Una donna nella sua vita mangia 1 kg di rossetto, meglio che sia Baciamibio! “Anni fa calcolai che ogni donna nella sua vita mangia un chilo di rossetto, pari al 70% di quello che indossa – racconta Giuseppe Montalto - Se non utilizza un rossetto come Baciamibio, significa che mangia il silicone e gli altri componenti chimici di cui è pieno lo stick”. BACIAMIBIO è un make up cure & care certificato biologico, ricco di materie prime di altissima qualità, naturali e biologiche. Rosa Mosqueta, Meristemi di Quercia, Acido Ialuronico, Silice vegetale di Bambù, radice di Altea biodinamica e Argento si prendono cura ogni giorno della bellezza. Alla bellezza non si rinuncia, e la consapevolezza di quanto i prodotti di make up siano una parte determinante per la salute epidermica, esattamente come i prodotti per la cura e il trattamento della pelle, è aumentata. Baciamibio® non contiene allergeni, parabeni e siliconi. Ogm e gluten free, Nichel e lead tested. È dermatologicamente testato e sono garantito dalla certificazione CCPB. I prodotti Baciamibio sono sì cosmetici, ma non solo: aiutano a stare bene e a sentirsi bene perché la bellezza non è solo un fattore estetico, bensì armonia e cura del nostro corpo, tempio dell’anima. L'eccezionalità di Baciamibio è accessibile a tutti, nel rispetto di una filosofia aziendale che è anzitutto una scelta di vita.
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n.04
2019/07.08 READ ON
glamouraffair.vision RIVISTA BIMESTRALE DI FOTOGRAFIA, ARTE E DESIGN BIMONTHLY REVIEW OF PHOTOGRAPHY, ART AND DESIGN
Registrazione al Tribunale di Milano n° 27 del 14/02/2019 Registration at the Law Court of Milan n° 27 of 14/02/2019
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TARAS LOBODA Graphic artist & painter PAOLO CARLO LUNNI Portfolio MARCO ARMILIATO Orchestra Director MAURIZIO CRISTOFOLINI Macro project GEORGY KURASOV Cubist painter MARTA VILARINHO DE FREITAS Architectural drawings ANOUK Model ALESSANDRO SICIOLDR Dreams & visions painter DOROTHY CIRCUS GALLERY Art exhibition DESIGUAL Miami Capsule Collection PETER RAVNBORG Sketch artist JUSTINE MATTERA Workshop YEVGENIJA STYPKA Retoucher VOICE Africa reportage KINDOF Furniture #GADDICTED The Instagram selection
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graphic artist & painter
NUDE 30 - 250 x 120 cm
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LILIANA - 90 x 230 cm 6
Taras Loboda è nato il 4 maggio 1961 a IvanoFrankovsk, in Ucraina, nella famiglia di I.I.Loda, famoso artista ucraino. Si è laureato presso l’Institute of Art di Kiev (1979-1985). Nel 1979 ha frequentato il noto studio di Zaretsky. Partecipa a molte mostre internazionali e in Russia. Dal 1993 vive e lavora a Praga (Repubblica Ceca). È un pittore che crea composizioni tematiche, ritratti, paesaggi, nature morte. L’artista sviluppa in modo persistente e mirato tre motivi principali: il ritratto e l’atto della donna (corpo dalle linee melodiche, uno sguardo con una triste sensazione di solitudine), la rigorosa classica still life e un paesaggio fantasma. Oggetti dipinti dall’intrigo dell’artista, attratti per la loro misteriosa evasione. Taras Loboda, un eccellente artista grafico e pittore con una ricca fantasia e uno sviluppato stile decorativo, cerca solitamente di guardare oltre il lato visibile delle cose, di penetrare attraverso lo “Specchio di Alice”, al tempo e allo spazio che sono distanti dalle persone, ogni volta che fotografa un estraneo o fiori che crescono sopra la liscia superficie della porcellana e del rame, o cespugli paradisiaci sopra i laghi ghiacciati. Ecco perché le sue foto di natura morta, perfezionate in modo magistrale e con un alto grado di illusività, sono piene di una luce incantevole e illuminate da una luce proveniente da un altro mondo ed è, per questo, terribilmente freddo (come un cristallo di ghiaccio). Nelle donne ritratteci sono figure femminili splendidamente estetiche - nude o drappeggiate in pesanti tessuti densi. Nei paesaggi di Loboda, le fosche masse di vegetazione in primo piano enfatizzano la selvaggia vegetazione colorata sullo sfondo. Il mondo che viene creato da lui è un mondo di apparizioni rigide e immobili, piuttosto freddo e nella maggior parte dei casi e sembra privo di colorazione emotiva. È il mondo di ovvie riserve, penetranti reticenze quando tutto si ferma a mezzo passo prima di capire, un momento prima della soluzione. L’artista attira letteralmente lo spettatore qui, lo tira fuori dall’ambiente quotidiano. Come per sedurlo, sostenendo in lui il nervosismo interiore, un’aspettativa macchiata. Succede in tutte e tre le linee del suo lavoro creative, perché le sue opere sono qualitative e interessanti per il pubblico. Taras Loboda è stato ottimamente formato dal punto di vista tecnico ed è in grado di risolvere qualsiasi problema grafico. Sembra che non ci siano complicazioni irrisolvibili per lui nella pittura. Modella facilmente la forma delle cose, selezionando le vernici secondo un principio di contrasto, raggiungendo liberamente la luminosità espressiva e la sonorità. Il colore dei suoi dipinti trasmette in modo convincente sia la sostanza che il sentimento. Il più periodo interessante inizia quando l’artista è maturo, quando ha elaborato il suo stile riconoscibile: un gioco inquietante e accattivante per la “color-line-feeling” quando il gioco del giorno si mescola sulla tela e porta a nuove svolte, alla ricerca e alla scoperta di rivelazioni. Avendo cosa dire e sapendo come dirlo, Loboda ha trovato il suo posto nello spazio dell’arte postmodernista europea e lo difende coerentemente.
XIAOYU - 125 x 90 cm Taras Loboda was born on May 4th, 1961 in Ivano-Frankovsk, Ukraine, into the family of I.I.Loboda, famous ukrainian artist. He graduated from the Institute of Art in Kiev (19791985). In 1979 he attended well-known Zaretsky’s Studio. He is a participant of many international, republican, all-Soviet Union exhibitions. Since 1993 he has been living and working in Prague (Czech Republic). He is a painter creating thematic compositions, portraits, landscapes, still-lives. The artist persistently and purposefully develops three main motives: woman’s portrait and act (body with melodious lines, a look with a sad solitude feeling), strict classic still life and a phantom landscape. Objects painted by the artist intrigue, attract due to their escaping mysteriousness. Taras Loboda, an excellent graphic artist and painter with rich fantasy and a developed decorative flair, is usually trying to look beyond the front side of things, to penetrate through the Looking-Glass of Alice, to the time and space which are aloof from the people whenever he pictures a beautiful stranger or flowers boiling up above the smooth surface of porcelain and copper or else luxurious paradise bushes above the frozen lakes. That is why his still-life pictures, perfected in a masterly fashion and with a high grade of illusiveness are filled with enchanting radiance, and lit up with a light from another world and that is why so terribly cold (like an ice crystal). In women portraits there are splendidly aesthetic female figures - naked or draped into heavy dense cloth. In Loboda’s landscapes the gloomy
masses of vegetation in the foreground emphasize the wild colorful vegetation in the background. The world being created by him is a world of stiff and motionless apparitions, rather cold and in most cases looking as if devoid of emotional coloring. It is the world of obvious reservations, piercing reticence when everything is stopped half a step before understanding, a moment before the solution. The artist literally draws the spectator here, pulls him out of the every day environment. As to seducing the spectator by supporting in him inner nervousness, a stained expectation. He succeeds in all three lines of his creative work because his works are qualitative and interesting for the public. Taras Loboda has been excellently trained from the technical point of view and is able to solve any graphic problems off-hand. It seems there are no unsolvable complications for him in painting. He easily shapes the form of the things, selecting paints according to a contrast principle, freely achieving the expressive radiance and sonority. The color of his paintings transmits convincingly both substance and feeling. The most interesting begins when the artist is matured, when he has worked out his recognizable style: a restless and captivating “color-line-feeling” game when game’s everyday is mixed on the canvas and leads to new and new turns, search and finding revelations. Having what to say and knowing how to say it, Loboda has found his place in the European post-modernist art space and consistently defends it.
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ALICE - 100 x 160 cm
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NUDE 33 - 80 x 110 cm
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DONNA - 25 x 35 cm
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FRAGILE - 75 x 130 cm
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MIDNIGHT SUN - 120 x 160 cm
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PASSION - 100 x 180 cm
model: ANETA KALOUSKOVA
Photography is a way of feeling, of touching, of loving. What you have caught on film is captured forever‌ It remembers little things, long after you have forgotten everything� Aaron Siskind
portfolio
Sono nato negli anni ottanta e ho sviluppato molto presto la passione per il mio “modo di sentire, di toccare, di amare”. Per quanto i miei interessi, anche professionali spazino dalla contabilità al diritto, la fotografia è la mia passione. Sia che stia guardando istanti raccolti da altri fotografi, sia che sia io dietro la macchina fotografica, adoro studiare cosa rende ogni soggetto e ogni foto unici.
I was born in the early eighties and developed a passion for my “way of feeling, of touching, of loving” early in life. I have a wide range of interests and have dabbled in the worlds of accounting and counseling. Photography, however, is my passion; whether I’m observing the moments captured by other photographers or I’m behind the camera myself, I love studying what makes each subject and image unique.
