Alessandria-Robur Siena

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QUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO • Direttore Massimo Taggiasco

Anno X n. 17•12 ott. 2018

Con i Grigi da 30 anni

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Il calcio e chi lo racconta. Il calcio è anche protagonista di pagine che narrano emozioni e gesta in campo, che si intersecano con l’attaccamento alla maglia della propria squadra, manifestato dai sostenitori sugli spalti. Hurrà Grigi è una delle espressioni del racconto vivo e vivace del calcio e del campionato di Serie C, radicato sul territorio e legato alle tradizioni del nostro Paese. Complimenti direttore, a Lei ed alla sua redazione per il traguardo dei 30 anni. Un traguardo di rilievo, che si raggiunge, è sempre frutto di determinazione e competenza con una base comune, che si chiama passione. E’ un ‘ingrediente’ che non conosce confini e che serve in ogni ambito della vita. Ad maiora! Gabriele Gravina

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HURRÀ GRIGI

30 ANNI di Hurrà Grigi!

MASSIMO TAGGIASCO

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ra la stagione 1988/89 quando nacque Hurrà Grigi. Il primo numero vide la luce in occasione di un’amichevole estiva contro la Juventus. In prima pagina, guarda caso, la foto di Ciccio Marescalco che esulta dopo un gol in maglia grigia. Eravamo in C2 e quell’anno arrivammo secondi dietro al Casale, ma ottenemmo la promozione in C1. Partimmo col piede giusto! In trent’anni la squadra non ha fatto grandi progressi: siamo sempre in C e, quel che è peggio, non abbiamo mai disputato un campionato di B. Non mi piace celebrare le ricorrenze, anzi spesso mi intristiscono perché fanno soprattutto ricordare il tempo che passa, ma i graditissimi auguri del Presidente di Lega e, soprattutto, futuro presidente della FIGC Gabriele Gravina mi impongono queste righe “auto celebrative”. Devo dire con orgoglio che siamo un caso unico in Italia: non esiste un’altra testata free press così longeva, espressione della tifoseria di una squadra di calcio. Sono il Direttore di questo giornale dal primo numero e sono fiero di aver dato voce ai supporters dell’Orso Grigio: siamo passionali, critici, a volte perfidi, ma il nostro cuore grigio è

eccezionale. Quale altra tifoseria resisterebbe con un simile attaccamento, un così grande amore per una squadra che dal 1974 non vede la serie B?

Nuovo HURRÀ GRIGI Nuovo HURRÀ HURRÀ GRIGI GRIGI Nuovo Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 510490 Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 510490 Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 6270131 del 28/09/2009 Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 510490 Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/2009 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com redazione@hurragrigi.it - pubblicita@hurragrigi.it Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/2009 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com Stampa: CSQ CentroPastorini Stampa Quotidiani Pubblicità: Tommaso 347.8944708 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com Stampa: CSQ Centro Stampa Quotidiani Via dell’Industria, 52 -Centro 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511 Stampa: CSQ Stampa Quotidiani Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511 Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511

Eppure siamo sempre qui, dentro e fuori dal Moccagatta. Un’altra cosa mi inorgoglisce: nel suo piccolo questo giornale è sempre stato libero, abbiamo sempre detto, giusto o sbagliato che fosse, quello che pensavamo di giocatori, allenatori, presidenti senza peli sulla lingua, dando il più possibile voce ai tifosi, senza far mai pagare un euro (prima, una lira) ai nostri lettori. Non siamo mai stati l’organo ufficiale di nessuno, non siamo mai stati gli addetti stampa di nessuno e ne siamo fieri.

Dicono che i tifosi dell’Orso Grigio siano troppo critici, sempre troppo pronti a lamentarsi e contestare e che il nostro giornale sia l’espressione di questo animo polemico. Può darsi, però è veramente difficile essere sempre sereni di fronte alle così tante delusioni patite in questi decenni. La nostra animosità è solo e sempre il frutto dell’amore per questa maglia e per la città che rappresenta. Giocatori, allenatori e dirigenti passano, la nostra passione mai! Ora e sempre Hurrà Grigi!


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HURRÀ GRIGI

L’INTERVISTA a Silvio Bolloli

"Grigi, ora come ora, da salvezza ma il cammino è ancora lungo" MASSIMO TAGGIASCO

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ilvio, qualche settimana fa avevi detto che sarebbe stato opportuno attendere almeno qualche partita per farsi un’idea dei grigi: te la sei fatta? In parte si ma ancora non a sufficienza. In che senso, scusa? Questa prime partite di campionato (a cui dobbiamo necessariamente aggiungere le esibizioni in precampionato) hanno già detto molto circa la qualità e la consistenza di questo organico ma ritengo che ci siano ancora un paio di nodi da sciogliere prima di poter veramente capire dove possa andare questa Alessandria. Quali? Innanzitutto i margini di miglioramento di questo gruppo che, cosi come è, mi pare da classifica medio bassa. E poi il reale valore delle avversarie. Cominciamo da questo ultimo punto. Mi pare chiaro: un girone senza Virtus Entella, Robur Siena, Pro Vercelli e Novara sarebbe stato certamente di più alla portata dell’Alessandria mentre con queste quattro squadre – e se tutte e quattro si riveleranno forti come sulla carta pare siano – è chiaro che il tasso tecnico del campionato si innalzerebbe e per l’Alessandria diventerebbe più difficile mantenere una posizione da prima metà della classifica. Concentriamoci sui grigi: perché hai parlato di squadra da classifica medio bassa? Già dal punto di vista documentale, come si dice nel mio mestiere, cioè analizzando le premesse, era evidente che que-

