Gubbio Oggi n. 7/2018

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Mensile indipendente di informazione della città di Gubbio

Il viaggio della vita • Nozze di diamante fra Gubbio e Thann • Nel nome di Sant’Ubaldo, intervista esclusiva al Vescovo • Gubbio Calcio: l’attesa è finita

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Contenuti

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Editoriale................................p. 04 Inchiesta

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Nozze di diamante fra Gubbio e Thann.............................................p. 06 Nel nome di Sant’Ubaldo.................p. 08 Piccola grande accoglienza..............p. 10 In cammino nella vita.......................p. 12 Questo per me è stato il Cammino!....p. 14 Turismo religioso: 5,6 milioni di pellegrini pronti a partire.............p. 15

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Sport Frecce eugubine d’Oro.....................p. 27 L’attesa è finita.................................p. 28 La “prima” di Magliona....................p. 30 Simona e Maria Letizia, coppia vincente............................................p. 32

I Fatti del mese Notizie e aggiornamenti da Gubbio e il comprensorio............p. 34

GubbioOggi più Attualità

16

Nuovo volto per GubbioOggi che si fa digitale...............................p. 16 FAQ varchi e telecamere..................p. 18 Centro storico ostaggio dei residenti...........................................p. 20 Festival del Medievo, asso piglia tutto!................................................p. 21

36

rubriche.......................................p. 36 L'angolo per pensare........................p. 38 Prossimamente................................p. 39 la pagina rosa...........................p. 42 Cucina tipica.....................................p. 44 lo zi' baldino..............................p. 45

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Cultura Percorsi diversi: Roberto e i suoi “amici”..............................................p. 22

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Gubbio Ieri I nostri ricordi più belli.....................p. 46

Foto di copertina: Press News

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Design: Venerucci Comunicazione - Gubbio Stampa: in proprio Dir. Edit.: F. Venerucci Dir. Resp.: Martina Cancellotti Chiuso in redazione il 06.09.2018

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Un’estate fa “L’estate somiglia a un gioco è stupenda ma dura poco”

di Martina Cancellotti

Eh già, l’estate è finita, pronta per essere ricordata per feste, serate, giornate trascorse al mare, vacanze, amici e magari per il vestito di tendenza che non andrà più di moda per i prossimi anni e che poi sarà troppo tardi da indossare quando sarà di nuovo in voga. Così l’autunno è alle porte e, onestamente, a me non dispiace. Ricomincerà la scuola, le giornate al lavoro saranno più corte, pure lo shopping non sarà più lo stesso senza saldi ma qualcosa di nuovo ci attende. E sono quelle piccole cose fatte di routine, di giornate che hanno il profumo delle castagne, il colore delle foglie appassite e che sono fatte di scadenze incastrate nei dettagli tra palestra, spesa, aperitivo, tra l’andare a prendere i figli all’asilo o a scuola per poi portarli agli allenamenti per non parlare della mattina quando bisogna tirarli letteralmente giù dal letto. E poi decidere cosa mangiare per cena che solo una donna sa quanto possa essere snervante. Però, è questo il vero mondo. Perché, alla fine, bella la parentesi delle vacanze ma quanto è affascinante la quotidianità fatta del ritorno a casa dopo il lavoro, di un film visto sotto le coperte? La chiamano normalità per denigrarla ma è la vera vita, quella singola di ognuno di noi. E poi, a pensarci bene, le vacanze di Natale non sono così lontane.

sono quelle piccole cose fatte di routine: è questo il vero mondo

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Inchiesta

Nozze di diamante fra Gubbio e Thann Sessant’anni di gemellaggio, sì, ma essi sono, alla luce dei fatti, i figli di dieci secoli di storia. Ecco come tutto ebbe inizio Di Luca Baldelli

I ceri mezzani a Thann nel 1998 (Gavirati)

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essant’ anni e non li dimostra: non vi è incipit migliore, per la ricorrenza dei sessant’anni del gemellaggio tra Gubbio e Thann, un sodalizio a distanza (ma non troppo) intriso di storia, cultura, spiritualità, dove l’antico ed il nuovo si son saputi fondere in maniera ottimale, dove l’ancestrale ed il contemporaneo si sono da sempre uniti in un abbraccio fecondo e foriero di nuove, sempre più profonde, interazioni.

Di acqua sotto i ponti ne è passata, dal 1958, e né il Camignano né il Thur hanno mai avuto pruriti di gelosia nel levigare assieme le pietre del tempo e nel far girare le macine della fratellanza. E sì che il legame tra le due Città risale non alla fortuità, alla roulette della casualità, ma alla figura di Sant’Ubaldo, guida religiosa e condottiero civile, riferimento poliedrico, saldo ed imperituro per laici e religiosi, per chi discetta di storia, per chi fa di conto col freddo calcolo illuministico, per chi pone innanzi a tutto la fede e per chi ama e si orienta nel mondo

con le ragioni del cuore, proprio quelle, pascaliane, che la ragione non conosce. Ubaldo, Thiebaut (Teobaldo) a Thann, è dunque la figura che sta alla base della fondazione della Città alsaziana e del suo sviluppo nel corso dei secoli.

Il nostro Santo patrono, infatti, aveva un fido servo di stirpe tedesca, il quale, prima che Ubaldo spirasse nel suo letto di morte, ebbe cura di sfilargli il guanto della mano destra e l’anello, del quale il Vescovo aveva raccomandato la conservazione. Secondo la leggenda, assieme al guanto, nello stato di degrado fisico nel quale versava Sant’Ubaldo, venne via anche il dito pollice.

Una ricognizione effettuata sul corpo del Santo nel 1975 / 76, ad opera di una squadra di esperti dei Musei vaticani, permetterà di appurare che dalle spoglie mancava una parte epidermica del dito mignolo destro, perfettamente coincidente, per dimensioni, con la sezione della reliquia di Thann, ad evidenziare quanto fosse aderente al vero la leggenda da sempre tramandata, con la sola variante del dito in questione. Ad ogni buon conto, il ser vo pensò bene di preservare la reliquia nella cavità del suo bastone.

Nel 1161, un anno dopo la morte di Ubaldo, l ’uomo fece le opportune provviste e si incamminò verso l’Alsazia, regione nevralgica del

Sacro Impero, con l’intenzione di tornarsene nei luoghi natii. Giunto ormai quasi a destinazione, il 30 giugno, egli si addormentò all’ombra di un albero e, al risveglio, si accorse, con sommo stupore, che il suo bastone era rimasto fisso in terra, inamovibile, quasi a voler marcare una fatidica posizione.

Tanto fu lo sgomento, che l’uomo decise di sublimarlo in un afflato di devozione e di preghiera. Nelle stesse ore, nella medesima zona, un altro prodigio si compì: stavolta fu la vita del potente Conte Engelhard Von Pfirt ad esserne scossa. Il nobiluomo, tormentato dall’insonnia, se ne stava passeggiando nel cuore della notte, contemplando gli spazi aperti dalla sommità del suo castello, quando una visione lo rapì: tre abeti stavano bruciando, divorati dalle fiamme, e tuttavia le lingue di fuoco non riuscivano ad incenerirli.

Pervaso da meraviglia, l’aristocratico scese per l’impervio sentiero che menava al suo maniero e si incontrò con il servo di Sant’Ubaldo, che gli espose quanto era avvenuto, assieme ai particolari della sua esperienza a Gubbio.

Von Pfirt, allora, chiamò a sé un sacerdote; costui afferrò il bastone e riuscì a spostarlo, recuperando anche la reliquia; senza un attimo di esitazione, il nobile si rivolse dunque al servo e disse lui: “Stai tranquillo e non temer nulla: tutto fa conoscere che Iddio vuole che il santo vescovo Ubaldo sia venerato fra noi, che questa reliquia resti in questo luogo, che qui gli sia eretta una Chiesa, e tu qui accanto avrai come vivere per tutto il tempo della tua vita”. Da quel momento, il nome di Ubaldo (riadattato in Thiebaut, Teobaldo), risuonò nella vallata e fu testata d’angolo nella costruzione del-

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La crémation des trois sapins del 30 giugno scorso

la Città di Thann. Non a caso, si dice che “Thann est la fille ainee de Gubbio“ (Thann è la figlia primogenita di Gubbio). In un Medio Evo pervaso di spirito religioso e mistico in ogni sua piega, l’edificio più importante, attorno al quale si strutturò l’identità cittadina, non poteva che essere la Collegiata di S. Ubaldo (“Collegiale de St. Thiebaut”), menzionata per la prima volta nel 1290: gotica, imponente, in essa è custodita la reliquia del Santo ed è anche e soprattutto per questo che, da secoli, essa è meta di imponenti pellegrinaggi. I legami tra Gubbio e Thann divennero nel tempo via via sempre più stretti, ad affratellare due comunità unite da una comune sorgente spirituale: dal 1289, anno nel quale il Vescovo eugubino Benvenuto si reca in viaggio in Alsazia, passando per il 16 maggio 1958, data della stipula del gemellaggio, fino al 1998, quarantennale del gemellaggio stesso, solennemente onorato e festeggiato da una

nutrita delegazione di Eugubini, con i Ceri mezzani presenti nelle vie di Thann, il filo rosso della memoria e della devozione, in bilico tra le due Città, non è stato mai reciso.

Tre Ceri… come tre sono gli abeti (“sapins“) che ogni anno, il 30 giugno, vengono bruciati a Thann in serata, davanti alla Collegiata, dopo i Vespri solenni e la corale processione con il corpo di Sant’Ubaldo. E’ la “Cremation des trois sapins“, questo rito così traboccante di fede, di valori, di simbologia e numerologia indoeuropei: le fiamme si levano al cielo, quasi a volersi slanciare a singolar tenzone con la guglia della Collegiata, 76 metri di arte e di leggiadria partoriti dal genio di Remy Faesch, artista ed impresario svizzero dei famosi “secoli bui” (secondo i soloni dello pseudo – illuminismo) medievali. Un po’ come, il 15 maggio,

in una cornice del tutto diversa, ma egualmente pulsante di vitalismo e di una devozione protesa a dare la scalata al cielo, si stagliano nell’aria i Ceri, condotti sino alla vetta del Monte Ingino dalla fatica e dall’amore imperituro degli Eugubini. Sessant’anni di gemellaggio, sì, ma essi sono, alla luce di tutto ciò, i figli di dieci secoli di storia, in equilibrio tra l’Eterno Ritorno ed il tempo lineare giudaico – cristiano.

Gli Scout di Thann rendono omaggio a S.Ubaldo.

Il saluto di Sindaco, Vescovo e Scout eugubini

Un gemellaggio è reso ancora più solido se la condivisione di valori comuni passa attraverso esperienze diverse. Ed è così che dopo le celebrazioni dello scorso 30 giugno, Gubbio e Thann rinnovano il proprio connubio nella comune venerazione di S.Ubaldo grazie al movimento scout.

Nel mese di luglio, a Gubbio, è arrivata una nutrita delegazione del gruppo scout di Thann, la cittadina alsaziana francese gemellata con Gubbio. Il gruppo di oltre 70 scout, è stato in visita alla Basilica di S.Ubaldo ed è stato salutato dal sindaco Stirati e dal Vescovo Paolucci Bedini. A fare gli onori di casa il gruppo Masci, Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, Gubbio 1. Nel corso della visita alla Basilica, il sindaco ha ricordato l'importanza del connubio tra le due città, come uno dei più antichi gemellaggi d'Europa. Dal canto suo, il Vescovo ha sottolineato i valori che esprime la figura di Ubaldo nei quali si identificano le due comunità, come ha avuto modo di constatare proprio il 30 giugno scorso partecipando alla cerimonia della Crémations des trois sapin.

Grande curiosità, entusiasmo e partecipazione da parte dei giovani scout francesi che sono rimasti a Gubbio per oltre 15 giorni nel campo allestito al parco di Coppo.

Fonte: www.trgmedia.it

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Nel nome di Sant’Ubaldo Il Vescovo, Mons. Luciano Paolucci Bedini, fa un bilancio dei suoi 9 mesi di episcopato, fra idee per il turismo dei pellegrini, riforme, spirito ceraiolo, con un particolare ritratto della gente di Gubbio. E ci svela una curiosità…

Di Simone Zaccagni

Mi

scusi eccellenza, prima di tutto, che squadra tifa?

Ho giocato a pallavolo, quindi tifo Lube, e ce la siamo giocata fino all’ultimo proprio con Perugia.

Ma la Lube è sempre una squadra molto forte. Di calcio non sono molto appassionato, ma se proprio devo dirne una, dico Napoli.

Certo, esordire con questa domanda al Vescovo di Gubbio, Mons. Luciano Paolucci Bedini, è un po’ impudente, ma visto il suo modo di fare, che mette subito a proprio agio, l’aspetto che dimostra ancora meno della giovane età che ha e soprattutto il fatto che chi l’ha preceduto era un acceso tifoso doriano, e visto il mio notorio chiodo per lo sport, non potevo evitarla.

So che Mons. Ceccobelli è molto appassionato di calcio, non si perdeva una partita: in cucina ho ritrovato pure le sue tazzine personalizzate, blucerchiate, le ho cambiate da poco…

Oltre alle tazzine della Sampdoria, cosa ha trovato nella chiesa eugubina?

Una comunità che desiderava tantissimo avere un vescovo, sicuramente per il riflesso della figura di Sant’Ubaldo. Lo sto comprendendo adesso, per voi

Eugubini il Patrono è presente quotidianamente ed il Vescovo in qualche modo lo incarna. Scherzando, dico che il Vescovo di Gubbio è sempre Sant’Ubaldo…

Un’eredità difficile, tanto per rimanere in tema di calcio, come chi giocherà al posto di Buffon…

Più o meno… Certo, al cospetto di Sant’Ubaldo ognuno è indegno e smarrito, ma la sua santità è un conforto piacevole, come dire, mi sento le spalle coperte.

E degli Eugubini che dice?

Gente accogliente, generosa, con un radicato attaccamento alle tradizioni, con qualche punta tipicamente appenninica di ostinazione sulle cose: il cambiamento un po’ li spaventa.

E a proposito di tradizioni, come ha vissuto la sua prima festa dei Ceri da Vescovo?

A dire il vero era la mia prima festa dei Ceri in assoluto, e viverla pure da figura protagonista della festa è stato bello, coinvolgente ed emozionante. È una festa che porta unione, finché ci sarà il rispetto delle varie sensibilità, terrà tutti uniti. E si può vivere a vari livelli, sia da quello religioso che da quello laico, perché il Santo a cui essa si ispira ha una valenza sia religiosa che civile e sociale.

Ma ho realizzato pure che, per chi non è nato a Gubbio, è una festa di non facile comprensione. È necessario immergersi per capirla, ma anche in questo modo è complicato comprenderne fino in fondo i sentimenti che la animano.

Anche questo è uno dei miracoli della Festa.

