H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
EXPERIENCES • THE FLIES FOR THE BARRANCOSO • TIGERFISH IN TANZANIA • THE GREEN VALLEY • MAYFLY SEASON • THE GESSO RIVER • THE PERFECT WAVE
CHATBOX • INTERVIEW: RODRIGO SALLES
COLLECTOR’S PAGES • HISTORY: INDIAN FISHING • FISHING AND ART: RACHEL LEE
1 € 8 for ”catch & release” anglers > € 14 for the rest
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CONTENTS
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F I S H I N G
T R A V E L L I N G
EXPERIENCES 6 The flies for the Barrancoso 16 Tigerfish in Tanzania 38 The Green Valley 60 Mayfly season 78 The Gesso river 88 The Perfect Wave CHATBOX 28 Interview: Rodrigo Salles COLLECTOR’S PAGES 50 History: Indian Fishing 70 Fishing and art: Rachel Lee
NAPOLI
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MOSTRA D’OLTREMARE
QUARTIERE FIERISTICO
MARZO
FEBBRAIO Organizzato da
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Anno XVI - Numero 4 Inverno 2023
VICENZA
L’edizione di Vicenza gode del patrocinio di
H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
€ 8 for ”catch & release” anglers > € 14 for the rest
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EXPERIENCES • THE FLIES FOR THE BARRANCOSO • TIGERFISH IN TANZANIA • THE GREEN VALLEY • MAYFLY SEASON • THE GESSO RIVER • THE PERFECT WAVE
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CHATBOX • INTERVIEW: RODRIGO SALLES COLLECTOR’S PAGES • HISTORY: INDIAN FISHING • FISHING AND ART: RACHEL LEE
Cover: fotografia di Dani Bayer
H2O anno XVI Dicembre 2023 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Andrea Bianchi, Francesco Gufri, Rob Jeffrey, Adam Smith, Greg Smith, Riccardo de Stabile Art Director Giuditta Soavi giuditta.soavi@gmail.com Collaborazione Grafica Omar Gade Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Fotografi di Redazione: Alessandro Seletti, Alberto Zanghieri Social Media Manager: Fulvio Oliva Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 DCB Bologna Una copia € 14,00 Arretrato € 14,00
Giorgio Cavatorti
The year 2024 promises to be very busy: first of all, we will be present at the New York fair in January to promote some Italian fishing destinations, and then we will participate in some fairs and events in France and Belgium. The first weekend of February we will be at Vicenza fishing fair, probably the most important event of the year. The same organization is preparing a fishing fair in Naples, an event that will take place on the first weekend of March. At all these events we will be present with our own stand, and in the weeks off we will probably be on the road. In our h2o magazine stands you will also find the catalogs and information material of the wonderful Brazilian company Untamed Amazonas, which, with its 4 prestigious lodges, offers quality and excellent services for those who want to fly fish all the most interesting Brazilian fish species; in this issue you can see the advertising page inside the magazine. Next we will also be present at the two most important fishing fairs in Germany. Enjoy your reading Il 2024 si preannuncia molto fitto di appuntamenti: innanzitutto saremo presenti alla fiera di New York in gennaio per promuovere alcune destinazioni di pesca italiane, per poi partecipare ad alcune fiere ed eventi in Francia e in Belgio fino ad arrivare al primo weekend di febbraio alla fiera della pesca di Vicenza, probabilmente l’evento più importante dell’anno. La stessa organizzazione sta preparando una fiera della pesca a Napoli, manifestazione che si svolgerà il primo weekend di marzo. In tutti questi eventi saremo presenti con un nostro stand, e nelle settimane libere saremo probabilmente in viaggio. Nei nostri stand h2o magazine troverete inoltre i cataloghi e il materiale informativo della splendida azienda brasiliana Untamed Amazonas, che con i suoi 4 lodge di prestigio offre qualità e servizi eccellenti per chi vuole pescare a mosca tutte le più interessanti specie di pesci brasiliani; già da questo numero potete vedere la pagina pubblicitaria all’interno del magazine. Successivamente saremo presenti anche alle due più importanti fiere della pesca in Germania.
Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti.
Buona lettura Giorgio Cavatorti
Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione.
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The flies for the BARRANCOSO Greg Smith
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There are small paradises for every activity. These are places where one’s work or passion reaches the maximum expression, everything is perfect, and it is difficult to imagine better places for that purpose. As concerns dry fly fishing, and especially for fishing with imitations of small floating mice, I believe that the Barrancoso stream in Argentinian Patagonia represents the best that can be experienced. Located within the Estancia Laguna Verde, the stream is virtually all owned by the Alba family, owners of two lodges on Lake Strobel and operators of the largest fishing project in this area. The Barrancoso flows for about 15 kilometers inside the Estancia, with private access for lodge guests. The very beautiful medium-sized stream has
Esistono piccoli paradisi in ogni attività, luoghi dove il proprio lavoro o la propria passione raggiungono il massimo della loro espressione, luoghi dove tutto è perfetto e si fa fatica ad immaginare luoghi migliori per quello scopo. Per la pesca a mosca a secca, e in special modo per pescare con imitazioni di piccoli topolini a galla, credo che il torrente Barrancoso in
Patagonia Argentina rappresenti il massimo che si possa sperimentare. Situato all’interno della Estancia Laguna verde, il torrente è praticamente tutto della famiglia Alba, proprietari di due lodge sul lago Strobel e gestori dell’operazione di pesca più grande di questa zona. Il Barrancoso scorre per una quindicina di chilometri all’interno della Estancia, con accesso privato per i
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transparent water like others around the world, except that there is a rising of enormous trout that occurs every October for reproduction. It is a spectacle of nature, an incredible miracle that is renewed every year. Trout always tend to move up rivers during reproduction, but the exception here is the enormous size of these fish. Fishing is always no kill fly only and the very scrupulous management of the fishing
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at Estancia Laguna Verde means that the fish are never disturbed too much, with only very few fishermen taking turns on the river. Furthermore, even during the week when the lodge is full, the river's rest days are respected. This is how this very high quality is achieved. The trout, all rainbow as well as in Lake Strobel, have an impressive growth due to many factors, including the large quantity of
clienti del lodge. Un torrente di medie dimensioni, molto bello e con acqua trasparente come ce ne sono altri in giro per il mondo, se non fosse per la risalita di trote enormi che avviene ogni ottobre per la riproduzione. Uno spettacolo della natura, un miracolo incredibile che si rinnova ogni anno. La trota tende sempre a risalire i fiumi durante la riproduzione, ma qui l’eccezionalità è la dimensione enorme di questi pesci. La pesca è sempre nokill solo a mosca e la gestione molto scrupolosa della pesca all’Estancia Laguna Verde fa sì che il pesce non venga mai disturbato troppo, con solamente pochissimi pescatori a rotazione sul fiume. Inoltre anche durante la settimana in cui il lodge è pieno vengono rispettati giorni di riposo del fiume. È cosi che si raggiunge questa qualità altissima. Le trote, tutte iridee come del resto anche nel lago Strobel, hanno un accrescimento spaventoso dovuto a molti fattori, tra cui la grande quantità di cibo e la temperatura abbastanza costante
food and the fairly constant temperature of the lake. This makes it possible to target fish of 6-8 kg in small, shallow holes by fishing only by sight for the entire time. Just see one of the many videos that have been published online to understand what we are talking about. The stream is easily navigable by dividing it into a couple of sections and, even if in some areas the banks are not easy, it is still fishable in its entirety. The guides are always present to advise on lures and approaches and you are never too far from the off-road vehicle. I believe that if a fly fisherman is looking for the best way to practice this technique, the right place is this stream; it will slightly resemble playing tennis on a grass court at Wimbledon or playing a game of football in the Maracana stadium.
del lago. Ciò rende possibile insidiare pesci di 6- 8 kg in piccole buche poco profonde pescando per la totalità del tempo solamente a vista. Basta vedere uno dei tanti filmati che sono stati pubblicati online per capire di che cosa stiamo parlando. Il torrente è facilmente percorribile dividendolo in un paio di tratti e, anche se in alcune aree le sponde non sono agevoli, è comunque
pescabile nella sua totalità. Le guide sono sempre presenti per consigliare artificiali e approcci e non si è mai troppo distanti dal fuoristrada. Credo che se un pescatore a mosca sta cercando il meglio per esercitare questa tecnica, il posto giusto è questo torrente; un po’ come giocare a tennis in un campo in erba a Wimbledon o fare una partita a calcio nello stadio di Maracanà.
