Alessandria - Pro Piacenza

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QUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO – Direttore Massimo Taggiasco

Anno X n. 1•19 gen. 2018

Rincorsa al vertice! MASSIMO TAGGIASCO

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inalmente, si riparte. La classifica è ancora impietosa: siamo a 25 punti dalla capolista Livorno e a 13 da Siena e Viterbese, immediate (si fa per dire) inseguitrici. Se per l’Alessandria la promozione diretta è chiaramente impossibile, qualche speranza si può invece nutrire per le altre posizioni di vertice. Grazie al duo Stellini-Sensibile abbiamo buttato via tre mesi e adesso paghiamo le conseguenze, anche, di un allontanamento tardivo della “strana” coppia. La campagna acquisti è ancora nel vivo, per cui non è facile dire se veramente la squadra avrà un volto nuovo, grazie a rinforzi di valore in grado di migliorare un impianto che, nelle ultime gare, si è rivelato decisamente compe-

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Hurra Grigi

Hurrà Grigi

titivo. I primi passi, però, non sono molto promettenti. Il regolamento dei play-off è stato modificato e, nonostante sia redatto in un burocratichese quasi incomprensibile, è chiaro che è diventato ancora più importante arrivare agli spareggi nella miglior posizione di classifica. A cosa può aspirare questa Alessandria? Personalmente ritengo che, attualmente, siano alla nostra portata le prime posizioni di classifica: diciamo, per scaramanzia, che l’obiettivo più realista resta il quarto-quinto posto. Poi, però, arriveranno gli spareggi e sappiamo che questi non ci hanno mai portato fortuna. Se non si rinforza la squadra, ci sono formazioni, soprattutto negli altri due gironi, più attrezzate di noi.

hurragrigi

A questo punto, bisognerà capire quale è la volontà della società: si vuole tentare ancora il salto di categoria o si considera questa stagione come ormai persa ed utile solamente per creare le basi per riprovarci l’anno prossimo? Sarà la campagna acquisti di gennaio a farci capire come stanno le cose. Le vicende di Vicenza e Modena ci inducono a riflettere sull’importanza della solidità economica delle società di calcio, che diventano sempre più industrie dello spettacolo e sempre meno fabbriche di sogni. A noi tifosi, però, sopravvivere non basta, noi continuiamo a ragionare con il cuore e non con il portafoglio. Vogliamo una squadra che lotti per la promozione, tutto il resto sono solo vane promesse. Hurrà Grigi!

GianmariaZanier Videointerviste

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HURRÀ GRIGI

L’INTERVISTA a Silvio Bolloli (Radio Voce Spazio)

Bolloli: “Mercato per ora deludente, tutto è nelle mani dell’allenatore ” S

ilvio, la lunga sosta ha fatto sì che ci si concentrasse sul mercato dei grigi: quale è il tuo commento? Fino ad ora direi che sono abbastanza deluso, per non dire altro. Perché? Nonostante siano passate diverse settimane durante le quali si poteva lavorare molto, per lo meno sul piano teorico, sono circolati tantissimi nomi ma le operazioni di mercato, per lo meno nel momento in cui io e te stiamo facendo questa chiacchierata, si riducono fondamentalmente al nome del centrocampista Emanuele Gatto, un giocatore la cui utilità è ancora tutta da dimostrarsi. E poi? E poi cominciamo con il dire che quelli che dovevano essere gli innesti più importanti (principalmente nel ruolo di terzino sinistro e, a mio sommesso avviso, anche di difensore centrale) non si sono ancora perfezionati. Qualcuno ha evidenziato anche la necessità di acquisire un attaccante. Sicuramente un attaccante serve, tenuto conto del fatto che la scommessa di Bunino è stata persa e che è di certo opportuno saper fornire adeguati rincalzi a Marconi, Gonzalez e Fischnaller. Quindi ben venga una punta di rinforzo ma ritengo che questa Alessandria abbia bisogno di innesti anzitutto in difesa e sulle fasce, quella sinistra in particolare. Djorkevic, Ciancio, Sirri, Barlocco, sono tutti nomi che sono stati fatti unitamente a quello di Zito: quale è il tuo giudizio? Sono tutti nomi interessanti, anche, e

soprattutto, quelli di ex giocatori come Ciancio, Barlocco e Sirri che, nell’attuale l’Alessandria non sfigurerebbero affatto, anzi saprebbero farsi rispettare e sarebbero verosimilmente più che utili ma a quanto pare tutte le piste di cui tu hai fatto menzione sono tramontate, con la sola eccezione, sempre al momento in cui stiamo chiacchierando tu ed io, dell’ingaggio di Zito. Perché sostieni che l’ingaggio di Gatto non ti convince? Innanzitutto non ho ancora visto Gatto giocare perché non ho assistito all’incontro amichevole con il Feralpi in cui lo stesso è stato schierato per cui non mi permetto di esprimere un giudizio sul valore del giocatore in maglia grigia, ma faccio notare come, in una squadra che a centrocampo annovera già Cazzola, Nicco, Branca, Gazzi, Ranieri e qualcun altro ancora, andare ad acquistare l’ennesimo centrocampista centrale sia una mossa la cui reale utilità è ancora tutta da verificarsi. Certo, di Gatto si è detto che è uomo ben conosciuto e apprezzato dall’attuale allenatore Marcolini, ma non posso fare a meno di notare come vada ad affollare il reparto forse in assoluto più congestionato di uomini quale quello della linea mediana del campo. Insomma, un mercato poco convincente. Un mercato che, almeno ad oggi, è stato povero di uomini e soprattutto di mosse, sulla carta meramente utili per colmare le lacune di questa formazione. Ma non dimentichiamo che la nostra chiacchierata precede di un paio di giorni la diffusione del giornale per cui il mio augurio è che in questi due giorni qual-

cosa di positivo possa essere accaduto. Sul piano delle uscite i nomi che hanno animato la campagna invernale sono stati quelli di Bunino, Gozzi e Bellomo: cosa ne pensi? E’ la riprova del quasi totale fallimento della campagna acquisti/cessioni dell’estate del 2017: sia chiaro, non accuso certo Pasquale Sensibile (che anzi si è sempre comportato con noi da galantuomo) di malafede ma ritengo che, in termini oggettivi, le conseguenze del suo lavoro siano state veramente disastrose per i risultati che hanno prodotto sul campo. E’ la riprova del totale fallimento di Pasquale Sensibile? Lo hai detto tu, ma adesso occorre guardare avanti. Con quali obiettivi? Più che di obiettivi, parlerei di prospettive: innanzitutto occorre vedere in che modo il lavoro di Cerri (che, come

detto, fino ad oggi è stato un po’ deludente) verrà condotto a termine e poi sarà indispensabile capire verso quale modulo di gioco l’allenatore Marcolini si orienterà. Cioè? Non escludo che Marcolini possa far bene azzeccando il giusto modo di impiegare i giocatori di cui già dispone, anche perché le sue ultime prestazioni alla giuda dell’Alessandria sono state più che confortanti specie sul piano della

notevolissima media dei gol realizzati, ma occorrerà vedere in che modo e con quale spirito i grigi si presenteranno in campo. Si è parlato di 4-4-2 di 4-3-3 o di 3-52. Cosa ne pensi ? Non sono un sostenitore di Arrigo Sacchi nel momento in cui appare privilegiare il modulo rispetto agli uomini, affermando che i giocatori si possono “costruire con determinate caratteristiche”. Io credo che i giocatori abbiano proprie caratteristiche e che la vera abilità del giocatore, sia pur cercando di farli costantemente migliorare, sia quella di saperli impiegare in base alle loro caratteristiche. Detto in altre parole, praticare il credo dell’integralismo di un determinato modulo di gioco senza tenere conto più di tanto delle caratteristiche dei propri uomini è una strada assolutamente perdente. E’ vero che questa Alessandria era partita con il 3-5-2 che non aveva fornito buoni risultati nell’era Stellini, ma è altresì vero che per praticare il 4-42 occorrono diversi giocatori di fascia (più i necessari rincalzi). E questa Alessandria non ne ha? Esattamente, quindi, piuttosto, Marcolini potrà tentare la strada del 4-3-3.