Il suo episcopato è iniziato a dicembre, sotto la pioggia battente, con il cammino da Assisi verso Gubbio. Lei è arrivato a Gubbio a piedi…

Il cammino è una cosa

che mi piace, sono molto vicino al movimento scout. Peccato che Gubbio sia una semplice tappa intermedia della Via di Francesco, bisognerebbe accogliere il pellegrino e farlo fermare, magari con un piccolo itinerario, una proposta di una mezza giornata dove ci sia cultura e spirito. Gubbio può diventare la città dei pellegrini: il pellegrinaggio è una grande risorsa della Chiesa, soprattutto per coinvolgere i giovani A proposito di giovani, è sempre più difficile avvicinarli alla Chiesa È vero, una volta l’oratorio era il luogo di ritrovo per eccellenza, adesso fra quelli reali (bar, pub, club) a quelli virtuali (social, chat) il giovane si disperde. Noi abbiamo il dovere di attirarli con proposte valide, far incontrare il loro desiderio di vita buona: scoprire il senso della propria vita, che contempli l’impegno di sé in una dimensione comunitaria. Tutti i giovani si interrogano sul senso della vita, che per la Chiesa è nascosto nel Vangelo. Ma il segreto è accogliere ed ascoltare i giovani, allora di conseguenza ci sarà dialogo e condivisione, anche con il più diffidente. Il giovane va rispettato nella sua libertà ed intelligenza, perché, sia chiaro, nessuno inculca la Fede a nessuno. È difficile avvicinare alla Chiesa non solo i giovani, ma anche chi ne vuole far parte attiva: a Gubbio il clero è anziano e scarso numericamente. Come si dice, “la messe è tanta, ma gli operai sono pochi”.

Certo, la crisi di vocazioni è un problema nazionale, non solo locale. Noi dobbiamo incoraggiare ed accogliere il giovane che si sente chiamato a questa strada, ma, come si sa, le vocazioni vengono dal Signore. Noi possiamo solo assisterli nel cammino di

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fede ed aiutarli di più a leggere i segni di questa chiamata per poi rispondere con generosità.

Scusi ancora il mio empio paragone calcistico, ormai avrà capito che è la mia “fede”, ma le squadre, quando hanno difficoltà nel vivaio, pescano all’estero…

Non è empio, anzi. È previsto un aiuto reciproco fra le varie diocesi, quando possibile, e anche che un prete venga dal Sudamerica o dall’Africa se è suo desiderio venire ad evangelizzare in Europa.

Ma è anche vero che non possiamo cercare i preti come al supermercato. Al massimo si possono risolvere problemi logistici accorpando parrocchie e messe, anche e soprattutto per avere la possibilità di una migliore vita di comunità. Ma rimane il fatto che una Chiesa con scarsità di vocazioni ha problemi di vitalità. Ciò che attrae è prima di tutto la testimonianza di una vita bella e buona.

Vorrei porle l’attenzione sulla questione dell’iniziazione alla vita cristiana e dei sacramenti, che a Gubbio sembra interessare molto la gente per le questioni formali, ma assai poco per

quelle sostanziali, che a dire il vero sono molto più importanti. È giusto, come il fatto che fare comunione e cresima a 10 anni, e magari insieme, è prematuro. Una volta era scontato fare i sacramenti perché le famiglie erano le prime maestre della fede dei figli. Quindi era un passaggio naturale. Oggi è rimasta in gran parte solo la tradizione, con tanta fatica dei genitori sulla trasmissione della fede ai figli, ma i sacramenti non sono riti magici, occorre accoglierli in un percorso di comprensione, di esperienza e conoscenza. Prima che i bambini, che non possono comprendere appieno certe realtà, bisognerebbe accompagnare e formare i genitori. La Chiesa italiana da anni sta riflettendo sull'opportunità di anticipare o posticipare il tempo dei sacramenti dell'iniziazione cristiana, per dare maggiore importanza al dono della grazia e alla seguente educazione cristiana, o attendere una età maggiore per una scelta più personale e consapevole. In un tempo di scristianiz-

zazione come questo, il timore è ovviamente quello di pensare che tanti ragazzi non sceglieranno poi da grandi di ricevere i sacramenti, ma probabilmente saranno scelte più solide.

Per finire, un suo bilancio su questi primi mesi eugubini Sicuramente positivo, a cominciare, come ti dicevo, dall’accoglienza che ho ricevuto. Ma soprattutto ho potuto conoscere persone di valore che danno vita ad iniziative importanti e significative. Ho apprezzato vivaci realtà diocesane e parrocchiali, ma anche laiche, che fanno cose meravigliose.

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Piccola grande accoglienza La Via di Francesco è sempre più apprezzata dai pellegrini di tutto il mondo. Con una punta nei mesi estivi, sia per il clima che per alcuni eventi di grande richiamo Di Simone Zaccagni

Simone Minelli

La diocesi di Lodi con alcuni collaboratori Eugubini

Si

parla molto di turismo religioso e pellegrini, allora abbiamo chiesto a Simone Minelli, che gestisce “piccolAccoglienza Gubbio”, di spiegarci quale è la situazione di tale realtà.

Il mondo dei cammini ha vissuto nel mese di agosto due grandi eventi: il primo è stato la “Festa del Perdono”: si tratta di un’indulgenza plenaria che può essere ottenuta in tutte le chiese parrocchiali e francescane dal mezzogiorno del 1º agosto alla mezzanotte del 2 e tutti i giorni dell’anno visitando la Chiesa della Porziuncola di Assisi dove morì San Francesco.

Il Poverello ottenne l’indulgenza da Papa Onorio III il 2 agosto 1216 dopo aver avuto un’apparizione presso la chiesetta. In pratica da tutto il mondo ci si è diretti verso la Porziuncola: fra le varie diocesi, la pastorale di Barcellona ha portato 120 giovani in città, che hanno visitato Gubbio e poi percorso la Via di Francesco fino ad Assisi. Il pellegrinaggio è stato presieduto dal Vescovo Ausiliare di Barcellona Mons. Antoni Vadell Ferrer.

Altro evento importante per la chiesa italiana, è stato il progetto dal titolo “X 1000 strade”, for-

temente voluto da Papa Francesco, che ha raccolto intorno a sé nelle giornate dell’11 e 12 agosto migliaia di ragazzi. Il pontefice ha chiesto alle diocesi di preparare un cammino, e così oltre 190 diocesi si sono organizzate per fare almeno un tratto della strada che li portava a Roma a piedi oppure altri pellegrinaggi nelle proprie diocesi, questo per usare lo strumento pellegrinaggio per essere preparati alla giornata con il Papa e pregare per il sinodo dei giovani in programma ad Ottobre. La diocesi di Lodi ne ha approfittato per partire da Gubbio e percorrere la Via di Francesco, e da Assisi ripartire con i mezzi per raggiungere Roma. I 130 ragazzi lombardi ne hanno approfittato per omaggiare il loro san Giovanni da Lodi, che è sepolto nella nostra Cattedrale. Hanno visitato Gubbio e sono stati accolti tramite gemellaggi nelle parrocchie e nei conventi della città.

Ma questo è il mondo del pellegrinaggio, che non è proprio turismo religioso Sono argomenti che si intrecciano! il turismo religioso ri-

guarda coloro che vogliono vivere momenti belli della diocesi e visitare santuari, chiese, musei, cercando di andare in alberghi e ristoranti. Invece i pellegrini molto spesso, vanno a cercare l’essenza, in un modo spartano e semplice.

Cercano di vivere senza comodità, con pasti al sacco, portando nello zaino solo l’indispensabile.

Poi magari tornano a visitare le città che hanno toccato velocemente con le famiglie tipo a Natale o in altre occasioni: i pellegrini a piedi vivono dinamiche diverse rispetto il turismo religioso, arrivano stanchi alla sera e partono alle 5 della mattina, soprattutto in estate quando le giornate sono afose. Partendo da La Verna o addirittura da Firenze, alcuni pellegrini si organizzano per fare “il giorno di riposo dopo 5 giorni di cammino” proprio a Gubbio e visitare la nostra città!

E la piccolAccoglienza che ruolo svolge in tutto questo?

La “piccolAccoglienza Gubbio” è un servizio della Diocesi di Gubbio. Abbiamo l’obiettivo di aiuta-

Alcuni giovani della pastorale di Barcellona mostrano le credenziali

La numerosa delegazione catalana

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Settembre 2018 Foto: Press News

Foto: Press News

Momenti del Sentiero di Francesco, edizione 2018 Foto Press News

Foto: Press News

re tutti i pellegrini desiderosi di percorrere il cammino che è stato di Francesco prima di loro e di assisterli per l’organizzazione della parte logistica, in particolare per il tratto Pietralunga-Gubbio-Assisi.

L’ufficio diocesano ha predisposto delle idee per tutte le realtà parrocchiali, gruppi scout, famiglie, bambini e fidanzati che desiderano vivere l’esperienza del pellegrinaggio. In pratica è al

servizio del pellegrino: rilascia la credenziale, lo informa sui punti d’acqua, sui mezzi pubblici e sui collegamenti, sugli orari delle messe e dei musei, sui grandi e piccoli eventi che ci sono in città.

Se qualcuno ci chiede consigli su dove alloggiare in hotel, b&b, agriturismi, gli consigliamo Avevo già scritto relativamente alla via di di chiamate lo IAT Francesco, che poteva essere ancora una di Gubbio o di visirisorsa, una ricchezza per il territorio: tare il sito internet questi pellegrini di pace che lo percorrono, del comune. probabilmente avranno esigenze semplici, Ma contribuite ma certamente avranno bisogno di strutture pure a tenere puil recettive, quindi qualcosaa va fatto. Anche lito il percorso?

Parco della Vittorina, o della Pace, va attrezzato In realtà la mano e curato, proprio perché questi viandanti stan nutenzione e la o aumentando. Era il caso già di aver organizzat segnaletica della to qualcosa per l’accoglienza, con un centro gesti Via di Francesco è e da giovani, così da dare informazioni e anch in forza alla regioper rifocillarsi, nuove tabelle, la segnaletica, ne Umbria che da ti sapendo che i pellegrini sarebbero aumenta poco tempo ha ra. sensibilmente. Niente è stato fatto, mi semb , per Avevo detto anche del parco, poco attrezzato bini: bam i per e no, uisco usufr gli abitanti che ne pochi giochi rovinati, sistemati al sole. Poi ata, guardando l’altra parte del parco, abbandon il i; gioch hine, panc luce, , mancante di tutto ma bello è che ci sono piante che fanno ombra, tra arci, pens di caso il Sarà non ci sono sedili… amministrazione e curia…

L. C.

“rinfrescato” tutti i segnali aiutando molto i pellegrini su questo aspetto, al massimo si creano eventi particolari, anche per sensibilizzare la gente, come abbiamo fatto di recente con il progetto “Vivi la Via” insieme agli scout e all’associazione 100 ramazze. Ma sono eccezioni, non la regola.

Però anche i privati cittadini aiutano i pellegrini Sicuramente: in cinque anni, grazie a tanta gente, sono state installate 5 fontane (Loreto, Casamorcia, Cipolleto, Semonte e Ponte di Riocchio) grazie ad iniziative di privati o di associazioni, come il Rotary o i ragazzi del Baracca Party. C’è un concorso di popolo, a testimonianza che il pellegrino è sempre visto bene. Poi queste sono le situazioni che affiorano, ma sono sicuro che in tanti hanno dato una mano a questi viandanti, con un frutto, un’indicazione, una tazza di te o un sorso d’acqua.

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In cammino nella vita È cambiata la veste del pellegrino e il suo zaino, ma quello che non cambierà mai è la sua anima: un viaggio alla ricerca di se stessi, un viaggio nella più profonda spiritualità, un viaggio considerato prima e adesso il viaggio della vita Di Chiara Spigarelli

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ome ogni estate, molti pellegrini hanno percorso la Via di Francesco e si sono fermati a Gubbio. Ne abbiamo sentiti alcuni per capire cosa li spinga ad intraprendere certi viaggi, cosa cercano e cosa trovano. Monica viene da Torino, è un’insegnante di scienze, viaggia da sola, cosa abbastanza rara per una donna “Ma non ho paura, anzi ho apprezzato alcuni giorni di completa solitudine. Però per sicurezza avevo già prenotato tutti i pernottamenti prima di partire. A parte una notte in un B&B, ho sempre alloggiato nei posti specifici, nelle accoglienze gestite dai religiosi lungo il percorso.

Gubbio è una tappa intermedia, stanotte ho dormito nella frazione di Loreto, questa notte mi fermo a san Pietro in Vigneto, quindi Valfabbrica ed infine Assisi”.

Gubbio tappa intermedia, quindi significa che non la visiterai?

“No, con questo zaino pesante e la stanchezza di due giorni di cammino, non hai voglia né energie per girare le città. Il pellegrino è un viaggiatore, non un turista: osserva solo quello a cui passa vicino. Quindi ho potuto ammirare

un bellissimo panorama, una città magnifica, ma da lontano. Magari ci tornerò, ma non a piedi…”

Dietmar viene dal Tirolo, quindi non ha problemi di fatica: “Noi in Austria siamo abituati a camminare sui monti. Ho organizzato questo cammino tramite un’associazione francescana della mia città che mi ha aiutato nella logistica. Ma il mio è anche un giro turistico, non solo un pellegrinaggio. Ho visitato due giorni Firenze, poi sono partito da La Verna ed arriverò fino ad Assisi. Anche lì mi fermo due giorni. E per il percorso mi sono lasciato 8 giorni, voglio alternare cammino e visite alle città: è più riposante oltre che più culturale, non è proprio nello spirito del pellegrino, ma pazienza.

Tanto è vero che spesso dormo nelle strutture ricettive classiche, come i B&B. E così Gubbio ho avuto modo di apprezzarla nella giornata di ieri ed oggi sono più fresco”. Armeggia con una mappa, allora gli do una mano e gli chiedo se abbia trovato delle difficoltà lungo il cammino. “A dire il vero i problemi sorgono quando entri nelle città, dove i cartelli sono meno

chiari, meno presenti ed hai vari incroci dove puoi sbagliare strada.

Paradossalmente nei boschi hai un solo sentiero, segnalato ripetutamente, non ti puoi sbagliare!”

Massimo di Genova ci racconta come gli è venuta l’idea di percorrere la Via di Francesco sia all’andata che al ritorno e quali siano le difficoltà ed i pregi che ha riscontrato nel tragitto. “L’idea iniziale era quella di andare in Spagna e fare qualche tappa dell’altro trekking-mistico, quello per Santiago di Compostela. Poi, a mia moglie, è venuta in mente quest’altra opzione e, dopo aver consultato il sito ufficiale, siamo partiti ipotizzando di percorrere una decina di tappe. Il problema, o vantaggio, è che si incontrano tantissime località molto belle, come qui a Gubbio, e fermandoci a visitarle le ore passano in fretta. Il percorso, sopratutto quello principale, è ben segnalato e considerato che credo esista solo da una decina d’anni mi è sembrato già conosciuto.

Per il dormire direi che ci siano soluzioni per tutte le tasche. Mi

Monica di Torino

Dietmar dall'Austria

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sono trovato bene all’ostello della gioventù di Valfabbrica e, sempre affascinanti, i conventi degli ordini religiosi. Di negativo, ci sono molti tratti di strada asfaltata, che non sono piacevoli da percorrere. Direi, però, che la bellezza di queste zone si apprezzi di più in primavera o autunno”.

Ovviamente sua moglie Paola non può che essere d’accordo, visto che è lei ad aver avuto l’idea: “Si sente sempre parlare del “Cammino di Santiago”, ma vi assicuro che il cammino che va dal Santuario di La Verna fino a Rieti è ancora più emozionante perché è più autentico... ed è dietro l’angolo! Ti immergi in una natura incontaminata, lontano dalla confusione a ripercorrere sentie-

ri che vi conducono in posti bellissimi poco noti al turismo di massa (e anche meno di massa...). Ma la vera bellezza è rappresentata dagli incontri che si fanno, dalle esperienze che si condividono con gli altri pellegrini...

