La stabilità del rettangolo

Page 99

presso il fiume, con il bastone appoggiato di lato e l’aria assorta c’era Turi. Ernesto lo salutò e lui si alzò, ma andò verso Edit. «Voi siete Edit?» «Sì». «Mi ricordo di voi, la figlia della maestra». «Sì, ma io non ricordo». «Eravate bambina. Ero il bidello della scuola». «Rammento che quando uscivo da scuola con mia madre un bidello prendeva la mia cartella e ci accompagnava al bus. Era lei, dunque». «Sì». La guardò per un istante, come se indugiasse per fissare in sé quel volto. «Voleva bene a tutti, vostra madre. E tutti ne volevano a lei». Turi salutò, contento per quel brandello di passato. Edit aveva un sorriso malinconico quando ripresero a passeggiare. «È morta presto tua madre?» le chiese Ernesto. «Avevo dieci anni». «Com’era?». «Una maestra. Insegnava anche senza parlare». Per infilarsi un guanto le cadde il libro che aveva in mano. Ernesto lo raccolse. «Ti piace molto la Porete» le disse mentre glielo restituiva. «È luce» rispose. Passeggiarono in silenzio. Il carico di neve gonfiava il cielo. Attraversarono la strada e si diressero verso l’abitazione del Professore per salutarsi. «Mio padre era la casa» disse lei ad un tratto, «il tempo pacato e tiepido. Mia madre era l’altrove. I suoi racconti mi portavano in più epoche e in più luoghi». Era quasi sera e cominciava a scendere un sottile nevischio. Si salutarono ed il giovane si diresse verso casa. Il vento era divenuto gelido e trasformava rapidamente l’umido del selciato in uno specchio opaco.

98


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.