New Entry - Edizione di Bergamo - 07/06/2018

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Anno 24 - N°07 del 07/06/2018 - www.newentry.eu - bergamo@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BERGAMO GRATUITO

In questo numero pag. 2 - QUESTO MARE DI INCONSISTENZA pag. 3 - FOTOGRAFARE pag. 4 - INVOLTINI DI MELANZANE... pag. 8 - VETERANI DI UNA GUERRA... pag.10 - FOTO CLASSE 1966/1971 pag.13 - IL SENSO DI INGIUSTIZIA

NUOVA GESTIONE

pag.22 - 1982: DISASTRO DI LUZNIKI pag.24 - ITALIA IN MINIATURA pag.40 - CUBA-VARADERO pag.45 - EMMA, UNA CAGNOLINA SPECIALE pag.47 - PAPA GIOVANNI XXIII pag.50 - PER IL TEMPO CHE AVRO’

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Editoriale

Questo mare di inconsistenza... Mi immagino già come saranno i documentari storici su di noi: un’ora e mezza di riprese di un gruppo di amici a mangiare una pizza, ognuno che messaggia col cellulare per conto suo, il massimo dell’interazione ridotto a: “Oh, guarda questo post su Facebook!”. I nostri nonni ci raccontavano della guerra, di vere amicizie, di sacrifici, di affetto e noi, di cosa parleremo? Spero che non verremo etichettati come “L’era della superficialità”. E allora cosa racconteremo alle generazioni future della nostra gioventù? Diremo che la nostra era la guerra della leggerezza: più il tuo corpo e il tuo cervello sono leggeri meglio è. Siamo dei contenitori che hanno paura di restare vuoti, spinti a riempirsi di spazzatura per sentirsi soddisfatti. Tutto ciò che è importante sapere è quale colore va di moda quest’anno e quante calorie contiene un cracker, perché se sei troppo grasso non sei nessuno. In questa nuova società digitale si deve sorridere sempre, anche quando non se ne ha voglia, anche quando i problemi ti sommergono: vogliamo mica che gli altri ci considerino noiosi, o addirittura troppo profondi! Spero che i nostri nipoti, a loro tempo, avranno imparato la futilità del nostro modo di vivere, che capiranno che in realtà eravamo solo ragazzi normali che tentavano di avere un posto in un modo troppo veloce. Ho ancora speranza che non sarà solo la leggerezza del nostro essere a viaggiare nel tempo, che sarà ricordato anche chi ha tentato di tenersi a galla in mezzo a questo mare di inconsistenza. Ho chiesto ai miei amici cosa racconteran-

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no loro ai propri nipoti e mi hanno colpito una risposta in particolare: “Racconterò di essere sopravvissuta a una società tanto arida e ormai incattivita, in cui i rapporti sono effimeri e passeggeri ma comunque non ho mai smesso di cercare le cose autentiche, nonostante molti amici mi abbiano voltato le spalle in tanti momenti difficili. Racconterò di aver imparato a godermi la quotidianità, apprezzando le piccole cose, di essere stata a lungo un po’ inibita dalle mie paranoie ma che crescendo ho superato. Racconterò che è importante l’autoironia, guardarsi allo specchio e ridere dei nostri difetti che altrimenti ci sembrerebbero troppo grandi.”


RIFLESSIONI

Fotografare Pablo mi ha chiesto se faccio un utilizzo specifico delle mie foto. Gli ho risposto che no, mi piace farle. Poi ne stampo alcune e le metto sul frigorifero o in un vecchio espositore, cambiandole ogni tanto. La sua domanda, però, apre a qualche riflessione. Ho sempre detto che fare fotografie mi rende felice. Guardare attraverso l’obiettivo mi dà gioia. Inquadrare dà una forma diversa alla realtà che vedo. Isola una parte che acquista così una sua vita diversa e in qualche modo indipendente. Mi vengono in mente dei versi di Rilke, che lui però riferisce alle parole: “…per dirle le cose così, che a quel modo, esse stesse, nell’intimo / mai intendevano d’essere.” (Nona elegia duinese) Per le immagini accade qualcosa di analogo. Lo sguardo le trasforma in un’esperienza. Dopo, non sono più le stesse. E poi succede che guardare così cambia proprio