Cristiana di Roma è già alla sua seconda volta alla “Via di Francesco”: questa volta la tappa finale sarà La Verna, quindi lo sta percorrendo in direzione nord. “Il cammino di San Francesco è una scoperta bellissima. Un modo molto originale ed economico per apprezzare natura, arte, paesaggi, città e tradizione. Poco conosciuto però. Peccato che in Italia non abbiamo adeguata consapevolezza dei nostri tesori e puntiamo troppo su un turismo culturale con una formula (alberghi con rapporto qualità/prezzo pessimi, ristoranti che spennano i turisti, file interminabili davanti ai musei...) che incomincia un po’ a stufare... Invece questo percorso è per tutte le tasche: si può scegliere di alloggiare negli ostelli e conventi per i pellegrini (che tra

l’altro spesso offrono cena con pernottamento solo con un donativo): mi piace la filosofia e l’umiltà dei francescani, ci fanno scoprire realmente cosa significhi essere generosi, umili e di cuore. Oppure si può dormire negli agriturismi che si incontrano ripetutamente lungo la strada. Ci sono anche dei privati che offrono pernottamento e cena ai pellegrini nelle proprie case... Cosa portare nello zaino? Pochi indumenti, lo stretto necessario, ma non devono mancare spirito di adattamento ed amore per la natura”.

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Inchiesta

Questo per me è stato il Cammino!

Sono arrivato a Santiago di Compostela il 24 aprile scorso dopo circa 380 Kilometri percorsi a piedi, in solitaria. Non ho sentito nulla di particolare, il tanto decantato senso di felicità e serenità che tutti durante il percorso mi dicevano di provare io non l’ho sentito.

Di Daniele Baroglio

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erto, del tutto impreparato fisicamente, sono arrivato alla meta stanco, anzi stanchissimo. Protagonista anche di eventi e sensazioni certamente particolari che però, da quel materialone che sono, ho prontamente liquidato come accadimenti sì strani, al confine quasi del mistico, ma dovuti senza dubbio alla solitaria esperienza che stavo vivendo, nulla di più. L’ho detto, sono un materialone!

Ma un fatto mi è rimasto impresso.

Giunto a Santiago, ho timbrato la mia credenziale e ritirato la Compostela.

Poi, in Cattedrale, ho assistito alla messa del pellegrino, che si tiene tutti i giorni a mezzodì.

La chiesa era piena, suggestiva con le molte luci che creavano chiaroscuri, mi sono trovato un posticino su una panca ancora vuota, in attesa che iniziasse la funzione, curioso soprattutto di vedere il Botafogo, l’enorme turibolo fatto oscillare per tutta la navata da fedeli appartenenti alla Confraternita di Santiago. Ho fatto appena attenzione alle persone che si sono sedute accanto a me, due ragazze e una coppia matura, penso marito e moglie che parlavano fitto fitto in francese. L’aria si stava facendo quasi irrespirabile per la moltitudine di persone presenti nonostante la grandezza dell’edificio.

Stavo per alzarmi, in cerca di un po’ di refrigerio, quando una voce alla mia sinistra un po’ incerta e delicata mi chiede: “Italiano?”.

Era una ragazza sui 25-30 anni, non particolarmente bella ma con una luce meravigliosa ad illuminarne i lineamenti. “Sì

italiano, si vede così tanto? E tu da dove vieni, parli bene la mia lingua”. “Sono tedesca, ho studiato un poco l’italiano a scuola, non lo parlo bene ma ti ringrazio per il complimento”. Era vestita più o meno come me, scarponcini da trekking e tenuta da Cammino, le mani ed il viso arrossati, segnali questi di affaticamento e sofferenza sicuramente patiti. Le chiedo se avesse fatto il Cammino anche lei e da dove fosse partita.

Si illuminò tutta e disse orgogliosa di essere partita da Roncisvalle, impiegando 50 giorni per percorrere circa 750 km, con la sua amica. Mi sporgo e solo allora noto la persona che è con lei, una ragazza più o meno della sua età con delle strane calzature. Guardo meglio e capisco che non sono calzature normali ma scarpe ortopediche, con una suola molto alta, anzi per dirla tutta, la destra era molto diversa dalla sinistra ed entrambe assomigliavano a ingombranti protuberanze.

Lei vede che ho notato l’amica e sorride, “Mi chiamo Greta, e questa è la mia amica Ursula che purtroppo non parla italiano”. Dovevo comunque smettere di fissare i piedi dell’amica, mi sono detto, ma la curiosità e, devo ammetterlo, anche un po’ di maleducazione mi spinge a chiedere se anche Ursula avesse fatto il Cammino. Greta mi guarda e mi rivolge un altro dei suoi meravigliosi sorrisi, “Certo - mi dice - il Cammino io l’ho fatto per lei, era un suo desiderio da tanto e nonostante il parere contrario di tutti, eccoci qui. Si sa che più le cose ci appaiono impossibili più le desideriamo! Ho dedicato a lei questo viaggio, abbiamo avuto tante difficoltà, ogni tappa l’abbiamo spezzata più volte ma eccoci qua. Oggi è come se fossimo rinate una seconda volta ma certamente in modo più consapevole della prima. Abbiamo incontrato tante persone che ci hanno aiutato. Pensa, un signore coreano ha persino portato Ursula sulle spalle per un tratto di strada.

Sai, mi sta succedendo una cosa meravigliosa, guardo le cose e tutto mi sembra più vivo e più vero e devo dire che la serenità che provo non l’ho mai avuta”. Mentre parla le scende una lacrima, la sua amica Ursula se ne accorge e le stringe la mano, mi guarda e poi la stringe anche a me.

Inizia la messa e io quasi ne sono sorpreso, mi sono così tanto immedesimato nel racconto di Greta da non accorgermi che nel frattempo la chiesa letteralmente straboccava di gente. Vedo una signora piuttosto anziana seduta per terra accanto alla mia panca, mi alzo e nonostante le sue proteste le cedo il posto.

Greta mi sorride e mi ringrazia per il pensiero che ho avuto.

Durante la messa mi sono allontanato per riprendere il “ volo “ del Botafogo e finita la funzione ho cercato Greta e Ursula ma la ressa che si era creata nell’uscita mi ha impedito di scorgerle. Così, non mi rimaneva che perdermi piacevolmente fra le stradine di Santiago vecchia.

Al mio ritorno, a chi mi domandava cosa aveva significato per me partire per questa piccola impresa ho risposto di averlo capito solo alla fine, a Santiago, dopo aver parlato con Greta. Lei mi ha chiaramente fatto intendere che La Fede non è tanto la devozione a un particolare Santo o a un santuario ma soprattutto un infinito pellegrinaggio del cuore.

Mi piace citare a memoria Paolo Coelho: “la parola peccato deriva da pecus che significa “ piede difettoso “, incapace cioè di percorrere un cammino. Il modo per correggere il peccato è quello di camminare sempre diritto adattandosi alle situazioni nuove e ricevendo in cambio le migliaia di benedizioni che la vita concede con generosità a coloro che osano.

Ecco questo per me è, ed è stato, il Cammino!

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Turismo religioso: 5,6 milioni di pellegrini pronti a partire Tanti i turisti che si mettono in viaggio sulle orme dei Santi, ma Gubbio? Come si inserisce in questo contesto?

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eligione, fede ma anche business con pellegrini pronti a partire per qualsiasi città del mondo mettendosi sulle orme dei Santi. Secondo i dati del World Trade Organization, l'Italia resta una delle destinazioni principali dei flussi turistici mondiali (per i cattolici), considerando la presenza del Vaticano e di Roma, insieme ad Assisi, Padova, San Giovanni Rotondo, Loreto ed altre ancora. E Gubbio? Come si inserisce in questo contesto?

Diversi sono gli itinerari spirituali in cui la città di pietra

si inserisce, in primis quelli francescani che la legano ad Assisi.

Molti i pellegrini che scelgono di ripercorrere i luoghi culla dell spiritualità con il percorso francescano che ogni anno vede migliaia di turisti italiani e stranieri mettersi in cammino. Sei le strutture consigliate ai pellegrini sul sito Viaggi Spirituali e sono Casa di accoglienza San Secondo, Centro formazione giovanile, Centro vacanze L'Aquilone, l'hotel Beniamino Ubaldi, l'istituto maestre Pie Filippini e la Piccola Accoglienza.

Un fronte turistico quello religioso da non sottovalutare che rappresenta una vera e propria possibilità da potenziare, soprattutto

con pacchetti pensati esclusivamente per il pellegrino (che attualmente mancano all'appello). A consigliarlo anche i dati nazionali che vedono il 44,4% dei visitatori scegliere percorsi già studiati.

I dati del turismo

Secondo una ricerca dell’Isnart (Istituto Nazionale Ricerche turistiche), in Italia il turismo religioso genera oltre 5,6 milioni di presenze annue (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano). Gli stranieri rappresentano circa il 60% del segmento: il 45,3% proviene dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei.

Di Martina Cancellotti

Dallo studio emerge che il 41,4% dei turisti religiosi ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, il 44,4% si affida per l’organizzazione del viaggio al circuito dell’intermediazione, tour operator e agenzie di viaggio. Il 32,7% preferisce viaggiare in compagnia del partner, il 20% sceglie un tour organizzato, il 19,7% un gruppo di amici, il 13,3% la famiglia, mentre il 9,8% viaggia da solo.

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Attualità

Nuovo volto per GubbioOggi che si fa digitale Il mensile GubbioOggi, che da quasi trent’anni è un’istituzione dell’informazione cittadina, si prepara a farsi conoscere alle nuove generazioni con una nuova formula tutta tecnologica che coinvolge whatsapp e Facebook Di Martina Cancellotti

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utto pronto per la nuova sfida di GubbioOggi, il mensile che da quasi trent’anni racconta la storia della città di pietra. Dopo essere diventato un’istituzione dell’informazione eugubina e aver conquistato la fiducia dei cittadini, ora siamo pronti a sfruttare le potenzialità dei social network e delle applicazioni per avere un filo diretto con i nostri lettori.

Oltre che in edicola, infatti, sarà possibile richiedere gratuitamente la copia digitale su whatsapp mandando un messaggio al numero 347 6503338 con scritto “Mi iscrivo” (la riservatezza è garantita a tutti gli iscritti).

Anche su Facebook, sulla pagina “GubbioOggi” saranno condivise alcune preview degli articoli, foto e contenuti legati all’ultimo numero del giornale che darà spazio sì alle inchieste e all’attualità, ma sempre di più agli stessi cittadini, agli eventi, alle mostre, allo sport è molto altro ancora.

Perchè questa iniziativa? I motivi sono molteplici: in primis, far conoscere soprattutto alle nuove generazioni GubbioOggi usando i loro mezzi di comunicazione e informarli sul presente, riflettere sul futuro ma sempre pensando al passato (la rubrica “Eugubini leggendari” di Simone Zaccagni è la chiara dimostrazione).

Non meno importante avere un filo diretto con i lettori che così possono mettersi in contatto con la redazione su whatsapp e condividere la propria opinione sui social rendendoli sempre più prota-

gonisti del presente con le loro idee.

Ma l'edizione cartacea tradizionale rimarrà? Assolutamente sì, l'edizione cartacea continuerà a esistere ed essere disponibile sia in edicola che in abbonamento considerata la solida base di lettori che non rinuncerà mai al profumo della carta stampata.

E voi? Siete pronti a farvi coinvolgere, emozionare e riflettere con le storie raccontate da GubbioOggi?

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Attualità

FAQ varchi e telecamere Domande e risposte utili per capire come funzionano le telecamere e per evitare problemi e fraintendimenti. E a proposito dei trucchetti per evitare la sanzione…

Di Simone Zaccagni

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opo circa 3 mesi dalla loro attivazione, le telecamere hanno creato qualche malcontento, spesso anche per poca o sbagliata informazione. Per questo, abbiamo raccolto alcune delle domande più comuni e, con la collaborazione del comando di Polizia Municipale, abbiamo dato le relative risposte. Un po’ come succede nei siti, con le Frequently Asked Questions, meglio conosciute con la sigla FAQ, che sono letteralmente le “domande poste frequentemente”; più esattamente sono una serie di risposte stilate direttamente dall’autore, in risposta alle domande che gli vengono poste, o che ritiene gli verrebbero poste, più frequentemente dagli utilizzatori di un certo servizio.

Si è parlato di migliaia di contravvenzioni da rimborsare, ma in verità i numeri sono altri Non si è mai parlato di sanzioni da rimborsare, bensì da verificare (in alcuni varchi per un certo periodo sono “convissuti” due cartelli segnaletici, uno dei quali – quello precedente - esatto). Le sanzioni elevate a carico di conducenti/proprietari di motocicli o ciclomotori, appunto, da verificare sono solo 186, e non certo oltre 1.300, come detto da alcune fonti di stampa.

Inoltre l’Ufficio Contenzioso dovrà verificare se i destinatari di queste sanzioni sono ancora nei termini per presentare ricorso (dall’esito non dipendente dall’Ente) o se l’avvenuto pagamento determini acquiescenza: il rimborso, pertanto, non è certo.

Le telecamere sanzionano anche altro, ad esempio se uno va in contro senso o senza casco?

No, le telecamere hanno il focus sulla targa, ci dicono solo chi entra e chi esce dalla zona a traffico limitato. Poi il software del sistema filtra le targhe che hanno il permesso e segnala quelle non presenti nel database delle

targhe autorizzate (la cosiddetta white list): segue poi, a maggior cautela, un’ulteriore verifica fatta da alcuni agenti a ciò autorizzati, perché la scansione digitale potrebbe incorrere in errori, che l’occhio umano evita (ad esempio le targhe straniere).

Molte sono state commesse in uscita, cioè le persone pensavano che fosse sufficiente entrare nell’orario indicato, ma non che bisognava uscire prima della chiusura.

Gubbio in effetti è una delle poche città che utilizza varchi di controllo anche in uscita, ma semplicemente perché ciò è

permesso da un’ordinanza del 2017, e quindi ha potuto usufruirne, come altre città che hanno iniziato ad usare varchi elettronici dopo quella data. Adesso alcune città, come Firenze, che hanno da anni un sistema di controllo tramite telecamere, si stanno adeguando.

Il problema è che se uno entra ad esempio alle 20.25 trova il varco verde, ma dopo 5 minuti va in multa.

In pratica sì, uno deve organizzarsi e non entrare in orario immediatamente prossimo alla chiusura: resta comunque sempre la possibilità, in caso di imprevisti o emer-

Attualità

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genze, di far presente l’accaduto all’indirizzo di posta elettronica ztl@comune.gubbio.pg.it. La circostanza sarà valutata in sede di convalida della sanzione.

Non si potrebbe aiutare il cittadino, ad esempio mantenendo il varco verde ma con una scritta chiara che il varco chiuderà a breve? Un po’ come fanno ai supermercati. Con un conto alla rovescia, o, non so, con una scritta in arancione nell’ultima mezzora Precisiamo che i pannelli integrativi sono, come dice il nome, solo “integrativi”: è la segnaletica posta al di fuori del varco a dire quando l’accesso è consentito e quando no, ai sensi del Codice della Strada: addirittura potrebbe essere sufficiente quella.