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Sebbene la mia disabilità può costringermi a determinate prospettive, sono proprio loro a restituire quegli angoli che rendono i miei lavori unici. Se sto catturando il movimento e la grazia di una danza, la magnificenza unica della natura ovvero l’emozione di un ritratto, faccio del mio meglio per mostrare il rispetto per la luce ed il colore in quanto principali strumenti per trasmettere emozioni e sensazioni, come adoro utilizzare “geometrie” del corpo per cercare di ottenere lavori unici. Ho maturato esperienze nel catturare una vasta gamma di immagini dal “fashion” alla danza passando per il genere boudoir per finire con il ritratto “close-up”. Il tutto componendo anche taluni libri a temi diversi. Cerco costantemente di migliorare me stesso, così come adoro acquisire nuovi punti di vista da altri fotografi. Motivo per cui cerco di condividere le mie foto il più possibile, dove ogni visitatore è il benvenuto nel lasciare un commento o una critica. Ho iniziato ad interessarmi di fotografia anni fa tramite un mio caro amico, che con la sua Canon mi ha insegnato le basi per trasmettere emozioni creando immagini del mondo che mi circondava. Quando non sono dietro la macchina fotografica mi diverto ad esplorare il mondo della tecnologia e dei gadget. Così come passo il mio tempo a confrontarmi sui social media con altri entusiasti di fotografia. Il tutto quando non passo il tempo con qualche videogioco o della buona musica jazz.
While my physical disabilities may constrain me to certain points of view with my camera, they also enable me to capture the angles, light and perspectives that make my work unique. Whether I’m capturing the movement and grace of dance, the pristine exquisiteness of nature, or the depth of emotion in my subjects, I strive to ensure that the raw beauty of the moment shines through. My work showcases an appreciation for light and color as the primary tools for conveying feelings and emotions, and I love using body geometries to create one-of-a-kind works of art. I have experience in working with capturing a wide variety of images, including those highlighting fashion, dance, glamour and headshots. I’ve also created several books with themes showcasing use of color and light, shapes and movement. I’m constantly striving for improvement, and I love gaining fresh perspective from fellow photographers and photography enthusiasts, which is why is share my photos as much as possible. All visitors are welcome to explore my books and galleries, and I welcome feedback from critics of all walks of life. I was introduced into the world of photography by my best friend, who used Canon gear to teach me how to convey the emotions and create the images that I see in the world around me. I’ve continued to use Canon gear to capture my work, as I’ve found that it creates superior color rendition and quality to other equipment that I’ve used. When I’m not behind the camera, I love exploring the latest technological gear and gadgets, particularly iOs devices and accessories. I also love connecting with fellow photography enthusiasts on social media, and I can be found on Facebook, Twitter and, of course, Instagram. I’m also an avid video gamer, and I’ve recently discovered a love for jazz music.
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model: ALICE BRIVIO
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model: NICOLE SZAR
model: NICOLE SZAR
model: NATASHA LEGEYDA
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model: NICOLE SZAR
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model: GIORGIA SOLERI
opera director
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We interviewed Marco Armiliato, one of the most appreciated orchestra conductors in the world. His baton directed the best international orchestras and the most important voices of opera. The Maestro, despite his very busy agenda, was so kind to grant us this interview immediately after directing La Traviata at the Teatro alla Scala, which ended with an audience ovation and right, before leaving for Zurich for another concert. Tabata Caldironi. Maestro, ha suonato nei più importanti teatri d’Opera del mondo. Questa è la prima volta che dirige un’opera alla Scala. Come ci si sente a dirigere l’orchestra di questo teatro? Marco Armiliato. La Scala è un punto d’arrivo e quindi avere l’opportunità di lavorare con un’orchestra così importante, così buona, soprattutto così preparata al modo di suonare le opere italiane è un sogno che si avvera! Dopo tanti anni in giro per il mondo, venire in Italia e dirigere un’opera alla Scala è un po’ consolidare quello che si è fatto in tutto questo tempo. Tabata Caldironi. Maestro, you have conducted in the most famous Opera houses in the world. This is the first time you direct an Opera at La Scala. How does it feel directing this orchestra in this theatre? Marco Armiliato La Scala is a goal to reach and having the opportunity to work with such a good and important orchestra, and that primarily is so well trained to the way of playing Italian Operas. it’s just a dream that comes true! After many many years around the world, coming to Italy and directing an Opera at La Scala is like consolidating everything that has been done in these years. T.C. Ho letto un’intervista dove dice che dirigere l’orchestra al Metropolitan è come guidare un Boeing. M.A. (Ride) …beh è vero! L’orchestra del Met è come un Boeing, perché il teatro è immenso, enorme, 4200 posti. La buca d’orchestra, più che profonda è larga ed il suono di questa orchestra è impostato come il rombo di un motore potente. Quindi si, lo paragono ad una Ferrari o ad un grande Boeing 747 e quando parte questa macchina gigante, tu ti senti un po’ come il pilota, che deve tenere tutto sotto controllo. Ma questo è il nostro lavoro, è il nostro mestiere… però è vero, è una sensazione particolare. T.C. I have read an interview where you say that directing the Metropolitan’s orchestra is like piloting a Boeing. M.A. (Laughs) …well, it’s true! The Met’s orchestra is like a Boeing because the theatre is immense, enormous, 4200 seats.The orchestra pit, is broader rather than deep and the sound of this orchestra is set like the rumble of a powerful engine. Therefore yes, I compare it to a Ferrari or a big Boeing 747 and when this gigantic engine starts, you feel like you are the pilot, that has to keep everything under control. But this is our task, our job… but it’s true, it’s a particular sensation. T.C. E l’orchestra della Scala invece? M.A. La differenza è che questa orchestra è molto più raffinata, la definirei come un vino eccellente di un’annata speciale. Il colore di questa orchestra, il suono italiano è impagabile, ci possono essere tanti ruggiti di motore in giro per il mondo, ma il suono italiano non si imiterà mai!
MARCO ARMILIATO
Abbiamo intervistato Marco Armiliato, uno dei Maestri d’orchestra più apprezzati al mondo. La sua bacchetta ha diretto le migliori orchestre internazionali e le voci più importanti della lirica. Il Maestro, nonostante la fittissima agenda, è stato così disponibile da concederci questa intervista subito dopo avere diretto La Traviata al Teatro Alla Scala, che è terminata con un’ovazione da parte del pubblico e prima di partire immediatamente per Zurigo, per un altro concerto.
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T.C. And what about La Scala’s orchestra? M.A. The difference is that this orchestra is much more refined, I would define it as an excellent wine of an exceptional vintage. The colour of this orchestra, the Italian sound is priceless, there can be so many engine roars around the world, but the Italian sound will never be imitated! T.C. Lei è stato considerato un bambino prodigio per il suo talento incredibile al pianoforte. Com’è nata la sua passione per la musica? M.A. La passione per la musica è nata quando sono nato io. Mi sono ritrovato al mondo suonando il pianoforte e avendo la facilità di avere un approccio naturale alla musica. Ho avuto anche la fortuna di avere dei genitori che mi hanno aiutato e supportato in tutti gli studi. T.C. You are considered a child prodigy for your incredible piano talent. How did your passion for music come about? M.A. The passion for music was born when I was born. I found myself in the world playing the piano and having the ease of a natural approach to music. I also had the luck to have parents who helped me and supported me in all my studies. T.C. Il suo è un talento di famiglia? M.A. In realtà no, è stata una cosa completamente casuale. Mio papà voleva noleggiare un pianoforte per fare studiare mio fratello. Quando siamo andati a noleggiare il pianoforte, io ho un vago ricordo perché avevo quattro anni mi ricordo di avere incominciato a suonare. Quando mi accorsi dello stupore generale, e vidi tutti gridare, mi misi a piangere. Non capivo cosa stesse succedendo, io stavo semplicemente suonando il pianoforte. Fu una bella cosa e da lì, naturalmente nacque tutto. T.C. Is yours a family talent? M.A. Not really, it was completely random. My dad wanted to rent a piano for my brother to study music, and when we went to rent the piano... I have a vague memory because I was only four years old... I remember starting to play. When I noticed the general astonishment, and I saw everyone screaming. I started crying because I didn’t understand what was happening. I simply was playing the piano. It was a beautiful thing, and everything began from there. T.C. E quando ha deciso di diventare Direttore d’orchestra? M.A. Secondo me è sempre stata una cosa che io avuto nel sangue e nella testa. Una volta finiti gli studi di pianoforte e composizione al conservatorio, sentivo che la mia attitudine era di volere fare musica con qualcuno. Suonavo a tutti i saggi dei vari strumenti. Ero praticamente l’unico pianista del conservatorio che accompagnava tutti gli esami e i saggi. Questa esperienza mi è servita moltissimo nella vita perché mi sono ritrovato a conoscere la tecnica di tutti gli strumenti e quindi a sapere anche cosa dire quando dirigo, quando mi devo raffrontare con uno strumento e con un professore che dedica la vita al proprio strumento. T.C. And when did you decide to become an orchestra Conductor? M.A. In my opinion, it has always been something that I had in my blood and in my head. Once I finished studying piano and composition at the conservatory, I felt that my attitude was to make music with someone. I played for all the exams of the various instruments. I was practically the only pianist in the conservatory who accompanied all the exams and exhibitions. This experience has helped me a lot in my life because I found myself learning the technique of all musical instruments and therefore also knowing what to say when I direct, when I have to relate myself with an instrument and with a professor who dedicates his life to his instrument. T.C. È famoso per dirigere sempre senza spartito! Ovviamente deve avere una notevolissima memoria, qual è il suo segreto? M.A. Il segreto? Questa è la grande domanda che mi fanno in tanti, non c’è un segreto! C’è tanto studio e tanta passione e poi ovviamente una naturale predisposizione a memorizzare.
