1997. Interventi per i giovani nei Comuni novaresi

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PROVINCIA DI NOVARA Assessorato alle Politiche Giovanili

RICERCA “ADOLESCENTI E ISTITUZIONI NEI COMUNI NOVARESI” (6 dic. 1997)

A CURA DI


INDICE. RICERCA “GIOVANI E ISTITUZIONI NEI COMUNI NOVARESI”: IL PROGETTO E L’ ANALISI DEI DATI 1. INTRODUZIONE. 2. IL RAPPORTO ADOLESCENTII/ISTITUZIONI: un quadro generale e locale. 2.1 Rapporto giovani/istituzioni nei comuni novaresi. 2.2 La struttura del questionario. 2.3 Metodologia, i soggetti ed i tempi della ricerca. 3. INDAGINE “ADOLESCENTI / ISTITUZIONI NEI COMUNI NOVARESI”: una lettura dei risultati. 3.1 Introduzione. 3.2 Domande (e dati). 3.3 Bisogni individuati, di chi rispetto a chi e ricerca di un nome ai bisogni. 3.4 Aggregazione in famiglie di bisogni. 3.5 Sensibilità a questi bisogni. 3.6 Valutazione dell’ efficacia degli interventi. 3.7 Interventi sui bisogni, per anticipare. 3.8 Droga, alcol 4. I DRAFT DEI RISULTATI A cura del prof. Giovanni Campagnoli Centro Documentazione Vedogiovane sulle politiche per e con i giovani, Borgomanero, 1998 Si ringraziano: Roberto Maurizio per la collaborazione gli spunti e le riflessioni suggeriti nella lettura dei dati, Stefano Morando e tutti i ricercatori che hanno svolto questa indagine. Vedogiovane - via dei Frassini 16 - 28021 Borgomanero (No) - tel. 0322 - 83.64.49 r.a. www.vedogiovane.it 2


LE POLITICHE GIOVANILI NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI NOVARA: RAPPORTO ADOLESCENTI ISTITUZIONI NEI COMUNI NOVARESI 1. INTRODUZIONE. A Distanza di un anno dalla “Ricerca comparata progetti anziani/giovani nei Comuni Novaresi” realizzata lo scorso anno dal “Centro di Documentazione sulle Politiche Giovanili” di Vedogiovane con il contributo dell’ Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Novara e presentata a Borgomanero Sabato 16 Novembre 1996, Vedogiovane e Provincia Sabato 6 Dicembre ’97 a Pombia hanno presentato i risultati dell’ indagine “Adolescenti/Istituzioni nei Comuni Novaresi”. La ricerca dello scorso anno aveva messo in luce due aspetti principali, cioè che anche in Provincia di Novara la percentuale dei bilanci comunali destinata ai giovai è molto più bassa che in Europa (di ben nove volte !) e che esiste un forte squilibrio di opportunità e risorse nella società novarese tra giovani ed anziani. Tab. 1: Risultati principali della “Ricerca comparata progetti anziani/giovani nei Comuni Novaresi”, pubblicata a cura del Servizio Informagiovani del Comune di Borgomanero.

1. Gli stanziamenti per le politiche giovanili nei Comuni Novaresi rappresentano lo 0.24% delle spese totali delle amministrazioni locali, “percentuale provinciale” che si avvicina molto a quella nazionale (0.25%), ma che dista enormemente da quella della vicina città di Torino (1.5%) e ancora di più dall'Europa (2.25%) e che permette ad ogni giovane dei Comuni novaresi di contare solo su una cifra media pari a £ 16. 900 all'anno. 2. Gli anziani godono di un trattamento migliore ed è dimostrato dal fatto che rispetto alle entrate annuali dei Comuni Novaresi la percentuale degli stanziamenti per le politiche a favore degli anziani è mediamente del 1.31% (ossia oltre 5 volte quella destinata ai giovani). Inoltre lo stanziamento “pro capite” per un anziano è di 234.900 lire, contro le 16.900 per un giovane (oltre 14 volte in più). Fonte Centro di Documentazione Vedogiovane sulle Politiche per e con i Giovani.

