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Salesino - n. 2/2017 Registro dei Giornali e dei Periodici del Tribunale di Ancona n. 4/16 Reg. Periodici n. 2500/2016 RCC Proprietario: Fondazione dell’Ospedale Salesi onlus Direttore responsabile: Isabella Tombolini Redazione e impaginazione: Moretti Comunicazione srl Concept grafico: Gio.Com. - Giorgetti Comunicazione Chiuso in redazione il 18/07/2017

n.2 luglio 2017

il giornalino della Fondazione Ospedale Salesi

VIA AL PROGETTO ROBOT THERAPY

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ari amici,

In questo numero, come sempre, vi raccontiamo le tante storie e novità che riempiono ogni giorno la vita dell’Ospedale Salesi e della Fondazione. Troverete il progetto che riguarda l’impiego di un piccolo robot, stiamo già facendo un sondaggio tra i bambini ricoverati per trovare un nome simpatico. E poi il punto di vista di un medico sul corso di Musicoterapia e sulle Coterapie in genere, gli sviluppi del percorso sui disturbi alimentari e il nuovo e importantissimo progetto “Accoglienza” per far sentire il bambino come “a casa propria” fin dall’ingresso in ospedale. Per crescere e fare sempre meglio, abbiamo bisogno del vostro sostegno. Buona lettura

Annarita Settimi Duca Direttore operativo della Fondazione Salesi

arla, canta, mostra al bimbo cosa succede durante una procedura medica, entra in relazione con lui stimolando le sue energie positive. È il robot che arriverà presto all’Ospedale Salesi grazie al progetto sviluppato dalla Fondazione che, proseguendo le tante esperienze relative al gioco terapeutico, all’accoglienza e alle tecniche non farmacologiche per la gestione del dolore, ha proposto l’impiego di questo strumento per creare stimoli in grado di mettere il bambino a proprio agio, catturando la sua attenzione e rendendolo ascoltatore attivo. Attività che hanno l’obiettivo non solo di una migliore accettazione della situazione, con la conseguente riduzione di ansia e stress, ma anche di una migliore alleanza tra paziente pediatrico e personale medicoinfermieristico. “L’obiettivo – sottolinea Michele Caporossi, presidente della Fondazione Salesi e direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona – è guarire giocando. E’ un luogo comune che le tecnologie distolgano l’attenzione e non favoriscano un corretto sviluppo e l’apprendimento del bambino. In realtà le tecnologie, come in questo caso, hanno una componente preponderante che aiuta positivamente a crescere anche in condizioni svantaggiate come quelle del bambino malato”. Questo speciale robot è stato impiegato inizialmente negli Usa, con importanti risultati in particolare con i bambini autistici, ed è utilizzato in Italia in strutture come il Sant’Orsola di Bologna. Ora arriverà anche al Salesi e verrà impiegato nella preparazione all’intervento chirurgico durante il momento del day surgery e nei diversi reparti, tra cui Oncologia, per aiutare il bambino a riconoscere e accettare sentimenti di rabbia, tristezza e paura ed imparare a superarli. Per la realizzazione del progetto verranno istituiti dei tavoli

MUSICOTERAPIA: INTERVISTA AD ALESSANDRO VOLPINI pag. 2

di lavoro con personale medico e infermieristico. “La presenza di questo importante supporto psicologico e ludico – aggiunge il presidente Caporossi - non è un punto di arrivo nella cura ma un punto di partenza. Ci sono tutti i presupposti perché funzioni, ma ovviamente dall’uso concreto rileveremo anche l’efficacia pratica, per poi valutare la possibile introduzione di altri sussidi didattici all’interno dei percorsi di cura”.

DISTURBI ALIMENTARI

Al Salesi un protocollo per contrastarli

PROGETTO ACCOGLIENZA

Cosa succede all’arrivo in ospedale

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LE FAVOLE degli elettrodomestici SERVIZIO CIVILE, un welfare a colori APP CONTRO LA PAURA, le novità RACCOLTA FONDI, le iniziative pag. 4


Salesino | luglio 2017 | pag. 2

LA MUSICA PER USCIRE DALLA BOLLA DELLA MALATTIA

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a Fondazione Salesi è fortemente impegnata sul fronte delle coterapie, ovvero di attività quali musicoterapia, clownterapia e pet therapy che forniscono un sostegno importante al bambino soprattutto dal punto di vista psicologico, diventando preziose alleate del percorso di cura. Di musicoterapia in particolare parliamo con Alessandro Volpini, dirigente medico pediatra del Salesi. Dottor Volpini, che ruolo ha la musicoterapia in ospedale? Oggi non esiste più soltanto la terapia farmacologica. È necessario lavorare a 360 gradi considerando anche l’aspetto emotivo e relazionale: il che vuol dire passare dal concetto di “cura” a quello del “prendersi cura”. Per i medici il supporto di chi opera in questo

campo è fondamentale; la musicoterapia, che al Salesi viene condotta da operatori estremamente preparati e competenti, agisce sul-

