Il Sommelier n. 6/2009 novembre-dicembre

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Z@voMoEtt

Organo ufficiale della FISAR - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) v46, art. 1 comma 1, DCB Po”

www.ilsommelier.com Rivista di enologia, gastronomia e turismo

5,30 Anno XXVII - Numero 6 - Novembre-Dicembre 2009

®

Vittorio Cardaci Ama

riconfermato Presidente della FISAR per il prossimo triennio


COLLINE ALFIERI dell’ASTIGIANO Via Carceri, 1 14015 San Damiano d’Asti (At) Tel. 0141/975056 - Fax 0141/9825

www.enotecheregionalipiemonte.it


Comunicazione Istituzionale

Pag.

Per queste prossime festività privilegiamo l’intelligenza enoica - Roberto Rabachino

4

L’opinione di Marcello Masi - Marcello Masi News dall’Italia In famiglia La segreteria comunica

Da Pantelleria con amore - Giancarlo Roversi

Pag.

L’adduraca - Giorgio Rinaldi

6

62 66 87

8

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Controtendenza: un vino che, forse, non si farà più… - Silvana Delfuoco

ENOGASTRONOMIA • TURISMO • CURIOSITà

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sommario

L’opinione del Presidente

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Gastronauta o Foodtrotter: l’identikit del turista enogastronomico Saverio Scarpino Piccoli vigneti da record - Enza Bettelli

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Il Malbec argentino si presenta - Breno Raigorodsky

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Premio “Casato Prime Donne” 2009 - Valentina Niccolai

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Divinando

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SPECIALE ASSEMBLEA A Loano la FISAR in grande spolvero

31

I nostri Sommelier alla presentazione "GUIDA ESPRESSO 2010"

34

I nostri assaggi - Marzio Berrugi

35

È donna il miglior Sommelier FISAR 2009 38 Al wineshow un successo targato FISAR 40

VistiVicino da

Le cantine italiane in evidenza a cura della redazione di Quality ADV

47

Cantina Soc. Vinchio Vaglio Serra - a cura della redazione di Quality ADV

SCIENZA • TECNICA • APPROFONDIMENTI

notizie di enogastronomia e turismo Le a cura della redazione di Quality ADV

48

50

Quelli che… è un mangiare da ospedale - Francesco Oriolo Pag. 44

La pigiatura a piedi - Lorenzo Tablino

Dal Canavese: l’Erbaluce Luca Iacopini e Massimo Bracci

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57


Continuità e rinnovato impegno Presidente Vittorio Cardaci Ama per comunicare con il Presidente: presidente@fisar.com

L

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o scorso mese di ottobre il Consiglio

dei corsi, nonché l’informatizzazione su rete

Nazionale ha

concluso il proprio

intranet per la gestione dei soci, direttamente

mandato triennale, caratterizzato da una

dalla delegazione. Master sui servizi e i corsi

intensa quanto impegnativa attività in merito

per i Direttori di Corso, sempre nell’intento di

alle iniziative intraprese in ordine ai programmi

migliorare la nostra immagine e la qualità delle

“ereditati” dalla passata Gestione e a quanto

nostre attività. La presenza al Vinitaly dove tutti

iniziato e concluso durante questo spazio di

gli espositori ricevono già dal primo giorno una

tempo; in sintesi vorrei qui ricordare i progetti

copia della nostra rivista e l’organizzazione delle

portati a termine, quali la stesura del volume

attività aperte al pubblico dei visitatori della

di primo livello, scritto dal professor Giuseppe

Fiera. Valorizzazione dell’immagine Fisar con

Sicheri e rielaborato dal Centro Tecnico

la creazione di depliant e poster rivolta sempre

Nazionale unitamente ad una commissione

a garantire anche una uniformità in tutte le

di esperti; il libro è stato anche ristampato

delegazioni.

e ulteriormente aggiornato. La

Introduzione

didattica in

della

nostre Delegazioni finalmente si riesce a parlare

Una importante revisione dello statuto e

un linguaggio unico e uniforme. La creazione

del regolamento, plasmato sulla base delle

e regolamentazione dell’autonomia fiscale e

esigenze, sempre crescenti, nei confronti dei

finanziaria delle delegazioni, con conseguente

Soci, delle Delegazioni in genere e del Consiglio

attenta gestione delle attività delle delegazioni

Nazionale. Registrazione del Marchio Fisar

non autonome. La parte più consistente

e relativa regolamentazione all’uso. Lo sprint

dei progetti concretizzati riguarda ancora la

finale: abbiamo pensato di sostituire il calice

didattica con il restailing del volume di secondo

da degustazione in dotazione ai nostri corsisti;

livello, con la consapevolezza che il testo va

dopo analisi e prove è stato scelto un nuovo

aggiornato, ma intanto abbiamo “uniformato”

calice che, oltre a garantire una migliore analisi

l’estetica,

carte

visiva, risolverà il problema del calice ISO per

enografiche. Il sito internet, con nuovi spazi

quanto riguarda la valutazione del perlage nei

dedicati ai soci, allo shop on line, la procedura di

vini spumanti tramite un piccolo accorgimento;

accesso all’albo dei docenti e alla registrazione

questo

le

nell’intento,

Il Sommelier Marzo-Aprile 2009 • n. 2

riscontro

nostra

rivista,

anche

ovvio

sulla

PowerPoint grazie alla quale, oggi, in tutte le

aggiungendo

con

pubblicità

sempre

economico.

costante,

di


migliorare il materiale didattico in dotazione

fiducia alla maggior parte dei Consiglieri che

ai nostri corsisti, che molti ci invidiano. Infine,

si sono ricandidati, in un’ottica di continuità,

l’eredità ai posteri: quel che rimane da ultimare,

così come i Consiglieri neo eletti hanno voluto

ovvero la stesura finale del volume di terzo

confermare le cariche della Giunta Nazionale.

livello il cui testo originale era stato scritto dal

Da queste risultanze scaturisce

nostro Bruno Janet, recentemente scomparso,

impegno, da parte di tutti, nel dovere continuare

ed rielaborato da una apposita commissione,

ad impegnarsi per migliorare il nostro percorso

oggi si sta completando con il reperimento del

di crescita e formazione. Ringrazio tutti i Soci e i

materiale fotografico per poi procedere alla

Consiglieri che hanno voluto riconfermarmi nella

stampa; la rielaborazione radicale del testo

carica di Presidente, che ovviamente sosterrò

di secondo livello che, molto probabilmente,

con l’impegno di sempre, nell’interesse di tutti i

sarà in due volumi, con particolare attenzione

Soci, anche e soprattutto nei confronti di quella

all’enografia estera, Francia in primis. Sulla

sparuta minoranza che avrebbe sperato in

scorta di quanto realizzato, i soci intervenuti

altri risultati. GRAZIE, e che il vostro calice sia

all’Assemblea di Loano hanno voluto dare

sempre colmo.

Il Sommelier Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo Registr. Tribunale di Pisa n° 21 del 15.11.1983

Grafica e Stampa: Tipografia Rossi Via Casalpiano, 28 - 53048 Sinalunga (SI) Tel. 0577 679158 - Fax 0577 678245 e-mail: mail@tipografiarossi.com

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Responsabile Comitato Scientifico: Il Comitato Tecnico Nazionale FISAR

Organo Ufficiale della F.I.S.A.R.

Comitato di Redazione e Controllo: Mario Del Debbio, Alberto Giustarini, Nicola Masiello e-mail: redazione@ilsommelier.com Hanno collaborato a questo numero Marcello Masi, Giancarlo Roversi, Enza Bettelli, Gudrun Dalla Via, Virgilio Pronzati, Luca Iacopini, Massimo Bracci, Silvana Delfuoco, Cinzia Tosetti, Attilio L. Vinci

10137 Torino Corso Siracusa, 152 tel. 0113119090 r.a. (8 linee) - fax 0113119548 qualityadv@ilsommelier.com Responsabile Piemonte e Valle d'Aosta Alessandro MACCHI Cell. +39 3355494279 piemonte@ilsommelier.com Responsabile Triveneto Marilena ANDREATTA Cell. +39 3489491911 - Tel. +39 0499403927 triveneto@ilsommelier.com Responsabile Marche - Abruzzo - Umbria Morena BENVENUTI Tel. +39 0721726001 - Cell. +39 3476515254 marche@ilsommelier.com Responsabile Sardegna Giovanni CHERCHI Cell. +39 3487429762 sardegna@ilsommelier.com

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il rinnovato

Le foto dell’Assemblea Nazionale sono state fornite dal fotografo Elezi Ervis di Alassio

Distribuzione della rivista La rivista viene inviata a tutti i soci Fisar, a tutti gli organi di informazione, a tutti i giornalisti dei gruppi di specializzazione di settore, a tutte le Istituzioni, a tutte le Associazioni di settore e a tutti gli IPSSAR che ne facciano richiesta tramite spedizione gratuita in abbonamento postale.

La rivista è associata al USPI Unione Stampa Periodica Italiana

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25,00 per 6 numeri

Foto di copertina di Antonio Chiarenza - Torino - www.notiziefoto.it Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6

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di Roberto Rabachino per comunicare con il Direttore: direttore@ilsommelier.com

Per queste prossime festività privilegiamo l’intelligenza enoica

Cari Amici, riprendo un argomento già trattato che, nelle prossimità delle festività di Natale e del prossimo fine dell’anno, ritengo d’attualità

I

finti intenditori, la maggioranza del genere umano, apprezzano il vino in base al costo della bottiglia. Lo ha stabilito una ricerca del California Institute of Technology (Caltech) che ha chiesto a 21 volontari di assaggiare alcune bottiglie di Cabernet-Sauvignon di prezzi diversi, in alcuni casi non veritieri, e scegliere i loro preferiti. In un caso alle cavie e’ stato dato lo stesso vino ma sulle bottiglie erano indicati due prezzi diversi e la maggior parte ha preferito quello fatto passare per più costoso. I ricercatori sono anche riusciti a “spacciare” ai sommelier dilettanti un Cabernet-Sauvignon da 90 dollari per uno da 10 e a far credere che uno da cinque ne valesse 45. Il cervello dei volontari era sottoposto a un’esame con uno scanner per verificare l’attivita della corteccia

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Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6


frontale, l’area del cervello associata all’attivita’ decisionale e del gusto, e si è visto che entrambe erano più attive mentre il volontario assaggiava il vino ufficialmente più costoso. Antonio Rangel, che ha guidato l’equipe del Caltech, ritiene che di aver dimostrato che “le aspettative condizionano la piacevolezza di un’esperienza”. La ricerca è chiara. I “sensi organolettici” che normalmente vengono usati nell’acquisto del vino nel periodo delle festività non sono quelli tipici dell’analisi sensoriale... Nessuno mette in dubbio che alcune grandi griffe del vino italiano ed internazionale sono, oltre appunto ad essere griffe, dei grandi ed inimitabili vini e meritano, nei limite del buon senso, il prezzo che viene loro imposto. Questi vini però sono spendide eccezioni e non la norma. Attenti al più costa e più vale! Cari Lettori tutti, insieme all’augurio da parte mia e di tutti i collaboratori di questa rivista di serene feste, un invito: per le prossime festività invece di comprare degli inutili regali, regalate (o regalatevi per chi ancora non è un sommelier) un corso di formazione per sommelier o un minicorso di avvicinamento al vino. Sono sicuro che questa spesa… sarà abbondantemente e rapidamente recuperata. Home quisque faber ipse fortunae suae! Dimenticavo. Al

Presidente

Nazionale

riconfermato,

alla

riconfermata Giunta e a tutti i Signori Consiglieri, le felicitazioni mie personali e di tutto il corpo redazionale. L'augurio è di consacrare e ampliare, nel segno della continuità, il successo ottenuto in questi ultimi anni.

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6


di Marcello Masi Vice Direttore TG2 RAI e responsabile rubrica Eat Parade

Immaginare il meglio

Miracolo a Torino! No, non è un refuso, il film di Vittorio De Sica, infatti, non c’entra niente

È

successo, invece, che nel capoluogo Piemontese è accaduto un fatto quasi incredibile, un prodigio. Di cosa si tratta? È nata un’iniziativa che vede per la prima volta i protagonisti istituzionali e di categoria del turismo e dell’enogastronomia tutti insieme impegnati per promuovere il Territorio. Non è un miracolo questo? In Italia? Beh, sicuramente è una rivoluzione. Politica (Regione, Provincia e Comune), Camera di Commercio, produttori, artigiani, cuochi uniti sotto la stessa bandiera della qualità da oggi marciano compatti per promuovere un territorio importante come quello di Torino e della sua Provincia. In parole semplici è nata una nuova politica salubre ed intelligente. Un’iniziativa semplice, ma non scontata. Così poco sfruttata nel nostro Paese che vederla realizzata mi ha fatto gridare ironicamente al miracolo. Ma questa è la strada maestra che tutti i nostri meravigliosi territori italiani devono imitare al più presto e se possibile migliorare.

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Il nostro paradosso nazionale, che purtroppo unisce Nord e Sud, è l’incapacità di fare sistema intorno alle nostre eccellenze. In nessun altro Paese al mondo esistono tanti meravigliosi prodotti della terra come in Italia, di contro solo da noi esistono così tanti incomprensibili contrasti tra gli attori che dedicano la propria vita a confezionare gusti unici ed inimitabili. È una guerra sorda e non dichiarata tra un’istituzione all’altra, tra una categoria e l’altra, tra un produttore e l’altro. Alla base, nei casi peggiori, gelosie inconfessabili, ripicche e rancori antichi, ma anche solo incapacità o pigrizia nel comunicare. Siamo troppe volte concentrati nel nostro microcosmo e dimentichiamo che il mondo corre ormai alla velocità della luce. Nessuno chiede di rinunciare alle nostre unicità, lo abbiamo scritto tante volte, ma quando si tratta di promuovere dobbiamo essere imprenditori contemporanei capaci di interagire con il resto del mondo in tempi rapidi e con il massimo impatto. Un vecchio proverbio dice che da soli si va veloci,

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ma insieme si va molto più lontano.

arroccato nel suo splendido isolamento faccia

È il momento di cambiare marcia, tutti insieme

come vuole, il resto del Paese però si unisca per

senza dimenticare nessuno e cercando il più possibile di tenere gli occhi sull’obiettivo. Solo così potremo uscire da questa brutta e lunga crisi rafforzati e più coscienti delle nostre enormi

andare avanti. Un’Italia nuova dove ciò che unisce ha più valore del poco che divide è il sogno della stragrande

possibilità. E se poi qualcuno, e dai noi c’è sempre

maggioranza del Paese.

qualcuno, sordo, cieco e testardo vuole rimanere

A Torino hanno deciso che è ora di svegliarsi.

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di Giancarlo Roversi

Da Pantelleria con amore…

Enzo Alagna: Viticoltore per passione

P

antelleria, che deriva il suo nome dagli arabi (Bentel – Rion, figlia del vento), approdati sulle sue coste nell’VIII secolo, galleggia in mezzo al Mediterraneo a 85 Km. dalla Sicilia e a soli 70 dall’Africa, di cui si scorgono le fioche luci della costa tunisina nelle notti più limpide. È un’isola che emana un fascino tutto particolare, forte e selvaggio, in grado di sedurre quanti vi mettono piede. E questo grazie alla sua origine

vulcanica che si esprime attraverso la straordinaria diversificazione e singolarità del suo paesaggio, dominato dalla Montagna Grande (836 m.), dove gli elementi naturali (colate laviche a blocchi, cale e faraglioni) convivono armoniosamente con le opere dell’uomo: i muri a secco (con la funzione di liberare il suolo dai sassi, arginare il terreno, delimitare le proprietà e proteggere dal vento); i giardini panteschi, strutture cilindriche in muratura di pietra lavica a secco creati per riparare dal vento gli agrumi (a volte anche una sola pianta) e consentire un giusto apporto di acqua; i dammusi, costruzioni rurali di forma cubica, con grossi muri a secco, tetti bianchi a cupola e ingressi ad arco tondo. Pantelleria è detta anche “isola del vento”, a causa della sua forte ventilazione presente durante tutto l’anno che ha il vantaggio di mantenere l’aria piacevolmente fresca anche nel corso delle estati più arroventate. I suoi primi abitatori, di cui è attestata la presenza fin dal quintgo millenio dell’era precristiana, non provenivano dalla Sicilia, ma erano di origine iberica o iberico-ligure, e si dedicavano all’estrazione ed

Appassimento a terra su stuoie

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esportazione dell’ossidiana, un minerale vitreo di origine vulcanica usato per fabbricare pugnali, coltelli, punte di freccia e collane. L’isola fu colonizzata anche da popolazioni puniche e infine dai Romani, che vi approdarono nel III sec. a.C e vi crearono un importante insediamento in parte rimesso in luce nel corso di recenti scavi che hanno restituito preziosi reperti tra cui due splendide teste marmoree di Cesare e Agrippina. Durante l’età imperiale accolse importanti personaggi politici mandati in esilio sulle sue coste. Pantelleria ha tanto da offrire ai turisti e agli amanti dei sapori più autentici grazie alla sua semplice ma sapida cucina, dominata da splendide insalate dove succosi e dolci pomodorini, erbe aromatiche selvatiche come origano e finocchietto e i celebri capperi dell’isola, una delle produzioni più tipiche, danno una tonalità di appetitosa fragranza. Ma Pantelleria è soprattutto un’isola di vini inimitabili, tra cui regna sovrano il famoso Zibibbo (il Moscato di Alessandria) da cui si ottengono vini da pasto e soprattutto passiti dal bouquet inebriante e suadente. Chi si inoltra fra i meandri dell’isola è colpito dall’onnipresenza dei vigneti che ammantano i terreni più protetti dal venti e vocati alla viticoltura. Uno dei luoghi più ammalianti si trova a “Dietro l’Isola”, un lembo di terra dove la natura è ancora selvaggia, il vento soffia forte, il mare dal colore blu intenso spesso è in burrasca, le poche spiagge nere hanno un accesso impervio. Anche il profumo dell’aria muta di frequente alternando i profumi speziati portati dal vento, dal mare, dalla terra che assomiglia a un tappeto di caffè tostato, dai fiori di cappero abbarbicati ai muretti a secco. Proprio in questa zona ancora incontaminata si estende per circa dieci ettari l’Azienda Agricola Alagna, una realtà vitivinicola, fatta di passione e ambizione di qualità, nata dalla caparbietà e dall’amore verso una terra che “quando riceve il rispetto di una mano sapiente sa essere generosa

e grata”, come dice con orgoglio Enzo Alagna che qui ha piantato le radici della sua attività di vignaiolo e cantiniere. Ma facciamoci raccontare da lui stesso come è andata: “Ho messo piede sull’isola nera per la prima volta circa 30 anni fa per motivi che riguardavano lamia attività nel settore delle macchine per il movimento terra. Era già autunno inoltrato e dovetti restare forzatamente sull’isola per le avverse condizioni del tempo. Così mi allontanai dal capoluogo e mi misi a girovagare all’interno lungo le campagne. Sulla costa orientale mi sono fermato ad osservare quanto di più bello avessi mai visto nella mia vita. I muri a secco, le pietre, le terrazze serpentine che segmentano l’isola e che sembrano fortificazioni, hanno lasciato subito un’impronta profonda nella mia mente. Mi sono detto quest’isola è un sogno. E proprio per questo sogno vi iniziai la mia nuova attività di viticoltore, proprio in quel posto dove oggi sorge la mia azienda adagiata su un’altura che divide cielo e mare”. “La mia – prosegue Alagna – è una generazione di coltivatori della terra che si può far risalire all’800. Prima i miei bisnonni poi mio nonno, tutti siamo rimasti sempre nelle stesse terre, i poderi di baglio Mafì in provincia di Marsala. Ora ho creato un ponte ideale fra la mia tenuta sulla terraferma e l’isola di Pantelleria, tanto bella, tanto selvaggia, ma che alla fine di un anno di lavoro e tanta fatica riesce ad appagare me e le mie figlie Anna e Sara, cui ho trasmesso due valori fondamentali: la condivisione della stessa passione per la terra e la determinazione di puntare sempre sull’eccellenza dei prodotti”. Da questo comune amore sono nati vini impeccabili autoctoni di Pantelleria come il Capo Zebib e l’Eliotes. Il Capo Zebib è un passito naturale di Pantelleria DOC ottenuto da uve in purezza di Moscato di Alessandria (Zibibbo), raccolte a mano dopo la metà d’agosto e appassite su graticci per circa un mese. In settembre si raccolgono le

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Enzo Alagna e le figlie Anna e Sara

uve per la produzione del mosto cui durante la fermentazione si aggiunge l’uva già appassita. Successivamente, dopo una soffice pressatura, si passa all’affinamento. È un vino da meditazione di 14,5 gradi dal colore giallo dorato lucente con piacevoli sentori di albicocche e pesche mature, fichi secchi e miele. Si sposa perfettamente a temperatura ambiente con la tradizionale pasticceria siciliana, specie quella farcita con ricotta, ma anche col cioccolato fondente. Ideale se servito a fine pasto a 12 – 14° col foie gras e ci formaggi dal gusto deciso accompagnati con miele e confetture di frutta.

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L’Eliotes (in greco: “figlio del Sole”), moscato naturale di Pantelleria DOC, è un vino bianco naturale dolce di 14° ottenuto dal Moscato d’Alessandria in purezza. Le uve vengono raccolte a mano nella prima decade di settembre. Il moscato rappresenta la massima espressione dello Zibibbo, in questo caso elegante e raffinato con le sue note di fiori d’arancio e mele mature e un gusto dolce e mai stucchevole. Ideale l’abbinamento, a una temperatura di servizio di 12 – 14 °, con formaggi particolarmente profumati accompagnati con miele e confetture, ma anche con la pasticceria in generale. Si può ottenere un

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6



originale aperitivo unendo sorbetto al limone e

ferri, ma anche con carni bianche e formaggi

due parti di Eliotes.

stagionati. Il Cabernet Sauvignon (14°) proviene

Nella sua tenuta di Marsala Enzo Alagna produce

da uve raccolte manualmente nei primissimi

invece un bianco e un rosso di notevoli virtù: il

giorni di settembre in leggero anticipo rispetto

Grillo bianco di Sicilia IGT e il Cabernet Sauvignon

alla piena maturazione. Il mosto viene messo in

Rosso Sicilia IGT, entrambi contraddistinti dalla

vinificatori a macerare con le bucce per circa due

specificazione Baglio Mafì. Il Grillo in purezza è uno dei più classici vini autoctoni siciliani con una forte carica di aromaticità e ricchezza di sensazioni di olfattive. Di colore giallo intenso e un marcato bouquet floreale quello di Alagna è un prodotto di 13° dal sentore di fiori freschi e frutta con una predominanza di melone e pesca bianca. Bevuto

settimane per fargli acquisire tutte le sue migliori caratteristiche e poi messo a maturare in botti di rovere per oltre un anno È un vino dal colore rosso porpora intenso con profumi e sentori di cacao e con particolari sfumature di frutti di bosco maturi. Ideale per accompagnare secondi a base di carne rosse,

fresco, come aperitivo, si sposa piacevolmente

come la classica fiorentina ai ferri oppure il filetto

con antipasti a base di pesce, insalata di polipo,

al pepe bianco. Molto Intrigante anche con

gamberi e piccole fritturine di pesciolini freschi.

stufato di cinghiale e carni di maiale e con salumi

La sua esaltazione si ottiene accompagnandolo

stagionati e formaggi sapientemente addolciti

con risotti alla marinara o spaghetti allo scoglio

con miele o confetture di frutta. Temperatura di

e con piatti siciliani a base di pesce fresco ai

servizio 16-18°.

