2006. Spazioper, l'esperienza di uno spazio giovani nel parco

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SE UN PARCO RINASCE CANTIERE CULTURALE GIOVANILE Il percorso di animazione di “Spazioper” a Borgomanero

Il racconto di questa espererienza su “Animazione Sociale” ed in giro per l’Italia Giovanni Campagnoli



SPAZIOPER: SE UN PARCO RINASCE CANTIERE CULTURALE GIOVANILE Il percorso di animazione di Spazioper a Borgomanero (No) Animazione Sociale, numero 3 2006 SPAZIOPER: SE UN PARCO ABBANDONATO CANTIERE CULTURALE GIOVANILE Fermo, 15 giugno 2006

RINASCE

INCUBATORI DI FUTURO Rozzano, 3 marzo 2007 (SpazioAurora) LA COMPLESSITA’ DELL’ORGANIZZAZIONE SOCIALE “SPAZIOPER”: LE DIMENSIONI RILEVANTI E LE IPOTESI DI GESTIONE Napoli, 15 giugno 2007 Incontro Rete Politiche Giovanili.it PRIMO BENCHMARKING NAZIONALE SULLE POLITICHE GIOVANILI: LE ORGANIZZAZIONI SI CONFRONTANO ED APPRENDONO IL CENTRO GIOVANI SPAZIOPER: UN LUOGO DOVE SI GENERA CITTADINANZA Bologna, 8 luglio '08


esperienze GIOVANNI CAMPAGNOLI - MANUEL CERUTTI - MARCO MARTINETTI - GABRIELLA CONTU

SE UN PARCO RINASCE CANTIERE CULTURALE GIOVANILE Il percorso di animazione di «Spazioper» a Borgomanero (No)

Trasformare un parco degradato e inutilizzabile in un luogo di ritrovo e sperimentazione giovanile. Spesso le esperienze di sviluppo locale nascono da intuizioni come questa, capace di connettere e saldare tra loro due obiettivi tipicamente sociali: la riqualifica ambientale di un pezzo di città con il bisogno di spazi di aggregazione giovanile. Ma perché un’esperienza sia sociale non basta un’intuizione, occorrono modalità, logiche e pratiche congruenti. Il ricorso a processi tipici dell’animazione socioculturale si rivela un sostegno importante per lavorare in questa direzione.

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talo Calvino ha immaginato un potentissimo monarca, il Gran Khan, affidare a Marco Polo, esploratore per antonomasia, il compito di descrivergli le città incontrate. Ne è nata una galleria di «città invisibili», che nella loro ricercata stranezza rivelano non pochi punti di contatto con i nostri agglomerati urbani. Nel rileggere la nostra esperienza di lavoro, il concetto stesso di «città invisibile» ci è tornato alla mente. Più volte. Le città invisibili sono quegli aspetti della comunità che non si possono/vogliono vedere, l’equivalente della polvere nascosta sotto il tappeto. Azioni di promozione della partecipazione o politiche per i giovani spesso trovano comodamente spazio sotto il tappeto. Le città invisibili sono quei luoghi segreti e quasi mitici, per loro natura inaccessibili. È quanto accade ad alcuni spazi giovani che esistono a prescindere dalla comunità di appartenenza, luoghi a uso esclusivo dei giovani, riserve indiane che suscitano diffidenza o addirittura timore in alcuni e placano i dubbi di altri, dimostrando che qualcosa per i giovani è stato, tangibilmente e inequivocabilmente, fatto: adesso tocca a loro organizzarsi. !! Marzo "##!

Le città invisibili sono la città che non vedo, se guardo solo la mia casa o la mia via. Si tratta allora di capire da dove possa derivare questa miopia sociale, in cui la dimensione pubblica sfuma e sbiadisce mentre è possibile mettere a fuoco solo ciò che è strettamente privato, non in quanto profondamente personale ma in quanto decisamente limitrofo ed escludente. Le città invisibili, infine, sono il non-ancora, quindi la possibilità: sono le visioni di città che potrebbero essere, ma alle quali occorre lavorare un po’. Ci è tornata in mente, allora, l’immagine che ha dato il via al progetto: l’idea che la città sia un organismo vivente alimentato dall’interscambio di beni, relazioni e idee che circolano al suo interno. Un organismo che per respirare ha bisogno anche e soprattutto della sua parte più giovane. Perché se non scommette sul protagonismo sociale dei ragazzi, la città rischia in futuro di essere abitata da in-dividui, ovvero da soggetti che non condividono lo spazio sociale con altri, atomi sul territorio, tra loro slegati, senza un’idea di società in testa perché non l’hanno sperimentata da piccoli. Animazione Sociale


esperienze La sfida che si presenta, allora, può essere così definita: come può la città diventare, da spazio solo fisico (non-luogo), laboratorio sociale e culturale dove i giovani possono trovare stimoli e strumenti per inventare nuovi mondi possibili? (1)

Quel parco dove nessuno andava Settembre 2001. Il Comune di Borgomanero (No) e Legambiente organizzano la giornata ecologica «Puliamo il mondo» e scoprono ciò che da tempo è sotto gli occhi di tutti: il Parco della Resistenza, quello che dovrebbe rappresentare il polmone verde della piccola città piemontese, è in stato di totale abbandono. Un luogo cupo, mercato di spacci. È un luogo cupo, silenzioso, patria del disagio, dove si moltiplicano le siringhe e i senza fissa dimora cercano riparo, mercato di spacci e delinquenza, spazio sottratto alla cittadinanza che non osa avvicinarsi. Suo simbolo è un piccolo chiosco abbandonato, che nessuno vuole prendere in gestione e in cui, comunque, nessuno oserebbe spendere il proprio tempo. In quell’area gli impianti sportivi sono in totale stato di abbandono e degrado. Quel chiosco e quegli impianti, oggi, a cinque anni di distanza, sono il volano di un progetto innovativo che ha ridato fiato tanto al parco quanto alla città. Si chiama «Spazioper», e nel nome c’è la sua promessa: rendere il Parco della Resistenza uno spazio per fare musica, cinema, teatro, sport, uno spazio in cui i giovani possano non solo fruire di servizi, ma, con l’aiuto di un adulto (l’animatore), partecipare all’ideazione e realizzazione di iniziative. Se il risultato finale conta, ed è sotto gli occhi di tutti, altrettanto importanti sono i meccanismi e i processi attraverso cui ci si è arrivati. Dopo la giornata di «Puliamo il mondo», alcune associazioni fanno pressione affinché il Comune intervenga per il recupero dell’area abbandonata. Il primo passo ufficiale risale al maggio del 2002: si tratta della pubblicazione Animazione Sociale

di una gara d’appalto per la gestione dell’area, che prevede anche lo stanziamento di un contributo per la rimessa in funzione delle strutture. Il progetto fa sue le richieste portate dalle associazioni e prevede, tra le sue finalità generali, «realizzare attività culturali, sportive e del tempo libero per i giovani; attuare interventi per l’effettivo inserimento dei giovani nella società, prevenire e contrastare fenomeni di emarginazione e devianza». In più, come si legge nel bando, il progetto mira a creare un centro di aggregazione e animazione, capace di favorire forme di auto-organizzazione dei giovani che portino a realizzazioni concrete e riconosciute dalle comunità locali nei diversi campi dell’espressione, della comunicazione, delle relazioni sociali, dell’ambiente e della qualità della vita. Si aggiudica la gara un raggruppamento di organizzazioni diverse, che ha come capofila la cooperativa sociale «Vedogiovane» e che comprende l’associazione giovanile «Musicaviva», la cooperativa «Raggio Verde», l’associazione culturale «Bolle di Cartone» (2). Gli obiettivi che questi soggetti condividono e che stanno alla base del lavoro comune sono i seguenti: offrire un punto di riferimento ai giovani che sia luogo di incontro ma anche di promozione e diffusione delle culture giovanili; promuovere opportunità di tempo libero «non di consumo»; offrire la possibilità di sperimentarsi nella ideazione e realizzazione di iniziative; favorire la nascita di nuovi soggetti collettivi; coinvolgere il mondo giovanile nell’o(1) Campagnoli G., Marmo M. (a cura di), Animazione giovanile. L’esperienza di Vedogiovane, UNICOPLI, Milano 2002. (2) La cooperativa sociale «Vedogiovane» è attiva dal 1988 a Borgomanero (No) nel proporre attività di animazione sociale e culturale; l’associazione giovanile «Musicaviva» ha lo scopo di favorire la diffusione della cultura musicale giovanile; la cooperativa «Raggio verde» nasce su iniziativa di un gruppo di giovani decisi a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso il commercio equo e solidale; l’associazione culturale «Bolle di cartone» organizza corsi a carattere artistico e mostre e pubblica fumetti e fanzine.