Il display adottato dal Comune, poi, ha uno schermo friendly, con i due colori rosso e verde, facilmente comprensibili perché i medesimi del semaforo. Non è previsto un colore intermedio o un conto alla rovescia. E noi possiamo fare solo ciò che è consentito. In tal senso l’informazione è, come sempre, la cosa migliore.

A proposito di informazione, si è parlato del fatto che nel periodo di prova sarebbero arrivate a casa delle notifiche di contrav-

venzioni vuote, cioè con il solo avviso di infrazione avvenuta, che dal 4 giugno in poi sarebbe diventata una vera e propria multa.

Anche questa notizia è falsa, nessuno ha mai parlato di una procedura del genere che peraltro non è nemmeno consentita dalla legge. Le telecamere hanno semplicemente funzionato, per un certo periodo prima del 4 giugno, in sistema non sanzionatorio, per far abituare visivamente i cittadini alla nuova situazione, come imposto dal Ministero.

Ma se ad esempio un non residente avesse bisogno di accedere al centro fuori dall’orario consentito?

Se il richiedente dimostra di avere necessità di accedere in ztl per una motivazione prevista dal regolamento comunale sulla circolazione in zona a traffico limitato, la ottiene. E’ necessario comunicare l’esigenza via telefono al numero verde 800532525 o via posta elettronica all’indirizzo ztl@comune. gubbio.pg.it posto fuori di tutti i varchi: ma, ripetiamo, la motivazione deve sussistere ed essere prevista dal regolamento.

E per un’eventuale urgenza, tipo di notte?

In quel caso ci sono 48 ore di

tempo per comunicare, successivamente all’accesso, la targa del mezzo con il quale è avvenuto l’ingresso e la motivazione, come sopra. Ovviamente questo tipo di richiesta “speciale” ha per sua natura carattere sporadico: in caso di necessità ricorrenti, occorre valutare la situazione sotto altro profilo, verificando l’eventuale sussistenza di titoli per ottenere, sempre a norma del regolamento, altro tipo di autorizzazione all’accesso.

Molti scooteristi evitano il varco, sia in entrata che in uscita, passando per quelle strade che non hanno le telecamere, tipo via Piccardi, che da silenziosa e pittoresca via, è diventata una rumorosa autostrada, a detta dei residenti. Ci state lavorando per evitare ciò?

Via Piccardi è stata inserita dalla Giunta Comunale, assieme ad altre vie e piazze, in un più ampio contesto di pedonalizzazione, con collocazione di barriere fisiche all’ingresso che impediranno l’accesso ai veicoli. Fino a che detto intervento non sarà effettuato, sarà compito delle forze dell’ordine aumentare i controlli al fine di reprimere quello che è, con tutta evidenza, un fenomeno di pura e semplice inciviltà.

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Attualità

Centro storico ostaggio dei residenti Interrotto il concerto organizzato dal FusionCafé per l'intervento dei vigili ed è subito polemica

Di Martina Cancellotti

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ubbio, non è un paese per giovani. Si potrebbe riassumere rimaneggiando il titolo di un celebre film dei fratelli Coen la vicenda che ha visto coinvolto il FusionCafé, noto locale in via Gioia, i residenti e i vigili in una qualsiasi notte d'estate che ha poi avuto una rilevanza politica e sociale non di poco conto con il coinvolgimento anche delle istituzioni.

Pietra dello scandalo un concerto finito oltre l'orario consentito

dall'ordinanza a detta di alcuni residenti e vigili, per la precisione le 24. Non proprio così visto che dal documento n.135 del 12 giugno 2018, si legge a chiare note che la proroga all'uso di strumenti musicali, apparecchi radiotelevisivi, juke box ed altri apparecchi simili dalle 24 alle ore 01.00 del giorno seguente, invitando gli organizzatori a ridurre il volume delle emissioni sonore. Quindi, leggendo il regolamento, il concerto sarebbe

potuto continuare un'ora in più rispetto quanto stabilito. Peccato che una bella serata estiva (una delle poche in cui è stato organizzato qualcosa per i giovani), si è trasformata in una querelle tra FusionCafé e vigili, con alcuni residenti (non tutti) che sono partecipanti passivi, nascosti dietro le autorità. Ed è questo il dubbio che è sorto a molti che hanno considerato l'intervento dei militari come conseguente a una segnalazione di chi abita in quella zona del centro storico. Il risultato? L'interruzione dell'evento per il dispiacere di molti e la gioia di pochi. Ma il fatto non è passato inosservato sui social con i tanti che hanno espresso la massima vicinanza al locale eugubino. A cominciare dall'assessore Gabriele Damiani che su Facebook scrive: «Insulti a parte, ai quali ci si abitua, esprimo la mia personale solidarietà al FusionCafé per quello che è successo ieri sera. Ero lì presente, sono intervenuto ma inutilmente. Capiremo quello che è successo. Resta il fatto che c'è un tessuto economico sociale che lotta, perché so benissimo che é una battaglia quotidiana, per tirare avanti e lavorare.

Serve la collaborazione di tutti, residenti compresi. Ad oggi prendo atto che Gubbio non è una città per giovani, che così facendo si svilisce e disincentiva chi ha voglia di investire». È proprio questo l'odore che si respira: il centro storico è ostaggio di alcuni residenti, bisognerebbe liberarlo. E questa volta non dalle auto.

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Festival del Medievo, asso piglia tutto!

La manifestazione ottiene l'ennesimo prestigioso premio ed è tutto già pronto per l'edizione 2018 dal 26 settembre dedicata ai Barbari

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ivulgare la cultura del Medioevo italiano presso il grande pubblico. Questa la motivazione che ha portato la Sami – Società archeologi medievalisti italiani a premiare il Festival del Medioevo con l'assegnazione della sesta edizione del Premio Francovich 2018. È la prima volta che il prestigioso riconoscimento va a una manifestazione e non a una singola personalità (negli anni passati sono stati premiati Pupi Avati, Marco Salvador, Piero Angela, solo per citarne alcuni).

Non è il primo riconoscimento della manifestazione che ha come culla la città simbolo del periodo.

Per due anni consecutivi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito la medaglia d’oro alla città di Gubbio come “espressione di apprezzamento per l’alto livello culturale del Fe-

UR tO

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stival del Medioevo” e nel 2016 il ‘Festival del Medioevo’ ha vinto il ‘Premio Italia Medievale’, riservato alle istituzioni “che si sono particolarmente distinte nella promozione e valorizzazione del patrimonio medievale italiano”.

Risultati immaginabili considerato che la manifestazione è solo al suo quarto anno di vita.

E proprio in queste settimane è stato ultimato il calendario degli eventi della IV edizione che si terrà dal 26 al 30 settembre, eventi collegati tra loro da un preciso fil rouge dedicato ai Barbari, tema che non mancherà di centrare l’obiettivo di accendere i riflettori internazionali, con numeri alti di presenze e un Medioevo lontano dagli stereotipi, da leggere come una bussola per capire meglio la società del XXI secolo. Cinque giorni in cui, grazie alle lezioni di

Storia, le interviste e i “faccia a faccia”, i più importanti storici italiani e europei, insieme a scrittori, giornalisti e uomini di spettacolo, si misurano in una vera e propria sfida culturale: quella di raccontare al grande pubblico in modo facile e appassionante mille anni di storia, dalla caduta dell’impero romano alla scoperta dell’America.

Inoltre, il Festival, realizzato dall’Associazione culturale Festival del Medioevo in collaborazione con il Comune di Gubbio, sarà arricchito da molti eventi collaterali tra i quali spiccano alcuni appuntamenti fissi tra cui la Fiera del libro Medievale, I miniatori e calligrafi dal mondo, Il Medioevo dei bambini, Le botteghe e i mestieri, La tavola rotonda del web. Tutti gli incontri sono gratuiti e a ingresso libero. L'elenco completo è disponibile sul sito della manifestazione www.festivaldelmedioevo.it.

DI gRUppO

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DI gRUppO

15 SetteMBRe

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una piacevole giornata alla scoperta di luoghi mistici e onirici. il Sacro Bosco di Bomarzo, al cui interno enormi massi di piperino sono stati scolpiti per dar vita a figure mitologiche, e la Scarzuola, ex convento Francescano, oggi modello della “città ideale” secondo l’architetto dei primi del 900 Tomaso Buzzi, che scopriremo assieme ad una guida d’eccezione… ed il pranzo al sacco incluso!!!

1-4/ NOveMBRe

ISCRIZIONI ENTRO IL 30/09, SCONTO DI 30€ A PERSONA PER PRENOTAZIONI FINO AL 20/09

Una quattro giorni meravigliosa per scoprire Torino e le bellezze che la circondano. Tante sono le cose che visiteremo: il Museo Egizio - il Duomo - la Real Chiesa di San Lorenzo che custodisce la copia della Sindone - il Palazzo Reale e l’Armeria - il centro storico - la Sacra di San Michele Avigliana e Susa - il Borgo Medievale ed il Parco del Valentino - Stupinigi - la Precettoria di Sant’Antonio Renverso e l’Abbazia di Staffarda.

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Di Martina Cancellotti

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Godetevi la magica atmosfera del Natale insieme a noi… Il Mercatino di Bressanone, incorniciato dal Duomo e dalla chiesa parrocchiale di San Michele e quello di Brunico sono senza dubbio fra i più belli dell’Alto Adige.

Le città per l’occasione si vestiranno di luci e colori e proporranno artigianato, decorazioni natalizie, articoli da regalo e delizie culinarie. Non perdete l’occasione di vivere questi due giorni di relax e divertimento all’insegna della tradizione e dell’artigianato in compagnia della Giringiro.

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Percorsi diversi

Roberto e i suoi “amici” Da una tarantola sul comodino alla poiana sul braccio: la particolare passione di Roberto Tomassini, ad oggi unico eugubino tra i falconieri Di Caterina Panfili

Il primo rettile di Roberto, un drago barbuto del deserto

«Q

uesta rubrica sembra fatta apposta per me.» Così attacca Roberto Tomassini, ventisettenne eugubino il cui percorso diverso va pari passo con la sua grande passione per gli animali, non propriamente domestici. «Fin da piccolo ero affascinato dai dinosauri e a 12/13 anni è esplosa la mia ammirazione per gli animali esotici: a quell’età ho iniziato ad allevare le lucertole selvatiche e, qualche anno dopo, ho cresciuto il mio primo rettile, un drago barbuto del deserto. I suoi colori mi hanno incuriosito così tanto che, tramite il processo riproduttivo, sono arrivato ad averne in casa 3 diversi esemplari.» Curiosità e amore sono al centro di un percorso che porta Roberto a poter essere definito un vero e proprio esperto del settore, a dimostrazione del fatto che spesso più importante dell’Università c’è la volontà quotidiana di apprendere.

Ciò che più ama ricordare della sua

Roberto con Sara Panfili e il gufo reale del Bengala, al Mercato Medievale di Gubbio FOTO DI ANDREA BIANCHINI

mancata laurea in Scienze Naturali, infatti, non sono i libri bensì il rapporto con il suo serpente che ha allevato proprio nella casa perugina. «Quando ho deciso di interrompere gli studi purtroppo ho dovuto restituirlo- raccontaperché i miei genitori proprio non ce l’hanno fatta ad accettarlo in casa. In compenso, però, da una fiera in cui ero andato per comprare il cibo per il drago, ho riportato una bella tarantola dalle zampe rosse messicana. Shally è stata la mia compagna di viaggio per ben 7 anni, l’ho riposta in una teca sul mio comodino e ogni giorno mi svegliavo e mi addormentavo accanto a lei.»

Tutto questo affetto fa già intuire quanto tempo Roberto ama dedicare ai suoi animali. La costanza è infatti l’elemento principale del suo apprendistato da falconiere che lo ha portato ad essere presente al recente Mercato Medievale svoltosi presso il Chiostro di San Pietro: «un giorno, mentre passeggiavo, ho visto una poiana che predava e mi sono subito innamorato Da lì sono iniziati gli studi e a novembre 2013 ho iniziato a seguire i falconieri in giro per l’Umbria. Tre anni dopo ho acquistato Icaro, una poiana coda rossa, che all’epoca aveva 5 anni ed era in cattività. Per que-

storie eugubine di sogni realizzati sto ho dovuto abituarlo alla mia presenza piano piano, facendolo mangiare sul guanto da legato.

Quando a una decina di metri di distanza ha iniziato a rispondere, era pronto per volare libero. Oggi, a distanza di due anni, posso dire che mi regala grandi emozioni e soddisfazioni: nella campagna dei nonni dove vive quando cammino lui mi segue sugli alberi. Una fiducia costruita con un rapporto quotidiano: sono animali selvatici, addestrati ma non addomesticati. Quando faccio volo libero potrebbe scappare via ma il fatto che torna sempre dimostra la forza di questo legame.» Una passione innata e profonda che ha da poco fatto arrivare anche Popo, un gufo reale del Bengala, di appena 5 mesi che Roberto sta iniziando ora a conoscere. «Non sono uno di quelli che consiglia un corso perché non me la sento di far credere che in un giorno s’ impara – dice a coloro che potrebbero avere una passione simile alla sua- ma cercatemi su Facebook: io sono insieme a loro e possiamo farci volentieri due chiacchiere.» D’altronde chi ama Roberto deve amare anche i suoi “amici” e Petra, da poco diventata sua moglie, dopo aver superato la paura dei serpenti è già pronta ad accoglierne uno nella nuova casa.

Roberto mentre addestra Icaro, una poiana coda rossa

I misteri di Gubbio5 Settembre 2018 - n. 4 Fascicoli da collezione.

Note storiche, leggende e curiosità, su libri e antichi manoscritti, fin dai tempi più remoti della storia della città

A cura di Carlo Ortese

I misteri di Gubbio 5.1 Il Destino delle Ombre

Né vivo, né morto La luce penetrava fioca dal finestrone della chiesa, era una giornata uggiosa e solo un gruppo ristretto di fedeli aveva raggiunto la cima del monte di sant’Ubaldo, accettando il rischio di prendersi un bell’acquazzone

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esare non poteva esimersi dall’essere presente, non tanto per il fatto che, essendo sergente della milizia a cavallo del comune, aveva la responsabilità di accompagnare il Magistrato, ma piuttosto perché sentiva, in cuor suo, di doverlo alla memoria del suo amico Girolamo.

Arrivò a messa appena iniziata e aiutò subito le autorità a raggiungere le panche a loro assegnate, proprio dinanzi all’altare con l’urna del santo. Si spostò nella navata laterale, lentamente, per non far percepire i suoi movimenti al resto degli astanti. Appoggiò le spalle al muro per riposarsi un po’, proprio accanto alla nuovissima cappella detta del Voto.

Nella cappella era stato sistemato, quella stessa mattina, il quadro del pittore Savini, fresco di pittura: la Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Giovanni Battista e Ubaldo, ma tutti già lo chiamavano Pala del Voto, poiché era stato commissionato dalla comunità eugubina per ringraziare il patrono della nascita dell’erede del duca Francesco Maria II, Federico Ubaldo della Rovere. Il nome Ubaldo era stato aggiunto dal duca in segno di gratitudine per il fatto che Federichino, come lo chiamavano affettuosamente gli eugubini, era nato proprio il giorno della festa del santo, il 16 maggio del 1605. Quindi esattamente cinque anni prima.