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n i h s fi r e g Ti a i n a z n Ta Andrea Bianchi
The alarm clock rang early in the room of a small hotel overlooking the city of Iringa, in southern Tanzania. It would be nice to say that the excitement of the upcoming fishing stint kept me up all night making the alarm useless. However, the last week of work in the forest had actually really exhausted me and the alarm rang rather incessantly (and annoyingly) before I could get out of bed. The prospect of the day, and of the following ones, however, was more than fantastic: first 4 hours of dirt tracks in the Miombo woods, as fun as they were dangerous, and then the “fishing” exploration of various stretches of the Ruaha River, some of which were never fished before. The setting for this exploration (or recce, from recognition, as they call it here) is one of the largest wild areas in Africa: the Ruaha National Park, 20,226 km2, an area as large as Lombardy. I was a guest in my dear friend Kiasile Fox's tented camp, Mwagusi Camp, an oasis of comfort, relaxation and inspiration in the heart of the savannah. The first day ran slowly in the principle of an African safari: radiators that overheated, cover-ups, brunches in the shade of centuries-old baobabs... The arrival in Mwagusi was like taking a leap back in time, and while we were having dinner on a small table set in the bush, we found ourselves surrounded by giraffes, impalas and baboons which prepared for the night by screaming, clicking and cackling. Finally, however, the time came to spread out the lines and lure the rich fish fauna (and not only...) of the Ruaha River. Kiasile (Hehe, the name meaning “he who is lost and found”, but that's another story) and I targeted the big
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La sveglia suona presto nella stanza di albergo di un piccolo hotel che domina la città di Iringa, nel Sud della Tanzania. Sarebbe bello poter dire che l’eccitazione della pesca imminente mi ha tenuto sveglio tutta la notte rendendo inutile la sveglia, ma in realtà l’ultima settimana di lavoro in foresta mi ha veramente sfiancato e la sveglia suona incessantemente (e fastidiosamente) per alcuni minuti, troppi prima che riesca ad alzarmi dal letto. Il prospetto della giornata, e di quelle successive, è però più che fantastico: dapprima 4 ore di piste sterrate nei boschi di Miombo, tanto divertenti quanto pericolose, e poi l’esplorazione ‘piscatoria’ di vari tratti del fiume Ruaha, alcuni dei quali mai pescati prima d’ora. La cornice per questa esplorazione (o recce, da recognition, come la chiamano qui) è una delle zone selvagge d’Africa più vaste: il parco nazionale del Ruaha, 20.226 km2, un’area vasta quanto la Lombardia. Sarò ospite nel campo tendato del mio caro amico Kiasile Fox, Mwagusi Camp, un’oasi di comodità, relax e ispirazione nel cuore della savana. Il primo giorno corre lento all’insegna del safari africano: radiatori che si surriscaldano, insabbiamenti, brunch all’ombra di baobab secolari… L’arrivo a Mwagusi è come fare un salto all’indietro nel tempo e, mentre ceniamo su di un tavolino apparecchiato nel bush, ci troviamo circondati da giraffe, impala e babbuini che si preparano per la notte urlando, schioccando, schiamazzando. Finalmente però giunge il momento di stendere le code ed insediare la ricca fauna
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ittica (e non solo…) del fiume Ruaha. Io e Kiasile (nome Hehe che significa ‘colui che si è perso e si è ritrovato’, ma questa è un’altra storia) abbiamo entrambi come obiettivo il grosso tigerfish, ed ignoriamo per ora yellowfish, ciclidi ed alestidi che popolano il fiume. Iniziamo entrambi con canne coda 8 e punta affondante, finale da 20-30 lb e cavo in acciaio. Siamo alla ricerca di Hydrocynus tanzaniae (letteralmente ‘il cane d’acqua tanzaniano’) una delle 5 specie di tigerfish africane, anche chiamato ‘tigerfish blu’ a causa di una vistosa pinna adiposa (la famiglia degli alestidi condivide questa caratteristica con quella dei salmonidi) blu. Kiasile monta un clouser blu, mentre io provo con uno nero: al primo lancio siamo entrambi incannati, e ci guardiamo sorridendo, felici. Il suo pesce, un bel tiger sul chilo, però si fa recuperare e dopo una breve lotta giunge a riva dove Kiasile lo slama e rilascia in fretta. Nel frattempo io ho recuperato la coda in eccesso e la frizione del mitico Tibor ‘The Everglades’ rilascia lentamente decimetro dopo decimetro di linea. Il comportamento però mi pare strano, ci chiediamo infatti se possa aver allamato un Vundu, una specie di pesce gatto che raggiunge i 100 kg. Proprio mentre discutiamo di ciò, una lunga coda squamata ci toglie ogni dubbio: ho allamato un grosso coccodrillo del Nilo! Segue una giusta dose di imprecazioni (in italiano, inglese e swahili) e risate, finché finalmente raddrizzo la canna e, tenendo con forza la coda, lascio che il peso del coccodrillo raddrizzi l’amo. L’esperienza ci è da monito: raramente pescheremo senza condividere la pool con coccodrilli e ippopotami (e in un paio di occasioni abbiamo dovuto allontanarci in fretta dalla riva al sopraggiungere di un coccodrillo un po’ troppo ‘curioso’). Dopo tutto questo baccano decidiamo di spostarci a monte (in realtà mentre Kiasile cattura altri 3 tigerfish, ma questo potremmo ometterlo dal racconto...) dove finalmente catturo il mio primo cane d’acqua. In questo punto il fiume corre rapido tra rocce e pesco come se stessi cercando grosse marmorate: lancio a 30 gradi, sfiorando la riva opposta con il pesante streamer, effettuo un mending a monte con la parte galleggiante della coda, lascio affondare la T250 finché non è in
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tigerfish, and for then ignored the yellowfish, cichlids and alestids that populated the river. We both started with rods with line 8 and sinking tip, 20-30 lb leader and steel cable. We were looking for Hydrocynus tanzaniae (literally “the Tanzanian water dog”), one of the 5 species of African tigerfish, also called “blue tigerfish” due to a showy blue adipose fin (the alestidae family shares this characteristic with that of the salmonids). Kiasile mounted a blue clouser, while I tried with a black one: at the first launch we were both enchanted, and we looked at each other smiling happily. His catch, a nice tiger of about one kilo, however, was retrieved and after a brief struggle reached the shore where Kiasile unhooked and quickly released it. In the meantime, I had recovered the excess line and clutch of the legendary Tibor that “The Everglades” slowly released decimeter after decimeter of line. However, the behavior seemed strange to me, and in fact we wondered if he could have hooked a Vundu, a sort of catfish that reaches 100 kg. Just as we are discussing this, a long scaled tail removed all doubts: I had hooked a large Nile crocodile! A fair amount of swearing (in Italian, English and Swahili) and laughter followed, until I finally straightened the rod and, holding the line tightly, let the weight of the crocodile straighten the hook. The experience was a warning to us: we will rarely fish without sharing the pool with crocodiles and hippos (and on a couple of occasions, we had to quickly move away from the shore upon the arrival of a crocodile who was a little too “curious”). After all this noise we decided to move upstream (actually while Kiasile caught 3 more tigerfish, but we
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tensione, ed inizio a strippare. A differenza delle trote però, la strippata deve essere veloce, velocissima, alla stregua di quella in mare. La mangiata arriva secca e rabbiosa e il tigerfish blu è un degno e forte avversario. Prova in vari modi a liberarsi dall’amo: salta, cambia repentinamente direzione, dà forti testate. Non è raro slamarne parecchi pescando con ami barbless. Le zone migliori del fiume, dove catturiamo i tiger più grossi, sono buche profonde o zone con corrente veloce oppure cut-banks dove il fiume scava nel morbido terreno sabbioso e fornisce nascondiglio ai grossi tiger e al pesce foraggio. Nei raschi, invece, i tiger si spostano raramente e solo nei momenti di caccia frenetica. È proprio nei raschi però che possiamo insidiare le altre specie di pesci tipiche di questo grosso fiume. I Labeobarbus, come suggerisce il nome, assomigliano ai nostri barbi, anche se la loro aggressività li porta sovente ad abboccare anche a piccoli streamer; preferisco però pescarli in hopper-dropper, tecnica che regala spesso anche combattive tilapie. Gli amanti della pesca a secca e delle attrezzature extra-light possono divertirsi con Brycinus affinis, un lontano parente dei tigerfish, che abbocca con voracità su effimere e piccoli terrestrials. La loro piccola bocca rende però la ferrata molto complicata e non è raro sbagliare svariate abboccate prima di portare a riva uno di questi piccoli gioielli endemici dei fiumi della Tanzania.