Nel 1997 Vedogiovane ed Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Novara hanno iniziato un percorso progettuale sulle politiche giovanili, realizzando una indagine in più fasi. La prima è una ricerca quantitativa su un campione di oltre 400 giovani residenti in 15 Comuni novaresi. La seconda è una ricerca qualitativa rivolta ad referenti Istituzionali e del Privato Sociale sul tema delle politiche giovanili. La terza è una raccolta di dati sulla realizzazione di progetti giovani in Provincia di Novara e sui fondi per realizzarli, ricerca che verrà condotta ogni anno attraverso l’ invio, da parte della Provincia in tutti i Comuni, di un questionario di rilevazione annuale sviluppando così una funzione vera e propria di “Osservatorio provinciale”. I risultati principali di queste ricerche sono stati presentati a Pombia sabato 6 Dicembre ‘97 e da questi dati è partita l’ ultima fase dell’ indagine: infatti proprio sul tema del rapporto adolescenti ed istituzioni si sono costituiti dei gruppi focus composti dalle persone (Amministratori, operatori, insegnanti e giovani) presenti in sala quella mattina. Infine il luogo: perché proprio Pombia ? Il motivo è che è uno dei Comuni di piccole dimensioni (circa 1.200 abitanti) che nel corso del 1997 ha attivato un progetto giovani e continua quindi l’ idea di fare in modo che i Comuni che nel corso dell’ anno si sono distinti in questo settore ospitino il convegno promosso da Vedogiovane e Provincia, così come era capitato nel ‘96 con Borgomanero, città che aveva avviato sia il servizio Informagiovani, sia la rassegna del concorso per band giovanili emergenti “Una città per cantare”. 3


2. IL RAPPORTO ADOLESCENTI/ISTITUZIONI: UN QUADRO GENERALE E LOCALE. Alcune tra le tendenze emergenti tra le nuove generazioni si sono manifestate in rapida evoluzione, mostrando tuttavia una specificità giovanile nella creazione di nuovi bisogni, di nuovi valori, di nuovi sistemi di significato sia in rapporto alla sfera strettamente privata sia in rapporto al legame che unisce il giovane cittadino alla pubblica amministrazione. In altre parole il modo con cui i giovani si pongono nei confronti degli apparati istituzionali deputati al governo e all'amministrazione e dei ruoli sociali a rilevanza pubblica sta radicalmente cambiando rispetto a soli pochi anni fa, tanto che si prospetta una notevole frattura generazionale tra le coorti di età giovanili. Se in passato le ricerche sono state però quasi sempre condotte privilegiando atteggiamenti e valutazioni verso gli aspetti più generali del mondo politico e verso gli organi dell'Amministrazione Centrale dello Stato, con questa indagine ci siamo proposti di approfondire la realtà “locale” provinciale. L'obiettivo della ricerca "Rapporto adolescenti/istituzioni nei comuni novaresi” è stato infatti quello di analizzare il rapporto dei giovani con l'istituzione pubblica ad essi naturalmente più "vicina" - il Comune appunto -. 2.1 Rapporto “Adolescentii/istituzioni nei comuni novaresi”. L'obiettivo del progetto di ricerca è dunque quello di pervenire alla conoscenza e al monitoraggio delle aspettative, delle esigenze e delle percezioni dei cittadini più giovani sul ruolo dell'amministrazione comunale, sugli specifici servizi erogati, sulla sua capacità di comunicazione, al fine di utilizzare i risultati per predisporre piani di miglioramento delle attività. Più specificatamente abbiamo indagati i seguenti punti: • in cosa consistono le politiche giovanili messe in atto dai Comuni novaresi • quale è il budget annuale a disposizione degli Enti locali • il grado di conoscenza e di fiducia dei giovani verso gli apparati di governo locale; • il loro giudizio sull'operato del Comune; • i bisogni espressi e le aspettative in relazione all'istituzione Comune. 2.2 La struttura del questionario. Aree e contenuti indagati: queste le principali tematiche sviluppate dal questionario, composto da 58 domande: a) L'area relativa al contesto generale • i valori che orientano l'azione dei giovani con particolare riferimento ai valori "sociali" e di "partecipazione"; • il senso di "appartenenza" e di radicamento territoriale; • il grado di fiducia negli apparati istituzionali dello Stato e degli Enti Locali; • l'impegno politico e la partecipazione alla vita pubblica; • prospettive e previsione per il futuro. b) L'area relativa al contesto locale • conoscenza delle competenze del Comune e delle relative figure istituzionali (il Sindaco, gli assessorati, i servizi di competenza); • i canali di informazione dai quali si traggono le conoscenze sulle attività svolte dal Comune; • la fruizione dei servizi e delle attività dell'amministrazione comunale; 4