sta sarebbe stata quasi certamente una squadra di livello inferiore rispetto a quelle che l’hanno preceduta, poi il campo ha detto la sua. Puoi spiegarti meglio? In parte ne abbiamo già parlato: l’Alessandria si è privata di quasi tutti i suoi giocatori di maggiore blasone (fatta eccezione per i soli Gatto e Gazzi, quest’ultimo peraltro spesso e volentieri confinato in panchina) per effettuare una campagna acquisti basata sui giovani. Attenzione però: nessuno di questi giovani è apparso, guardando alla sua quotazione di mercato e, soprattutto, alla sua carriera, come di sicuro ed incontestabile talento; se poi aggiungiamo il fatto che la formazione è stata allestita in ritardo e a spizzichi e bocconi non può che concludersi che, già facendo una valutazione a tavolino, questa si presentava come una formazione di non elevato profilo e, conseguentemente, di non elevati obiettivi. E il campo ha confermato queste valutazioni?

Il campo le ha confermate con l’immediata eliminazione dalla Coppa Italia “dei grandi”, con alcune pallide esibizioni estive e, infine, con un inizio di campionato certamente spumeggiante (fatta sola eccezione per la vittoria alla prima con la baby Juventus (fermo restando che, nel momento in cui andiamo in stampa, non conosciamo ancora il risultato dell’incontro di Coppa Italia contro l’Albissola). Che cosa ti fa nascere le convinzioni che hai? La difesa (che ha incassato circa un gol a partita non mi pare certamente impenetrabile e, fatta eccezione per il solo Prestia, che pur senza essere un campione appare l’elemento di maggiore solidità dell’intero reparto, non presenta elementi di elevato profilo tecnico, ne come centrali, ne come terzini di fascia. A centrocampo? Nella zona centrale del campo l’Alessandria ha, secondo me, le maggiori risorse proprio grazie a mediani come Gatto e Gazzi e a giocatori dai piedi buoni come

Maltese ma, mi pare che in questo reparto manchi soprattutto la figura di un playmaker o, se preferisci di un costruttore di gioco che, possa dettare i tempi e far valere la propria autorevolezza. Maltese ne ha certamente le doti tecniche ma non vedo ancora in lui la personalità del leader che potrebbe servire in quell’area. Ed in attacco? In attacco l’Alessandria è dotata di giocatori di ottima tecnica (su tutti Santini) e anche di, all’occorrenza, eccellenti contropiedisti ma mi pare evidente la carenza di una figura di riferimento in grado di essere visto dai compagni come terminale del gioco e di buttarla in fondo al sacco garantendo importanti medie realizzative. Mi preoccupa anche il fatto che l’unico giocatore che, almeno sulla carta, dovrebbe avere queste caratteristiche, sia De Luca il quale, come detto, è unico (quindi, qualora dovesse rivelarsi indisponibile non avrebbe naturali sostituti) e, oltretutto, non è stato fino ad ora all’altezza della situazione. Hai dipinto un quadro chiaro: questa è l’Alessandria meno forte tra tutte quelle fino ad ora allestite dalla Presidenza Di Masi. Questo non lo dico io, lo dicono i nostri stessi avversari (penso all’allenatore della Lucchese Favarin): ciò non significa che, con le giuste intese non possa raggiungere anche inaspettati risultati ma, che sia la meno qualitativa tra tutte le squadre fino ad ora messe in campo dall’attuale proprietà, mi pare fin troppo evidente. Obiettivo salvezza quindi? Ora come ora direi proprio di si: direi che, anche tenuto conto della presenza

delle quattro società che ambivano al ripescaggio in Serie B di cui ho parlato prima, direi che il mantenimento della categoria deve essere l’obiettivo principale di questa squadra. E del pubblico cosa dici? Fermo restando che in altre occasioni mi piacerebbe parlare più di Cucchietti (ad oggi direi il migliore acquisto) e dell’allenatore (su cui il mio giudizio è invece rimandato) il pubblico è stato, fino ad ora, la più bella notizia. Perché? Non mi riferisco soltanto al popolo della Gradinata Nord ma anche alla gente con cui mi capita, come sempre, di parlare per la strada: agli alessandrini comuni che seguono la squadra dal rettilineo, dalle tribune, dai parterre o che magari allo stadio non ci vengono neppure. L’atteggiamento prevalente che ho notato fino ad ora, a dispetto delle caratteristiche storiche dei mandrogni, non è quello della critica, della contestazione ma dell’incoraggiamento: attenzione, però, dell’incoraggiamento nei confronti dei giocatori. In altre parole ho notato che la gente ha capito che quelli che scendono in campo sono undici uomini con i colori della squadra della loro città e che, a prescindere dalla loro storia e dalla loro forza meritano comunque di essere incitati. Questa risposta, in netta controtendenza rispetto al DNA di buona parte dell’alessandrinità, è già un segnale eccellente di incoraggiamento, unione ed entusiasmo attorno ad una bandiera. Non importa che la squadra sia da promozione o da salvezza: si chiama Alessandria Calcio e basta questo perché venga sostenuta fino alla fine.