La viticoltura a Pantelleria

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Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6


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OSIO SOTTO (BG) tel. 035881047~ RISTORANTE ANTICHI SAPORI SORISOLE (BG) tel. 0354125228 ~ LA CANTINA DI GATTA LUIGI BOVEGNO (BS) tel.030926363 ~ LA BOTTEGA DI VITTORIO BRESCIA (BS) tel.0302010822 ~ BAR TOP DRINK CALCINATO (BS) tel.0309636258 ~ ART CAFE’ OSPEDALETTO LODIGIANO (LO) tel. 037786209 ~ ART CAFE’ OSPEDALETTO LODIGIANO (LO) tel. 037786209 ~ INNOCENTI EVASIONI RISTORANTE MILANO (MI) tel. 02 33001882 ~ RISTORANTE CAVALLARO NICOLA MILANO (MI) tel. 0289126060 ~ RISTORANTE CHIC’N QUICK MILANO (MI) tel. 0289503222 ~ RISTORANTE JOIA MILANO (MI) tel. 022049244 ~ RISTORANTE IL LIBERTY MILANO (MI) tel. 0229011439 ~ RISTORANTE IL MANNA MILANO (MI) tel. 0226809153 LIGURIA ALBALÈ BAR LOUNGE CAMOGLI (GE) ~ RISTORANTE GALLETTO AL MATTONE GENOVA (GE) tel. 010313548 ~ WINE BAR ENOTECA BEAUTIFUL LOOSER GENOVA (GE) tel. 3493201007 ~ DON COLA CAFE’ GENOVA (GE) tel. 0105955648 ~ SOLEADO CAFFE’ SANTA MARGHERITA LIGURE (GE) tel. 3393666100 ~ LORD BYRON CAFFE’ LA SPEZIA (SP) ~ BAR LE CLARISSE LEVANTO (SP) tel. 0187804020 TOSCANA BAR TARRE DI TONIONI TEGOLETO (AR) tel. 05754981124 ~ CAFFE’ DEL TEATRO CASTELFIORENTINO (FI) tel. 057161982 ~ RISTORANTE ORA D’ARIA FIRENZE (FI) tel. 0574562044 ~ RISTORANTE ENOTRIA FIRENZE (FI) tel. 055354350 ~ RISTORANTE IL RIFLULLO FIRENZE (FI) tel. 0552342621 ~ TRATTORIA ZA’ZA’ FIRENZE (FI) tel. 055215411 ~ CANTINA NARDI LIVORNO (LI) tel. 0586808006 ~ WINE BAR MAONIN LUCCA (LU) tel. 0583492166 ~ PALAZZUOLO WINE PALAZZUOLO SUL SENIO (FI) ~ GLAMOUR BAR PONTREMOLI (MS) tel 3383471251~ WINE BAR BOLLICINE TIRRENIA (PI) tel. 3355613002 ~ ENOTECA PADOVANI PRATO (PO) tel. 057441281 ~ RISTORANTE IL PORTICO PRATO (PO) tel. 0574591601 ~ WINE BAR RAZMATAZ PRATO (PO) tel. 0574448619 ~ ENOTECA WINE TASTING MALUCCHI PESCIA (PT) tel. 057280307 LAZIO RISTORANTE FRA’DIAVOLO ITRI (LT) tel. 0771727141~ RISTORANTE RENDEZ VOUS SABAUDIA (LT) tel. 0773515759 ~ RISTORANTE SANTA LUCIA ROMA (RM) tel. 0668802427 ~ ENOTECA PALOMBI ROMA (RM) tel. 065746122 ~ ERCOLI ROMA (RM) tel. 063720243 ~ LA LOCANDA DEL GATTO NERO ROMA (RM) tel. 0630815883 ~ WINE BAR OMBRE ROSSE ROMA (RM) tel. 065884155 ~ ANTICA ENOTECA MANZONI-LA CAVE DES AMIS ROMA (RM) tel. 065411535 ~ HOTEL COLUMBUS-RIST.LA VERANDA ROMA (RM) tel. 066865435 ~ RISTORANTE L’ ARCANGELO ROMA (RM) tel. 063210992 CAMPANIA RISTORANTE PEPENERO CASERTA (CE) tel. 0823354255 ~ E’ DIVINO ‘ WINE BAR CAPRI (NA) tel. 0818378364 ~ RISTORANTE LE GOURMET ANGRI (SA) tel. 081940850 ~ RISTORANTE LA DIVINA COMMEDIA GIFFONI VALLE PIANA (SA) tel. 089866124 ~ SHAKE WINE AND DRINK GIFFONI VALLE PIANA (SA) tel. 3888931392 ~ RISTORANTE PIZZERIA LE MACINE PELLEZZANO (SA) tel. 059954580 ~ RISTORANTE PIZZERIA “O’PRIMMO AMMORE” SCAFATI (SA) tel. 0818508014 CALABRIA WINE BAR SANTA LUCIA ACRI (CS) tel. 3314536909 ~ RIST. AL GIRONE DEI GOLOSI COSENZA (CS) tel. 0984394859 ~ RISTORANTE AL VICOLETTO COSENZA (CS) tel. 098429807~ RISTORANTE LE CASCINE MONTALTO UFFUGO (CS) tel. 0984930309 ~ ENOTECA TOP FRUIT RENDE (CS) tel. 098440251 ~ TRATTORIA “LA TAVERNETTA” SPEZZANO DELLA SILA (CS) tel. 0984579026 ~ BAR GARDEN CATANZARO (CZ) tel. 0961725531 ~ CAFFE’ & BON BON CATANZARO (CZ) tel. 0961751588 ~ ENOTECA BACCHUS CATANZARO (CZ) tel. 3470410450 ~ WINE BAR IL CAVATORE CATANZARO (CZ) tel. 0961723625 ~ BAR FOTI CATANZARO (CZ) tel. 0961772418 ~ ENOTECA LA CASCINA DI BIAMONTE CATANZARO LIDO (CZ) tel. 096132683 ~ WINE BAR CARTA BLANCA LAMEZIA TERME (CZ) tel. 3205524153 ~ ENOTECA GAETANO VINERIA LAMEZIA TERME (CZ) tel. 096821088 ~ BAR FAZIO SERRASTRETTA (CZ) tel. 096881064 ~ RISTORANTE IL PASSO DEL MERCANTE MAMMOLA (RC) tel. 0964410777 ~ CAFFE’ ITALIANO MARCELLINARA (CZ) tel. 0961996530 ~ RIST. LA MAMMA DI GIROLAMO D’AGOSTINO CITTANOVA (RC) tel. 0966660147 ~ RISTORANTE ENOTECA MICUICOLA MARINA DI GIOIOSA JONICA (RC) tel. 0964415912 ~ RISTORANTE ENOTECA DONNA NELA POLISTENA (RC) tel. 0965786156 ~ BRUNCH LUNCH DINNER VIA VENETO REGGIO CALABRIA (RC) tel. 0965810306 ~ ENOTECA VENETO REGGIO CALABRIA (RC) tel. 0965330983 ~ CAFFE’ MATTEOTTI AMERICAN BAR REGGIO CALABRIA (RC) tel. 0965891161 ~ ENOTECA DEL CORSO REGGIO CALABRIA (RC) tel. 0965190649 SICILIA RISTORANTE RUGAZZALI AGRIGENTO (AG) tel. 092220370 ~ RISTORANTE QOC AGRIGENTO (AG) tel. 092227107 ~ TRATTORIA CAICO AGRIGENTO (AG) tel. 0922 603847 ~ RISTORANTE MOULIN ROUGE CANICATTI’ (AG) tel. 0922856944 ~ RISTORANTE VECCHIO POZZO CALTANISSETTA (CL) tel. 093420306 ~ TIPICO ENOTECA E SALUMI NISCEMI (CL) ~ RISTORANTE AL FOGHER PIAZZA ARMERINA (EN) tel. 0935684123 ~ ENOTECA WINE BAR “LA VINERIA” MESSINA (ME) tel. 090883925 ~ SOLOSOFIA RISTORANTE MESSINA (ME) tel. 090774818 ~ RISTORANTE ZERONOVEQUATTRODUE TAORMINA (ME) tel. 0942 625150 ~ RISTORANTE BAGLIO LA PERGOLA RAGUSA (RG) tel. 0932686430 SARDEGNA RISTORANTE MONTIBLU NUORO (NU) tel. 0784231443 ~ WINE BAR ALESSANDRO’S BISTROT NUORO (NU) tel. 0784232873 ~ ENOTECA VIGNANDO OLBIA (OT) tel. 0789598427 ~ CAFFE’ COSIMINO OLBIA (OT) tel. 078921001 ~ CAFE NORD EST OLBIA (SS) tel. 078953456 ~ BAR RISTORANTE CRISTALLO PORTO TORRES (SS) tel. 079514909 ~ CAFFE’ 2000 SASSARI (SS) tel. 079212252 ~ ENOTECA TASTEVIN SORSO (SS) tel. 079353038

TRENTINO ENOTECA LA CERCIA ORTISEI (BZ) tel. 0471797970 ~ BAR INTERNATIONAL ALBERGO GARNI CANAZEI (TN) tel. 0462601375 ~ ENOTECA EL ZIRM POZZA DI FASSA (TN) tel. 0462764033 ~ OSTERIA BOTTEGA PANE E SALAME RIVA DEL GARDA (TN) tel. 3387403117 VENETO CAFFETTERIA IL SOLE PADOVA (PD) tel. 0498021358 ~ ENOTECA LA MOSCHETA PADOVA (PD) tel. 049660946 ~ RISTORANTE DONNA IRENE PADOVA (PD) tel. 049656852 ~ ENOTECA SAN DANIELE TORREGLIA (PD) tel. 0495212482 ~ BAR BORSA CASTELFRANCO VENETO (TV) tel. 0423493445 ~ ENOTECA PRIMA LINEA ERACLEA (VE) tel. 3472854308 ~ RISTORANTE WINE BAR CATTIVE ABITUDINI MONTEBELLUNA (TV) ~ SHIRAZ WINE STORE TREVISO (TV) tel. 0422542664 EMILIA ROMAGNA WINE BAR IL CALICE BOLOGNA (BO) tel. 0516569296 ~ WINE BAR TUMEDEI BOLOGNA (BO) tel. 051540239 ~ BRAVO CAFFE’ BOLOGNA (BO) tel. 051266112 ~ RISTORANTE AL MONTEGRAPPA DA NELLO BOLOGNA (BO) tel. 051236331 ~ MAMMA MIA CAFE’ IMOLA (BO) tel. 0542680330~ RISTORANTE STALLO DEL POMODORO MODENA (MO) tel. 059214664 ~ WINE BAR MOREALI MODENA (MO) tel. 059362130 ~ LUCA & PAOLO CANTINA CAFFE’ BORGO VAL DI TARO (PR) tel. 05251975031 ~ TRATTORIA LEON D’ORO ZIBELLO (PR) tel. 052499140 ~ CAMELOT PUB FONTANELLATO (PR) tel. 0521822255 ~ BAR LINUS LOSANFAENZA (RA) tel. 0546681479 ~ RISTORANTE SILVERIO FAENZA (RA) tel. 0546682291 ~ BAR & BAR DIDO MEZZANO (RA) tel. 3385732739 ~ ENOTECA CANTINE ANTICA GROTTA RIOLO TERME (RA) tel.054674381~ CAFFETTERIA DEI DUE LEONI REGGIO EMILIA (RE) MARCHE CAFFE’ GIULIANI ANCONA (AN) tel. 071 204885 ~ VINERIA MASTRO MAZZARINO CARTIERE VECCHIE IESI (AN) tel. 0717822131 ~ RISTORANTE VILLA MARCHESE DEL GRILLO FABRIANO (AN) tel. 0732625690 ~ CAFFE’ DEL CORSO OSIMO (AN) tel. 0717231671 ~ GRAN CAFFE’ SCIARRA SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) tel. 0735587312 ~ TAPPO MATTO WINE AND MORE CINGOLI (MC) tel. 3283262644 ~ CAFFE’ DARDERI FANO (PU) tel. 0721870609 ~ OSTERIA DELLA POSTA FERMIGNANO (PU) tel. 3492253478 ~ RISTORANTE OSTERIA IL CONVENTINO MONTELABBATE (PU) tel. 0721910588 ~ AL BELFICO OSTERIA ENOTECA PENNABILLI (PU) tel. 0541928810 ~ LE CAFE’ DES CAFE’ PESARO (PU) tel. 0721580482 ~ RISTORANTE RAFFAELLO URBINO (PU) tel. 0722329504 UMBRIA ENOTECA BERE E SAPERE PERUGIA (PG) tel. 0755056053 ~ RISTORANTE ARGENTINA PERUGIA (PG) tel. 0755730815 ~ WINE BAR LA TANA DELL’ORSO PERUGIA (PG) tel. 0755729536 ~ TWISTER BAR SANTA MARIA DEGLI ANGELI (PG) tel. 3311137950 ~ BAR PASTICCERIA MARCHETTI TERNI (TR) tel. 0744428387 ~ BAR VIALI FAUSTO TERNI (TR) tel. 0744812648 ABRUZZO WINE BAR SUPERCINEMA CHIETI (CH) tel. 3470785003 ~ MEAT RISTOSERVICE MOSCIANO S.ANGELO (TE) tel. 0858072201~ ENOTECA CENTRALE TERAMO (TE) tel. 0861243633 MOLISE WINE BAR I PECCATI DI BACCO CAMPOBASSO (CB) tel. 3394050020 ~ WINE BAR ALTER EGO ISERNIA (CB) tel. 3356593582 ~ WINE BAR ONLY ONE TERMOLI (CB) PUGLIA RISTOBAR IL GECO TRANI (BA) tel. 0883485897 ~ ENOTECA DRINK SHOP PUTIGNANO (BA) tel. 0804913586 ~ RISTORANTE LORD NELSON TORREMAGGIORE (FG) tel. 0882391466


di Giorgio Rinaldi

L’adduraca

«È arrivata l’adduraca!»: questo il richiamo che, tanti anni fa, echeggiava per i vicoli dei paesini dell’appennino calabro-lucano, al passaggio dei venditori di frutta e ortaggi che arrivavano dalle pianure

U

va dolcissima, ricercatissima, apprezzatissima. Pressochè scomparsa da alcuni decenni. È dall’Antico Egitto che i Romani portarono questo sconosciuto vitigno. Il vino che se ne produce è un eccelso zibibbo, il cui nome, giova ricordare, risale alla località egizia El Zibibb, o alla parola nord-africana Zibibb, che significa uva secca, per la sua inclinazione alla passitura. I più esperti lo ricollegano al più famoso “Moscato d’Alessandria”, poste le identiche caratteristiche del vitigno a foglia media, tribolata e a volte pentabolata, a grande grappolo alato, semispargolo, allungato, che ricorda le Piramidi che l’hanno visto nascere, con gli acini a buccia spessa a tonalità gialloverdastra, di forma simili a piccole uova. Ma, il Moscato d’Alessandria è coltivato in Sicilia, dove parte della produzione finisce sulle tavole e il resto dà vita al famoso Moscato di Pantelleria, mentre l’adduraca è patrimonio esclusivo della parte nord-occidentale della Calabria, cioè di un piccolissimo territorio concentrato per lo più alle propaggini meridionali del Parco Nazionale del Pollino e zone strettamente limitrofe (agro di Verbicaro).

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Il vitigno è vigoroso, anche se abbastanza sensibile all’oidio, o meglio conosciuto come mal bianco, una muffa che provoca il marciume degli acini, e alla peronospora della vite, altra muffa, biancastra, che secca le foglie e “lessa”, letteralmente, i grappoli. Le uve maturano tardivamente e il vino che se ne ricava è giallo paglierino dai riflessi dorati, dolce e con elevata alcolicità. La produzione, va da sé, non è molto abbondante, anche se regolare e in forme di allevamento ad “alberello”, cioè una forma di volume a ceppo basso, di non particolare densità di impianto e potature corte (3 o 4 speroni potati a 2 – 3 gemme a un’altezza di 30, 40 cm da terra). Oggi il vitigno sta attraversando una nuova giovinezza, i più fini palati l’hanno riscoperto. Trovare uva adduraca da gustare è una vera e rara leccornia. Per non parlare dello zibibbo adduraca… I Faraoni, quando pensavano un giorno di ritornare sulla Terra dal loro lungo viaggio tra le stelle, immaginavano di certo di trovare ad attenderli le regali mense imbandite di uva adduraca e gli otri ricolmi del suo zibibbo. Tutankamon è già tra noi?

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Controtendenza: un vino che, forse, non si farà più…

di Silvana Delfuoco

Venezia: mentre alla Giudecca rifioriscono gli orti, la vigna dell’Hotel Cipriani è a rischio scomparsa?

N

el silenzioso orto-giardino, tra erbe aromatiche, qualche pianta di pomodoro e stellati fiori di zucca, l’uva, come è giusto che sia in questa caldissima fine d’agosto, sta maturando su filari circondati da cespugli di rose, come nella migliore tradizione francese. Non siamo però in una tenuta agricola qualsiasi, ma a Venezia, sull’isola della Giudecca, a passeggiare nel Giardino dell’Hotel Cipriani, e in particolare nella parte che si estende tra l’Hotel e Palazzo

Vendramin, dove da qualche anno sono ritornate le vendemmie. È del 2000 infatti la risistemazione del vigneto, abbandonato da tempo, con l’aggiunta di nuove varietà di vitigni. Accanto al casalingo Refosco si è pensato, come è ovvio, a Cabernet e Merlot, che non fanno mai male e, soprattutto, resistono sempre bene. Nasce così il rosso “Casanova salso”, dal tipico retrogusto delle uve lagunari. Forse non c’è a Venezia luogo migliore per evocare suggestive atmosfere del passato se non questa punta, detta delle “Zitelle”, sull’isola della Giudecca. Qui infatti sacro e profano si sono sempre mescolati fino a confondersi più e meglio che in altre parti della città. Il nome stesso ricorda la presenza di luoghi di ricovero, dove le fanciulle povere potevano imparare un mestiere per mantenersi onestamente, ma anche di monasteri di clausura, che talvolta ospitavano le figlie primogenite delle ricche famiglie veneziane, così da preservare intatto il patrimonio… E questo

La Laguna di Venezia

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Veduta Hotel Cipriani

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era anche “luogo di delizie” per cittadini di ogni

contribuente” come ricorda il Tassini nelle sue

ordine e ceto, dove si arrivava facilmente in pochi

Curiosità veneziane dl 1886. È nato anche un

minuti di gondola. Vi andavano volentieri i nobili,

divertente blog, Spiazziverdi, con lo scopo di dare

nei loro “casini” costruiti accanto alle residenze

spazio (e consigli botanici) ai veneziani di buona

avite: Palazzo Vendramin, ma anche Palazzo

volontà: basta seguirlo per essere informati su

Dandolo, Palazzo Barbaro Nani, e via dicendo…

andamento dei lavori e risultati raggiunti.

Ma soprattutto qui si potevano coltivare orti

Eppure, quest’anno, ad assaggiare il “Casanova

e vigne e godere di quegli spazi verdi che

salso” noi non ci siamo riusciti! Terminate le

scarseggiavano tra le calli e i campielli cittadini; per

scorte, ancora non si parla di nuovi arrivi… Anzi,

qualche buontempone, poi, era il luogo ideale per

qualcuno ci sussurra che forse non ci saranno

andare in cerca di avventure… Si racconta che lo

nemmeno più vendemmie, che i filari verranno

stesso Giacomo Casanova prediligesse i vigneti

presto smantellati per far più spazio ai prodotti

di questa zona della Giudecca dove si recava, nel

dell’orto, ad esclusivo beneficio degli ospiti

cuore della notte, per tentare il cuore delle “zitelle”

dell’Hotel.

senza certo preoccuparsi se avessero o no già

Misteriose

preso i voti…

controtendenza

Qui oggi, anche fuori dal giardino dell’Hotel,

succedendo in laguna? O, come la mitica fenice,

si stanno moltiplicando le iniziative per fare in

il “Casanova salso” muore soltanto per rinascere

modo che la Giudecca ritorni, come un tempo,

a nuova giovinezza, superando se stesso in gusto

ricca di “parecchie vigne coltivate dai cosiddetti

e profumi? Per ora tutto tace, e a noi non resta

ortolani che non formavano un’ arte ma un corpo

che attendere…

strategie a

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quello

commerciali, che

sta

in invece



Gastronauta o Foodtrotter: l’identikit del turista enogastronomico di Saverio Scarpino

Il turista enogastronomico, ovvero l’appassionato di enogastronomia, è comunque un turista culturale e, volendo tracciarne un profilo generale di massima, si può identificarlo come un personaggio insolito, stimolato costantemente dalla curiosità di entrare in contatto con il mondo produttivo dei cibi che porta a tavola

E

gli è interessato alla conoscenza di realtà diverse dalla sua e utilizza il cibo come medium di identità culturale; ha una cultura di base spesso elevata ed è propenso ad immergersi durante i soggiorni turistici sia in esperienze educative dirette, sia in incontri presso produttori o aziende per degustazioni guidate. Il turista enogastronomico ha generalmente grande capacità organizzativa per programmare i propri viaggi ed è molto critico ed esigente verso il mondo enogastronomico e più specificamente verso la qualità del prodotto, la professionalità degli addetti e l’accoglienza delle strutture ricettive. Secondo le più svariate indagini, condotte dagli operatori di settore, negli ultimi due decenni il turista enogastronomico è identificato come un consumatore-intenditore prevalentemente maschio, anche se negli ultimi anni il genere femminile si sta sempre di più avvicinando alle piacevolezze del settore enogastrononico. L’età di questa figura di turista, appassionato dell’arte culinaria, è compresa tra i 25 e i 50 anni, e il livello sociale ed economico è mediamente alto. Volendo comunque distinguere meglio la figura del turista enogastronomico, così come l’hanno definita Erica Croce e Giovanni Perri, docenti

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presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e autori di diverse pubblicazioni in questo campo, dobbiamo inquadrarla all’interno di due diverse tipologie: i gastronauti e i foodtrotter. La prima figura, ovvero il gastronauta, ha come obiettivo del viaggio esclusivamente l’analisi del “giacimento enogastronomico”. Il suo focus è, infatti, mirato soltanto ai valori enogastronomici e non a quelli di carattere turistico culturale più in generale. Viaggia quasi sempre da solo e le sue escursioni enogastronomiche generalmente non superano i due giorni. Il foodtrotter, invece, è un tipo di turista squisitamente poliedrico. La sua permanenza nei luoghi di viaggio è superiore ai tre giorni e, sebbene anch’egli consideri l’aspetto enogastronomico come la componente principale del viaggio, non disdegna, anzi coglie sempre l’occasione per godersi tutte le altre caratteristiche culturali che offrono i territori. Questi turisti sono diversi se considerati in una prospettiva che li valuti nella loro globalità, ma contemporaneamente molto simili riguardo la loro capacità percettiva del settore enogastronomico. La caratteristica che maggiormente accomuna queste figure è una spiccata sensibilità verso il cibo che si manifesta e si estrinseca attraverso l’azione

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di tutto l’apparato sensoriale. Un altro fattore di affinità è il costante stimolo, o per meglio dire, la costante spinta interiore che porta questo genere di turisti a girare in lungo e in largo i territori per scoprire o avere una conferma su qualcosa di straordinario che magari avevano già scoperto: per esempio un gusto, un profumo o un più semplicemente un aroma. Una volta scelto il luogo da indagare, si recano sul posto, circoscrivono la zona e si concentrano sull’obiettivo: cibo e territorio. Generalmente l’attività della ricerca enogastronomica fatta da questi appassionati non è fine a se stessa ma si esplicita attraverso la soddisfazione del loro desiderio di vivere nella convivialità, relazionandosi in questo modo con gli altri con la degustazione dei cibi, attraverso un’analisi organolettica che interessi tutti i sensi. Il cibo, quindi, diventa così il carburante motorio, lo stimolatore dei sensi, il medium della comunicazione non verbale. Il primo organo di senso che entra in funzione è la vista: si gode innanzitutto del panorama del territorio, della forma e dell’organizzazione dell’eventuale struttura turistica e si prosegue nell’indagine. L’occhio pertanto continua la sua azione, si posa sul cibo e trasmette l’informazione sui colori, sulla composizione e sulla bellezza della preparazione del piatto che si sta analizzando. Se la fase di analisi visiva trasmette ancora curiosità, si passa alla fase dell’assaggio del cibo. Le papille gustative insieme a quelle olfattive si mettono in azione ed entrambe assolvono il loro compito, ovvero trasmettono al cervello quei segnali inconfondibili che opportunamente decodificati, attraverso visioni semantiche restituiscono percezioni di aromi, di profumi, di sapori e quanto altro ancora il cibo può offrire. Soddisfazione é anche la voglia di condividere raccontando agli altri le emozioni sensoriali e culturali. Nel mondo della letteratura, infatti, non mancano esempi di straordinaria descrizione di ruoli narrativi che si rifanno a personaggi sicuramente considerabili a perfetti gourmet e quindi catalogabili all’interno della figura del turista enogastronomico. Straordinaria è in questo senso la descrizione che Italo Calvino fa del signor Palomar nella bottega dei formaggi nell’ultima sua opera, scritta nel 1983, che prende il nome dello stesso personaggio e contiene una meravigliosa descrizione del formaggio che da sola ci svela cosa cerca un appassionato enogastronomico in un prodotto tipico: “Dietro ogni formaggio c’è un pascolo d’un diverso verde sotto un diverso cielo: prati incrostati di sale che le maree di Normandia depositano ogni sera; prati profumati d’aromi al sole ventoso di Provenza; ci sono diversi armenti con le loro stabulazioni e transumanze; ci sono segreti di lavorazione tramandati nei secoli. Questo negozio è un museo: il signor Palomar visitandolo sente, come al Louvre, dietro ogni oggetto esposto la presenza della civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma” (Italo Calvino).