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T.C. You are famous for always directing without the score! Obviously, you must have a remarkable memory, what is your secret? M.A. The secret? This is the big question that many people ask me, there is no secret! There is a lot of study and a lot of passion and, of course, a natural predisposition to memorising things. T.C. I cantanti la amano. Dicono tutti che lavorare con lei li fa sentire coccolati. Perché? M.A. Perché la voce è uno strumento troppo delicato, troppo particolare. Un direttore deve amare la voce dei cantanti come se fosse la sua stessa, sapere quando hanno bisogno di respirare, quando si trovano un po’ in difficoltà... È una cosa anche un po’ psicologica, il nostro lavoro è per l’ottanta per cento psicologia. T.C. The singers love you. They all say that working with you makes them feel pampered. Why? M.A. Because the voice is an instrument which is too delicate and particular. A director must love the voice of the singers as if it were his own...Knowing whenthey need to breathe, when they are in difficulty... It’s also a bit psychological, our work is for eighty per cent psychology. T.C. La vita di un Direttore d’orchestra è in continuo movimento, cosa non manca mai nella sua valigia? M.A. La Play Station (ride) e la Nespresso. T.C. The life of an orchestra Conductor is always on the move, what is always there in your suitcase? M.A. Play Station (laughs) and the Nespresso machine. T.C. …e a cosa gioca con la Play Station? M.A. A Fifa! T.C. And what do you play at with your Play Station? M.A. At Fifa! T.C. So che da ragazzo giocava a calcio… Ma se potesse far tornare indietro il tempo sceglierebbe ancora di fare questa professione o magari farebbe il calciatore? M.A. Ad un certo punto della mia vita, ho dovuto scegliere. Facevo troppi allenamenti a settimana e trascuravo il pianoforte. Mi sono detto “non posso più”. Avevo quattordici o quindici anni. Ho deciso di giocare a calcetto con gli amici e studiare musica e probabilmente ho fatto la scelta giusta perché sarei stato un mediocrissimo calciatore e invece la vita mi sorride. T.C. I know you used to play soccer as a boy…But if you could turn back time would you still choose to do this profession or maybe he would be a soccer player? M.A. At some point in my life, I had to choose. I was doing too many workouts and I didn’t have time to study piano. I said to myself “I can’t anymore”. I was fourteen or fifteen. I decided to play soccer with friends and study music, and I probably made the right choice because I would have been a very mediocre soccer player and instead life smiles at me. T.C. Ma nel mondo dell’Opera si trova qualcuno con cui giocare a calcetto? M.A. Certo che si. Ci sono tantissimi calciatori bravi, ho sempre pensato che bisognerebbe fare una squadra operistica. T.C. But is there enough people in the Opera environment to play soccer with? M.A. Yes of course. There are so many good players, I always thought that we should make an Opera team! T.C. Come la Nazionale Cantanti?... si potrebbe provare a crearne anche una operistica e fare una Partita del Cuore affrontando la Nazionale Cantanti! M.A. Esatto… e secondo me avremmo grandi chances!
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T.C. Like the Nazionale Cantanti?... one could create an Operatic team and organise a Partita del Cuore (charity match) playing against the Nazionale Cantanti! M.A. Exactly... and in my opinion, we would have great chances! I 10 preferiti del Maestro Marco Armiliato Compositore preferito? Quello che sto dirigendo al momento. Oggi Verdi, domani Massenet, dopo domani Puccini, ogni giorno ce n’è uno nuovo! Opera preferita che ha diretto? Ho diretto tante cose, e tante Opere anche non troppo conosciute, come Francesca da Rimini, che è un’Opera bellissima! Un’altra Opera che mi sento di menzionare perché mi trovo molto a mio agio quando la dirigo è La fanciulla del West, è un’Opera che ho nel sangue! Opera preferita che non ha ancora diretto? Tantissime. Non ho diretto quasi mai Wagner e Strauss, e li adoro. Ho avuto la fortuna di dirigere quasi tutto il repertorio italiano, ma ci sono tante opere che vorrei fare e che ancora non ho fatto... Genere musicale preferito (al di fuori della musica classica)? Posso ascoltare una canzone pop, folk... il rock ben fatto è bello! Cibo preferito? Focaccia, pesto, gnocchi... le cose genovesi classicissime e semplicissime! Orario preferito della giornata? Sera, con tendenza notte, anche perché siamo abituati a dare il meglio di noi alla sera. Stagione preferita? Primavera. Film preferito di tutti i tempi? Fuga di mezzanotte di Alan Parker (1978). Libro preferito? I promessi sposi di Manzoni La cosa preferita al mondo? Dirigere! Marco Armiliato’s 10 favourites Favourite composer? What I’m conducting that day. Today Verdi, Massenet tomorrow, the day after tomorrow Puccini, every day there is a new one! Favourite Opera you have conducted? I have directed many things and so many Operas that are not too well known, like Francesca da Rimini, which is a beautiful Opera! Another Opera that I would like to mention because I am very comfortable when I direct it’s La fanciulla del West, this Opera is in my blood! Favourite Opera you haven’t conducted yet? Many. I have seldom directed Wagner and Strauss, and I love them. I was lucky enough to conduct almost all the Italian repertoire, but there are so many works that I would like to do and that I haven’t done yet... Favourite music genre (outside opera)? I can listen to pop music, folk songs... good rock music is beautiful! Favourite food? Focaccia, pesto, gnocchi... typical food from Genova area! Very traditional and extremely simple! Favourite time of the day? Evening, heading towards night, also because we are used to giving our best at night. Favourite season? Spring. Favourite movie of all times? Midnight Express by Alan Parker (1978). Favourite book? The Betrothed by Alessandro Manzoni. Favorite thing in the world? Directing!
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T.C. Qual’è la cosa più bella che le è capitata nella sua carriera? M.A. Circa trent’anni fa, mi hanno chiamato per dirigere un Gala di Placido Domingo al Metropolitan. Io ero molto giovane e lui era molto famoso. Lui era già leggenda. Io dirigevo la mia produzione di Bohème al Metropolitan. Quel Gala avrebbe dovuto dirigerlo Levine, che era il direttore stabile. Era domenica mattina e data la differenza di fuso orario, io stavo guardando le partite di campionato italiano di calcio in televisione. Suonò il telefono. La conversazione fu più o meno la seguente: “Maestro se la sentirebbe di dirigere il Gala di Placido” ed io risposi: “Si! Quando?” - “Alle tre di pomeriggio” - ed io: “Ma perché Levine non c’è?” - “Non si sente bene, ha un’otite e probabilmente dovrà cancellare ed ha chiesto espressamente che sia lei a sostituirlo”. “Ma che cosa canta Placido?” - “Placido canterà il prologo di Faust, il secondo atto di Stiffelio, e il terzo atto di Carmen”. Ed io ho pensato: ok, non ho mai diretto Faust, non ho mai diretto Stiffelio, e Carmen è l’unica cosa che so! Ho detto: “certo, faccio io”. Inconsapevolmente, pazzia folle! Quando sei giovane fai anche degli azzardi. Guardai tutte le super star del mondo dell’Opera che avevo davanti, l’orchestra del Metropolitan, in questo ambiente così bello, e pensai: ma io sto così bene qui! Mi sentivo così a mio agio, e mi dissi: facciamo musica e qualche cosa succederà! Alla fine supportato dall’orchestra, tutto funzionò bene e questo è stato un po’ il mio inizio importante al Metropolitan che poi è continuato con 450 recite o forse di più, ma mai guardare indietro! T.C. What is the best thing that happened to you in your career? M.A. Around thirty years ago, they called me to direct a Gala by Placido Domingo at the Metropolitan. I was very young, and he was very famous. He already was a legend. I was directing my production of Bohème at the Metropolitan. That Gala should have been directed by Levine, who was the Resident Conductor. It was Sunday morning and given the different timezone, I was watching Italian soccer league games on television. The phone rang. The conversation went more or less like this: “Maestro would you direct the Gala of Placido?”, and I replied: “Yes. When?” - “At three, this afternoon” - and I: “But why...isn’t Levine there?” - “he doesn’t feel well, he has an ear infection and will probably have to cancel. He expressly asked for you to replace him”. “What is Placido singing?” - “Placido will sing Faust’s prologue, Stiffelio’s second act, and Carmen’s third act”. And I thought: ok, I’ve never directed Faust, I’ve never directed Stiffelio, and Carmen is the only thing I know! I said, “Sure, I’ll do it.” Total madness! When you are young, you take more risks. I looked at all the superstars of the Opera world that I had in front of me, the Metropolitan orchestra, in this beautiful environment, and I thought: I feel so good here! I felt so at ease, and I said to myself: let’s make music, and something will happen! In the end, supported by the orchestra, everything worked well, and this was in part the beginning of the greater things that then came at the Metropolitan, which then continued with 450 performances or maybe more, but one should never look back! T.C. Dove la vedremo prossimamente? M.A. Dappertutto, io sono come il prezzemolo! Un giorno qui, un giorno là. Spero di tornare a Milano presto, perché veramente mi è piaciuto tantissimo. Anche il rapporto con l’orchestra è stato ottimo e per me è molto importante che ci sia un buon rapporto con i musicisti. T.C. Where will we see you next? M.A. Everywhere, I am like parsley! A day here, a day there. I hope to return to Milan soon because I really loved it. The relationship with the orchestra was excellent, and for me, it is essential that there is a good relationship with the musicians. CREDITS photos: ALESSIO GILARDI location: BIFFI (Galleria Vittorio Emanuele II, Milano) Tabata’s shoes: MANFREDI MANARA