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could omit this from the story...) where I finally caught my first water dog. At this point the river ran quickly between rocks and I fished as if I were looking for large marbles: I cast at 30 degrees, skimming the opposite bank with the heavy streamer, I mended upstream with the floating part of the line, I let the T250 sink until it was tense, and I started stripping. Unlike for trout, however, the stripping must be fast, very fast, like that in the sea. The bite arrived abruptly and angrily and the blue tigerfish was a worthy and strong opponent. It tried various ways to free itself from the hook: it jumped, and had sudden changes of direction, and strong headbutts. It is not uncommon to unhook several fish when using barbless hooks. The best areas of the river, where we catch the biggest tigers, are deep holes or areas with fast current or cut-banks where the river digs into the soft sandy soil and provides hiding places for the big tigers and forage fish. In the scrapes, instead, tigers rarely move and only in moments of frenetic hunting. However, it is precisely in the scrapes that we can lure the other species of fish typical of this large river. The Labeobarbus, as the name suggests, resemble our barbel, even if their aggressiveness often leads them to bite even small streamers; however, I prefer to fish them with hopper-droppers, a technique that often also produces combative tilapia. Lovers of dry fishing and extra-light tackle can have fun with similar Brycinus affinis, a distant relative of the tigerfish, which bites voraciously on mayflies and small terrestrials. However, their small mouths make the strike very complicated and it is not uncommon to miss several bites before landing one of these small jewels which are endemic to Tanzania’s rivers.
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RESPIRA, SEI IN
INFO & BOOKINGS info@trentinofishing.it trentinofishing.it
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RODRIGO SALLES
interview
• When did the Untamed Angling adventure begin? Untamed Angling began its incredible journey back in 2001, with a vision to redefine sportfishing in the Amazon and beyond. Our objective was not just to provide extraordinary fishing experiences, but to do so while maintaining a harmonious relationship with the environment and local communities. • We can imagine the difficulty of building world-class lodges in the middle of the jungle, would you like to talk about that? Building in the heart of the Amazon is indeed a challenge
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of herculean proportions. Every plank of wood, every bolt has its own odyssey of how it reached our remote locations. However, these challenges also inspire innovative, ecofriendly designs, all created with minimal disruption to the surrounding ecosystem. • You have several programs in different areas; we guess the logistics and training of the guides mustn’t be easy. You're absolutely right; the logistics are complex, but they are part of the adventure we embrace. Training local guides is one of our cornerstones. By empowering indigenous communities with skills and knowledge, we're investing in the future of sustainable angling.
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• We often see you photographed with big fish, so I take it that you are also a great fishing enthusiast… Yes, my passion for fishing is the bedrock upon which Untamed Angling was built. Every trophy fish represents years of dedication to both the sport and the preservation of these magnificent species.
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practices, we're not just preserving the environment but also elevating the value of the experience we offer. This dual focus makes our venture both profitable and responsible. • Can you anticipate some plans for the future?
• We know that you are very careful about integrating local populations in your programs; you implement a very sustainable fishing approach and controlled fishing pressure. How do you combine these elements with a profitability project?
We are excited about several upcoming projects, particularly further exploration of the Rio Marié's remote headwaters. Also on the horizon are advancements in our eco-friendly lodging technologies and enhanced community-based initiatives. Each step we take is towards offering anglers an unparalleled fishing experience while caring for the Amazon and its inhabitants.
Profitability and sustainability are not mutually exclusive; in fact, they are intrinsically linked in our business model. By involving local communities and promoting sustainable
Thank you for this opportunity to share the ethos and adventures of Untamed.
• Quando è iniziata l’avventura di Untamed Angling? Untamed Angling ha iniziato il suo incredibile viaggio nel 2001, con l’idea di ridefinire la pesca sportiva in Amazzonia e oltre. Il nostro obiettivo non era solo quello di fornire esperienze di pesca straordinarie, ma di farlo mantenendo un rapporto armonioso con l’ambiente e le comunità locali. • Possiamo immaginare la difficoltà di costruire lodge di prima classe nel mezzo della giungla, vorresti parlarne? Costruire nel cuore dell’Amazzonia è davvero una sfida di proporzioni erculee. Ogni tavola di legno, ogni bullone, racconta la propria odissea su come ha raggiunto le nostre località remote. Tuttavia, queste sfide ispirano
anche progetti innovativi ed ecologici, tutti creati con un impatto minimo sull’ecosistema circostante. • Hai diversi programmi in diverse zone,immaginiamo che la logistica e la formazione delle guide non debbano essere facili. Hai assolutamente ragione; la logistica è complessa, ma fa parte dell'avventura che abbracciamo. La formazione delle guide locali è uno dei nostri capisaldi. Fornendo alle comunità indigene competenze e conoscenze, stiamo investendo nel futuro della pesca a mosca sostenibile. • Ti vediamo spesso fotografato con grossi pesci, quindi deduco che tu sia anche un grande appassionato di pesca…
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Sì, la mia passione per la pesca è il fondamento su cui è stato costruito Untamed Angling. Ogni pesce trofeo rappresenta anni di dedizione sia allo sport che alla conservazione di queste magnifiche specie.
dell'esperienza che offriamo. Questo duplice obiettivo rende la nostra impresa redditizia e responsabile.
• Sappiamo che siete molto attenti all'integrazione delle popolazioni locali nei vostri programmi, implementate un approccio di pesca molto sostenibile e una pressione di pesca controllata. Come si combinano questi elementi con un progetto di redditività?
Siamo entusiasti dei numerosi progetti imminenti, in particolare dell'ulteriore esplorazione delle remote sorgenti del Rio Marié. All’orizzonte ci sono anche progressi nelle nostre tecnologie di alloggio ecocompatibili e iniziative rafforzate a livello comunitario. Ogni passo che facciamo è volto a offrire ai pescatori un’esperienza di pesca senza precedenti, prendendoci cura dell’Amazzonia e dei suoi abitanti.
Redditività e sostenibilità non si escludono a vicenda; infatti, sono intrinsecamente collegati nel nostro modello di business. Coinvolgendo le comunità locali e promuovendo pratiche sostenibili, non solo preserviamo l'ambiente, ma aumentiamo anche il valore
• Puoi anticiparci qualche progetto per il futuro?
Grazie per questa opportunità di condividere l'etica e le avventure di Untamed.