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esperienze pera di rimessa in piena efficienza di un patrimonio pubblico. Il desiderio di costruire un luogo sociale. Vincere la gara non basta. Per partire bisogna prima mettere mano al parco e alle strutture sopravvissute. Per ragionare insieme sul «come» farlo si costituisce un’équipe di progetto mista composta da istituzioni, associazioni e cooperative interessate, che condividono il desiderio di costruire un luogo in cui le dimensioni umane e relazionali siano tenute presenti nel quotidiano del lavoro. Tutto ciò si traduce nella nascita di un’area viva e vitalizzante, chiamata «Spazioper giovani protagonisti». Il primo risultato è la ristrutturazione degli spazi: il chiosco cadente diventa un «Equobar» dalla grafica molto caratteristica, gli spogliatoi dei campi da tennis vengono rimessi in funzione, si ricava lo spazio per una sala prove e un piccolo studio di registrazione, si cominciano i lavori per rendere utilizzabile il campo da calcetto e da tennis. Con il passare del tempo Spazioper diventa un centro di incontro per i giovani di Borgomanero, nel quale ogni organizzazione è impegnata in base alle proprie competenze: Vedogiovane si occupa del coordinamento, progettazione e realizzazione della dimensione animativa; Musicaviva realizza il Kallaloo sound system, un sistema di sale prove, studio di registrazione e montaggio video capace di supportare i giovani musicisti; cura, inoltre, le proposte musicali dal vivo, in inverno con DJ set e jam session acustiche, in estate con una rassegna per band emergenti; RaggioVerde cura Equobar, cioè un bar con prodotti tipici locali, biologici e del commercio equo, incentivando la conoscenza e la sperimentazione di altre modalità di consumo; Bolle di cartone si occupa degli aspetti artistici ed espressivi: ogni mese organizza una mostra di giovani artisti, cura la promozione e la grafica di Spazioper (merchandising, locandine, sito web). Ma non è tutto. A Spazioper nascono nuove associazioni giovanili:

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«Sudden Society ’03», che ha costruito e gestisce uno skate park; «Occhi aperti», che si occupa di arti digitali e visual art e cura proiezioni; «Befolk», una band che ha riarrangiato in chiave folk-rock diversi canti partigiani. Si produce, poi, una newsletter che tiene aggiornate tutte le persone interessate sugli eventi e le iniziative, mentre il sito internet presenta le attività realizzate e da realizzare. Naturalmente ci sono anche eventi di varia natura: feste, incontri, giornate a tema su legalità, prevenzione all’HIV, risorse idriche, rapporto tra Nord e Sud del mondo, concerti, 25 aprile, Giornata della memoria e dell’antimafia. Ma anche attività sportive legate ai campi da tennis e da calcetto, tornei, ecc.

Una figura centrale: l’animatore La premessa a questo lavoro sta nella convinzione che i giovani chiedano luoghi per fare aggregazione. Connettere la riqualifica ambientale del parco cittadino con il bisogno di spazi di aggregazione giovanile significa scommettere su voglia e capacità di protagonismo dei giovani. Ma la scommessa non può essere affidata al caso: è necessario creare condizioni che ne favoriscano la realizzazione. Le prime condizioni che individuiamo si riferiscono alla presenza di figure adulte riconosciute e in grado di garantire le condizioni per la continuazione e lo sviluppo del progetto. Identifichiamo chiaramente l’importanza della presenza di un coordinatore, che curi l’andamento dell’équipe, del progetto in generale e tenga i rapporti con l’Amministrazione. Fondamentale è anche la presenza di un adulto di riferimento, l’animatore, che accompagna i giovani e contribuisce a creare nuove strategie di interazione fra loro, le istituzioni e il territorio. Un operatore che lavora per 18 ore settimanali, in uno spazio aperto 7 giorni la settimana, da mattina a notte, è garanzia e perno di un tutto che prende forma e vita, catalizzatore di processi e di incontri, tra compagnie di giovani diversi. Animazione Sociale


esperienze La strategia del lavorare con i gruppi. L’animatore ha più gruppi di riferimento: l’équipe di progetto, condotta dal coordinatore e costituita dall’Ente locale e dalle organizzazioni partner, con cui ragiona sul senso e sui significati del progetto, sulle sperimentazioni possibili, sulle innovazioni, sulla valutazione; l’équipe animativa, coordinata dall’animatore stesso, formata da volontari e tirocinanti, con cui condivide responsabilità di programmazione e aggregazione, e dai vari gruppi di adolescenti che promuovono iniziative e curano la programmazione mensile; l’équipe del gruppo bar, formata da un responsabile (titolare della licenza amministrativa) e diversi aiuto-baristi (giovani studenti universitari in stage, volontari del servizio civile). Occorre ricordare, inoltre, la serie di incontri, occasioni, contatti più casuali che avvengono nella comunità e che l’animatore trasforma in programmazione, inserendo queste opportunità nel cartellone mensile o in quello estivo. Questa è un’area di lavoro che si sviluppa con il procedere del progetto, in quanto Spazioper è sempre più riferimento tanto per i giovani che si vogliono impegnare, quanto per le organizzazioni che promuovono iniziative in città e che vorrebbero proporle al Parco. L’animatore allora crea delle équipe ad hoc, in funzione di un microprogetto, che si sciolgono dopo aver raggiunto e verificato lo scopo. Quella dell’animatore è una professionalità multitasking, perché deve avere competenze di progettazione sociale e conduzione di gruppi di lavoro, capacità di relazionarsi tanto con le istituzioni quanto con la comunità nel suo insieme, abilità nell’organizzare e promuovere eventi, nel valorizzare e rendere visibile tutto il lavoro che viene svolto a Spazioper: un professionista in grado di organizzare e di raccordarsi con il coordinatore. Il tentativo di lavorare con molti giovani. Ma come si evolve il lavoro dell’animatore nel corso del tempo? Animazione Sociale

Dopo il primo anno dall’avvio del progetto si lancia un invito ai ragazzi che frequentano in modo assiduo Spazioper, affinché si incontrino per definire attività da programmare mensilmente. Risultato di questo impegno è la formazione di un gruppo di adolescenti che partecipa alla programmazione (e realizzazione) del cartellone mensile degli eventi. L’animatore raccorda l’impegno di questi giovani con i responsabili delle associazioni partner del progetto in modo da garantire loro spazi e strutture affinché possano trovare possibilità di espressione. La programmazione è ben più rigorosa della semplice raccolta di interessi e desideri: entro il 15 di ogni mese viene realizzato il calendario delle iniziative del mese successivo, stampato su manifesti e volantini e distribuito in città dai ragazzi stessi. Allo stesso modo vengono preparati i comunicati stampa, le newsletter, gli aggiornamenti del sito web. Animatore e coordinatore raccordano il proprio lavoro e con la consulenza di un grafico si procede alla promozione. In estate la programmazione viene ulteriormente sviluppata. Dal 21 giugno (giornata europea della musica) a fine settembre il cartellone delle iniziative a Spazioper si sviluppa sotto lo slogan «R-estate al parco, ogni sera un evento». Gli appuntamenti si susseguono secondo un calendario settimanale, che prevede per ogni giorno un’iniziativa diversa: cinema all’aperto, appuntamenti culturali, jam session, proiezioni fotografiche, teatro e cabaret (con giovani attori locali), rassegna delle giovani band, esibizioni nello skate park illuminato. Il tentativo di lavorare con molti giovani e organizzazioni richiede l’utilizzo di modalità operative diversificate. Si cerca di sostenere iniziative in linea con gli obiettivi del progetto, privilegiando sperimentazione e interazione. Si opta per una pratica di azione sociale, in cui la coppia animatore-coordinatore, spesso impegnata in prima linea nel fare, possa poi dedicare momenti a lasciar decantare esperienze ed emozioni, al fine di trasferirsi reciprocamente conoscenze, apprendimenti e competenze. "##! Marzo !&