Cesare dovette appoggiarsi con un gomito sulla mensa del bellissimo altare della cappella giacché la spalla sinistra ferita in Piccardia ancora, quando era brutto tempo,

Pala del Voto di Salvio Savini a Sant'Ubaldo

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I Misteri di Gubbio5.1

gli provocava delle fitte fastidiose. Ciò gli permise di distrarsi dalla cerimonia e osservare il dipinto più da vicino. Il buon Savini era stato abile nel rappresentare fedelmente la scena dell’arrivo del messo ducale nella piazza del comune per annunciare la nascita di Federichino alla città di Gubbio.

‘Proprio come me la ricordo io’ un sorriso solcò il volto di Cesare. Anzi, gli sembrava di rivedere in quei due giovani nobili ritratti in basso, sé stesso e Girolamo, mentre assistevano a quella specie di cerimonia, con il messo che teatralmente leggeva il bando ducale alla Magistratura schierata sul balcone della scalea del palazzo e con il popolo festante che copriva, con le sue grida, il rullare del tamburino comunale.

Rammentava perfettamente ogni momento di quel lieto giorno: era arrivato in piazza assieme a Girolamo, parlando di politica.

Francesco Maria II e papa Clemente VIII non si vedevano di buon occhio e il ritardo dell’arrivo di un erede per il duca aveva peggiorato le cose. Il papa confidava in una devoluzione del ducato, magari a causa proprio della mancanza di un successore. E ciò metteva in apprensione Cantalmaggi, molto legato a Francesco Maria e ricambiato per la sua fedeltà dallo stesso duca con il conferimento della carica di Maggiordomo ducale. All’epoca ancora non lo sapeva, ma due anni più tardi sarebbe diventato addirittura suo consigliere, entrando a far parte del Consiglio degli Otto, formato dai rappresentanti delle province del Montefeltro e della Massa Trabaria, oltre che delle principali città del ducato: Urbino, Pesaro, Cagli, Fossombrone, Senigallia e, appunto, Gubbio.

L’arrivo di Franceschino suscitò pertanto grande felicità in tutto il ducato e soprattutto nel cuore di Girolamo. Cesare ripensava all’entusiasmo del suo amico che non lesinava lodi al suo duca, mentre saliva la via che portava al Palazzo del Magistrato: ringraziava tutti i santi protettori della sua casata per lo scampato pericolo della fine della dinastia e quindi delle sue fortune.

‘Vorrei che tu fossi qui, oggi’ meditò il cavaliere, rattristandosi al ricordo della morte del suo vecchio amico, sopraggiunta come un fulmine a ciel sereno. Girolamo, infatti, nel pieno della sua carriera politica, di ritorno da un consiglio a Casteldurante, si accasciò sul suo cavallo e in breve tempo spirò. Il suo cuore non aveva retto forse alle troppe responsabilità conferitegli dal Consiglio degli Otto.

Era passato appena un anno da quella tragica scomparsa e ancora Cesare sentiva forte la mancanza del suo compagno di avventure, con il quale aveva condiviso sofferenze, ma anche tanti momenti indimenticabili.

“Non dare per scontato nulla, mio giovane amico, e non ti fermare alle apparenze. Scava negli antri più profondi dell’animo degli uomini, avrai sempre delle sorprese” lo consigliò una volta Girolamo e non si capacitò come mai quell’avvertimento gli venisse in mente in quel momento, mentre stava guardando quel quadro.

“Certo”, pensò Cesare, “anch’io, con il suo aiuto, sono riuscito a fare una carriera formidabile”. Iniziò così a ripercorrere con la mente il cammino della sua vita militare: ripensò a quando, ritornato dalle Fiandre con Teodosio e cancellato l’orribile ricordo dell’uccisione dell’immondo essere alle porte di Calais, andò al servizio di Mario Farnese, luogotenente generale della Santa Chiesa, prendendo dimora a Fermo e prestando servizio nella Guerra

Scriptorium di Fonte Avellana

dell’Interdetto, tra Venezia e papa Paolo V, per poi tornare nella sua amata Gubbio ad offrire i suoi servigi di nuovo alla magistratura cittadina.

I suoi pensieri si interruppero improvvisamente per il sordo rumore delle panche sposate dai fedeli. Era oramai finita la funzione e tutti i presenti si stavano dirigendo verso di lui. Dopo un breve momento di sorpresa si rese conto che alcuni canonici, con il vescovo in testa e seguiti dalla piccola folla di fedeli, stavano venendo a benedire l’altare e il dipinto.

Sorridendo per l’imbarazzo, Cesare di scostò e rimase in finto raccoglimento, cercando di nascondere con un veloce gesto della mano lo stiletto pendente dal suo fianco, mentre il vescovo pronunciava la benedizione.

“Un bel quadro” sentì una voce dietro di lui.

“Certo, una bella mano, per quanto io non sia un esperto d’arte” rispose Cesare, voltandosi e sforzandosi di riconoscere l’uomo con il quale parlava.

“Abbiamo combattuto insieme in Piccardia, messere. Non se lo ricorda?”.

“Annibale, che diamine, non ti riconoscevo con questa barba lunga”. Cesare inizialmente non aveva capito chi fosse, non per la folta barba, ma per il suo sguardo completamente diverso da quello che aveva quando lo conobbe, prima di partire con il contingente eugubino alla volta delle Fiandre.

“E’ tanto tempo che non ti vedo, come te la passi?” continuò Cesare, ma la benedizione nel frattempo era terminata e la piccola folla, spostandosi, aveva fagocitato Annibale per poi disperdersi fuori, nel chiostro. Al nobile cavaliere il fatto che Annibale non rispose sembrò una villania bella e buona, ma considerò di non darle un peso eccessivo, valutando più importante, in quel momento, prestare il suo servizio di scorta alla Magistratura che intanto già si stava avviando sulla strada per la città.

Per tutto il tragitto, però, non fece che pensare a quel volto così inquietante.

Il sole, morendo, colorava le pietre della facciata dello scriptorium di un rosso intenso, caldo. Maggio cominciava a fare sentire il tepore della primavera, ma il giorno ancora scompariva presto,

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dietro quelle alture dell’Appennino, facendosi rimpiazzare da un vento freddo ancora invernale. Teodosio, appena tornato da Venezia, aveva raggiunto quei luoghi impervi per fermarsi a raccogliere i suoi pensieri. Amava quel silenzio e invidiava i monaci Camaldolesi che tanta pace ricevevano dai quei boschi. Era insolito che si trovasse lì quel giorno, a Fonte Avellana, perché da quando era arrivato a Gubbio, tanti anni fa, mai era mancato alle celebrazioni della festa del santo patrono, il 16 maggio.

Sant’Ubaldo gliel’avrebbe perdonata, perché sicuramente avrebbe considerato misericordievole l’inquietudine sofferta dal canonico nel rimanere tra le mura del convento eugubino.

I Misteri di Gubbio5.1

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Soprattutto la notte, durante la quale dormiva raramente. Un’insonnia da lui stesso attribuita, in un primo momento, al dolore provocato dalla ferita che aveva riportato in battaglia quattordici anni prima. L’unica alla quale aveva partecipato in tutta la sua vita e che sperava rimanesse tale - lo chiese come grazia al santo eugubino - per il resto dei suoi giorni. Ma più avanti si convinse che quel malessere fosse certamente una sofferenza d’animo, la cui natura era a lui sconosciuta e per questo difficile da addomesticare. Più recentemente si aggiunse una sgradevole sensazione di freddo, che, accompagnando le sue afflizioni, rendeva a quel punto insopportabile la sua permanenza in canonica.

Trovava conforto solo nello studio e nella lettura, e le biblioteche, come questa di Fonte Avellana, gli apparivano come fortezze inespugnabili dalle sue insicurezze. Si sedette su di un banco messogli eccezionalmente a disposizione dall’abate e udì poco dopo il saluto del monaco bibliotecario, mentre correva con gli occhi sui dorsi dei volumi antichi che ricoprivano interamente le pareti della biblioteca. Gli chiese senza indugio il tomo sulle 'Vite delle donne illustri per santità' del padre abate Don Silvano Razzi camaldolese; attese che glielo portasse e, dopo aver ringraziato il monaco, si gettò a capofitto nella lettura.

Rimase da solo in quel luogo silenzioso, allietato dal profumo di liquirizia caratteristico dei libri antichi, e si perse così tanto in quel piacere intenso che non si accorse dell’arrivo di padre Avanzino, un monaco molto avanti con l’età che, nonostante la sua totale cecità, conosceva e percorreva perfettamente tutti i luoghi del monastero, avendo vissuto per gran parte della sua vita in quel luogo ameno. L’anziano monaco aveva da qualche tempo perso anche il lume della ragione per la sua senilità e per questo spesso pronunciava frasi sconnesse, senza senso apparente, alle quali gli altri monaci prestavano scarsa attenzione, fingendo di ascoltarlo solo per rispetto.

Inferno di Dante

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I Misteri di Gubbio5.1

Anche Teodosio, quei giorni, l’aveva incrociato qualche volta, premurandosi di aiutarlo a fare qualche scalino oppure per accompagnarlo in chiesa.

Questa volta Avanzino interruppe improvvisamente il suo girovagare proprio di fianco al pluteo del canonico e, dopo aver tossito per qualche secondo, afferrò il braccio di Teodosio. La stretta non fu vigorosa, ma fece comunque sobbalzare il prete, che distolse l’attenzione dalle sue letture.

“Non morii e non rimasi vivo” pronunciò con un filo di voce l’anziano monaco.

“Che cosa dite?” chiese il canonico.

Ma a quel punto Avanzino lasciò la presa e, con lo sguardo fisso nel vuoto, proseguì barcollante il suo percorso senza meta.

Teodosio, alla stregua degli altri monaci, di primo acchito non diede peso alle parole del vecchio, ma queste cominciarono presto a risuonare ossessivamente nella sua mente, facendolo ripiombare in uno stato di sofferenza.

Le ripeté a voce alta e improvvisamente le vide accendersi sulla pagina di un volume immaginario.

Chiamò il bibliotecario più volte, fino a che questi, allarmato, non apparve sulla porta della biblioteca.

“Avete bisogno di me, padre Teodosio?”.

“Dovreste portarmi la copia dell’Inferno di Dante, so che ne avete una manoscritta commentata da Bosone da Gubbio” chiese con fermezza il canonico.

“Ma…” provò a resistere il bibliotecario.

“Ne ho necessità impellente”. Teodosio si stava accigliando.

Il bibliotecario scomparve dall’uscio e ritornò dopo qualche minuto con il prezioso volume in mano. Lo lasciò sul tavolo di fronte al canonico, chiedendogli di averne cura, ma questa volta non se ne andò, rimanendo nella stanza a vigilare.

Teodosio si mise a sfogliare avidamente le pagine del manoscritto, arrestandosi solamente al canto XXXIV. Lesse a voce alta: Ecco Dite, dicendo, ed ecco il loco ove convien che di fortezza t’armi. Com’io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch’io non lo scrivo, però ch’ogne parlar sarebbe poco. Io non morì e non rimasi vivo.

“Dite è Lucifero!” bisbigliò il canonico. Quel gelo che spesso lo prendeva nel sonno, stava ora risalendo il suo corpo.

“Io non morì e non rimasi vivo…” ribadì stavolta con voce alta.

Turbato, lasciò il tomo aperto e se andò di fretta. Il bibliotecario accennò una protesta.

Quella stessa sera del 16 maggio, degli armigeri di ronda sulle mura della città sentirono un forte scoppio provenire da non molto lontano e, sporgendosi dagli spalti, scorsero, proprio ai piedi del Cassero, un uomo disteso, apparentemente ferito. Venne avvisato il Bentivogli, il quale, giunto sul posto, appena si chinò sull’uomo morente ebbe un sussulto. Riconobbe il pittore Savini, nonostante fosse devastato da una archibugiata; sul suo petto scoperto, in bella evidenza, era stato praticato un macabro tatuaggio, con la punta di un coltello: il glifo di Azazel.

Il pittore, in fin di vita, riuscì solamente a pronunciare le sue ultime parole: “non è vivo e neanche morto!”. Poi spirò, con un rivolo di sangue che gli sgorgò dalla bocca.

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Frecce eugubine d’Oro Medaglie d’oro in serie per le eugubine Katia Baldelli e Chiara Benedetti, ambedue della Compagnia Arcieri Eugubini

Una

medaglia d'oro tutta eugubina nella Coppa Italia delle regioni di tiro con l'arco svoltasi in Liguria, a Quiliano di Savona. E' Katia Baldelli della Compagnia Arcieri Eugubini la protagonista dell'impresa, piazzatasi davanti a tutti nella 3a gara Star “tiro di campagna” dopo una vera maratona di tiri svoltasi nei boschi del Quiliano dapprima sotto un sole cocente e poi durante la fase eliminatoria, sotto un acquazzone estivo. Un successo che fa il paio con i risultati esaltanti dello scorso Giugno quando la stessa Baldelli, appassionata arciera ormai da anni, aveva conquistato il 4° posto individuale e 7° assoluto ai campionati italiani assoluti. Non si tratta di un successo episodico, dunque, considerando anche che Katia Baldelli è campionessa regionale assoluta del 2018 nel tiro indoor, campagna e targa. Per i non addetti, il tiro di campagna, la specialità che ha visto il successo della Baldelli, è una gara che si svolge nei boschi e si tirano 3 frecce per 24 piazzole di cui la distanza può essere conosciuta (per 12 piazzole) o sconosciuta (per al-

tre 12 piazzole) con una forbice di ipotesi di distanza da 10 a 60 mt. Il tiro alla targa invece è una gara che si svolge in piano, con un totale di 72 frecce scagliate a distanza di 70, 60 o 50 mt (in base alla categoria). Infine la specialità indoor è il classico tiro a 18 mt invernale all’interno di strutture chiuse. La rassegna in terra ligure ha regalato altre soddisfazioni al Tiro con l'arco umbro. La Coppa Italia Delle Regioni 2018 , evento nazionale che vedeva coinvolte le squadre di tiro con l’arco di tutte le regioni, composte da maschi e femmine di età da 13 in su(unica gara dove sono esclusi i facente parte ai gruppi nazionali) ha visto la selezione umbra piazzarsi per la prima volta al 7° posto nella ranking complessivo e, grazie alla Baldelli, al primo posto nella 3° Gara Star “tiro di campagna”. E' la seconda volta, in assoluto, che l'Umbria agguanta questo gradino del podio, la prima era stata nel 2017. E la Compagnia Ar-

cieri Eugubini può brindare anche grazie alle perfomance di Chiara Benedetti, sempre più campionessa di livello internazionale, che in un mese conquista un doppio oro, trionfando sia ai campionati italiani “Hunter & Field” che nell’arco 3D, conquistando il bronzo al Grand Prix. Ed ora per Chiara si aprono le porte dell’azzurro, con la seconda convocazione ai mondiali di tiro di campagna, ospitati da Cortina d’Ampezzo L'impressione è che il 2018 non abbia ancora affatto esaurito i trofei per le eugubine Baldelli e Benedetti oltre che per il Tiro con l'arco umbro.