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The Green Valley Adam Smith
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A circa un’ora da Milano e dai maggiori aeroporti, non lontano dal Lago Maggiore e dal Lago di Como, si trova una piccola vallata ormai conosciuta in tutto il mondo come un piccolo paradiso per la pesca a mosca. Siamo nel Piemonte italiano, ai piedi delle Alpi e del Monte Rosa, è qui che scorrono fiumi cristallini, popolati da un'incredibile densità di trote, tra cui la famosa Trota Marmorata! La Valsesia e i suoi affluenti sono considerati la culla della pesca a mosca italiana grazie all’antica tecnica della pesca alla valsesiana. Il museo della pesca alla valsesiana nel paese di Varallo
ne è una testimonianza importante. La tecnica di pesca alla Valsesiana consiste in una semplice canna fissa, una lenza in crine di cavallo intrecciato, un finale con alcune mosche essenziali e molta abilità da parte del pescatore. Questa è una tecnica elegante ed efficace ancora oggi. Da non perdere in zona è anche il Sacro Monte di Varallo, che rappresenta l'esempio più antico e di maggior interesse artistico tra i Sacri Monti presenti nell'area alpina lombardo-piemontese. Si compone di una basilica, che costituisce la stazione finale di un percorso che si snoda tra vie e piazzette,
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About an hour from Milan and the major airports, not far from Lake Maggiore and Lake Como, there is a small valley now known throughout the world as a small paradise for fly fishing. We are in the Italian Piedmont, at the foot of the Alps and Monte Rosa. It is here that crystal clear rivers flow, populated by an incredible density of trout, including the famous Marble Trout! Valsesia and its tributaries are considered the cradle of Italian fly fishing thanks to the ancient technique of Valsesian fishing. The Valsesian fishing museum in the town of Varallo is an important testimony to
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this. The Valsesian fishing technique consists of a simple fixed rod and braided horsehair line, and is considered a leader with some essential flies and a lot of skill on the part of the fisherman. This is an elegant and effective technique even today. Also not to be missed in the area is the Sacro Monte di Varallo, which represents the oldest example of greatest artistic interest among the Sacred Mountains in the Lombardy-Piedmont alpine area. It consists of a basilica, which constitutes the final station of a route that winds through streets and small squares, and 44 frescoed
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e quarantaquattro cappelle affrescate e popolate da circa ottocento statue (terracotta policroma o legno) a grandezza naturale. Queste vallate offrono al pescatore sportivo un'incredibile varietà di percorsi, dal piccolo torrente alpino ai grandi fiumi glaciali, ogni stagione ha la sua particolarità. Da marzo iniziano notevoli schiuse di insetti, per poi arrivare alle imponenti schiuse di Stoneflies nel periodo estivo. La stagione di pesca va da marzo a ottobre. Fra le varie strutture in cui alloggiare segnaliamo il campeggio situato nel Piano delle Fate, che oltre a piazzole per tende e camper gestisce alcuni
appartamenti in un paesino non lontano dal loro ottimo ristorante. Inoltre nel campeggio vi sono alcuni lodge in legno, appositamente pensati e progettati per i pescatori, che si trovano a due passi dal fiume e sono estremamente confortevoli. La professionalità delle guide di pesca locali farà il resto. L'atmosfera in queste valli perdute è eccezionale, qui il tempo si è fermato. I compagni di viaggio non pescatori possono scegliere tra diverse attività pensate sia per gli adulti che per i più piccoli; ciò rende questa destinazione molto adatta anche alle famiglie.
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chapels populated by approximately 800 life-size statues (polychrome terracotta or wood). These valleys offer the sport fisherman an incredible variety of routes, from small alpine streams to large glacial rivers, with each season having its own particularity. Significant hatchings of insects begin in March, followed by the impressive hatchings of Stoneflies in the summer period. The fishing season runs from March to October. Among the various facilities, we highlight the campsite located in Piano delle Fate. In addition to pitches for tents and campers, it also manages some apartments
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in a small village not far from their excellent restaurant. Furthermore, in the campsite located a stone's throw from the river, there are some wooden, extremely comfortable lodges, specially designed and intended for fishermen. The professionalism of the local fishing guides will do the rest. The atmosphere in these lost valleys is exceptional, and time has stopped here. Non-fishing travel companions can choose from various activities designed for both adults and children, making this destination very suitable for families too.
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YOKANGA LODGE NEW LEVEL OF SALMON FISHING
A HISTORICAL PLACE After the borders were opened in the early nineties, fishermen from all over the world began to come to the Kola Peninsula. A group of British fishermen acquired the rights to the Yokanga and built a classic fishing lodge. It was ordered from Canada and assembled using huge cedar logs, then dismantled, loaded into 12 steel shipping containers and transported to the UK and then to Russia. A full customs checkpoint was opened for clearance of the containers, each of them weighing 20 tons! Their transportation was made using MI-26 Russian military helicopters. From the time of its foundation in 1998 and up to 2019 numerous groups of poachers “worked” on Yokanga, and fish were caught in tons. One can still see old overgrown roads and hear names of some areas back from those times like “Poachers Pool”. NEW ERA The situation began to significantly change in September 2019, when passionate Russian fly fisherman, Alexey Strulistov, acquired the Murmanskturist company, which owns the rights to this fishing site and the lodge itself. He set up the security process. Significant funds and efforts have been spent on a relay radio communication system and cellular and satellite communication infrastructure. Remote parts of the river are now monitored with a drone, and it makes the camp’s security team work very efficiently. The river has been cleared of nets and the fishing process in the public license area has improved. The lodge was completely overhauled and surrounding infrastructure was built from zero to provide the highest level of comfort. All these efforts resulted in excellent salmon catches throughout the season. FISH OF DREAMS The owner of the lodge Alexey Strulistov says: “After significant security efforts were made since I took over the river, we have seen an increase in the catch numbers. The average size of Yokanga salmon is 22-24 pounds but every week our guests land 3-4 fish over 30. Also, in what was a very short 2020 season our guests managed to land two significant fish over 40 pounds”. You can also trY to catch the fish of Your dream! GIFT YOURSELF AN UNFORGETTABLE ADVENTURE! More information available at: https://www.yokanga.com/tours_eng
La pesca degli Indiani d’America del o t n e m i n ante m l a e n o i ica izzaz r n e o l m o c 'A d a l i l v Da nati i e d e r u t l lle cu e n o t a c s pe RiccArdo De StAbile
The originally uninhabited continent of the Americas was populated from Asia via the Bering Strait. Most archaeologists assume that this migration began around the end of the latest Ice Age, about 13.000-15.000 years ago and proceeded in several waves with people of different cultural levels. It is also possible that the immigration had started earlier, perhaps 30.000 years ago. On the northwest coast, in the region of the mouths of the rivers Fraser and Columbia, a culture of fisherman can be traced back to 4000 B.C.. Almost all Indian tribes along this coast lived nearly exclusively on fish, the Nootka and Makah were also engaged in whaling. The wealth of this culture was based
mainly on the resources of several salmon species which were easily accessible during the upstream spawning migrations of the fish. Furthermore , concentrations of cod, halibut and other fish close to the coast provided sufficient food for the relatively dense population. Hooks and line, spears, traps and dams in the rivers were used for the salmon fishing. Fish hooks of wood tipped with slender bone barbs have been unearthed in archaeological excavation, while many museums house large, elaborately carved wooden halibut hooks complete with line and float. Also found archaeologically are fish hook shanks of stone and bone. Probably the most productive of any of the fishing
Il continente originariamente disabitato delle Americhe venne popolato dall'Asia attraverso lo stretto di Bering. La maggior parte degli archeologi ritiene che questa migrazione sia iniziata intorno alla fine dell'ultima era glaciale, circa 13.000-15.000 anni fa, e sia avvenuta in diverse ondate con persone di diversi livelli culturali. È anche possibile che l'immigrazione sia iniziata prima, forse 30.000 anni fa. Sulla costa nord-occidentale, nella regione delle foci dei fiumi Fraser e Columbia, una cultura di pescatori può essere fatta risalire al 4000 a.C. Quasi tutte le tribù indiane lungo questa costa vivevano quasi esclusivamente di pesca, anche i Nootka e i Makah andavano a caccia di balene. La loro ricchezza era basata principalmente sulle risorse di diverse specie di salmone che erano facilmente accessibili
durante le migrazioni riproduttive dei pesci a monte. Inoltre, le concentrazioni di merluzzo, ippoglosso e altri pesci vicino alla costa fornivano cibo sufficiente per la popolazione. Per la pesca del salmone venivano utilizzati ami e code, lance, trappole e dighe nei fiumi. Ami da pesca di legno con punte sottili di osso sono stati rinvenuti negli scavi archeologici, mentre molti musei ospitano grandi ami per ippoglosso in legno riccamente intagliati, completi di coda e galleggiante. Archeologicamente sono stati rinvenuti anche gambi di ami da pesca in pietra e osso. Probabilmente i più produttivi tra tutti gli strumenti di pesca erano le trappole e gli sbarramenti che consentivano di catturare grandi quantità di pesce nel momento in cui le risalite dei salmoni erano al loro apice. Le barriere venivano