esperienze I ragazzi, da avventori a organizzatori. La nascita di équipe molteplici, per progetti e iniziative ad hoc, permette di ottenere informazioni e sperimentare nuovi comportamenti, osservando ciò che essi determinano, in discontinuità con regole e aspettative tradizionali. Queste collaborazioni informali facilitano il trasferimento di conoscenza, diventando un grande processo di learning-by-working, ma anche un grande veicolo di sviluppo del capitale sociale in dimensioni rilevanti (3). Non solo: in questo modo le persone coinvolte in un microprogetto possono veicolare ad altri che si affacciano successivamente le modalità di replicazione e il modus operandi. Infatti una delle caratteristiche di Spazioper è il continuo rinnovamento delle forze giovani impegnate a progettare. A rendere possibile questo circolo virtuoso che porta l’avventore a divenire organizzatore (e quindi partner, anche se per poco, del progetto) è il lavoro quotidiano con i giovani: l’animatore ha il compito di entrare in contatto con i giovani che frequentano Spazioper, di chiacchierare con loro, di conoscerli e di far conoscere il progetto. Da questo incontro nasce la possibilità di partecipare, la costruzione e il coinvolgimento dei gruppi: l’animatore è chiamato a soffermare la propria attenzione sui processi relazionali e decisionali, sulle dinamiche di potere e di coinvolgimento. Tutto questo senza sottrarsi al confronto, rendendolo anzi aperto alla soggettività sociale del gruppo, quando non dell’intera comunità, piuttosto che questione da risolvere a tu per tu, raccogliendo anche gli spunti più timidi e dissonanti. La creazione di un gruppo genitori. Entrati nel terzo anno di lavoro emerge un aspetto nuovo, inatteso: Spazioper è anche riferimento per quelle famiglie «normali» (cioè non segnalate ai servizi o multiproblematiche) alle prese con un problema educativo portato dalla figlia o dal figlio adolescente. Anche questo è un aspetto interessante, un nuovo bisogno cui oggi si tenta di dare risposta impostando con le famiglie un percorso educativo di confronto con i figli.

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Il punto di partenza è un lavoro di montaggio di videoclip con interviste incrociate genitori-figli, ai quali vengono rivolte le stesse domande. Spiazzanti, per tutti, le risposte. Da lì nasce una serie di serate con i genitori e alcuni formatori di Vedogiovane, arrivando alla creazione di un gruppo genitori, coinvolto in alcune iniziative di Spazioper.

I linguaggi della comunicazione Sin dalla nascita di Spazioper ci si interroga sull’opportunità di destinare risorse specifiche alle attività di comunicazione. Comunicare il senso del progetto. Una semplice considerazione porta a evidenziare l’importanza della comunicazione. Poiché Spazioper è aperto ogni giorno dalle 7 del mattino fino a sera, per un totale di 70 ore a settimana, la comunicazione e l’informazione rivolte a chi lo frequenta non possono essere affidate solo all’animatore, presente 18 ore a settimana: se da un lato è fondamentale che i baristi, parlando con gli avventori, fungano per così dire da back office delle attività del progetto, dall’altro è indispensabile curare con attenzione strumenti specifici per comunicare aspetti quali: informazioni generali: che cos’è il progetto, quali sono le iniziative, chi è possibile contattare; informazioni tecniche: iscrizioni a tornei, prenotazioni campi e sala prove, prenotazioni a cene o eventi, domande per esporre lavori artistici, ecc.; informazioni sui prodotti del bar: prodotti di derivazione dal commercio equo e solidale o prodotti locali, che occorre far conoscere e promuovere presso gli avventori. Tutte queste esigenze condizionano le scelte comunicative: è necessario optare per una politica di brand, che viene richiamato nell’insegna, nei poster, sul web, nei volantini, (3) Lipparini A., La gestione strategica del capitale intellettuale e del capitale sociale, il Mulino, Bologna 2002.

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esperienze nelle brochure, sul pannello pubblicitario nel Parco, ma anche all’interno dell’Equobar. All’interno del progetto coesistono due modalità integrantisi ma distinte di comunicazione: quella orizzontale tra giovani, che è un canale molto efficace per il passaggio delle informazioni; quella basata sull’uso di alcuni strumenti di marketing. Altra caratteristica necessaria per uno spazio di partecipazione giovanile consiste nella capacità di far comprendere chiaramente il senso del progetto e le modalità con cui viene realizzato, affinché i giovani diventino consapevoli delle modalità di partecipazione. Pertanto è fondamentale riuscire a raccontare sia il progetto, sia come funzionano le strutture, e occorre curare costantemente l’immagine di Spazioper affinché sia il più possibile coincidente con la sua identità di «cantiere culturale giovanile», pena l’identificazione con esperienze di altro genere (ad esempio, centro sportivo, centro sociale, ecc.) e la perdita di parte del suo valore. Linguaggi vicini alla pubblicità. Elementi quali cura delle cose, puntualità nelle aperture e nelle chiusure, manutenzione e corretto funzionamento delle strutture, ma anche il comportamento che i giovani di Spazioper tengono, i loro consumi, sono aspetti che formano la percezione di qualità o meno da parte delle persone. Si tratta di elementi rilevanti tanto quanto le iniziative di comunicazione curate periodicamente: uno spazio giovanile in una città rischia sempre di evocare la perdita di controllo sociale sui giovani, la droga, il «chissà cosa succede lì dentro...». È allora necessario, anche ai fini della sopravvivenza stessa del progetto, che ci sia un giusto equilibrio tra elementi visibili ed elementi non visibili di Spazioper. Per quanto concerne lo stile di comunicazione adottato per rivolgersi ai giovani, occorre avere il coraggio di usare strategie diverse, attuali, non per seguire mode, ma per dare il segnale di saper abitare sempre meglio il tempo Animazione Sociale

presente. Per questa ragione si utilizzano un brand e segni distintivi ad hoc, basati sul logo individuato. La scelta di adottare un linguaggio più vicino a quello della pubblicità è consequenziale all’idea di rivolgersi a un target ampio di ragazzi, per quanto difficilmente coinvolgibile, consapevoli di un contesto in cui l’abitudine alla lettura così come il numero di vocaboli a disposizione degli adolescenti è in progressivo calo.

La costruzione della koiné Spazioper è in primis un progetto di politiche giovanili, ad ampio raggio: percorso di riqualificazione di spazi urbani, espressione delle culture giovanili ed espressione di imprenditoria giovanile. L’ipotesi di fondo è che scommettere sulle politiche giovanili possa dare frutti anche all’intera comunità. Le politiche giovanili, infatti, possono generare risorse a livello locale in quanto muovono energie, coinvolgono forze, passioni, entusiasmi, emozioni. Inoltre questo progetto riesce ad aggregare giovani anche molto diversi tra loro: non è rivolto solo a coloro che rientrano nella categoria del disagio, bensì a tutti coloro che vogliano partecipare attivamente alla vita della città. A Spazioper è più facile aggregare perché è un luogo aperto molte ore al giorno, l’ambiente è informale e giovanile ed è bello e piacevole starci: si passa di lì, ci si ferma a bere qualcosa, intanto si scoprono le iniziative, magari si pensa a cosa piacerebbe ci fosse. La partecipazione come emotivo «sentirsi dentro». Col passare degli anni notiamo come il mantenimento di un buon «clima», dove l’animatore garantisce anche una dimensione di svago e di piacere, è precondizione perché possano emergere potenzialità, idee e risorse da parte di chi partecipa. Pare infatti che per i giovani oggi il concetto di partecipazione si giochi su una doppia dimensione: quella del «prendere parte» e quella del «sentirsi parte», come se ci fosse un modo razionale legato al campo "##! Marzo $'


esperienze del diritto-fondamento, ma ci fosse anche un più emotivo «sentirsi dentro» a processi, alla comunità, a varie forme di appartenenza (4). Questo secondo aspetto del «sentire comune» è determinante per i giovani, in quanto fonda e mantiene vivi i legami, le passioni, il piacere di incontrare le persone e forma quella che viene chiamata koinè (5), cioè il senso di comunità condiviso, il capitale sociale. Pensare a Spazioper come a un catalizzatore necessario alla produzione di capitale sociale è certo un nuovo modo di intenderne la mission e il ruolo. Inoltre significa riconoscere che i percorsi e le iniziative giovanili nati qui rappresentano una produzione di piccoli (ma importanti) beni pubblici, cioè di beni relazionali, riconosciuti e riconoscibili dalla comunità, in cui le soggettività coinvolte si riconoscono. Come si costruisce partecipazione? Il primo passo verso la costruzione di questi legami è l’accoglienza incondizionata: Spazioper è aperto a tutti, non ci sono limiti pregiudiziali. Chiunque ha la possibilità e quindi il potere di progettare e riprogettarsi all’interno del proprio percorso di vita. Anche se qui tali termini assumono un significato particolare: progettare non significa, in questo contesto, chiudersi in meditazione solitaria per generare nuove idee, ma vuol dire condividere. Condividere innanzitutto le proprie aspettative, poterle confrontare con altri per costruire insieme percorsi possibili, nella fatica della continua contrattazione e mediazione. Ed è proprio il percorso di contrattazione con gli altri a essere generativo, a produrre cambiamenti e novità. Il secondo passo è la promozione della partecipazione. Nella nostra esperienza, perché questa possa essere efficace, devono essere garantiti livelli differenti di partecipazione: solo così è possibile estenderla a soggetti differenti per aspettative, desideri, storie e caratteristiche personali. Ecco, di seguito, i differenti livelli di partecipazione attivi a Spazioper: quello dei giovani responsabili delle associazioni partner del progetto, che sono autonomi nel ritrovarsi e nell’organizzare iniziative;