lo sguardo, il modo di guardare ciò che sta intorno a me, anche senza macchina fotografica. Ed è emozionante, perché tutto ciò che vedo acquista nuova luce, nuove sfumature e, soprattutto, diventa bellissimo. Quando guardo così, le cose mostrano il loro volto più bello, anche le più semplici, le più scontate. E poi accade anche altro. Una volta fatta la foto, rivista qualche volta sul computer, quella foto rimane in me. E vive, anche se non la guardo più. Il mio mondo interiore si è arricchito di tralicci, panchine, cieli e nuvole, alberi in tutte le stagioni. Gli scatti sono pezzi di vita, non perché fermano un momento, ma perché quel momento lo fanno vivere. E quella vita, quello sguardo di ieri, sono nel mio sguardo di oggi.

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IN CUCINA CON CARMEN

Da questo numero Carmen Morello seleziona per i lettori di New Entry le migliori ricette degli chef che collaborano al programma

Rubrica a cura di Carmen Morello, conduttrice e attrice. Ora in tv alla conduzione del programma di cucina “Chef per una sera”. www.chefperunasera.simplesite.com Credito foto: Fazio Gardini 04 www.newentry.eu

Involtini di Melanzane al Caprino

Una ricetta facile e un mix di profumi e sapori stravolgenti. Un secondo sfizioso e semplice da realizzare per le nostre tavole,può essere usato e proposto anche in un menù vegetariano. L’involtino a fine preparazione può essere presentato anche con delle fette di prosciutto crudo arrotolate e servito con le salse. Vino consigliato per accompagnare questo piatto: Contessa Entellina Chardonnay Doc – Zona d’origine: Sicilia,nelle province di Palermo – Grado alcolico: 11.5° venute ad ebollizione. Ingredienti per 4 persone • - 800 g di melanzane • - 350 g di cipolle di tropea • - 400 g di pomodori • - 300 g di caprino • - 25 cl di aceto bianco • - 30 g di zucchero


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- 50 g di pinoli - 1 mazzetto di erba cipollina - 6 foglie di basilico - 15 cl di olio extra vergine di oliva - sale - pepe.

IN CUCINA CON CARMEN centilitri circa di olio e passateli al colino a maglia fine,quindi condite la salsa ottenuta con sale e pepe. • Fase 4 Affettate le cipolle e mettetele sul fuoco in un pentolino con aceto e zucchero.Quando giungono ad ebollizione,spegnete la fiamma e colate il fondo di cottura. • Fase 5 Frullate le foglie di basilico,già lavate e asciugate,con 3 centilitri di olio e i pinoli fino ad ottenere una salsa omogenea. • Fase 6 Prendete le fette di melanzana una alla volta,sistemate al centro di ognuna un cucchiaio di farcia al caprino e arrotolatele ad involtino.Fermate gli involtini annodandoli con uno stelo di erba cipollina e impiattateli accompagnati da un cucchiaio di cipolle in agrodolce,uno di salsa di pomodoro e uno di salsa al basilico.

Preparazione • Fase 1 Lavate le melanzane,affettatele longitudinalmente,cospargetele con una leggera passata di sale fino e fatele spurgare dall’acqua di vegetazione. Dopo una ventina di minuti,fatele cuocere in padella antiaderente a fuoco medio con un filo di olio. • Fase 2 Una volta cotte,adagiatele su un foglio di carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso.Intanto amalgamate il formaggio caprino con l’erba cipollina e regolate di sale e pepe. • Fase 3 Lavate i pomodori,frullateli emulsionando con 3 IL PIATTO E’ PRONTO !!!!!