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devices, the traps and weirs allowed large quantities of fish to be taken at a time when the salmon runs were at their peak. Weirs built in shallow estuaries, rivers and streams, either to block the upstream passage of salmon or to guide the fish into a trap-or towards the fishermen with waiting spear. The Indians built canoes of cedar wood which was hollowed out by fire. The trunks were then forced apart by wooden sticks and cut to measure. The seaworthiness of these boats for fishing at sea was improved by planks to raise both ends of the canoe. Whales were hunted with lances and harpoons and seals with bow and arrow. The women collected shellfish and large shell mounds can be found in many places along the coast as far north as the
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Bering sea. Fishing localities on the lower Columbia River developed to become major centres of fish processing and fish trade. There were almost as many ways of butchering and preserving fish as there were of catching them. The various methods differ depending on the species of fish, the season, the climate of the area, and tribal or local tradition. The two basic ways to preserve fish were by drying and smoking, or by sun and wind drying. In the drier areas along the Fraser river, where the weather could be relied on with greater certainty, the age-old method was the outdoor drying rack roofed over with planks or branches as protection against direct sunlight and possible showers. Opened flanks of salmon, backbones, roe, and even heads
costruite in estuari, fiumi e ruscelli poco profondi, sia per bloccare il passaggio a monte del salmone sia per guidare il pesce in una trappola o verso i pescatori con la lancia in attesa. Gli Indiani costruivano canoe di legno di cedro scavato dal fuoco. I tronchi venivano poi separati da bastoni di legno e tagliati su misura. La tenuta di queste barche per la pesca in mare veniva migliorata mediante assi per sollevare entrambe le estremità della canoa. Le balene venivano cacciate con lance e arpioni e le foche con arco e frecce. Le donne raccoglievano molluschi e grandi cumuli di conchiglie si possono trovare in molti luoghi lungo la costa fino al mare di Bering. Le località di pesca sulla parte inferiore del fiume Columbia si svilupparono fino a diventare i principali centri di lavorazione e commercio del pesce. Esistevano
tanti modi per macellare e conservare il pesce quanti ce n’erano per catturarlo. I vari metodi differiscono a seconda delle specie di pesci, della stagione, del clima della zona e della tradizione tribale o locale. I due modi fondamentali per conservare il pesce erano l'essiccazione e l'affumicatura, oppure l'essiccazione al sole e al vento. Nelle zone più asciutte lungo il fiume Fraser, dove si poteva fare più affidamento sul tempo, il metodo più antico era quello di stenderlo all'aperto, ricoperto con assi o rami come protezione dalla luce solare diretta e da possibili acquazzoni. Fianchi aperti di salmone, spine dorsali, uova e persino teste venivano attentamente curati per garantire un'essiccazione uniforme, con la carne affettata in un modo speciale per facilitare il processo. I grandi salmoni reali o chum
were carefully tended to ensure even drying, with the flesh sliced in a special way to facilitate the process. Large king or chum salmon caught late in the season, when the weather was unstable, were cut thinner to promote faster drying. Just beyond Yale on the Fraser River, where hot August wind funneled through the canyon, drying racks were poised high on rocky outcrops. Here salmon hanging from the poles dried in a few days. Layers of the flat dried fish were stacked between branches of tree alder boughs to keep them in good condition and away from wasps until they were taken back to the village. Most other coast peoples had to contend with the rain and damp of unpredictable Pacific weather. They relied on drying and smoking to preserve
their fish, and enjoyed the added flavour that smoking gave. Smoke houses, some quite large, were a vital part of the fish camp. Built on cedar planks over a study post and beam frame, the building often had a second storey with a notched log ladder for access, and this was sometimes used for storage. But the credit for providing a winter supply of food did not rest solely with the men. All the great catches of fish and all the abundance of food from the sea would have been useless without the skilled hands and hard work of the woman. It was the woman who hung up the butchered fish, tended the drying racks, watched over the fires in the smoke house, turned the fish at the right time, and took it all down when experience told them it was fully cured.
catturati a fine stagione, quando il tempo era instabile, venivano tagliati più sottili per favorire un'essiccazione più rapida. Appena oltre Yale, sul fiume Fraser, dove il caldo vento di agosto si incanalava attraverso il canyon, le rastrelliere erano sospese in alto sugli affioramenti rocciosi. Qui il salmone appeso ai pali si essiccava in pochi giorni. Strati di pesce piatto essiccato venivano impilati tra rami di ontano per mantenerli in buone condizioni e lontani dalle vespe finché non venivano riportati al villaggio. La maggior parte degli altri popoli costieri dovette fare i conti con la pioggia e l’umidità del clima imprevedibile del Pacifico. Facevano affidamento sull'essiccazione e sull'affumicatura per conservare il pesce e apprezzavano il sapore aggiunto conferito
dall'affumicatura. Gli affumicatoi, alcuni piuttosto grandi, erano una parte vitale dell'accampamento ittico. Costruito su assi di cedro su un palo e un telaio con travi, l'edificio aveva spesso un secondo piano con una scala dentellata di tronchi per l'accesso, e questo a volte veniva utilizzato come magazzino. Ma il merito della fornitura invernale di cibo non spettava esclusivamente agli uomini. Tutte le grandi pesche e tutta l'abbondanza di cibo del mare sarebbero state inutili senza le mani esperte e il duro lavoro della donna. Era la donna che appendeva il pesce macellato, badava alle rastrelliere, vegliava sui fuochi nell'affumicatoio, girava il pesce al momento giusto e toglieva tutto quando l'esperienza le diceva che era completamente stagionato.
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Years
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Mayfly on s a se Cavator ti Giorgio
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Ireland is a very fascinating country and an invitation from my friends, Markus and Chrissy, to fish for a few days in a couple of splendid lakes during the May fly season should not be refused. So with the excuse of taking some photos, last May we left for Dublin. Fly fishing in a lake is very interesting; if we are in a spectacular context like an Irish lake in mid-May during the flies hatching, you can imagine the atmosphere. The experience we are talking about was on Lake Arrow, which covers an area of 12.47 square kilometers and is located mainly in County Sligo with a smaller part in County Roscommon. County Sligo was created in 1579 and took its name from the main town, which in turn derives from the river that runs through it, now known as Garavogue. Sligo is one of the most beautiful and diverse counties in the country. The wild coasts on the Atlantic are dotted with long sandy beaches, while inland there are the Dartry and
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L’ Irlanda è un paese molto affascinante e un invito degli amici Markus e Chrissy per pescare qualche giorno in un paio di splendidi laghi nel periodo delle mosche di maggio non va rifiutato. Così, con la scusa di fare qualche foto, lo scorso maggio siamo partiti alla volta di Dublino. La pesca a mosca in lago è molto interessante,
se poi siamo in un contesto spettacolare come un lago irlandese a metà maggio durante le schiuse delle mosche, si può immaginarne l’atmosfera. L’esperienza di cui stiamo parlando è stata fatta sul lago Arrow, che copre un'area di 12,47 chilometri quadrati e si trova principalmente nella contea di Sligo con una parte più
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The Ox Mountains and the wooded tranquility of Lough Gill. The region is also home to some of Ireland's most important prehistoric monuments, the most impressive of which are the two Neolithic cemeteries of Carrowmore near Sligo Town, and Carrowkeel in the Bricklieve Mountains. The shores of
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these lakes are usually almost all private, so the only way to fish there is with a boat and a guide. Obviously, you can dock for lunch and do some launches from the shore. However, you always need to get information beforehand, which is why we preferred to have local guides, including
piccola nella contea di Roscommon. La contea di Sligo fu creata nel 1579 e prese il nome dalla città principale, che a sua volta deriva dal fiume che la attraversa, oggi noto come Garavogue. Sligo è una delle contee più belle e suggestive del paese. Le coste selvagge sull’ Atlantico
sono costellate da lunghe spiagge sabbiose, mentre nell’entroterra si trovano le Dartry e Ox Mountains e la boscosa quiete del Lough Gill. La regione ospita anche alcuni dei più importanti monumenti preistorici d’Irlanda, tra cui due cimiteri neolitici di Carrowmore,
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Jackie Mahom, a legend of the area. In addition to knowing this lake perfectly, Jackie has great expertise in the artificial construction sector, as he is part of the Fulling Mill team. His May flies worked perfectly. Fishing is done with 9.10-foot rods for 5.6 lines almost exclusively on the surface, with 1
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or 2 flies made to jump on the surface. This is an old, local fishing technique that was once carried out with real insects made to jump on the surface at the moment of maximum hatching. The times, places and Irish characters always make a trip to these lands very exciting.
vicino Sligo Town, e Carrowkeel, presso le Bricklieve Mountains. Le rive di questi laghi sono solitamente quasi tutte private, quindi l’unico modo per pescarvi è con la barca e la guida. Ovviamente si può attraccare per il pranzo e fare qualche lancio dalla riva, ma occorre sempre informarsi prima, per questo noi abbiamo preferito avere guide locali, fra le quali Jackie Mahom, leggenda della zona. Jackie, oltre a conoscere perfettamente questo lago, ha una grande competenza nel settore della costruzione degli artificiali, essendo nella squadra di Fulling Mill. Le sue mosche di maggio hanno funzionato alla perfezione. La pesca viene fatta con canne da 9,10 piedi per code 5,6 quasi esclusivamente a galla, con 1 o 2 mosche fatte saltare sulla superficie. Questa è una vecchia tecnica di pesca locale che una volta si effettuava con insetti veri fatti saltellare sulla superficie nel momento di massima schiusa. I tempi, i luoghi e i personaggi irlandesi rendono il viaggio in queste terre sempre emozionante.