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quello del gruppo di adolescenti che, con l’aiuto e la supervisione dell’animatore, si occupa della programmazione mensile ed estiva; quello dei giovani che scelgono di lavorare lì: baristi, fonici, stagisti e tirocinanti, volontari, animatore e coordinatore; quello del pubblico che prende parte alle varie attività promosse dai giovani e usufruisce dei servizi offerti; quello di giovani di altre organizzazioni che collaborano con Spazioper in occasione di eventi particolari; quello degli avventori dell’Equobar, che vengono informati delle scelte relative ai prodotti e del loro significato. A Spazioper si riescono a intercettare queste diverse modalità partecipative, proponendo qualcosa a ciascun target, in ultimo anche a quello di famiglie e genitori che qui si rivolgono portando preoccupazioni, ansie e difficoltà educative. Una partecipazione calata dentro la comunità locale. Promuovere la partecipazione giovanile significa quindi garantire spazi di effettivo protagonismo all’interno della comunità, non in alternativa a essa. Spazioper non è solo un luogo in cui si fanno politiche per i giovani, ma anche un luogo in cui i giovani stessi fanno politiche giovanili. Ripensando al nome del progetto – Spazioper, assegnato quasi per caso, a ridosso della scadenza dei termini di presentazione alla gara d’appalto – si scopre che grazie al lavoro animativo quel nome ora significa uno spazio abitato da persone con cui «si fa qualcosa e si pensa a cosa si è fatto», un nome che crea socialità, legami e alleanze. In primo luogo tra tribù giovanili diverse (musicisti, skater, writer, commercio equo, ecc.), che hanno qui una (4) Croce M., Ottolini G., L’orizzonte della comunità e la strategia del capitale sociale, in Dalle Carbonare E., Ghittoni E., Rosson S. (a cura di), Peer Educator. Istruzioni per l’uso, FrancoAngeli, Milano 2004. (5) Campagnoli G., Là dove si rigenera la cittadinanza. Informazione e partecipazione: la nuova sfida degli Informagiovani, in «Animazione Sociale», 5, 2005.

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esperienze casa comune, ma non solo. Il nome Spazioper dà conto della voglia di aggregare per qualcosa e non contro qualcosa: non uno «spazioanzi», nel senso di spazio sottratto alle istituzioni, ma uno spazio che le richiama, le impegna con la propria visibilità.

Il circolo virtuoso delle politiche giovanili Spazioper è un progetto che sa generare risorse, nel senso che le risorse che impegna non rappresentano solamente una spesa a fondo perduto da parte dell’Amministrazione pubblica, ma sono anzi la leva in grado di generare altre risorse da investire nel progetto medesimo. Ma qual è il meccanismo economico che permette l’esistenza di Spazioper? L’effetto moltiplicatore nella comunità. L’Amministrazione comunale, dopo aver pubblicato un bando per la ricerca di un partner con cui progettare e gestire un luogo per i giovani, si convenziona con l’organizzazione selezionata sulla base della migliore proposta. Successivamente, di comune accordo, si concertano i lavori di ristrutturazione, gli importi dei contributi, l’ottenimento di licenze e permessi amministrativi. Oltre all’investimento iniziale e ad altri fondi necessari per migliorare la struttura nel corso degli anni, il Comune eroga un contributo annuale utilizzato per la promozione e la retribuzione del lavoro animativo. La spinta garantita da questo investimento permette lo sviluppo dei vari servizi e attività – l’Equobar (aperto da mattino a notte), le sale prove e lo studio di registrazione, i campi di calcio a 5 e i campi da tennis – che prevedono il pagamento di un prezzo da parte degli utenti e i cui utili sono reinvestiti nel progetto. Questo meccanismo è reso possibile da una struttura che offre più servizi, alcuni dei quali a pagamento. Altri servizi sono gratuiti – skate park, spazi per concerti, incontri, DJ set, jam musicali, teatro, cinema, video, ecc. –, ma l’agAnimazione Sociale

gregazione che producono fa sì che si generi una redditività attraverso gli incassi dell’Equobar. Quindi un unico spazio che offre più servizi e che si connota come vero e proprio cantiere culturale giovanile calato nella comunità locale in quanto frequentato non solo da giovani, ma anche da adulti, anziani, famiglie e bambini, soprattutto durante il periodo estivo. Questa formula consente a Spazioper di essere un intervento sociale in grado di generare risorse non solo grazie ai prezzi dei servizi offerti a pagamento, che permettono il sostegno alle persone che lì lavorano, ma anche perché questi spazi giovanili polarizzano energie, passioni e impegno. La partecipazione dei giovani a queste strutture si traduce in un «effetto moltiplicatore» nella comunità, effetto che si rivela particolarmente significativo perché si avvantaggia delle reti amicali di quei giovani che a Spazioper partecipano attivamente e quindi portano maggiori proventi all’Equobar. Ma non solo: l’impegno attivo di questi giovani significa sia un lavoro diretto (anche manuale, ad esempio per la costruzione dello skate park, in cui la manodopera è stata prestata dai suoi futuri utenti-gestori) sia la messa a disposizione del progetto di quei contatti personali che comportano spesso sconti su lavori e forniture, consulenze, coinvolgimento e passaparola positivo (grazie a un network locale che si costruisce con diversi attori). Dare visibilità alla mobilitazione di risorse. Così, se questo impegno dovesse essere valutato economicamente, probabilmente si evidenzierebbe che l’investimento effettuato dall’Amministrazione pubblica viene ampiamente valorizzato in termini di risorse mobilitate a favore dei giovani. Ma perché tutto ciò possa accadere, è necessario dare visibilità, valutare e misurare questo «effetto leva», rendendo visibile presso l’Amministrazione locale l’esistenza di un «circolo virtuoso» delle politiche giovanili. In un progetto come questo la responsabilità e le logiche di chi lo gestisce sono più complesse di quelle che entrano in gioco in "##! Marzo $(


esperienze altri interventi sociali (ad esempio, in un Centro di aggregazione). Infatti non è sufficiente amministrare le risorse date, cercando di farlo nel modo più efficiente possibile, poiché, oltre a questo, non si può non tener conto delle logiche di impresa, in quanto l’Amministrazione pubblica garantisce solo una parte del sostegno economico, mentre il resto proviene dalle capacità di gestione. Questo implica che le iniziative e le proposte non possano non tenere in considerazione le entrate del bar, con l’obiettivo che tutte si autofinanzino, consentendo di pagare il lavoro delle persone che sono occupate. In realtà, poiché alcune iniziative producono utili (ad esempio, concerti e visioni collettive di eventi calcistici), mentre altre sono in perdita (ad esempio, gli incontri culturali), l’obiettivo è che in un’ottica complessiva i conti pareggino. Come già osservato, l’immagine di uno spazio giovanile è fondamentale per il successo economico dello spazio stesso. Oggi contribuisce senz’altro a questa, oltre a quanto già esplicitato, anche la qualità delle attrezzature tecniche presenti, la qualità delle riviste in visione (periodici di cinema, arte, musica, skate, viaggi, ecc.), il book-crossing (la rete di punti all’interno della città in cui le persone possono lasciare i loro libri e prendere quelli lasciati da altri). Se il barista è animatore. Infine una nota va fatta per il personale dell’Equobar: sono le persone del primo contatto, molto più presenti dell’animatore, e agli occhi di molti rappresentano il progetto. È fondamentale fermarsi a ragionare con questi ragazzi e ragazze sul significato del loro lavoro, sulle rappresentazioni che gli altri hanno di loro, sulle scelte educative che devono rispettare e far rispettare: ad esempio, rispetto ai prodotti del commercio solidale, alla rinuncia a loghi e relativi vantaggi, al divieto di fumo, all’assenza di videogame. Affinché il personale che lavora a Spazioper entri sempre più in questa dimensione, viene attivato un percorso formativo e di ac-

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compagnamento professionale specifico sulla figura dell’animatore/barista. Il percorso, tenuto da formatori di Vedogiovane e da consulenti in materia di normativa sul lavoro, è centrato su cinque moduli, che evidenziano le abilità necessarie per il ruolo rivestito: capacità di osservazione del mondo giovanile; competenze di relazione individuale e di gruppo; figura commerciale del barista e suoi compiti imprescindibili; commercio equo e solidale, marketing e rapporto con il cliente; gestione efficiente di un bar in uno spazio giovanile integrato. Il percorso formativo è seguito da uno di accompagnamento professionale, caratterizzato da un incontro mensile con tutto lo staff dell’Equobar.