Nuovo HURRÀ GRIGI Organo dell’Associazione Culturale Orso Grigio Corso Roma 85 - 15121 Alessandria - Tel./Fax 0131 510490 Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/2009 redazione@nuovohurragrigi.com - info@nuovohurragrigi.com Stampa: CSQ Centro Stampa Quotidiani Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) - Tel. 030 7725511

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anno X n. 1

HURRÀ GRIGI

I GRIGI SIAMO NOI di Sergio Ivaldi

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i ricomincia. Finalmente da domenica prossima si ritornerà a respirare l'aria di casa, l'aria del Mocca, l'odore dell'erba del prato, l'atmosfera magica della curva, finalmente si ritornerà a masticare calcio e non parole. Si perchè in questo mese di sosta, parole ne sono state dette tante, troppe. Naturalmente a fare la parte del leone in questo periodo è il calciomercato, dove impazzano le voci, a volte, messe ad arte dai procuratori e divulgate da siti internet compiacenti, su possibili acquisti e cessioni da parte dell'Alessandria Calcio. Nomi nuovi, cavalli di ritorno, svincolati, scontenti, giovani dalle belle speranze, c'è di tutto in questa ridda incontrollata di voci. Cosa ci sia di vero lo sapremo a fine mercato, quando si chiuderanno i giochi. Per ora appare evidente agli occhi di tutti una certa propensione alle cessioni più che agli acquisti. Di Masi era stato buon profeta, tempo fa, quando dopo una sconfitta cocente, aveva tuonato negli spogliatoi un minaccioso “A gen-

naio li caccio tutti”. Così non sarà per ovvi motivi, economici e di contratti in essere, ma la strada intrapresa appare quella. D'altra parte, con iL tetto degli over già al massimo, ad una entrata di un over deve per forza corrispondere una uscita. Ed è anche evidente che non si può costruire una squadra con delle ambizioni puntando solo su degli under. L'asse caldo sembra essere quello con la Salernitana (chissà come mai?), dove dopo la cessione eccellente di Bocalon, questa estate, potrebbe fare seguito quelle di Bellomo ma soprattutto del promettente Casasola, attirato dal miraggio di ritornare a calcare i palcoscenici della serie cadetta. Al momento, l'unica entrata è stata quella del centrocampista Gatto, proveniente dal Chievo, un onesto mediano senza tanti fronzoli (e a quanto è emerso dall'amichevole contro la Feralpisalò, anche abbastanza falloso), un innesto che andrà a tappare il buco lasciato dall'infortunato Cazzola, fermo ai box per almeno 45 giorni. A lasciare a Gatto il posto over occupato sarà il centrale difensivo Gozzi, ceduto in prestito alla Pro Vercelli. Ora l'attesa è soprattutto per l'attacco, dove serve come il pane una punta che porti in dote un buon bottino di gol. L'indiziato principale a fargli posto sembra Bunino, inseritosi poco e male nell'ambiente e negli schemi di Marcolini. Anche Pastore sembra con la valigia in mano e per lui vale lo stesso discorso fatto per Bunino. In pratica, di fatto, questo inizio di calciomercato, sembra dover

@Tony Frisina - alessandriaoggi.it

Si ricomincia: dalle parole ai fatti ma con quale squadra?

bocciare tutte o quasi le scelte fatte da Sensibile nel corso dell'estate. E questo sconcerta, se pensiamo che a prendere il posto come DS di Sensibile sia tal Cerri che di professione fino ad un mese fa faceva proprio il vice di Sensibile. Si presume che abbia avvallato anche lui certe scelte, oppure non è stato proprio interpellato? Probabilmente non lo sapremo mai. Speriamo solo che dopo aver recuperato in classifica una situazione quanto mai disastrosa, ora, con questo calciomercato, non si rovini tutto, smantellando una squadra che stava

lentamente ritrovando i meccanismi e le motivazioni giuste. Potrebbe rivelarsi una arma a doppio taglio inserire in un contesto giocatori nuovi, che inevitabilmente, impiegheranno tempo prezioso a trovare amalgama e feeling con il resto della squadra e allenatore. Tempo che all'Alessandria non può essere concesso, se si vuole ambire ad almeno un posto nei playoff. Non ci resta che rimanere alla finestra e attendere che alle parole facciano seguito dei fatti, perchè i presupposti non sono per nulla incoraggianti. Lo dicevo in tempi non

sospetti. Mai come questa campagna acquisti e cessioni fungerà da cartina al tornasole per capire gli umori e le voglie di Di Masi di proseguire il progetto Alessandria. Molto del futuro dei grigi dipenderà da questo calcio mercato, sarà assolutamente vietato sbagliare anche il minimo dettaglio. Certo la categoria e la posizione in classifica deficitaria non incoraggiano i top player a scendere in riva al Tanaro, e come sempre saranno i soldoni a fare la differenza. Avrà ancora voglia il Presidente di aprire i cordoni della borsa???

Si riapre il 27 gennaio 2018


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HURRÀ GRIGI

Mai neppure un passo indietro!

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opo una lunga pausa, condita da dibattiti, attese, speranze e calciomercato d’inverno, rieccoci finalmente in campo. Per ogni tifoso un periodo, seppur breve, distante dal Moccagatta è motivo di disagio perché, ammettiamolo, anche quando la delusione ha lasciato le sue cicatrici indelebili e le aspettative di inizio stagione non sono state pienamente rispettate, ci basta una gara come l’ultima contro il Pontedera per riempire mente e cuore di sogni Grigioneri. Non mentiamo a noi stessi: la vita senza la nostra squadra del cuore diventa in qualche modo insipida e non possiamo fare a meno di aspettare, con ansia, la prossima partita e poi quella dopo, e quella dopo ancora. Gli alessandrini più anziani la chiamano “la malattia” ed è qualcosa di dolcemente cronico che, inguaribilmente: ci agita, ci emoziona, a tratti ci logora per poi esaltarci all’improvviso, ci deprime ed in seguito ci porta a saltare. Ci fa cantare, incessantemente, sui gradini della Nord.Tra gli arrivi e le partenze, a volte rapide e non sempre indolori, c’è sempre quella maglia. Quanto vorremmo, nel profondo, che fosse sempre indossata con dignità e coraggio! Volutamente, mi astengo dal parlare del mercato invernale, poiché molte trattative sono ancora in corso, e perché concentrarsi sui nomi e sui curriculum dei probabili partenti e dei possibili entranti è un’operazione spesso sterile e poco costruttiva. Preferisco parlare di un progetto che, con l’avvento di Michele Marcolini in panchina, lentamente sta assumendo una forma sempre più interessante. Preferisco vivere, giorno dopo giorno, l’evolversi di esso e ciò che regala, indipendentemente da coloro i quali ne siano gli interpreti. Non possiamo, di certo, fingere che alcuni calciatori

transitati in Alessandria non abbiano saputo trasmettere emozioni particolari e creare una stupenda magia ma non possiamo neppure vivere di ricordi rimpiangendone alcuni od accogliendone altri tra scetticismo e pregiudizi, spesso infondati. Il nostro compito è quello di creare, attorno alla nostra Amata, affetto e sinergia affinché il sostegno incessante ed un ambiente sereno possano facilitare il compito di chi lavora, senza tregua, per costruire un’identità forte e capace di lasciare alle spalle un anno denso di delusioni ed illazioni, ombre e sospetti, screzi ed incomprensioni. Sappiamo di sicuro che la nuova guida tecnica ha voluto, da subito, imprimere grinta e carattere ai Grigi e su queste basi occorre reinventarsi sempre per dare un senso ad una stagione, per far divertire, per riportare il tutto esaurito sugli spalti e per vivere con entusiasmo e passione questa grande avventura che è la nostra fede calcistica. Mai un passo indietro! Ora più che mai. Con l’anno nuovo lasciamoci, davvero, alle spalle ogni amarezza e guardiamo con ottimismo al futuro. Non mancheranno i momenti difficili ma ci siamo abituati e non ci lasceremo di certo scoraggiare! Non permettiamo mai che l’apatia, anche nei momenti più bui, abbia il sopravvento sul piacere di ritrovarsi la domenica e condividere il privilegio, in un tempo che appare sempre più anestetizzato, di provare emozioni autentiche. Non permettiamo a nessuno di lasciare che un pezzo così prezioso delle nostre storie personali si perda tra polemiche e veleni. I Grigi stanno lottando e questa settimana affronteranno la delicata sfida con il Pro Piacenza. Crediamoci e riempiamo lo stadio di persone, tifo e colore. [Riccardo Masiero]