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di Enza Bettelli

“ M

Nel Vallese, dove è nata la prima DOC svizzera, i vigneti sono quasi miniature e per coltivarli ci vogliono pazienza e tenacia per superare le difficoltà di un territorio non certo agevole ma generoso con la qualità dei suoi vini

algrado le dimensioni della regione, il Vallese è la regione vitivinicola più estesa del Paese con i suoi 5200 ettari e vi si produce circa un terzo di tutto il vino svizzero, di cui il 60% è rosso. E questo malgrado i vigneti siano abbarbicati su terrazze alle quali si accede faticosamente, talvolta anche malgrado i trenini a cremagliera che vengono utilizzati durante la vendemmia per trasportare le uve. Un territorio a volte impervio, la cui proprietà è distribuita tra oltre 22 mila proprietari, famiglie che da secoli si dedicano ad appezzamenti che sono in realtà dei micro vigneti. E non stupisce, quindi, che da una situazione territoriale così insolita si siano venuti a creare dei veri e propri record. Il primo è quello del vigneto più piccolo in Europa, solo 3 viti e poco più di 1,5 metri quadrati a Saillon, impiantato in memoria del falsario gentiluomo Farinet, ora di proprietà del Dalai Lama. A fianco di questo vigneto simbolico un altro vigneto minimo le cui viti sono state impiantate e in alcuni casi perfino curate da personaggi famosi del mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo e perfino della nobiltà. Con le uve dei due vigneti

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Piccoli vigneti da record

si produce un numero limitato di bottiglie di vino il cui ricavato viene impiegato per scopi sociali. A Visperterminen c’è invece il vigneto più alto, oltre i 1100 metri, e lo si raggiunge percorrendo un sentiero che si arrampica superando un ardito dislivello di circa 500 metri. Prezioso prodotto di questo vigneto è l’Heida, una rara uva bianca e fruttata. Un altro record è quello della maggiore concentrazione di vitigni, una cinquantina di cui molti autoctoni, talvolta arrivati ai giorni nostri dai Romani che sembra abbiano per primi vinificato nella regione: Pinot Noir, Chasselas dal quale si ricava il Fendant, Gamay, Syrah, Cornalin, Dôle, Petite Arvine, Ermitage, Johannisberg, Amigne e Malvoise. Di tutta questa storia enologica esiste una esauriente documentazione lungo il magnifico sentiero didattico che, con cartelli esplicativi e vigneti sperimentali, collega la prima sede del Museo Vallesano della Vigna e del Vino nello Château de Villa di Sierre alla seconda sede nella casa patrizia Zumofen di Salglesch attraverso il territorio delle piramidi moreniche. E non manca nemmeno il record di vetustà. La più antica vite della Svizzera, che cresce lungo i

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muri di Casa Borri a Steg, da 259 anni produce l’uva per il più antico vino del Vallese, l’Humagne Blanc, e da essa la Scuola di viticoltura Meier di Würenlos è riuscita a ottenere 60 barbatelle che ne assicureranno la sopravvivenza. Ottimi vini, quindi, grazie anche a un microclima particolarmente favorevole, ideale tra l’altro per quello che è un altro motivo di richiamo della regione, cioè le fonti termali che sgorgano nella gola del Dala e che dopo circa 600 metri di percorso Torta e Mosto

tra pareti rocciose culminano in una affascinante e impetuosa cascata di 35 metri. Le acque confluiscono nella vicina Leukerbad, una cittadina che è un centro termale tra i più organizzati ed accoglienti in Europa. Da lì, basta un breve viaggio per scoprire le bellezze di Martigny e Verbier, magari percorrendo la Via del Vino che conduce proprio da Martigny a Leuk. O per arrivare sulla cima del Gran San Bernardo per visitare il Museo e il centro di addestramento dei Antico torchio

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Vigneti nel Vallese

cani San Bernardo, con l’allettante possibilità di gustare piatti molto semplici ma sicuramente genuini preparati dai frati dell’Ospizio. Gastronomia d’alpeggio L’ottimo clima del Vallese favorisce anche la ricchezza degli alpeggi che si trasforma in cibo ottimale per le vacche il cui latte, a sua volta, prende la consistenza di alcuni tra i migliori formaggi della Svizzera. È infatti con i formaggi di questi alpeggi che si preparano le fondute (che qui il pomodoro colora di rosso) e le raclette migliori, accompagnate dalle piccole patate da mangiare con la buccia che si servono anche con le castagne arrostite e saltate nel burro (brisolées). Oltre alle patate, sempre presenti anche con il rösti (cioè lessate, affettate e saltate in padella con formaggio, funghi, prosciutto, carne o quanto la fantasia suggerisce) la gastronomia vallesana propone eccellente carne secca,

22

carni di qualità e albicocche e pere, oltre ad altri prodotti locali che i nuovi chef utilizzano in modo sempre più sapiente ed elegante. E da bere, oltre naturalmente al vino vallesano, in autunno e con i piatti più rustici e tradizionali c’è il mus, il succo di uva appena spremuto, servito dalla caratteristica caraffa di peltro che lo conserva deliziosamente fresco.

Un piatto di Rosti

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Organo Ufficiale della FISAR Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori


Il Malbec argentino si presenta

di Breno Raigorodsky

Il mondo del vino si è molto sorpreso quando nel 2001, il vino di Nicolás Catena Zapata - un accostamento Cabernet Sauvignon/Malbec - ebbe un certo risalto prevalendo, in una degustazione alla cieca, sui grandi Bordeaux e Napa Valley

È

stata la grande comparsa della versione argentina dell’uva Malbec e, per chi non era a conoscenza del lavoro svolto a Mendoza, la principale regione produttrice dell’Argentina e conosceva l’uva solo per l suo grossolano risultato ottenuto a Cahor, suo luogo d’origine, nel sud di Bordeaux, il risultato è stato visto con demerito. Sono passati anni e la realizzazione del Malbec argentino ha smesso di rappresentare una novità per trasformarsi in successo di pubblico e critica. Come pubblico, il riconoscimento è dato dalla quantità di vini venduti dappertutto nel mondo e dalle valute estere introitate dall’Argentina tramite l’esportazione dei suoi vini e mosti, che trovano fondamento prioritariamente nel Malbec. È pensiero comune l’approvazione che riceve, per quanto riguarda la critica specializzata, ottenendo persino note di rilievo in riviste quali Decanter, che nel 2008 ha tributato a Nicolás Catena il suo “Decanter’s Man Of The Year”, un

24

premio dedicato ai vini sudamericani in generale e a quelli argentini in particolare. Quinto produttore di vini del mondo, 11° esportatore, l’Argentina ha prodotto 2,2 kg miliardi di uva nell’anno 2009. Questo volume si è trasformato in 1,2 miliardi di litri di vino e più di 387 milioni di litri di mosto (dati ufficiali dell’Instituto Nacional da Vinicultura Argentina). Questo raccolto è significativamente inferiore a quello precedente, qualcosa come il 30% in meno in regioni di importante produzione quale Mendoza, a causa di un’estate molto calda. Ma se il caldo ha diminuito la quantità del raccolto, ha innalzato il livello di concentrazione di zucchero, tradizionalmente alto, portandolo a 12,9° per l’uva nera a Mendoza e a 12,7° per quella di San Juan. Questi numeri dell’INV argentino si riferiscono all’insieme di uve prodotte fra i tanti ceppi che si sono acclimatati sul suolo pratense, considerando che se la Malbec e la Shiraz argentine fanno alzare la media, l’uva italiana Bonaria - seconda varietà più coltivata nel

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Paese - la fanno abbassare. Poiché la potenza tannica del Malbec è impressionante, arrivando a raggiungere gradazioni che di solito in Italia la raggiungono solo i vini santi, è estremamente comune che i Malbec oltrepassino la fascia dei 14° di gradazione alcolica… e che alcol! Per avere un’idea, il miglior esempio in tal senso è costituito dal San Pedro de Yacochuya de Salta che nel raccolto del 2001 si presentò con 15,8% di alcol. Per questi motivi il Malbec è una delle grandi novità di questo secolo appena iniziato, come

pretenziosamente ha decretato Robert Parker nel 2004, prevedendo che questa sarebbe stata una fra le più grandi uve del mondo fino al 2015, alla stregua delle grandi che non si sono internazionalizzate come il Nebbiolo e la Sangiovese Grossa, per esempio, espressioni particolari di una determinata regione del mondo e non uve che si adattano a qualunque terreno e condizioni climatiche, così come lo sono le Cabernets e Chardonnays, le Syrah/Shiraz e Sauvignon Blanc, che si incontrano su tutte le vigne con disinvoltura.

Barricaia di Ruca Malen

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Grappoli di Malbec a Mendoza

26

Il Malbec è diventato una specie di porta

point-attack, un sapore di conserva di frutta molto

d’ingresso nel mondo del vino, almeno per i

gradevole da assaporare. Ciò succede anche

giovani del Brasile che non avevano l’abitudine di

quando non viene molto elaborato ed il suo lato

bere vino. È divenuto responsabile di una specie

selvaggio si presenta col suo retrogusto amaro

di “terza ondata” di consumo, iniziata fra i brasiliani

- il dolce di uve ben mature, l’alcol spesso ben

con i vini tedeschi in bottiglia blu e continuato con

controllato, il legno - spesso dovuto ad artifici

i lambruschi italiani.

come il chip di legni depositati in grandi torri di

La sua attrattiva sta nel suo pronunziato sweet-

alluminio; così vini più in auge quali il Fúria da

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Finca La Célia, il Santelmo e tante altre marche riscontrano grande successo fra i gruppi di neofiti nella conoscenza del vino, quelli con pochi soldi e poca età. Ma non si fanno solo vini di poca qualità con la Malbec. Allo stadio intermedio, quando il legno è generalmente di barile di seconda mano e le cure della vinificazione sono maggiori, riscontriamo vini interessanti quali il Susana Balbo, il Finca La Linda, i Terrazas, gli Álamos de Catena Zapata, i vini di Mauricio Lorca e tanti altri. E quando si arriva al Top, allora non si può negare

l’indiscutibile qualità raggiunta ed incanta i nuovi intenditori di vino in tutti i continenti. I Top quali i Mauricio Lorca, i Clos de Los Siete del famoso e polemico Michel Roland, i Catena Zapata, i Luigi Bosca, i Familia Marguery, gli Yacochuya de Salta, i Ruca Malen e tanti altri, ammaliano persino i più scettici fra i degustatori. Verificheremo sul mercato ciò che questo raccolto più ridotto e concentrato potrà portare. Fra quelli interessati solo alla quantità potrà rappresentare una delusione ma per coloro che apprezzano il buon vino sarà sicuramente il benvenuto!

Vigneti innevati a Mendoza

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di Valentina Niccolai

Premio “Casato Prime Donne” 2009

la dignità e il genio femminile di Ilaria Capua premiati da Donatella Cinelli Colombini

N

ell'anno in cui la femminilità è stata bistrattata dallo stesso panorama politico, a Montalcino Donatella Cinelli Colombini attribuisce con orgoglio e generosità il Premio Casato Prime Donne ad una bella e brava ricercatrice italiana. Ilaria Capua è una delle cinque Revolutionary Minds del mondo balzata alla ribalta internazionale per l'identificazione del codice genetico del virus dell'aviaria e più recentemente dell'A/H1N1 responsabile dell'influenza dei suini, ma soprattutto per aver rotto gli schemi sull'accessibilità dei dati scientifici in favore di un più rapido intervento sulla salute pubblica. Significativo il ringraziamento della Capua: «Grazie di esservi accorti di noi, è la prima volta che ricevo un Premio così prestigioso in Italia» « Donne, madri, figlie, compagne, mogli, sorelle, schiacciate dal peso delle aspettative che vi accompagnano dal

primo respiro, non vi lasciate intimorire, c'è spazio per altro, per conquistare l'universo, ognuna a modo suo, salite, discese, ombra, sole, pioggia, vento, freddo, gioia e dolore, come solo le donne sanno provare. Osate.» Il Premio "Casato Prime Donne" 2009, è stato dedicato alla scrittrice e giornalista Ilda Bartoloni scomparsa prematuramente lo scorso aprile. A lei si deve la trasformazione del premio in uno strumento di valorizzazione delle donne e soprattutto delle donne che operano in agricoltura. In occasione della premiazione le è stata intitolata una sala della cantina Casato Prime Donne in cui sono esposte, in modo permanente, le foto d'autore che hanno vinto la sezione fotografica del premio dal 1999 a oggi. Una sbalorditiva sequenza di 10 immagini dei territori dei vini Brunello e Orcia che racconta anche l'evoluzione culturale della foto di paesaggio dall'estetismo degli anni Novanta al post modern di oggi. Il 2009 segna un grande avvicendamento nella giuria del Premio "Casato Prime Donne". Sono rimaste la presidente Francesca Colombini Cinelli donna del vino e scrittrice, l'Onorevole ed ex Ministro Rosy Bindi, e le giornaliste Anselma dell'Olio e Anna Pesenti rispettivamente esperte di cinema e enogastronomia. A loro si sono aggiunte la giornalista Stefania Rossini, Anna Scafuri giornalista Rai dell'economia e del

Casato Prime Donne

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Ilaria Capua e Donatella Cinelli Colombini settore agroalimentare e l'economista e manager Daniela Viglione. Donne autorevoli, competenti e generose che, in modo diverso, lavorano in favore dell'equità sociale e della pari opportunità fra i generi. Nel suo insieme la Giuria del Premio Casato Prime Donne costituisce un formidabile team di cervelli da cui il territorio montalcinese si aspetta contatti e idee, qualcosa di utile alla

progettazione del suo nuovo futuro. Ogni anno, in occasione del Premio le giurate giungono a Montalcino al tetro degli Astrusi, per l'evento che è diventato ormai un appuntamento di grande rilievo della vita culturale senese. È molto significativa la loro presenza nella campagna senese: una realtà rurale dove molte donne sono occupate nell'agricoltura, nelle strutture ricettive, nei servizi al turismo in generale. Solo chi vive in campagna, bellissima e povera insieme, può apprezzare l’importante ruolo sociale ed economico che produttrici quali Donatella Cinelli Colombini svolgono per la comunità in cui operano. Tra il Brunello e l'Orcia Doc, molte sono le donne, giovani e più mature, che vivono nelle fattorie del Casato e del Colle a Trequanda: in un periodo non certo facile a causa della crisi economica globale, vengono dei segnali positivi proprio dall'economia reale, quella agricola e al femminile.

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Aragosta all ’arancia...

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Prima di esibirsi nei migliori locali è tenuto a riposo per almeno 48 mesi. Sa stare al mondo e tutto il mondo lo apprezza. Notevole e pregiato se gustato da solo, è particolarmente apprezzato in compagnia. È il complice ideale di tutta una cena e si esalta con le proposte più insolite e raffinate. Tutto il menù ha un perfetto alleato, anzi due: Altemasi Riserva Graal e Altemasi Brut Millesimato. Un piacere dalla A alla Z. Alt masi Graal Alt masi Mill simato. Piac r a tutto pasto.

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diVinando S

i sono tenute contemporaneamente in

Il miglior risultato assoluto è stato quello di

tre zone diverse della penisola domenica

Montecarlo con 37 punti, seguito da Roma con

27 settembre le gare eliminatorie del

31 punti e Firenze con 29. Seguono poi Bareggio

Trofeo Divinando, concorso enologico a squadre riservato a sommelier e degustatori Fisar. Le preselezioni si sono tenute a Brescia per le delegazioni Fisar di Bareggio, Piacenza e Treviso; a Bettolle per le delegazioni Fisar di Livorno, Montecarlo, Firenze, Jesi e Roma; a Catania per le delegazioni di Catania, Messina e Ragusa. Da questa rosa di concorrenti sono uscite le 6 squadre finaliste che domenica 22 novembre si contenderanno l’ambito trofeo nella splendida cornice della Cantina della Carpenè Malvolti che,

30

di Vinando

Nella storica cantina di Carpenè Malvolti la finalissima del Trofeo

con 24 e Treviso con 15.

Tutti i concorrenti delle eliminatorie hanno

brindato al successo delle squadre qualificate

con il Prosecco Carpenè Malvolti nel pranzo che

è seguito alla gara, mentre ai componenti delle squadre vincitrici a Bettolle e Brescia è stata

consegnata una Magnum de l’Arte Spumantistica” sempre offerta da Carpenè Malvolti.

Ci sarà dunque ancora un week end all’insegna delle note inebrianti del prosecco, in terra di

Conegliano,

in

concomitanza

domenica con

la

22

novembre,

finalissima

della

per il secondo anno consecutivo, ospiterà la finale.

seconda

A staccare immediatamente il biglietto per la finale

La fase finale si svolgerà in Taverna Carpené,

di Treviso, sono la prima classificata della gara di

rinnovato spazio dedicato alla storia dell’azienda

Brescia, ovvero Bareggio, le prime due di Bettolle

in cui è sorta la prima sezione del Museo Carpené

ovvero Montecarlo e Roma, e la prima classificata

nel quale sono esposti gli “strumenti” del mestiere

della gara di Catania, ovvero Messina. Le squadre

e vecchie bottiglie di grande pregio, intervallata

non classificate sono state riunite in una classifica

con una visita alla cantina guidata da Antonio

unica e le prime due della classifica accorpata,

Spinazzè, prima del round decisivo nel quale i

che sono Firenze e Treviso, accederanno alla

migliori si confronteranno in una battaglia all’ultimo

finale assieme alle altre 4 squadre già selezionate.

bicchiere.

edizione

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6

del

Trofeo

Divinando.


A LOANO LA FISAR IN GRANDE SPOLVERO!

L’

Assemblea Nazionale del 16 ottobre ha segnato un grande momento associativo. Loano ha accolto con entusiasmo i Fisariani provenienti da tutta Italia che per tre giorni hanno avuto la possibilità di scambiarsi idee ed opinioni, hanno votato ed eletto il nuovo Consiglio Nazionale, che rimarrà in carica sino al 2012, senza farsi mancare svago e divertimento, cultura e voglia di imparare sempre cose nuove. Un successo annunciato che è stato reso possibile dall’impegno di tante persone, alle quali vogliamo inviare i nostri più sentiti ringraziamenti:

La cena di Gala

tavola Eleganza a

• Agli Enti patrocinanti: la Provincia di Savona, il Comune di Borgio Verezzi, la Camera di Commercio di Savona, la Fondazione A. De Mari – Ca.Ri.Sa.; • Alle Aziende che si sono impegnate per la fornitura dei propri prodotti: Rastal (calici), Lurisia (acqua), Victor Promotion (omaggistica), Creuza de Ma’ (tipicità liguri); • All’azienda vitivinicola La Scolca per il beneaugurante brindisi

A tavola

tutti o per

Anna

ris n sor ano, u e l l a G

• Ai produttori di vini della Provincia di Savona; Fiori dal Pres idente per Chiara S oldati

• Ai produttori di vini della Provincia di Imperia; • Ai Fratelli Carli di Imperia e i Responsabili per le Grotte di Borgio Verezzi; • Ai Soci Sommelier che si sono prestati per il servizio dei vini e quelli che hanno curato l’organizzazione delle escursioni.

Le targhe cons egnate a tutte le Deleg azioni

• Ai Soci che si sono adoperati affinchè tutte le operazioni burocratiche ed amministrative dell’assemblea si svolgessero nel migliore dei modi, come poi è avvenuto. • Allo staff di LOANO 2 VILLAGE per la cortesia e la disponibilità

nsiglio Il nuovo co si dei soci au pl ap i gl e ricev

il Buffet

• A Ivano Brunengo ed Anselmo Nardo e attraverso loro alle Delegazioni FISAR di Imperia e Savona • Ed infine, ma non ultimi, un ringraziamento particolare ad Anna e Pietro Galleano per la simpatia, la disponibilità e l’instancabile impegno profuso. Le foto dell'Assemblea Nazionale sono state fornite dal fotografo Elezi Ervis di Alassio

Coro di San Piet ro di Andora


Cartoline... Prima mattina a Imper ia

o Arrivo a Loan

I nuovi calici ufficiali FISAR in collaborazione con RASTAL

Il Seggio n° 2

o riceve zione Trevis rande Delega ag numerosa as à G pi io e av Fl zion per la delega ue iq rr Ba il premio

Mario Del De bbio scherz a con Nicola Masiello

La platea dei soci

Il Seg gio n° 1

I Sommelier pr ima del servizio

ci Accredito dei so

Le divise ufficial i

Il Museo dell'Olivo a Imperia

Degustazione dei vini Liguri

La Commissione di verifica

La platea dei so ci

Graziella Cescon premia la Delegazione di Pordenone per il maggior incremento di soci


...da Loano ll'Assemblea Il Presidente de

Roberto Frati

Il Pigato nei calici RASTAL Luca Canapicchi al riconoscimento

Esecutiva La Giunta uri riceve Tonino P to n d'Argen il Tastevi

La Commission e di verifica

Luciano Alessa ndri decano dei ristoratori di Albenga ricev e il Tastevin di Sommelier O norario

ato etto nomin riele Bosc ab ne o G zi re o o m at Il Sen er la pro sco Onorario p ea r ie rm el O m m ne o S azio lla Denomin e tutela de

Il palco

L'omaggio della FISA R a Giorgio Soldati

di Gala rdaci alla cena Il Presidente Ca

Nicola Masiello e Pietro Gallean o

Masiello premia Tonino Puri

llo Ennio Petove Pordenone di e on zi ga Dele soci r incremento Premio maggio

Ivano Brunengo Delegazione di Im peria saluta i partec ipanti all'Assem blea


I nostri Sommelier alla presentazione “Guida Espresso 2010”

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I nostri assaggi di Marzio Berrugi

Mascarello Giuseppe e Figlio

legno-18- inferiori a quelli in bottiglia-24- : rapido

Barolo Cà d’ Morisso 2001

conteggio ci fa concludere per recentissima

Viene dichiarato lungo affinamento con 45 mesi

uscita e per rimandare ai prossimi anni le prime

di rovere di slavonia e 26 di bottiglia. Da sola

valutazioni. Al naso si affollano ricchezza alcolica

varietà Michet. Tanta accuratezza lenisce il

insieme a fiori –rose rosse-, frutta – prugna e

bruciore del costo (ha fatto piangere Gaja n.d.a)

mora – netto erbaceo e ricordo di peperone:l a

Il colore leggero e granato, il bicchiere ricco di

dolcezza della percezione ribadisce che siamo

tratti alcolici e di pigra e lenta sapidità ti fan capire

ancora lontani da maturità e terziari. L’imponente

di essere in presenza di un Barolo d’autore. Nel

struttura è tenuta insieme da buon alcol acidità

naso si srotola la solida ricchezza dei grandissimi

e tannini,mentre l’elevata sapidità dona lunghe

Barolo: china, cannella, macero di rosa rossa

prolungate sensazioni vellutate. Da seguirne

cotto di frutta, rovere elegante e note balsamiche

l’evoluzione di anno in anno.

abbondanti. In bocca ti sorprende l’acidità netta ed i tannini austeri ben bilancianti la vellutata morbidezza. Note balsamiche che ritornano nel lungo retrobocca. Lo immagino rincorrersi sulle pareti di cristallo di un ballon, in tavola un piattino di scaglie di “grana” di capra molto stagionato.

Tenuta Fontodi – Flaccianello 2006 Colore ricco intenso e giovane. Percepibile ricchezza alcolica e legno con il sangiovese che suggerisce più mora che ciliegia. Vaniglia netta che avverte che siamo all’inizio di un bel percorso. In bocca stessa sensazione con legno e vaniglia ancora da addomesticare, ma la grande e ricca

Nervi - Gattinara 2003 Granato insolito, non intenso con leggere sfumature arancio. Naso fiorito con prevalenza di rosa rossa poi abbondanti legni odorosi,

struttura reggerà benissimo l’attesa. Tenuta dell’Ornellaia - Masseto 2006

sottobosco in confettura, spezie con evidenza di

Colore profondo, ma non cupo. Naso ricco che

cannella e china. Tannino deciso, ma piacevole,

svela il merlot, lievi sentori di erba gia secca come

acidità equilibrata, note alcoliche mai aggressive

sembra anche la frutta, speziatura piacevole di

sapidità leggera in un corpo non eccelso.

pepe il tutto in legno elegante forse non nuovo.

Piacevole fin di bocca velato di balsamico.

Corpo ampio e ricco, netto il tannino fitto ed

Podere il Carnasciale - Il Caberlot 2006

armonioso, velluto spesso da grande merlot ed

È un vitigno dalla storia singolare e lunga, non un

alcol pieno e caldo. Centro bocca lunghissimo

taglio dei due bordolesi anche se ricorda ora l’uno

e fresco per acidità netta, quasi insolita. Finale

ora l’altro. Maestoso l’affinamento con i mesi in

asciutto ed assai persistente.

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Quintarelli Giuseppe

l’acidità, bel corpo, lungo in bocca con sapidità

Amarone della Valpolicella Classico 2000

ben integrata con l’alcol, morbido e piacevole.

Esercizio di stile molto bello e riuscito. Ampio

Asciutto e di buona persistenza il finale.

il naso con ricchezza di terziari: legno, frutto rosso piacevolmente cotto, leggera percezione

Terre del Sillabo

resinosa e fieno asciutto e profumato. In bocca

Gana Sauvignon blanc 2007

grande equilibrio con tannino morbido con acidità

Netta l’impronta digitale del vitigno: frutta tropicale

netta e lunga che taglia senz’altro gli abbandoni

con foglia di fico e salvia, buoni gli spunti

morbidi che infestano questo vino. Solo nel

minerali. Piacevolissima la bocca che conferma

finale si avverte l’alcol perché l’elevata sapidità lo avvolge armoniosa, nonostante l’alta gradazione. In retrobocca caffè liquirizia e fine mentolato. Pressochè perfetto.

pienamente l’olfatto. Ricco di alcol, avvolto da fresca acidità che sostiene la struttura impedendo grassi abbandoni contribuendo ad una lunga persistenza.

