«Le condanne non asciugano le lacrime»

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MORTI SUL LAVORO

«Le condanne non asciugano le lacrime» di GIOVANNI LANDI

@Giolandi90

Lorena Coletti racconta la sua lunga battaglia per il fratello Giuseppe, morto nel disastro dell’azienda Umbria Olii

«E

ravamo nati entrambi a settembre e festeggiavamo il compleanno insieme. La mattina lo chiamavo e gli cantavo “tanti auguri”. Adesso gli porto un mazzo di fiori». Lorena Coletti ha perso il fratello Giuseppe nel novembre del 2006, quando fu inghiottito insieme a tre colleghi dall’incendio dell’Umbria Olii, la più grande tragedia sul lavoro della storia della regione. Quel giorno lo ricorda come fosse oggi. «Intravidi al telegiornale una fabbrica in fumo, ma ero al telefono e spensi il televisore. Più tardi, nel locale dove ero impiegata, mio marito si presentò sulla porta con il volto pallido: “Giuseppe ha avuto un incidente sul lavoro”, disse. Mi cadde il mondo addosso: fra me e mio fratello c’era un legame fortissimo». I primi tempi sono molto difficili per Lorena. La notte non dorme, si affida ai farmaci e si isola nel dolore. Ma un anno e mezzo dopo avviene una seconda esplosione, stavolta giudiziaria. Il titolare

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quattrocolonne-news.it

dell’Umbria Olii, Giorgio Del Papa, incolpa gli operai della tragedia e chiede alle loro famiglie un risarcimento di 35 milioni di euro. «La mia battaglia è iniziata in quel momento – racconta la donna –. Non era giusto che ci si accanisse contro chi, in quell’incidente, aveva perso la vita. Ho gettato tutti i medicinali e ho cominciato a scrivere, scrivere, scrivere: ai giornali, alle istituzioni, alle televisioni. L’Umbria Olii non doveva passare sotto silenzio». Appoggiata dal suo avvocato, Alessandro Ferri, Lorena contatta politici e giornalisti, organizza fiaccolate e studia a fondo le carte processuali. «Pagina Novantatré. Non la dimentico. Lì trovai una nota in cui Del Papa prometteva di rimandare i lavori per bonificare i silos. Ma quelle bonifiche non ci furono, e ciò che è successo lo sappiamo». Nei lunghi anni del processo Lorena non si ferma alla vicenda personale, interviene nelle scuole e nelle piazze per accendere un faro sulla sicurezza. «Non è possibile che nel 2020 si vada a fare il proprio dovere senza tornare a casa. An-

In alto, l’incendio della Umbria Olii del 25 novembre 2006. Nel riquadro, Lorena Coletti

dicembre 2019


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