IL BASTIAN CONTRARIO di Mao e Thor

Onori e Oneri Personalmente ritengo quello appena terminato il più nefasto tra i nostri 105 anni di Storia, molto più di quelli terminati con inopinate discese di categoria, fallimento e addirittura l'onta di un' ignominiosa retrocessione forzata in qualità di "capro espiatorio" nella squallida vicenda calcioscommesse all'epoca di Sarri. Trattavasi allora, agli occhi attenti di chi non credeva più alle fiabe da tempo immemore, di eventi che fin dall'inizio lasciavano presagire epiloghi "tragicomicamente" scontati! Questa volta le abbiamo superate tutte... Nell' "annus horribilis" 2017 siamo riusciti a compiere un' IMPRESA EPICA difficilmente ripetibile; perdere tre campionati in soli 12 mesi! Il primo regalato alla Cremonese astenendoci dal giocare il girone di ritorno... il secondo presentandoci alla finalissima del "minicampionato" estivo a Firenze in condizioni psicofisiche prevedibilmente disastrose... il terzo, gentilmente omaggiato al Livorno "saltando" l'andata di un torneo ancor meno competitivo di quello passato! Il tutto aggravato inverosimilmente considerando la "Dimensione" dell' attuale Proprietà. Luca Di Masi... il "Presidente Tifoso" al quale vanno riconosciuti meriti indiscutibili quali Passione genuina, solidità societaria mai riscontrata negli ultimi decenni, serietà estrema, sana ambizione sportiva e abilità "managerialcommerciali" di altissimo livello... ha purtroppo ripetutamente palesato incapacità e sorte sfavorevole nella scelta degli "stretti" collaboratori

tecnici, inesperienza e presunzione ("cocktail micidiale" nel calcio!!!), scarsissimo tempismo e capacità decisionali nei momenti decisivi delle stagioni. Ho ritenuto opportune tali considerazioni poiché, pur consapevole che occorre necessariamente "voltare pagina", reputo l'attenta e realistica valutazione del passato unica possibilità di non ripetere i medesimi errori nel futuro. Moltissimi Tifosi hanno manifestato preoccupazione, sconcerto e inquietudine riguardo il "silenzio Presidenziale" estivo, ripetuto nella presente sessione di mercato invernale, lamentando mancanza di chiarezza inerente le attuali ambizioni Societarie... Avendo personale convinzione che gli obiettivi non si comunicano con le parole, ma coi fatti, non mi servono dichiarazioni per fare un quadro della situazione. Quando si vende una punta da 21 gol sostituendola con un ragazzo di 21 anni l' obiettivo mi pare estremamente chiaro! Oltretutto dovendo poi ricorrere all' utilizzo di un attaccante che l' anno precedente è stato ceduto in prestito dalla "disperazione" a gennaio, in previsione di un girone ad altissimo livello! Non mi pare che a oggi le "prospettive" siano mutate significativamente dal momento che pare si cerchi "la panchina" di Marconi, che a luglio veniva considerato la "riserva" di Bunino, il sostituto di Bocalon; praticamente cerchiamo "la panchina" della "riserva" di quello che ci era stato presentato come "l' Erede del Boca"!

A mio parere siamo anche totalmente privi della fondamentale lungimiranza di cui dovrebbe abbondare una Società proiettata verso il futuro, la quale intenda rendersi "autosostenibile" al più presto e conseguentemente "longeva"; si preferisce dare spazio a giocatori che hanno già ampiamente dimostrato tutti i loro limiti, tecnici e caratteriali, invece di dare spazio e valorizzare ventiduenni di "Proprietà" e prospettive certamente superiori... a maggior ragione in un' annata come questa in cui praticamente il nostro campionato è finito a dicembre! Vincere o retrocedere è impossibile, gli spareggi quasi certi con l' incognita della classificazione finale in "griglia di partenza", l' unico OBIETTIVO da perseguire OBBLIGATORIAMENTE con ogni stilla di energia, convinzione e "cattiveria" agonistica è la Coppa Italia di serie C, per il Prestigio che conferisce e la possibilità di presentarsi agli spareggi in posizione estremamente favorevole. Considerando l'insieme di questi indizi, il tutto parrebbe condurre a un sensibile "ridimensionamento" delle ambizioni, o quantomeno degli investimenti... riportandoci a quella simpatica metafora del "Pellegrino che si reca fino a Roma senza vedere il Papa..." Nella sincera speranza (e personale convinzione) di essere completamente in errore, ritengo che la situazione sarà chiarita definitivamente nella prossima tarda primavera, in virtù delle scelte che sarà chiamato a effettuare Luca Di Masi in relazione alle figure professionali del Direttore Generale e Sportivo, con l'auspicio che finalmente faccia "tesoro" delle pessime esperienze passate e la "buona sorte" lo guidi...

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anno X n. 1

HURRÀ GRIGI

Questa settimana la redazione di Hurrà Grigi ha contattato telefonicamente Giuseppe Pillon, allenatore dell'Alessandria dal mese di aprile a giugno 2017 e giocatore dell'Alessandria nella stagione 1975/76.

Pillon: “Ad Alessandria ho lavorato con persone squisite”

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illon, come mai dopo la sconfitta con il Parma nella finale dei playoff lei non è più stato l'allenatore dell'Alessandria? La scelta è stata fatta dalla società. Dopo due/tre giorni mi è stato comunicato dall'allora Direttore Sportivo Pasquale Sensibile che la società aveva intenzione di cambiare, di voltare pagina, di ricominciare da capo. Chiaramente ho rispettato le scelte della società. Sono rimasto in ottimi rapporti con tutti, sono persone squisite: con il Presidente ho avuto un buon rapporto, così come con Sensibile ; anche con i giocatori sono stato molto bene. Mi dispiace per l'esito finale, di non aver raggiunto l'obiettivo. Mi è dispiaciuto perché ad Alessandria sono stato molto bene, ero legato ad Alessandria avendoci giocato da giovane. Il calcio è fatto di queste situazioni. Non mi sono sentito offeso, ho capito la cosa e si va avanti. Confidava di essere confermato per questa stagione oppure si aspettava la fine dell’avventura sulla panchina dei grigi? Sapevo con certezza che se avessi ottenuto la promozione sarei rimasto, si sarebbe affrontata insieme anche l’avventura in Serie B. Ero anche consapevole che se l'obiettivo non fosse stato raggiunto, le cose potevano invece cambiare. Hanno fatto questa scelta e io la rispetto. Durante il periodo della sua gestione ci sono stati due passaggi cruciali: la partita di Tivoli con la Lupa Roma, terminata 1-1 e poi la cavalca-

ta fino alla finale, forse insperata, dei playoff, persa con il Parma. A Tivoli siamo arrivati dopo aver vinto il match con il Renate e in quella partita è andato tutto storto: sono quelle classiche partite che se si sta un mese davanti alla porta la palla non entra. Avevamo avuto diverse opportunità anche non giocando bene: non siamo riusciti a vincere una gara che era nelle nostre potenzialità. E' stata una grossissima delusione, anche per me che ero

appena arrivato. Ho dovuto accettare la situazione e concentrarmi esclusivamente nel vincere la sfida successiva che, però, non ci ha dato il beneficio della promozione diretta in Serie B. P Abbiamo quindi disputato i playoff e il mio lavoro è stato concentrato esclusivamente su questo nuovo obiettivo. Abbiamo cercato di riportare la squadra in discrete condizioni fisiche ma abbiamo pagato un duro prezzo proprio nella finale. Siamo arrivati