Produttori del Barbaresco Barbaresco Riserva Vigneti in Pajè 2004 Rosso elegante che sta evolvendo al granato.

Castell’in Villa Chianti Classico Riserva 2001

Evidenti spezie, china e cannella, frutta in

Colore maturo, intatto con piacevoli note aranciate.

sciroppo

legno

Legno che avvolge terziari nitidi e ricchi – cotto

giusto e piacevole presagio amarognolo che

di frutta rossa, ciliegia nera e discreta speziatura

bilancia i toni morbidi. Bocca assai elegante – è

con piacevole percezione amaricante. Sorprende

Barbaresco – seppur non ricca di sapidità, ottimo

la pienezza del corpo e la notevole morbidezza

l’equilibrio. Retrobocca assai piacevole con finale

che acidità e tannini, seppur maturi, riescono a

asciutto e gentile in fodera amarognola. Lunga la

contenere ed equilibrare. Fin di bocca lungo con

persistenza.

percezione calda che si dissolve nel tono secco

dal vino. Piacevole happy hour casalingo con

Negro Angelo e Figli

pane grigio e frutta secca.

dominata

dal

sottobosco,

Roero Arneis 7 anni 2001 Impressiona la densità del liquido per ricchezza alcolica ed estratti. Naso ricco ed complesso: percezioni

minerali,

agrumi

verdi

canditi

abbondanti, albicocca essiccata, frutta secca – nocciola – e note balsamiche. Caldo e strutturato in bocca con acidità ancora valida che insieme al minerale impedisce alla morbidezza di diventare stucchevole. Però finisce prima di quanto la ricchezza visiva ed olfattiva farebbe supporre.

36

Salvioni - Brunello di Montalcino 2004 Colore elegante nel suo piacevole granato, non profondo: l’ultimo decennio montalcinese ci aveva abituato ad altri spessori. Naso ricco che promette evoluzioni ora all’inizio con impronte piacevolmente asciutte di legno, spezie e frutta rossa in sciroppo: abbondante anche la percezione alcolica.In bocca quasi austero per

Affinamento mai aggressivo e soverchiante.

la buona presenza di tannini, acidità e sapidità

che avvolgono la pienezza vellutata e l’alcol.

Colli di Lapio - Fiano di Avellino 2008

Fin di bocca lungo gradevolmente amarognolo

Fruttato netto che evidenzia il melone, vegetale

di sangiovese. Salumi e formaggi d’alpeggio

in cui si avverte la foglia di fico ed arbusti verdi

stagionati meglio se di capra e cinghiale, ma non

odorosi. Un poco insistente l’alcol al naso. Fresca

in umido.

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®

È donna la miglior Sommelier FISAR 2009

Ufficio Stampa FISAR

le foto dell'Assemblea Nazionale sono state fornite dal fotografo Elezi Ervis di Alassio

Una prova senza macchie ha consegnato alla brava sommelier Sandoli Laura della Delegazione di Pavia l’ambito Trofeo Rastal che consacra il Miglior Sommelier dell’Anno FISAR

D

avanti al pubblico delle grandi occasioni, all’interno dell’Assemblea Nazionale Elettiva di Loano, Domenica 25 ottobre nella stupenda cornice della sala congressi dell’Hotel Village Loano2, si è svolto il concorso Nazionale Sommelier dell’Anno FISAR 2009, giunto alla sua 17° edizione. Il concorso prevedeva un percorso impegnativo con una prova di tecnica di servizio in brigata, una prova di servizio singola, una prova d’abbinamento cibi/vino con una postazione che simulava un tavolo di ristorante (che per l’occasione vedeva seduto al tavolo in qualità di “clienti” i nostri Nicola Masiello e Graziella Cescon) e il riconoscimento “alla cieca” di tre vini e un distillato. La giuria era composta da Fulgosi Paolo in rappresentanza della RASTAL, Virgilio Pronzati noto giornalista di settore, Luigi Mastrocicco responsabile nazionale dei servizi di sommelier e Alberto Giustarini responsabile il Centro Tecnico Nazionale FISAR. Il Presidente della Giuria era l’ottimo Tonino Puri.

38

La Campionessa Laura Sandoli

Prima classificata, come abbiamo detto, la sommelier Sandoli Laura della Delegazione di Pavia.

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Gli otto finalisti al Concorso

Al secondo posto si è classificato il rappresentante della Delegazione di Savona Robutti Luca mentre al terzo posto il rappresentante della Delegazione di Livorno Canapicchi Luca. Hanno partecipato in qualità di finalisti i sommelier Santo Giuseppe, Bruggi Paolo, Gori Maria Pia, Zarinelli Marina e D’Alessandro Giovanni. Novità di quest’anno il nuovo sponsor della manifestazione che è l’importante azienda di bicchieri RASTAL.

“Per la Delegazione di Pavia – dichiara il delegato Roberto Pace – è la prova che la passione mista alla professionalità è la strada giusta per il conseguimento di questi importanti riconoscimenti. Il grazie alla nostra Laura che ci ha regalato una notte da sogno”.

La manifestazione è l’atto finale di un concorso che ha reso partecipi nelle selezioni tutte le regioni italiane. “Sono particolarmente emozionata – dichiara la vincitrice Sandoli Laura – di aver conseguito quest’importante successo che vede premiata nuovamente una donna. Dedico questa mia vittoria a tutte le donne della FISAR ”.

Laura Sandoli ed il Delegato di Pavia Roberto Pace

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6

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®

Ufficio Stampa FISAR

Al Wine Show un successo targato FISAR

“ W ine S h ow 2 0 0 9

Momenti di vino, degustazioni e cultura al Wine Show di Torino (24-26 ottobre 2009) presso il prestigioso Centro congressi Lingotto Fiere

40

L

a FISAR si è resa protagonista d’importanti momenti

verticale di Taurasi con Mastroberardino.

che coniugavano la cultura, la formazione e la

I nostri minicorsi hanno visto il pubblico delle grandi occasioni.

degustazione.

I nostri sommelier si sono resi protagonisti anche nelle

Uniche ed indimenticabili le degustazione dei vini brasiliani

degustazioni istituzionali di Slow Food e al banco dei buyers

inviati dall’Istituto Brasileiro do Vinho, la celebrazione dei

provenienti dall’Asia, dagli Stati Uniti e dall’India.

90 anni dell’azienda La Scolca con una verticale di Gavi, i

Il nostro stand è stato il punto di riferimenti di sommelier,

vini dell’Etna con l’azienda Barone Villagrande e la superba

operatori, giornalisti, enoappassionai ed enocuriosi.

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mini corsi di

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Degustazione

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A Trento

Stappa la passione di Cesarini Sforza Tridentum. In lui batte il Metodo Classico Trento D.O.C. Il suo bouquet esclusivo ti trasporterà in Trentino, tra i 350 e i 650 metri di altitudine dei vigneti di Chardonnay e di Pinot Nero della Valle di Cembra, da cui provengono le sue uve. E il tuo cuore sarà conquistato dal suo bouquet raffinato, fresco, autentico, dal suo gusto così elegante.

la Passione si stappa.


di Francesco Oriolo

Quelli che… è un mangiare da ospedale

Riprendiamo a parlare dei luoghi “non tradizionali” dove siamo molte volte costretti a mangiare

N

ella prima tappa del nostro viaggio sulle abitudini alimentari degli italiani fuori casa abbiamo parlato di ristorazione collettiva nelle grandi aziende, sottolineando l’evoluzione che ha caratterizzato questo settore negli ultimi lustri ed enfatizzando il passaggio da luoghi in cui ci si nutre e basta ad ambienti di una certa gradevolezza in cui si mangia con gusto e possibilità di scelta. Infatti chi scrive queste piccole note non lo fa come nutrizionista o come sociologo, nobili attività per cui non avrebbe titolo minimo, ma come buongustaio attento al costume alimentare e partigiano di un cibo semplice, gustoso e se possibile in linea con il patrimonio immenso che ci hanno lasciato secoli e secoli di pane, fame e … fantasia. Tornando alla ristorazione collettiva non si tratta di fenomeno che riguardi soltanto le aziende. È un business in crescita perché se da una parte sono in continuo aumento il numero dei pasti fuori casa dall’altra aumentano i casi di terziarizzazione del servizio, in base alla necessità di ridurre i costi e al sano principio per cui è giusto che ognuno faccia il lavoro che sa fare bene. Ci sono però buone

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pratiche che invece di terziarizzare, puntano sulla qualità e la personalizzazione, reinventando i processi e riorganizzando le cucine. Tra i nostri connazionali che consumano i pasti fuori casa ci sono i malati che, orrendo termine, sono ospedalizzati. Mia madre per sottolineare quanto un cibo fosse sciapo, incolore, inodore e per nulla invitante, era solita dire scuotendo la testa che era “un mangiare da ospedale”. In effetti con i suoi modi spicci colpiva nel segno. Ricordo ancora con pena il purè che mi venne somministrato da ragazzo per un ricovero di una settimana! Fortunatamente provvedeva la mamma, introducendo di nascosto, sugosi involtini di carne che oltre ad alleviare le mie sofferenze presto contribuirono a risollevare il morale dei miei compagni di stanza. La buona notizia è che anche negli ospedali si suona una musica nuova. Non si comprende infatti perché alle sofferenze della malattia si debbano aggiungere anche quelle indotte da un cibo che rispetta i parametri nutrizionali ma dimentica il sapore. Si calcola infatti che soprattutto gli anziani alla fine del periodo di degenza ospedaliera abbiano perso massa

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Autore di vini siciliani Solo Pellegrino ti garantisce la più completa gamma di vini siciliani di qualità. Bianchi, rossi, raffinati blend e autentici monovitigni. Vini Marsala DOC, vini dolci di Sicilia, Vini di Pantelleria DOC e Malvasia delle Lipari DOC. Per ogni pagina di Sicilia da scrivere, c’è un vino Duca di Castelmonte, Cantine Pellegrino o Hauner da poter abbinare. Per i tuoi clienti, per la tua cantina, per te.

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Dipinto di Giuseppe Recco

magra. Personalmente poi non ho mai compreso

ambientale. Certo questo ha significato in fase

il motivo per cui uno immobilizzato a letto con

iniziale un ridisegno dell’attività di cucina, con la

una gamba rotta debba mangiare più o meno le

supervisione di una esperta cuoca e gastronoma,

stesse cose di un altro ricoverato per problemi di

e sicuramente una maggiore fatica degli operatori

cuore o di stomaco. È una logica penitenziale e

ad adattarsi alle nuove procedure, ma la

da lazzaretto. L’Ospedale Cardinal Massaia di Asti

soddisfazione del risultato premia senza dubbio

è stato capofila nella sperimentazione di un’offerta alimentare

assolutamente

rivoluzionaria

e

alternativa nel panorama italiano. Per volontà della Direzione ospedaliera sono state rivoluzionate le cucine, sono ricomparse le patate vere da lavare e sbucciare per il purè al posto dei preparati già pronti, le carni utilizzate sono quelle di bovini

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lo sforzo effettuato. Diminuiscono gli sprechi e i pazienti possono scegliere tra menù personalizzati derivati dalla grande tradizione gastronomica monferrina. Tutti sono più contenti e si potrebbe addirittura aprire un ristorante “didattico” per insegnare a mangiare salubre e con gusto (è

piemontesi e di fassone, la frutta e le verdure

un’idea). Pare che l’esempio di Asti verrà seguito

non sono soltanto fresche ma provengono da

da altri nosocomi e se così sarà gli involtini che

produttori del territorio così come il latte e i prodotti

portava mia madre di straforo saranno soltanto

caseari. Accordi con le Associazioni di Produttori

un ricordo. A proposito, quegli stessi involtini li ho

permettono l’impiego di materie prime a km

ritrovati a pranzo in una bocciofila, ma questo ve

zero influendo positivamente anche sull’impatto

lo racconto la prossima volta. (Continua)

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V

isti daVicino

Vigne Mastrodomenico Da almeno cinque generazioni, la famiglia Mastrodomenico pratica la coltivazione della vite. Un’arte nobile, ricca di dedizione ed amore per ciò che la terra può darci. Ed è da cinque generazioni che i padri portano i propri figli su questi campi meravigliosi, dove l’uomo sposa la natura, l’accarezza e da essa si lascia accarezzare. Furono I LIKI, antico popolo di origine greca a dare inizio alla storia dell’Aglianico in Basilicata. Un vino potente, armonico, elegante, definito dagli esperti “Il Barolo del Sud”, che ha incantato i degustatori di tutto il mondo. LIKOS di Mastrodomenico nasce da uve Aglianico in purezza di altissima qualità, provenienti esclusivamente da vigneti di proprietà. È un vino di grande struttura, che grazie ai suoi potenti tannini si presta all’invecchiamento

a cura della redazione di

come pochi altri vini. Un vino da primi piatti con ragù agli stracotti e alle carni rosse allo spiedo. Il vigneto di circa 8ha si trova su una collina che sovrasta un paesaggio incantevole. I terreni di natura vulcanica ed un’attenta lavorazione fanno sì che ogni vendemmia possa garantire una qualità senza eguali, autentico fiore all'occhiello per la viticoltura nel Vùlture! La cantina è scavata nella roccia, creando così un habitat naturale per la lavorazione dell’Aglianico del Vùlture, come nella migliore delle tradizioni. VIGNE MASTRODOMENICO Viale Europa 5, 85022 BARILE (PZ) - ITALY Tel./Fax 0972.770108 www.vignemastrodomenico.com info@vignemastrodomenico.com

Quatremillemètres Vins d’Altitude

Quatremillemètres Vins d’Altitude scarl Via Corrado Gex, 52 - 11011 Arvier (AO) Tel. 0165 929805 - Fax 0165 929808 - www.4000metres.net

A dicembre 2007 presso il castello Generale Cantore di Aosta, sede della prestigiosa scuola militare alpina, è stato presentato un nuovo marchio sul panorama enologico valdostano: Quatremillemètres Vins d’Altitude. Espressione della sinergia tra tre storiche cantine valdostane: Coopérative de l’Enfer, Cave du Vin Blanc de Morgex et La Salle e Crotta di Vegneron, consociatesi per produrre vini spumanti realizzati con Metodo Classico, Italiano ed Ancestrale, con sede presso lo stabile della Co-Enfer ad Arvier. Non si tratta di una fusione delle tre cooperative ma di una joint venture volta a far crescere l’offerta commerciale al fine di individuare nuovi sbocchi di mercato. Con l’obiettivo di coordinare la produzione delle tre aziende, ridurre i costi di gestione sul lungo termine, integrare la commercializzazione evitando inutili concorrenze Quatremillemètres

ha come principale scopo il mantenimento della redditività dei 65 ettari coltivati sulle tre zone. L’orgoglio di una storia enologica antica, la consapevolezza e la responsabilità di gestire un patrimonio viticolo unico sul panorama enologico europeo per la sua bellezza e fragilità, ha spinto i presidenti delle tre cooperative a trovare una base comune di lavoro che verrà scritta e costruita nei prossimi anni non a caso ad Arvier. A marchio Quatremillemètres Vins d’Altitude vengono prodotti e commercializzati i seguenti vini spumanti: Fripon, Refrain, Ancestrale, Caronte, 4478, Cuvée des Guides; “bollicine” di montagna”, i cui vigneti crescono ad un’altitudine compresa tra i 650 metri s.l.m. e i 1225 metri s.l.m. L’ultimo nato “La Cuvée des Guides” è prodotto nella cantina presso il Rifugio Franco Monzino a 2590 m di quota in Val Veny.

La Cantina Sociale Ogliastra La Cantina Sociale Ogliastra con sede a Tortolì, prende il nome dall’omonima regione della Costa Orientale della Sardegna ai piedi del massiccio del Gennargentu, dove il vitigno Cannonau nel corso dei secoli, ha trovato il suo habitat ideale che oggi gli consente di poter esprimere al meglio le sue qualità. Il terreno, il clima, l’esposizione e la particolare lavorazione conferiscono al Cannonau d’Ogliastra le caratteristiche che la differenziano sostanzialmente dagli altri vini, rendendolo il “più sardo dei vini”, come viene definito dalla letteratura enologica. Oggi, grazie ad una costante attività di ricerca e alla razionalizzazione delle tecniche di lavorazione, la Cantina Sociale Ogliastra è in grado di produrre un’ampia gamma di vini, la cui qualità è stata da sempre riconosciuta a livello nazionale. Dal 2008 l’Azienda ha aderito al Consorzio di Tutela

del Cannonau di Sardegna per valorizzare e curare gli aspetti relativi alla tipicità di questo vitigno da secoli presente nel Nostro territorio. La Cooperativa opera nel settore vitivinicolo raccogliendo e trasformando il prodotto conferito dagli oltre 350 soci, proprietari dei vigneti nel territorio di vari comuni ogliastrini. La superficie totale dei vigneti di provenienza è di circa 400 ettari con una produzione media che supera i 20.000 ql. di uva. Le uve lavorate nella struttura e negli impianti di proprietà della cooperativa danno luogo ad una produzione di circa 1.500.000 litri di vino, commercializzato su tutto il territorio nazionale ed europeo. Cantina Sociale Ogliastra Soc. Coop. Agricola Via Baccasara, 36 08048 Tortolì (Og) Tel. 0782 623228 - Fax 0782 622546 cantinaogliastra@live.it

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Viticoltori Associati Vinchio Vaglio Serra cinquant’anni... e non sentirli!

a cura della redazione di Quality ADV

Lo scorso 27-28-29 Agosto si sono celebrati i cinquant’anni dalla fondazione della Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra

P

er l’occasione, i tradizionali festeggiamenti di fine estate che coinvolgono eventi in cantina e presso la riserva naturale della Val Sarmassa si sono arricchiti dell’unicità del prestigioso anniversario e dalla presenza di ben 70 importatori per celebrare l’evento parallelo “Vinchio Vaglio in the World”. “Il cinquantenario è un traguardo importante” - dice il presidente Lorenzo Giordano - “che rappresenta per noi però solo una tappa, sia pur molto importante, del lungo cammino intrapreso dalla cooperativa sulla strada della qualità e della conservazione e tutela del territorio”. Per non parlare del ruolo nevralgico nelle attività economiche locali: “Grazie ai Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio, molti giovani hanno

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potuto lavorare rimanendo sul territorio. Ad oggi il 70% della produzione di uva viene da viticoltori giovani, circa una quarantina di soci totali”. La storia delle Cantine Sociali ha cambiato il volto della produzione vitivinicola del paese. “Prima erano i compratori a regolare i prezzi, in condizioni quasi sempre sfavorevoli per i produttori” racconta Giuliano Noè - “Ci si cominciò ad associare per riuscire a prolungare le trattative e avere maggiore forza contrattuale, una scelta che diede presto risultati”. Così due paesi vicini ma storicamente rivali come Vaglio Serra e Vinchio accettarono di riunirsi in cooperativa; e tra i soci appartenenti alle due comunità (a cui si aggiunge un “terzo incomodo”, ovvero la frazione vinchiese di Noche) rimase per anni una certa diffidenza, mitigata via via dagli eccellenti risultati ottenuti grazie allo sforzo comune. L’enologo Noè fu a lungo in prima fila, a fianco dello storico presidente vagliese Giancarlo Cellino, nel proporre e perseguire scelte apparentemente impopolari ma che avrebbero fatto la differenza, su tutte la volontà di selezionare i filari per creare un vino di eccellenza. La Vinchio Vaglio Serra produce oggi ogni anno 30.000 ettolitri di vino, che diventano 1.450.000 bottiglie vendute in Italia e all’estero e 110.000 “bag-in-box”. Sono 180 i soci complessivi, e le tipologie di vini più venduti in

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Italia ed all’estero sono il Barbera d’Asti Doc “Sorì dei Mori”, il Barbera d’Asti Doc Superiore “I Tre Vescovi”, il Moscato “Valamasca” ed il Brachetto “Nivasco”. Durante i festeggiamenti di fine agosto è stata inaugurata la nuova e modernissima linea di imbottigliamento, ma soprattutto sono stati accolti i partner stranieri da 22 paesi nel mondo, dagli USA al Canada, dall’ Europa all’ Asia, coordinati dal direttore Ernestino Laiolo e dal responsabile estero Emiliano Morando. Dopo la cena inaugurale di venerdì 28 agosto, le celebrazioni dedicate ai partner stranieri sono continuate il sabato 29 per tutta la giornata con il tour dei vigneti in elicottero, visita alle cantine ed in contemporanea le degustazioni in vigneto presiedute da Giuliano Noè. Le celebrazioni dei cinquant’anni della Cantina si sono concluse domenica 30 Agosto con l’inaugurazione della nuova linea di imbottigliamento e con la grande atmosfera conviviale del pranzo del Cinquantenario.

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le notizie di enogastronomia e turismo

“Borgogno, RIAPRONO COM’ERANO”

Le storiche cantine Borgogno sono state riaperte l’11 settembre scorso… nel segno della continuità: “Le cantine” - ci spiega Oscar Farinetti - “sono e saranno… come erano. Sarebbe stato assurdo cambiare lo stile che sette generazioni delle famiglie Borgogno e Boschis hanno creato a partire dal 1761; uno stile insieme unico e tradizionale che si esprime nel modo di coltivare la terra, di fare il vino e di proporlo”. Perché unico e tradizionale? “Perché Liste, Cannubi, Cannubi San Lorenzo, San Pietro Delle Viole e Fossati sono riconosciuti tra i migliori cru di Barolo. Perché da sempre è evitato l’utilizzo di diserbanti e concimi chimici e in cantina tutte le operazioni sono mirate a non rovinare il frutto della terra facendo riposare il vino esclusivamente all’interno di botti medie e grandi in rovere di Slovenia e rovere francese, con tempi di affinamento e invecchiamento smisuratamente più lunghi della norma e almeno metà della produzione delle grandi annate programmaticamente “dimenticata” per oltre vent’anni. Alla fine del 2007 l’azienda di Giacomo Borgogno e Figli è stata acquistata dalla nostra famiglia; ora le due generazioni dei Farinetti si sommano alle sette generazioni della famiglia fondatrice con un compito ben preciso, che può sembrare semplice ma in realtà è complesso: NON CAMBIARE NIENTE. Anzi, recuperare dal passato metodi ancora più ancestrali, usi ancora più autentici, da consegnare intatti al futuro”. Novità, quindi, ma nel solco della tradizione: restauro conservativo che ha riportato l’edificio della cantina al suo originario aspetto ottocentesco; mantenimento in vigneto delle tradizionali tecniche di coltivazione e vinificazione senza incrementi del terreno vitato e con vini ottenuti esclusivamente da uve di proprietà; totale autonomia produttiva, amministrativa e gestionale rispetto alle altre cantine del gruppo Eataly; restyling dell’etichetta storica, in linea con la classica immagine Borgogno e nuova linea di etichette “Le Teorie”, a tiratura limitata, incominciando dal Barolo 2004. E proprio dal Barolo 2004 si è partiti nella verticale d’inaugurazione, seguito dalle annate 1998, 1982, 1978, 1967 e dall’incredibile 1961. Un vino che ha stupito i presenti per l’integrità del colore, la ricchezza dei profumi, l’incredibile freschezza e la morbidezza degli eleganti tannini, confermando quello che è oramai diventato il “claim” della storica cantina: “Il nostro miglior alleato è il Tempo!” Giacomo Borgogno e Figli - www.borgogno-wine.com

Cantine Intesa: il “Progetto Qualità” compie dieci anni Passione, creatività, impegno: sono questi gli impulsi che da dieci anni animano il “Progetto Qualità” di Cantine Intesa. Il percorso di valorizzazione dei vitigni autoctoni, unito all’interpretazione delle varietà internazionali sposate al territorio, è iniziato nel 1999 cercando di dare vita ad un progetto finalizzato alla produzione di vini di alto profilo, destinati esclusivamente al settore HO.RE. CA. Settanta ettari di vigneto a forte vocazione, 35 viticoltori del territorio collinare faentino, una cantina, situata nel cuore della zona di produzione. Un bilancio positivo per questi primi di anni di “Progetto Qualità”. Attraverso l’assoluto rispetto di un rigoroso disciplinare di produzione è stato possibile raggiungere grandi risultati, confermati dagli importanti riconoscimenti conseguiti a livello nazionale ed internazionale. I risultati: due linee di vini, le selezioni “I Calanchi” e i vini di annata “Poderi delle Rose”, una gamma di tre grappe monovitigno e, da ultimo, l’olio extravergine d’oliva. Un’offerta completa per ristoranti, enoteche e wine-bar. Intesa Soc Coop. Agricola - www.cantineintesa.it