Intervista ad Alessandro Volpini, medico pediatra dell’Ospedale Salesi

le emozioni ed aiuta il bambino a comunicare, ad uscire dalla ‘bolla’ della malattia, da quell’isolamento sociale in cui può trovarsi in parti-

colare chi soffre di una patologia cronica. Come si realizza nella pratica la musicoterapia? I terapeuti entrano nei reparti e interagiscono con il bambino, che avvia un “dialogo sonoro” con l’operatore, riproducendo ad esempio le note con uno strumento oppure scrivendo una storia da musicare. Nei reparti di terapia intensiva neonatale si insegna alla mamma a cantare le canzoni che il bimbo ascoltava prima della nascita: il prematuro, protetto nella pancia dai rumori acuti, si trova d’improvviso in un contesto molto stressante e la musicoterapia attenua questi effetti: la saturazione dell’ossigeno migliora, si abbassa

la frequenza cardiaca, il bimbo si nutre meglio e quindi cresce meglio. Il percorso è comunque diverso da caso a caso ed è legato al vissuto. Ricordo ad esempio una paziente a cui era stata fatta ascoltare una melodia mentre era in coma, alla dimissione ha riprodotto quella melodia con uno strumento: la musica entra dove noi medici non riusciamo ad entrare. Lei ha preso parte alle attività di formazione che la Fondazione ha promosso in questo campo, qual è il bilancio? Quest’anno si sono tenuti quattro appuntamenti molto partecipati, con tutte le figure ospedaliere coinvolte e tanti professionisti che si sono messi in discussione. Ci piacerebbe allargare queste esperienze al di fuori degli Ospedali Riuniti, nelle Aree Vaste e nelle altre strutture territoriali: le associazioni a volte fanno fatica a “penetrare” l’ospedale, creare una cultura in

questo senso favorisce l’apertura alle coterapie. Quali progetti vorrebbe fossero sviluppati? Nella cura le conoscenze sono importanti, ma è altrettanto importante la capacità di accogliere e di entrare in rapporto empatico con la famiglia. La Fondazione consente di avere persone valide in reparto e il suo supporto è fondamentale. Siamo pionieri in questa capacità di lavorare sulla persona e non solo sulla malattia. Questo

Siamo pionieri nelle coterapie. Il Salesi può fare scuola ci distingue da altre strutture. Sarebbe allora importante realizzare una raccolta di dati sulle coterapie, anche con l’obiettivo di esportare questa esperienza in tutta Italia. Il Salesi non è l’ospedale di Ancona, è uno dei quattro ospedali pediatrici italiani: va pensato come realtà che può fare scuola.


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QUANDO IL CIBO E’ UN PROBLEMA D

L’ULTIMO TRIENNIO IN NUMERI 2016

647 sedute psicologiche effettuate 48 pazienti seguiti

2015

654 sedute psicologiche effettuate 49 pazienti seguiti

2014

580 sedute psicologiche effettuate 43 pazienti seguiti (23 in regime di ricovero)

isturbi del comportamento alimentare, come intervenire? All’Ospedale Salesi è stato messo in campo un protocollo per contrastare i cosiddetti DCA sia nella fascia di età da 0 a 6 anni, sia in quella di pazienti più grandi, dai 9 ai 18 anni. Nel primo caso l’attività viene svolta a cadenza settimanale dalla dottoressa Anna Maria Cester, pediatra e psicoterapeuta psicodinamica, grazie a un lavoro di squadra specifico per ogni caso. I disturbi del comportamento alimentare in età pediatrica spesso hanno origine dalla relazione tra bambino e genitore. “Quando i casi si presentano in età infantile - spiega la dottoressa Cester- si ha un’incidenza alla pari per quanto riguarda maschi e femmine. I disturbi dell’alimentazione sono quasi sempre il sintomo di una crisi evolutiva di sviluppo, transitoria, che nella maggior parte dei casi si risolve con esiti positivi”. Ma come fare a capire se siamo in presenza di un DCA? “In genere si nota una difficoltà di svezzamento e il rifiuto da parte del bambino a staccarsi dal seno materno; grazie al lavoro di equìpe cerchiamo di intervenire sia sul piano emotivo-comportamentale che su quello educativo-relazionale”. Un fenomeno comunque da non sottovalutare se pensiamo che ogni anno fa registrare circa 30 nuovi casi al Salesi. La situazione è un po’ diversa per i pazienti più grandi, dai 9 anni in su, seguiti dalla dottoressa Arianna Panzini, psicologa e psicoterapeuta. Anche qui l’approccio è interdisciplinare, al fine di garantire una presa in carico simultanea degli aspetti organi-