Le proteste del vicinato Laddove viene esercitato il potere in direzione del cambiamento, spesso si sviluppa una reazione contraria più incline alla staticità, una «resistenza al cambiamento». In questo, Borgomanero non fa eccezione. Capire anche le ragioni degli intolleranti. Trasformare un parco degradato e inutilizzabile in luogo di ritrovo e sperimentazione non per tutti è un’idea degna di lode. In fondo, prima non produceva suoni, era silenzioso, abbandonato, sporco e mal frequentato: un organismo morto che rappresentava il rimosso della città. Oggi è un organismo vivente che fa rumore e magari disturba. Eccolo allora diventare oggetto di una campagna serrata, da parte dei vicini disturbati dal via vai di persone, dal volume della musica e del cinema all’aperto. L’onda di questa protesta viene cavalcata da alcune forze politiche interessate a garantire la tranquillità, la privacy e la sicurezza dei vicini di casa di Spazioper. La prima reazione sarebbe di arrivare immediatamente a dire che da una parte ci sono Animazione Sociale


esperienze i buoni, i generosi e gli accoglienti, dall’altra gli intolleranti. Ma questo non aiuterebbe a capire, mentre occorre aver voglia di comprendere anche le ragioni di chi osteggia il progetto. Probabilmente queste non possono essere comprese in pieno se non si introducono nel ragionamento delle macro-categorie, altrimenti non ci si riuscirebbe a spiegare come possa generarsi in alcuni un’avversione al progetto non giustificabile sulla base di eventuali disagi arrecati. Basterebbe, forse, ricordare quanta individualità e frammentazione alberghino nelle città, dove si assiste a un progressivo ritrarsi nel privato, mentre al pubblico, tutt’al più, resta la richiesta di servizi e di maggior sicurezza. Un pensiero-guida sembra essere che l’aggregazione sia «pericolosa» per se stessa evidentemente più di quanto lo fossero in passato le forme di microcriminalità presenti nel parco prima che Spazioper diventasse realtà. Se nei confronti di Spazioper alcune persone provano questo, è normale che si sentano non tutelate dall’Amministrazione comunale, vittime di una situazione da cui non si possono difendere. I mediatori sociali: anziani, mamme e bambini. Anche la scelta degli strumenti di protesta che alcune di queste persone «disturbate» da Spazioper hanno utilizzato è significativa. Non il dialogo, la discussione, il confronto in un’assemblea pubblica (che pure è stata organizzata da chi gestisce il progetto proprio per trovare un punto in comune tra le esigenze dei giovani, del vicinato, delle istituzioni), ma il ricorso, solitario, all’azione legale. Ma allora come può avvenire a livello sociale un cambiamento? Come si può pensare a Spazioper come a una situazione di vantaggio per tutti, anche in termini di sicurezza e tranquillità? Occorrono sicuramente nuovi mediatori sociali per far cambiare le percezioni. Non le istituzioni o i media, ma due precise categorie sociali: anziani e mamme con bambini piccoli. Riuscire a intercettarli e costruire qualcosa per e con loro potrà costituire l’avvio, sorprendente, di un cambiamento nella comunità. Animazione Sociale

Lavorare sui legami L’esperienza pluriennale di Spazioper mette in evidenza come un progetto di politiche giovanili che voglia produrre risultati significativi sul territorio debba essere caratterizzato da due elementi basilari: alcuni spazi di libertà e una prospettiva di stabilità temporale. Per spazi di libertà si intende la possibilità che il progetto, oltre che frutto di una progettazione partecipata, sia continuamente formulato e riplasmato dalla contrattazione tra tutti i soggetti che ne sono protagonisti. Per stabilità temporale si intende la possibilità di un investimento prolungato nel tempo (in questo caso cinque anni). Promuovere il protagonismo dei giovani è un processo lento e va quotidianamente sperimentato in uno spazio accogliente e in un clima relazionale «caldo» che favoriscano nei giovani la percezione di avere a disposizione luoghi dove poter trasformare le proprie idee in progetti concreti. La spinta a costruire/gestire/abitare spazi di politiche giovanili si genera a partire da due intuizioni: che nessun luogo resiste all’abbandono, come testimoniano molti esempi nelle nostre città; che ogni zona degradata (o periferica) può ridiventare «centro del mondo», a patto di lavorare sui legami tra persone, tra generazioni, tra la gente e il suo territorio, tra passato, presente e futuro di una collettività. Rileggendo l’esperienza di Spazioper ci rendiamo conto di quanto sia animata da questa scommessa. Il futuro di una città dipende da chi la abita. Dipende da noi se questa sarà sempre più un «luogo» umanamente denso o un «non luogo» freddo e grigio. Giovanni Campagnoli - responsabile coop. soc. Vedogiovane - e-mail: gcampagnoli@vedogiovane.it Manuel Cerutti - responsabile progetto Spazioper. Marco Martinetti - responsabile area politiche giovanili di Vedogiovane. Gabriella Contu - operatrice di Vedogiovane. Recapito: Vedogiovane - via dei Frassini 16 28021 Borgomanero (No) - www.vedogiovane.it "##! Marzo $*


SPAZIOPER: se un parco abbandonato rinasce cantiere culturale giovanile (Animazione Sociale, n째 3/2006)


L’ A V V I O

28 settembre 2002 Puliamo il mondo: vengono raccolti 34 sacchi di immondizia nello spazio dell’ex bar e dei due campi da tennis dimessi. Poi con altre associazioni si fa pressione affinché l’Amministrazione intervenga. Le E …


3 marzo 2003: la struttura dell’ex bar prima dell’inizio dei lavori, dopo l’aggiudicazione della gara d’appalto con altri partner (Vg e altre tre organizzazioni giovanili) per farne uno spazio di protagonismo giovanile.


Il pallone del campo da tennis dismesso


L’interno del campo da calcio dimesso


L’area è luogo di consumo e spaccio di eroina. Per cui comincia la “raccolta delle pere”


25 marzo 2003: finalmente si inizia: ecco il cantiere


Giugno ‘03: i lavori proseguono, anche “in proprio”, con I giovani, I loro amici, qualche genitori, qualche artigiano (1° effetto moltiplicatore del lavoro con i ragazzi nelle comunità)


Raccolta delle pere 2 e 3: il 6 ed il 13 giugno si trovano ancora siringhe. Alcuni spacciatori vengono sorpresi mentre tentano di incendiare la struttura e sono messi in fuga dai ragazzi


Raccolta delle pere 4: 18 giugno si trovano altre siringhe. Sembra che l’area sia ridiventata un luogo di consumo di eroina. E il degrado aumenta. Un apprendimento è che “nulla resiste all’abbandono”.


Interno del bar: si progetta il bancone


Si definisce il progetto e si decide di: - comunicare professionalmente alla comunitĂ (web x abitare i tempi, non x mode, segni grafici ad hoc x circuito?);

- documentare i lavori ed il percorso; - formare un’equipe con resp. delle org. giov. e Amm. Com; - ricercare risorse altre da quelle di pol. giov.(altri Enti ed Ass)

In equipe si condividono i primi apprendimenti. Inoltre si sperimentano nuovi e partecipati assetti di potere nelle scelte di politiche giovanili comunali.


21 giugno 2003: per la “Giornata europea della musica” cominciano i concerti. Si fanno alcune azioni. I primi obiettivi sono di riabitare il parco, “raccontare” il progetto, oltre a visibilizzare espressioni giovanili e loro idee


In estate 8 concerti dal vivo


8 serate di cinema all’aperto


Si sperimenta l’Equobar, un bar in cui vi sono prodotti del commercio solidale, biologici e locali. Il commercio equo è un’esperienza giovanile, che segnala i giovani come portatori di sensibilità e valori diversi ed attuali. Ma è sempre in questo modo che le istituzioni (gli adulti) guardano ai giovani? O le prefigurazioni sono ben diverse?