CHIUSURA IN CRESCITA DELLA DOUJA D’OR DEI RECORD Si conferma il trend positivo dell’edizione 2009 della Douja d’Or che ad Asti dall’11 al 20 settembre ha superato tutti i precedenti record. Le bottiglie di vino acquistate a Palazzo del Collegio risultano oltre 20.000 con un aumento del 20% sul 2008 con un picco registrato domenica 13 settembre con 3.715 bottiglie, ben 500 in più rispetto alla stessa giornata del 2008. Il primato delle vendite appartiene alla Barbera, seguita da Malvasia, Arneis, Ruchè e Traminer Aromatico. Le degustazioni nei tre Palazzi hanno toccato quota 30.000 registrando un incremento di oltre 15% sulla precedente edizione. I vini più degustati sono stati i Grandi Rossi con particolare riguardo per la Barbera, molto apprezzati anche i Passiti e i “Bianchi aromatici dell’Alto Adige”. Confermato l’interesse per l’Asti d.o.c.g. a Palazzo Alfieri, accompagnato ogni sera da sfiziose golosità. Da segnalare il successo


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le notizie di enogastronomia e turismo

fuori da ogni previsione della Douja della Barbera a Palazzo Ottolenghi dove per far fronte al grandissimo afflusso si è dovuto ricorrere al “salvacode”. Tutto esaurito anche quest’anno per i brindisi sulla torre Troyana, i Piatti d’Autore, le Serate di Assaggio, le degustazioni delle Camere di Commercio e delle Associazioni di categoria e notevolmente incrementati i piattini di prodotti tipici in degustazioni negli stand delle associazioni. Interamente distribuiti i 10.000 etilometri che hanno suscitato particolare curiosità tra i visitatori della Douja d’Or, così come i momenti informativi curati dai Farmacisti Astigiani nel loro stand. Bilancio positivo anche per le Mostre di Palazzo Ottolenghi e del Museo di Sant’Anastasio. “Ciò che è importante rilevare – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Mario Sacco – è che non solo la Douja d’Or è in crescita, ma che è in crescita anche il suo pubblico perché mai come quest’anno al bancone di degustazione ci sono state richieste specifiche e precise di tipologie e di etichette. Questo dimostra che abbiamo un pubblico colto e preparato, che si è avvicinato alla Douja per “bere bene”. “Sono molto soddisfatto – aggiunge il Presidente Sacco – che queste osservazioni siano riferibili ai giovani che costituiscono quasi l’80% dei frequentatori. La Douja d’Or 2009 conferma il nostro obiettivo: fare un percorso di qualità, qualità dell’offerta e qualità della richiesta”. Camera di Commercio di Asti - www.at.camcom.it

APPLAUSI A SCENA APERTA PER L’VIII EDIZIONE DE ‘Il Teatro in Distilleria’ Il Monferrato in festa tra cultura, grappa e spettacolo. Ha fatto registrare ancora una volta il pieno di pubblico il Teatro in Distilleria di Mazzetti d’Altavilla, giunto quest’anno alla ottava edizione. Due serate all’insegna del sold out hanno sancito l’ennesimo successo per la rassegna ideata e pensata dalla storica azienda del Monferrato Casalese. “Il Teatro in Distilleria” - afferma Claudia Mazzetti, responsabile marketing e comunicazione di Mazzetti d’Altavilla, nonché Presidente dell’Associazione Donne della Grappa – “ha confermato ancora una volta la sua formula vincente. L’idea di fare della distilleria un palcoscenico, nata otto anni fa per riaffermare il nostro profondo legame con il territorio, con le colline e gli splendidi paesaggi del Monferrato, rappresenta per Mazzetti d’Altavilla una sorta di tributo alla terra che tanto amiamo Una formula di promozione territoriale e turistica che è stata apprezzata e condivisa appieno e all’unanimità delle tantissime autorità presenti alla serata inaugurale, che hanno pronunciato in pubblico parole di elogio per la nostra attività,

spronandoci a continuare, migliorandoci ancora!”. Tra gli alambicchi, nell’imminenza del sacro rito della distillazione, lo spettacolo Asinaria - Tutti Asini per Amore di Tito Maccio Plauto con la partecipazione straordinaria della bellissima Debora Caprioglio e con la regia di Beppe Arena. Una apprezzatissima musica jazz e lounge ha accompagnato i momenti dell’aperitivo e della cena seguita alla rappresentazione durante i quali ampio spazio hanno trovato i prodotti Mazzetti d’Altavilla, dalle grappe agli zuccherini, alla frutta al liquore: “Sono soprattutto i giovani e le donne che mostrano sempre più di apprezzare la versatilità della grappa di pregio, ideale da consumare in purezza, ma anche come ingrediente principe di cocktail e drink glamour, come il MOSQUITO, ovvero il mojto all’italiana dove il rhum è sostituito dalla grappa di Moscato” spiega Caterina Lasagna, Bar Lady A.I.B.E.S. che collabora a stretto fianco di Mazzetti d’Altavilla. Mazzetti d’Altavilla S.r.l. - www.mazzetti.it

NUOVA CONFEZIONE PER IL CARDENAL MENDOZA NON PLUS ULTRA Si riveste di una nuova confezione, di straordinaria bellezza, il Cardenal Mendoza Non Plus Ultra, il Brandy più invecchiato e più prestigioso della spagnola Sánchez Romate. Per tener fede al suo nome, il Cardenal Mendoza Non Plus Ultra si presenta oggi in una lussuosa cassetta singola in legno nero, impreziosita da sovrimpressioni in argento. All’interno della cassetta, un’ampolla da 50 cl. contenente il rarissimo Brandy, un piccolo imbuto in cristallo e un decanter inglese, dal design unico, realizzato dai celebri maestri artigiani di Norfolk. L’acquirente della confezione – o il destinatario del regalo, nel caso che la confezione venga donata – potrà così “imbottigliare” da sé il prezioso Brandy nel decanter, rendendolo così ancora più personale ed esclusivo. Con i suoi 45 gradi alcolici, il Cardenal Mendoza Non Plus Ultra è il top di gamma della Sánchez Romate, la celebre Casa di Jerez de la Frontera produttrice dei migliori Brandy spagnoli della tipologia Solera Gran Reserva. Invecchiato a partire dal 1955 in botti che hanno precedentemente contenuto Sherry Oloroso e Pedro Ximenez, il Cardenal Mendoza Non Plus Ultra ha colore scuro, brillante e luminoso, profumo di eccellente rotondità, con sentori nobili e antichi, e gusto caldo e profondo, di grandissimo equilibrio e di infinita persistenza. A conferma del suo pregio straordinario, il Cardenal Mendoza Non Plus Ultra viene prodotto soltanto in 800 confezioni annuali singole, destinate agli estimatori di tutto il mondo. Fratelli Rinaldi Importatori - www.rinaldi.biz


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LOAZZOLO – LA PIÙ PICCOLA DOC D’ITALIA

Uno dei pochi vini che prende nome dal paese di provenienza, il Loazzolo, è anche la più piccola doc d’Italia. Il paese, situato a 430 metri s.l.m., deve il suo nome alle antiche, feroci scorribande di lupi affamati - deriva infatti dal latino Lupatiolum “luogo dove scorazzano i lupi” - e la sua fortuna a 8 tenaci produttori che, in condizioni impervie di coltivazione, ricavano da soli 5 ettari di vigne a moscato bianco questo nettare dorato, raro e delizioso da uve vendemmiate tardivamente, stese ad appassire su graticci di canne per ottenere una buona gradazione zuccherina e attaccate da muffa nobile, la preziosa botrytis cinerea. La pressatura soffice e l’affinamento per due anni, di cui almeno sei mesi in barriques, donano a questo italico “sauternes” colori e profumi incantevoli uniti ad un concerto di sapori che esplodono in bocca come in un crescendo rossiniano. Nato dalla perseveranza di Giancarlo Scaglione l’enologo/ proprietario di Forteto della Luja, il Loazzolo ha trovato il sostegno di altri “eroici” produttori, tra i quali Giovanni Satragno, presidente dei Produttori Moscato d’Asti Associati e Maria Teresa Isolabella che con il pluripremiato Solìo di Valdiserre raggiunge altissimi livelli qualitativi. Elegante, con note di frutta candita, albicocca, mela cotogna e fiori gialli appassiti, questo Loazzolo d.o.c. di Isolabella della Croce presenta grande equilibrio tra morbidezza e acidità. Caldo e rotondo, in bocca conferma la ricchezza di sentori con l’ulteriore esaltazione della frutta tropicale matura e di frutti canditi. Servito fresco, oltre al classico abbinamento con paste secche, è assolutamente emozionante accostato a formaggi delicatamente erborinati o con “foie gras” di cui ne stempera la grassezza, ma è oltremodo raffinato se gustato da solo, come meritato premio al termine di una fastosa cena. BORGO ISOLABELLA S.S. - www.borgoisolabella.com

NUOVO LOOK PER LO SPUMANTE BRUT SEBASTIAN ROSÈ Da alcuni giorni troneggia nello showroom dell’Azienda Agricola Provenza (Desenzano del Garda) lo Spumante Brut Sebastian Rosè con la sua nuova veste: una elegante bottiglia conica trasparente che lascia vedere il vino spumante in quel colore rosè chiaro che invita subito a farsi bere. E poi l’etichetta, molto bella e raffinata che da quel tocco di eleganza a tutto l’insieme. Fabio Contato, patron dell’Azienda Provenza, un vulcano di idee sempre pronto a cogliere le novità o ad anticiparle, dice:

“Il nuovo look esalta ulteriormente tutte le qualità organolettiche di questo Spumante Rosè che viene fatto al 60% con uve Groppello e il 40% con Marzemino. La vendemmia con criomacerazione delle uve a 4-5° centigradi per circa 24 ore, poi una vinificazione in bianco, con fermentazione a 13-14° per circa un mese e lasciato sulle fecce per poi essere fatto rifermentare in autoclave circa 2 mesi. Questo permette di ottenere un bouquet di profumi molto ampio, un vino rotondo e di buona struttura. Al palato risulta floreale, con aroma di frutti di bosco, amarena e lampone”. Lo Spumante Brut Sebastian Rosè con le sue bollicine che si inerpicano con piacere nel naso è perfetto come aperitivo e si accosta felicemente ai risotti, pesce, carni bianche e formaggi morbidi. Azienda Agricola Provenza www.provenzacantine.it

TRE BICCHIERI ALL’ “AQUILA REALE 2002” DI CESARINI SFORZA

L’Aquila Reale Riserva Millesimata 2002 TRENTO D.O.C. della Cesarini Sforza Spumanti di Trento ha conquistato i TRE BICCHIERI della Guida Vini d’Italia 2010 del Gambero Rosso. Riserva Aquila Reale Millesimato 2002, dal perlage unico e dal bouquet ricco di fascino, che solo le grandi riserve sanno esprimere, è ottenuta esclusivamente da uve Chardonnay, emblema del territorio trentino, provenienti interamente dall’antico Maso Sette Fontane in Valle di Cembra, un terreno a 500 metri s.l.m., esposto a ovest e vocato fin dal 1734 alla produzione di uve pregiate. “La vendemmia 2002”, commenta l’enologo Giorgia Brugnara, “si era fin da subito presentata eccellente dal punto di vista organolettico. Le basse rese produttive hanno permesso di ottenere un’uva fragrante, ricca di aromi varietali, con un’ottima struttura acidica, in grado di garantire un’elevata longevità a questa Riserva TRENTO DOC”. Aquila Reale si contraddistingue per la sua forte personalità, ricca di note minerali che si sposano perfettamente con i lieviti; il gusto pieno ed equilibrato esprime al meglio il territorio d’origine. L’ambito premio conferma il crescente successo degli spumanti Cesarini Sforza, che esprimono l’attento lavoro in vigna e in cantina, tanto da diventare vini emblematici per il Trentino e per l’Italia, coronando il percorso intrapreso dall’azienda nel 2001, anno d’inizio del nuovo corso imprenditoriale. Fratelli Rinaldi Importatori - www.rinaldi.biz


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le notizie di enogastronomia e turismo

il consiglio interprofessionale compie otto anni

Una storia breve, appena entrata nell’ottavo anno di età, e un obiettivo ambizioso e coraggioso: far conoscere il vino siciliano non approfittando soltanto del momento fortunato che la Sicilia sta vivendo dal punto di vista vitivinicolo, ma giocando sulle tante e diverse peculiarità che il terroir può offrire. Il traguardo è quello che vuole raggiungere il Consiglio Interprofessionale per i vini DOC ed IGT, nato nel 2001 nell’ambito delle iniziative promosse dalla Camera di Commercio di Agrigento per la valorizzazione e la promozione dei vini prodotti dal territorio con attribuzioni molto simili a quelle dei consorzi di tutela: protezione delle Doc e delle Igt sottoposte alla sua competenza, vigilanza sul rispetto dei disciplinari di produzione, coordinamento delle iniziative adottate dalle organizzazioni di categoria interessate alla produzione ed alla commercializzazione dei vini. A differenza dei consorzi estende la propria competenza ad un territorio più vasto, che ricomprende diverse denominazioni. “Quando penso alla Sicilia” – dice Marilena Barbera, produttrice e presidente del Consiglio interprofessionale dal 2006 – “non la considero un’Isola, ma un arcipelago, poliedrico e sfaccettato: le sue tante anime, affascinanti e seducenti, esprimono una forza che ha radici millenarie. Qui, la grande varietà di territori, di microclimi, di ambienti naturali genera mondi differenti fra loro. Confrontare un vino dell’Etna o delle Madonie con un vino che nasce a pochi passi dal mare è estremamente difficile, se non impossibile: utilizzare la stessa denominazione per indicare vini completamente diversi tra loro può diventare un elemento di confusione”. Consiglio Interprofessionale per i vini DOC e IGT Provincia di Agrigento - www.agrigentodoc.org

MONTALBERA AL WINE SHOW... Ruchè il successo nel DNA…

Questo è il titolo del convegno svoltosi domenica 25 ottobre a Torino durante la kermesse enologica WINE SHOW. Gran successo di pubblico e grande acclamazione per la “piccola” verticale del Ruchè LACCENTO annate 2006-2007-2008. Durante il convegno oltre ad aver dato contezza in merito ai risultati raggiunti con la conclusione della ricerca del DNA si è voluto sottolineare con la degustazione la “longevità” di un autoctono che il parlar popolare lo interpreta come vino da ber

giovane. Patron di casa il wine-maker Franco Morando che per l’occasione ha anche presentato la monografia da lui scritta sul vitigno Ruchè con prefazione del Giornalista economico Fabrizio Goria. Durante la manifestazione son state presentate con ottime risultanze in degustazione le due nuove referenze firmate Montalbera, LACCENTO PASSITO… di Ruchè e la GRAPPA DI RUCHE’. Società Agricola Montalbera S.r.l. - www.montalbera.it

A TORINO UNA DELLE PIù GRANDI DEGUSTAZIONI DI CHAMPAGNE DEL MONDO

La Reggia della Venaria Reale ha aperto le porte a oltre 600 professionisti del vino provenienti da tutta Italia per la Giornata Champagne 2009. 54 marchi e 3.000 bottiglie stappate per 156 cuvée in degustazione tra brut, millesimati e rosé. Un vero record per un evento che rappresenta la più grande degustazione di Champagne del mondo dopo quella organizzata a Londra sempre dal Comité Champagne. L’Italia, che è il terzo mercato all’export a valore e il quinto a volumi, con 9,4 milioni di bottiglie importate nel 2008, si posiziona tra i mercati di elezione per lo Champagne a livello mondiale. I gusti degli italiani si distinguono nel panorama mondiale del consumo di Champagne per la particolare domanda di bottiglie di pregio. I millesimati, vini ottenuti da uve di una sola vendemmia, rappresentano da soli il 7,2% delle importazioni. Le cuvée speciali, che costituiscono il top di gamma di ogni produttore, detengono il 6% del mercato italiano e infine gli Champagne rosé continuano la loro crescita sostenuta attestandosi nel 2008 al 5,7% del mercato. Nel 2008 sono stati importati in Italia oltre 454 marchi, segno dell’attenzione e della ricerca costante che gli italiani dedicano allo Champagne. E, a conferma di ciò, l’italiano Marco Anichini di Sinalunga (SI) si è aggiudicato il Premio Speciale del CIVC della quinta edizione Concorso Europeo “Ambasciatori dello Champagne” che si è svolto a Epernay dal 19 al 23 ottobre 2009. Il Centro Champagne rappresenta in Italia il Comité Champagne (CIVC) con sede a Epernay che riunisce tutte le maison e i viticoltori della Champagne. La missione fondamentale del Centro in Italia si focalizza sulla protezione e la promozione della denominazione Champagne sul mercato italiano. Centro Informazioni Champagne www.champagne.it - www.civc.fr


di Lorenzo Tablino

La pigiatura a piedi

Una leggenda dell’antica Grecia narra che il primo vino comparso sulla terra fu bevuto di nascosto da una schiava. In un’anfora era stata dimenticata dell’uva, con il tempo andò a male e fermentò; si formò praticamente del vino, che rese euforica la schiava per molti giorni

N

on venne dunque pigiata l’uva per il primo vino, gli acini andarono in disgregazione complice il tempo, ma presto l’uva fu schiacciata, con le mani e poi con i piedi. Nacque così millenni fa, la pigiatura manuale: un rito antichissimo, ripetuto sino a qualche anno fa a Barolo, nelle cantine “Pira” ove si pigiavano le uve nebbiolo con i piedi. Cosi mi ha raccontato anni fa Bartolo Mascarello: “Nelle nostre cantine negli anni quaranta riempivamo la tina con l’uva intera raccolta nei garosh sino a mezzo metro dalla cima, il classico avambraccio del cantiniere. I primi grappoli buttati nella tina si schiacciavano un po’ con le mani. Iniziava la fermentazione dl mosto, ma solo dopo 4- 5 giorni si pigiava l’uva intera. Ecco come si procedeva: venivano tre uomini da Barolo, arrivavano di sera e lavoravano gratis. Solo un piatto di tajarin e un pintone di Barolo. Molto graditi. I tre uomini salivano sull’uva, si muoveva un bastone che chiudeva un foro sul fondo inferiore della tina. In tal modo usciva il mosto (dovuto soprattutto allo schiacciameto statico dei grappoli al fondo della tina) che finiva in un mastello e poi con una pompa a mano si trasferiva in una botte.

54

Si pigiava l’uva intera pestandola con i piedi. Dopo un’ora si divideva idealmente la tina in due, si prendeva l’uva da una parte e si buttava in alto, dall’altra parte. Si pigiava stando in alto. Terminata l’operazione si prendeva l’uva rimasta in cima e la si buttava al fondo, si pigiava stando in fondo. Cosi per 2-3 volte. Ogni volta le bucce si schiacciavano bene per avere maggior colore. Alla fine se si lavorava bene restavano nella tina le parti solide dell’uva ovviamente bagnate. Due uomini salivano sulla tina. Si sedevano su un apposito attrezzo di legno. Il terzo buttava su la vinaccia che finiva in un setaccio a maglie larghe, passavano bucce e vinaccioli, ma non i raspi che si mettevano in una cesta e poi in un arbi. A questo punto il mosto spillato dal tino e messo provvisoriamente in botte tornava al tino. Iniziava la fermentazione “tumultuosa”. I vantaggi della pigiatura manuale: poesia, null’altro. Si deve evidenziare il fatto che si rispettavano le parti solide del grappolo, ma la presenza, nella maggior parte dei casi, dei raspi nel mosto, seppur integri, vanificava il tutto, era quindi un gravissimo limite. Ma sulla diraspatura i pareri,

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6



Festa dell'uva a Mazzè (To)

ancora ad inizio ‘900, erano molto controversi.

consolidata tradizione orale della bassa Langa,

Un classico testo di enologia, l’Ottavi, riporta

cosi ribadiscono con fermezza anziani enologi.

posizioni contrarie (Odart e Machal) e favorevoli

A mio avviso la cosa è da verificare e comunque

(Carpenè e Guyot).

il tutto va riportato alla tipologia di vino che si

Il vantaggio che davano i raspi in vinificazione era quello di donare più struttura e corpo al futuro vino, per questo motivo ancora oggi in alcune cantine l’uva pinot nero vinificata in rosso non si diraspa

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vuole ottenere. Di fatto oggi con le moderne sgranellatrici - dirapatrici costruite con materiali di gomma, i movimenti sono lenti e il lavoro soffice

oppure si ricorre ad una parziale diraspatura.

per il massimo rispetto dell’uva. Inoltre sono molto

Aggiungiamo che “Con la pigiatura manuale, quindi

versatili ed adattabili alle diverse caratteristiche

parziale, con acini ancora interi, si ottenevano

dei vari vitigni. La qualità del lavoro e quindi del

profumi più complessi e più fini”. Così vuole una

futuro vino sono garantiti.

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6


Dal Canavese: l’Erbaluce

di Luca Iacopini e Massimo Bracci

Dall’omonimo vitigno nasce un vino paragonato ad una lacrima degli dei

L

a scelta del vino che tratteremo in questo

ne è un chiaro esempio.

numero è nata da una curiosità quasi

Ma veniamo al nome del vino e dell’omonimo

emozionale. Una curiosità che il nome crea

vitigno: Erbaluce di Caluso. Questo vitigno

a un potenziale acquirente che si trova davanti ad

autoctono cresce principalmente sulle sponde

una bottiglia su uno scaffale insieme a tante altre:

dei laghi di Viverne e di Candia, ai piedi della

l’Erbaluce di Caluso.

Serra di Ivrea. È un vino storico per il Piemonte

Per chi non lo conosce il nome, senza dubbio,

infatti una leggenda racconta che il nome

induce a soffermarti un attimo, a riflettere sul perché

proviene da quello di una fata, una certa Albaluce

di questo nome; e ti vengono in mente sensazioni

che lo regalò agli abitanti di Viverone. Con ogni

eteree, di pace, di meditazione. Insomma già il nome Erbaluce ti invoglia a provarlo e semmai a verificare con il gusto quelle sensazioni che per un attimo hai provato con la mente. Ecco, questo è quello che abbiamo provato noi ma anche nostri amici a cui abbiamo prospettato la stessa identica situazione e che più o meno hanno espresso sensazioni simili. Tutto questo a sottolineare, come molte volte, per un pubblico non particolarmente esperto il nome può aiutare a decidere per una bottiglia e l’Erbaluce di Caluso

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6

Vigne di Erbaluce di Caluso

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La Sede dell'Enoteca Regionale di Caluso

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probabilità l’origine risale invece all’epoca Romana

che rappresenta la più diffusa, lo spumante e il

“Alba Lux”: luce dell’alba. Gli acini dell’Erbaluce

celebre passito.

assumono infatti una tonalità ambrata tendente

A

al rame se esposti ai raggi del sole. La zona di

freschezza, era una delle uve più utilizzate per la

produzione è L’Alto Piemonte e più precisamente

spumantizzazione in Piemonte, seconda solo al

il Canavese, comprendente il territorio, in tutto o

Moscato d’Asti; ancora oggi viene prodotto un

in parte, di una trentina di comuni in provincia di

ottimo spumante, caratterizzato da un alto livello

Torino, di tre comuni in provincia di Biella e uno in

di acidità e da fragranza aromatica sostenuta che

provincia di Vercelli. La zona non è molto ampia

viene riproposto con successo da molte aziende

e infatti i numeri parlano chiaro: circa 1.300.000

del territorio.

bottiglie prodotte per poco più di 110 ettari vitati

La doc nasce nel 1967 e fu la prima doc di tipologia

a Erbaluce. Dall’Erbaluce si ricavano tre tipologie

bianca per il Piemonte. A quei tempi si poteva

di vini, il bianco fermo o anche definito tranquillo

definire più un progetto di vino che piuttosto una

inizio

novecento,

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6

per

la

sua

notevole



acidità che a quei tempi non si riusciva a governare adeguatamente e un tale livello per uno spumante può andare anche bene ma per un vino secco un po’ meno. Infine non dimentichiamoci il fattore che in una regione come il Piemonte, dove i rossi padroneggiano, il bianco trova ben poco spazio. La tipologia più nota è certamente il “passito”, e di conseguenza la nostra attenzione si è focalizzata su questo vino. L’appassimento delle uve deve durare almeno fino al febbraio dell’anno successivo alla vendemmia, la denominazione di origine controllata “Erbaluce di Caluso” passito o “Caluso” passito può essere immessa al consumo solo dopo quattro anni di invecchiamento e può fregiarsi della menzione “riserva” solo dopo cinque anni di invecchiamento. È ammesso il taglio dei vini di diverse annate nel limite globale del 15%, e l’85% deve corrispondere all’annata dichiarata in etichetta. Abbiamo deciso di degustare il Caluso passito “Sulè” annata 2002 di Orsolari, tra i più attenti e rappresentativi produttori del Canavese. Una curiosità: “Sulè” è appunto il nome dato ai locali coperti e arieggiati dove vengono collocati i grappoli di Erbaluce ad appassire.