• i giudizi sull'efficienza e sull'efficacia dei servizi erogati; • i livelli di interesse per i problemi del Comune; • la soddisfazione nei confronti dell'operato del Comune. c) L'area relativa ai bisogni giovanili dei singoli comuni • opinione sulla "sensibilità" dimostrata dall'amministrazione comunale nei confronti delle problematiche giovanili; • quali sono i bisogni "soddisfatti" e quelli "disattesi"; • i giudizi sulle politiche gestionali del Comune con particolare riferimento a quelle giovanili; • la percezione della capacità d'ascolto dimostrata dall'Amministrazione; • cosa chiedono i giovani al Comune. 2.3 Metodologia, i soggetti ed i tempi della ricerca. La proposta avanzata nel giugno ’97 all’ Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Novara, ha previsto una ricerca estensiva di tipo rappresentativo. Poiché le tematiche in oggetto coinvolgono a diverso titolo giovani in età compresa tra i 15 e i 18 anni si è costituito il seguente campione: • •

430 giovani di età compresa tra i 15 e i 18 anni estratti dalle liste anagrafiche dei quindici Comuni selezionati. Campione rappresentativo di Comuni della Provincia di Novara in base alle dimensioni degli stessi: Arona (42), Bellinzago Novarese (30), Boca (8), Briga Novarese (10), Cavallirio (10), Galliate (46), Ghemme (10), Gozzano (19), Grignasco (10), Invorio (10), Novara (160), Oleggio (44), Fontaneto (8), Trecate (18), Varallo(10). Costituzione di un team (venerdì 3 Ottobre 1997) di venti giovani intervistatori attivi, nei Comuni in cui è stata svolta la ricerca, come responsabili di associazioni giovanili, della Consulta giovanile, del Forum intercomunale, animatori, educatori, operatori. Sono Laura Brunelli e Archetti Barbara (Arona), Elisa Bagnati (Bellinzago), Mara Giromini (Boca), Fabio Valeggia (Briga), Luca Zaninetti (Cavallirio), Lorenzo Borelli e Cristina Ugazio (Galliate), Marco Martinetti (Ghemme), Filippo Traviglia (Gozzano), Giorgio MelloGrand (Grignasco), Umberto Ambrosini (Invorio), Michela Bolamperti (Oleggio), Maria Antonia Platini (Fontaneto), Antonella Baccalaro (Trecate), Barbara Tamborini (Varallo Pombia), Marta Allegra, Francesca Galli, Raffaella Lacapria e Alberto Villa (Novara). La somministrazione del questionario è avvenuta tramite una rete di intervistatori ed è durata dal 9 Ottobre al 9 novembre ‘97. Si è preferita in questo specifico caso l’intervista “face to face” poiché offre maggiori garanzie di completezza e di attendibilità rispetto all’indagine postale o telefonica. L’ elaborazione dei dati è stata curata (da martedì 11 a martedì 19 Novembre ’97) dal Centro Documentazione Vedogiovane, grazie al software informatico realizzato da Riccardo Fabbri. I dati (circa 10.000) sono stati inseriti dal personale di Vedogiovane, coordinato da Giovanni Campagnoli (Gabriele Gavinelli, Emanuele Zanetta, Debora Giromini, Lucia De Zuani, Matteo Cerutti, Paolo Campagnoli, Roberto Barcellini, Michele Marmo). Interviste qualitative (dal 3 al 30 Ottobre ’97) a ventidue testimoni privilegiati di dieci Comuni novaresi coinvolti a diverso titolo nelle politiche giovanili (assessori, funzionari, operatori, referenti non istituzionali, volontari ecc.). Sono stati intervistati Sogni Marta, Ruggerone Enrico, Beretta Paolo, Ferrari Augusto, Cardano Anna, Bonini Cristiano, 5


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Albrighi Alessandra, Motta Claudio, Di Bari Antonio, Migliorini Maurizio, Bozzola Elio, Ugazio Cristina, Munari Elisa, Martinetti Rossetti Francesca, Vistoli Elena, Stilo Massimo, Valeggia Fabio, Allegra Francesco, Don Brunello Floriani, Bovio Roberto, Marini Marina, Pilato Alessandro. Le interviste qualitative ai venti referenti istituzionali e non sono state curate, registrate e trascritte da Ilaria Primo. La progettazione della ricerca, la stesura del questionario, la consulenza scientifica, la formazione degli intervistatori, l’ interpretazione e la presentazione dei risultati delle ricerche qualitativa e quantitativa sono state curate da Stefano Morando, collaboratore dell’ Istituto di Ricerca sulla Condizione Giovanile IARD di Milano. La progettazione di tutta l’ attività è stata di Giovanni Campagnoli e Marco Bernardi (per Vedogiovane), Anna Cardano, Franca Guglianetti e Eufemia Melissa (per Provincia di Novara).