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Rachel Lee https://instagram.com/rachellee_illustration rachelleeillustration.com rachelleeillustration@hotmail.com
Hello, my name is Rachel Lee and I am an artist from South Korea who now resides in New Zealand. My passion for drawing characters from comics began at the age of 9 and
has been a part of my life ever since. I am a graduate of Elam School of Fine Arts at the University of Auckland.
Mi chiamo Rachel Lee e sono un'artista della Corea del Sud che ora risiede in Nuova Zelanda. La mia passione per il disegno dei personaggi dei fumetti è iniziata all'età di 9 anni e da allora fa parte della mia vita. Mi sono laureata alla Elam School of Fine Arts dell'Università di Auckland. Dopo aver completato gli studi, sono tornata in Corea
Mio marito è la mia più grande ispirazione, poiché ha una personalità che è il perfetto opposto della mia. Il suo amore per la vita all'aria aperta mi ha indotta a disegnare varie specie di animali, poiché sembrano tutti personaggi unici con le proprie storie in attesa di essere scoperti attraverso la mia arte. La mia ultima sfida è stata catturare la bellezza della trota
del Sud, dove ho intrapreso una carriera nel settore informatico, all'epoca molto importante. Il mio obiettivo finale era progettare i personaggi dei giochi e ho avuto la fortuna di trovare lavoro presso un'azienda di videogiochi. Ho lavorato lì per alcuni anni prima di incontrare mio marito Sean. Ora abbiamo tre figlie e siamo tornati in Nuova Zelanda per crescere la nostra famiglia.
fario e della trota iridea, con i loro colori contrastanti e le loro caratteristiche uniche. La loro forza e bellezza hanno dato vita alla mia arte. Nel complesso, la mia passione per l'arte e il disegno è rimasta una costante nella mia vita e sono grata per le opportunità che ho avuto e che mi hanno permesso di perseguire la mia passione.
After completing my studies, I returned to South Korea where I pursued a career in the IT industry, which was more prominent at the time. My ultimate goal was to design game characters, and I was fortunate enough to land a job at a video game company. I worked there for a few years before
meeting my husband, Sean. We now have three daughters and have returned to New Zealand to raise our family.
has motivated me to draw various species, as they all appear to be unique characters with their own histories waiting to be discovered through my art.
unique characteristics. Their strength and beauty have brought my art to life.
My latest challenge has been capturing the beauty of Brown Trout and Rainbow Trout, with their contrasting colors and
My husband is my biggest inspiration, as he has a personality that is the perfect opposite of mine. His love for the outdoors
Overall, my passion for art and drawing has remained a constant in my life, and I am grateful for the opportunities that have allowed me to pursue my passion.
The Gesso river A lost paradise By Francesco Gufri - Photos Alessandro Seletti
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The Gesso (Gess in Piedmontese) is a large Piedmontese stream 42 km long. It is the main right-hand tributary of the Stura di Demonte, which flows in the valley of the same name in the Maritime Alps and develops its course entirely in the territory of the Province of Cuneo. Unlike the majority of the rivers and streams of the Po Valley, which all have almost parallel trends from West to East and receive their tributaries from lateral valleys arranged in a fishbone pattern, the Gesso basin has a characteristic fan-shaped configuration due to the numerous successive branches of
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the watercourse. Just upstream from Valdieri, this splits into two main branches, called Gesso della Valletta on the right and Gesso di Entracque or della Barra on the left. The regime of the watercourse is very variable, rapidly changing from low flows to particularly abundant flows, especially when rapid increases in temperature cause the snow cover to melt in a short time, or even when intense and/or prolonged rains are no longer retained and absorbed by the sward. Its average
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annual flow near the confluence with the Stura di Demonte is over 20 m³/s. This stream has been the subject of violent floods several times. The management of this river has also changed frequently depending on the various sections. The most famous area is certainly the Gesso della Regina reserve in the Valdieri area of Cuneo. After various vicissitudes, this stretch of about 6 km undertook a prevalently no-kill flyonly management thanks to a European Interreg project led by Simone Ardigò and a consortium of aficionados of this
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river. Unfortunately, an explosive mix arose subsequently, due to a combination of ignorance, incompetence and lack of foresight on the part of local administrators, which in combination with a large flood, ruined the entire project. The only hope is that perhaps this attempt has contributed to creating awareness among locals that fishing, if well managed, creates an important tourism industry in the area. We conclude with the hope that someone with serious intentions will come forward to restore this splendid river.
Il Gesso (Gess in piemontese) è un grosso torrente piemontese lungo 42 km, principale tributario di destra della Stura di Demonte che scorre nell'omonima valle delle Alpi Marittime e sviluppa il suo corso interamente nel territorio della Provincia di Cuneo. A differenza della maggioranza dei fiumi e dei torrenti della pianura padana che hanno tutti andamenti pressoché paralleli da Ovest verso Est e che ricevono i tributari da valloni laterali disposti a lisca di pesce, il bacino del Gesso presenta una caratteristica configurazione a ventaglio dovuta alle numerose successive ramificazioni del corso
d'acqua. Questo, poco a monte di Valdieri, si sdoppia in due rami principali, quello detto Gesso della Valletta a destra e quello detto Gesso di Entracque o della Barra a sinistra. ll regime del corso d'acqua è assai variabile, passando rapidamente da portate esigue a deflussi particolarmente abbondanti soprattutto quando rapidi aumenti della temperatura fanno fondere in breve tempo il manto nevoso o anche quando piogge intense e/o prolungate non sono più trattenute ed assorbite
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dalla cotica erbosa. La sua portata media annua presso la confluenza con la Stura di Demonte è superiore ai 20m³/s. Questo torrente è stato più volte protagonista di violente alluvioni. Anche la gestione di questo fiume è cambiata frequentemente a seconda dei vari tratti. La zona più famosa a livello internazionale è sicuramente la riserva Gesso della Regina in zona Valdieri di Cuneo. Questo tratto di circa 6 km, dopo diverse vicissitudini, era entrato in una gestione in buona parte nokill solo mosca grazie ad un progetto europeo Interreg capitanato da Simone Ardigò e ad una cordata di affezionati di
questo fiume. Purtroppo successivamente si è creata una miscela esplosiva causata da un insieme di ignoranza, incompetenza e poca lungimiranza da parte degli amministratori locali che, sommata ad una grossa alluvione, ha mandato in fumo l’intero progetto. L’unica speranza è che forse questo tentativo abbia contribuito a creare nei locali la consapevolezza che la pesca, se ben gestita, crea un importante indotto turistico sul territorio. Concludiamo con l’augurio che qualcuno interessato a far risorgere questo splendido fiume si faccia avanti con intenzioni serie.
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Home of the World’’s Best Fly Fishing Six Destinations
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Expert Guides
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Prolific Waters
ALPHONSE ISLAND
ASTOVE ATOLL
COSMOLEDO ATOLL
Two atolls that are home to three islands called
One atoll with an enclosed lagoon surrounded
One atoll with a vast lagoon surrounded
Alphonse, Bijoutier and St Francois
by flat and sheer drop offs
by nineteen islands
The Alphonse Group, made up of Alphonse, Bitjoutier and St Francois islands, is one of the most famed saltwater fly fishing destinations in the Indian Ocean. It is the perfect destination for fly anglers with partners and families that would like to explore the wide variety of leisure and eco-tourism experiences or simply relax on a secluded beach or around the pool with a cocktail. The Alphonse Group and its 10 000 acres of white sand flats are most well-known for their exceptional populations of bonefish as well as a variety of species such as GT, milkfish, permit, and triggerfish. This diversity gives anglers the opportunity to target a myriad of different species during their stay.