Di Giacomo Branco

Katia Baldelli in gara

Chiara Benedetti

Baldelli primeggia sul podio

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L’attesa è finita Il caos che imperversa nel calcio italiano ha ritardato l'inizio del campionato di C ma ora si parte, con il Gubbio pronto ad essere protagonista Di Giacomo Branco Foto di Simone Grilli

Il rigenerato de Silvestro

B

envenuti a Caoslandia, nome e località immaginifica ma che tende a riflettere appieno la situazione calcistica italiana, nel caso specifico riguardante i campionati di Serie B e Serie C. Paradossale e tragicomico, ciò che è accaduto in questi mesi estivi per quanto riguarda la seconda e la terza serie italiana, ma andiamo per gradi: tutto nasce dall’esclusione nel campionato cadetto di Avellino, Bari e Cesena, costrette a ripartire dalle serie inferiori e che lasciano dunque tre posti vacanti in B, ambiti da un cospicuo numero di squadre che sin da subito richiedono riammissione o ripescaggio. Il “coup de théâtre” della Figc si materializza però nella riduzione dell’organico da 22 a 19 compagini, decisione che comporta l’ira delle società desiderose di tornare nell’immediato al piano di sopra oltre a quella dell’Associazione Italiana Calciatori. Questo comporta una sfilza di ricorsi, diffide ed accuse di aver violato le regole, finchè il Coni decide di “con-

gelare” tale nuovo format sino a Settembre inoltrato, rimettendo così tutto in discussione. Alla fine in C si partirà con sommo ritardo il 16 Settembre, per una situazione che si ripercuote anche sul Gubbio Calcio.

Difatti non è stato possibile seguire le tempistiche pre-ordinate per formulare gironi e calendari, con slittamenti su slittamenti di un campionato che avrebbe dovuto iniziare il 26 Agosto ed invece partirà a Settembre inoltrato

come confermato dal presidente di Lega Gabriele Gravina. Per questo le società hanno dovuto correre ai ripari, organizzando amichevoli su amichevoli non previste e gli unici impegni ufficiali sono stati quelli riguardanti la Coppa Italia, dove il Gubbio ha esordito battendo 2-1 in rimonta la Vis Pesaro al “Bar-

betti” grazie ai Mister Sandreani sigilli d’autore di capitan Marchi e Casiraghi. Ed in attesa che il guazzabuglio riguardante gli organici di B e C si risolva, patron Notari, il Ds Pannacci e mister Sandreani hanno allestito e lavorato su una rosa davvero accattivante per la categoria. Tra i pali è arrivato l’ex Spal Gabriele Marchegiani, figlio di Luca, ex portiere di Torino, Lazio e Nazionale, che si giocherà il posto con Battaiola. In difesa ecco il veterano Espeche, pronto a comporre il pacchetto di centrali assieme a Piccinni e all’emergente Schiaroli, oltre al laterale destro Tofanari, visto nelle primavere di Roma e Torino ed ex Pontedera, che agirà sull’esterno con i confermati Paolelli, Pedrelli e Lo Porto mentre si è subito infortunato al ginocchio il jolly Paramatti. In mediana è durata lo spazio di un mattino la suggestione del ritorno di Palermo, che dopo un solo

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L'eurogol di marchi con la Vis Pesaro

giorno di ritiro ha cambiato idea (non senza lasciare strascichi con la società eugubina) accasandosi alla Viterbese mentre ha compiuto il percorso inverso l’assisano Benedetti(settore giovanile Milan, visto anche a Perugia), pronto a completare un reparto dove le chiavi della regia dovrebbero essere nuovamente affidate all’ “enfant prodige” Ricci(fresco di esordio nell’Under 20 nazionale) oltre alla novità dell’arretramento di Casiraghi, che Sandreani riporta nello spot di mezzala al fine di render ancor più qualitativa la trasmissione di gioco. E per un Bergamini che va, c’è un Conti che torna, altra certezza è Malaccari, che con la sua duttilità potrà essere utile sia al centro che sulla fascia.

In attacco il totem imprescindibile resta Capitan Marchi che avrà un’alternativa in Plescia(settore giovanile Palermo) mentre sugli esterni è in gran spolvero De Silvestro, rigenerato dopo lo iato a Siracusa, che avrà Battista(in prestito dalla Ternana) come backup e il classe 1999 Tavernelli dovrà dimostrare di essere già pronto per il salto nei Pro. E nelle ultime ore di mercato sono arrivati l'esperto esterno d'attacco Campagnacci(in prestito dal Siena), nativo di Spello, e il giovane difensore eugubino Nuti(in prestito dal Chievo). Il mantra tattico resta il 4-3-3, anche se Sandreani ha provato altre soluzioni: certa-

mente si vedrà una squadra corta e compatta, pronta a curare in modo maniacale la fase difensiva per poi colpire in ripartenza, non disdegnando però di giocare palla a terra, soprattutto in casa Per quanto riguarda gli obiettivi, sull’esperienza del calvario vissuto lo scorso anno vige un logico e coerente “low profile”, anche se le prime uscite stagionali(lodevoli i test con Ternana ed Ascoli) sono state certamente positive ed incoraggianti: l’unica certezza è che finalmente si tornerà a giocare, nonostante il caos che imperversa nel calcio italiano, con la speranza di rivedere un “Barbetti” festante e colorato di rosso e blu.

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L'incornata vincente di Plescia con la Ternana

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La “prima” di Magliona Di Giacomo Branco

Pino D'Agostino riceve il Memorial Barbetti

È

di Omar Magliona la griffe principale sul 53esimo “Trofeo Luigi Fagioli”. Il pilota sassaresse, a bordo della sua Norma M20 Fc Zytek, ha impresso difatti il primo sigillo personale assoluto a Gubbio davanti alle Osella di Domenico Scola e Domenico Cubeda: “Sin dalle prove ho cercato di dare tutto me stesso – dichiara Magliona – cercando di non distrarmi neppure un istante.

E poi ho vissuto questo trofeo con grande emozione, sono partito da casa doppiamente motivato e nella tre giorni ho avuto sempre nel cuore il ricordo di Mauro Rampini, un amico vero che purtroppo c'ha lasciato troppo presto: il successo lo dedico a lui, che teneva a questa gara in maniera speciale”. E proprio il trofeo “Mauro Rampini”, dedicato alla memoria del pilota eugubino recentemente scomparso e riservato al primo umbro al traguardo, è andato al tuderte Alessandro Alcidi. Più in generale, l'ottavo round del Campionato Italiano Velocità Montagna organiz-

Bonucci eccelle tra le auto storiche

Il 53esimo trofeo “Fagioli” porta la firma del sardo Magliona, che dedica la vittoria alla memoria di Mauro Rampini. Bilancio super per il CECA, ora il Master Europeo zato in Umbria ai massimi livelli dal Comitato Eugubino Corse Automobilisti, ha vissuto una giornata ricca di sfide ravvicinate al limite, colpi di scena e spettacolo in una Gubbio baciata dal sole e affollata da ben 264 partenti, ospiti di lusso e un pubblico da grandi occasioni.

Da segnalare nei prototipi CN la buona perfomance del pilota e noto attore Ettore Bassi e il terzo posto dell'eugubino Paolo Biccheri nella RS Plus mentre Uberto Bonucci ha ottenuto l'undicesimo successo personale nella classica eugubina delle auto storiche.

Resta in casa invece la Coppa per Scuderie, dove trionfa la Speed Motor Gubbio di patron Tiziano Brunetti. Nell'ambito della kermesse hanno sfilato anche le GT iscritte al Tributo Ferrari ed è stato assegnato il Memorial Barbetti a Pino D'Agostino, capo motorista della Ferrari F1 all'epoca di Michael Schumacher: “Per me è un onore ed un orgoglio ricevere questo

premio alla carriera – commenta D'Agostino – che prima di me hanno ricevuto alcune delle personalità di maggior spicco dell'universo motoristico. Inoltre Gubbio è una città a cui sono profondamente legato anche per questioni sentimentali, perchè proprio sotto i 5 Colli, 35 anni fa, ho sposato mia moglie. Poi qui ho tanti amici, in primis la famiglia Rogari che mi ha fatto conoscere le bellezze eugubine, e quando posso torno sempre volentieri”. D'Agostino ha anche raccontato un aneddoto riguardante i suoi trascorsi in Ferrari: “Ricordo gli anni accanto al padre severo Jean Todt, sempre presente e che ci dava spirito e spinta per lavorare al meglio e non per caso sono arrivati 11 titoli in 6 anni.

Sono stati anni indimenticabili, densi di emozioni: una su tutte, quando nel 2001 a Montreal, in Canada, festeggiavo il mio 53esimo compleanno proprio nel giorno della gara in cui, per vincere, adattammo una strategia aggressiva, con un pit stop in più rispetto agli altri piloti: siamo riusciti a farlo rispettando i tempi e Schumacher arrivò sul gradino più alto del podio dedicandomi una vittoria che non dimenticherò mai”. Nel me-

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Il vincitore Magliona in gara

Il podio del “Fagioli” 2018

desimo contesto del Park Hotel Ai Cappuccini è stato presentato inoltre il FIA Hill Climb Masters 2018, in programma dal 12 al 14 Ottobre sempre nel tracciato della Gola del Bottaccione(leggermente modificato per l'occasione) che vedrà in gara i migliori piloti internazionali: “E' già un grande successo – conferma Vincent Caro, responsabile del dipartimento cronoscalate FIA – e siamo stati favorevolmente sorpresi di aver ricevuto la risposta di ben 20 nazioni che parteciperanno alla Nation Cup. Nel confronto con le edizioni precedenti è un record, visto che nel 2014, alla prima edizione, erano 12 e nel 2016 erano invece 14. Credo che questo evento porterà a Gubbio un'atmosfera

davvero speciale”. Questo a testimonianza della superba gestione logistica del “Fagioli” oltre a quella prettamente legata alle questioni tecniche, aspetti che confermano la bravura del direttore di gara Fabrizio Fondacci ma in particolare dell'intera macchina organizzativa: “Bilancio eccezionale – conferma il presidente CECA, Luca Uccellani – dire che siamo soddisfatti è usare un eufemismo, visto che è andato tutto alla perfezione. Ora siamo già al lavoro per preparare al meglio il Master europeo, vogliamo sia un evento eccezionale sotto ogni punto di vista: i parametri richiesti dalla Federazione internazionale sono di fatto gli stessi vigenti in Formula 1, ci

dov remo adeguare ma siamo pronti per regalare alla città una manifestazione indimenticabile”.

6°

Comune di Gubbio

EDIZIONE

GUBBIO 30 SETTEMBRE 2018 SPORT - DIVERTIMENTO

PASSEGGIATA A PASSO LIBERO

NOVITÀ 2018 LOTTERIA LIVE ALL’ARRIVO

- MUSICA

Il ricavato sarà devoluto allo sviluppo di progetti socio-culturali dedicati alla città di Gubbio INFO E ISCRIZIONI www.runforyou.it segreteriarotarygubbio@gmail.com

CONCESSIONARIE

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Simona e Maria Letizia, coppia vincente Di Giacomo Branco

G

randi risultati per Simona Minelli e Maria Letizia Martini ai Campionati Regionali Estivi di nuoto Assoluti e di Categoria 2018. Nella rassegna ternana, difatti, le due eugubine che da quattro anni militano nella societĂ perugina Thebris Nuoto di Ponte Felcino, hanno collezionato ben undici medaglie nelle gare

Simona Minelli

Maria Letizia Martini

Estate di successi per le giovanissime nuotatrici eugubine Simona Minelli e Letizia Martini, plurivincitrici dei campionati regionali di Terni

individuali e nelle staffette, dimostrandosi tra le i migliori prospetti della regione nelle rispettive specialitĂ . Grande risultato di Simona Minelli (Cadetti-2001) che nei 200 dorso ha portato a casa un secondo posto sia nella classifica Assoluti sia nella classifica Cadetti, una medaglia di bronzo nei 100 dorso Cadetti e due medaglie di bronzo nelle staffette 4x200 stile libero e 4x100 misti. Benissimo anche Maria Letizia Martini (Jumiores-2002) che ha collezionato tre medaglie di bronzo nella classifica Juniores nei 100 e 200 dorso e nei 400 misti e che ha meritatamente ottenuto altre tre medaglie nelle staffette di categoria, due argenti ed un bronzo.

Subito dopo gli impegni di Terni in piscina, Maria Letizia, insieme ad una cospicua rappresentanza della Thebris Nuoto, ha disputato ''Il Miglio del Passetto'', gara di mezzofondo in mare sulla distanza del miglio marino (1.852 metri) vinta dai due fratelli e compagni di squadra Francesco e Gaia Tacconi in cui Maria Letizia ha ottenuto la medaglia di bronzo per la categoria juniores. Ma la giovanissima atleta eugubina ha messo in atto un grande exploit nel 5° Trofeo del Canaletto di Piombino, dove ha ottenuto il suo migliore piazza-

Simona e Maria Letizia assieme

mento collezionando il quinto miglior tempo di tutte le partenti ed un magnifico primo posto per la categoria Juniores. Simona, invece, con un sorprendente crono di 2.22.79 realizzato a Terni ha siglato il record regionale in vasca lunga nei 200 dorso e si è qualificata al Campionato Nazionale Estivo di Roma. Soddisfazioni assolutamente meritorie per Simona e Maria Letizia, che seppur giovanissime oramai da anni sono tra le migliori atlete del nuoto regionale oltre che due promesse autentiche in ambito nazionale, per dei successi che arrivano a conclusione di una stagione agonistica portata a termine con tanto impegno e sacrificio ma anche con entusiasmo e gioia, sempre con il sostegno e la guida del tecnico Massimiliano Meniconi.

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I fatti del mese

I fatti del mese Notizie e aggiornamenti da Gubbio e il comprensorio di Caterina Panfili

Torneo dei quartieri 2018: trionfa Sant’Andrea Anno importante per il Quartiere di Sant’Andrea che, grazie a Daniele Angeloni e Marcello Rogari si è aggiudicato il primo e il terzo posto del 44° Torneo dei Quartieri 2018. Angeloni, già vincitore del palio del 1991 e del 2006, è riuscito a colpire nel cuore il tasso posto a 36 metri dalla posizione di tiro. Un compito difficile per i balestrieri eugubini guidati dal maestro d’arme Rodolfo Radicchi e dal presidente Marcello Cerbella. Sant’Andrea ha così bissato il successo ottenuto nel 2017 da Gabriele Rogari e ha portato a casa il palio dipinto da Sauro Nardelli. Al secondo posto si è piazzato invece Alessandro Fiorucci, del quartiere di San Pietro. Quest’ultimo vincitore anche del premio come miglior gruppo storico, con il voto unanime della giura presieduta dallo scrittore Alberto Luongo.

Successo per la 58esima stagione estiva di prosa al Teatro Romano Il mondo classico è stato il protagonista dell’estate eugubina.

Iniziato con “Lisistrata, colei che scioglie gli eserciti”, il cui testo di Aristofane è stato interpretato dalla compagnia del Teatro della Fama, il viaggio nei testi del passato è proseguito con “Le Troiane” di Seneca che tra gli attori ha visto anche Edoardo Siravo e Paolo Bonacelli. L’“Odisseo. O tu fra i mortali il più sventurato”, è stata poi l’occasione per conoscere il radio teatro del doppiatore Luca Violini che, grazie ai testi di Alessandro Logli e ai suoni di Claudio Cesini, ha permesso al pubblico di conoscere i sentimenti più intimi dell’eroe di Omero. L’ultimo appuntamento ha poi visto Iaia Forte e Tommaso Ragno nella rilettura dei canti II, IV e VI dell’Eneide di Virgilio, per raccontare la storia d’amore tra Enea e Didone. Successo di pubblico per tutti gli spettacoli svoltisi presso il Teatro Romano e platea piena per l’Omero di Odisseo, andato in scena al Teatro Comunale causa maltempo.