ci, psicologici-psichiatrici, nutrizionali dei giovani pazienti. Dai 9 anni in su, ad essere colpite da disturbi del comportamento alimentare sono soprattutto le bambine. “Purtroppo - spiega la dottoressa Panzini - negli ultimi 10-15 anni i casi sono in costante aumento con un abbassamento dell’età d’esordio. Le cause? Difficile individuarle con certezza ma in generale situazioni di fragilità, frustrazione e cambiamento possono diventare eventi scatenanti. Anche i modelli sociali imposti dai media possono influire”. Dal momento che il bambino va incontro ad una perdita di peso la famiglia, allarmata, si attiva ed è importante che lo faccia nel più breve tempo possibile. “Sul piano psicologico i DCA sono forse tra i disturbi più difficili da trattare - conclude la dottoressa - sia per la scarsa motivazione nei pazienti ad operare un cambiamento, sia per la tendenza alla persistenza del sintomo”.

LA CURA COMINCIA DALL’ACCOGLIENZA

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’accoglienza in ospedale del bambino e della sua famiglia è un aspetto molto importante che può collocarsi all’interno del percorso di cura, poiché permette di trovare non solo informazioni ma fonti di rassicurazione e attenzioni in grado di favorire l’adattamento al contesto. Con il Progetto Accoglienza la Fondazione dell’Ospedale Salesi vuole porre al centro la storia di Lo staff del progetto Accoglienza ogni paziente, spostando l’attenzione dalla malattia verso attività ludico-didattiche. L’obiettivo è far entrare in ospedale, attraverso le coterapie, un pezzo di mondo che improvvisamente sembra trasformare i reparti, spezzare la monotonia di un’esperienza fatta di camici bianchi, di letti, di attrezzature mediche estremamente tecnologiche, i cui display però non hanno il fascino dei video game. Il progetto è strutturato in base all’obiettivo di prendersi cura del paziente nella sua interezza, realizzando, grazie alla collaborazione con l’equipe medico-infermieristica, un protocollo di cure personalizzato e rispettoso delle individualità. Tutte le mattine l’operatore ludico della Fondazione accoglie i bambini e gli adolescenti che affrontano il ricovero e dona loro un piccolo kit con-

tenente materiale adatto all’età e alle esigenze dei diversi pazienti. Un progetto che si propone di far entrare in ospedale non solo clown, musicisti ed educatori, ma la Clown Terapia, la Musicoterapia e il Gioco Terapeutico. Possiamo affiancare la parola “terapia” a queste attività poichè ad operare sono professionisti competenti, in grado di fare in modo che il paziente distolga l’attenzione dalla sua condizione di sofferenza e di malattia, e dalle paure che legge anche sul volto di chi lo circonda. Da febbraio a maggio sono stati effettuati 1.437 interventi di Gioco Terapeutico nei seguenti reparti: Oncoematologia Pediatrica, Chirurgia Pediatrica, Neuropsichiatria Infantile, Rianimazione, Clinica Pediatrica e Pediatria. Le attività hanno coinvolto due musicoterapeuti, due clown dottori, un operatore ludico e tre educatori della Ludoteca del Riuso. I professionisti hanno lavorato sempre per il raggiungimento di obiettivi terapeutici. Le attività proposte utilizzano le potenzialità del gioco, del disegno, della creatività per aiutare i pazienti a scaricare le tensioni e i disagi, con l’obiettivo di trasformare la percezione di quel momento e dell’ospedale in genere.


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LE FIABE CHE AIUTANO LA FONDAZIONE

RACCOLTA FONDI, ECCO LE ULTIME NEWS

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Grazie alla Conero Running, la tradizionale mezza maratona della Riviera del Conero, sono stati raccolti 2100 euro per la “robot therapy”. Ulteriori 4000 euro destinati a vari progetti sono arrivati dal raduno di motociclisti “2 Wheels 4 Benefit”. Un grazie di cuore a queste manifestazioni e a tutte le persone che con grandi e piccoli gesti sostengono la Fondazione: come i due giovani sposi, anconetani residenti a New York, che hanno voluto trasformare i loro regali di nozze in donazioni. Tra i prossimi eventi di raccolta fondi “Anneauuuwww”, il torneo di calcio balilla umano in programma a Polverigi dal 24 luglio al 6 agosto.