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Abbiamo incontrato Maurizio Cristofolini fotografo, milanese, instancabile viaggiatore per mare e per terra. MC ha vissuto a lungo in Medio Oriente e nord Africa dove ha lavorato per una società petrolifera e qui, nel deserto del Sahara,si è appassionato alla fotografia. Sempre in movimento dalla Colombia al Madagascar, dalle Isole Svalbard alla Terra del Fuoco, scrive e pubblica reportage di viaggio e lifestyle su riviste e siti web. Fotografo per passione e minimalista nelle scelte tecniche, ama concludere i suoi scatti “in macchina” ricorrendo poco al ritocco così da non alterare la realtà. MC non è un fotografo concettuale o di ricerca; diremmo piuttosto un documentarista sulle orme dei grandi maestri suoi ispiratori. Maurizio è anche autore del libro “Sguardi su Roma” (https://www.sguardisuroma.com/), pubblicato da SMC-Media, le sue foto sono da anni esposte all’aeroporto di Roma Fiumicino e Roma Ciampino. Negli ultimi tempi si è formata una coppia artistica tra Maurizio Cristofolini e Adam Cinquanta. Adam è un artista poliedrico, nel senso più completo del termine, in quanto la sua creatività spazia nel vasto campo delle arti con varietà di espressione che vanno dalla scultura, la vetrofusione e l’arte sensoriale per ipovedenti. Adam Cinquanta è un Mastro vetraio che ha inventato e brevettato, già nel 2010, la cromofusione una tecnica rivoluzionaria in grado di creare quadri in vetro, con bassorilievi dipinti come acquarelli luminosi, ottenuti con la fusione di pigmenti ossidi che mantengono anche dopo la cottura in forno la loro naturale brillantezza e mettendo in risalto i colori vivaci senza l’utilizzo di retroilluminazione. I pezzi sono interamente realizzati in materiale non tossico, riciclato e naturale. Ogni fase del loro trattamento viene eseguita con processi non inquinanti e a baso impatto ambientale. Maurizio C., in questi ultimi tempi, sta esplorando le opere in vetro di Adam C. attraverso la macrofotografia entrando nei meandri dei suoi bassorilievi per scoprire mondi nuovi che difficilmente a prima vista saltano all’occhio. Il risultato su stampa fotografica Fine Art è di grande impatto visivo. MC è sempre alla ricerca di nuove ispirazioni, ponderate, mai banali nel tentativo di avere sempre una “storia“ da raccontare anche in pochi scatti. Alla fine dell’intervista che abbiamo fatto Maurizio C. ci dice simpaticamente e prendendosi anche un po’ in giro, che: “quando riuscirò a fare una foto con la tecnica di Ansel Adams, con i colori di Steve McCurry, con il senso magico delle inquadrature di Henry Cartier Bresson e con la tenacia, del mio idolo, Sebastiao Salgado, allora sarò il più grande fotografo del mondo”sorriso“….ma credo che dovrò consumarne ancora tante scarpe”
We met Maurizio Cristofolini, a Milanese photographer, a restless traveler by sea and by land. MC has long lived in the Middle East and North Africa, where he works for an oil company and here, in the Sahara desert, he became passionate about photography. Always on the move from Colombia to Madagascar, from the Svalbard Islands to Tierra del Fuego, he writes and publishes travel and lifestyle reports in magazines and websites. Photographer by passion and minimalist in technical choices, he loves to finish his shots “in the car” using little retouching so as not to alter reality. MC is not a conceptual or research photographer; we would rather say a documentary filmmaker in the footsteps of his great inspirational masters. Maurizio is also the author of the book “Sguardisu Roma” (https://www. sguardisuroma.com/), published by SMC-Media, his photos have been exhibited for years at Rome Fiumicino and Rome Ciampino airports. In recent times, Maurizio Cristofolini and Adam Cinquanta formed an artistic couple. Adam is a multifaceted artist, in the most complete sense of the term, as his creativity ranges in the vast field of the arts with varieties of expression ranging from sculpture, glass fusion and sensory art for the visually impaired. Adam Cinquanta is a master glassmaker who invented and patented, already in 2010, “chromofusion”, a revolutionary technique able to create glass paintings, with bas-reliefs painted as bright watercolors, obtained with the fusion of oxide pigments that maintain their natural brilliance even after cooking in oven and highlighting the bright colors without the use of backlighting. The pieces are entirely made of non-toxic, recycled and natural material. Each phase of their treatment is performed with non-polluting processes and with a low environmental impact. Maurizio C., in recent times, is exploring Adam C.’s glass works through macro photography, entering the depths of his bas-reliefs to discover new worlds that are hardly noticeable at first sight. The result on Fine Art photographic print is of great visual impact. MC is always looking for new, thoughtful, never trivial inspirations in the attempt to always have a “story” to tell even in a few clicks.At the end of the interview Maurizio C. tells us nicely and even a little bit about himself, that: “when I can take a picture with the technique of Ansel Adams, with the colors of Steve McCurry, with the magic sense of the shots of Henry Cartier Bresson and with the tenacity of my idol, Sebastiao Salgado, then I will be the greatest photographer in the world “smile” ... but I think I will still have to consume many more shoes“
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macro project
MAURIZIO CRISTOFOLINI 31
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www.mauriziocristofolini.com 35
cubist painter
www.kurasov.com 36
THE RETURN, 2005 - 38”x38”, Artist Enhanced Giclee On Canvas
VILLAGGIO VIVERE ALTRIMENTI
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SUNNY DREAMS, 2015 - 40”x32”, Artist Enhanced Giclee On Canvas
Georgy Kurasov nacque nel 1958 in ex Unione Sovietica a Leningrado, oggi San Pietroburgo, dove vive attualmente. A tredici anni sua madre lo iscrisse all’Accademia delle arti, prima nella sezione di pittura e successivamente in quella di scultura a causa di un totale disinteresse per il colore, dove manifestò invece un grande interesse per la forma. Fu allora che iniziò la sua formazione professionale. Nel 1977 Georgy Kurasov entrò nel dipartimento di scultura dell’Academy of Arts, una “solida fusione di tempio e prigione delle arti”. Gli anni in Accademia, a cui risalgono quasi tutti gli amici e i colleghi, furono i migliori della sua vita. Girava i circoli intellettuali e giovanili. Fu allora che Georgy incontrò la sua meravigliosa Zina, che in seguito avrebbe occupato “il suo spazio”, sia fisico nella vita che creativo nelle opere. Quasi immediatamente dopo il diploma, Georgy Kurasov fu chiamato per il servizio militare, dove non si armò di fucile, ma bensì di pennello con la nomina ad artista per il suo generale. Nel 1984 Georgy Kurasov fu congedato. Negli anni successivi partecipò a tutti i tipi di mostre e competizioni per ottenere i crediti necessari per entrare a far parte dell’Unione degli Artisti, essendo l’unico modo per essere assegnati ad uno studio autonomo. Non era facile ai tempi. Alla fine, tuttavia, riuscì a unirsi alle file dei membri dell’Unione degli artisti, dove gli fu assegnato il suo minuscolo studio. Ma tutt’intorno a lui il paese era in tumulto con la “perestroika” di Gorbaciov e il cibo scarseggiava. All’epoca era piuttosto difficile per gli artisti, in particolare per quanto riguarda la scultura. Georgy Kurasov iniziò quindi a dipingere. Ma presto divenne chiaro che vendere i suoi quadri a un prezzo accettabile sarebbe stato impossibile. Così dovette sfamare la sua famiglia producendo piccoli pastelli che vendeva in piccole gallerie che si occupavano principalmente di souvenir per turisti. Nel 1991 l’Unione Sovietica crollò. A quel tempo Kurasov aveva messo insieme una grande quantità di dipinti, ma non aveva assolutamente idea di cosa ne avrebbe fatto. Ma nel 1993 le sue opere furono esposte per la prima volta negli Stati Uniti. Da allora, Georgy Kurasov realizza, espone e vende i suoi dipinti esclusivamente in Nord America. Sono passati molti anni da quando ha “artisticamente” abbandonato la Russia. Infatti gli americani vedono Georgy Kurasov come un artista russo, i russi come un artista americano. I pittori pensano che sia uno scultore. Gli scultori sono sicuri che sia un pittore. E quando Georgy Kurasov ci pensa, preferisce questa esistenza borderline. Forse è ciò che rende possibile essere se stessi, essere diversi da chiunque altro.