In foto: Giuseppe Pillon (fonte: Sky Sport)

alla sfida col Parma in condizioni fisiche non buone perché avevamo giocato il mercoledì sera e non abbiamo recuperato bene sia mentalmente che fisicamente, non siamo arrivati al meglio della condizione proprio in quella partita. Purtroppo in quelle gare gli episodi possono essere determinanti: noi abbiamo avuto subito l'occasione di passare in vantaggio, ma non l'abbiamo sfruttata. Loro al primo episodio hanno fatto gol e poi è stato tutto più difficile. Il rammarico che ho è di avere eliminato la squadra più forte dei playoff, ovvero il Lecce, quella era in assoluto la squadra più forte e non aver poi raccolto i frutti di quanto avevamo seminato: è stato un grande dispiacere. Adesso Giuseppe Pillon ha ricevuto delle nuove offerte per allenare? Ho ricevuto tre offerte ma le ho rifiutate perché non mi sembravano quelle giuste per me, io guardo sempre, in prospettiva, se c'è qualcosa che può andare bene per me e per il mio lavoro. Decido io se dire si o no. Alessandria-Mantova 28 settembre 1975, si ricorda la partita in cui ha debuttato in maglia grigia? Si me la ricordo. E' stata la mia prima stagione da calciatore professionista dopo tre anni nelle giovanili della Juventus. Le cose sono andate bene perché ho giocato spesso quell'anno, mi sono trovato molto bene ed è stata una stagione molto importante per me. Che effetto che le ha fatto aver visto l'Alessandria nelle parti basse della classifica dopo aver giocato nel mese

di giugno la finale playoff per la promozione in Serie B? Io reputo l'Alessandria una squadra da prime posizioni. Qualche giocatore importante è andato via, però la rosa è sempre importante, di qualità. In questo girone non mi aspettavo certo di vedere una situazione così complicata. Avevo fiducia in Marcolini, mio giocatore al Chievo, un bravissimo ragazzo sotto tutti i punti di vista. Fortunatamente ho visto che ora le cose sono cambiate e sono molto contento sia per l'Alessandria che per i tifosi. Le faccio due nomi e cognomi e lei mi dica cosa le viene in mente. Il primo: Luca Di Masi? Persona squisita, schietta (come sono anche io) con cui ho un ottimo rapporto. Mi sono trovato quindi molto bene con lui: mi dispiace per tutto quello che ha speso in questi anni ad Alessandria senza raggiungere l'obiettivo della Serie B. Gli auguro di ottenerlo quest’anno, anche perché l'Alessandria merita di raggiungere finalmente la promozione. Secondo nome: Pasquale Sensibile Abbiamo avuto un ottimo rapporto, caratterizzato da grande schiettezza. Si è trattato solo di un mese, ma vi è stata correttezza da entrambe le parti. Mi sono trovato bene sia con Magalini che con Sensibile cosi come con i giocatori; mi sono trovato bene con tutto l’ambiente dell’Alessandria Calcio. L'unica cosa è che ho passato parecchio tempo a mangiarmi il fegato per la finale playoff persa, ci sono rimasto malissimo. Il calcio è veramente spietato. [Paolo Baratto]

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HURRÀ GRIGI

Consueto incontro con Carlo Sacco, figlio del Presidentissimo Remo, ultimo protagonista di una promozione dell’Orso Grigio in serie B.

Sacco: "A febbraio conosceremo il nostro valore!

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@Tony Frisina - alessandriaoggi.it

arlo, dove può arrivare questa Alessandria? Io penso che, con l’attuale rosa, dopo aver visto il girone di andata, a parte solo la differenza di punti col Livorno, nessuno, nel nostro girone, sia più forte di noi. I toscani sono molto distanti da noi come punti, ma come rosa ce la possiamo giocare. Se avessimo iniziato il campionato con un allenatore più “rodato” probabilmente adesso la situazione sarebbe ben diversa, ma con il senno di poi è troppo facile emettere delle sentenze. Io penso che, con tanta grinta, tenacia e voglia di arrivare il più in alto possibile, possiamo sperare nel secondo posto, anche se più realisticamente ritengo che la posizione più raggiungibile sia la terza piazza. Quindi Marcolini è l’allenatore giusto? Fin dal suo arrivo ho sempre detto che Marcolini è un allenatore che cono-

A oggi anche il Vicenza sembra avviato al fallimento, anche se restano, come spero, margini di salvezza. Nel nostro girone squadre come Prato, Pisa, Arezzo non so come abbiano potuto avere i requisiti a livello finanziario per l’iscrizione al campionato. Se poi guardiamo al bacino di utenza, vediamo che il Gavorrano addirittura non ha il campo omologato e gioca a Grosseto. Si sarebbe dovuto fare una C1 e una C2 per mettere le squadre più titolare in una specie di B2. Su tre girono ci sono solo 15 società che possono far fronte finanziariamente ad una serie C. Fortunatamente, tra queste c’è anche l’Alessandria. Le più solide nel girone A sono Piacenza, Livorno, Siena e Alessandria che

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@Tony Frisina - alessandriaoggi.it

sce la serie C e i suoi giocatori come le sue tasche. Ha anche giocato con squadre come Chievo e Atalanta, dove ha imparato a soffrire e a giocare a calcio. Per me è l’allenatore giusto: giovane e con la giusta esperienza. Ad ogni modo, direi di aspettare l’11 febbraio: prima di quella data avremo giocato con Pro Piacenza, a Livorno, in casa col Siena e ad Arezzo e, nel frattempo, il 7 febbraio affronteremo il Renate nei quarti di finale di Coppa Italia. Dopo queste partite vedremo dove questa squadra può arrivare. Dopo le vicende che hanno visto coinvolte Modena e Vicenza che, come sappiamo, hanno incontrato gravissime difficoltà finanziarie, quale pensi sia il futuro della Serie C?

vantano anche bacini d’utenza ed un blasone di grande rilievo. E’ un peccato non riuscire mai ad approdare alla serie B… Ovviamente non basta avere i bilanci in ordine per vincere i campionati. Purtroppo anche quest’anno sarà molto difficile, se non impossibile, il salto diretto in serie B. E i play off sono sempre una grossa incognita, anche se io una grandissima fiducia.

ALESSANDRIA

Ci scontriamo però con società come Catania, Trapani Sanbenedettese, Pordenone, Reggiana oltre agli outsider come possono essere Renate, Siena, Cosenza. Per questo continuo a dire che dobbiamo aspettare a fare proclami. Il motto di Gianni Brera, che, come sanno i nostri lettori, ho fatto mio è “crederci sempre, illudersi mai!”+Sembra una banalità ma è la realtà del calcio.


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anno X n. 1

HURRÀ GRIGI

Orso, in viaggio verso i playoff S

i riparte, ritorna il campionato, ritornano i grigi. Siamo sinceri, un po' di pausa, di riposo ci vuole, staccare la spina è fondamentale ma alzi la mano chi non vedeva l'ora che il campionato riprendesse, le domeniche senza campionato, senza lo stadio, senza gli amici di tante partite, non sono le stesse. Undicesimo posto in classifica, 24 punti con già il turno di riposo effettuato: questo recita la graduatoria. L'Alessandria riparte dal Pro Piacenza, allenata da Fulvio Pea, formazione quartultima con soli quattro punti in meno della formazione di Marcolini. A gennaio inizia un altro tipo di campionato, cambiano alcuni elementi della rosa, cambiano alcuni interpreti e, soprattutto, viene effettuato il richiamo muscolare da parte dei preparatori atletici. Periodo dell'anno fondamentale per mettere benzina nel motore del gruppo, per cercare di arrivare con le gambe fresche, in salute e pronte in primavera, periodo in cui si decideranno i posti in classifica. La parola d'ordine in casa Alessandria è continuità: cercare il più possibile di fare punti, cercare di scalare le posizioni della classifica. Non serve guardare tanto lontano: occorre guardare partita per partita. Dopo l'impegno con il Pro Piacenza Gonzalez e compagni saranno chiamati alla trasferta di Livorno a casa della capolista, per un esame di maturità importante. Poi ci sarà la sfida casalinga contro il Robur Siena, la gara di Coppa Italia di Serie C contro il Renate, ancora da stabilire chi giocherà in casa, e la trasferta di Arezzo.