Gli incontri culturali avvengono in un ambiente informale, bello, dove si sta bene e si ritrova il “gusto� di partecipare


11 luglio: c’è lo skate park, grazie ad un gruppo di skaters che porta a Spazioper la proposta. Nella comunitĂ il modello domanda/risposta vale? Grazie alla comunicazione ufficiale e a quella orizzontale, gli spazi giovanili si riempiono.


Feste multietniche: “Diversificando� e Celebrity Africa (festival delle Culture Africane)


Le mostre fotografiche di Salgado e poi, ogni mese, quelle di artisti locali, curate da “Bolledicartone�


13 Settembre: A-Gogna Park Festival (giovani artisti)


14 Settembre: si decide di “stare” nella comunità, partecipando ad un evento locale, la Festa dell'Uva, con la macchietta di SpazioPer.


20 settembre: l’interno del bar è quasi pronto


Ed anche l’esterno


Siamo partiti da qui, lavorando con i giovani, scommettendo sul loro impegno per fare qualcosa per la città, considerata un “essere vivente”, luogo pieno di relazioni, vitale. E che ha bisogno di spazi sociali e della sua parte più giovane. Pensando che questa abbia bisogno di relazioni, di sperimentarsi, di condividere il proprio spazio sociale. Se no si rischia di rimanere “in-dividui”, cioè soggetti che non condividono, atomi tra loro slegati, senza un’idea di democrazia e di società perché non l’hanno sperimentata da piccoli.


La grande scommessa è VIVERE IL PARCO, perché nulla resiste all’abbandono

Puntando sul protagonismo sociale dei giovani e trasformando questa intuizione in modalità, logiche e pratiche congruenti. E un gruppo è una scelta potente, non povera, cambia la città. Diventa Un soggetto con cui bisogna fare i conti e che conta


Il telone è stata la sfida successiva: dall’abbandono alla ristrutturazione ed al riutilizzo per la comunità…


Una figura centrale: l’animatore La strategia del lavorare con i gruppi: - equipe del progetto - equipe animativa - gruppo bar.


Si sottolinea nel lavorare con gruppi di giovani in progetti come questi: 1. l’importanza della professionalità degli operatori che lavorano con i giovani (tutti parlano di giovani, ma poi chi ci lavora sono pochi, come nel calcio, tranne x stipendi…)

2. l’importanza della formazione e di spazi che permettano una riflessione sull’azione, per trasformare le esperienze in apprendimenti e sapere (quindi cultura) condivisa.


Gli obiettivi condivisi a base del lavoro comune sono: 1.

offrire un punto di riferimento ai giovani che sia luogo di incontro e di promozione e diffusione delle culture giovanili;

2.

promuovere opportunità di tempo libero “non di consumo”;

3.

offrire possibilità di sperimentarsi nella ideazione e realizzazione di iniziative;

4.

favorire la nascita di nuovi soggetti collettivi;

5.

coinvolgere il mondo giovanile nell’opera di rimessa in piena efficienza di un patrimonio pubblico.


!"#$%%#&#'(#) *$+$,-.#'/0+01 il connotarsi (ogni spazio/progetto/iniziativa per i giovani non può non esserlo…) per essere un orizzonte di normalità (non un centro per chi ha qualche problema); l’essere un POLO DI CITTADINANZA, e confrontarsi con gruppi e masse giovanili, a cui comunque “mandare un messaggio”; imparare a confrontarsi con le istituzioni, le loro logiche, i loro tempi. Ciò partendo dalle prefigurazioni reciproche nella costruzione di una relazione, con la mediazione di un animatore (soggetto “terzo”).


Il tentativo di lavorare con molti giovani, che passano da avventori ad organizzatori sperimentando anche un’attitudine al lavoro ed una imprenditività , attraverso il FARE. 5 Febbraio ’04: Un sorriso, un cuore, un pallone. Smemora nda, Dinamo rock, Dream Team giocano x Spazioper


La costruzione di koinè e la partecipazione come “sentirsi dentro” e le altre produzioni culturali/espressive giovanili pensate come piccoli beni pubblici

21 Marzo: giornata della memoria e dell’impeg no in ricordo delle vittime della mafia: A Spazioper c’è la marcia di Libera


25 aprile: giornata a Spazioper contro tutte le guerre. Giovani, Anpi, musicisti si incontrano e nascono progetti che si sviluppano poi negli anni successivi


LA MOBILITA’: chi viaggia si sveglia! Agosto ’04: Spazioper al Festival Mondiale della gioventù di Barcellona


Quali livelli di partecipazione giovanile? 1. quello delle associazioni partner del progetto 2. quello del gruppo di adolescenti che si occupa della programmazione mensile 3. quello dei giovani lavoratori 4. quello del pubblico che prende parte alle varie attività promosse dai giovani 5. quello degli avventori dell’Equobar (con un caffè si può contribuire a cambiare la vita delle persone) 6. Oggi si promuove un “circuito” di Spaziper con altre organizzazioni giovanili in altri territori, oltre ad “esportarne” i prodotti (si porta nella comunità). Si tratta quindi sempre di “percorsi di partecipazione” che richiedono pazienza e tempi, per cui i progetti devono avere durata pluriennale e risorse certe (no i “low cost”) Infine il “gancio”: a volte Spazioper è catalizzatore, in ogni caso si comunica sempre del progetto (anche senza la presenza dell’animatore, ma con materiali e back office) perché è aperto dalle 7 alle 24 e, anche per questo, è un riferimento. Poi aggrega perché è bello, si sta bene, è “bello”.


Cosa non è partecipazione giovanile: 1. Appartenenza. Oggi questo significa più una ricerca di luoghi di espressione di sé, che non invece l’indossare una “casacca” definitiva : 2. Militanza. Oggi è legata al cogliere opportunità (“user”), tra cui anche i grandi movimenti ed adunanze massmediatiche, che poi magari producono poco sul territorio in termini di impegno concreto 3. Rappresentanza. Non sono certo le tradizionali forme di rappresentanza ad avere oggi il favore dei giovani, a partire da sindacati e partiti. In particolare questi ultimi sono messi agli ultimi posti anche dagli Assessori alle politiche giovanili quando devono ricercare soggetti del territorio con cui coprogettare

PARTECIPAZIONE è l’azione del prendere parte, così come il sentirsi parte, attraverso anche lo star bene, la certezza del poter contare e la possibilità di riflettere sull’esperienza stessa di partecipazione.


Il circolo virtuoso delle politiche giovanili si realizza grazie ad un doppio effetto moltiplicatore (le risorse amicali e la comunicazione orizzontale che è molto efficace nel riuscire a coinvolgere). Le politiche giovani oltre la spesa pubblica, ma generatrici di risorse anche economiche (bar, sala prove, campi) da reinvestire (Ilsole24ore, 28 ottobre ’05)


Dare visibilitĂ alla mobilitazione di risorse (1eu =2) Prevedere la possibilitĂ che vi siano risultati inattesi (non prevedibili) nello spazio e nel tempo, da + soggetti


Dai problemi con il vicinato all’individuazione dei nuovi mediatori del cambiamento sociale: mamme con i bambini ed anziani

La costituzione di un gruppo di genitori, da un dvd‌ connettendo giovani ed adulti (partendo dai bisogni che portano a Spazioper), lavorando sui legami sociali


“Perciò io, che scadenza, penso:

sono

una

bambina

in

- che i grandi non hanno nulla da insegnarci; - che sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni e i temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro; - che dovrebbero smettere di fare i film dove la giustizia trionfa e farla trionfare subito all’uscita del cinema. Ebbene sì, sono polemica.” [Margherita Dolcevita, di Stefano Benni]

FINE



Convegno: INCUBATORI DI FUTURO Rozzano, 30 marzo ’07 - spazioaurora Spazioper: come un parco può trasformarsi in un cantiere culturale giovanile


Siamo partiti da qui, lavorando con i giovani, scommettendo sul loro impegno per fare qualcosa per la città, considerata un “essere vivente”, luogo pieno di relazioni, vitale. E che ha bisogno di spazi sociali e della sua parte più giovane. Pensando che questa abbia bisogno di relazioni, di sperimentarsi, di condividere il proprio spazio sociale. Se no si rischia di rimanere “in-dividui”, cioè soggetti che non condividono, atomi tra loro slegati, senza un’idea di democrazia e di società perché non l’hanno sperimentata da piccoli.