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TONDO, 2004 - 38”x38”, Artist Enhanced Giclee On Canvas, gold imitation
THE DREAM, 2017 - Oil on canvas
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SHAKHEREZADA, 2003 - 40”x40”, oil on canvas
WOUNDED AMAZON II, 2016 - 40”x40”, Artist Enhanced Giclee On Canvas
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THE RAPE OF EUROPE, 2015 - 40”x32”, Artist Enhanced Giclee On Canvas
Georgy Kurasov was born in 1958 in the former Soviet Union in Leningrad, today St. Petersburg, where he currently lives. At the age of thirteen his mother enrolled him in the Academy of Arts, first in the painting section and later in the sculpture section due to a total lack of interest in color, where he showed great interest in form. It was then that he began his professional training. In 1977 Georgy Kurasov joined the Academy of Arts sculpture department, a “solid fusion of temple and prison of the arts”. His years at the Academy, to which almost all his friends and colleagues date back, were the best of his life. The intellectual and youth circles revolved. It was then that Georgy met his wonderful Zina, who later occupied “his space”, both physical in life and creative in the works. Almost immediately after graduation, Georgy Kurasov was called up for military service, where he did not arm himself with a rifle, but rather with a brush with his appointment as an artist for his general. In 1984 Georgy Kurasov was discharged. In the following years he participated in all types of exhibitions and competitions to obtain the credits necessary to become part of the Union of Artists, being the only way to be assigned to an independent study. It wasn’t easy at the time. In the end, however, he managed to join the ranks of the members of the Union of Artists, where he was assigned his tiny studio. But all around him the country was in turmoil with Gorbachev’s “perestroika” and food was scarce. At the time it was rather difficult for the artists, particularly with regard to sculpture. Georgy Kurasov then began to paint. But it soon became clear that selling his paintings at an acceptable price would have been impossible. So he had to feed his family by producing small pastels that he sold in small galleries that dealt mainly with tourist souvenirs. In 1991 the Soviet Union collapsed. At that time Kurasov had put together a large quantity of paintings, but he had absolutely no idea what he would do with it. But in 1993 his works were exhibited for the first time in the United States. Since then, Georgy Kurasov realizes, exhibits and sells his paintings exclusively in North America. Many years have passed since he “artistically” abandoned Russia. In fact the Americans see Georgy Kurasov as a Russian artist, the Russians as an American artist. Painters think he is a sculptor. The sculptors are sure that he is a painter. And when Georgy Kurasov thinks about it, he prefers this borderline existence. Maybe that’s what makes it possible to be yourself, to be different from anyone else.
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IN THE CAFE, 2015 - 33”x27”, Artist Enhanced Giclee On Canvas
UNTITLED, 2009 - 29”x25”, Artist Enhanced Giclee On Canvas
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architectural drawings
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M A R T A VILARINHO DE FREITAS
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Marta Vilarinho de Freitas, nata nel 1986, è un architetto, ed è stata la sua passione per il disegno architettonico che l’ha portata a sviluppare il progetto “Città e memoria - Architettura e città”, un insieme di illustrazioni intricate di città incentrate sul mondo affascinante e creativo dell’architettura . Laureato a Porto, con un master integrato in architettura nel 2009, il tema della sua tesi “Comunicare l’arte: gli strumenti del lavoro e la comunicazione dell’architettura contemporanea” è stato un fattore importante nel consolidamento del progetto di disegno che ha realizzato. Il tema della città, che ricorre nei suoi disegni, è direttamente collegato al mondo dell’architettura, della storia, degli edifici, delle facciate, delle strade e delle persone. Sono ambienti urbani notevoli e sorprendenti, in cui le storie si intersecano e la vita è celebrata. Porto è sempre stata raccontata nei suoi disegni; la bellezza della città, la sua architettura unica e la sua storia, riuniscono nel suo progetto l’intricato traforo delle case, la complessità delle strade, dei vicoli e dei loro balconi interni. I suoi disegni mostrano una forte relazione con l’architettura, c’è il desiderio di comprendere lo spirito di ogni luogo, la città, i suoi modelli, i colori, la luce, l’ambiente, la profusione di facciate e tetti, finestre e cupole, rendendo ogni disegno unico. Esplora caratteristiche e dettagli, il contrasto tra realtà e fantasia, il passato e il presente. Sottopone il posto alla natura illusoria dell’immaginazione, accanto al rigore architettonico, alla costruzione, al mondo in bianco e nero o inzuppato di colore. Il metodo che usa - penna su carta - utilizzando una
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linea molto sottile, le consente di catturare e rappresentare i più piccoli dettagli. Implicitamente, le “sue” città sono umane, rese reali attraverso minimi dettagli, dandoci un assaggio delle vite e delle storie delle persone che vivono al loro interno. Queste città, reali o immaginarie, nascono sempre da una visione molto personale, e sono il riflesso di un viaggio attraverso l’architettura, l’assorbimento di immagini, di paesaggi e di memorie o momenti vissuti. Le città sono luoghi magici. Il libro “Le città invisibili” di Italo Calvino è sempre stato un grande protagonista nello sviluppo del suo progetto e nella sua comprensione e interpretazione della parola Città. Il lavoro di disegno architettonico di Marta Vilarinho de Freitas è stato esposto sui più prestigiosi siti e piattaforme di arte e architettura, sia in Portogallo che a livello internazionale. In particolare questi includono pubblicazioni su ArchDaily - il sito Web di architettura più famoso al mondo - ArchDaily Brasile, Messico, Cina, Spagna (Platforma Arquitectura), Colombia e Cile. Altre pubblicazioni su Archilovers, Archello, Architectuul e Domus. In Portogallo, il progetto è stato pubblicato più volte ed è stata invitata dalla Escola Superior Gallaecia a tenere una lezione di disegno a cielo aperto nel giugno 2016. È stata intervistata in programmi televisivi. Il suo lavoro ha anche ispirato una lezione/workshop sul Corso di Architettura alla Judson University - Architecture and Interior Design - in Illinois - Stati Uniti (aprile 2017). Marta Vilarinho de Freitas ha preso parte a numerose mostre personali e collettive e una serie di presentazioni.
Marta Vilarinho de Freitas, born in 1986, is an architect, and it was her passion for Architectural Drawing that led her into developing the “Cities and Memory - Architecture and the City” project, a set of intricate illustrations of cities focusing on the fascinating and creative world of architecture. Graduated in Porto, with an Integrated Master’s Degree in Architecture in 2009, the theme of her thesis, “Communicating Art: The Instruments of Work and Communication of Contemporary Architecture” was an important factor in the consolidation of the drawing project she has put together. The theme of the City, which recurs in her drawings, is directly related to the world of architecture, history, if buildings, façades, streets and people. They are remarkable and surprising urban environments, where stories intersect and life is celebrated. Porto has always been showcased in her drawings; the beauty of the city, its unique architecture and its history, bring together in her project the intricate tracery of houses, the complexity of streets, alleys and their inset balconies. Her drawings display a strong relationship with the architecture, there is a desire to understand the spirit of each place, the city, its patterns, colour, light, the environment, the profusion of facades and roofs, windows and domes, making each drawing unique. She explores specifics and details, the contrast between reality and fantasy, the past and the present. She subjects the place to the illusory nature of imagination, alongside architectural rigour, of construction, of the world in black and white or drenched in colour. The method she uses - pen on paper
- using a very fine line, allows her to capture and represent the smallest details. Implicitly, “her” cities are human, made real through minute details, giving us a glimpse of the lives and stories of the people living within them. These real or imaginary cities, always arise from a very personal vision, and are the reflection of a journey through architecture, the absorption of images, of landscapes, and of stored memories or moments lived. Cities are magical places. The book “The Invisible Cities” by Italo Calvino was always a biginfluence in the development of her project and on her understanding and interpretation of the wordCity. Marta Vilarinho de Freitas Architectural Drawing work has been showcased on the most prestigious Art and Architecture sites and platforms, both in Portugal and internationally. Notably these include publications on ArchDaily - the world’s most popular Architecture website - ArchDaily Brazil, Mexico,China, Spain (Platforma Arquitectura), Colombia and Chile. Other highlights include publications onArchilovers, Archello, Architectuul and Domus, among others. In Portugal, the project has been published several times, and She was invited by the Escola Superior Gallaecia to teach an open drawing lesson in June 2016. She was interviewed on television programmes. Her work also inspired a lecture/workshop on the Architecture Course at Judson University - Architecture and Interior Design - in Illinois United States (April, 2017). Marta Vilarinho de Freitas has taken part in several individual and collective exhibitions and a number of presentations.
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photo: DAVIDE GIAMMUSSO (Dg Portrait Photographer)
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Mi chiamo Anouk Aruanno e sono una ragazza italiana nata a Milano nel ’96. Proprio come le mie origini, ho la caratteristica di avere un bagaglio personale vario, con tante passioni, progetti e lavori molto differenti tra loro ed appartenenti a mondi diversi, ma in qualche modo intrecciati. Di padre italiano e madre francese originaria dal Camerun, oltre a posare come fotomodella sono una Studentessa di Ingegneria Biomedica del Politecnico di Milano, per anni cantante soprano al Teatro alla Scala e pianista al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Fin da molto piccola ho sempre coltivato i miei interessi, tra moda, musica e studi scientifici, portandoli sempre in parallelo e senza mai rinunciare o scegliere uno piuttosto che l’altro. Per quanto riguarda il mondo della moda ho iniziato fin da molto piccola, tra shooting fotografici, programmi televisivi, pubblicità, sfilate e concorsi (di cui uno anche vinto!) ed altri lavori. Se descrivermi non è semplice, classificarmi lo è ancora meno. Essendo sempre molto curiosa ed attiva, non riesco mai a stare ferma e mi cimento in contesti sempre diversi. Il fatto di poter sentire come “mio” ognuno dei mondi tra i quali mi ritrovo, anche se in maniera molto differente, mi da l’energia e la voglia di conoscere, imparare nuove cose, e di mettermi alla prova.
ANOUK My name is Anouk Aruanno and I am an Italian girl born in Milan in 1996. Just like my origins I have the characteristic of having a varied personal background, with many passions, projects and varied jobs belonging to different worlds, but somehow intertwined. From an Italian father and a French mother originally from Cameroon, in addition to a photomodel, I am a Biomedical Engineering student from the Polytechnic of Milan, a soprano singer at the Teatro alla Scala for many years and a pianist at the Giuseppe Verdi Conservatory in Milan. Since I was very young I have always cultivated my interests, between fashion, music and scientific studies, never giving up choosing one rather than the other. About the fashion world, I started when I was very young, with photo shoots, television programs, advertisements, fashion shows and competitions (one of which I also won!) And other works. If describing myself is not easy, classifying it is even less easy. Being always very curious and active, I never get a firm glance and practice in ever different contexts. The fact of feeling “mine” every single world that I live in, even if in a very different manner, it gives me the energy and the desire to know, learn new things, and test myself.