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HURRÀ GRIGI

Consueto incontro con Carlo Sacco, figlio del Presidentissimo Remo, ultimo protagonista di una promozione dell’Orso Grigio in serie B

SACCO Guardiamo il bicchiere mezzo pieno e sogniamo!

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che sia un mister pignolo, che non lascia niente al caso, che segue con attenzione ogni singolo giocatore: mi ha fatto un’ottima impressione. Certamente è molto attento allo sviluppo del gioco, è sempre in piedi segno che partecipa veramente alle azioni di gioco. E cosa possiamo dire sul progetto – giovani? Abbiamo giocato solo 5 partite. Il progetto giovani è appena cominciato e ancora tutto da delineare. Penso che per il mister sia un lavoro piuttosto impegnativo per arrivare al compimento del progetto che dovrebbe essere quello di fare un buon campionato. Pensi che veramente questa squadra possa fare almeno un campionato di tutta tranquillità?

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arlo, che impressione hai ricavato dalle ultime partite dei grigi, compresa quella che ha garantito il passaggio del turno in Coppa Italia? Certamente i risultati sono buoni, considerato il fatto che pensavo che il Pisa fosse molto più forte, mentre si è rivelato una squadra praticamente quasi pari a noi. Per quanto riguarda il passaggio del turno in Coppa Italia, considero buono il risultato, ma certamente mi aspettavo di più, vista la pochezza dell’Albissola. D’altronde, meno male che abbiamo evitato i supplementari, perché non so quale risultato sarebbe potuto maturare. Quindi c’è ancora molto lavoro da fare per il mister… Ho visto la partita da bordo campo, dal pitch-view e ho rivissuto i tanti anni passati sulla panchina grigi coi vari al-

lenatori passati, Manenti, Marchioro e Ballacci e con l’allora addetto stampa Marcello Marcellini. Come si vede la partita da lì? Emotivamente molto bene, oltretutto ero a fianco dell’allenatore dei grigi, di cui sentivo costantemente i suggerimenti, le esternazioni ed i consigli. Anche lo svolgimento dell’azione si vede bene, anche se non si vede bene la riga dell’area di rigore. Peccato che quando piove ci si bagna perché le tettoia è troppo corta ed inclinata verso il campo. Torniamo al discorso sul Mister Non lo conosco a sufficienza. Secondo me, come ho già detto in passato, lui ha un’esperienza di un anno nel girone C che è molto diverso dal girone A. L’impressione che ho sino ad ora è

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Ad oggi penso che dopo Carrarese, Siena, Novara, Piacenza e Pro Vercelli i valori delle altre squadre siano piuttosto equivalenti ed alla nostra portata. Discorso a parte per la Juventus che ha giocatori di ottima qualità ed è guidata, secondo me, da un super tecnico della categoria.

Se il mister saprà fare un buon lavoro potrebbe esserci la sorpresa di lottare per i play-off. Vedo che il tuo ottimismo non viene mai meno! Lo sai che il mio motto è quello: crederci sempre, illudersi mai. Sempre forza grigi.

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HURRÀ GRIGI

SECONDO ME... Colloquio con Marcello Marcellini

È ancora troppo presto

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uest’anno collabora con noi Marcello Marcellini, da sempre conoscitore del calcio alessandrino (e non solo) di cui è stato, nel corso della sua vita, tifoso, addetto stampa, direttore generale, club manager, radio-telecronista, commentatore , nonché autore di diverse pubblicazioni dedicate all’Alessandria Calcio. Marcello, possiamo cominciare a dare un giudizio più compiuto sulla nuova Alessandria? Assolutamente no. Dopo 4 partite, più una di Coppa Italia, si incomincia ad avere delle percezioni, ma non mi avventuro nel dare giudizi definitivi, anche perché in questo campionato anomalo, con tantissime partite ancora da recuperare, diventa anche problematico individuare le caratteristiche tecnico-tattiche delle squadre avversarie. Un elemento positivo che mi sento però di sottolineare nell’Alessandria vista all’opera finora è la volontà, l’energia, la determinazione che i componenti delle varie formazioni mandate in campo dal Mister hanno dimostrato di possedere.

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MASSIMO TAGGIASCO

Quindi anche per la prossima partita contro il Siena…? Infatti mi ricollego proprio a quanto risposto prima, i toscani considerati tra le squadre favorite per la salita in B non hanno ancora esattamente potuto dimostrare il loro reale valore avendo disputato solo due partite su 5. I due pareggi ottenuti contro altre due squadre toscane non certo di prima fascia farebbero pensare ad una squadra ancora alle prese con problemi tattici e fisici. Sarà così? Secondo te, come giudichi l’aspetto tattico della squadra? Non conosco compiutamente la mentalità calcistica di D’Agostino. Conoscendone le sue caratteristiche e le sue qualità da giocatore, mi verrebbe da pensare ad un trainer votato più all’offesa che alla difesa. Se prendo in considerazione, però, le prestazioni offerte finora dalla squadra e le formazioni mandate in campo dall’allenatore mi viene da pensare che prima cosa è non subire e poi provare ad offendere con rapide ripartenze. E’ una tattica radicata nella sua mentalità di calcio o voluta alla luce dei giocatori che gli sono stati messi a sua disposizione?. Sempre tenendo in considerazione le poche partite disputate fino ad oggi, che campionato dobbiamo aspettarci da questa Alessandria? Dobbiamo sicuramente dimenticare quanto visto, goduto e sofferto, nelle ultime due stagioni e prepararci a seguire una squadra che sarà costretta ad accontentarsi di gestire un campionato di metà classifica, senza probabilmente particolari picchi in positivo ed, auguriamoci, anche in negativo. Sarebbe, a mio modo di vedere, un buon risultato.