Un volto nuovo per il canile grazie alla “lotteria a 4 zampe” La “lotteria a 4 zampe” promossa dalla Famiglia dei Santantoniari d’intesa con il Comune, ha portato a raccogliere un fondo di 7.241 euro. Circa 3.000 euro sono stati destinati, come primo intervento, alla realizzazione delle nuove aree di sgambatura per riuscire a far muovere i cani il più possibile all’esterno dei box. Il canile di Gubbio presenta ora una netta suddivisione tra il canile sanitario e quello rifugio, per una struttura che ospita un totale di 69 amici e che è al momento considerata tra le migliori dell’Umbria. In progetto, infatti, anche nuove cucce, climatizzazione e 25 metri lineari di rete elettrosaldata zincata più cancelli di snodo.

Stanziati al comune €12.167.000 per interventi nell'edilizia scolastica Risorse importanti sia per adeguare le strutture a livello sismico, energetico e dimensionale, sia come opportunità per l’economia locale. L'obiettivo ora è quello di far partire i lavori il prima possibile, dando priorità agli adeguamenti sismici. Per quest'ultimi interventi ecco la graduatoria di merito relativa al finanziamento di interventi nel POR FESR 2014-2020: €5.639.000 all' edificio scolastico materna primaria medie, €300.000 alla scuola infanzia Villa Fassia, €345.000 alla primaria Torre Calzolari, €675.000 alla scuola secondaria Ottaviano Nelli. A questi si aggiungono quelli

già finanziati nel piano per l'edilizia scolastica 2015-2017 che prevede: €675.000 per la nuova scuola di Semonte e €414.000 per la scuola di Branca. €666.900, poi, per la scuola infanzia e primaria di Carbonesca, rientrata nel piano per la ricostruzione di edifici lesionati nel sisma 2016. Infine, per il piano di interventi per edilizia scolastica 2018-2020 per l'adeguamento sismico: €415.000 per la Primaria Madonna del Ponte, €2.260.000 per la materna e primaria Aldo Moro e €657.000 per la primaria di Cipolleto dove saranno utilizzati anche per la realizzazione dell'ampliamento.

I fatti del mese

Settembre 2018

Nozze d’oro per il Circolo Tennis Il Circolo Tennis Gubbio, con circa 200 soci, ha raggiunto 50 anni di attività: un traguardo speciale che è stato celebrato con una mostra fotografica e una cena di gala “amarcord ”. Da l primo campo improvvisato nel chiostro di San Pietro alla struttura attuale in via Leonardo da Vinci, nata negli anni ’70, il Circolo è oggi un luogo accogliente e qualificato, non solo per l’attività agonistica ma anche per il ruolo di socializzazione che regala alla città, essendo un punto di riferimento per intere generazioni e garantendo apertura e collaborazione anche con le altre realtà associative.

Tanta la buona musica che ha inondato la città Un'estate piena di ritmo quella appena conclusasi che ha visto la presenza di numerose iniziative: la 17^ edizione del Festival Gubbio No Borders ha inaugurato con la voce internazionale di Greta Panettieri, la diva del jazz che ha incantato il Teatro Comunale facendo rivivere le canzoni di Mina. Paul Wertico ha poi ammaliato il Chiostro di San Pietro con il tributo all'opera di Giuseppe Verdi e Gioacchino Rossini. Non è mancato poi lo spazio per il trombettista Diego Ruvidotti, il progetto “Lorenzo Cannelli Foster Family” e il coro della 3°C della scuola elementare del I circolo didattico con la direzione di Sara Marini. Successo anche per il concerto “Ma che colpa abbiamo noi”, un rewind di musiche dal 1961 al 1971, ideato dal musicista Giorgio Ricci, così come per la 25esima edizione di “Gubbstock 2018” che in due serate ha visto l’esibizione di 10 gruppi del comprensorio, tra cui le prestigiose band “Jelem Do Mar” e le “Capre a Sonagli”.

Numerosi inoltre gli eventi collaterali: una mostra di street poster art, intitolata “Colla” e disegnatori e collagisti presenti per creare delle opere live, rielaborando delle copertine di libri in disuso provenienti dalla Biblioteca Sperelliana. A far visita anche Andrea Benedetti, che ha così presentato al pubblico il progetto Buskercase, che lo ha portato a vincere su 57 start-up italiane.

Settembre: mese di ripresa e di campionati È pronta a rinascere con rinnovate ambizioni l’Asd Branca 1969, allenata da mister Caporali, che intende divenire la protagonista nel campionato di Promozione. Dopo la scissione con il Fontanelle, la società brancaiola ha presentato la squadra alla festa della proloco annunciando di ripartire da una categoria inferiore rispetto a quella vissuta nell'ultimo biennio ma con entusiasmo da vendere. Tante conferme nella rosa senior così come tante giovani new entry, segno di collaborazioni con Atletico Gubbio ed Oratorio Don Bosco. Buone notizie anche per il calcio a 5 Vis Gubbio che parteciperà al campionato di Serie B nazionale. Il team eugubino, dopo aver raggiunto la seconda piazza nel campionato di C1 regionale, ha raggiunto la finalissima playoff nazionale arrivando secondo ma la domanda di ripescaggio è stata accolta dalla federazione a completamento organici. La Vis è stata così inserita nel girone D assieme ad altre 12 squadre di cui 5 marchigiane, 2 molisane e 2 abruzzesi, una romagnola e i perugini del Gadtch 2000.

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Scrivete per e-mail a: redazione@gubbiooggi.it o per posta tradizionale presso: Venerucci Comunicazione, via B.Croce 33, 06024 Gubbio (PG)

di Donatella Pauselli

Gentile signora Donatella, un mio sfogo da eugubina. Trovo stupido, persino masochistico, il continuo rimpallarsi su Facebook di post che parlano di terremoto qui a Gubbio.

Ma non faremmo meglio a tacere, o quanto meno a non dare evidenza, come accaduto di recente, a qualche scossetta qua e là? Noi viviamo di turismo e in questo modo ce lo giochiamo.

Anna Cara Anna, faremmo meglio a tacere? Non saprei darle una risposta tale passaparola. Del resto, quanto a scosse grosse, sono i media stessi a univoca. Certo è che la strana sensazione d’impotenza, la paura e quel divulgarle, con comprensibili ricadute negative sul turismo (del resto lei senso di vuoto che ci prendono in momenti del genere sono incontrollabili. andrebbe in un posto dove c’è stato un terremoto consistente? Non credo); Siano esse botte grosse o scosse leggere, viene d’istinto cercare conferma quanto alle scossette, non hanno alcun impatto per il fatto stesso che quei o conforto in chi ci è vicino. Facebook ora permette di dilatare i limiti del commenti tipo “ecco balenella”, “s’arballa” o simili che compaiono su Fb concetto di “vicino” per cui coinvolgere in questo chi vive con noi e chi muoiono prima ancora di avere vita, per l’inconsistenza stessa dell’evento. troviamo sul social è quasi un tutt’uno, sono appunto entrambi vicini. Ritengo semmai che il turismo ce lo giochiamo per altri motivi che attengoPotremmo disquisire sui risvolti positivi e/o negativi di tutto ciò ma è un no a politiche di settore forse non molto brillanti o innovative, alla cronica dato di fatto che in rete ritroviamo in un attimo una platea di concittadini mancanza di denaro che penalizza una progettualità più lungimirante. che, diciamo, sono sulla nostra stessa barca, esorcizzando la paura. E’ Facebook è uno strumento utile e di sicuro impatto ma ha anche i suoi altresì vero che il tam-tam che si innesca arriva ad amici e conoscenti col grandi limiti, dovuti soprattutto all’uso che noi stessi ne facciamo ma rischio di spaventarli, talvolta anche ingiustificatamente, penalizzando credo che, quanto al tema della sua lettera, c’entri ben poco, se non adun poco la propaganda turistica su Gubbio. dirittura niente.

Però, se questa è ben fatta in qualità e quantità, non credo risenta di un Come sempre, questo è solo il mio umilissimo pensiero.

Numeri Utili

Emergenza sanitaria............................................................. 118 Centralino Ospedale.............................................075 9270801 Pronto Soccorso Ospedale.................................. 075 9270744 Guardia Medica, Piazza Quaranta Martiri........075 9239468 Carabinieri Via Leonardo da Vinci....................... 075 9235700 Polizia Municipale Largo Pentapoli.................... 075 9273770 Vigili del Fuoco Via Alessandro Volta.................075 9273722 Guardia Finanza..................................................... 075 9273789 Guardia Forestale Via della Piaggiola 64...........075 9272585 Comunità M. Alta Umbria................................... 075 9274604 A.C.I. (Soccorso Stradale).........................................075 9274162 Acquedotto............................................................... 075 5009474 Ass. Maggio Eugubino..........................................075 9273912 Azienda Prom. Turistica.....................................075 9220693 Biblioteca Comunale Sperelliana..................... 075 9237632 Cimitero.......................... 075 9237690, 075 9237637-638-639 Curia Vescovile........................................................075 9273980 Funivia Via San Girolamo..................................... . 075 9273881 Municipio (Centralino)................................................075 92371 Piscina Comunale................................................... 075 9276887 Pretura....................................................................... 075 9272148 Teatro Comunale.................................................... 075 9275551 Taxi Piazza 40 Martiri...................075 9273800, 075-9274647

Farmacie di turno - settembre 1 2 3 4 5 6 7 8

sab dom lun mar mer gio ven sab

Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti Farm.Comunale Farm.Vittorina Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti Farm.Comunale Farm.Vittorina

9 10 11 12 13 14 15 16

dom lun mar mer gio ven sab dom

Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti Farm.Comunale Farm.Vittorina Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti Farm.Comunale Farm.Vittorina

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lun mar mer gio ven sab dom

Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti Farm.Comunale Farm.Vittorina Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti Farm.Comunale

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lun mar mer gio ven sab dom

Farm.Vittorina Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti Farm.Comunale Farm.Vittorina Farm.Ceccarelli Farm.Pierotti

Farmacia Antica Ceccarelli 2.......................Tel. 075 9221128 Farmacia Branca.............................................Tel. 075 9256122 Farmacia Cardinali.........................................Tel. 075 9255131 Farmacia Comunale Gubbio........................Tel. 075 9272243 Farmacia della Vittorina..............................Tel. 075 9273783 Farmacia Monacelli 128...............................Tel. 075 9291235 Farmacia Pierotti 46......................................Tel. 075 9220581 Farmacia Tomarelli.......................................... Tel. 075 920134

Orario SS. Messe Astenotrofio Mosca.............................................................10.00 Cappuccine...............................................................................8.30 Cimitero..................................................................................... 9.00 Madonna del Ponte...................................................8.30 - 11.00 Madonna del Prato................................................ 10.00 - 11.30 ora ora S. Agostino........................9.30 - 11.15 - 18.00 solare - 18.30 legale S. Biagio...................................................................................10.00 ora ora S. Francesco........7.30 - 10.00 - 11.30 - 17.30 solare - 18.30 legale da 15/05 da 01/10 S. Giovanni........................................11.00 a 30/09 - 19.00 a 08/06 S. Girolamo...............................................................................8.00 S. Maria al Corso...................................................................12.00 S. Marco........................................................................8.00 - 11.00 S. Domenico.................................................................9.00 - 11.00 01/10 da 15/05 a 08/06 - 19.00 a 30/09 S. Pietro..............................................11.00 da S. Secondo....................................................................9.00 - 11.00 S. Ubaldo..........................................................9.00 - 11.00 - 17.00 ora ora Vittorina................................................... 16.00 solare - 17.00 legale

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Uno spazio a disposizione di chiunque voglia dare “voce grafica” a ricordi, emozioni e sensazioni, condividendole con tutta la comunità

A cura di Donatella Pauselli

In amicizia e leggerezza. Aneddoti di vita di quartiere? Esperienze di vita vissuta? Riflessioni su passato e presente? Speranze per il futuro? Tutto quanto può essere di comune interesse o magari ravvivare un eugubino “amarcord” troverà qui il suo spazio.

irizzerà parole tutto personale che già mi ind del o sier pen un ere rim esp di Mi permetto averlo esposto di . Del resto è già accaduto per ore lett del te par da oli cev pia poco ad alcuni miei amici. persona, de visu come si dice, iglia, meritate giorni al mare con la mia fam ti ven ti soli i so cor tras ho Anche quest’anno e famigliari, tribolato. Per problemi logistici ben o ann un o dop e feri te gna e tanto ago ta più lontana. Abbiamo ngere, come d’abitudine, una me giu rag ile sib pos to sta è mi non a su Fano, perché e ma stavolta la scelta è ricadut ogni anno cambiato destinazion bisogno. bile in breve tempo, in caso di Gubbio sarebbe stata raggiungi o vi si trasferisse a dagli eugubini ma che Gubbi tut bat lto mo ta me una è sta So che que in senso positivo. o! Davvero una sorpresa, e non nav agi imm lo non cco blo in quasi e con cui prendere un ole incontrare qualche conoscent Da un lato è stato anche piacev l’anno a ici, che già si frequentano tutto am di ppi gru che e prir sco ro caffè ma dall’alt si tutta l’estate e anche al mare, spesso per qua iem ins re sta per no zza ani org Gubbio, si gi) mi ha un po’ spiazzato. (molti sono stanziali nei campeg a come per me che considero la vacanz a, oni not mo è nte me in e La parola che mi vien he se il sone. Sono eugubino verace anc per e altr e ghi luo i altr ere osc possibilità per con a questa formazione settimane intere, e forse devo per ri fuo pre sem o tat por ha lavoro mi ubini ma non posso radici se amo sì Gubbio e gli eug mie le e tich elas o res ha che e la di vita presenta l’occasione. Perché oltr ne se ndo qua , fine con e oltr fare a meno di andare e apprezzare. tanto da scoprire, da conoscere piana, per come la vedo io, c’è anche tra gli do, attivissimo) ma sentire che bal S.U (di lo aio cer un o son : Dico di più i, e dello scavja’ o non zanti si parla e straparla dei Cer ron abb di o fum pro il e i llon o ombre to. E’ una sorta di prolungament por sop lo né isco cep con lo non scavja’, francamente pietre alla sabbia, valigie in mano, si sposta dalle della comunità cittadina che, re: gli amici o. Cambiare ma senza cambia ent rim rife di ti pun i he anc trasferendo le chiacchiere. e le braciolate e, ahimé!, anche pur e com ivi, est ano ent div ali quando invern o me, può diventare una gabbia ond sec tà, uni com pria pro la Che dire, l’amore per è la coriacea abitudine.

S.E. la chiave che gira nella toppa

Scrivete a: redazione@gubbiooggi.it Sono del tutto banditi propaganda politica e religiosa, espressioni e contenuti razzisti e/o comunque lesivi della dignità di chiunque.

In tal senso la Redazione si riserva il diritto di ignorare gli scritti non consoni. * Per motivi di spazio la redazione si riserva il diritto di sintetizzare i testi ricevuti

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L’angolo per pensare

Riflessioni sull’esistenza umana

di Gianluca De Gennaro dottore in Filosofia

Ma l’anima esiste? E cos’è?

Ogni religione afferma, con i suoi dogmi di fede, che la vita non cessa con la morte del corpo biologico.

O

gni religione, con sostanziali differenze teologiche, professa la fede nell’immortalità di un principio “immateriale” ed “invisibile” che sopravvive alla morte e che ha a che fare con parole come “anima”, “spirito”, “mente”, “logos” e tanti altri vocaboli che s’avventurano nell’esplorazione del mondo invisibile e misterioso al confine tra il “materiale” e l’“immateriale”.