Ricetta dello Chef William Imola www.newentry.eu 05


ANIME NEL VENTO

Duilia

Quando una persona a noi cara ci lascia per malattia, è sicuramente un avvenimento terribile, ma in qualche modo riusciamo un po’ a prepararci a questo terribile distacco, ma quando un affetto a noi molto caro con cui poco prima abbiamo parlato o scherzato ci lascia improvvisamente, ci sentiamo letteralmente la terra mancare sotto i piedi, cadiamo in un vuoto la cui risalita è veramente difficile. Mi ricordo come fosse ieri quando il nostro carissimo cugino Angiolino, ci presentò la sua fidanzata Duilia, all’epoca ero poco più di un bambino, quella ragazza non desto’ in me particolare interesse né in positivo né in negativo, è proprio vero che non si riesce mai a capire com’è una persona guardandola dall’esterno. Duilia rimase vedova (nostro cugino Angiolino è sempre nei nostri cuori) molto giovane, con due NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M. - Katia M.

Anno 24 - N°07 del 07/06/2018

Web: www.newentry.eu Email: redazione@newentry.eu bergamo@newentry.eu brescia@newentry.eu

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Tel.347 73 52 863 - Fax 178 22 87 172

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figli piccoli da crescere, si è caricata la famiglia sulle spalle e con una caparbietà, tenacia, forza che io gli ho sempre invidiato, è andata avanti come un treno, non l’ho mai sentita lamentarsi; mi sono chiesto molte volte: come fa a buttarsi tutte le cose negative della vita alle spalle e ad avanzare come un diretto? L’ anno scorso scendendo le scale che portano in cantina, è scivolata su i gradini facendoli tutti a ruzzoloni, quando raccontò questo fatto a me e a mia moglie, aveva la faccia piena di bende e cerotti, ci disse:<che culo, mi sono rotta soltanto un ginocchio, una spalla, la faccia e gli occhiali, avrei potuto rompermi anche la testa e invece no> era una inguaribile ottimista, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno e la metà mancante non se l’era bevuta lei. Recentemente, dopo una vita di lavoro dedicata alle Poste Italiane (voglio ricordare le 7 rapine subite mentre era allo sportello della posta) era andata in pensione, aveva tutto il diritto di godersi la casa, la famiglia, gli hobby e invece per un disegno a me sconosciuto è stata chiamata lassù. Mentre scrivo sento dentro tanta rabbia, è inconcepibile che persone tanto semplici, umili, buone se ne vadano sempre così presto; forse un giorno quando sarò più saggio e un po’ più calmo riuscirò a darmi una risposta, adesso l’unica cosa che mi da sollievo è sapere che Duilia ha riabbracciato suo marito Angiolino, chissà quante cose si saranno detti. Ciao Duilia Tuo cugino Giordano


Un grande Medico

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Curriculum vitae

Questo è il Curriculum vitae di un grande medico, amico mio, di cui ne ho avuto bisogno e ne continuo ad avere. Nome: Gesù Cristo Laurea: Figlio di Dio Master: Re dei Re. Dottorato: Re dell’Universo Il suo aiuto medico: Lo Spirito Santo La sua esperienza: Cause e casi impossibili Servizio: Le 24 ore La sua specializzazione: Fare miracoli Il suo strumento: La fede Il suo regalo: La grazia Il suo libro: La bibbia Malattie curate: Tutte Costo della terapia: La tua fiducia in Lui La sua garanzia: Assoluta La Consulenza: Il suo cuore Che questo medico ti faccia visita oggi stesso. vIn chimica, Lui convertì l’acqua in vino; (Giovanni 2:1-11) vIn biologia, nacque senza essere concepito normalmente. (Matteo 1-18 - 25) vIn fisica, sfidò la legge della gravità, quando camminò sulle acque e ascese al cielo. (Marco 6:49 - 16:19) vIn economia, Lui ribaltò le leggi della matematica, al alimentare 5000 persone con solo cinque panini due pesci; e farne avanzare 12 ceste piene. (Matteo 14:17-20) vIn medicina, curò gli ammalati e i cechi, senza prescrivere alcuna medicina. (Matteo 9:19-22 e Giovanni 9:1-15)