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HURRÀ GRIGI

CUORE GRIGIONERO

Senza una punta, resta sempre quella PUNTA di amarezza...

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'Alessandria ha affrontato, nell’ultima gara di campionato, una difficile trasferta in terra toscana, scendendo in campo in uno stadio denso di tradizione e di storia come il Romeo Anconetani di Pisa, con la convinzione e la determinazione necessaria. La partita, pur non particolarmente emozionante, è stata gradevole e le buone idee, la corsa e l’agonismo, l’attenzione in fase di copertura ed i tentativi di costruzione di azioni pericolose sono emersi con forza, tanto da strappare l’approvazione di tutti i tifosi, compresi quelli appartenenti alla fascia più scettica. Ciò rende giustizia al grande lavoro effettuato da mister D’Agostino che si conferma, ancora una volta, tecnico responsabile e scrupoloso, capace di ottimizzare e motivare le risorse a propria disposizione. Nulla da rimproverare, quindi, ai nostri ragazzi che hanno strappato, giocando oltre venti minuti in dieci a causa dell’espulsione di Delvino, un autentico punto d’oro in casa di una delle compagini candidate alla vittoria del campionato, di fronte ad un pubblico caldo e numeroso come quello che, domenica, ha tributato la visita dei Grigi denotando la considerazione notevole che è stata riservata alla gara stessa. Le sfidanti, infatti, si affrontavano partendo dalla medesima posizione in classifica ma i pronostici parevano ammiccare alla compagine di casa, dotata di giocatori di grande valore ed esperienza quali Moscaredelli, Marconi e De Vitis. L’A-

lessandria, fin dalle prime battute, ha dimostrato di non accettare, in alcun modo, imposizioni di gioco da parte dei pisani mettendo in mostra una ferrea volontà che, tuttavia, si è scontrata con gli inevitabili limiti a livello offensivo. Nonostante, infatti, l’ottima gara di De Luca, improntata al sacrificio ed alla lotta, l’assenza di una punta centrale di esperienza, ancora una volta, ha palesato un certo deficit in fase di finalizzazione e di carattere realizzativo della quale, da molto tempo, si parla diffusamente trovando, in tal senso, un autentico muro da parte della società impegnata maggiormente a sottolineare la bontà ideologica

del progetto piuttosto che a confrontarsi, con sereno e consapevole senso critico, con i numeri ed il responso del campo. Di sicuro, dopo la trasferta di domenica, i contorni del nuovo corso hanno iniziato a delinearsi in maniera un poco più netta poiché la maggior parte dei tifosi ha dovuto registrare come, indipendentemente dai risultati, una squadra scattante e mai asfittica meriti pieno rispetto e sostegno. Tuttavia, come sopra citato, l’assenza di una punta ha comportato la necessità di sopportare l’ennesimo digiuno da goal soprattutto in occasione di un match che potevamo tranquillamente vincere, complice la non brillante pre-

stazione dei toscani. L’amaro in bocca è, e si presume sarà, il sapore più ricorrente nel corso di questa stagione che fatichiamo ad assimilare assieme ad un cambio di prospettive e mentalità che ci riesce sempre più difficile. Un maggior equilibrio nei reparti, a mio avviso, poteva essere raggiunto senza stravolgere budget e progetti societari ma avrebbe regalato ai sostenitori dell’Alessandria qualche emozione ed un briciolo di serenità in più. Sarebbe stato sufficiente selezionare, nell’ampio parco degli svincolati che, purtroppo, le recenti vicende finanziarie del calcio italiano ci hanno spalancato, il profilo giusto. Peraltro, guardando al nostro recente passato, se consideriamo quanto fosse stata ponderata sotto il profilo economico ma utile sotto quello tecnico e tattico, l’operazione che ha portato, a titolo esemplificativo, l’ottimo Tommaso Bellazzini in riva al Tanaro, ci accorgiamo di quanto, a volte, la lungimiranza sia importante

e decisiva nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse e dell’allestimento di una rosa competitiva con una spesa sostenibile. D’altra parte, i migliori risultati sportivi dell’ultimo decennio, in serie C, sono stati sovente raggiunti con investimenti ben inferiori rispetto a quelli sostenuti dall’Alessandria Calcio negli ultimi anni ma, probabilmente, l’allocazione delle risorse è stata effettuata con criteri differenti ed è stata orientata a garantire un equilibrio tra i reparti che, al momento, da noi non sembra pienamente raggiunto. Qui, a distanza di qualche partita, possiamo dire che è stata allestita una discreta formazione che però non segna. E nel calcio, purtroppo, alla fine, vince sempre chi segna di più. Auspico come sempre, in ogni caso, di non essermi ancora accorto di avere, tra le nostre fila, un bomber di razza ancora inesploso. Perché, sempre e comunque, tifiamo Grigi e speriamo possano conseguire i migliori risultati sportivi.