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Uva Erbaluce

Nel bicchiere il “Sulè” si presenta limpido,

realtà già consolidata. Le antiche origini romane e

denso e trasparente, con riflessi accesi senza

i trascorsi storici c’erano e la tipologia passita era

cedimenti di color dorato. Ha un impatto olfattivo

certamente la più famosa. Quando fu introdotta la

complesso, molto intenso, schietto e molto fine,

doc nel 1967 il tipo passito era un po’ in declino

con le sue note fresche di fiori, note mielate, note

perché in quel periodo vi era una forte richiesta di

di marmellata: in modo particolare di albicocca

vini bianchi secchi e con la doc si volle dare una

veramente eleganti. In bocca si presenta caldo

risposta a questa nuova esigenza commerciale.

e rotondo, di ottima scorrevolezza, dolce ma

Una risposta che però i produttori presero con

con ancora una grande freschezza e una buona

non molta convinzione e il Canavese rimase un

acidità caratteristica di questo vitigno. È un vino

pò alla finestra rispetto agli altri ed ecco spiegato

equilibrato che tende alla morbidezza come

il perché in quel periodo fu considerato più un

giusto che sia per i vini di questa categoria. Al

progetto di buone intenzioni che un cambiamento

palato vengono confermati i profumi sopra citati,

vero e proprio. A questo contribuì anche l’elevata

sentiamo subito il dattero, i canditi, un concentrato

Il Sommelier Novembre-Dicembre 2009 • n. 6


di frutta matura; sicuramente con le caratteristiche

Oggi per l’Erbaluce le cose sono cambiate,

trovate può essere apprezzato anche fra alcuni

abbiamo bianchi fermi abbastanza interessanti

anni. Questo prodotto ha esaltato in modo

ma la tipologia passita rimane comunque la più

particolare i suoi contrasti: freschi e maturi in una perfetta armonia; è un vino complesso ma con ottima bevibilità e piacevolezza. Si accompagna bene con pasticceria secca,

blasonata e la più seguita da parte dei produttori in quanto da maggiori soddisfazioni in tutti i sensi, sia dal punto di vista della qualità intrinseca,

piccola pasticceria con crema o zabaione, i tipici

sia anche dal punto di vista economico. Per

torcetti, i nocciolini, i canestrelli, oppure con

il Canavese è sicuramente un portabandiera

formaggi stagionati o con del Foie Gras.

enologico di sicuro successo.

CONSIGLIO INTERPROFESSIONALE PER I VINI DOC E IGT DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO “In provincia di Agrigento” – dice Marilena Barbera, presidente del CIDA (Consiglio Interprofessionale Doc e Igt della Provincia di Agrigento) – “esistono cinque Doc, purtroppo non ancora utilizzate al massimo delle proprie potenzialità: Menfi, Sciacca, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita di Belìce, nella parte occidentale della provincia, e una piccola porzione della Contea di Sclafani, nella parte settentrionale. La produzione più consistente di vini a denominazione riguarda l’Indicazione Geografica Tipica Sicilia, con oltre 600 mila ettolitri annui, pari al 40% della produzione regionale. Di fronte a numeri così consistenti, il ruolo giocato dal Consiglio è estremamente importante: rappresentiamo ben 45 aziende, che con il proprio lavoro ed il proprio apporto in termini di esperienza,

Piazza Gallo AGRIGENTO

innovazione ed impegno in favore della qualità contribuiscono in maniera considerevole a quello che viene oggi considerato il Rinascimento enologico siciliano”

Uve I.G.T. Sicilia - 2007 • Denunce di produzione: n° 4.000; • Superficie di riferimento delle denunce: Ha 10.894,61 • Produzione effettive di uve: Ql. 836.041,07;

5 DOC - 45 AZIENDE UNA QUALITÀ IN CONTINUA CRESCITA • Produzione vino: Hl. 611.699,54 “Più di duemila ettolitri certificati, per un totale di trecentomila bottiglie, quasi cinque milioni e mezzo di metri quadrati e 39 denunce di produzione. Sono i numeri delle Doc che rientrano nel territorio di Agrigento: Menfi, Santa Margherita Belìce, Sciacca, Sambuca di Sicilia, Contea di Sclafani. E con un fatturato di un milione e mezzo di euro”

Uve D.O.C. - 2007 -

Iscrizioni D.O.C. n. 195; Superfici iscritte mq. 5.400.000 Denunce di produzione n° 39; Superfici di riferimento delle denunce mq. 692.076; - Produzioni effettive di uve kg 327.072; - Produzioni effettive di vino lt. 220.546

w w w. agrig en t od oc.org

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Tel. 0922 490207 Fax 0922 28508

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news dall'Italia Marsala città d’Arte e di Turismo Marsala, città del principe dei vini italiani da dessert, ha avuto, con relativo Decreto della Regione Siciliana – Assessorato alla Cooperazione, Artigianato e Pesca, il riconoscimento di Città d’arte e di turismo. Un giusto premio alle sue risorse storiche, culturali ed artistiche. E Mozia, l’incantevole isola – museo, che ne è la madre fenicia, dandole le radici storiche nel IX – VIII secolo, è prossima a divenire, con la sua affascinante laguna, quale sito archeologiconaturalistico, patrimonio dell’Unesco. È in stato avanzato la proposta di inserimento nella World Heritage List. Mozia, realizzata da marinai e commercianti fenici, è stata città emporio del popolo nord africano. Ed ora è un luogo quasi paradisiaco dove le trazzere impolverate che si snodano tra vigneti e siti archeologici rapiscono il visitatore fino a farlo innamorare. Il mare ed i cumuli di sale marino

Porta Garibaldi a Marsala

bianchissimo ne fanno da cornice ideale. Fu Dionisio II tiranno di Siracusa a distruggerla dopo una serie di assedi. I superstiti si trasferirono sul tratto di terra frontale…dando così i natali alla futura Lilibeo punica e poi romana. In una delle prime incursioni arabe, in seguito, Lilibeo registrò una pesante distruzione ed il cambiamento del nome in Marsa-Alì o Marsa-Allah (porto di Alì o di Allah), dal quale deriva l’attuale nome della più popolosa cittadina della provincia di Trapani. Marsala, come citato e come ben si sa, è la città del vino da dessert per antonomasia. Lanciato nel mondo dall’abile commerciante inglese John Woodhouse, il famoso vino Marsala ebbe diversi grandi produttori imprenditori che hanno fatto epoca. Quali, tra gli altri, gli Ingham, i Florio, i Witaker, gli Amodeo, i Rallo, i Pellegrino, i D’Alì, gli Spanò, i Martinez. Negli anni ‘80 Marco De Bartoli ha fatto una grande operazione di “restauro” dell’immagine del prestigioso vino, che, secondo il disciplinare DOC è prodotto da uve bianche Catarratti, Grillo, Inzolia e Damaschino; e da uve rosse Pignatello o Perricone, Calabrese o Nero d’Avola e Nerello Mascalese, queste ultime per la preparazione del Marsala rubino. Grazie ai giusti riconoscimenti che ne fanno una città, per diversi aspetti, unica, amministrazione comunale ed organizzazioni di promozione del turismo hanno lanciato il progetto Marsala tutto l’anno. Con un sottotitolo che si commenta da sé: città del vino, d’arte e dei mille sapori, per un tuffo in un mare di archeologia, tra il calore del sale di Sicilia. Indicando alcuni importanti eventi: a novembre Wine Sicily & Jazz; a Pasqua la settimana santa con la Processione del Giovedì santo (risalente al 1600); ad aprile la Via dei Florio con raduno di auto d’epoca, a maggio le manifestazioni garibaldine, ed in estate, oltre calici di stelle, una serie di eventi dove il vino e la ricca gastronomia locale sono sempre al centro dell’attenzione.

Notizia inviata da Attilio L. Vinci

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news dall'Italia Non solo Morellino nella Madia dei Sapori La 3.a edizione della manifestazione “Non solo Morellino nella Madia dei Sapori” - Scansano 17-19 settembre 2009, svoltasi in alcuni Comuni attraversati dalla Strada del Vino e dei Sapori “Colli di Maremma” (l’organizzatrice dell’evento, che ha sede a Scansano), ha dimostrato anche quest’anno la sua vocazione e consolidarsi come appuntamento fisso per l’enogastronomia di qualità maremmana. Anzi, dal primitivo “zoccolo duro” dei 2

Comuni centrali, Scansano e Magliano, ha iniziato ad estendersi fino ai Comuni più lontani come Manciano e Grosseto a dimostrazione di un interesse crescente da parte della ristorazione locale. Infatti, ai ristoranti che da tempo seguono con passione l’iniziativa – e ci riferiamo alle Mandorlaie, al’Antico Casale di Scansano, al Grottone e alla Spianatoia – si sono aggiunti quest’anno ristoratori attenti che, seppur legatissimi alla tradizione locale, sono forse più usi proporsi a una clientela esterna che si presenta spesso con quelle esigenze “internazionali” che finiscono qualche volta per mettere in imbarazzo le pur indubbie capacità culinarie degli chef di casa. La risposta della cucina del comprensorio si è quindi dimostrata, nel complesso, ben all’altezza di queste nuove richieste, proponendosi come innovativa ma pur sempre all’interno di un patrimonio culturale che – giustamente – si è arroccato su posizioni tradizionali, in specie nella ricerca quasi maniacale delle materie prime (che solo in pochissimi casi si sono rivelate non autoctone), nelle tempistiche di preparativa, nell’adeguamento dei locali di accoglienza a parametri sempre più strettamente maremmani e nel servizio che si sta finalmente dimostrando all’altezza dei cibi proposti: come dire che la nuova ristorazione ha ormai chiaro il

concetto che non basta saper cucinare bene ma che è altresì indispensabile saper proporre i piatti nella maniera più consona. In special modo quando si parla di abbinamenti con i grandi vini proposti da un territorio che in quanto a qualità ha ben poco da imparare. Con una punta di soddisfazione possiamo affermare che le due Commissioni di giornalisti enogastronomi che hanno avuto il privilegio di degustare i piatti proposti, hanno anche potuto constatare che agli abbinamenti proposti erano in definitiva perfettamente azzeccati anche se l’argomento è stato materia di discussione in accesi e approfonditi dibattiti. Le due Commissioni Come naturale evoluzione di un processo che è ormai giunto positivamente alla sua terza edizione, quest’anno la scelta dei giornalisti enogastronomi è stata fatta in collaborazione con l’Associazione nazionale della Stampa Agroalimentare (A.S.A.), un organismo con sede a Milano che raggruppa i giornalisti di settore. Il più evidente risultato di questa scelta è stato che la rappresentanza di questi esperti si è trovata spalmata su molte regioni italiane che vanno dalla Lombardia al Lazio, passando per il Piemonte, la Liguria, il Veneto e, naturalmente, la Toscana. Non solo quindi “giudici” locali o comunque già avvezzi a rapporti con la realtà maremmana, ma distaccati esperti della cucina italiana in senso alto, che hanno avuto modo di mettere a frutto le loro specifiche conoscenze sulla cucina territoriale, mettendola a confronto con le molteplici cucine nazionali. Un ulteriore aspetto che è stato avvertito e fortemente apprezzato dalle Commissioni è quello della partecipazione corale degli operatori economici territoriali per una rivalutazione complessiva della Maremma. Al di là dell’asse portante Ristorazione/Vino si è avuta netta la sensazione di una fitta rete di collaborazione fra produttori delle più svariate peculiarità locali (carni, salumi, formaggi e latticini, verdure, pasticceria) con tutti i comparti legati all’accoglienza: alberghi, ristoranti, bar, negozi e attività agrituristiche. A questo proposito un ringraziamento particolare va a quelle strutture (Antico Casale di Scansano, Il Bonzalone, Agriturismo Savoini e Agriturismo La Carletta) che hanno voluto accogliere con entusiamo e professionalità i colleghi invitati per formare le due Commissioni.

Notizia inviata da Carlo Ravanello

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news dall'Italia Grande successo per il Pellegrino Coocking Festival Meravigliosa la passione e lo spirito di collaborazione dei giovani chef emergenti

Si è chiusa con successo a Marsala alla fine di settembre la sesta edizione del Pellegrino Cooking Festival, kermesse enogastronomica dedicata al buon bere e al buon mangiare che ha visto protagoniste giovani promesse della cucina italiana e internazionale. Madrine d’eccezione del Festival Laura e Silvia Squizzato, le gemelle della televisione italiana che vedremo da ottobre nel programma di Michele Guardì “Mezzogiorno in famiglia”. Sono state due splendide serate durante le quali i giovani cuochi hanno stupito

da sinistra: Emilio Ridolfi, Benedetto Renda, Massimo Bellina i commensali con le loro creazioni. Piatti unici realizzati secondo le linee guida indicate dal Manifesto della Cucina Nazionale Italiana stilato da Martino Ragusa, arricchiti dalla creatività e dalla volontà di sperimentazione dei ragazzi, abbinati ai diversi vini bianchi e rossi Duca di Castelmonte e ai vini Marsala DOC e passito di Pantelleria DOC di Cantine Pellegrino. La prima serata ha visto protagonisti Enrico Bartolini, da Le Robinie Cà d’agosto, Montescano (Pavia), Alessandro Negrini per Il Luogo di Aimo e Nadia, Milano, Marcello Schiavo da L’arnia del cuciniere a Falconara, Anthony Simone da Simone’s Restaurant, Australia e Agata Osti, giovanissima pasticcera che ha appena concluso un’esperienza all’Hotel De Russie di Roma. La serata di sabato invece ha visto impegnati Augusto Pasini, da Adro (Brescia) per Dispensa Pani e Vini, Denis Po dal Ristorante Dogana di Bondeno (Fe), Luca Crostelli ristorante Borgo San Jacopo a Firenze,

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news dall'Italia dal Giappone Tsukasa Yoshida Trattoria Via Partenope e Angelo Buttelli Ristorante ScaccoMatto, Bologna. “Chef che nonostante la giovane età hanno stupito per la loro professionalità in cucina” - afferma Benedetto Renda, amministratore delegato della Carlo Pellegrino C. – “Siamo rimasti tutti piacevolmente colpiti dalla passione di questi ragazzi che trasudava dai loro gesti in cucina e dall’attenzione e dalla cura dei piatti che ci presentavano. Nonostante fosse la prima volta che si trovavano a condividere fornelli e utensili, tutti loro si sono impegnati per aiutarsi l’uno con l’altro con grande spirito di collaborazione, dimostrando come in una cucina non ci sia spazio per la rivalità.” Tra i dieci chef under 30 che sono stati protagonisti del Festival, otto provenivano da diverse regioni d’Italia, gli altri due partecipanti invece dall’Australia e dal Giappone, a sottolineare l’internazionalità del Festival e dei prodotti Pellegrino. “La cucina parla una lingua universale, fatta di profumi, sapori, gesti.” racconta Massimo Bellina, export manager delle Cantine Pellegrino - “La presenza di chef di paesi stranieri non ha minato la brigata di cucina. La collaborazione e la partecipazione dei ragazzi è stata totale ed è andata al di là delle barriere linguistiche. Siamo particolarmente orgogliosi della riuscita di questa edizione: per un’azienda che l’anno prossimo festeggerà 130 anni di

attività, incoraggiare i giovani e augurare loro un futuro stellato rappresenta un onore e un dovere.” “L’appuntamento con il Pellegrino Cooking Festival è per l’anno prossimo”, sottolinea Emilio Ridolfi Direttore Commerciale, “per una settima edizione ancora più importante che cadrà nell’anno dei festeggiamenti per i 130 anni delle Cantine Pellegrino e i 150 anni dello sbarco a Marsala di Garibaldi e dei “Mille”.

Notizia inviata da Paolo Alciati

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in famiglia Protagoniste le Delegazioni di Savona e di Imperia Tanti gli appuntamenti dell’estate per le Delegazioni di Savona e Imperia nelle varie manifestazioni nel ponente ligure. “Vini di Mare, Vini d’amare” il 27 giugno tra i “caruggi”, i tipici vicoli tra le case in pietra del centro storico di San Lorenzo al mare (IM), giunti alla terza edizione contornata da banchetti culinari con prelibatezze tipiche del luogo. Consueto appuntamento a Diano Castello il 28 giugno per la “Rassegna del Vermentino” un omaggio ad uno dei più apprezzati vini liguri. Splendida anche la cornice di “Calici di Stelle” il 10 agosto presso la chiesetta di San Giovanni Battista località Borgo Fasceo ad Ortovero (SV). Grande

presenza di visitatori che hanno anche potuto degustare 65 etichette della D.O.C. Rossese di Dolceacqua con il vino omonimo e della D.O.C. Riviera Ligure di Ponente con Vermentino, Pigato, Rossese. Settima edizione di “Calici di Stelle” a Pornassio il 28 agosto, al cospetto della “Confraternita dell’Ormeasco”, i produttori della D.O.C. Pornassio presentano il loro vino anche nella versione “Superiore” abbinato ai prodotti della tipica Cucina Bianca. Le delegazioni di Imperia e Savona,colgono l’occasione per ringraziare i sommelier e le istituzioni per l’organizzazione di tutte le manifestazioni.

Notizia inviata da Donatello Rinaldi - Delegazioni di Imperia e Savona

Le delegazioni delle Marche insieme per la Giornata del sommelier 2009 Le Delegazioni delle Marche, cioè Castelli di Jesi e Fabriano, venerdì 3 luglio, all’interno del ristorante enoteca Enopolis di Ancona, hanno organizzato nell’ambito delle attività per la 1a giornata del Sommelier nelle Marche, una tavola rotonda dal titolo: “La comunicazione come strumento per conoscere, per crescere, per proporre”. Di spicco i relatori intervenuti: il Presidente dell’ASSIVIP, Dino Porfiri, il sig. Giuseppe Bianchi, operatore enogastronomico, il coordinatore della Squadra Nazionale F.I.S.A.R., Luigi Mastrocicco, la sig.

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ra Daniela Sorana, responsabile ufficio vendite della casa vinicola Colonnara ed il sig. Umberto Gagliardi, enologo e titolare dell’omonima azienda matelicese. Si è iniziato con il saluto del Presidente dell’Assivip, che ha tracciato, brevemente, la storia del verdicchio, il cui nome risale, addirittura, al lontano 1560. Ricordiamo che il Presidente Porfiri era di ritorno da Roma, da un evento di eccezionale importanza, il Festeggiamento per i 40 anni della DOC e per la nuova DOCG Verdicchio dei Castelli di Jesi, dove 33 aziende hanno presentato ben

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in famiglia 66 etichette di Verdicchio DOC, con annate dal

sommelier è la persona a cui il cliente si deve

1992 al 2004. Gli intervenuti a questa festa, ha

rivolgere per conoscere il prodotto vino. È una

raccontato lo stesso Presidente, si sono detti tutti

persona esperta, che ha conoscenza del settore,

meravigliati della bontà del Verdicchio, perché

preparazione e che si aggiorna continuamente. Il

non si aspettavano la longevità di questo vino.

sommelier comunica con il cliente soprattutto con

Prima di concludere il suo intervento, Porfiri, ha

la gestualità e la discrezione è una delle qualità

spiegato come eventi del genere, fanno sì che il vino Verdicchio possa diventare un importante veicolo per il turismo marchigiano, una sorta di brand regionale. La parola è poi passata a Daniela Sorana che, occupandosi di vendite per una grande azienda di vino, ha sottolineato come sia difficile vendere il Verdicchio. Infatti lo stesso,

necessarie che deve possedere; infatti non deve mai dare pareri personali sul vino davanti ad un cliente”. L’unico cruccio manifestato da Mastrocicco è che la professione del sommelier, così importante e fondamentale per il prodotto vino, ancora non è riconosciuta dal punto di

nonostante sia conosciuto da molti, non ha avuto

vista legale. Alla fine l’intervento del produttore

sul mercato una grande capacità di vendita,

Umberto Gagliardi che ha spiegato come sia

neanche sullo stesso territorio di produzione.

essenziale per comunicare bene il vino la qualità

“Molto importante è comunicare il vino attraverso

dello stesso. Ogni produttore dovrebbe sempre

la bottiglia, cioè avere una coerenza tra l’aspetto

puntare a realizzare un prodotto di grande qualità,

grafico dell’etichetta ed il contenuto della bottiglia.

che sia competitivo sul mercato con gli altri vini

L’etichetta,

saper

nazionali ed internazionali. La Tavola Rotonda è

comunicare il territorio in cui il vino viene prodotto”.

stata organizzata dal delegato dei Castelli di Jesi,

Dopo l’esperto della vendita, è stata la volta del

Giovanni Elce Fabbretti, in collaborazione con il

sig. Bianchi, operatore enogastronomico, figura

collega fabrianese Luciano Todisco; lo stesso

essenziale di collegamento tra il prodotto vino ed il

Elce Fabbretti ha chiuso l’incontro, tirando le

inoltre,

dovrebbe

anche

cliente consumatore. Il sig. Bianchi ha evidenziato il fatto che ultimamente i vini di Verdicchio, distinguendo quello di Matelica da quello dei Castelli di Jesi, sono cresciuti da un punto di vista qualitativo. “Ciò che ha penalizzato il Verdicchio, fin ora, è stata la mala informazione iniziale, in quanto, in precedenza veniva considerato un

conclusioni dei vari interventi con una frase: “La comunicazione e l’unione, tra tutti gli attori del mondo enologico marchigiano, fanno la forza”. La serata è poi proseguita con un aperitivo per tutti i partecipanti ed una cena a tema dal titolo: “Finalmente D.O.C.G.”, a base di pesce in

vino troppo pesante ed aggressivo, mentre non

abbinamento con Verdicchio dei Castelli di Jesi

è così, perché sta dando ottimi risultati negli

e di Matelica, al termine della quale sono stati

abbinamenti con i cibi più svariati”. La figura per

consegnati gli attestati ai partecipanti ai corsi da

eccellenza legata al vino è quella del sommelier.

Sommelier appena conclusi e la tessera di socio

A spiegare questa figura è stato il coordinatore

onorario della Delegazione dei Castelli di Jesi al

della Squadra Nazionale della Federazione: “il

Presidente ASSIVIP, l’enologo Dino Porfiri.

Notizia inviata da Cristiana Simoncini della Delegazione dei Castelli di Jesi

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in famiglia La giornata del sommelier il Lombardia Questa estate, durante una torrida giornata anticipatrice di un’ancor più torrida estate, organizzata dalle Delegazioni di Pavia e Lodi, si è svolta a Vigevano (PV) la GIORNATA DEL SOMMELIER dedicata alle Delegazioni ed agli Associati di Lombardia.Nella splendida ed evocativa cornice del Castello Sforzesco, nell’accogliente Sala Dell’Affresco, si sono susseguiti gli eventi pensati per l’occasione. Un ricco Banco d’Assaggio dei migliori vini dell’Oltrepò Pavese e di San Colombano è rimasto a disposizione dei convenuti per tutta la durata della manifestazione: un sentito ringraziamento ai produttori partner, amici e sostenitori, Anteo, Bruno Verdi, Gruppo Vignaioli di Carrara e Cesari, Nettare dei Santi, Panigada Antonio Vini Babini, Poderi San Pietro, Pozzi Claudio Il bisserino, Quaquarini Francesco e Tebuta La Costaiola. Momento centrale è stato il Convegno “Il vino e la comunicazione: strumento per conoscere, per crescere, per proporre”, magistralmente condotto dalla giornalista Nadia Biancato in forma di talk show: sul palco Paolo Massone - vignaiolo e Presidente del Consorzio di Tutela Vini Oltrepò -, Luigi Terzago - Consigliere Nazionale FISAR -, Maurizio Barone - ristoratore e Sommelier, già Delegato Provinciale di Pavia. Dal loro dibattito, dai loro interventi, tutti noi presenti abbiamo potuto

estrarre succulenti spunti per il nostro futuro di Sommelier FISAR. A seguire la prova finale del concorso ”Miglior sommelier di Lombardia” che ha visto i tre finalisti (usciti da una precedente prova scritta eliminatoria) battersi con entusiasmo davanti alla sala gremita.Ad avere la meglio e quindi incoronata Miglior Sommelier di Lombardia, Laura Sandoli della Delegazione di Pavia; posto d’onore per Marina Zarinelli, Delegazione di Bareggio; podio quindi anche per Paolo Bruggi, Delegazione di Pavia.Un grazie a tutti i concorrenti che hanno voluto mettersi in gioco, misurarsi con gli altri e con i propri limiti cercando di superare entrambi.In fine di concorso, la telefonata di saluto ed augurio del nostro Presidente, Vittorio Cardaci Ama (purtroppo chiamato altrove da impegni di lavoro), ha degnamente chiuso i lavori. Trasferimento di massa al Ristorante “Il Tastevin” dove si è effettuata la premiazione dei finalisti il concorso, salutati ed acclamati con un brindisi festoso, ovviamente con nobili bollicine di Oltrepò.La giornata si è quindi conclusa con la Cena di Gala impeccabilmente preparata ed interpretata dall’eccellente staff del ristorante.Un ricco reportage fotografico, ad opera del nostro “fotografo” Sommelier Ambrogino Geranzani, è disponibile sul sito della Delegazione di Pavia.