calderino, Mago Riciclone e Jack l’aspirapolvere. Sono solo alcuni dei personaggi di “Una fiaba dedicata agli elettrodomestici”, raccolta nata dalla fantasia degli alunni di scuole primarie della regione il cui ricavato andrà in sostegno della Fondazione Salesi. L’iniziativa nasce grazie al concorso “C’era una foglia”, promosso dall’Associazione SpazioAmbiente che da 14 anni coinvolge gli istituti invitando le classi, coordinate dall’insegnante, a scrivere storie intorno ad un tema legato alla cultura ambientale, dando sostegno ogni anno ad un’associazione diversa. Le favole vengono infatti raccolte in una pubblicazione, corredata dalle illustrazioni di professionisti, che viene donata all’associazione per le attività di raccolta fondi. “Un progetto di solidarietà unico nelle Marche – sottolinea il presidente dell’Associazione SpazioAmbiente, Robertino Perfetti – che continua da molti anni grazie al sostegno di numerosi partner. Protagonisti sono i bambini, che donano le loro storie e le loro emozioni ad altri bambini meno fortunati”. L’edizione 2017 del concorso ha coinvolto 32 classi di istituti di tutta la regione, con la premiazione ospitata in maggio alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Ecco le classi che hanno firmato gli scritti vincitori: la III C delle scuole Rodari di Porto Sant’Elpidio, la IVB e la IV A delle Dante Alighieri di Appignano, la III B e

la IIIA delle Collodi di Jesi, la IVA delle Mercantili di Ancona e la VG delle Merloni di Genga. Anche se, in un progetto del genere, non possono che essere tutti vincitori. E allora non resta che sorridere e imparare con la storia dei phon innamorati, le avventure del frigorifero magico, i versi dedicati al tablet giocherellone e con tutte le altre fiabe e poesie raccolte in questo bellissimo libro. Per averlo basta rivolgersi alla Fondazione Salesi: con una donazione di 5 euro si potrà sostenere il progetto “Le favole della Buona Notte”.

SERVIZIO CIVILE, PER UN WELFARE A COLORI

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UNA APP ANCORA PIÙ RICCA Ar-

rivano nuove sezioni nella App “L’ospedale non fa più paura”, l’applicazione gratuita per aiutare bambini e ragazzi ad affrontare al meglio le procedure medico–infermieristiche. Agli esami già spiegati in modo semplice, interattivo e giocoso, si aggiungeranno la spirometria, le prove allergiche e l’elettroencefalogramma. La app si può scaricare gratuitamente da dispositivi mobili e da pc. Info su www.fondazioneospedalesalesi.it

n ottobre arriveranno nuovi volontari ad aiutare la Fondazione Salesi nelle tante attività per migliorare la qualità della vita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Sono i ragazzi del Servizio Civile, selezionati attraverso il bando lanciato dal Comune di Ancona che ha aderito al piano nazionale con il progetto “Per un welfare a colori”. I giovani che hanno risposto al bando saranno chiamati a dedicare dodici mesi della propria vita a se stessi e agli altri, formandosi, acquisendo conoscenze ed esperienze e maturando una propria coscienza civica attraverso l’agire concreto all’interno di progetti di assistenza e di educazione e promozione culturale. “Per un welfare a colori” è sviluppato in co-progettazione con la Fondazione Salesi e in partenariato con la Casa delle Culture e il Museo Omero e darà l’opportunità ai ragazzi di sperimentare sul campo le modalità con cui viene svolto il lavoro di supporto ai cittadini in condizioni di fragilità. Tra i 16 giovani che verranno selezionati in base alle domande già pervenute, 4 opereranno con la Fondazione Salesi e saranno coinvolti in particolare nelle attività di gioco di gruppo o individuale svolte quotidianamente nei vari reparti e nei laboratori di gioco ludico-espressivo, coordinati dai professionisti della Fondazione. Queste attività hanno l’obiettivo di migliorare l’accoglienza in ospedale del bambino/adolescente e della sua famiglia, favorire i processi di apprendimento attraverso attività di gioco adatte all’età e al contesto e rendere più piacevoli le visite dei bambini ai genitori ricoverati presso la Sod (Struttura Operativa Dipartimentale) Oncologia degli Ospedali Riuniti di Ancona.

FORMAZIONE, FOCUS SUL GIOCO TERAPEUTICO

Nei mesi di giugno e luglio la Fondazione Salesi ha organizzato corsi di formazione specifici rivolti agli operatori del Gioco Terapeutico. Sono state affrontate in particolare tematiche mediche, infermieristiche e psicologiche dei pazienti affetti da patologia cronica. Grazie alla collaborazione con i professionisti degli Ospedali Riuniti, le coterapie entreranno a far parte del percorso assistenziale dei pazienti pediatrici ricoverati.


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