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APPUNTI GRIGIONERI di Roberta Sacco

Alessandria in cerca di identità attraverso la Novese, squadra nata nel 2013 come costola dell’ACF Alessandria partendo dal fondo, ovvero la serie D. La Novese, (Prima “Acqui calcio” poi sotto il nome di “Accademia Acqui” per poi trovare la denominazione definitiva in Novese calcio femminile nella stagione 2016/2017) ha raggiunto negli anni buonissimi risultati sfiorando 2 anni fa anche la serie A. Oggi, dopo la riforma dei campionati, partecipa alla serie C con la speranza di ritornare presto nel campionato nazionale di serie B. Questo accordo, secondo la mia esperienza, sarà se proficuo, l’anticamera di un accorpamento della società femminile con i grigi nel giro di pochi anni, così come sta succedendo in questi mesi in realtà di eccellenza come Juventus, Milan, Roma, Fiorentina e altre.

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Un pareggio che vale più di un punto

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tare preoccupante la difficoltà della squadra di creare palle gol limpide e quindi di mettere le punte, soprattutto Santini, nelle condizioni ideali per fare gol. Soprattutto in fase difensiva fatichiamo terribilmente sulla fascia destra, dove Delvino e Gjura hanno certamente fatto peggio, rispetto alla catena di sinistra dove Panizzi e Agostinone sono sembrati più solidi e continui in entrambe le fasi di gioco. Rimane comunque sotto gli occhi di tutti la poca qualità tecnica generale dove spiccano solo Maltese e Bellazzini. Anche nel calcio femminile. La scorsa settimana è stata presentata alla stampa l’accordo di collaborazione tecnico-sportiva fra Novese femminile e Alessandria calcio. Un accordo in cui i grigi vogliono promuovere, usando la propria immagine, il calcio femminile del territorio

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n punto prezioso. I grigi escono dalla insidiosa trasferta di Pisa con un punto meritato e difeso con le unghie e con i denti quando, rimasti in dieci dopo l’espulsione di Delvino negli ultimi 20 minuti di gioco, hanno retto contro gli attacchi della quotata avversaria toscana. Come una settimana prima, l’ ”eroe” della domenica è Tommaso Cucchietti che salva i grigi con una bella parata su colpo di testa di Cernigoi a botta sicura, in pieno recupero. L’estremo difensore ex Torino primavera ha disputato una buona partita così come i suoi compagni di squadra che hanno reso il Pisa una squadra peggiore di quella che è realmente. E’ ancora presto per dare dei giudizi precisi ed attendibili su questa squadra ma mister D’agostino ha perfettamente ragione quando indica l’attaccamento alla maglia e al sacrificio, due delle armi principali che devono sempre avere i suoi ragazzi. Ed in fondo è proprio questo che il tifoso alessandrino chiede prima di qualsiasi altra cosa, il resto potrà arrivare solo con il lavoro quotidiano ed il continuo supporto dei tifosi che non è mancato neanche a Pisa. Miglioramenti che ci aspettiamo già oggi con il Siena incredibilmente ancora a secco di reti dopo 2 partite. Dopo Pisa un’altra prova difficile dove Prestia e compagni dovranno replicare e possibilmente migliorare la prestazione di domenica scorsa, cercando di essere più cinici sotto porta per portare a casa il bottino pieno. Cosa non va. Nella buona prova generale, sono però emerse delle difficoltà. Prima di tutto sta iniziando a diven-

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ssere usciti dallo stadio di Pisa con la porta imbattuta e sopratutto con un punto pesante vuole dire tante cose. La prima è che è stato importante vedere che i ragazzi si sono impegnati, hanno sudato le proverbiali sette camicie e non si sono spaventati del blasone degli avversari. Hanno giocato meglio nel primo tempo ed hanno avuto anche due occasioni abbastanza importanti. Queste buonissime azioni stanno a dimostrare che pian piano la preparazione sta dando i suoi frutti. Anche gli ultimi arrivati si stanno avvicinando ad una intesa di squadra che fa ben sperare. Non voglio essere critico. Purtroppo non saremo uno schiacciasassi ma passano le domeniche ed ora che cominciano a giocare anche le squadre ferme in attesa di eventuali ripescaggi, si cominciano a vedere i rapporti di forza che ci saranno in questo campionato. Squadre come il Novara e la Pro Vercelli, a mio parere, sono di un gra-

dino superiori. Possono incappare nella domenica storta ma penso che sarà una corsa a due. Ho visto la Juventus al Moccagatta contro la Pro Patria e nonostante abbia vinto 2 a 0 non mi ha impressionato. Speriamo ci tolgano almeno l’ Entella. Comunque, i Grigi dovranno faticare per potere raggiungere il traguardo dei play off, ma viste le forze in campo non mi sembra una cosa impossibile. Speriamo... Quello che interessa, più del risultato della partita o dell'innesto del giocatore a gennaio, è sapere cosa intende veramente fare la dirigenza. È solo un anno di respiro monetario e di transizione delle aspirazioni o è un appiattimento delle mire, un annuncio a volersi defilare? Purtroppo senza la possibilità di potere vincere, anche l'interesse potrebbe scemare. Non rimane che aspettare fiduciosi. Forza Grigi!