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3. INDAGINE “ADOLESCENTI / ISTITUZIONI NEI COMUNI NOVARESI”: UNA LETTURA DEI RISULTATI. 3.1 Introduzione. Può essere interessante proporre una lettura dei risultati dell’ indagine proponendosi di far emergere i bisogni classificabili come “nuovi” di adolescenti e giovani che i dati hanno evidenziato. 3.2 Domande (e dati). Dall’ indagine ciò i giovani chiedono esplicitamente è il costruirsi di nicchie di soddisfazione e di auto realizzazione (buone relazioni con gli amici, a scuola, in famiglia), oltre al mantenere alcune dimensioni tipicamente "giovanili" (il divertimento, il girovagare, lo stare insieme, ecc.). E’ da precisare che si tratta, per la maggior parte, di giovani ben inseriti: infatti studiano, vanno al cinema (86%), praticano sport (66%), frequentano librerie (66%), stadi (60%), discoteche (60%), biblioteche (58%), musei (48%), convegni (30%), concerti (27%), teatri (24%). Inoltre il 79% degli intervistati esce almeno una volta a settimana ed il 36% sostiene che nel proprio Comune vi siano buone opportunità di stare insieme e di svago (31%). 3.3 Bisogni individuati, di chi rispetto a chi e ricerca di un nome ai bisogni. I risultati evidenziano il bisogno di una serie di sane relazioni con gli amici, la famiglia, la scuola, le istituzioni, gli “altri”. Per trattare questi argomenti occorre prendere in considerazione il fatto che, come cose importanti della vita, gli intervistati hanno indicato ad un basso livello di considerazione l’ impegno politico (4%), religioso (13%), sociale (15%). Ciò, se è peraltro coerente con la particolare fascia di età, è comunque sintomo di una evidente non-tensione verso un impegno “civile”. Fa riflettere la scarsa fiducia dei giovani nei confronti delle istituzioni ed il fatto che sono diventati “altri” i luoghi dove gli adolescenti ne ripongono maggiormente; scienziati (80%), banche (66%), insegnanti (62%), polizia (61%), carabinieri (53%). Inoltre è basso il livello di partecipazione ad iniziative che non siano legate a problemi della scuola e dello studio (68%) o dell’ ambiente (21%). Solo il 5% si considera politicamente impegnato a livello nazionale ed il 2% a livello locale, dichiarando di non partecipare o di non interessarsi alla vita delle istituzioni nazionali (54%) e locali (74%). Gli adolescenti vivono quindi una certa distanza tra loro e le istituzioni ed hanno una scarsa fiducia in esse: probabilmente ciò è dovuto al fatto che questi giovani non hanno un immagine positiva delle istituzioni. Questa distanza non può essere più spiegata solamente in relazione alle sole vicende nazionali o di tangentopoli: si tratta infatti di una distanza e di una insoddisfazione vissuta anche a livello locale, di città o di piccolo Comune che sia. Dai dati della ricerca risulta infatti che nei confronti della politica locale vi è un disinteresse da parte di quasi i tre quarti degli intervistati. Questi dati fanno ancor più riflettere perché gli stessi intervistati sono, come visto prima, giovani ben inseriti nella vita della città o del paese, che però si sentono (più del 30%) poco o per nulla orgogliosi di vivere nel loro Comune, poco appartenenti al territorio in cui abitano (15%) e non sono interessati alla vita politica - e quindi ad entrate in rapporto con le istituzioni più vicine - proprio perché insoddisfatti della scarsa attenzione che le istituzioni riservano nei loro confronti e delle iniziative loro rivolte. Infatti il 60% degli intervistati ritiene prima di tutto che le opinioni dei cittadini siano poco o per nulla prese in considerazione dalle Amministrazioni Comunali e che le attività e strutture per giovani predisposte dai Comuni sono giudicate “mediocri” dal 44% ed “insufficienti” dal 25%, che sommati danno un preoccupante 69%. Inoltre, sempre per meglio comprendere i bisogni, sono da aggiungere i motivi di insoddisfazione segnalati dagli stessi intervistati: note dolenti sono i rapporti con gli insegnanti (non soddisfacenti per il 30% rispetto al 34% del dato nazionale), poi il modo di trascorrere il tempo libero, il luogo in cui si vive, la scarsa percezione di possibilità che ci 7