La Coppa Italia deve essere, a questo punto, un obiettivo primario, considerando la valenza della competizione per chi si qualificherà ai playoff da vincitore della manifestazione. Il mese di gennaio è anche il mese del calcio mercato: fin ad ora è stato effettuato soltanto un acquisto, ovvero Emanuele Gatto, centrocampista. In uscita Simone Gozzi, prestito, con obbligo di riscatto, alla Pro Vercelli in caso di permanenza delle bianche casacche in Serie B. Rumors e voci si susseguono, sia in entrata che in uscita, attendiamo. Nel calciomercato tante voci vengono create ad arte dai procuratori per cercare di aumentare il prezzo del proprio assistito e, in alcuni casi, queste boutade si rivelano prive di fondamento. Esiste un dato incontrovertibile: da cinque/ mesi a questa parte quattro gioca-

In foto: (fonte 1000cuorirossoblu.it)

tori dell’Alessandria sono stati tesserati da club di Serie B: Bocalon, Iocolano, Barlocco e Gozzi. A fronte delle numerose critiche e dei numerosi alti e bassi avuti negli anni, i giocatori dell’Alessandria sono apprezzati nel panorama calcistico da parte degli addetti ai lavori. Sarà fondamentale il modulo di gioco che Marcolini adotterà nelle prossime sfide. La squadra è stata costruita per giocare con il 3-5-2 ma riteniamo che il 4-3-3 possa essere più funzionale ai meccanismi di gioco del mister: il centrocampo a tre è l’ideale per sfruttare al meglio le caratteristiche di Nicco, che svolgeva il ruolo di mezz’ala quando vestiva la maglia del Perugia. Un inizio di anno che può dare una spinta specie morale e di autostima, molto importante a tutto l'ambiente. [Paolo Baratto]

OGGI AL MOCCA di Paolo Baratto

Pro Piacenza, obiettivo salvezza

I

l prossimo avversario dell’Orso Grigio è la Pro Piacenza: la gara è valevole per la terza giornata del girone di ritorno del campionato di Serie C, girone A, fischio d’inizio alle ore 14.30. Dalla stagione 2014/15 la società emiliana disputa il campionato di Serie C, dopo aver vinto il girone B della Serie D, nella precedente stagione. Nato a Casalpusterlengo, nel 1967, l’allenatore del Pro Piacenza è Fulvio Pea: il tecnico ha cominciato la carriera da allenatore, nella stagione 1989/90 con la formazione Esordienti del Fanfulla. Nel suo palmares la vittoria nel Campionato e Coppa Italia Primavera con la Sampdoria nella stagione 2007/08; una Supercoppa Italiana Primavera con la Sampdoria; una Champions Under 18 Challenge, con l’Inter, nel 2010 e un Torneo di Viareggio con l’Inter nel 2011. In porta Gori è arrivato, in prestito, dal Bari. Una apparizione nella prima squadra del Bari, nella passata stagione, due anni nel settore giovanile del Milan e del Brescia. In difesa Abbate è arrivato in via definitiva dal Piacenza, per lui molta Serie B in carriera: una stagione alla Pro Vercelli con 12 apparizioni, due stagioni al Verona con 39 presenze e 4 gol, al al Gallipoli 30 presenze e 1 gol, sei stagioni nel Piacenza con 66 presenze e 2 gol. Beduschi è in prestito, annuale, dal Vicenza: nella passata stagione 14 presenze nel Prato. Belfasti è in prestito, annuale, dalla Juventus: nella scorsa solo 4 presenze nella Carrarese. Messina è in prestito, annuale, dall’Atalanta: nelle

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ultime due stagioni nel Parma con 30 presenze e 2 gol cosi come Ricciora in prestito, annuale, dal Parma. A centrocampo Cavagna è in prestito, annuale, dalla Juventus: nella passta stagione ha giocato 7 partite con il Bassano e 8 con il Monopoli. Cesari rientrato dal prestito, annuale, alla Cremonese. La Vigna è in prestito, annuale, dall’Atalanta: l’anno passato era al Piacenza dove ha giocato 7 partite. In attacco Alessandro è giunto dal Virtus Villafranca dove ha totalizzato 32 presenze segnando 3 gol, in passato era stato un anno e mezza al Pro Piacenza con 51 partite giocate e 10 gol; nella stagione 2013/14, al Real Vicenza, 33 partite e 19 gol. Mastroianni è in prestito, annuale, dal Carpi: nella scorsa stagione tra le fila dell’Albinoleffe dove ha disputato 36 partite segnando 4 gol, nella stagione precedente tra le fila dell’Este, in Serie D, con 37 presenze e 25 gol. Monni è arrivato da svincolato: nella scorsa stagione era alla Folgore Caratese dove ha giocato 18 partite senza segnare gol. Starita è in prestito, annuale, dal Cesena: nella seconda parte della passata stagione 6 presenze nella Pro Vercelli. Il modulo di gioco utilizzato dall’allenatore nelle ultime uscite è stato il 4-4-2. In porta il titolare è Gori; in difesa a sinistra Ricci, a destra Calandra, in mezzo Battistini e Belotti. A centrocampo Starita e Alessandro, che non sarà del match essendo stato appiedato dal Giudice Sportivo, sulle fasce. In mezzo Cavagna e Barba. In attacco Mastroianni e Abate.

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HURRÀ GRIGI

Abbiamo incontrato, per i nostri lettori, Giovanni Motta, protagonista dell’Alessandria nel biennio 2008/2010 e e nel campionato 2011/12, centrocampista molto amato dalla Curva Nord, anche lui protagonista di uno sfortunato spareggio contro il Como.

John Motta: grande giocatore e grande uomo

D

escrivimi la tua carriera calcistica La mia carriera calcistica, è stata quella di un modesto calciatore professionista. Per una decina di anni passando attraverso Albinoleffe, Ivrea e la mia amata Alessandria Calcio. Qualità tecniche adeguate per giocare in Serie C2. Mi han dato la possibilità di fare spezzoni di molte partite in Serie C1. Mi attribuisco una mentalità e psicologia da professionista di Serie A, soprattutto per la capacità di aspettare e soffrire con il sorriso. Sin da subito capii, che avrei dovuto lavorare dopo la bella parentesi calcistica. Qual è la partita che in maglia grigia ricordi di più? E perché? Ho una serie di partite che ricordo con particolare gioia, ma quella che in cui entrando in campo mi sono detto questo è il posto in cui ho sempre sognato essere, è stata la partita contro l’Olbia, in casa, nella semifinale di play-off. Dovevamo vincere per forza, e io e il mio compagno di stanza, e amico Marcelo Aparicio passammo una notte insonne. Splendida cornice di pubblico al Moccagatta, la Nord con una coreografia fantastica. Il goal di Mauro Briano, per completare una giornata straordinaria. Certamente, anche la partita a Montichiari, fu speciale a suo modo, e quella del mio unico goal sotto la Nord, con la Cremonese in Serie C1. Che tipo di giocatore era John Motta? John Motta, era un calciatore oserei dire “fastidioso”, per avversari e com-

pletamente a disposizione di allenatori e compagni di squadra. La mia soddisfazione più grande sono stati gli attestati di stima di ex giocatori di Serie A, con cui ho avuto la fortuna di giocare, come Piovani, Roccati, Bacchin, Salvatori, che si sono espressi, sul mio modo di interpretare il professionismo, in modo da me inaspettato, e che mi inorgoglisce. Il gol che hai segnato in maglia grigia, che ricordi di più Non ho segnato molti goal in maglia grigia, (in totale 3), ma segnare sotto la