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L'INTERVISTA Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha incontrato Ivano Della Morte, centrocampista dell'Alessandria nella stagione 1996/97 e nella stagione 2006/07

Ivano Della Morte: “Enzo Ferrari un uomo di grande spessore” PAOLO BARATTO

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ella Morte quali sono i suoi ricordi delle stagioni in cui è stato ad Alessandria? Sono molto legato e devo tanto all'Alessandria. E' stato un anno molto importante per la mia carriera. Ho lasciato il mio cuore per la maglia grigia. Ricordo con molto affetto il Presidente Amisano, ricordo Baucia e poi chiramente la curva dei grigi, l'attaccamento che hanno i tifosi nei confronti della maglia ma anche nei confronti dei giocatori. Se i tifosi capiscono che un giocatore in campo da tutto, il 110%, rimangono sempre vicini. E' stata una bellissima annata senza ombra di dubbio. 1 settembre 1996 Alessandria-Como 2-1, è la partita in cui Ivano Della Morte ha esordito in maglia grigia: se la ricorda? Si me la ricordo molto bene. Giornata di sole, molto bella, tanta gente allo stadio. Eravamo una squadra, sulla carta, molto forte. In panchina avevamo un allenatore, Enzo Ferrari, che era un papà per tutti noi. I nostri gol portarono la firma di Fontana e Califano. Enzo Ferrari: che persona era? Sia come allenatore ma anche come uomo. Una persona che credo di non averne più trovate nella mia carriera. Un uomo di spessore, una persona dei vecchi tempi che credeva molto nei rapporti personali: dava molta fiducia ai legami personali che erano al primo posto nel suo credo

calcistico. Per questo motivo riusciva a tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Era il classico uomo/allenatore per cui un calciatore dava veramente tutto. C'è stato un periodo in cui ho giocato con il mignolo fratturato, non avrei potuto giocare ma sono sceso in campo con la scarpa destra che era più grossa di quella sinistra con infiltrazioni prima e dopo la partita. La sua carriera è stata molto lunga ed è culminata con la stagione in Serie A nel Chievo Verona: qual'è stata la piazza a cui è stato maggiormente legato? Mi sono trovato bene in tutte le squadre in cui ho giocato. E' chiaro che le piazze calde, le piazze dove ho recitato maggiore attaccamento alla squadra, all'ambiente, alla città sono state Alessandria, Genoa. Il top l'ho raggiunto nel Chievo Verona dopo ho disputato l'Europa League realizzando quattro gol: parliamo di una società modello, un quartiere che è riuscito a creare qualcosa di incredibile. Ho lasciato tanti amici ad Andria, l'anno della Serie D, a Lecce, ho avuto la fortuna di giocare in piazze importanti. In ogni città ho ancora amici molto importanti. E poi per ultimo, ma non ultimo, il Torino dove sono cresciuto: il Toro è il Toro. Quando ha terminato la carriera da giocatore è rimasto nel mondo del calcio? Si. Ho fatto l'allenatore per cinque anni consecutivi nelle giovanili della Juventus allenando l'Under 17. Sono stato un anno fermo per mia volontà. Mi sono

trasferito in Russia come direttore responsabile del settore giovanile, in Premier league: la squadra si chiama Achmat Groznyj. C'è stata una opportunità, molto concreta, di allenare, in Premier league, una seconda squadra, ma ho avuto problemi logistici, famigliari. Questa estate sono stato in ballottaggio per allenare una squadra di Lega Pro ma non è andata a buon fine. Rispetto al periodo in cui lei giocava

quanto è cambiato il calcio a livello tattico/tecnico? Io credo che la palla è sempre la stessa, le regole sono cambiate ma poco. Quello che è diminuito è la qualità dei giocatori. Ora il calcio è più veloce, c'è molto più pressing, purtroppo è un calcio che fa vedere meno spettacolo e si va molto di più alla sostanza, al risultato. I giovani hanno meno fame e hanno meno spirito di sacrificio, quei pochi che hanno queste

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caratteristiche arrivano a giocare in Serie A. Quello che manca al calcio italiano è la qualità dei giocatori. L'allenatore bravo è quello che riesce a tirare fuori il massimo dai giovani e riesce a fare un calcio di attacco, fatto di pressing: vuol dire che una squadra intera si deve muovere in un certo modo. Venendo all'Alessandriadegli ultimi anni: l'ha seguita e che idea si è fatto? Si ho seguito le vicende dell'Alessandria. La mia idea è che il Presidente Di Masi ha fatto sforzi incredibili ed è stata una mazzata tremenda non riuscire a raggiungere la Serie B. Purtroppo il destino di chi segue i grigi è quello di soffrire. Arriverà quel giorno in cui si riuscirà a salire di categoria e a raggiungere gli obiettivi che la dirigenza vuole assolutamente raggiungere. C'è stato un ridimensionamento importante, giustamente. Credo che l'Alessandria debba fare un campionato, sulla carta, dignitoso e poi qualcosa in più si riesce a raggiungere. Cosa ne pensa dell'introduzione nella Serie C delle seconde squadre? Inizialmente ero d'accordo. Dopo aver visto Carrarese-Juventus Under 23 credo che ci sia ancora molto da lavorare. Se parliamo della Juventus che fa degli sforzi economici importanti, ci sono contratti importanti rispetto agli altri club che militano in Lega Pro, si vede una differenza incredibile. E' un appuntamento fallito perchè c'è solo una sola seconda squadra in Serie C formata da giovani di prospettiva che però non so quanto possa essere utile a fine anno.

