Così Maugeri volta pagina - Il Sole 24 Ore Sanità 11 ottobre 2016

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SECONDE VITE

Maugerì volta pagina Il gruppo di Pavia rilancia la società in formato "Benefit"

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opo le note vicende giudiziarie del 2014, la Fondazione Maugeri di Pavia volta pagina e riparte. Il via libera per la "rinascita" è arrivato dal decreto ministeriale del 29 settembre, che ha sancito il completamento di un percorso e l'inizio di una nuova fase. Dal 1° ottobre la

Maugeri è diventata "Istituti Clinici Scientifici Maugeri Spa Società Benefit". In questo modo il gruppo si mette alle spalle la paura di una crisi aziendale con lo spettro de fallimento e lo "spezzatino" come via d'uscita. A PAG. 10-11

LOMBARDIA/ Dopo le vicende giudiziarie la storica Fondazione di Pavia ha rinnovato l'assetto societario

La nuova stagione della Maugeri Dal I ° ottobre scorso è operativa la Spa denominata "Istituti Clinici Scientifici"

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a Maugeri riparte. L'atteso decreto ministeriale del 29 settembre di conferma e trasferimento delTIrccs sancisce il completamento di un lungo percorso e l'inizio di una nuova fase. Con la nascita, sabato 1° ottobre, della "Istituti Clinici Scientifici Maugeri Spa Società Benefit" (v. box in pagina), il gruppo pavese volta pagina e archivia la paura di una crisi aziendale con il fallimento e lo "spezzatino" come via d'uscita. Nell'ottobre del 2014, la Fondazione Salvatore Maugeri si trovava infatti a fronteggiare un debito complessivo di circa 300 milioni fra mutui e crediti commerciali scaduti A generarlo, in parte, le note vicende giudiziarie, che avevano dato a Maugeri un marchio legato a scandali sanitari che comunque non ha toccato e messo in ombra la qualità del servizio offerto, ma che evidenziava un debito eti-

co del passato management del Gruppo. Solo il patteggiamento di Fondazione, in quanto persona giuridica, era già costato 25 milioni di euro al gruppo pavese, leader della riabilitazione pneumo-cardiologica e neuromotoria (vedi box 2). E molto avevano pesato anche gli effetti indiscriminati della spending review dei tre anni precedenti accompagnati dallo stallo dell'aggiornamento tecnologico e dell'organizzazione. Il lavoro di Salvatore Maugeri, medico del lavoro che nel 1965 aveva avviato la Fondazione come una startup dell'Università di Pavia, pareva destinato alla dissoluzione. I più grandi gruppi della sanità privata erano pronti ad acquisire a pezzi la Fondazione pavese e soprattutto i suoi 300 milioni di fatturato. E d'altra parte, lo "spezzatino", come si dice nel gergo del diritto fallimentare, sembrava l'unica soluzione per pagare i debiti, magari concentrando tutte le attività sulla città da dove tutto era partito, Pavia. A opporsi all'idea di ridurre e drammaticamente il perimetro aziendale era stato

Gualtiero Brngger, che il Consiglio di amministrazione aveva chiamato alla presidenza in quei giorni. Lecchese, classe 1946, ordinario di Finanza aziendale alla Bocconi, Brugger era un veterano di molte ristrutturazione, negli anni '80, dalle sue mani era passati i dossier di salvataggi importanti, come la Rizzoli e la Bastogi, mentre negli armi '90, era stato protagonista delle privatizzazioni del gruppo hi (Uva e tritecna). Analizzando a fondo i conti pavesi, il neopresidente ci aveva letto una redditività potenziale interessante e individuato le mosse per uscire dall'indebitamento. Congelata immediatamente la situazione con un concordato in bianco, Brugger varava una ristrutturazione ambiziosa: non una vendita, non un licenziamento, ma risanamento e quindi sviluppo. Così aveva presentato al Tribunale di Pavia un Piano che prevedeva di far confluire il patrimonio immobiliare in un fondo, le cui quote sareb-

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