Oggi l’esistenza di questo ambito della vita dell’uomo che viene comunemente indicato con la parola “anima” ha avuto un forte riconoscimento dalla diffusione del pensiero psicologico.

La parola “psicologia” viene da due parole greche psiche (anima) e logos (ragionamento o discorso): la psicologia è lo studio riflessivo ed analitico del mondo del comportamento umano che ruota attorno alla nostra psiche tradotta ed intesa comunemente come “mente” anche se etimologicamente si traduce con “anima”.

La psicologia nasce come scienza intorno alla seconda metà dell’800 ed esattamente nel 1879 ad opera di Wundt, psicologo, fisiologo e filosofo tedesco. È lui ad essere considerato "il padre fondatore" della psicologia come scienza indipendente.

Un altro nome importante per la storia della psicologia è quello di Sigmund Freud neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco che ha fondato la psicoanalisi la più conosciuta tra le correnti della psicologia.

Ma già con Aristotele erano state gettate le premesse perché la psicologia potesse adeguatamente progredire come scienza: fu lui il primo a considerare l’uomo come fenomeno naturale da conoscere e studiare al pari di altri fenomeni naturali.

Possiamo negare l’importanza di questo ambito indicato dalla parola “anima” dal momento che le nostre società contemporanee hanno dato così ampio credito alla “psicologia” che contiene questa parola nella sua stessa radice etimologica?

Basta impostare la questione per accorgerci che il tema sull’esistenza dell’“anima” apre grandi scenari.

La cosa di cui sono già soddisfatto scrivendo questo articolo è di aver posto la questione e di porre alcune domande: 1.Esiste, dunque, una “vita dell’anima” da curare al pari di come curiamo “una vita del corpo”?

2.E cosa servirebbe per curare la “vita della nostra anima”?

3.E’ indifferente alla vita dell’uomo sapere se esiste l’anima e di quale cura ha bisogno?

4.Quali sono i modi in cui la religione, la filosofia e la psicologia intendono conoscere l’anima e curarne l’esistenza?

5.Dove andiamo a cercare le risposte a queste domande? Crediamo che siano domande utili alla nostra vita?

6.Crediamo che siano domande da curare almeno tanto quanto curiamo la nostra macchina, la casa ed il nostro conto in banca?

Ritengo che non bisogna dare risposte semplificate. I filosofi devono porre bene le questioni e fare buone domande senza aver fretta di trovare risposte.

Nell’ambito della riflessione sulla nostra esistenza, ancor più che nell’ambito delle scienze empiriche, c’è tanto bisogno di studio, ricerca,

approfondimento e confronto con la tradizione dei pensatori classici della storia del pensiero occidentale, orientale, arabo, cinese e di tutte quelle civiltà che hanno dato vita ad un corpo organico di saperi filosofici, teologici e metafisici.

Credo che bisogna diffidare dalle semplificazioni e dal “sapere in pillole” per domande così importanti per la nostra esistenza. Il sapere non può prescindere da percorsi seri e rigorosi. Non esistono scorciatoie per acquisire alcune consapevolezze e conoscenze. Sono necessari i tradizionali tre anni più due di studio, il tirocinio, l’apprendistato e poi l’esercizio della professione. Quei buoni dieci o quindici anni sono indispensabili solo per iniziare ad esercitare un mestiere e scoprire, nel mio caso, che della filosofia non si può dare mestiere.

Ci faremmo operare d’appendicite da una persona che non ha studiato medicina, che non si è confrontata con l’esame di un concorso di abilitazione e che non abbia fatto un serio tirocinio presso un ospedale riconosciuto dagli organi competenti di un certo Stato?

Ha senso cercare risposte sul senso della vita su rotocalchi, giornalini, oroscopi e programmi di dubbia scientificità? (per non dire altro?)

Ecco mi fermo qui. Con l’articolo del mese scorso e questo di oggi ho messo davvero tanta carne al fuoco ed ora si tratta non più di aggiungere altra carne ma di cucinare bene quella che già c’è.

Ho abbozzato delle ipotesi di definizione su cosa sia “il bene” ed “il male”; ho cercato di dare una definizione ad una parola usata ed abusata come “amore” ed oggi ho posto il quesito se crediamo che esista questo principio di vita chiamato “anima”.

Ognuno s’interroghi e chissà.... se a qualcuno venisse voglia di scrivere in redazione qualche considerazione in proposito, lo faccia!

Sarebbe bello se questa rubrica potesse prendere la forma di un dialogo con i suoi lettori. Tutti siamo abilitati a riflettere: bisogna solo provarci.

Solo così s’inizierebbe a riflettere insieme.

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Prossimamente

Gli appuntamenti da segnare in agenda di Caterina Panfili

TUTTO PRONTO PER IL FESTIVAL DEL MEDIOEVO 2018

Una manifestazione unica nel suo genere pronta a raccontare, in cinque giorni, dieci secoli di storia dal 476 al 1492 grazie ad appuntamenti culturali, mostre, mercati, esibizioni e spettacoli.

Da mercoledì 26 a domenica 30 settembre, infatti, Gubbio si cala ancora di più nell’atmosfera Medievale con ospiti nazionali ed internazionali pronti a illustrare, durante questa IV edizione, il tema dei Barbari.

iL MESE DELlo SPORT continua

Tutto pronto per la Corri Gubbio 2018: una manifestazione podistica competitiva riservata ad atleti o professionisti che si terrà domenica 30 settembre. I partecipanti dovranno essere pronti a correre sulla distanza di 10 km per le vie del Centro storico, con partenza da Piazza Grande. L’evento, inoltre, si svolgerà in contemporanea alla Run for you, corsa non competitiva di beneficienza organizzata in collaborazione con la Corri Gubbio e il cui ricavato sarà devoluto allo sviluppo di progetti socio-culturali dedicati alla città.

Immancabile e imperdibile, ormai, Spirito di Squadra: la quadrangolare di volley A1 maschile, giunta ormai alla sesta edizione, che quest’anno si terrà mercoledì 3 e giovedì 4 ottobre presso la palestra Polivalente di Gubbio.

Gubbio Summer festival, al via la 29esima edizione

Tutto pronto per il Gubbio Summer Festival, la kermesse eugubina che da quest’anno si svolge da settembre a gennaio in una nuova veste, che prevede concerti di alto livello musicale con cadenza mensile. Tutto ciò in attesa del trentennale della manifestazione, che vedrà nel 2019 il ritorno delle Masterclass tenute da Maestri di fama internazionale, abbinate a concerti tenuti dagli stessi maestri e dai migliori allievi. Ad alzare il sipario sul Gubbio Summer festival, la pianista Cinzia Bartoli con il concerto “Da Chopin a Piazzolla” il 23 settembre alle 18 nella sala Refettorio Biblioteca Sperelliana. Nella stessa location si terrà il 28 ottobre alle 18 il “Concerto straordinario, i 24 Capricci di Paganini" con Ksenia Milyavskaya al violino.

Si proseguirà il 2 novembre alla chiesa di San Giovanni alle 21.15 con lo STABAT MATER di Gian Battista Pergolesi eseguito da Armoniosoincanto, Orchestra da camera di Gubbio, Lucia Casagrande Raffi, Elisabetta Pallucchi e diretto da Giovanni Sannipoli. Il 26 dicembre alle 18:15 alla Chiesa di Madre del Salvatore il Concerto di Natale con i cori dell’Ensemble Floriano Canal e LatinoAmeriCanta, il soprano Catiuscia Marionni, il tenore Pablo Cesar Cassiba e agli archi Katia Ghigi, Luca Moretti e Marco Becchetti diretti dal maestro Arnaldo Ridolfi. Infine, a chiudere, domenica 27 gennaio alle 18:15 nella sala dell'ex refettorio della Biblioteta, il "Concerto per la Giornata della Memoria" con l'orchestra da camera di Gubbio diretta da Alessandro Buccarella.

Se avete eventi di interesse cittadino da promuovere, scrivete con anticipo a: redazione@gubbiooggi.it

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Spazio ai lettori Riceviamo e pubblichiamo questa lettera:

Per quanto vivere accant o a un genitore anziano dovrebbe preparare i fam qualsiasi eventualità; po igliari a i quando capita ti accorgi che non si è mai pront i.

Per fortuna siamo stati debitamente assistiti fin da quando, costretti da abbiamo chiamato l’amb lla situazione, ulanza che si è subito pre cipitata nella nostra ab trasportato nostro padre itazione e nel locale ospedale di Br anca.

In questa struttura, prima nel reparto medicina du rante la fase acuta della poi successivamente ne malattia, l reparto R.S.A, abbiamo ris contrato una grande pro caratterizzante tutto il fessionalità personale ospedaliero me dico e paramedico; ma aspetto molte volte sotto so pra ttutto, valutato ma che noi rit eniamo molto important constatato una grande e, abbiamo umanità.

Nostro padre è arrivato in ospedale in condizion i critiche e grazie alle cu attenzioni prestate è po re e alle tuto rientrare all’interno del suo nucleo famigliar di salute notevolmente e con uno stato migliorato.

Per tutto questo ci sen tiamo di esprimere la no stra profonda gratitudine che, a vario titolo, hann a tutti coloro o provveduto alla cura e assistenza di nostro pa dre.

I figli di Enrico Barbetti

Il Ricordo Vincenzo Monacelli

L

utto nell'ambiente sportivo, e non solo, eugubino: è venuto a mancare il dottor Vincenzo Monacelli, meglio noto a Gubbio come "Dottorino". Di professione veterinario, è stato per anni parte integrante della Gubbio Calcio, alla quale ha dedicato inesauribile energia e profondo entusiasmo. Tifoso appassionato e dirigente instancabile per molte stagioni, è stato anche presidente del sodalizio rossoblù alla fine degli anni 70, facendo parte del cosidetto "comitato di gestione" con una presidenza congiunta con il commendator Paolo Pozzolini e Gustavo Pannacci.

Foto di Simone Grilli

Sempre fedele ai colori rossoblù e immancabile sugli spalti del San Biagio, oggi stadio Barbetti, il Dottorino ha continuato a seguire le sorti del Gubbio fino alla fine dello scorso campionato, nonostante una malattia ormai incipiente.

Anche i tifosi del Gubbio lo hanno voluto ricordare dedicandogli un commovente striscione in occasione della partita di coppa Italia a Fano.

Anche il sindaco Stirati lo ha voluto ricordare in una nota ufficiale: «Rimarrà nel ricordo di tutti con l’affettuoso appellativo de ‘il Dottorino’, a testimoniare la vicinanza dell’intera comunità eugubina che oggi ne piange la perdita. Con lui viene meno una figura di riferimento, per il suo impegno in vari campi, da quello professionale, svolto per tanti anni con competenza e dedizione, a quello sportivo con la passione ‘rosso blu’ nel sangue che lo ha accompagnato tutta la vita per la Sua amata squadra di calcio, dove ha ricoperto ruoli di primo piano. In entrambi ha lasciato il segno, profondendo capacità ed entusiasmo, esempio di appassionata partecipazione nella buona o cattiva sorte, non facendo mai mancare il Suo prezioso apporto. Di lui si apprezzavano, oltre alle capacità professionali nel settore medico veterinario, le doti di umanità e di generosità, che mancheranno a tutti coloro che lo hanno conosciuto ».

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La Pagina rosa

Inviaci le tue foto a: grafica@gubbiooggi.it Matteo Casagrande e Veronica Belardi Foto Pigi Matteo Pletti e Lucia Ragnacci Foto Pigi

Valentina Ragni e Stefano Pierantozzi Foto Pigi

Giulia Diamantini e Luca Bartolini Foto Pigi Valentina Piccinini e Matteo Ridolfi Foto Pigi

Iacopo Spigarelli De Baldarone e Sara Bellucci Foto Pigi

Manola Columbaria e Fabio Costi - Foto Pigi

Settembre 2018

la Pagina rosa

Matteo e Michela, 4 agosto - Studio Sannipoli

Fabrizio e Cecilia, 26 agosto - Studio Sannipoli

Daniele e Fatimazahra, 18 agosto - Studio Sannipoli

Michele e Laura, 4 agosto - Studio Sannipoli

Tanti auguri ad Anna Marinelli per il suo compleanno

Tanti auguri a Marta per il suo comleanno da Thomas , parenti e amici

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ricetta a cura di

Salsicce con l’uva Una ricetta semplicissima ma dal risultato garantito: l'acidità dell'uva smorza il grasso delle salsicce e ne completa il sapore Ingredienti 8 salsicce fresche 1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva 500 g circa di uva da tavola

procedimento Lavate e asciugate le salsicce e punzecchiatele in diversi punti con una forchetta. Scaldate l'olio in una padella e fate rosolare dolcemente le salsicce girandole spesso in modo che rilascino gran parte del grasso. Dopo una ventina di minuti, quando le salsicce avranno preso un bel colore, scolate dalla padella tutto il grasso che si sarĂ formato e mettetevi gli acini d'uva, lavati e asciugati. Rialzate la fiamma e fate insaporire l'uva per quattro o cinque minuti. Durante questo tempo, scuotete ogni tanto la padella senza mescolare l'uva per non romperla.

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A cura di

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Gubbio Ieri

I nostri ricordi piĂš belli... dalla Redazione

Scuola Addestramento Tennis, 1983 Nozze d'oro per il Circolo Tennis Gubbio, che festeggia 50 anni di una storia quanto mai fulgida e colma di ricordi ed emozioni, da rivivere e far vivere alle nuove generazioni

Un

traguardo rimarchevole, celebrato con una mostra fotografica visibile presso il Circolo eugubino che funge da suggestivo excursus: dalla nascita del circolo, inizialmente ubicato nel chiostro di san Pietro e trasferito poi nell'estate del 1970 in via Leonardo da Vinci, divenuto nel corso degli anni punto di ritrovo, aggregazione e riferimento per molteplici progenie di tennisti, per una struttura capace di evolversi

anno dopo anno, fino ad ospitare ai giorni nostri un importante torneo di caratura internazionale. Fra le varie fotografie esposte per l’occasione, ne abbiamo scelta una di 35 anni fa, settembre 1983, con il gruppo dei giovani della SAT (Scuola Addestramento Tennis) in posa, ovviamente sotto rete, durante uno dei primi allenamenti della stagione.

In piedi da sinistra: Paola Colaiacovo, Marta Meli, Giovanni Meli, il coach Alexander Williams, Riccardo Costi, l'aiuto istruttore Brunello Boni e Roberto Mengoni.

Seduti da sinistra: Francesco Bianchi, Luca Mengoni, Michela Zaccagni ed Andrea Biagioli

SEGUICI SULLA PAGINA Scuolacomunale Musicagubbio

Comune di Gubbio

Anno Accademico 2018-2019

Percorsi Musicoterapici DIPARTIMENTO

JAZZ la sala prove Disponibile su richiesta . Amici di Riccardo professionale dell’ass

Per informazioni Claudio 370 349 0481 Giordano 345 438 1063 Paolo 339 273 7530

RII TR NT ON CO IIN NC vvii i t t i e t l t l e o l l c o e c i olli e go ssiin ng eerree c s c o s n o o n c o r c e p per L O L LO E L C E N C O N L O O L I iill V VIO

Sede della scuola: Via Rosseau (parcheggio lato piscina scuola media Ottaviano Nelli)