventati dalle mia strana faccia accorrevano tra le braccia della madre. Una donna che tesseva un tappeto in un angolo della tenda, aiutata dalla guida che per me traduceva, mi domandò se volessi un assaggio di formaggio. Ero consapevole del rischio in cui potevo incorrere; a quei fastidiosi malesseri del viaggiatore. Lo sapevo bene. Tuttavia rifiutare sarebbe apparso un atteggiamento irriguardoso nei confronti della tribù ospitante, la quale, tra l’al-

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tro, non possedeva altro che quello. Era un gesto quasi sacro dividere con loro la mensa e un tassello importante di reciproca vicinanza. Il viaggio è come un mosaico che si compone di tanti piccoli pezzi. Ometterne alcuni diventerebbe un viaggio incompleto. Ne emerge il senso del viaggio il cui valore sta nel raccogliere esperienze man mano che si presentano. A ragion veduta acconsentii di assaggiarne un pezzetto. Allora l’uomo anziano dalla lunga camicia si diresse nell’angolo opposto alla donna con il telaio e da un otre di capra, agganciato alle cuciture della tenda, cavò fuori un fresco e bianco formaggio. Ammetto che la vista di quell’animale appeso per le zampe destò in me qualche esitazione ma poi trangugiai senza pensarci tanto su, considerando anche il fatto che tutti gli occhi presenti in quella tenda erano puntati su di me. Il formaggio era una gioia per il palato; di pasta cremosa e saporita e perfettamente conservato. Non pensai più a quel che sarebbe stato ma consumai quel cibo gustando l’intimità di quel momento. Quando uscii dalla tenda davanti a me non c’era altro che il vuoto pietroso del deserto e le sue immensità disarmanti. Non c’erano confini a ripararmi ma il susseguirsi monotono di uno spazio inospitale che mi disorientava. Mi sentivo smarrita al cospetto dell’infinita distesa di sabbia e roccia. Il deserto al pari di un indovino aveva il potere di scrutare dentro di me, metteva a nudo il mio stato d’animo, rapendomi corpo e mente. Poco a poco sentivo venir meno i pilastri su cui si basavano le mie convinzioni. Si disperdevano tra infinitesimali granelli di sabbia rotolando nel vento e nelle sue tempeste.


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Alessandria, verso i playoff Classifica GIRONE A Campionato di Lega Pro 2017 / 2018

Classifica Marcatori

anno X n. 9

PROSSIMO TURNO

#

Giocatore

Squadra

Gol

SQUADRA

P.ti

G

V

N

P

+

-

1

Tavano

Carrarese

18

1

Livorno

66

34

20

6

8

61

35

2

Vantaggiato

Livorno

16

2

Robur Siena

64

34

19

7

8

38

26

3

Ragatsu

Olbia

15

3

Pisa

61

35

16

13

6

44

29

4

Bruno

Giana Erminio

13

4

Carrarese

54

34

15

9

10

56

45

5

Gonzalez

Alessandria

12

Curcio

Arzachena

12

Perna

Giana Erminio

12

5

Alessandria

53

34

13

14

7

50

34

6

Monza

52

34

14

10

10

36

26

7

Viterbese

52

34

14

10

10

44

35

Alessandro

Pro Piacenza

12

Pistoiese

12

Arezzo - Pisa Cuneo - Monza Giana Erminio - Gavorrano Livorno - Carrarese Olbia - Viterbese Pistoiese - Alessandria

8

Piacenza

48

34

13

9

12

39

39

Ferrari

9

Lucchese

44

35

10

14

11

35

38

Alessandro

Pro Piacenza

12

Pontedera - Prato

10

Pistoiese

43

34

9

16

9

42

45

Marconi

Alessandria

11

11

Olbia

43

34

12

7

15

39

48

Moscardelli

Arezzo

11

Pro Piacenza - Arzachena

12

Pontedera

43

34

11

10

13

36

48

Murilo

Livorno

11

13

Giana Erminio

42

34

10

12

12

54

52

Giudici

Monza

11

14

Arzachena

38

34

10

8

16

47

48

Pesenti

Piacenza/Pontedera

11

Ceccarelli

Prato

11

15

Pro Piacenza

35

34

9

8

17

30

42

16

Gavorrano

33

34

8

9

17

31

47

17

Cuneo

32

34

7

11

16

23

43

18

Arezzo (-15)

31

34

12

10

12

37

35

19

Prato

26

34

5

11

18

30

57

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PARTITE VINTE : 13

PUNTI FUORI CASA : 26

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RETI SUBITE: 34

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