Astove Atoll is the best destination if you want to target massive GT on the flats in the Indian Ocean. Its shallow lagoon, surrounded by sheer drop-offs, makes the fishing experience unique, offering a wide selection of species to target. The Astove lagoon is a sanctuary for both juvenile and trophy-sized fish that feed on the shallow white sand flats. Aside from big GTs, Astove also offers innumerable opportunities for bonefish, permit, bluefin trevally, triggerfish, barracuda, and milkfish, to name a few. Offshore fishing starts just metres from the edge of the flats and allows anglers to test their skills against yellowfin tuna, dogtooth tuna, wahoo, and sailfish.
Cosmoledo is a barefoot paradise, the luxury eco pods and destination as a whole are great for those travelling with leisure partners. The perimeter of the atoll is covered with vast, wadeable sand flats dotted with islands of various shapes and sizes. What has become known as the ‘GT capital of the world’ also boasts impressive numbers of other fish, including bonefish, bluefin trevally, bohar snapper, barracuda, milkfish, the finicky Indo-Pacific permit, and a host of triggerfish species. The sheer numbers and variety of fish species have amazed the fly fishing world, with anglers from across the globe sampling the ultimate fishing playground!
FARQUHAR ATOLL
PROVIDENCE ATOLL
AMIRANTE ISLANDS
One atoll with a vast lagoon surrounded
One vast atoll with a shallow lagoon, sand
African Banks, Remire Reef, St Joseph’s Atoll
by nine islands
banks, flats and channels
and Poivre Atoll
Farquhar consistently produces some of the finest saltwater fly fishing on the planet. The wide variety of fish species, together with its diverse flats and offshore scenarios make it a complete saltwater experience for the travelling angler. It is one of two Seychelles locations where you have the chance of targeting bumphead parrotfish on the flats, and they are certainly one of the most powerful tailing fish you are likely to encounter. Farquhar also provides some truly exceptional offshore fly fishing for sailfish, wahoo, yellowfin tuna, dogtooth tuna, and a host of other species like grouper, snapper and jobfish, ticking species off your bucket list will be an easy task here.
Providence Atoll comprises of two Islands, Providence North and Cerf Island and the vast flats, enormous lagoon system and feeder channels offer fly fishermen the opportunity to wade 345 km² of pristine sand flats, turtle grass banks, surf areas and lagoon edges. Like many of the other atolls in the Seychelles, Providence Atoll is a true fly fishing wilderness. With no lodge on the atoll, guests live onboard our luxury yacht Quo Vadis. Anglers can expect to target the bumphead parrotfish and sight cast to a myriad of other species. Providence Atoll is known for its fantastic offshore fishing for sailfish and tuna that can be done from the skiffs or the aft deck of Quo Vadis.
The Amirante Islands are the best destination for targeting Indo-Pacific permit on fly. Although anglers focus on permit, the flats are pristine and alive with a variety of other sought-after species like bonefish, bluefin trevally and the occasional giant trevally. The area offers equally thrilling fishing for species like sailfish, wahoo, dogtooth tuna, yellowfin tuna and even marlin. As there are no lodges on the islands, it is truly wild and untouched and the only way to access the astounding fishing found here is on board one of our luxury vessels. All our trips are accompanied by polled skiffs, a captain, chef, deckhand and our professional team of international guides.
The Perfect
e v a W BriAn McGilly
Have you ever imagined jumping of a three-storey high waterfall into a pool of unknown depth below, with the feeling of gut-wrenching doom and pain that may be at the other end and still thought: “it’s probably worth a shot”? If you have, you have most certainly lost your mind and likely have a healthy case of adrenal insensitivity. It is, however, this kind of morbid adventure that entices us to go headlong into remote destinations to chase what is most certainly a fish nightmare that will try and ruin you and your gear in the most violent and embarrassing manner possible. Fly fishing for Giant Trevally, or GT’s, in the surf is a pursuit that requires a certain kind of insanity. It's a game that combines the unpredictability of the ocean with the stubborn menace of a fighting bull, all while standing waist-deep in violently churning water. It takes a special kind of angler to take on this challenge, one with a certain disregard for themselves, one willing to do battle with a fish that pulls harder than a handbag thief at the end of the month. The first rule of fly fishing for Giant Trevally: there are no rules! You simply take your heaviest gear you can cast for 5
days with more spare equipment than the airline will allow and book a trip to the Maldives. This will set you off on a steep learning curve of 100lb fly line cores, 110lb leaders, flies bigger than your cat and reels with enough drag to hold back the school bus. After the whirl wind tour of YouTube videos and bad advice from friends who caught some trout once, you will find yourself standing in paradise, waist deep in the warm ocean, staring directly into the face of a fish that looks like and angry Emoji surfing gracefully down the face of an impossibly large wave directly at you. You will panic, make a catastrophically shit cast, miss several panicked line strips and then……absolutely nothing will happen. That’s the point of graduation. Now you will appreciate the difficulty of this task. This is also the point of no return; the shaking hands and quivering breath take a few minutes to die down, replaying the “charge” over and over again in your mind, cementing the love of this gloriously violent pursuit – and you haven’t even connected yet! Remember that 110lb leader you saw on the 40th YouTube video you watched? Get some. Yes, you can fish lighter
and yes, you may land the fish but the only other nonexistent rule of GT fly fishing – don’t F*$k around. These fish are brutes. They will pull the living daylights out of you, exploiting the slightest weakness in you and your gear. If you hook that meter plus fish, the stars better align to keep you connected from start to finish to the purest violence. After a day or two, once you have gotten your rhythm with the 12wt, timing the waves and putting a long cast over the top and into the trough behind, finding the line in your hands with every strip and keeping contact with the fly, it'll be like a freight train hitting you. The line will be ripped from your hands and cut through the water at a speed that is unfathomable. As you feel the immense pressure, you cannot believe that you can put that much force into a fly rod – sometimes you can’t. If everything goes right and you manage to survive the first few minutes of blistering runs, with knuckles intact, you should be in the clear. Once that beautiful fish’s tail is in your hand and the tension in every muscle in your body has relaxed, the utter joy and exhilaration washes over in a soothing post-fight high- the only legal kind in the Maldives.
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There is something magical in fishing the surf, the feeling of the waves crashing against your legs, the salt spray in your face, the sound of rushing water all around you. There is an alluring challenge of fighting a fish using nothing your strength and skill to bring it to hand. Fly fishing for GT’s is the classiest bare knuckle fight you can imagine, like chasing your Tequila with the most expensive Champagne. There is a plethora of international destinations that offer the Fly angler a shot at truly big GT’s. Some destinations have become household names and others are fast developing a reputation for remote adrenaline rushes. The Maldives has somehow maintained the quiet kid in the corner position. Most Maldivian resort brochures splash stilted villas over turquoise water with cocktails and perfect suntans, this is however only a fraction of the atolls true appeal. There are over 1000 islands in 26 atolls, each with its unique structure and predominant populations of tropical fish. You will likely catch fish in any of the atolls but most probably not through a resort as they generally do not offer fishing and specifically not fly fishing as this requires specific knowledge on the areas accessible to fly fishing guests and an array of gear
Hai mai immaginato di saltare da una cascata alta tre piani in una piscina sottostante, con la sensazione di pericolo e di rovina e di pensare: "probabilmente vale la pena provare"? Se sì, hai sicuramente perso la testa e probabilmente soffri a tutti gli effetti di insensibilità surrenale. È tuttavia, questo tipo di desiderio morboso che ci spinge a dirigerci verso destinazioni remote per inseguire quello che è sicuramente un incubo che cercherà di rovinare noi e la nostra attrezzatura nel modo più violento e imbarazzante possibile. La pesca a mosca dei Giant Trevally, o GT, nel surf è un'attività che richiede un certo tipo di follia. È un gioco che combina l'imprevedibilità dell'oceano con la minaccia ostinata di un toro da combattimento, il tutto mentre si sta immersi fino alla cintola nell'acqua violentemente agitata. Ci vuole un tipo speciale di pescatore per affrontare questa sfida, uno con un certo disprezzo per se stesso, uno disposto a combattere con un pesce che tira più forte di un ladro di borsette alla fine del mese. La prima regola della pesca a mosca del Giant Trevally: non ci sono regole! Prendi semplicemente la tua attrezzatura più pesante, più attrezzatura di riserva di quella consentita dalla
compagnia aerea e prenoti un viaggio alle Maldive. Questo farà salire la tua curva di apprendimento, con mucchi di coda da 100 libbre, finali da 110 libbre, mosche più grandi del tuo gatto e mulinelli con resistenza sufficiente a trattenere uno scuolabus. Dopo il vorticoso tour dei video di YouTube e i cattivi consigli degli amici che una volta hanno catturato delle trote, ti ritroverai in paradiso, immerso fino alla cintola nel caldo oceano, a fissare direttamente in faccia un pesce che sembra un Emoji arrabbiato che surfa con grazia lungo la faccia di un'onda incredibilmente grande direttamente verso di te. Andrai in ansia, farai un lancio catastroficamente di merda, perderai diversi metri di coda in preda al panico e poi... non succederà assolutamente nulla. Questo è lo scopo del tuo viaggio. Ora apprezzerai la difficoltà di questo compito. Sei ad un punto di non ritorno; le mani tremanti e il respiro affannato impiegano alcuni minuti per calmarsi, ripetendo la "carica" più e più volte nella tua mente, cementando l'amore per questa ricerca gloriosamente violenta - e non ti sei nemmeno ancora connesso! Ricordi quel leader da 110 libbre che hai visto nel quarantesimo video di YouTube? Procuratene alcuni.