In foto: Giuseppe Motta

Nord, in rimonta contro la Cremonese in C1, fu per me l’apice della mia carriera professionistica. Quel gol fu impreziosito, poi dal raddoppio di Fabio Artico, a cui devo gran parte dei miei successi ad Alessandria, per reti realizzate, insieme ad Andrea Servili, per reti non subite. Qual è l’allenatore che ti ha insegnato di più? L’allenatore che mi ha insegnato di più sotto il profilo tecnico, risale alle giovanili del Leffe, sotto il profilo psicologico Osvaldo Jaconi, sotto il profilo

tattico Arturo Merlo (ex Acqui), sotto il profilo temperamentale Primo Fumagalli. Difficilmente ho trovato tutte le componenti necessarie, in un unico allenatore. Da tutti si impara…,anche per antitesi a volte! Raccontami se ne hai un aneddoto o un fatto curioso che ti è capitato durante la tua carriera L’aneddoto che ritengo unico, nella mia carriera si è manifestato nell’applauso di tutto il Moccagatta, nella sconfitta con il Como, nella finalissima ad Alessandria, nell’annata 2008-2009. “Se fai il tuo dovere la gente lo capisce e ti assolve”. Fu una annata straordinaria, culminata con un ripescaggio agrodolce in C1, ma con un applauso davvero toccante, per che vive emozioni forti! Cosa è significato per te indossare la maglia grigia? Aver indossato la maglia dell’Alessandria Calcio, ha rappresentato la mia realizzazione, come giocatore e come uomo. Devo molto alla maglia grigia, mi ha fatto sentire come un giocatore di Serie A, in campo e per la strada, attraverso i suoi tifosi, lo staff, i compagni di squadra, i giornalisti, che ringrazio sempre. Mi è servito ad avere maggiore autostima, come uomo, pur sapendo di avere limiti ( e qualche difetto…. a sentire le mie fidanzate…Ahha!). Ritengo di avere avuto fortuna ad indossare la maglia grigia, grazie al Direttore Stefano Braghin e ai consigli di Giuseppe Zappella, e di averlo fatto sempre con onestà, orgoglio e amore. L’amore è sta-

to ampiamente corrisposto, e questo mi appaga di qualche sacrificio fatto negli anni precedenti. Come mai secondo te la piazza di Alessandria è così esigente? La piazza di Alessandria è esigente per diversi motivi. La sua storia parla da sola. Manca da troppo tempo nelle Serie del calcio che conta (A e B). Le buone squadre degli ultimi 5/6 anni hanno mancato l’obiettivo a portata di mano, e questo provoca frustrazione nell’ambiente, a partire dal Presidente e il suo staff, fino ai tifosi. Mi sembra di ripercorrere il cammino dell’Inter dell’era Moratti. Grandi sforzi e investimenti, grandi squadre, ma il risultato è sfuggito sempre per mille motivi distinti. Quello che posso dire al Presidente Di Masi, è di abbattersi mai, anche Moratti ha avuto il suo “triplete”, con la forza della costanza. Ai tifosi solo un grande applauso, come sempre straordinari. Il tuo rapporto con i tifosi Grigi Il mio rapporto con i tifosi Grigi, si sostanzia in costanti e continuativi attestati di stima, che a volte mi sorprendono ancora. In fondo non ero una stella, ma mi hanno trattato come tale, Ora che non sono più in campo è avvenuta una trasmutazione a tutti gli effetti. Mi ritengo un “Grigio”, della Curva Nord: gioisco quando al squadra vince e soffro quando perde, mi capita anche di arrabbiarmi per la squadra a volte! Se ti dico la parola Mocca Se mi dicono la parola Mocca… E’ il posto dove vorrei essere tutte le domeniche, per sentirmi a casa.

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HURRÀ GRIGI

A TUTTO CAMPO di Gianmaria Zanier

Gigi Manueli: uno dei più amati

F

ti ai colori rossoblu: grande esaltazione quando le cose vanno bene, ma anche molte polemiche se qualcosa non va per il verso giusto. Varese, invece, me la ricordo come una città molto tranquilla, mentre a Bergamo direi che ho trovato la migliore società che allora potesse esserci in Italia: la dirigenza e l'organizzazione erano davvero eccezional". Il tutto, però, sempre all'insegna della sobrietà e dell'umiltà: si pensi al giudizio espresso su Pierpaolo Scarrone: "Paolo era un 'Signor Giocatore': ho visto pochi piedi come quelli che aveva Scarrone, anche quando sono stato in serie A. Eppure anche io e Paolo, quando abbiamo giocato in-

orse non tutti sanno che Gigi Manueli, pur essendo cresciuto ad Alessandria, è nato a Voghera: "Sono arrivato ad Alessandria da Voghera e ci sono rimasto fino a 22 anni: c'erano giocatori come Reja e Dalle Vedove ad esempio, che per me erano come fratelli maggiori e mi davano sempre un consiglio giusto. Nel corso della mia carriera ho giocato 8/9 anni in squadre di serie A e B: però quando sono tornato nel 1983 ad Alessandria... non so... avevo già 30 anni ma questa maglia mi ha fatto riprovare delle sensazioni che dalle altre parti non avevo sentito!" Nel frattempo, però, il calcio stava cambiando: lentamente, ma inesorabilmente... fino ad arrivare all'agonismo esasperato dei giorni nostri: "Sicuramente il livello tecnico si è un po' abbassato, anche se ora i giocatori hanno qualcosa in più a livello fisico. Poi il calcio è cambiato molto, anche a livello dirigenziale: allo-

sieme siamo stati criticati, dicevano che non potevamo giocare assieme..." Sentiamo allora la risposta del diretto interessato: "Beh, lo ringrazio! E' una considerazione che hanno fatto anche altri ex giocatori con cui ho giocato insieme e ovviamente non può che farmi piacere. Diciamo che che se io avessi avuto la testa di Gigi sarebbe stato il massimo! Si, avevo grandi qualità, ma ero un po' un 'cavallo pazzo'. Forse, se fossi stato seguito di più, come sono seguiti ora i calciatori... Una volta facevi allenamento un'ora e poi, fuori dal campo eri una persona normale: ora, soprattutto in Serie A, è tutto molto diverso"

In foto: Gigi Manueli con la maglia grigia (anni 80)

In foto: Gigi Manueli poco più che ventenne

ra, ad esempio, non c'erano ancora i procuratori. Forse c'era anche più attaccamento ai colori delle squadre, mentre adesso un giocatore può stare un mese in una squadra, poi passare subito ad un'altra, ecc." Un attaccamento che Manueli dimostrò concretamente, nel momento in cui decise, appunto, di tornare ad Alessandria, a costo di mettere da parte qualche rimpianto per non essere rimasto più a lungo a Verona, non immaginando ovviamente l'ipotesi che di lì a poco avrebbe potuto vincere il Campionato di Serie A con la squadra gialloblu: "Mister Bagnoli mi aveva detto che mi avrebbe tenu-

to volentieri in squadra. Però in quel periodo si fece avanti Gianmarco Calleri (il Presidente dell'Alessandria dal 1983 al 1985, ndr.) e a quel punto ho fatto una scelta di vita: mio figlio iniziava ad andare a scuola e io presi la decisione di tornare a vestire la maglia grigia". Del resto, Manueli nel giro di pochi anni aveva già maturato esperienze di ottimo livello sui campi di Serie A e B: "Sinceramente, ho un buon ricordo di tutte le squadre in cui ho giocato: chiaramente ogni piazza ha i suoi aspetti positivi e negativi. Per esempio, a Genova (dove per altro mi sono trovato benissimo), i tifosi sono particolarmente attacca-

In foto: Gigi Manueli con la maglia grigia (anni 70)

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HURRÀ GRIGI


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anno X n. 1

HURRÀ GRIGI

Povera serie C: sempre più un continuo bagno di sangue!