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12 ott. 2018

OGGI AL MOCCA

SOTTORETE di Sara Pilotti

ROBUR SIENA Obiettivo playoff PAOLO BARATTO

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l prossimo avversario dell’Orso Grigio è il Robur Siena, la gara è valevole per la settima giornata del campionato di Serie C. La formazione toscana disputa un campionato di Serie C dalla stagione 2014/15. In panchina siede, dal 1 giugno 2017 Michele Mignani: nato a Genova nel 1972 ha cominciato la carriera da allenatore nel 2009/10 proprio a Siena guidando gli Allievi Nazionali e successivamente la formazione Primavera. Dopo il fallimento del Siena si è trasferito a Latina lavorando con lo staff di Beretta e, successivamente con Breda. L’8 gennaio 2016 è stato ingaggiato dall’Olbia, in Serie D. In porta Nardi è in prestito dal Parma, annuale, dove ha disputato una sola partita nel campionato di Serie B nella scorsa stagione. Contini è in prestito, annuale, dal Napoli: nella passata stagione 35 presenze con il Pontedera. In difesa Belmonte è stato acquistato da svincolato: nella sua carriera tanta Serie A e B: in cadetteria ha giocato le ultime tre stagioni a Perugia con 77 presenze e 4 gol; 10 presenze a Catania. In Serie A 2 presenze nell’Udinese e 9 nel Robur Siena. Rossi è stato tesserato dal Wellington Phoenix dove aver avuto una lunga militanza nella Serie A e B: in Serie A quattro campionati nel Parma, uno nella Sampdoria, nel Cesena e nel Bari. In Serie B due stagioni a Perugia, una a Varese e una a Parma. Russo è arrivato dal Padova dove ha disputato le ultime due stagioni con 54 presenze e 5

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HURRÀ GRIGI

gol. Romagnoli è in prestito, annuale, dal Rimini. Imperiale è in prestito, annuale, dall’Empoli. Zanon in prestito, annuale, dalla Fiorentina: nella scorsa stagione 7 presenze nella Ternana. A centrocampo Sbrissa è in prestito, annuale, dal Sassuolo: nella seconda parte della passata stagione 3 presenze nella Cremonese. Arrigoni è giunto dalla Lucchese dove ha giocato 36 partite segnando 5 gol. Gerli è arrivato dal Virtus Entella, già nella scorsa stagione aveva militato nel Robur Siena giocando 33 partite e segnando 1 gol. Di Livio è in prestito, annuale, dalla Roma: nella scorsa stagione 16 partite e 1 gol nel Matera. Aramu è stato acquistato dal Torino: nella passata stagione 27 presenze e 1 gol nella Virtus Entella. Gliozzi è in prestito, annuale, dal Sassuolo: nella scorsa stagione nella prima parte al Cesena, nella seconda parte al Padova con 1 solo gol realizzato. Fabbro è in prestito, annuale, dal Chievo Verona: le ultime tre annate al Bassano con 84 presenze e 12 gol. Cianci è in prestito, annuale, dal Sassuolo: 27 presenze e 4 gol nella Reggiana nella scorsa stagione. In attacco Cesarini è stato preso da svincolato dopo aver giocato le ultime due stagioni nella Reggiana con 53 presenze e 16 gol. Il modulo di gioco utilizzato nell'ultima uscita di campionato è stato il 4-3-3: Contini in porta; in difesa Imperiale a sinistra, Brumat a destra, al centro Rossi e Belmonte. A centrocampo Gerli interno, Vassallo e Arrigoni ai lati con Guberti a sinistra, Aramu a destra e Gliozzi al centro dell'attacco.

La prima fase di Coppa Piemonte giunge al termine

LA ROSA PORTIERI 12 CEFARIELLO Christian 1 CONTINI Nikita 22 NARDI Michele 12 PANE Pasquale

DIFENSORI 15 BELMONTE Nicola 23 BRUMAT Matteo 5 D’AMBROSIO Dario 2 DE SANTIS Eros 26 IMPERIALE Marco 14 ROMAGNOLI Mirko 13 ROSSI Marco 19 RUSSO Michele 3 ZANON Luca

CENTROCAMPISTI 4 ARRIGONI Tommaso 8 BULEVARDI Danilo 17 CRISTIANI Alessio 11 DI LIVIO Lorenzo 16 GERLI Fabio 6 GUBERTI Stefano 20 SBRISSA Giovanni 25 VASSALLO Francesco

ATTACCANTI 10 ARAMU Mattia 7 CESARINI Alessandro 24 CIANCI Pietro 18 FABBRO Michael 9 GLIOZZI Ettore ALLENATORE MIGNANI MICHELE (1972)