Notizia inviata da Roberto Pace, delegato di Pavia

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in famiglia Festa d’Estate per la FISAR pisana Cena di gran livello al ristorante “Barbarossa” di Marina di Pisa organizzata dalla locale delegazione per il tradizionale saluto all’Estate in una scenografia da mozzafiato con il disco rosso del sole che si tuffava nell’orizzonte di un placido Tirreno. I titolari, Paola e Stefano, hanno accolto i fisariani con un ricco buffet ed un calice di benvenuto: scaglie di parmigiano, pecorino delle balze volterrane, olive baresi con ciliege di mozzarella e salvia fritta in pastella accompagnati dal Prosecco Extra dry 2008 dell’Azienda Agricola Col’ dei Salici, le cui bollicine ben pulivano la bocca. Si è proseguito in terrazza, al fresco della dolce brezza marina, con fantasie di antipasti: sformatino di Spigola su crema di cannellini verdi, Cozze ripiene alla pisana e alici all’agro di Chianti con Cipolla di Certaldo, abbinati al Rosato IGT 2008 della Fattoria Varramista di Montopoli. Vale la pena di soffermarsi su questa nuova produzione : dopo 24 ore di macerazione si effettua l’estrazione per la decantazione per altre 24 ore in acciaio, si aggiungono i lieviti e si passa il tutto in barriques di terzo passaggio a fermentare per due settimane circa. Al termine della fermentazione si fa la sfecciatura e si travasa in acciaio con aggiunta di metabisolfito e naturalmente niente malolattica. Da notare che per tutti i trasferimenti viene usato il gas alimentare (argon) al fine di diminuire al massimo i pericoli di ossidazione, non potendo usare il “freddo” nelle prime fasi di vinificazione. Altre attenzioni per il pre-imbottigliamento, quando si effettua la stabilizzazione tartarica a freddo per circa un mese e successiva filtrazione sterile al momento dell’imbottigliamento. Ultima

nota, l’uvaggio è Sangiovese al 100 %. Dal colore rosato classico emana sentori e sapori di frutta resistendo sufficientemente a lungo in bocca e donando senzazioni di freschezza. Lo chef, Gabriele Acuas, ha suscitato vivi apprezzamenti con la Paella di mare rivisitata alla “Barbarossa”, ricca di ostriche, gamberoni, scampi, vongole e cozze, il cui solo vassoio di portata era già una delizia per gli occhi e tale confermatosi anche per il palato. Anche questo piatto si avvale di componenti originali fatti venire espressamente dai luoghi d’origine, in specie l’estratto a base di peperone giallo polverizzato che dona il colore al riso ed un sapore unico. Vietato assolutamente lo zafferano per colorare ed insaporire la pietanza. Su questo piatto a base di pesce, i sommelier Francesca Verdi e Giovanni Bottai (ottimo il loro servizio) hanno proposto, suscitando perplessità, un rosso: il Fichimori IGT Negroamaro del Salento 2008 Azienda Agricola Tormaresca di San Pietro Vernotico, che si è rivelato di giusto equilibrio, dai profumi marcati che ben si fondevano con gli aromi tipici della Paella e che ha convinto i commensali della giusta scelta. La zuppa inglese casalinga ha chiuso il menù, accompagnata da un buon Moscato d’Asti DOCG 2008 dell’Azienda Agricola Prunotto di Canelli. Al termine della serata, la responsabile dei Sommelier ed organizzatrice della conviviale, Liana Benini ha premiato Francesca Verdi, in un clima di serena cordialità tra calorosi applausi, con il tulipano d’argento, per il raggiungimento dei 25 servizi; applausi pure per la brigata di cucina ed il rango di servizio, estremamente professionali.

Notizia inviata da Tiziano Taccola della Delegazione di Pisa e Litorale

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in famiglia La Delegazione di Portogruaro - Lison Pramaggiore campione di solidarietà Il giorno 22 Luglio 2009 Presso L’azienda Agricola e Vitivinicola Borgo Stajnbech di Pramaggiore (Ve) si è svolta, la tradizionale cena di beneficenza che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone, fra le quali molti Sindaci e amministratori locali del comprensorio e rappresentanti dell’amministrazione Provinciale di Venezia. Il ricavato netto di euro 9.000,00 è stato devoluto ad alcune organizzazioni di volontariato che si occupano di; Assistenza agli anziani, Ammalati, Portatori di Handicap, e altre persone che hanno bisogno di essere continuamente assistite e aiutate economicamente. L’importante cifra raccolta è il risultato del grande impegno di tante persone che si sono offerte a collaborare prestando la loro opera gratuitamente, con grande spirito di solidarietà, per la riuscita della manifestazione. In questa occasione non poteva far mancare la sua collaborazione la FISAR Portogruarese che come tutti gli anni, con lo spirito di solidarietà che

contraddistingue la nostra associazione, vi ha partecipato con 15 Sommelier, i quali con grande professionalità hanno svolto un ottimo servizio per tutti i commensali presenti. Ai coniugi Valent, Giuliano (socio Fisar) e Adriana, proprietari e conduttori dell’azienda Borgo Stajnbech, va il nostro ringraziamento per

averci fatto partecipi anche quest’anno di questa importantissima opera di solidarietà, che, non dimentichiamo, per chi lo fa seriamente, porta sempre un po’ di sollievo a quanti, e sono tanti, che soffrono di malattie, Handicap, solitudine e altro.

Notizia inviata dal Delegato Celio Sartori

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in famiglia La FISAR di Prato consegna gli attestati Un ottimo incontro enogastronomico si è rivelata la serata di gala del 10 Giugno 2009, durante la quale sono stati consegnati gli attestati di secondo e terzo livello, in uno scenario incantevole, qual’è la collina di Artimino, davanti alla monumentale villa Medicea, nei pressi di Carmignano, in provincia di Prato, nel rinomato Ristorante Biagio Pignatta, nel quale collaborano maestranze di alto livello. Ad introdurre la serata è stata la nuova Delegata FISAR, Vanda Ingarozza, che ha ringraziato gli intervenuti e si è complimentata con i soci corsisti che con impegno hanno superato la prova d’esame. Si è rivolta, in particolare, ai soci del III livello che, avendo concluso il corso formativo

e ricevendo l’attestato di qualifica di Sommelier, sono entrati a far parte della grande famiglia FISAR; ha sottolineato che per tutti l’acquisizione di un attestato non rappresenta il punto di arrivo, ma il punto di partenza di quel lungo percorso che porta il sommelier ad affinare la personale sensibilità quando egli si viene a trovare di fronte a quel nettare che è il vino! Ha rivolto l’invito a collaborare per cercare nuovi spunti per iniziative future che mirino alla qualificazione della delegazione pratese. Ha salutato il nuovo Consiglio, augurando un lavoro proficuo e collaborativo per il raggiungimento di tutti gli obiettivi che la Delegazione si è posti. Gli chef Luca Marin e Michela Bottasso hanno proposto un menù molto ricercato ed apprezzato. Comprendeva: un originale Cappuccino (non di caffè!, ma) al nero di seppia; e ancora fra gli

antipasti: fiori di zucca farciti con ricotta in una delicata salsa d’asparagi; a seguire una tartara imbevuta in un’emulsione all’olio extravergine d’oliva della tenuta di Artimino; accompagnata da una fantasia di verdure stagionali. Un primo di tutto rispetto sono stati gli straccetti al battuto d’anatra, un piatto forte della cucina toscana e, a seguire, un nodino di vitello cotto nel lardo, piatto succulento, accompagnato da indivia belga e mangetout… Un aspic di pesche, infine, con sorbetto al brachetto ha rappresentato un dessert bello a vedersi nella sua presentazione e dal finissimo gusto… Tutto quanto sopra ha deliziato il palato dei numerosi soci e amici, esaltato dai vini che hanno via via accompagnato le varie pietanze. Ricordiamo: uno Spumante Brut lato B Servetti; Pigato d’Albenga doc Cascina Feipu dei Masseretti del 2008; Pinot Nero Alto Adige doc Tramin 2007; e, dulcis in fundo, un Brachetto d’Acqui doc Servetti 2008… I vini sono stati serviti dai Sommelier della FISAR, Fabrizio Fabbri e Luigi Bozza, che con la loro professionalità hanno reso ancora più importante la serata. Gli attestati di II livello sono stati assegnati a: Bacarelli Maurizio, Cappellini Paola, Dolfi Alfredo, Gaiffi Simona, Lucchesi Isabella, Orlandi Simona, Pecchioli Stefano, Perri Roberto, Ponzuoli Fulvio, Rosati Andrea, Scarpellini Luigi, Vitiello Carmine. Sono stati consegnati gli attestati di frequenza al corso di III livello a: Astorino Luigi, Attisano Giuseppe, Falcini Francesca, Morini Franca, e Vannini Mauro. Dieci sono i nuovi Sommelier FISAR che hanno ritirato l’attestato di qualifica, avendo superato positivamente l’esame di III livello: Bocciolini Luigi, Ciapini Riccardo, Dainelli Daniela, Di Paola Emanuele, Ferraro Domenico, Le Pera Rita, Massari Carmelino, Paolieri Giuliana, Pieri Antonio, Pini Alessandra. La serata si è conclusa in una sana generale allegria, beneaugurante al nuovo anno sociale, dopo la meritata pausa estiva.

Notizia inviata dalla Delegata FISAR di Prato

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in famiglia La Delegazione di Volterra incontra il Rotary della città Il 25 giugno scorso la nostra delegazione storica di Volterra, in persona del suo delegato Avv. Flavio Nuti è stata invitata per la prima volta ad una conviviale del Rotary Club Volterra, svoltasi presso il Ristorante – Enoteca Del Duca. La serata si è svolta alla presenza oltreché del presidente del Club, Davide Plano, anche del consigliere delegato alla cultura della nuova amministrazione comunale prof. Righi Maurizio. Il delegato Nuti ha spiegato brevemente la storia della Fisar, che nasce proprio nel 1972 a Volterra, e come istituzione si è poi sviluppata nei principali capoluoghi toscani ed oggi conta una folta rappresentativa in tutta Italia, con delegazioni in tutte le regioni e con circa 10.000 soci. Ha dato alcuni piccoli cenni sulle modalità di servizio dei vini e sulle regole degli abbinamenti cibo – vino. Ha dato anche una spiegazioni dei vini della doc Montescudaio, offerti proprio per l’occasione dal podere la Regola di Riparbella, abbinati ai piatti sapientemente cucinati dallo chef, patron del locale, Genuino Del Duca, sommelier Fisar e storico ristoratore. Ovviamente il servizio è stato svolto per l’occasione dai nostri sommelier

Fausto Bacci e Enrico del Testa, presente anche la neoconsigliera Azzurra Mazzara Toce (vedi foto). La serata si è conclusa piacevolmente con la consegna da parte del presidente del Rotary, Plano Davide, di un gagliardetto del club contraccambiato dalla consegna al medesimo da parte del delegato Nuti di uno “Spillino” raffigurante lo stemma FISAR. Il nuovo consiglio, ha poi organizzato il 17 luglio successivo una serata a base di “bollicine” in onore del “sommelier”, presso il ristorante “La Grotta” di Volterra, nostro socio, con un interessante menù preparato dallo Chef Sardelli Stefano, sapientemente abbinato con i vini spumante italiani e francesi. La partecipazione è stata numerosa, soprattutto da parte di coloro che hanno già dato la disponibilità a frequentare il corso di I° livello che inizierà in ottobre, e che vede già circa 35 adesioni. Erano presenti anche il responsabile del Centro Tecnico Nazionale Alberto Giustarini, nonché i presidenti del Lions Club Gazzarri Paolo e dell’Accademia della Cucina dott. Luperi Maurizio, anch’essi interessati a frequentare il corso di sommelier.

Notizia inviata del delagato della Delegazione di Volterra

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in famiglia Nel Veneto Orientale i sommelier Fisar protagonisti con la Reginetta dell’Uva Annone Veneto, in provincia di Venezia, è una assaggiare i vini che per assistere all’elezione della riconosciuta e stimata “città del vino”, facendo Miss. Ad esporre i propri vini in quella occasione parte del comprensorio Doc “Lison-Pramaggiore”. c’erano 15 Aziende vitivinicole dell’area LisonEd è in queste terre che ha fatto la sua comparsa, Pramaggiore e a ciascuna era stata abbinata una nel corso dell’800, il vitigno e il vino chiamati miss. Una severa giuria, presieduta dal senatore Tocai, per diffondersi poi in tutto il Veneto Paolo Scarpa Bonazza, autorevole esponente orientale e in Friuli-Venezia Giulia, del mondo agricolo nell’attuale con presenze minori nelle altre Governo, con a fianco il sindaco province venete. Il Tocai, come della città Daniela Savian, ha eletto si sa, non si chiama più così, con voto unanime la studentessa dal momento che questo nome diciannovenne Roberta Moretto, per legge compete solo al Tokaji di Favaro Veneto (comune di ungherese e, qualche anno fa, è Venezia), abbinata alla cantina stato poi accertato che il vitigno si di Vittorino Valent, sommelier chiama “Sauvignonasse” e così, Fisar. Le 15 Miss presenti, già da oltre un anno, nelle diverse selezionate in precedenti concorsi, aree di produzione questo vino è parteciperanno alla finale di “Miss andato assumendo nomi diversi: Provincia di Venezia” e la vincitrice Il Senatore Paolo Scarpa in Friuli-Venezia Giulia sui chiama parteciperà alla prefinale per “Miss Bonazza applaude la “Friulano”; nel comprensorio Mondo Italia”. Dopo l’elezione c’è Reginetta del Vino “Lison-Pramaggiore” è chiamato stato il grande brindisi generale “Lison” e “Lison classico”, nel Trevigiano “Tai” e con i vini Doc “Lison-Pramaggiore” ed in così via, in attesa di trovare un nome comune per particolare con il “Lison classico” prodotto nel questo che è uno dei grandi vini bianchi italiani. Ad territorio comunale, versati ai tantissimi presenti Annone Veneto, dunque, si festeggia da decenni dai sommelier Fisar della nostra Delegazione, questo vino, assieme alla vasta produzione che hanno nobilitato la manifestazione con la di qualità del comprensorio e dal 2008, in loro consolidata professionalità. Devo anche concomitanza con il cambio di denominazione, aggiungere che l’attività dei sommelier di questa vi è stata abbinata l’elezione della “Reginetta delegazione è molto intensa essendo noi presenti dell’Uva”. sia alla Mostra Nazionale dei Vini di Pramaggiore, Lo scorso 15 settembre il centro storico della che nelle tante manifestazioni di Venezia Wine cittadina veneziana era gremito di gente e di Forum, e ancora lungo le spiagge altoadriatiche, enoturisti arrivati anche da lontano, sia per in particolare a Caorle e Bibione.

Notizia inviata da Celio Sartori della Delegazione di Portogruaro

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in famiglia Iniziano le “Cene Galeotte” Venerdì 18 settembre scorso è iniziata la prima delle cene di beneficenza per l’edizione 20092010 delle “Cene Galeotte” che si svolge come di consueto all’interno della Fortezza Medicea che ospita il carcere di Volterra. La manifestazione è organizzata dall’amministrazione carceraria in collaborazione con la delegazione storica F.I.S.A.R. di Volterra, dall’Unicoop Firenze,sezione soci di Volterra, Fondazione e CR. Volterra S.p.A. Alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni (si veda nella foto al centro l’ex ministro e ex presidente della Corte Costituzionale prof. Avv. Giovanni Maria Flik ed il sindaco di Volterra, Marco Buselli,degli assessori al sociale ed alle attività produttive, Guarneri e Gazzarri, e delle altre autorità, Arma dei Carabinieri e Commissariato di P.S., e di oltre un centinaio di commensali giunti anche da fuori regione, la direttrice dell’istituto Dott.ssa Maria Grazia Giampiccolo, nostro socio onorario, ha rivolto un caloroso benvenuto ed un ringraziamento per la numerosa partecipazione. L’iniziativa nell’ambito della campagna di solidarietà “Il cuore si scioglie” ha come scopo l’adozione a distanza di bambini

del sud del mondo; in particolare l’introito della serata sarà devoluto in favore del “movimento focolari-Camerun. Il programma delle “Cene” prevede ben otto appuntamenti, con cadenza mensile (si concluderanno il 23 aprile 2010) con cene realizzate dagli stessi detenuti sotto la direzione di grandi chef che si alterneranno anche nel servizio ai tavoli delle pietanze e dei vini. Chef della serata è stato Arturo Dori, personal chef di Firenze, che ha realizzato un interessante e gustoso menù a base di pesce con abbinati il vino bianco IGT “le prode” e rosato IGT ,“Rosegola”, offerti gratuitamente dall’azienda Podere la Regola di Riparbella. I vini sono stati serviti dai detenuti aspiranti sommelier, coadiuvati e diretti dai sommelier della nostra delegazione F.I.S.A.R.. Oltre a questo tradizionale appuntamento, il Consiglio Direttivo della nostra delegazione ha dato il via, il 20 ottobre, al corso per sommelier di I° livello della durata di 12 lezioni settimanali, ogni martedì sera dalle ore 21 alle 23, e si svolgerà, grazie alla disponibilità del direttore dott. Fiordispini, presso le Aule della Scuola di Alta Formazione - SIAF - di Volterra.

Inviato da Flavio Nuti - delegato di Volterra

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in famiglia La Delegazione di Trapani incontra l’arte Sul tema Il mito di Dioniso incontra l’arte della cucina siciliana, la delegazione Fisar Trapani ha promosso una serata enogastronomica nella Tenuta Gorghi Tondi, a Mazara del Vallo. In quell’ambiente unico per una serie di risorse: la riserva naturale protetta, affidata nel 1999 al WWF; le specie rare di flora e fauna; i laghetti sui quali si specchiano nei loro voli Aironi, Falchi, Germani reali ed altri, il rigoglioso vigneto ed uliveto che fa da splendida cornice, il Consiglio di

delegazione con alcuni maestri dell’arte culinaria locale, esperti, la famiglia Sala-Tumbarello, con radici secolari nella produzione di uve e di vini, il sindaco di Mazara on. Nicola Cristaldi e gli assessori Siracusa e Zizzo, hanno decantato il mito del Dio del vino accostando i prodotti della Tenuta a piatti tipici. Dopo una visita alla cantina guidata dal dott. Michele Sala, accompagnato dalla signora Doretta e le figlie Clara ed Annamaria, che ha offerto precise illustrazioni sul processo di vinificazione, il momento degustativo è stato aperto da una prolusione del giornalista Attilio L. Vinci. A seguire, le portate sono state presentate, una ad una, dallo chef prof. Paolo Austero, e l’accostamento dei vini è stato delucidato dall’enologo dell’azienda dott. Lamia, ben collaborato da Annamaria e Clara Sala.

Notizia inviata dalla Delegazione di Trapani

Il più piccolo “sommelier” FISAR Nella fotografia il piccolo Giorgio Junior di appena otto mesi in “divisa da gala”. Giorgio, figlio del segretario e fondadore della Delegazione di Alghero Giorgio Licenziato, ha voluto partecipare anche lui alla XXXIX Assemblea Nazionale di Loano e, per la serata di gala “come da regolamento” si è presentato… in smoking! Ufficio Stampa FISAR

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in famiglia La delegazione Valdichiana in visita alle Cantine Ravazzi Sabato 26 settembre si è svolta una partecipata visita di gruppo dei sommelier Fisar Valdichiana alle Cantine Ravazzi, situate a Palazzone nel comune di San Casciano dei Bagni. La presenza della delegazione Fisar ribadisce il sostegno da sempre dato alle realtà vinicole del territorio di appartenenza. Per l’occasione, oltre alla presenza di Alberto e Roberta Ravazzi, l’enologo Dott. Ruiti ha spiegato ampiamente le scelte aziendali, i progetti sui vini e sui vigneti. Situate in Toscana, a Palazzone nel territorio di San Casciano dei Bagni, prestigioso centro termale in provincia di Siena, le Cantine Ravazzi producono vini di qualità da oltre 50 anni. L’azienda Ravazzi,compresa nella denominazione Chianti D.O.C.G, nasce nel 1956 grazie ad Enio Ravazzi come azienda di produzione e commercializzazione vini. Oggi l’azienda è diretta dal figlio Alberto Ravazzi e dalla moglie Roberta che hanno arricchito la proprietà con l’impianto di nuovi vigneti (nel totale 15 ha vitati) e con la moderna cantina dell’azienda agricola addetta al canale enoturistico. Lo spirito che guida i titolari si fonda sul rispetto dei fondamentali criteri per la qualità del prodotto, sulla disponibilità e spirito di accoglienza verso tutti, clienti e non, offrendo qualità e attenzione al prezzo. Come affronta la sfida di mercato Alberto Ravazzi? Direi attraverso il legame con il territorio. Innanzitutto

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la scelta di impiantare vitigni autoctoni, Sangiovese, colorino, malvasia, ciliegiolo che parlano di questa terra. Siamo al confine tra la provincia di Siena e l’Umbria, per questo il nostro paesaggio vanta le ricchezze di entrambe le terre. Questo legame lo si riscontra anche nella cantina costruita dall’architetto Monica Rossi: mattoni dal colore della terra, forme circolari, tetto ondulato per adeguarsi alle pendenze dei vigneti e delle colline circostanti. Ecco che la vendita in cantina, stimolata attraverso varie visite, diventa un grosso sbocco di mercato: per l’ospite di San Casciano dei Bagni abbiamo creato una sala accoglienza perfettamente attrezzata e un percorso enoturistico ricco di servizi: storia, notizie enologiche sul territorio, aneddoti e curiosità, in lingua italiano e inglese. Una volta conosciuta l’azienda attraverso la nostra “wine experience”, i clienti dei vini Ravazzi possono ordinare i vini attraverso internet , o con una semplice telefonata, e un corriere dell’azienda in meno di 48 ore riesce a fare la consegna direttamente a casa. La strategia in atto mira a chiudere accordi ed iniziative promozionali verso il consumatore finale, intercettato sia in internet che nei tour organizzati da vari Tour Operator. Situato nella Val di Chiana senese, San Casciano dei Bagni è una rinomata stazione termale che attira numerosi ospiti soprattutto dal bacino alto laziale. 1 ora circa da Roma, la zona è meta di numerosi weekend di romani che, affascinati

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in famiglia

dalla ricchezza della terra di Siena, hanno in gran numero acquistato case di villeggiatura proprio nella zona. L’impegno nel territorio Per me è stato un grande onore entrare nel consiglio della Banca di Credito della Valdichiana e spero di poter portare un importante contributo con la mia esperienza lavorativa Per la mia area di provenienza quale San casciano de Bagni, Piazze

e la zona del Monte Cetona mi faccio portatore dello sviluppo turistico e vinicolo del terriotiro, ricco di giovani imprenditori ambiziosi e attaccati alle nostre splendide origini. Roberta Ravazzi da poco eletta consigliere del Consorzio San Casciano dei Bagni Terre e Terme. A riconferma dell’importanza delle terme, il vino è un altro elemento di pregio del pacchetto del territorio e sicuramente è un motore importante nell’economia senese: insieme, all’interno del Consorzio Terre e Terme riusciremo meglio a programmare, organizzare e comunicare al meglio questo angolo di Siena. Per questo forte legame abbiamo accolto con entusiasmo l’incontro con la delegazione Fisar Valdichiana, nello spirito che ci è proprio. Aprire le porte della cantina ad una delegazione storica così importante è come aprire il nostro cuore. Ringrazio sinceramente il delegato Sig.ra Emma Lami, i consiglieri Nicola Masiello e Franco Rossi che hanno coinvolto un gruppo così folto di soci.

Notizia inviata da Valentina Niccolai

La delegazione Valdichiana in visita La Orvietana: alleFisar Cantine Ravazzi Cantine e Chef alla ribalta Da sette anni l’estate ad Orvieto parla dei migliori vini dell’Umbria messi in degustazione al Palazzo del Gusto di Orvieto sede dell’Enoteca Regionale Umbra. All’interno della struttura, nei

cunicoli scavati nel tufo del masso orvietano, sono in mostra i vini D.O.C., D.O.C.G. e I.G.T. dell’Umbria che sempre più si qualificano sul mercato nazionale ed internazionale

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in famiglia Nello stesso palazzo ha sede la delegazione Fisar di Orvieto, che partecipa attivamente sia alla selezione dei vini presso l’Enoteca che all’abbinamento dei vini proposti negli eventi che si svolgono presso il Palazzo del gusto. L’evento “Cantine e Chef alla Ribalta” è ormai un marchio e una realtà di successo, che attira orvietani, esperti enogastronomi e turisti del vino: per sei settimane, da luglio a settembre, le porte dell’Istituzione pubblica della Provincia di Terni sita all’ex convento di San Giovanni nel quartiere medievale di Orvieto, si aprono per momenti di cultura enogastronomica e piacere. Alcuni tra i migliori cuochi di Orvieto, si cimentano, ogni venerdì sera, in abbinamenti nuovi tentando le soluzioni più interessanti per il gourmet, alla presenza del wine maker o del titolare della cantina protagonista che illustrano i segreti dei vini umbri. Abbiamo scelto una serata in particolare per la ricchezza e l’alta qualità dell’offerta: IL RISTORANTE DEL GROTTE DEL FUNARO di ORVIETO ha accompagnato la CANTINA DI FILIPPO

L’ambiente del ristorante è un dedalo di grotte affacciate sul ciglio della rupe, è suggestivo e stimolante per i sensi e per il palato. www.grottedelfunaro.it Insieme a piatti di alta gastronomia arricchiti da una carta dei vini d’eccellenza, si possono avere anche pizze cotte a forno a legna, gran passione di turisti e perfetta per le famiglie. Da Cannara, famosa per la cipolla e per aver dato i natale al grande cuoco Angelo Paracucchi, la cantina Di Filippo propone al mercato vini certificati biologici, molto ricchi sia all’olfatto che al palato e decisamente tipici. La Territorialità e la naturalità del vino è uno dei cardini della famiglia di Filippo che con il Sagrantino Montefalco 2004 si è guadagnata l’eccellenza della Guida Espresso “penetrante e da subito incisivo all’olfatto, con qualche nota di rovere e nuance vegetali, ha calore e freschezza bene equilibrati, grande ritmo e notevole allungo finale”. Oltre Alla Fisar Orvietana, un merito nell’organizzazione delle serata alla condotta Slow Food di Orvieto rappresentata dal fiduciario Vittorio Tarparelli.