Che cos’è Spazioper •

Un processo che va oltre la riqualificazione ambientale: trasformare un parco degradato e inutilizzabile in un luogo di ritrovo e sperimentazione giovanile, aperto tutti i giorni da mattino a notte, grazie al mix di lavoro tra due animatori ed i baristi. •

Un centro ricreativo giovanile, nato dalla collaborazione di una cooperativa sociale, Vedogiovane, che coordina un gruppo di associazioni tutelanti gli interessi giovanili, e il comune di Borgomanero.

OBIETTIVI CONDIVISI DAI SOGGETTI IMPEGNATI NEL PROGETTO SPAZIOPER:

 Offrire un punto di riferimento ai giovani che sia luogo di incontro ma anche di promozione e diffusione di culture giovanili;  Promuovere opportunità di tempo libero «non di consumo»;  Offrire la possibilità di sperimentarsi nella ideazione e realizzazione di iniziative;  Coinvolgere il mondo giovanile nell’opera di rimessa in piena efficienza di un patrimonio pubblico.


Il “prodotto” di Spazioper Diversi gli elementi caratterizzanti l’intero progetto: •

EQUOBAR: un bar in cui si consumano anche prodotti locali di qualità, biologici, provenienti da piccoli produttori della zona e dal commercio equosolidale e provenienti da imprese che rispettano i diritti dei lavoratori;

ARTE: Spazioper promuove frequentemente iniziative culturali mettendo a disposizione spazi espositivi ai giovani artisti; •

CINEMA:Nel periodo estivo, una sera alla settimana è dedicata alla proiezione dei più importanti film della stagione;

PRIMA…

…DOPO

SPORT: sono state rese agibili le vecchie strutture di campi da calcio e campi da tennis. Grazie ad una collaborazione con la società ’03 Sudden City è stato costruito uno skatepark; KALLALOO SOUND LAB: Spazioper offre ai giovani che vogliono fare musica spazi dove applicarsi concretamente. La Lascommessa scommessadi dicui cuiSpazioper Spaziopersisièèfatto fattoportavoce portavocenon nonèèstata stataaffidata affidataal alcaso: caso:èèstato stato necessario e. Fondamentali necessariocreare crearedelle dellecondizioni condizioniper perfavorirne favorirnela larealizzazion realizzazione. Fondamentalilelefigure figuredel del coordinatore e dell’animatore coordinatore e dell’animatore

Grazie, per queste due slide, a Paolo Botta, Paola Cialini, Cialini, Francesco Maldese, Maldese, Nancy Menza, Menza, Andrey Popovich, Popovich, Sara Zanetta, studenti Università Università Bocconi corso CLSCLS-M Business Government Relations., A.A. ‘06‘06-07


Spazioper: una valutazione dopo 4 anni di lavoro LUCI

OMBRE

Connotarsi (tra i ragazzi e nella comunità) per essere un centro aperto a tutti i giovani (e non solo a quelli con qualche problematica)

Alto numero di persone che “transitano” (il bar emette oltre 200 scontrini fiscali al giorno…)

Essere “polo di cittadinanza attiva” e quindi catalizzatore di energie. Allargamento alla comunità

Sentirsi in dovere di seguire tutti le idee che lì vengono portate, Stabilire i “confini” delle azioni e dei gruppi ( i ragazzi vanno e vengono e le proposte sono molte, viste le tante iniziative)

Coinvolgimento ampio di più attori ed Ente Pubblico e di diverse equipe di lavoro e quindi maggior efficacia

Definizione di ruoli, funzioni e tempi, riconoscimento del lavoro animativo, coinvolgimento effettivo delle persone e delle istituzioni

Confusione generativa

La sperimentazione in sé è faticosa, rispetto ad un Servizio o un cag tradizionale. Le prefigurazioni degli attori sono ben diverse ed è difficile far intravedere scenari possibili

Progetto in grado di generare risorse economiche (almeno 1 a 10 per quanto riguarda la dimensione di entrate di bar, campo da calcio, sala prove) ed energie di giovani ed adulti (anche in termini di volontariato)

Scarto tra ideale e reale (anche per raggiungere il punto di pareggio, visto che c’è una dimensione di impresa)

Progetto che, rispetto all’organizzazione, ha una forte dimensione promozionale, avendo raggiunto un interesse nazionale

Attrezzarsi per poter svolgere una funzione di comunicazione sia locale/comunitaria, che nazionale, visto l’interesse in campo giovanile di questa sperimentazione


CANTIERE CULTURALE GIOVANILE o “spazi per il protagonismo giovanile”                                                                                                


CANTIERE CULTURALE GIOVANILE                                                                                                                        


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Ruolo

Tipologia prestazione professionale AREA DIREZIONE PROGETTUALE

1

Responsabile del progetto

Relazioni con l’ente committente. Coordinamento generale

1

Supervisore

Supporto al lavoro di equipe: progettazione, realizzazione e valutazione

1

Responsabile marketing, comunicazione, sviluppo innovazione

Visibilità progetto e iniziative, reperimento risorse aggiuntive, sviluppo connessioni di rete regionali e nazionali del progetto.

1

Responsabile Politiche Giovanili Visibilità progetto e iniziative, reperimento risorse aggiuntive, sviluppo connessioni regionali e nazionali del progetto.

1

Fund raising, progettazione

Reperimento risorse aggiuntive attraverso bandi, progettazioni e richieste di contributi AREA ANIMAZIONE

1

Coordinatore equipe animatori

Implementazione azioni animative. Animazione di preadolescenti, adolescenti, giovani

1

Animatrice

Animazione di preadolescenti, adolescenti, giovani

1

Animatrice/ tecnico del suono

Animazione sale prove Animazione di preadolescenti, adolescenti, giovani AREA BAR / CALCETTO / SKATE PARK

1

Coordinatore equipe bar / calcetto

Gestione e sviluppo strutture bar, calcetto, skate park di Spazioper

2

Baristi

Gestione bar

1

Addetto alla manutenzione

Manutenzione strutture a aree verdi di pertinenza


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Composizione

Conduzione

Funzionamento Si incontra una volta al mese per monitorare l’andamento del progetto e definire le linee di sviluppo

Equipe di progetto

composta da membri equipe di animazione e bar

Responsabile del progetto

Equipe di supervisione

composta da tutti gli operatori del progetto

Supervisore

Si incontra una volta al mese per supervisionare l’andamento ed il funzionamento dell’organizzazione di progetto

Equipe di animazione

composta dagli animatori e tecnico del suono composta dai baristi

Coordinatore area animazione

Si incontra settimanalmente per pianificare e valutare le azioni di progetto Si incontra una volta a bimestre per definire le linee di gestione del bar Si incontra una volta al mese per preparare il programma mensile di attività di progetto Si incontra una volta al mese per pianificare la manutenzione e gli interventi sulla struttura

Equipe bar Gruppo di programma

composta dal coordinatore bar/ calcetto e animatori Gruppo di composta da gestione coordinatore bar e bar/calcetto/skate addetto alla park manutenzione

Coordinatore bar Coordinatore animazione Responsabile del progetto


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Incontro Rete Politiche Giovanili.it PRIMO BENCHMARKING NAZIONALE SULLE POLITICHE GIOVANILI: LE ORGANIZZAZIONI SI CONFRONTANO ED APPRENDONO

Bologna, 8 luglio ‘08 Cafè dela paix


PRIMO BENCHMARKING NAZIONALE SULLE POLITICHE GIOVANILI: LE ORGANIZZAZIONI SI CONFRONTANO ED APPRENDONO Presentazione di una esperienza: 1. Descrizione del contesto e dell’intervento: Spazioper 2. Ipotesi, finalità, utilità, chiavi di lettura 3. Dalle esperienze sociali alla valorizzazione del capitale sociale nella comunità di progetto della Rete politiche giovanili.it: analisi della riproducibilità, delle condizioni ottime minime di partenza, della trasferiribilità di know how


IL CENTRO GIOVANI SPAZIOPER: UN LUOGO DOVE SI GENERA CITTADINANZA*

* di Giovanni Campagnoli, resp coop soc Vedogiovane (v. www.vedogiovane.it), docente, formatore e autore in materia di politiche giovanili, presidente della Rete nazionale politichegiovanili.it, che cura l’omonimo sito web.