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photo: ANTONELLO MORI
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photo: ANTONIO CARBONE
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photo: MATTIA CREPALDI
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photo: YI - YING LAI & ALESSIO COCCHI
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photo: ANTONELLO MORI
INSTAGRAM | anoukaruanno FACEBOOK | Anouk Aruanno
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EPIFANIA DEL CANDORE, 2018 - Oil on linen, 45 x 100 cm
dreams & visions painter
ALESSANDRO SICIOLDR 67
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IL DIO CAPOVOLTO, 2019 - Oil on linen glued on wood, 85 x 60 cm
IL DIO ROSSO, 2019 - Oil on ancient canvas, 70 x 50 cm
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ENIGMA DELL’INFANTA, 2017 - Oil on linen, 35 x 50 cm
LA SIBILLA, 2016 - Oil on wood, 30 x 40 cm
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FUOCO ANTICO, 2018 - Oil on linen, 150 x 200 cm
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SOGNO DI PLUTONE - Oil on canvas, 110 x 135 cm
Sicioldr è un pittore italiano nato nel 1990 che vive e lavora a Tuscania. I suoi soggetti arrivano da visioni inconsce rappresentate utilizzando sia tecniche tradizionali che contemporanee.
Sicioldr is an italian painter born in 1990, living and working in Tuscania. His subjects are visions coming from the unconscious mind that he represents using a blend of contemporary and traditional techniques.
WEBSITE | sicioldrart.com INSTAGRAM | alessandro_sicioldr
FUGGÌ TRA LE OMBRE, 2019 - Oil on wood, 37 x 37 cm
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art exhibition
presents
HIKARI SHIMODA: Stand Up, Savior MILLO: Where The Streets Disappear Double Solo Exhibition London and Rome 14 June - 13 July 2019 Ad inaugurare la stagione estiva della Dorothy Circus Gallery sarà la Doppia personale dedicata a due grandi nomi dell’arte contemporanea internazionale: Millo e Hikari Shimoda. La Dorothy Circus Gallery è inoltre orgogliosa di ricevere in questa occasione il patrocinio della Fondazione Italia e Giappone e di far parte della Japan-UK Season of Culture 2019-2020 nel Regno Unito. In un profondo dialogo, volto a rappresentare il loro punto di vista sull’adolescenza e la gioventù di oggi, si incontreranno la coloratissima e disarmante pittura della pittrice giapponese Hikari Shimoda, e la poeticissima ed emozionale Street Art dell’italiano Millo, riempiendo le pareti di entrambe le Dorothy Circus, Roma e Londra. Ciascun artista presenterà una collezione inedita di 10-12 opere su tela di vari formati, diversamente e parallelamente facenti parte di un tema comune. Entrambi visualizzando storie, aspettative e fragilità di una generazione senza tempo, quella degli adolescenti di oggi e dei loro genitori, gli eterni fanciulli di ieri. La giapponese Hikari Shimoda dipinge con colori accesi e sfruttando tecniche illustrative che combinano alle pennellate, lettering e collage. Il lavoro di Shimoda si distingue per una giustapposizione di horror e dolcezza, una dico-tomia che riflette perfettamente la società d’oggi. I bambini dagli occhi a stella citano il bambino supereroe della cultura Manga, il desiderio e la forza di crescere per proteggere dalla violenza e dalla solitudine tutti i bambini del mondo, ma al tempo stesso disvelano anche l’incertezza e la fragilità del loro stesso futuro e quello di un’infanzia contaminata e perduta. Allo stesso modo, l’arte di Millo riflette sulla fragilità dell’esistenza umana e sull’importanza della crescita di ciascun individuo, in rapporto al contesto sociale e urbano in cui vive. Arricchendo di nuove suggestioni la sua ricerca personale, dall’estetica inconfondibile, Millo indaga costantemente ciò che ci circonda, il luogo e il tempo che abitiamo, nel mondo e tra le mura delle nostre case, con tutto ciò che risiede in noi. I suoi murales sono porte aperte sulla mente e sul cuore umano di ogni età, e risuonano dei più intimi e sinceri desideri, dando una nuova voce a quei sentimenti che ci avvicinano gli uni con gli altri: L’amore, la speranza, la giustizia, la solitudine e la paura. Attraverso questa mostra non solo si coinvolgerà il visitatore in un dialogo accattivante su temi sociali contemporanei ma verranno anche valorizzate le realtà culturali britanniche, italiane e giapponesi, in un’ottica di superamento degli scontri e delle incertezze del presente.
LONDON GALLERY
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Dorothy Circus Gallery is pleased to welcome the summer season with the double solo show dedicated to Millo and Hikari Shimoda, two great characters of the international contemporary art scene. This event is supported by the Fondazione Italia Giappone (Italy Japan Foundation) and is part of the Japan-UK Season of Culture 2019-2020.The colourful and disarming artworks by the Japanese painter Hikari Shimoda will intertwine with the emotional and poetic Street Art by the Italian Millo, filling up Dorothy Circus Gallery’s walls in both Rome and London. The intense dialogue between their artworks highlights their unique representation of adolescence and modern youth.
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Each artist will present a brand new collection of 10-12 works on canvas of various for-mats, all differently being part of a common theme. They will both display stories, expectations and fragility of timeless generations— today’s teenagers and of their parents, yesterday’s eternal children. In her new series of paintings titled Stand Up, Savior, Hikari Shimoda, paints using bright colours and illustrative techniques that combine brushstrokes, lettering and collage. Her work is uniquely made by a juxtaposition of horror and sweetness, a dichotomy that perfectly reflects
today’s society. Star-eyed children are a direct quote to the superhero child of Manga culture, their desire and strength to grow to protect all the children of the world from violence and loneliness. At the same time these characters also reveal the uncertainty and fragility of their own future and that of a tainted and lost childhood. Similarly, Millo’s art reflects on the fragility of human existence and on the importance of each individual’s personal growth, in relation to the social and urban context in which they live. Millo constantly investigates our surroundings, the place and time we live in, our space in the world
and within the walls of our homes. He constantly enriches his personal research with new suggestions, using his unmistakable aesthetic to explore our inner nature. His murals are like doors open into the human mind and heart, and resonate with the most intimate and sincere desires, giving a new voice to those feelings that bring us closer to each other: Love, Hope, Justice, Loneliness and Fear. Whilst discussing universal themes of modernity and youth, this exhibition will also en-gage the visitor in a direct and open dialogue between British, Italian and Japanese cul-tures despite the uncertainties of the present.
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Hikari Shimoda Hikari Shimoda nasce nel 1984 a Nagano, in Giappone, dove vive e lavora. Hikari studia illustrazione alla prestigiosa Kyoto Saga University e alla Aoyama Juku School. Shimoda lavora con diversi materiali che mescolano le influenze della street art e codici pop contemporanei. La sua ispirazione deriva dai manga giapponesi che accompagnano la sua crescita. Le opere di Shimoda esprimono i problemi moderni con una tecnica figurativa particolarmente colorata, fatta di pennellate, testo e collage. Spesso dipinge bambini dagli occhi a stella vestiti da super eroi come Superman e le ragazze magiche delle animazioni giapponesi che usano la magia per risolvere i drammi contemporanei. Sparkling and sweet, Hikari Shimoda’s work is at once enchanting and disarming, portraying a world where cuteness and horror coexist. Based in Nagano, Japan, Shimoda first studied illustration at the prestigious Kyoto Saga University of Art and Aoyama Juku School before beginning her career as a professional contemporary artist in 2008. Soon after, she was selected for her first solo exhibition at Motto Gallery in Tokyo and has since held exhibitions in galleries worldwide, including Japan, China, the United States, and Canada. She will be exhibiting in a solo show for the first time in Europe with Dorothy Circus Gallery, whilst preparing for a museum and solo show in Hong Kong. Website: www.hikarishimoda.com Instagram: @hikarishimoda Millo Francesco Camillo Giorgino, conosciuto come ‘Millo’, nasce nel 1979 in Italia. Millo ha preso parte a numerosi art street festivals a livello nazionale e internazionale. Ha esibito negli Stati Uniti, in Russia, Cina, Australia, Thailandia, Argentina, Chile, Marocco, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina, e ovviamente in Italia. Nel 2014, Millo vince la B.ART competition che gli ha permesso di riempire le strade di Torino con una serie di 13 murales. Millo pone le figure in un contesto metropolitano e richiama la nostra attenzione sul frenetico corso del tempo e sulla semplicità dei sentimenti umani. Francesco Camillo Giorgino, known as “Millo” was born in 1979; he is an Italian street artist who paints large-scale murals that feature friendly giant inhabitants exploring their urban setting. He took part in several street art festival and NGOs art events, both nationally and internationally, and his work has been exhibited in USA, Russia, China, Australia, Thailand, Argentina, Chile, Morocco, Germany, Spain, Portugal, UK, Netherland, Poland, Lithuania, Belarus, Ukraine and of course Italy. In 2014 he won the B.ART competition that enabled him to paint 13 multi-story murals in the city of Turin (IT). Website: www.millo.biz Instagram: @_millo_ Dorothy Circus Gallery La Dorothy Circus Gallery è uno spazio dedicato all’arte Pop Surrealista e alle nuove tendenze dell’arte figurativa. Apre a Roma nel 2007, “al confine tra New York e il paese delle Meraviglie”, portando per la prima volta sulla scena dell’arte contemporanea italiana artisti del calibro di Joe Sorren, Ron English, Sas & Colin Christian, Camille Rose Garcia, Alex Gross, Tara McPherson, James Jean, Miss Van, Kazuki Takamatsu e molti altri. Con sede nel centro storico di Roma e, dal 2018, nell’affascinante Connaught Street, a Londra, la Dorothy Circus Gallery alza ogni giorno il proprio sipario su un prestigioso programma dedicato al Surrealismo Pop in tutte le sue forme, proponendo mostre di alta qualità ispirate da temi specifici che
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coinvolgono la letteratura, la musica e il costume. Attraverso una ricerca dedicata e rigorosa, Alexandra Mazzanti, direttrice e proprietaria della Galleria, contribuisce anche ad introdurre ed esporre il Pop Surrealismo proveniente dalla scena asiatica contemporanea, continuando a scoprire e promuovere artisti di talento eccezionale in tutto il mondo, provenienti dalla Nuova Arte Figurativa cosĂŹ come dalla Street Art.