@GSM Photo

H

dre, anche di gran nome, che faticano a sopravvivere.Esiste quindi un’enorme differenza tra le grandi piazze, la squadre blasonate, le formazioni ambiziose e le tante comprimarie che si accontentano del motto “l’importante è partecipare”. Sembra che sia più facile mantenere una realtà calcistica senza ambizioni che non una formazione che aspira ai vertici della classifica: questo significa che ci stiamo pericolosamente livellando verso il basso. I giocatori di un certo valore non vorranno certo vedere militare in formazioni dalle scarse disponibilità economiche ed anche lo spettacolo ne risentirà pesantemente. Forse sarebbe il caso di uniformare il lotto dei partecipanti o, quanto meno, di trovare formule (anche fiscali) per rendere l’impegno economico dei club più “grandi” meno rilevante.Stando così le cose, invece, che cosa induca una persona sana di mente a svenarsi per anni per una squadra in serie C, resta

di belle speranze. Il rischio che la serie C diventi la palestra dei professionisti del torbido ai danni dei pochi veri mecenati, al momento attuale, è veramente troppo alto. Quei pochi che ancora ci credono e si svenano per passione rischiano di finire vittime di un meccanismo che, prima o poi, li costringerà ad abbandonare la partita. Il calcio italiano è in grave crisi a tutti i livelli: la serie C potrebbe essere l’ambiente ideale per elaborare idee nuove, per far crescere i giovani, per riportare pubblico negli stadi. Invece nulla: solo e sempre soldi, tutto il resto sembra non contare più nulla.

un mistero difficilmente comprensibile: getti fior di milioni e, se le cose vanno male, rischi anche, quando la situazione non degenera, di portare a casa solo debiti e insulti. Ora Gravina, Presidente di Lega Pro, si candida alla Presidenza della FIGC: non si presenta certo con un bel biglietto da visita e non sappiamo dire se questa candidatura possa essere considerata una buona notizia per la serie C. Il rinnovo dei vertici del calcio nazionale può essere l’ultima occasione per salvare tutto il sistema e quindi anche e soprattutto la nostra categoria. Sono ragionamenti che a noi tifosi interessano magari anche poco, ma è chiaro che un calcio così malato rischia di saltare in aria a tempi brevi e, a farne le spese, saremo anche e, prima di tutto, noi spettatori. Io, francamente, credo molto poco ai benefattori: se ce ne sono, indirizzano il loro buon cuore ed il loro portafoglio in attività sicuramente più altruiste che non ingrassare procuratori e giovanotti

@GSM Photo

a detto Raffaele Trapani, Presidente della Paganese, parlando coi giornalisti del futuro delle società calcistiche di serie C: “ Siamo destinati a morire tutti e sarà un continuo bagno di sangue. Eravamo 120, ora siamo 56. In questo contesto, la C sarà destinata a scomparire. A meno che non ci saranno i benefattori di turno che butteranno soldi.” Queste affermazioni fotografano perfettamente il momento difficilissimo della terza divisione del calcio Italiano. Le vicende di Modena e Vicenza sono sotto gli occhi di tutti i tifosi. I canarini sono già falliti, mentre la situazione dei biancorossi è quasi disperata. La cosa che più mi colpisce in queste parallele vicende del Girone B è il fatto che si tratti di due piazze molto “calde”. Il Vicenza, addirittura, aveva nella presente stagione oltre 6.000 abbonati, roba che ad Alessandria non possiamo neppure sognare. Questo significa che noi tifosi, alla fine, in questo calcio industrializzato, contiamo meno di nulla. Si ha un bel parlare di attaccamento alla maglia, di cuore, di passione: la serie C, per chi governa le società, è sempre, dal punto di vista economico, un “bagno di sangue”. La cosa più incredibile, ad ulteriore riprova che il tifo ormai è un fattore del tutto secondario, è che mentre piazze come Vicenza e Modena rischiano di scomparire, ci sono realtà come il Gavorrano che, onore al merito, hanno i conti in perfetto ordine, pur non avendo neppure uno stadio omologato in cui giocare a casa propria. Pare, invece, che siano molte le squa-

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19 gen. 2018

La campagna acquisti non decolla

L

L’impressione è che si navighi sema campagna acquisti dell’Alessandria, fino ad ora, pare fatta pre a vista. Sappiamo che le indiscrezioni di più di speranze che di fatti concalciomercato devono sempre essere creti. Ad oggi, giovedì 18 gennaio, l’uni- prese con particolare attenzione perco arrivo è quello del centrocampista ché non sempre corrispondono a reali Emanuele Gatto sul cui valore non ci trattative e magari sono strumentali a possiamo pronunciare, ma che vie- manovre di abili procuratori. E’ ancora presto per dare, quindi, ne ad accrescere un reparto ricco già di nomi quali Cazzola, Nicco, Branca, giudizi definitivi anche se, come dicevamo, per ora l’Alessandria non semGazzi, Ranieri. Le priorità sono certamente altrove. bra essersi mossa con grande determinazione. Tante, come dicevamo, le voci. Ribadiamo quanto abbiamo già detSi parla di un interessamento per Giorno, dal Parma, ma siamo di nuo- to e scritto più volte: con l’arrivo di mivo a centrocampo e quindi non se ne ster Marcolini le cose sono decisamente migliorate e, sicuramente, con la comprenderebbe l’utilità. Dovrebbe invece essere quasi fatta squadra attualmente a sua disposizioper il ritorni di Barlocco, un elemento ne approderemo facilmente ai play off. Esiste anche l’opzione Coppa Italia di sicuro valore, che potrebbe essere che non deve essere trascurata. sicuramente utile sulla fascia sinistra. Con l’organico attuale, però, sarà difPare essersi invece arenata la trattativa relativa al maxi scambio tra Sa- ficilissimo anche solo pensare di vincelernitana ed Alessandria che dovrebbe re gli spereggi per la seri B. Se si vuole la serie B occorre rinforzaportare Casasola e Bellomo a Salerno, Perico e uno tra Alex e Zito in Piemon- re seriamente la squadra con acquisti di sicuro affidamento: si può spendere te. Un altro ex che potrebbe tornare a meno, ma spendere meglio di quanto vestire la maglia grigia è Sirri, ma an- fatto in passato. Vediamo quale sarà l’esito finale di che solo l’ipotesi pare, giustamente, non trovare assolutamente il gradi- questa campagna acquisti, che, come sempre, potrebbe riservare i colpi mimento dei tifosi dell’Orso Grigio. Tutti questi possibili ritorni, uniti gliori solo negli ultimi giorni. Allora vedremo dove si vuole arrialle ventilate partenze di quasi tutti gli acquisti dell’ultima sessione di calcio- vare, quali sono gli obiettivi di questa mercato sembrano dimostrare chiara- dirigenza: vogliamo puntare alla promente che spesso si agisce in maniera mozione o dobbiamo rassegnarci a veramente approssimativa, senza che vedere l’Alessandria in seri C anche nel esista una vera idea di squadra che campionato 2018/19? [Massimo Taggiasco] permetta di porre le basi per il futuro.