siano buone possibilità per fruire di offerte culturali (26%) e di trovare lavoro (soprattutto per le ragazze, che indicano un 13%) mentre le soddisfazioni arrivano dalla casa (92%), dal tenore di vita (90%), da amicizie (89%) e dai rapporti in famiglia (87%). 3.4 Aggregazione in famiglie di bisogni. E’ possibile raggruppare questi bisogni nell’ area dei rapporti giovani/adulti, nell’ ambito di una società “adultocentrica” che tende ad escludere categorie non ancora e non più adulte e quindi non ancora o non più produttive. Società che, se e quando si preoccupa dei giovani, lo fa in vista di ciò che potranno divenire in futuro (si pensi alla formazione scolastica) e non rispetto a ciò che già oggi sono, cioè da una parte dei sensori privilegiati rispetto ai problemi dei vari contesti sociali e dall’ altra anche dei possibili “indicatori” di soluzione degli stessi. Nell’ area dei rapporti giovani/adulti, già si è detto qualcosa a proposito delle relazioni tra giovani ed insegnanti (quindi istituzione “scuola”) e tra giovani e politici locali (quindi istituzione Comune). Per quanto riguarda invece il rapporto genitori/figli emerge che, anche se i giovani intervistati a prima vista dichiarano di avere un buon rapporto in famiglia, soprattutto dal punto di vista affettivo, non arrivano poi a confidarsi con i genitori. Quindi ci si trova di fronte a giovani che vogliono bene ai propri genitori, ma a casa non discutono, non fanno emergere problemi, attuano la pratica del silenzio proprio per prevenire possibili contrasti e vivere bene, in pace. Allora se, anche come risulta dalla ricerca, i giovani sono più egoisti, razzisti1, non partecipano alla vita delle istituzioni ed hanno una scarsa fiducia in esse, non bisogna dimenticare che questi ragazzi sono il “prodotto storico-culturale” della società in cui vivono. Per cui rispecchiano il modo di pensare degli adulti, in particolare dei loro genitori, in questo periodo più che mai, anche loro, insicuri ed incerti, ma, a differenza dei giovani, con una memoria storica con cui fare i conti che li porta ad avere una identità debole. Così le giovani generazioni nel processo di confronto/scontro con i genitori faticano a trovare una loro identità. Se è vero che nel novarese i giovani trovano facilmente lavoro (con tempi più o meno lunghi) e rimangono più a lungo a casa con i genitori, è altrettanto vero che rinviano l’ assunzione di ruoli adulti con le relative responsabilità. Quindi si forma nei giovani una identità professionale, ma non c’è una completa autonomia. Vi è quindi una complicità giovani/adulti in famiglia: i figli rimangono più a lungo a casa perché si trovano bene, in una situazione in cui è più che mai evidente il notevole gap culturale che esiste tra giovani ed adulti, unito alla mancanza un dialogo genitori/figli: per questo motivo dunque sopravvive solo l’affetto. Verrebbe allora da chiedersi una cosa: dov’erano gli adulti, responsabili di questa generazione, quando questi giovani avevano 4-5-6-8-10 anni? Sembra che ci sia stata una vera e propria abdicazione del ruolo educativo, della costruzione di regole, di relazioni, di idee, di suggestioni. Il prof. Duccio Demetrio, ad aprile’97 a Borgomanero, ha detto che questa è la prima generazione di adulti che ha rinunciato ad occuparsi di educare la generazione successiva. Il problema quindi è stato che questa generazione di giovani non ha incontrato adulti validi e significativi. 3.5 Sensibilità a questi bisogni. Negli adulti c’è preoccupazione soprattutto quando questi fenomeni si trasformano in fatti di cronaca: stragi del sabato sera, droghe, suicidi, aids, ecc., ma bisognerebbe smettere di preoccuparsi dei giovani, occupandosi invece di giovani. Purtroppo in Provincia sono ancora pochi i Comuni che investono sui giovani (33%).