Spazioper è… Spazioper è un equobar, wi-fi, skatepark, sale prove, studio di registrazione, campo di calcetto, spazio mostre, cinema all'aperto e concerti, eventi, incontri, comunicazione (logo, web, brochure, video, rassegna stampa, …)

Spazioper è un equipe con più professionalità, è un centro giovanile sempre aperto, frequentato ogni giorno da molti giovani e da tanti gruppi, è diventato sede di diverse associazioni giovanili, aggrega molte “tribù” di giovani, è in parco ed è una riqualifica urbana, genera risorse grazie (ai prezzi), è volano di tante iniziative, catalizzatore di moltissimi processi, promotore di grandi e significative esperienze, polo di cittadinanza attiva, progetto che sa generare risorse, uscendo dalla mera logica della spesa pubblica


“Lo spazio come intervento che diventa circolo virtuoso di promozione dell'agio in ambito giovanile" Ipotesi: 1. scelta di pol. giov. di promozione dell’agio 2. target “giovanile” 3. circoli virtuosi: generazione di risorse anche economiche, sviluppo, incremento di competenze, capacità, saperi, cittadinanza, capitale sociale, sviluppo locale 4. Lo spazio come strumento in risposta a bisogni di adolescenti e giovani


Spazioper produce utilità sociale, in termini di cittadinanza attiva giovanile, perseguendo 4 finalità: 1. dare stabilità, visibilità, continuità nel territorio e nella comunità agli interventi per i giovani 2: fungere da palestra, laboratorio di partecipazione e democrazia (contenitore per la “nascita sociale” del giovane) e di produzione di cittadinanza attiva giovanile (pur partendo da oggetti e percorsi di interesse giovanile) 3: favorire la produzione culturale giovanile tramite l’azione rielaborata 4. permettere l’acquisizione di una serie di competenze (grazie al sistema “non formale degli apprendimenti”), spendibili anche sul mercato del lavoro e/o a distanza di spazio e di tempo. Competenze sociali, relazionali, organizzative, di leadership giovanili, ecc. ecc…


Le funzioni di uno spazio di aggregazione giovanile 1.

Permette l’aggregazione di gruppi e persone (dimensioni e orari), anche di fasce d’età diversa (è intergenerazionale), con strumenti diversi (es bar come opzione educativa), con spazi diversi (indoor e outdoor) e tempi diversi (estate/inverno)

2.

Visibilizza l’attenzione della comunità adulta verso le nuove generazioni (comunicazione e identità) e le famiglie, a volte coinvolte nella progettazione (es riqualifica di aree dismesse)

3.

Sa comunicare bene la proposta ed ha strumenti, segni ed altri supporti utili a sviluppare un appeal ed un interesse in più target di adolescenti (ognuno dei quali ha un buon motivo per entrarci e per convivere con gli altri). E’ tendenzialmente (visto il target) sempre in evoluzione ed innovativo

4.

Garantisce la presenza di operatori adulti con diversi ruoli (animatore/animatrice, barista, fonico, esperto di laboratori, resp tecnico, resp sportivo), volontari

5.

Offre strumenti e risorse di supporto all’organizzazione di attività, all’espressività ed alla produzione culturale giovanile (megaschermo, sale prova, spazi espositivi, wi-fi)

6.

Facilita alla comunità adulta di “entrare in contatto” con i giovani, di fare rete con altre agenzie educative, altri centri, altri Comuni (anche in Europa)

7.

Sa generare risorse (anche economiche) per i giovani, lavoro, tanto che è una organizzazione in sé (che ha know how specifico e si rapporta con l’Ente Pubblico), in quanto notevole è il livello di complessità

(deve amministrare, promuovere e produrre attività, gestire persone, reperire risorse, fare manutenzione, gestire un bar e altri servizi, fare marketing di sé stesso, programmare costantemente, valutare, gestire). Si tratta di microimprese sociali e culturali in grado di generare (se ben gestite) anche il doppio delle risorse investite dall’Ente Pubblico, già dal terzo anno di aiività, per arrivare anche fino ad un rapporto di 1 a 8!!!

8.

Nel tempo diventa un “polarizzatore” di cittadinanza in quando abitato anche da quei giovani che hanno “naturalmente” voglia di impegnarsi per la loro città e nel Centro intravedono molte possibilità


A cosa serve Spazioper (e dei) giovani A diventare cittadini, formandosi quindi un’identità sociale e sviluppando tutte quelle competenze sociali che servono per crescere e diventare adulti qui e oggi (partecipare, dialogare, responsabilizzarsi, leadership giovanile, organizzare, presentarsi al territorio, promuovere, prendere decisioni, risolvere problemi, gestire gli errori, ascoltare, inventare, creare, organizzare, lavorare, rispettare…). Si tratta di competenze ad alto valore, acquisite grazie a “esperienze”, che devono essere certificate (es. attestati, cv europeo, ecc). La potenza di questi apprendimenti è legata al fatto che maturano nell’ambito dell’educazione non formale, leva oggi molto potente per promuovere esperienze che i giovani sentono ancora “sfidanti” (a differenza che la Scuola), in quanto mix tra sfida e percezione delle competenze possedute


A chi serve? Ai giovani di questa generazione figlia dei loro genitori e del loro tempo in equal modo, immersa quindi in una “pedagogia dei consumi” e caratterizzata da: - MULTIAPPARTENENZA, - UTILIZZO DELLA TECNOLOGIA, - RICERCA D’INDENTITA’, - IMMEDIATEZZA, -INCERTEZZA E DISORIENTAMENTO - IN GRADO DI ENTRARE E USCIRE PIU’ VOLTE DALLE SITUAZIONI


Dicono che Spazioper sia un luogo: F. Floris: Spazioper è il luogo in cui più tribù giovanili convivono pacificamente, ma non è una “riserva indiana”, anzi è in continuo scambio di quei “beni pubblici” che produce, con il resto della comunità cittadina. G. Lavanco: il nome Spazioper dà proprio conto della voglia di aggregare per qualcosa e non contro qualcosa: stando qui ci si accorge che non è uno “spazioanzi”, nel senso di tirato via o sottratto alle istituzioni. Piuttosto le richiama, le impegna con la propria visibilità, sia nei confronti di Vedogiovane che in quelli dei ragazzi. La cognizione di essere inseriti in un contesto più ampio e la capacità di interagire con esso in maniera consapevole fanno aumentare le possibilità e quindi, ancora una volta, il potere di influire sulla realtà stessa, in termini di conoscenza dei bisogni e di trasformazione, di miglioramento.


Spazioper è un luogo! Vi è l’idea che la città sia un organismo vivente alimentato dall’interscambio di beni, relazioni e idee che circolano al suo interno. Un organismo che per respirare ha bisogno anche e soprattutto della sua parte più giovane. Perché se non scommette sul protagonismo sociale dei ragazzi, rischia in futuro di essere abitata da in-dividui, ovvero da soggetti che “non dividono” il loro spazio sociale con altri, atomi sul territorio, tra loro slegati, senza un’idea di società in testa perché non l’hanno mai sperimentata da piccoli. La sfida che si presenta allora può essere così definita: come può la città diventare, da spazio solo fisico (non-luogo), laboratorio sociale e culturale dove i giovani possono trovare stimoli e strumenti per inventare nuovi mondi possibili[1]?   


Le reti locali e lo sviluppo del capitale sociale Le “esperienze” ed i percorsi avviati grazie a Spazioper portano i giovani a a “mettersi in contatto” con le istituzioni ed mondo adulto, a, a cercare le condizioni per potersi reciprocamente imparare a “fidarsi”. Ma queste esperienze permettono appunto anche il formarsi di “skills” che – se legate alla creatività rispetto allo sviluppo del territorio – possono portare (direttamente o indirettamente), anche occasioni di lavoro, imprenditoria e sviluppo locale, poter costruire un futuro a casa propri, evitando di andare via, emigrare... Quindi esperienze che generano anche un “movimento locale” per creare alleanze educative territoriali, che si connettono con lo sviluppo del territorio. E poi c’è anche lo sviluppo di capitale sociale tra operatori della equipe di Spazioper (che è una organizzazione vera e propria vista la sua complessità), legata al learning-by-working, che si sviluppa in modo particolare in contesti informali. Infine c’è anche una dimensione di sviluppo di capitale sociale ed è quello all’interno della “comunità di pratiche” legate al lavoro con adolescenti e giovani (gli “youthworkers”) dove Spazioper diventa una buona pratica che può essere trasferita e replicata in altri contesti.


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