Il Sommelier n 5 settembre ottobre 2010

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speciale

Veneto

Riso Vialone Nano Veronese IGP a cura di Giovanni Lazzari

L

a risicoltura veronese nata ai primi del XVI secolo, importata dalla Lombardia, si è affermata nelle terre della Serenissima assieme al mais. Sino a pochi anni fa, nella pianura veronese, il risotto era il piatto della domenica, spesso cucinato esclusivamente dal capo famiglia. Quando l’Adige veniva utilizzato come via d’acqua per il trasporto di merci, la sede del mercato del riso lavorato era

Legnago perché da li partivano i Burchi per Venezia. La Serenissima ha sempre avuto una propensione al commercio che certamente ha influenzato l’agricoltura, i proprietari terrieri spessi erano commercianti: il riso assieme alla seta era un prodotto da esportazione e ciò perdurò anche con la dominazione Austriaca. Sino all’ultimo conflitto mondiale una grande riseria aveva sede a Trieste, la Riseria di

Trieste tristemente conosciuta come “Risiera di San Saba” era la prima esportatrice verso i paesi del nord ed est Europa. Non dimentichiamo che fino gli anni cinquanta la Curti aveva una riseria ad Adria, dove lavorava il Vialone del Polesine e l’ Arborio di Ferrara. Nel veronese una moderna e grande riseria la Brena, nata nel XVIII secolo lavorava il 7080 % del Vialone nero veneto, per commercializzarlo poi in

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