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Al 60% degli intervistati disturba il fatto che nel nostro Paese ci siano così tanti immigrati e che non è giusto che gli immigrati portino via posti di lavoro ai disoccupati del nostro paese. Inoltre il 47% è convinto che gli immigrati debbano tornare a casa loro, mentre solo il 33% è convinto che la loro presenza costituisce un arricchimento culturale.

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3.6 Valutazione dell’ efficacia degli interventi. Nel novarese la percentuale destinata ad iniziative per i giovani sul totale dei bilanci del Comune è ancora troppo bassa (0,25%), se comparata con quella europea (2,25%, quindi ben nove volte meno). Ciò, più che per la mancanza di fondi, per la mentalità non progettuale che caratterizza l’ agire delle Amministrazioni, piuttosto tardive a riconoscere le giovani generazioni come risorsa indispensabile allo sviluppo del paese, portatrici di nuove culture, di elementi di modernità indispensabili al progresso generale. Amministrazioni che considerano le politiche giovanili come optzional, da inserire o meno nel loro bilanci o capaci di attuare anche una serie di interventi “sovrapposti” e non coordinati rivolti agli stessi partecipanti. E ciò capita per l’ agire da “separati in casa” sia di Enti diversi, sia anche tra funzioni diverse dello stesso Ente. 3.7 Interventi sui bisogni, per anticipare. Bisogna senz’ altro maggiormente prediligere una dimensione culturale ed educativa, evitando che le istituzioni, in una società così complessa, lascino esclusivamente le famiglie sole nel difficile compito di educare questa generazione. Poi fare in modo che gli adulti abbiamo qualche strumento per aiutare ed aiutarsi a crescere e quindi cominciare a parlare di “formazione genitori” per ripescare lo stare con i giovani per apprendere e comunicare, l’ agire e costruire azione sociale, il dare senso alla comunità. Le difficoltà dichiarate dai giovani di avere fiducia nei loro coetanei, significa per gli adulti assumere il ruolo di colui che provoca, che dà fastidio, che fa domande, invece di dare risposte: creare scalpore, inquietudine, spazi per ragionare, per litigare. Come? Avendo fiducia, considerandoli come risorsa e, soprattutto, avendo fiducia in se stessi come adulti. 3.8 Droga, alcol. Confrontando il dato provinciale con quello nazionale per quel che riguarda il contatto con gli alcolici (il 9% dei giovani si ubriaca abbastanza spesso ed il 28% qualche volta) si ha un allineamento dei valori, mentre sono più alti gli indicatori di contatto con la droga: infatti il 30% degli intervistati l’ ha già presa in mano ed ha sentito il desiderio di provarla, il 40% si è già sentito offrire droga, il 55% ha visto qualcuno che la stava usando, il 70% conosce qualcuno che la usa ed il 62% ha già anche parlato con alcuni di loro. Questi dati da sempre sono considerati “indicatori del disagio giovanile”, ma valori di questo tipo vogliono dire che oggi il consumo di droghe è entrato come elemento della cultura giovanile, perché altrimenti sarebbe disagiata tutta o quasi la condizione giovanile. Questo non nascondendo il fatto che in Provincia di Novara nel ‘96 si sono verificati il sesto sequestro in termini di Kg. di hashish ed secondo ed il quinto sequestro in Italia, in termini di numero di pastiglie di exstasi e derivati, nuove droghe più facilmente commercializzabili ed a un più basso prezzo.

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4. I DRAF DEI RISULTATI DELLA RICERCA “ADOLESCENTI ISTITUZIONI NEI COMUNI NOVARESI”

Tab. Le cose importanti nella vita (% di coloro che hanno indicato molto importante ciascun valore)

Comuni

Italia

Novaresi l’amore La famiglia l’amicizia La libertà la democrazia Il lavoro lo svago nel tempo libero L’autorealizzazione il successo e la carriera personale L’eguaglianza sociale la solidarietà la vita confortevole e agiata le attività sportive lo studio e gli interessi culturali l’impegno sociale l’impegno religioso l’impegno politico Gli altri dati sono riportati nel doc successivo

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81.3 80 79 61.5 59.7 57.6 56.2 49.3 48.3 44.3 42,0 40.3 38.2 15.6 13 3.8

77 81 76 64 50 61 55 46 54 56 38 33,3 38 21 13 3.7


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