Delegaziopne Fisar Orvieto info: (Lucia - Francesca) tel./fax 0763 393529 - 3479125494 fisarorvieto@gmail.com - www.orvietowine.info

Notizia inviata dalla Delegazione di Orvieto

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in famiglia Un pensiero per l’amico scomparso Dublino Guidi Sono a scrivere di un amico, personaggio camaleontico ed intraprendente di oltre ottantasei anni, non avrei però mai voluto farlo in questi termini, ma il fatto è che il nostro Dublino ci ha lasciato proprio in questi giorni, ho il dovere assoluto di farlo. Dublino Guidi è stato il fondatore della Delegazione Storica Pontedera - Valdera. L’aggettivo Storica senza ombra di dubbi è legato e lo sarà per sempre al suo nome, è grazie a lui e altri amici Fisariani fino in fondo all’anima, che fondarono la FISAR, quella che noi abbiamo oggi, che non è poi tanto diversa da quella di allora, principalmente nello spirito e convinzioni. Loro ci hanno creduto, creduto tantissimo in questa associazione che ci unisce, che ci fa arrabbiare, discutere e allo stesso tempo diventare amici. Dublino è stato uno di quelli che c’era fin dall’inizio, nel lontano 1972, insieme agli amici di sempre, Lido Masi del Ristorante Lido alle Quattro Strade di Cenaia e l’Avvocato Loriano Orsini con cui si prendeva su ogni cosa, il loro “stuzzicarsi”, famoso in delegazione, durante le serate era una consuetudine. Potevano discutere se aggiungere una spezia oppure no in un piatto per ore senza mai trovarsi d’accordo. La cosa che alla fine prevaleva sempre era lo stare insieme e cercarsi costantemente, per andare a promuovere l’enogastronomia di qualità ma principalmente la Sommellerie… forse è per questo che anch’io sono un po’ fissata in questo… ho avuto un Grande Maestro!!!! È difficile parlare di quello che succedeva in quegli anni ma vi posso assicurare da ricerche fatte per ricostruire un po’ la storia della nostra delegazione

che questi amici non stavano fermi un momento c’era un fermento a volte a dir poco incredibile, si muovevano tantissimo facendo serate in ogni parte dell’Italia. All’ultimo Congresso a Loano abbiamo parlato di Gemellaggi fra Delegazioni, alla fine degli anni

Il Cav. Dublino Guidi e l'Avv. Loriano Orsini settanta Dublino ed il resto del gruppo li facevano già, poi queste cose le abbiamo un po’ perse… Cose da dire ce ne sarebbero molte dopo venti anni da parte mia di appartenenza alla Fisar e di crescita insieme a Loro, un vuoto grande c’è stato quando l’Avvocato Orsini se ne andato, nostro docente ai corsi e Consigliere Nazionale durante gli anni della gestione del Presidente Nardi, ora Dublino, ambizioso… molto, specialmente quando si parlava di Fisar e cariche altisonanti, quando vinsi il concorso come miglior sommelier, nel lontano 1993 a Chianciano Terme lui era li con me e la notizia della vittoria lo inorgoglì a tal punto che sembrava che lo avesse vinto lui il concorso, ma era l’appartenenza di cui spesso si parla, lui ne era fiero molto fiero. La notizia della sua scomparsa mi è arrivato

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in famiglia Congresso Nazionale svoltosi a Riva del Garda, dopo veramente una vita dedicata alla Nostra Associazione e ne parlo unendo i loro nomi solo per non far dimenticare come gli amici di sempre sono andati avanti anche in questo loro ultimo viaggio, ci hanno lasciato veramente a distanza di poco tempo l’uno dall’altro. Vorrei soffermarmi su un ultimo pensiero che è rivolto alle famiglie di Dublino e dell’Avvocato, (questo era il modo in cui noi “ragazzi” ci siamo Claudia Marinelli, il Cav. Dublino Guidi e Mario Del Debbio

sempre rivolti a loro) mi è sembrato di percepire

domenica 18, giorno in cui sono diventata

conoscessero a fondo questo aspetto dei propri

Consigliere Nazionale, di cui sono felice ed

genitori, della vita associativa di cui facevano

orgogliosa, ma purtroppo questi miei sentimenti

parte e di tutti quei sani rapporti che avevano

non potrò condividerli con chi ci aveva sempre

instaurato in tutti questi anni, vi posso assicurare

creduto!

che avevano tantissimi amici che nutrivano stima

Dublino Guidi, insieme all’Avvocato Loriano Orsini

ed ammirazione e certo è che noi tutti sentiremo

furono insigniti Cavalieri della Fisar nel 2007 al

in modo molto profondo la loro mancanza.

parlando in particolare con le loro figlie, che non

Notizia inviata da Claudia Marinelli Consigliere Nazionale e dalla Delegazione Pontedera - Valdera

“Le marche… nella Marca” Sabato 10 ottobre 2008, presso il Ristorante Wine Bar Alla Croce a Ponte di Piave (Treviso), con il patrocinio della Presidenza Nazionale FISAR e della Provincia di Treviso, si è svolto il primo gemellaggio tra la Delegazione dei Castelli di Jesi e la Delegazione di Treviso. Non un semplice gemellaggio, ma una vera e propria serata dedicata alla regione Marche con i suoi pregiati vini e prodotti gastronomici nella ridente Marca Trevigiana.

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La storia: l’idea del gemellaggio nasce in una soleggiata domenica al termine di un competitivo incontro tra Delegazioni FISAR: la finale del torneo a squadre Divinando 2008 svoltasi presso la sede della Carpenè Malvolti a Conegliano. Mentre il torneo volge al termine l’amicizia nata tra le due Delegazioni vuole rafforzarsi con un evento diverso. La prima idea, un gemellaggio tra Verdicchio e Prosecco risulta troppo scontata ! Vogliamo fare le cose alla grande.

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in famiglia Da qui inizia l’avventura di Giovanni e Sauro (Delegazione dei Castelli di Jesi), Laura e Michela (Delegazione di Treviso) per poter portare a termine l’idea definitiva: una doppia partita in cui “all’andata” faremo una degustazione di prodotti marchigiani nella provincia di Treviso ed “al ritorno” la degustazione di prodotti trevigiani nella Provincia di Ancona; la creatività dei quattro trova nel titolo “Le Marche nella Marca” l’ottimale per la prima parte. Dopo una serie di spostamenti per “motivi tecnici” si arriva finalmente al grande giorno: la degustazione al Ristorante Wine Bar Alla Croce raccoglie, con meraviglia degli stessi organizzatori, 101 partecipanti ai quali sono stati proposti i seguenti prodotti: Verdicchio dei Castelli Jesi DOC Spumante Metodo Classico Colonnara e Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore Vigna delle Oche Fattoria San Lorenzo in abbinamento con una selezione di salumi e formaggi e le immancabili olive ascolane; Verdicchio di Matelica DOC Maccagnano Gagliardi e Lacrima di Morro d’Alba DOC Gaudente Moncaro con i Vincisgrassi; Rosso Conero DOC Julius Strologo e Rosso Piceno DOC Superiore Campo delle Mura con il Coniglio in porchetta; Verdicchio dei Castelli di Jesi Passito DOC Rojano Bonci con il tradizionale “Ciambellò” . I sette calici per ogni partecipante sono stati forniti da Giroingross Forniture.

I relatori della serata: il Professor Silvio Dalla Torre per la descrizione dei vini proposti ed il Dottor Flavio Federici per la presentazione dei piatti hanno presentato i prodotti facendone una descrizione sia sulla tradizione storica sia sull’attualità mentre il Delegato dei Castelli di Jesi ha accompagnato i convenuti in un ideale viaggio nelle più importanti zone enologiche marchigiane descrivendo i territori e le bellezze paesaggistiche e turistiche locali. Ospiti della serata Graziella Cescon e Giampiero Rorato, ai quali porgiamo un sentito ringraziamento per aver partecipato al nostro evento. Al termine della serata, molto soddisfatti dell’esperienza, ci siamo ritrovati a pensare ad altre possibili “puntate” coscenti del fatto che è impossibile raccontare una Regione in una sola serata, vi terremo aggiornati! Le Delegazioni organizzatrici ringraziano i Produttori citati sopra, Le Delizie Alimentari di Sandra e Gherardo (Moie di Maiolati Spontini – AN); e tutti coloro che hanno reso possibile questo evento, in particolare i Sommelier FISAR della Delegazione di Treviso Ennio, Walter, Massimo e Luciana per il loro servizio, Sonia per la realizzazione della parte grafica; gli amici della Delegazione Castelli di Jesi che hanno contribuito all’organizzazione della serata Mariella, Andrea, Luciano, i consiglieri delle due Delegazioni che hanno creduto in quest’iniziativa.

Notizia inviata da Laura Minato e Michela Taffarel della Delegazione di Treviso

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in famiglia 75° della Fondazione di Sabaudia Vin d'onore con la nostra Delegazione 1934-2009 settantacinque anni sono pochi per molti di noi ma sono un avvenimento importantissimo per una città. Si è festeggiato quest'anno il 75esimo della fondazione di Sabaudia. Città nata nell'agro pontino, un tempo palude, a cui venne dato tale nome in onore della Casa Savoia, dinastia regnante. La manifestazione, voluta dall'Amministrazione Comunale, si è svolta nel salone Consiliare alla presenza delle massime Autorità regionali e provinciali. Hanno partecipato tutti i gruppi sociali, militari, di volontariato, culturali e sportivi che operano nel nostro centro. Anche la nostra Delegazione ha partecipato numerosa esibendo il proprio gagliardetto. All'avvenimento civile nel salone Consiliare è seguito l'incontro ufficiale con le Associazioni con presentazione di alcuni volumi storici dedicati alla

cittadina. Seguiva un concerto e gran ginale il "vin d'onore". A noi è stato affidato il gradito onere di tale gran finale al quale sono intervenute circa trecento persone. Hanno contribuito alla riuscita, offrendo la loro migliore produzione, tutte le Cantine del nostro territorio, Azienda Agricola Sant'Andrea, Azienda Agricola Rosanna Vendrame, Cantina Villa Gianna. Il servizio è stato curato dai sommelier Osvaldo Bigarelli, Giuseppe Da Pit, Romano Abati con la continua supervisione del ns Delegato Primo Bonetti. Per l'occasione questa Delegazione ha curato la realizzazione del bicchiere ufficiale della manifestazione riportante il logo del 75esimo. Oggetto che ha riscosso un unanime riconoscimento da parte di tutte le autorità e dei cittadini partecipanti.

Notizia inviata dalla Delegazione di Sabaudia

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in famiglia “Pasta e Basta” a Villa Magnolia a Pontedera Venerdì 23 ottobre nella splendida cornice di Villa Magnolia a Gello di Pontedera, si è svolta l’annuale rassegna dedicata al piatto principe della nostra gastronomia, la Pasta. La serata è stata Patrocinata dal Comune di Pontedera, per la promozione dell’enogastronomia locale e delle attività legate a questo settore, l’organizzazione e la conduzione della stessa è stata affidata all’enogastronomo Enrico Bimbi, il servizio vini è stato effettuato magistralmente dai Sommelier Fisar della Delegazione Storica Pontedera - Valdera Sotto l’abile regia dei F.lli Fornai, i quali oltre che a essere nostri Soci, gestiscono Villa Magnolia, insieme allo staff di cucina, hanno preparato cinque tipologie di primi piatti, alcuni tipici della gastronomia locale, con condimenti a base di cinghiale, Suino Cinto Toscano e Mucco Pisano, altri più innovativi e fantasiosi, degni della migliore tradizione nazionale. Come gli anni precedenti, anche quest’anno il Pastificio CAPONI, rinomato e conosciuto anche a livello internazionale, ha fornito l’eccellente materia prima, ovvero la pasta all’uovo prodotta artigianalmente nel proprio laboratorio di Pontedera. I piatti così preparati, sono stati accompagnati dai vini della famiglia Lunelli, con i quali non potevano certo mancare in abbinamento gli Spumanti Ferrari, oltre che i vini prodotti nelle Tenute di

famiglia di Montefalco (PG) e Terricciola (PI). A dare lustro alla serata ha contribuito la gradita presenza del nuovo Sindaco di Pontedera, Avv. Simone Millozzi, L’Assessore a l Commercio e Turismo Francesco Nocchi, il Vice Presidente alla Provincia di Pisa Dott. Giacomo Sanavio, del Dott. Marcello Lunelli, titolare della rinomata azienda FERRARI insieme all’Enologo Corrado Dal Piaz che segue la Tenuta di Podernovo a Terricciola (PI), Luciano Zazzeri proprietario del Ristorante Stellato La Pineta di Bibbona (LI), i rappresentanti del pastificio CAPONI, nonché dall’ ex Vice Sindaco Renzo Bartoli, che è stato l’ideatore di queste serate tematiche, al quale il Sindaco Millozzi ha consegnato una targa ricordo per l’opera di valorizzazione del territorio Pontederese, svolta durante il proprio mandato. La Delegazione di Pontedera – Valdera vuole ringraziare ulteriormente Renzo Bartoli per il rapporto di stima e amicizia che si è instaurato in tutti questi anni con la nostra Associazione, convinti che in futuro torneremo a collaborare su argomenti che ci stanno molto a cuore che sono: “il vino e la buona cucina”. Si ringraziano i sommelier che hanno prestato servizio nella persona dei Sigg.ri Stefano Cappelli (Capo Servizio), Andrea Bindi, Flavio Carraro, Marco Cerri, Massimiliano Chelli e Alessandro Ciampi.

Notizia inviata da Massimiliano Chelli della Delegazione Pontedera - Valdera

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in famiglia A Latina si consegnano gli attestati In occasione della festa di mezza estate la Fisar di Latina ha dato l’investitura di sommelier ai corsisti che hanno superato l’esame qualche giorno prima. La nostra serata si è svolta nell’agriturismo Corte Rossa di B.go sabotino ed è stato un piacere ricevere i nostri 140 ospiti nel patio vicino alla piscina. È stato oltremodo piacevolissimo salutare la siga Roberta Urso, responsabile commerciale dell’azienda Madrarossa del gruppo Sette soli di Menfi che ci ha messo a disposizione una varietà di deliziosi vini che hanno accompagnato una ottima cena. A metà serata sono stati consegnati gli attesti da sommelier a Antonio Giorgi, Benedetta Canella,

Chiara Baglioni, Lorella Lattanti, Lucia Chiozzi, Mirella Fiore, Ramona Lamberti. Riccardo Russo e Tamara Boiago. Erano presnti alla consegna degli attetstati l’enologo Daniele Ruiti e la dottoressa Paola Fioravanti.

Notizia inviata da Maria Rosa Porcari – Delegazione di Latina

La redazione della rivista Il Sommelier augura a tutti

Buon Natale o v o u N o n n A e c li e F e

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in famiglia 22 nuovi sommelier ad Alessandria Martedì 7 luglio 2009, Luisa e Chiara SOLDATI de “La Scolca”, azienda leader del Gavi nel mondo, hanno aperto il cancello della loro prestigiosa Tenuta, ospitando la cerimonia della consegna dei diplomi, siglandola con i pregiati vini aziendali, abbinati ad alcune golosità. I 22 neodiplomati: Raffaella Alberghini, Carmen

Bagnasco, Francesca Bensi, Paolo Bensi, Anna Billia, Pierluigi Billi, Alessandro Canepari, Marcella Canevaro, Patrizia Corte, Giulia Ferrari, Maria Pia Gori, Alfonso Matarazzo, Carmen Mellera, Giancarla Mirto, Ezio Montessoro, Bruno Orlando, Marina Porta, Michela Rama, Caterina Tallone, Rita Uorchinese, Lucesio Venturini, Ezio Verardo.

Notizia inviata da Elisabetta Castellucci della Delegazione di Alessandria

La Delegazione di Massa Carrara consegna gli attestati

Grande festa alla cena di consegna dell’ambita pergamena di sommelier all’Hotel Luciana a Marina di Massa. Il gratin di gamberi e cipollotti ed il risotto all’astice sono stati bagnati dal vino Fucchia 2007 DOC Candia dei Colli Apuani, il rollè di coniglio con salsa all’arancia è stato accompagnato dal Rossocybeo 2007 IGT Toscana e per finire la tradizionalissima torta di riso con Moneta vino amabile DOC Candia dei Colli Apuani tutti provenienti dalla Cantina Bertazzoli emergente e validissima azienda vinicola massese, rappresentata per l’evento da Federico Galimberti di San Giorgio. I vini di questa elegante

cena hanno ben sottolineato la scelta di qualità e di prestigio che la maggior parte delle aziende apuane hanno intrapreso da qualche anno, con ottimi risultati. È stato il Segretario Nazionale Mario Del Debbio affiancato dal Delegato Valerio Della Tommasina e dal direttore di corsi e responsabile sommelier Alessandro Pedrini ad insignire dell’ambito titolo i nuovi dodici esperti: David Antola, Fiorenza Cantarelli, Michele Franchi, Roberto Giuseppini, Stefano Grassi, Daniele Lombardi, Marco Lorenzoni, Maria Piconcelli, Vladimiro Romoli, Marco Sparavelli, Gianpaolo Teani, Claudia Valsega. Il servizio è stato curato dal capo servizio Alessandro Fontana e dal neo sommelier Marco Sparavelli. Nell’occasione il Segretario nazionale nel congratularsi con i nuovi sommelier, ha ribadito l’importanza della cultura del bere e del ruolo di un sommelier nella comunicazione del vino. A fine serata sono stati consegnati i tulipani d’argento ai sommelier Nunzia Celi e Pedrini Alessandro ed il tulipano d’oro al sommelier Valerio Della Tommasina.

Notizia inviata dalla Delegazione di Massa Carrara

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in famiglia La Delegazione di Messina consegna gli attestati ai nuovi sommelier Anche Messina ha oggi 24 nuovi sommeliers. Il nostro itinerario enogastronomico quest’anno ha visto la partecipazione alla gita annuale a Ragusa e dei suoi dintorni: il castello di Donnafugata, Modica e Ragusa Ibla. Le visite guidate si sono svolte al caseificio CIBUS, che ci ha illustrato l’allevamento di vacca di razza modicana e il

metodo di lavorazione e stagionatura del formaggio ragusano; e all’azienda vitivinicola Avide, che ci ha fatto degustare i vini tipici della zona: Cerasuolo di Vittoria, Frappato e Nero d’Avola. Siamo stati ospiti al “Poggio del Sole Resort” che ci ha deliziato con un succulenti piatti tipici accompagnati dai vini di varie aziende locali. La serata di consegna dei degli attestati di sommelier si è svolta lunedì tre agosto 2009 con una cena di gala presso il ristorante “Il covo del pirata” che oltre ad ospitarci come sede per il corso di terzo livello ci ha deliziato con un ricco menù che prevedeva: le crudità di pesce con i gamberi di Mazara, la treccina di spada e salmone fresco, la caponatina di polipo; il risotto carnaroli in crema di zucchine verdi e sautè di vongole veraci, i ripieni di ricotta e spinaci al ragouttino di

calamari spillo e clorofilla, i gamberoni in crosta di pane alle erbe su mousse di melanzana e coulis di pomodorini e infine il gelo di agrumi di Sicilia con le pesche al sentore di cannella e il fiore di ananas. Il tutto è stato accompagnato dai vini dell’azienda Castellucci Miano, catarratto in purezza sia nella versione brut che secca; un sauvignon dell’azienda Lis Neris, e infine per un brindisi finale dallo champagne Joseph Perrier. I diplomi di sommeliers sono stati consegnati dal Presidente nazionale FISAR Vittorio Cardaci Ama, dall’Assessore provinciale all’Agricoltura, Maria Rosaria Cusumano, e dalla delegata della provincia, Picciolo Irene ai seguenti corsisti: Accetta Nuccia, Amato Salvatore, Cannistrà Francesca, Cannuli Francesco, Caristi Marina, Catalfamo Salvatore, Catanese Mariano, Condrò Giuseppe, Coppolino Salvatore, Genovese Maria, Mafodda Giuseppe, Mastronardo Sergio, Milioti Adriana, Motta Giuseppe, Paratore Lorenzo, Pensabene Alessandro, Picciolo Alessandro, Picciolo Giacomo, Picciolo Irene, Pino Salvatore, Ravidà Domenico, Ruggeri Domenico, Russo Francesca, Salvo Stefano. Gli attestati di partecipazione sono stati conseguiti da: Arrigo Stefano, Buzzanca Cosimo, Caravello Giuseppe e Maimone Abbondanza. La delegata ringrazia tutti i corsisti che con fiducia e impegno hanno contribuito nell’arco di questi tre anni alla crescita della delegazione FISAR a Messina, hanno partecipato attivamente alle serate e alle gite enogastronomiche e sottolinea la soddisfazione per l’amicizia sincera che si è instaurata grazie a un viaggio alla scoperta di una grande passione comune: il vino!

Notizia inviata dalla Delegazione di Messina

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Insediato il nuovo Consiglio Nazionale La Segreteria Comunica

Domenica 18 ottobre 2009 sono stati eletti - durante la XXXIX Assemblea Nazionale della FISAR di Loano - i Consiglieri Nazionali che rimaranno in carica per i prossimi tre anni

Vittorio Cardaci Ama Presidente

Nicola Masiello Vice Presidente

Mario Del Debbio Segretario Nazionale

Graziella Cescon Tesoriere Nazionale

Luigi Terzago Consigliere di Giunta

Alberto Giustarini

Claudia Marinelli

Filippo Terrasini

Franco Rossi

Giorgio Pennazzato

Maria Teresa Lanza

Luigi Mastrocicco

Luisella Rubin

Massimiliano Loca

Roberto Salvetti

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Assemblea Elettiva: l’applauso più grande lo meritano i soci

di Mario Del Debbio per comunicare con il Segretario Nazionale: segretario@fisar.com

A Loano i soci hanno dimostrato una volta di più il loro attaccamento alla FISAR partecipando in massa all’importante appuntamento triennale stabilendo il record dei votanti: 2.410!

U

associativi. Sarebbe un peccato quindi, perdere tutte queste potenzialità, che potranno comunque concretizzarsi all’interno delle delegazioni, o su tutto il territorio nazionale negli incarichi specifici e nella costruzione di una struttura associativa sempre più grande ed efficiente. Sul sito nazionale saranno pubblicati a breve tutti i riferimenti dei Consiglieri Nazionali con gli incarichi ad essi assegnati ed i recapiti ai quali potranno essere contattati dai soci per ogni necessità. A tutti non resta che dire: buon lavoro!

l candidati eletti al Consiglio Nazionale:

I risultati degli altri candidati al Consiglio Nazionale:

Cognome e nome Voti n. Del Debbio Mario Masiello Nicola Mastrocicco Luigi Cardaci Ama Vittorio Cescon Graziella Rossi Franco Lanza Maria Teresa Loca Massimiliano Terzago Luigi Marinelli Claudia Rubin Luisella Salvetti Roberto Terrasini Filippo Giustarini Alberto Pennazzato Giorgio

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n attaccamento che costringe i consiglieri eletti ad impegnarsi con tutte le loro forze nella guida della FISAR per il prossimo triennio. Un impegno dovuto nei confronti di chi ha voluto dimostrarci con tanta forza la propria fiducia. Ma, come in tutte le cose, non sarà possibile portare avanti questo impegno senza la collaborazione e l’aiuto di tutti. A cominciare dai candidati che non sono stati eletti. Anche a loro deve andare il nostro ringraziamento per essersi voluti mettere a disposizione per gli interessi

1.825 1.529 1.490 1.393 1.294 1.178 1.177 1.113 1.073 1.019 863 858 724 679 672

Cognome e nome Voti n. Galleano Pietro 611 Della Porta Claudio 601 Muccio Biagio 598 Perillo Gerardo 558 Mosca Raffaella 295 Scimia Patrizio 268 Loda Fabio 100 Praitano Andrea 78 Gani Enio 3

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Ăˆ arrivata la nuova Agenda Fisar 2010 contiene erto s n i o v i l’esclus

Puoi ritirarla gratuitamente* presso la tua delegazione solo per i Soci Fisar

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