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Dorothy Circus Gallery is a space dedicated to the most intriguing avant-garde in contemporary art, throwing a spotlight on the prime movers and forerunners of the fascinating USA-born movement known as low-brow or Pop Surrealism. The gallery is also committed to introducing the New Surrealism and Magic Realism movements to the international art scene, with the aim of always providing a complete vision of three of the main contemporary art fields: Asian Art, Street Art and Pop Surrealism. Dorothy
Circus Gallery opened in Rome in 2007 and rapidly affirmed itself within the Italian art and cultural scene. In 2017, on the occasion of its 10th year anniversary, Dorothy Circus launched a temporary gallery in the charming district of Notting Hill. The gallery subsequently moved to a permanent location a few steps from Marble Arch, at 35 Connaught Street, in November 2018, continuing to reach new audiences and to deliver thought-provoking exhibitions. Through dedicated and rigorous research, and always anticipating
market trends and interests in the global market, the gallery plays a key role in presenting renowned and established artists alongside some of the most promising artists from around the globe. Website: www.dorothycircusgallery.uk For General Inquiries: info@dorothycircusgallery.uk For Press Inquiries: press@dorothycircusgallery.com Instagram: @dorothycircus
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MIAMI CAPSULE
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Portiamo il caldo, la freschezza e la flora selvatica di Miami sui nostri vestiti in garza e sulle tute elettriche che chiamano a gran voce lunghe e calde notti. Le palme si trasferiscono sui jeans che giocano con degradè e forme. La palette di Miami si trasforma in vestiti astratti aderenti e leggere tute dagli strati asimmetrici. Lo stile casual della città è evidente in jeans, maglie a trama sottile, kimono oversize e pantaloni floreali che giocano a fare le gonne, il tutto abbinato a costumi da bagno e bikini che chiedono a gran voce il sole di Miami Beach. Le nostre protagoniste: @guindideguindilla e @kikilonglegs We bring the warmth, freshness and wild flora of Miami to our gauze dresses and electric sweatpants that loudly call long, hot nights. Palm trees are transferred to jeans that play with degradé and shapes. The Miami palette is transformed into close-fitting abstract clothes and light suits with asymmetrical layers. The casual style of the city is evident in jeans, thinly woven sweaters, oversized kimonos and floral trousers that seem skirts, all combined with swimsuits and bikinis that clamor for the Miami Beach sun. Our protagonists: @guindideguindilla and @kikilonglegs
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LIFTING
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sketch artist
Mi sono diplomato alla Royal Danish Academy of Architecture all’inizio del 2016. Fin dalla mia laurea ho lavorato come architetto a Copenhagen.
I graduated from The Royal Danish Academy of Architecture in early 2016. Since my graduation I have worked as an architect in Copenhagen.
Ho disegnato costantemente per tutta la mia vita. Nell’Accademia ho tenuto in mano una penna ogni giorno e presto è diventato uno dei miei strumenti preferiti. I media analogici non sono più quelli di una volta e una grande quantità di giovani architetti in campo professionale non sono in grado di comunicare correttamente attraverso lo schizzo. Lo schizzo disegnato a mano ha molte potenzialità ed è a mio avviso uno strumento di comunicazione a cui il nostro lavoro non può rinunciare.
I have drawn sporadically all my life. In the academy I held a pen in my hand every single day and it soon became one of my favourite tools. The analog media isn’t what it used to be and a great deal of young architects in the professional field are not able to comunicate properly through sketching. The hand drawn sketch has many potentials and is in my opinion a communication tool we can’t work without.
Negli ultimi due anni ho sviluppato un universo che sta impostando le mie “strutture”. Queste strutture sono cresciute dal mio subconscio e quasi sempre riguardano sfide o problemi del nostro mondo di costruire. Alcuni sono pensati e alcuni si evolvono sotto il processo del disegno. Alcuni sono astratti e altri più facilmente proporzionabili. Ma sono tutti dello stesso mondo.
Over the last couple of years I have developed a universe that is setting for my structure. The structures are grown from my subconscious and almost always relate to challenges or problems in our build world. Some are planned and some evolves under the sketching process. Some are abstract and some more relatable in scale. But they are all from the same world.
PETER RAVNBORG 93
STRUCTURE
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CASTLE
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LEVITATING ISLAND
MINING SHIP
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THE LUNAR INN
INK DRAWING
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TOWER
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TÅRNE MED TÅRNE
BEHANCE | laxraven INSTAGRAM | laxraven
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Domenica 26 Maggio a Milano presso il VDM6HUB all’interno del nuovo “satisfystudio” del ph Flavio Torre in via Uberto Visconti di Modrone 6, si è tenuto uno stage di fotografia con la straordinaria partecipazione del fotografo Simone Angarano, vincitore del premio alla carriera nel concorso internazionale “The Look Of The Year” e la showgirl Justine Mattera. L’evento fotografico, pensato ed organizzato da “La Rocàmbole Events” di Giulia Rocambole in collaborazione con Elisa Pagano prevedeva una parte teorica in cui Simone Angarano ha illustrato ai 15 partecipanti dell’evento il suo modo di intendere la fotografia, il suo percorso e come realizzare ottime immagini con semplici tecniche fotografiche, i partecipanti hanno inoltre avuto modo di confrontarsi a tu per tu con il master dell’evento. Successivamente all’arrivo di Justine in location, il truccatore Davide Mellone e l’hairstylist Barbara Fava hanno provveduto al make up e hair style della showgirl per poi scegliere con i suggerimenti di Simone tre mood adeguati all’evento. All’interno dello studio, disposto su due piani, erano state adibite appositamente per la sessione di scatti pomeridiana diverse ambientazioni come la biblioteca, gli uffici e l’area archivio hanno fatto da cornice al nostro evento con l’inserimento di attrezzature di illuminazione professionali. Justine con grazia, eleganza ed un pizzico di sensualità ha letteralmente incantato i fotografi, rendendo ogni set un vero e proprio set cinematografico!
On Sunday 26 May in Milan at the VDM6 hub in the new “satisfystudio”of ph Flavio Torre in street Uberto Visconti di Modrone 6, a photography internship was held with the extraordinary participation of photographer Simone Angarano, winner of lifetime achievement award in the international competition “The Look Of The Year” and the showgirl JustineMattera. The photographic event, conceived and organized by “La Rocàmbole Events” by Giulia Rocambole in collaboration with Elisa Pagano, included a theoretical part in which Simone Angarano illustrated to the 15 participants of the event his way of understanding photography, his journey and how toproduce great pictures with simple photographic techniques; also the participants had the opportunity to confront with the master of the event. After the arrival of Justine on location, the make-up artist Davide Mellone and the hairstylist Barbara Fava provided the makeup and hair style of the showgirl and then chose with the suggestions of Simone 3 stylesmatching the event. Inside the studio, arranged on two floors, different settings have been adapted for the afternoon shooting session, such as the library, the offices and the archive area framed our event with the inclusion of professional lighting equipment. Justine, with grace, elegance and a touch of sensuality has literally enchanted the photographers, making each set a real movie set!
WEBSITE | www.larocambole.it INSTAGRAM | larocambolevents
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photo: MARIA BUSOLINI, IG: @mariabusolini
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photo: MARCO PETROI, IG: @marcopetroi
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photo: ANDREA CAVALLERETTI, FB: AndreaCavallerettiPhotographer, IG: @andrea_cavalleretti
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retoucher
YEVGENIJA STYPKA
Ciao mi chiamo Yevhenija e sono un artista digitale. Ho lavorato come retoucher commerciale per 8 anni in remoto. Questo è per me più di un lavoro, poiché tutto ha avuto inzio iniziato con la passione per gli editor di foto online. Il ritocco non è solo un insieme di movimenti meccanici, è una visione, un gusto, una rilevanza. Ho lavorato con moltissime riviste, fatto che mi ha dato molta esperienza e conoscenza. Inoltre affianco i miei colleghi, i principianti e non solo, condividendo anche la mia esperienza su YouTube e Instagram. Colgo i problemi che quasi tutti hanno e cerco un modo per risolverli. Accetto solo tecniche di ritocco non distruttive, orientandomi verso quella più naturale, anche se non sempre soddisfa i requisiti dei fotografi. Spesso il ritoccatore è un esecutore, ma sono molto felice quando c’è l’opportunità di presentare la mia visione. Penso che le migliori abilità per un ritoccatore di successo siano buon gusto, diligenza, pazienza, attenzione, capacità di comunicare con le persone e avere le qualità di un manager.