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i è conclusa domenica 7 ottobre la prima fase di Coppa Piemonte che anche quest’anno ha interessato molte squadre della regione, tra cui alcune della nostra provincia. La stagione di Coppa 2018/19 è iniziata una settimana prima del previsto a causa delle Finali Mondiali di Pallavolo Maschile, trasmesse per televisione sabato 29 e domenica 30 settembre; un grandissimo evento, ospitato dai migliori palazzetti d’Italia come Torino, Milano e Firenze e che ha coinvolto milioni di spettatori. Le squadre che hanno aderito alla Coppa Piemonte hanno così dovuto anticipare i giorni di preparazione per essere organizzare e pronte ad affrontare questa sfida. La Coppa Piemonte è considerata da molte società sportive come un “banco di prova” per quelle formazioni che andranno a disputare il campionato, cercando di concludere la stagione con un buon posto in classifica e, nel migliore dei casi, anche con una promozione. Ai gironi sono iscritte 54 squadre femminili mentre il maschile si limita a 14, anche se al campionato saranno presenti tante altre squadre provenienti da tutto il Piemonte. Dopo la prima fase, che raggruppa le categorie di serie C e D, la classifica prevede già l’eliminazione di quelle

squadre con un punteggio inferiore al minimo previsto dal regolamento. Nel femminile con 17 punti, al 1° e 3° posto troviamo due squadre del cuneese, il Libellula Bra e L’Alba Volley mentre al 2° le torinesi del Lasalliano. Al 6°, 14° e 16° troviamo il Casale, il Rasore Ovada e il Novi, rispettivamente con 14, 12 e 11 punti. La metà classifica è occupata da Valenza al 29° posto con 8 punti mentre verso il fondo troviamo l’Alessandria con 6 punti al 41° posto e il Gavi con 4 punti al 47°. Nel maschile, invece, la classifica si stringe anche a causa delle poche squadre iscritte alla Coppa ma per il momento l’Alto Canavese detiene il 1° posto con 17 punti. Seguono l’Acqui di Negrini al 5° posto con 12 punti e l’Alessandria al 10° con 7 punti. La seconda fase della Coppa Piemonte, a cui accedono le prime dodici classificate, verrà disputata il 1 novembre sui campi della meglio classificata del girone. Per il momento, posso solo augurare “in bocca al lupo” a tutte quelle squadre che, anche quest’anno come tutti gli anni, debuttano in campionato e a quelle che si impegneranno per concluderlo al meglio. I campionati inizieranno domani, sabato 13 ottobre, quindi…buona visione e buon divertimento!

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HURRÀ GRIGI

Alessandria, il cammino è lungo CAMPIONATO SERIE C GIRONE A 2018/2019

CLASSIFICA MARCATORI

PROSSIMO TURNO 6A GIORNATA

#

Giocatore

Squadra

Gol

SQUADRA

P.ti

G

V

N

P

+

-

1

Romero

Piacenza

5

1

Carrarese

10

5

3

1

1

14

7

2

Martignano

Albissola

4

2

Pro Piacenza

10

4

3

1

0

10

4

Morra

Pro Vercelli

4

4

Caccavallo

Carrarese

3

3

Piacenza

9

4

3

0

1

9

6

4

Arezzo

8

4

2

2

0

3

1

Piscopo

Carrarese

3

5

Juventus U23

7

5

2

1

2

7

7

Tavano

Carrarese

3

6

Pontedera

7

4

2

1

1

4

4

Rolando

Gozzano

3

7

Lucchese

6

5

1

3

1

7

6

Pereira

Juventus U23

3

8

Olbia

6

4

2

0

2

6

6

Cacia

Novara

3

9

Pro Vercelli

6

2

2

0

0

6

3

Ragatzu

Olbia

3

10

Alessandria

5

4

1

2

1

3

4

Rovini

Pistoiese

3

11

Pisa

5

4

1

2

1

1

3

Nolè

Pro Piacenza

3

12

Novara

4

2

1

1

0

4

1

Buglio

Arezzo

2

13

Arzachena

3

3

1

0

2

3

7

Biasci

Carrarese

2

14

Pro Patria

3

4

1

0

3

4

7

Bunino

Juventus U23

2

15

Virtus Entella

3

1

1

0

0

3

1

Bortolussi

Lucchese

2

16

Cuneo

2

4

0

2

2

2

7

17

Gozzano

2

5

0

2

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7

14

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Pistoiese

2

4

0

2

2

8

11

19

Robur Siena

2

2

0

2

0

0

0

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Albissola

0

4

0

0

4

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9

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Pro Piacenza - Virtus Entella Arzachena - Juventus U23 Cuneo - Olbia Alessandria - Robur Siena Carrarese - Novara Albissola - Piacenza Arezzo - Pontedera Pistoiese - Pisa Pro Patria - Pro Vercelli Gozzano - Lucchese

Statistiche ALESSANDRIA PUNTI IN CASA : 1

PARTITE VINTE : 1

PUNTI FUORI CASA : 4

PARTITE NULLE : 2

RETI FATTE : 3

PARTITE PERSE : 1

RETI SUBITE: 4

DIFFERENZA RETI : - 1

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