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HURRÀ GRIGI

Serie C: il nuovo regolamento dei playoff In Serie C è stato modificato il regolamento dei playoff. A differenza della passata stagione, in cui anche le semifinali venivano giocate in gara unica, soltanto la finale sarà in campo neutro. La motivazione è l’esclusione del Modena, che ha di fatto comportato la riduzione a 18 team nel girone B, impedendo di redigere una classifica generale unica tra le 28 pretendenti e di conseguenza un tabellone di tipo tennistico. Il nuovo copione prevede quattro fasi: playoff girone, playoff nazionali, semifinale e finale. Sono riservati alle squadre dello stesso girone e si comporrà di due turni. Al primo partecipano le sei formazioni che si saranno classificate dal quinto al decimo posto. La quinta affronterà la decima, la sesta la nona, la settima l’ottava in partita unica sul campo della squadra meglio classificata al termine della stagione regolare. In caso di parità al 90’ supererà il turno la formazione meglio classificata al termine

della stagione regolare. Alle tre squadre vincitrici, degli incontri del Primo turno, si aggiungerà la squadra classificata al 4° posto. Le 4 partecipanti saranno sistemate in base al piazzamento in classifica ottenuto al termine della regular season e si sfideranno con il criterio incrociato. In caso di parità al termine dei 90’ regolamentari, avrà accesso alla fase successiva la squadra meglio classificata al termine della regular season. Anche la seconda fase prevedrà un doppio turno che vedrà coinvolte 13 formazioni. Al primo partecipano 10 squadre: le sei provenienti dai playoff-girone, le tre terze della regular season e la vincitrice della Coppa Italia, o un club in sostituzione, che daranno vita a cinque incontri, stavolta di andata e ritorno. Gli accoppiamenti vengono decisi mediante il sorteggio dopo la designazione di cinque teste di serie: le tre terze, la squadra proveniente dalla Coppa Italia e la meglio classificata tra le sei giunte dai

playoff girone. Successivamente entrano in scena le seconde classificate che, assieme alle cinque qualificate della prima fase dei playoff, andranno a comporre gli ottavi. Anche qui vale il discorso delle teste di serie e della miglior posizione in classifica in caso di parità dopo la doppia sfida andata-ritorno: si giocheranno i quattro posti per la semifinale. Le semifinali saranno ad andata e ritorno con accoppiamento a sorteggio integrale, supplementari e rigori in caso di parità dopo 180 minuti di gioco. La finale, che decreterà la formazione promossa in serie B, sarà invece in gara unica e in campo neutro. Con eventuali tempi supplementari e, se necessario, calci di rigore. Come sede a fine agosto era stato designato l’Adriatico di Pescara, ma allora si parlava di final four con semifinali e finale in gare uniche. Probabile che lo sia ancora, ma nel pubblicare il nuovo regolamento la Lega si limita a indicare un generico campo neutro.

La formazione secondo Hurrà Grigi 1 - VANNUCCHI

6 - SCIACCA

13 - PICCOLO

2 - CELJAK

16 - FISSORE 24 - GAZZI

8 - NICCO

7 - SESTU

23 - BRANCA

18 - GONZALEZ

9 - MARCONI


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anno X n. 1

HURRÀ GRIGI

Grigi, ora 11esimi in classifica Classifica GIRONE A Campionato di Lega Pro 2017 / 2018

Classifica Marcatori

Calendario della 23° giornata

#

Giocatore

Squadra

Gol

1

Ragatsu

Olbia

12

SQUADRA

P.ti

G

V

N

P

+

-

1

Livorno

49

20

15

4

1

45

17

Tavano

Carrarese

12

2

Robur Siena

37

19

11

4

4

25

17

Vantaggiato

Livorno

12

3

Viterbese

37

20

11

4

5

32

25

Moscardelli

Arezzo

10

4

Pisa

36

19

8

9

2

24

12

Perna

Giana Erminio

10

5

Monza

30

20

8

6

6

24

19

6

Bruno

Giana Erminio

9

6

Olbia

30

17

9

3

8

26

27

7

Curcio

Arzachena

8

7

Giana Erminio

29

20

8

5

7

36

31

González

Alessandria

8

8

Carrarese

28

20

8

4

8

35

32

Marconi

Alessandria

8

9

Arezzo

27

20

8

5

7

28

23

Ogunseye

Olbia

8

10

Pistoiese

26

19

6

8

5

25

27

Pesenti

Pontedera

8

11

Alessandria

24

19

6

6

7

26

27

Alessandro

Pro Piacenza

7

12

Arzachena

24

20

7

3

10

28

24

Chiarello

Giana Erminio

7

13

Lucchese

24

20

6

6

8

22

28

Dell'Agnello

Cuneo

7

14

Pontedera

24

20

6

6

8

25

33

Doumbia

Livorno

7

15

Piacenza

23

19

6

5

8

24

25

16

Pro Piacenza

21

20

5

6

9

15

23

17

Cuneo

20

20

5

5

10

14

27

18

Gavorrano

13

20

3

4

13

21

37

19

Prato

11

20

2

5

13

14

37

Risultati 21° giornata

4

12

Prossima partita in trasferta

Riposa: Alessandria Viterbese - Arzachena 1 : 0

Domenica 28 gennaio

Pro Piacenza - Carrarese 0 : 1 Olbia - Gavorrano 4 : 3

LIVORNO

Arezzo - Giana Erminio 4 : 2 Cuneo - Piacenza 1 : 0

Stadio “ARMANDO PICCHI”

Robur Siena - Pisa 0 : 0 Monza - Pistoiese 3 : 1 Pontedera - Lucchese 3 : 2 Livorno - Prato 2 : 0

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DOMENICA 28 DICEMBRE ore 14:30 Pontedera - Arzachena Olbia - Carrarese Cuneo - Giana Erminio Monza - Lucchese Arezzo - Piacenza Pro Piacenza - Pistoiese ore 16:30 Livorno - Alessandria ore 18:30 Robur Siena - Gavorrano Viterbese - Pisa

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19 gen. 2018

15

HURRÀ GRIGI

ASD Lisòndria: le formazioni SOTTORETE di Sara Pilotti

Acqui Terme da standing ovation

In foto: la formazione femminile e la formazione Under 17

Se ben ricordate, cari lettori, ho lasciato l’ ormai vecchio 2017 con un articolo interamente dedicato al panorama pallavolistico della nostra provincia. Risultati che, a partire dalla serie D fino ad arrivare alla serie B (maschile e femminile) anticipano quella che per il momento sembrerebbe una grande stagione, sia per quelle squadre da tempo consolidate nel nostro territorio, sia per quelle neo-ammesse nelle categorie più alte. L’ avevo detto io che questa stagione avrebbe portato grandi soddisfazioni, soprattutto per quelle società che hanno deciso di investire tempo e denaro nelle categorie più alte. Sono anni, infatti, che non si vedono campionati di categoria degni di nota e, altrettanto, giovani squadre che hanno deciso di “giocarsela” fino all’ ultima partita, tirando fuori il meglio si sé. Caso vuole che proprio il week end scorso, Acqui Terme abbia festeggiato una vittoria inaspettata: considerando le giovani giocatrici che, pur essendo verso il fondo della classifica con 14 punti alla 13° giornata, hanno ospitato il Capo d’ Orso Palau (OT) espugnando il loro secondo posto. Vittoria preziosa e impresa straordinaria per la B1 femminile, che conquista con un netto 3-1 (25/17; 18/25; 25/16; 25/14) l’ inattesa vittoria contro la squadra sarda. Con la sua miglior prestazione stagionale ha espugnato le seconde in classifica con quasi il doppio dei suoi

punti (24): una squadra con potenzialità incredibili, se solo pensate che la maggior parte delle ragazze non superano i 21 anni. Ma la pallavolo, d’ altronde, è così: le premesse sulla carta non si tramutano quasi mai in vittorie definitive. Dico con certezza che la partita giocata dall’ Acqui Terme ne è la prova lampante: la decima in classifica che vince contro la seconda del girone… incredibile! Nella pallavolo non vi è mai un risultato certo. Non vi è mai una squadra più forte di un’ altra. Non vi è mai un risultato scontato per le “più forti”. Tutti possiamo essere più forti, basta crederci! Nella vita come nello sport, non bisognerebbe mai pensare a un risultato scontato, non bisognerebbe mai arrendersi poiché in questo sport, più che in tutti gli altri giochi di squadra, la mentalità, la cattiveria e la voglia di vincere sono gli unici stimoli che possono cambiare l’ esito di una partita. In questo sport vince chi non molla. Vince chi ha voglia di vincere. Vince chi ha carattere e chi, a livello psicologico, è più forte dell’ avversario. E chi ha detto che è proprio il lupo a dover essere il più forte? Chi ha detto che deve essere proprio la pecora a soccombere? Brave ragazze! La vostra vittoria è stata l’ esempio lampante che chi vince non è sempre quello che ha più muscoli.


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