Riaccendo il cellulare soltanto dopo essere arrivato a Luleå, grande città situata a Nord della Svezia; sapevo di dover chiamare un certo “Sonny”, proprietario del lodge di pesca, conosciuto soltanto tramite qualche mail. Il mio inglese un po’ arrugginito, il suo poco comprensibile e lo scarso segnale non hanno facilitato la conversazione, ma ho capito benissimo che da lì a poco avrei cenato e subito
dopo pescato lucci. A galla. Alle 11 di sera. Il viaggio dall’aeroporto al lodge dura circa 2 ore e mezza e le uniche cose che mi fanno compagnia sono le parole di Sonny al telefono, due compagni stanchi e il numero infinito di specchi d’acqua presenti qua e là. Ne avremo contati almeno 100. Dopo una timida presentazione a
tavola, lo abbiamo tempestato con mille domande, ovviamente relative alle mosche da utilizzare. Sonny non è un pescatore a mosca, ma ci dice che si può usare qualsiasi esca che lavori sulla superficie dell’acqua per vedere l’onda del pesce che lo attacca .Non ci credo. In 2 minuti avevamo già scaricato i bagagli “inutili”, per poi ripartire armati di 9’ # 9/10 verso uno dei tanti laghi presenti. Nonostante le gambe fossero
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