Intervista a Gianfranco Morra, ItaliaOggi 31 ottobre 2017

Page 1

PRIMO PIANO

Martedì 31 Ottobre 2017

7

Le grandi firme di ItaliaOggi - Gianfranco Morra viene intervistato da Goffredo Pistelli

Messi male ma possiamo farcela

Bisogna ripristinare ciò che resta valido del passato epidermica. Non a caso nella cultura più di tutti contava Benedetto Croce. Il fascismo fu un totalitarismo mancato. D. Nel Dopoguerra, da studente universitario, lei cominciò a interessarsi alla politica. R. Certo. E furono anni di apertura al marxismo, che offriva un modello di forte promozione umana ed una ideologia filosoficamente fondata. Era la stagione in cui venivano scoperti Antonio Gramsci e il suo comunismo «umanistico». E in cui a Bologna era sindaco un autentico antifascista come

Del Noce, il più grande filosofo politico cristiano del nostro secondo Novecento. D. Una grande figura. Successivamente lei fece una vera e propria incursione nella politica politicante: candidandosi alla presidenza dell’Emilia-Romagna. R. Certo, era il 1995. L’equivoco della Dc era finito, Mino Martinazzoli l’aveva sepolta: da una parte i cattocomunisti, i Popolari, dall’altra i cattolici tradizionalisti, il Ccd di Pier Ferdinando Casini, politico di centrodestra, che avevo sempre stimato: accettai il suo invito e mi candidai, pur sapendo che non potevo vincere. Ebbi 900 mila voti, ma Pier Luigi Bersani ne ebbe un milione e mezzo. D. Lei però, diligentemente, si mise a fare il consigliere di opposizione. Che cosa ricorda di quei cinque anni passati in Regione?