Hello my name is Yevhenija and I am a digital artist. I working as a commercial retoucher during 8 years remotely. For me, this is more than a job, since it all started with the passion of online photo editors. Retouching is not just a set of mechanical movements, it is a vision, taste, relevance. I worked with multitude of magazines, which gave me a lot of experience and acquaintances. I also train my colleagues, beginners and not only, I also share my experience on YouTube and Instagram. I see problems that almost everyone has and I look for ways to solve them. I accept only non-destructive retouching techniques, I strive for the most natural retouching, although it does not always meet the requirements of photographers. Often the retoucher is a performer, but I am very happy when there is an opportunity to introduce my vision I think, the best skills for a successful retoucher are good taste, diligence, patience, attentiveness, ability to communicate with people and have the qualities of a manager.
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Africa reportage
VOICE Una voce che da lontano si leva limpida canto inumano che emerge da una rete di voci dal frastuono delle vite dalla polvere e cattura il tuo stupore melodia irreale che ti chiama, sĂŹ, dolcemente ti chiama per nome. Poem by Lucia Mimotti
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Photos: FLAVIO TORRE | www.flaviotorre.it
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Ph Credits: MARCO FERRARI
furniture
www.kindof.ch 126
Kindof realizza elementi e complementi d’arredo costruiti con un’unica bacchetta di tondo d’armatura nervato, senza giunture. Il tondino di ferro è un materiale industriale e tecnico comunemente utilizzato per confezionare l’armatura edilizia che, inglobata nel calcestruzzo, funge da sostegno per le costruzioni architettoniche. Già utilizzato nella produzione di mobili per interni, il tondino di ferro affascina designer ed artisti per la sua qualità grezza, che tuttavia, attraverso un’elaborazione creativa, è in grado di trasformarsi e rinascere armoniosa e sinuosa. Kindof manipola il tondino creando geometrie in equilibrio tra possibilità produttiva, estetica, funzione e prestazioni. Gli oggetti realizzati da Kindof sono protetti da brevetto per invenzione industriale e ogni singolo pezzo – realizzato a mano - è garanzia di qualità. Kindof, Kind of Furniture, nasce da un’idea dei fratelli Luca e Mattia Ghielmi, commercianti di prodotti per la costruzione, attività avviata dal papà Arnaldo nel 1972 in Ticino e in Svizzera. “Nell’ ottobre del 2014”, racconta Luca, “sulla spiaggia di Camogli riflettevo su possibili campi di impiego del tondino di ferro per cemento armato, uno dei prodotti che la nostra azienda lavora dalle origini. Mi domandavo se le sue caratteristiche tecniche e la particolare nervatura si prestassero a sperimentazioni in ambiti diversi da quelli dell’edilizia”. Col fratello Mattia sono subito nati degli studi. I primi tentativi -infruttuosi- hanno suggerito ed aperto la via ad una soluzione interessante: piegare su tre o più piani un’unica bacchetta, di vario diametro, per creare elementi e complementi d’arredo. Grazie alla forza intrinseca dell’acciaio, sono nate così le prime librerie Kindof, cui sono seguite sedute, e tavolini e altri complementi d’arredo. Tutta la produzione Kindof è realizzata mediante piegatura eseguita a mano, con il supporto di macchinari a controllo numerico. Kindof non solo crea pezzi unici, ma anche sostenibili: ogni prodotto Kindof impiega tondino nervato prodotto con rottame e non con minerale di estrazione.
Kindof produces single elements and mixed components for in&outdoor spaces, entirely built with the use of single ribbed steel rebars, without joints. The steel rebar is produced industrially for the manufacture of construction scaffolding which, when enclosed within concrete, constitutes the basic support for architectural edifices. Steel rebars have fascinated designers and artists around the world for their rough and coarse quality which, when creatively interpreted, is capable of transforming and mutating into new harmonious and sinuous forms. Kindof manipulates the rebar to create new geometries balanced between productivity, aesthetics, functionality and performance. The objects presented by Kindof are all copyright protected as industrial inventions, and every single piece is hand-produced and a guarantee of high quality. Kindof, Kind of Furniture, produces single elements and mixed components for in&outdoor spaces, entirely built with the use of single ribbed steel rebars, without joints. Kindof is the result of an idea of the brothers Luca and Mattia Ghielmi, merchants of construction products in a business established by their father Arnaldo in 1972 in Tessin, Switzerland. “In October 2014,” recounts Luca, “on the beach of Camogli, was reflecting on all the possible new ways in which steel rebars for concrete manufacturing, a product of our business since the very beginning, could be used and implemented. I was wondering whether their technical characteristics, such as their ribbed surface, could be transformed to allow experimentation in fields different from architecture.” Together with his brother Mattia they immediately began to study the question. The first attempts without luck - brought to a new and interesting solution: bending a single bar (of varying diameter) in three different points to create autonomous or composite elements of interior design. Thanks to the inherent strength of steel, the first Kindof libraries emerged, followed by varying kinds of chairs, small tables and other products. All Kindof elements are manufactured through hand bending of the rebars, with the help of specific machinery of limited and controlled number. Furthermore, not only does Kindof construct unique pieces, but they are also sustainable: every Kindof product is made of rebars extracted from waste or scrap material, and not from mineral extraction.
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LE PECULIARITÀ KINDOF I prodotti Kindof hanno alcune peculiarità non riscontrabili in altri prodotti, minimalità ed ecologia caratterizzano tutti i modelli. Per quanto concerne le sedute: - Il comfort è particolarmente elevato grazie al molleggiamento del telaio e dello schienale - Sono utilizzabili indifferentemente per l’arredo out e indoor - Sono durature e resistenti anche alle manifestazioni degli animali domestici - Hanno una scelta particolarmente ampia di tipologia di finiture. Per quanto concerne le librerie: - Sono facilmente trasportabili - Sono combinabili a piacimento - Hanno un’ampia scelta di finiture Per quanto concerne i porta oggetti ed i tavoli: - Oltre ai modelli con dimensioni standard sono realizzabili geometrie progettate ad hoc - Hanno un’ampia scelta di finiture L’accoppiamento di telaio e pannello in tondino nervato consente lo sviluppo di molti altri modelli oltre a quelli ad oggi realizzati.
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KINDOF PECULIARITIES Kindof products have some peculiarities which are not found in other products, namely its minimality and the environment awareness that characterize each and every model. Chairs: - Comfort is particularly elevated, thanks to the suspension of frame and back - Material and finishes allow for indoor as weel as outdoor use - They are durable and pet-resistant - They allow for a incredibly wide and customizable choice of finishing. Bookshelves: - They are easy to move - They can be combined at will, with a number of combinations - They allow for a incredibly wide and customizable choice of finishing. Objects and tables: - In addition to standard measures, products can be custom-ordered - They allow for a incredibly wide and customizable choice of finishing. The coupling of frame and panel in steel rebar allows the development of new designs, not limited to today’s catalogue.
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MADE IN ITALY La realizzazione dei modelli Kindof richiede cura e una buona dose di manualità specializzata. La finitura è un elemento di caratterizzazione del pezzo Kindof e viene affidata a diverse realtà con differenti professionalità e specializzazioni. Kindof pone attenzione alla sostenibilità del processo produttivo nei vari componenti e fasi. Gli obiettivi Kindof vengono perseguiti affidandosi prevalentamente al made in Italy, condizionato dalla attività di ricerca e messa a punto dei modelli svolta soprattutto in Canton Ticino (Svizzera). Dal 2019 il design director di KINDOF è l’architetto Giulio Ceppi, managing director di Total Tool Milano, che sta cercando di dare ai prodotti e all’identità di KINDOF una nuova valenza progettuale e di rafforzarne l’identità, trasformando il marchio in un importante player del design italiano (e non). The making of Kindof’s products requires extreme care and specific manual skills. The finishing is part of the production process and its versatility characterizes the brand. Therefore, it is entrusted to different realities, each and one of them with specific knowledge and know-how. Kindof focuses on the sustainability of the production process in its various component and in all phases. In the products making, Kindof relies prevalently on Made in Italy, whereas research and development are mostly carried out in Tessin (Switzerland). From 2019 the design director of KINDOF is the architect Giulio Ceppi, managing director of Total Tool Milan, who is trying to give KINDOF products and identity a new design value and to strengthen its identity, transforming the brand into a important player of Italian design (and not).
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KINDOFART Convinti sostenitori delle interdisciplinarità delle arti, nel Gennaio 2018 nasce una spontanea collaborazione tra Kindof e [dip] contemporary art: KindofArt. Un progetto che favorisce la commistione di elementi, modalità e idee con l’obiettivo di stimolare una riflessione e quindi la progettazione e realizzazione di oggetti d’arte e design in edizioni limitate, accomunati da un unico fil rouge: il tondino di ferro. Un materiale che, nelle mani di artisti e designers, è in grado di assumere varie forme e aspetti, sempre diversi e transitori. Una sinergia tra realtà all’apparenza così diverse, che si pone l’obiettivo di proporre prodotti industriali plasmati di volta in volta da mani e menti diverse, mantenendosi tuttavia fedeli all’identità di Kindof e alla sua idea di design. As firm believers in the interdisciplinary quality of the arts, in January 2018 Kindof and [dip] contemporary art have united in a joint venture: KindofArt. A project that promotes the fusing of different ideas, materials and techniques to stimulate an investigation and the making of pieces of art and design of limited edition, following a single fil rouge: the steel rebar. A material that, in the hands of artists and designers, is capable of assuming various forms and appearances, always different and mutating. A synergy among apparently different realities, aiming at offering different industrial products in varying styles, shaped according to the artistic creativity of the makers, both designers and eclectic artists, always remaining faithful to the original identity and idea behind Kindof.
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#GAddicted THE GLAMOURAFFAIR INSTAGRAM SELECTION
ph: @vincenzo_antonini
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Ph: @feelhypeart Model: @ajnabi_inthespace
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