Sì, puoi pescare più leggero e sì, puoi catturare il pesce, ma l'unica altra regola inesistente della pesca a mosca ai GT è: non andare in giro. Questi pesci sono bruti. Ti sconquasseranno, sfruttando la minima debolezza in te e nel tuo equipaggiamento. Se allami quel pesce da più di un metro, le stelle si allineano meglio per tenerti connesso dall'inizio alla fine con la violenza più pura. Dopo un giorno o due, una volta che hai preso il tuo ritmo con la 12wt, cronometrando le onde e facendo un lungo lancio sopra la cima e nel trogolo dietro, ritrovando la coda tra le mani con ogni strip e mantenendo il contatto con la mosca, sarà come se un treno merci ti colpisse. La coda ti verrà strappata dalle mani e taglierà l'acqua a una velocità incredibile. Quando senti la pressione, non puoi credere di dover mettere così tanta forza in una canna da mosca – a volte non puoi. Se tutto va bene e riesci a sopravvivere ai primi minuti di corse violente, con le nocche intatte, dovresti essere a posto. Una volta che hai in mano quella bellissima coda di pesce e la tensione in ogni muscolo del tuo corpo si è rilassata, la gioia e l'euforia assoluta si riversano in una rilassante ebbrezza post-combattimento, l'unico tipo legale alle Maldive. C'è qualcosa di magico nella pesca sulle onde,
la sensazione delle onde che si infrangono contro le tue gambe, la nebbia salina sul tuo viso, il suono dell'acqua che scorre intorno a te. C'è una sfida allettante nel combattere un pesce usando solo la tua forza e abilità per avvicinarlo. La pesca a mosca ai GT è la lotta a mani nude più elegante che tu possa immaginare, come inseguire la tua tequila con lo champagne più costoso. C'è una miriade di destinazioni internazionali che offrono al pescatore a mosca la possibilità di provare a cimentarsi con grandi GT. Alcune destinazioni sono diventate nomi familiari, mentre altre si stanno rapidamente guadagnando la reputazione di località remote e adrenaliniche. Le Maldive hanno in qualche modo mantenuto il ragazzo tranquillo in un angolo. La maggior parte delle brochure dei resort maldiviani diffonde immagini di ville su palafitte sull'acqua turchese con cocktail e abbronzature perfette, ma questa è solo una frazione del vero fascino degli atolli. Ci sono oltre 1000 isole in 26 atolli, ognuno con la sua struttura unica e una popolazione predominante di pesci tropicali. Probabilmente catturerai pesci in qualsiasi atollo, ma molto probabilmente non attraverso un resort, poiché generalmente non offrono la pesca e in particolare non la pesca a mosca, poiché ciò
that is not common in the Maldives. Thus, the Maldives has been a DIY destination to target tropical reef species and specifically the GT’s. Partly because it is easily accessed, there is a ton of accommodation options and because it is cost effective (if you are willing to skip the stilted villas). There is a catch; however, you need to explore to figure out the patterns of where the most productive zones are, what times and tides are preferred and which parts are likely to have fish at specific tide windows. Understanding the dynamics of each area of an atoll takes time and is an investment to get a deep understanding of the movements of these fish. The incredible thing is that the next set of islands is likely completely different, and the decoding process must be repeated. Having mostly figured out these patterns, we fast track the point at which you get a fly in front of a fish in the right conditions to get the reaction you are looking for, but this of course means little in determining the end result as has been described above! There is a trifecta that must intersect to give you the shot at your dream fish, namely, the location, the equipment and
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the expertise. With those three elements well planned, your dollars are likely going to be well spent. And in essence this is what the trips to the Maldives are about, offering a flats and reef experience at a price that is truly accessible and doesn’t make this a once in a lifetime trip. It doesn’t try to be a Seychelles remote island alternative, because it simply isn’t that. What it is though is a magical tropical paradise with an incredibly healthy reef environment offering the angler shots at trophy GT’s if they are willing to put in some elbow grease and meet the beast in the ring, in the fish’s comfort zone. Why do we spend thousands of dollars on gear, travel halfway around the world, and stand waist-deep in the ocean, all for the chance to catch a fish that we'll eventually release back into the wild? Because it’s pure adventure. And why the hell not go to the extremes to see how much fun you can have dressed in tights and looking like an overdressed drunk Heron stumbling around the reefs? And yes, it’s also for the epic memories and most likely the dramatic pictures of you trying to hold a seriously big fish in the crashing surf.
richiede una conoscenza specifica delle aree accessibili e una serie di attrezzature che non sono comuni alle Maldive. Pertanto, le Maldive sono diventate una destinazione faida-te per prendere di mira le specie della barriera corallina tropicale e in particolare i GT. In parte perché è facilmente accessibile, ci sono tantissime opzioni di alloggio, ed è conveniente (se sei disposto a evitare le ville su palafitte). E’ però necessario esplorare per capire dove si trovano le zone più produttive, quali orari e maree sono preferibili e quali parti è probabile che abbiano pesci in specifiche finestre di marea. Comprendere le dinamiche di ogni area di un atollo richiede tempo ed è un investimento per capire a fondo i movimenti di questi pesci. La cosa incredibile è che un altro gruppo di isole probabilmente sarà completamente diverso e il processo di decodifica dovrà essere ripetuto. Avendo per lo più capito questi schemi, tracciamo rapidamente il punto in cui si ottiene una mosca di fronte a un pesce nelle giuste condizioni per ottenere la reazione che si sta cercando, ma questo ovviamente significa poco nel determinare il risultato finale come è stato fatto precedentemente! C'è una tripletta che deve intersecarsi per darti la possibilità di catturare il pesce dei tuoi sogni, vale a dire la posizione,
l'attrezzatura e l'esperienza. Con questi tre elementi ben pianificati è probabile che i tuoi soldi saranno ben spesi. E in sostanza questo sono i viaggi alle Maldive, offrire un'esperienza di flat e barriera corallina a un prezzo veramente accessibile e non irripetibile. Non cerca di essere un’alternativa alle isole remote delle Seychelles, perché semplicemente non lo è. Quello che è, però, è un magico paradiso tropicale con un ambiente corallino incredibilmente sano che offre ai pescatori colpacci a GT da trofeo se sono disposti a mettere un po' di olio di gomito e incontrare la bestia sul ring, nella zona di comfort dei pesci. Perché spendiamo migliaia di dollari in attrezzature, viaggiamo dall'altra parte del mondo e stiamo nell'oceano fino alla cintola, tutto per avere la possibilità di catturare un pesce che alla fine rimetteremo in libertà? Perché è pura avventura. E perché diavolo non andare agli estremi per vedere quanto puoi divertirti vestito in calzamaglia e con l’aspetto di un airone ubriaco troppo vestito che inciampa tra le barriere coralline? Eh sì, è anche per i ricordi epici e molto probabilmente per le foto scenografiche di te che cerchi di trattenere un pesce davvero grosso tra le onde che si infrangono.
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