manifesto attaccato in zona universitaria, dove, tra gli altri miei demeriti, «clericoarlare con Gianfascista, sostenitore di Cofranco Morra e di munione e Liberazione ecc», Gianfranco Morra era scritto «collaboratore del non è semplice. PerResto del Carlino». ché questo bolognese clasD. Di quali giornali ha se 1930 ha alle spalle una conservato i migliori rilunga carriera accademica, cordi? in giro per l’Italia come si R. Questo, ItaliaOggi, su faceva prima (Lecce, Macecui scrivo attualmente, non rata, Campobasso, dove fu è un ricordo, ma una sicura anche rettore), e terminata soddisfazione. Ma prima dicon la pensione, laddove era rei L’Osservatore romano di cominciata: l’Alma Mater di Raimondo Manzini, il TemBologna. Non è semplice anpo di Gianni Letta e tutti i che perché a questo filosofo Gianfranco Morra giornali diretti da Vittorio e sociologo si debbono molti Feltri. libri, scientifici e anche dicome quella di Bologna, D. Naturalmente, provulgativi, e perché le cose città modello del comuprio sui giornali, ha scritche scrive su ItaliaOggi, dai nismo italiano, avrà to di Chiesa e dei ponteficommenti alla reavuto difficoltà. ci che l’hanno guidata. censioni artistiche, Alle panzane del ceto intellettuale che R. Beh gli oppositoR. Certo, a partire da Giosono sempre piccole ri molti, le difficoltà, vanni XXIII: uomo semplice lezioni di stile, luha venduto per secoli il falso elisir del onestamente, poche. e devoto, ma anche culturalcidità di giudizio, Progresso e ora s’è fatto difensore del Nelle lezioni ho semmente limitato, mise in moto misura. vuoto da lui stesso prodotto, l’uomo pre distinto l’esposizioun concilio che oltre le sue Domanda. Prodi oggi risponde con lo scetticismo ne dalla critica e molti intenzioni scatenò una temfessore, lei è nato ma anche con l’attesa. Il recupero studenti, poi divenuti pesta nella Chiesa. e cresciuto a Boè possibile ma non sarà rapido politici del Pci, proprio D. E Paolo VI? logna nel momenda me hanno imparato R. Avrebbe dovuto assumeto del maggiore i rudimenti del marxire decisioni forti per liberare consenso al fale novità del concilio dalscismo. Cosa ricorda del- Giuseppe Dozza, che sta- smo e del gramscile dissoluzioni del postla società di quegli anni, va ricostruendo la città. Ma smo. Ancora ne inNon è detto che l’Europa finisca come contro alcuni e me concilio. Un ruolo per ‘30-40, e della sua prima presto questa simpatia si ne sono grati. esaurì. lui poco naturale, che educazione? profetizzava Spengler nel suo TramonD. Ma la sua D. E perché? realizzò solo in parte. Risposta. Beh, ricorto dell’Occidente. Anzi può risorgere R. Vi furono degli eventi f a c o l t à , q u e l l a D. Poi vennero Giodo con gratitudine la mia se ricoprirà quei valori che ne hanno vanni Paolo II, col scuola elementare, la mae- per me drammatici: la guer- S c i e n z e Po l i t i fatto la più alta civiltà mai esistita: la passaggio troppo brestra «materna» nei primi tre ra di Corea, il suicidio di Ce- che, non era nata filosofia (Atene), il diritto (Roma), la ve di Papa Luciani, e anni e il maestro «paterno» sare Pavese e l’espulsione dal matrimonio religione (Gerusalemme) Benedetto XVI. Come degli ultimi due. Sono poi dal Pci di due deputati di di Pci e Dc di sili ha visti? entrato nella prima scuola Reggio Emilia, Luigi Cuc- nistra? R. Certo, la faR. Li ho sempre conmedia unica, quella inven- chi e Valdo Magnani, che R. Quanto a organizzazio- siderati non solo eccellenti, tata da Bottai, ossia latino avevano criticato Palmiro coltà di Beniamino Ane lavoro, e anche lì ebbi una Togliatti, che li definì «pi- dreatta e Romano Prodi, ne, efficienza e correttezza ma anche richiesti dal difinsegnante di lettere dotata docchi nella criniera di un di Achille Ardigò e Giu- amministrativa il giudizio ficile momento, per la loro nobile cavallo da corsa». Era seppe Alberigo: intende- era sostanzialmente positivo, profonda cultura e il loro di grande umanità. vano l’impegno politico del ma non era difficile scorgere tradizionalismo moderato. D. Una scuola «fasci- troppo. D. Dopo la laurea, lei ri- cristiano come apertura al anche i difetti: il centralismo Del primo mi esaltava l’imstizzata», immagino. R. Certo, ma all’italiana: mase in ateneo come as- comunismo, io privilegiavo (anti)democratico continuava perativo di «fare della fede canti, adunate, divise, io ero sistente volontario. Che quella al liberalismo nazio- seppure attenuato; rimane- cultura»; del secondo il recustrada presero le sue ri- nale. Per i primi Giusep- va la mentalità esclusivista pero della tradizione e della balilla tamburino. Però… pe Dossetti e Giorgio La e presuntuosa del Pci («non filosofia cristiana. cerche? D. Però? R. Quella di un’antropolo- Pira, per me Luigi Sturzo abbiamo più il Migliore ma D. Sul papa attuale lei R. Però era fascista solo gia integrale su fondamenti e Alcide De Gasperi. Di- siamo ancora i migliori»), sia si sottrae alla tendenza alla superficie. cristiani. Filosofia dunque, vergenze molte, ma sempre pur mimetizzata, come anche diffusa di giudicarlo con D. Spieghiamolo bene. la rete di omertà e favoriti- entusiasmo. Il suo giudiR. La scuola e il costume ma anche aperta alle scien- nel rispetto reciproco. D. Quindi insegnava la smi; e il clima era diverso… zio è piuttosto critico. sociale continuavano ad es- ze umane, in particolare politica ma la faR. Riconosco volentieri sere quelli di sempre, D. Vale a dire? ceva anche? un misto di tradizione R. Vale a dire che non come positiva la sua volonNegli anni passati arrivavano alla poR. Ero convinto cristiana e di modernic’erano più l’entusiasmo e tà di aggiornare le struttuche l’Italia avesse la dedizione di uomini come re della Chiesa alla mutata tà laica. In quella socielitica dei giovani già formati nelle istibisogno, più che di tà c’era, senza dubbio, Guido Fanti (sindaco di situazione, come pure il suo tuzioni associazionistiche della società politici, di pensato- Bologna e primo presidente impegno per le popolazioni meno corruzione e decivile. Oggi sono scelti soprattutto per ri politici. Non era regionale, ndr) cominciava misere, il suo richiamo al linquenza, più rispetto il look e la resa televisiva. Si guarda più la prima Dc, il periodo delle incertezze e clero perché dimentichi il e solidarietà che in quelpiù all’aspetto spettacolare che alla erano gli anni in della perdita dell’identità, dominio e si realizzi come la d’oggi. Non la chiamecui ormai badava degli abbandoni e dei trave- servizio. reale personalità delle gente rei scuola «fascista», ma solo al potere eco- stimenti. Era iniziato quel D. Però? «dell’epoca fascista». nomico, ma cultu- processo che ha portato il R. Egli cerca di rendere D. C’era pur sempre un pensiero unico, vinco- alla sociologia. Non quella ralmente era una variabile partito padrone all’attuale nuovamente attuale e credibile il messaggio evangelico lante e manipolante. In- empirica e statistica, ma dipendente dei «compagni». dissoluzione. somma, erano gli anni del quella culturale, assai vici- Purtroppo era rimasto un D. Un’altra attività che con un impegno attivo e coena alla filosofia della storia, partito «dominante» nelle lei ha svolto oltre l’inse- rente, ma non di rado sfiora Minculpop… R. Sì, certo, anche perché una analisi dei rapporti tra strutture, ma non era più gnamento è stata la colla- l’autoritarismo e l’improvvisazione. Corre poi il rischio il fascismo, di origini socia- la struttura sociale e le ca- «dirigente» nella cultura. borazione ai giornali. D. Cosa bisognava fare, liste, pur rimanendo regime, tegorie mentali. Molto agì R. Certo, dicevano che di proporre un cristianesimo accentuò il suo originario su di me l’opera di Max secondo lei? sapevo scrivere semplice e subordinato alle dimensioni R. Occorreva riproporre chiaro. Non saprei ricorda- irreligiose della postmodercarattere rivoluzionario in Scheler, filosofo e invensenso sociale, parlo di cor- tore della «sociologia della una filosofia cristiana, ca- re tutte le testate, davvero nità, di essere una variabile porazioni, assistenzialismo, conoscenza», che feci cono- pace di orientare l’impegno molte. Talvolta erano colla- dipendente della società secopolitico. In ciò mi aiutò un borazioni indigeste agli stu- larizzata. E, soprattutto… scuola popolare. Ma nella scere al pubblico italiano. D. Ma in una università amico e maestro, Augusto denti di sinistra. Ricordo un continua a pag. 8 scuola la manipolazione era DI

GOFFREDO PISTELLI

P


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.