Nella Bibbia c’è scritto che nessuno viene al Padre se non per mezzo di Lui. Egli è l’unica strada; (Giovanni 14:6) Allora... Chi è Lui? Lui è Gesù !!! L’uomo più grande della storia: Gesù vLui non aveva servi, eppure lo chiamavano Signore. vNon possedeva nessun titolo di studio, bensì lo chiamavano Maestro. vNo aveva medicine, ma lo chiamavano medico dei medici. vLui non possedeva esercito, ma tutti i Re lo temevano. vLui non vinse nessuna battaglia militare, ma conquistò il Mondo. vLui non commise alcun delitto, ma fu Crocifisso. vFu sepolto in una tomba, e al terzo giorno risuscitò.

Mi sento orgoglioso di servire a questo leader che ci Ama tanto; tanto da offrire la sua propria La storia è narrata prima di Lui e dopo di Lui. vita per donarla ad ognuno di noi. Un grazie a Nonna Grazia per il testo. Egli è Principio e Fine; www.newentry.eu 07


Società

Veterani di una guerra di nessuno E’ accaduto un’altra volta che un giovanissimo abbia fatto “piazza pulita” del proprio coetaneo: di certo non ci sono professionisti del crimine dietro questo schiantarsi della ragione, c’è solamente una periferia invisibile, un territorio esistenziale dimenticato per il carico delle sue eredità. Un bullismo che combatte altre schiere di pari, un disagio relazionale demenzialmente carismatico, una generazione di maledetti per vocazione, che irrompe negli spicchi di città lasciati senza custodi educazionali. Una colonna di impavidi per età, per inesperienza, per solitudine, che imperversa nelle mancanze altrui, a cominciare da quelle della strada, dove non esiste più regola, né valore, figuriamoci ideale, il disvalore non è più solo la spiegazione acculturata di una negatività, è soprattutto ciò che campeggia sui sellini degli scooter mal allineati ai margini della via. Ragazzi e ragazze cadono, colpevoli di non essere duri e prepotenti a sufficienza, o perché turisti innocenti di una sera. Rileggo le cronache, gli sforzi letterari per rendere meno ostico il messaggio che traspare, ma in queste morti c’è poco spazio per qualsivoglia letteratura noir, romanticismo o nostalgia criminale di altri tempi. Tanti anni fa raccontai della sofferenza che ho provato per il raglio di un mulo ferito a morte, un raglio che ti penetra sottopelle, ti grida dentro le ossa, fino a farti impazzire per non ascoltarlo più. La gente discute delle ferite, delle lacerazioni, della morte inaccettabile, a me tornano in mente le parole scritte dal mio amico Erri: “ La vergogna del sangue, vergogna che paralizza più dell’ira”. Troppo facile risolvere e concludere la tragedia con una sentenza, con un’altra condanna del colpevole, troppo semplice e scontato l’epitaffio. 08 www.newentry.eu

Mi viene più fisico e dunque meno caritatevole il disagio per quella vergogna che dovrebbe assalire; “intero il corpo e la mente, per tanto sangue offeso e umiliato. Vergogna del dolore e vergogna del sangue “. Quando la vergogna entra nelle case disabitate dal cuore, non c’è più giustificazione né risposta che possa bastare. Se c’è vergogna che bussa alla tua porta, non è miracolo di qualche seduta di psicoanalisi, piuttosto è capolinea, è ultima stazione concessa alla cecità dell’esser contro sempre e comunque. E’ ghigliottina per ogni colpevole accettazione di un folklore metropolitano che genera cultura dei totem e del branco. Quando le nocche delle dita sono sbucciate, e nelle orecchie stride il rumore dei denti spezzati, è davvero il momento di mettersi lo zaino in spalla, cacciandovi dentro le armi di offesa e di difesa della propria ottusità e delle proprie miserie, in codici d’onore presi a calci dalla storia. Adesso c’è chi piange, chi colpevolmente volge le spalle da un’altra parte, chi tenta inutilmente di esorcizzare il male con qualche parentesi a effetto, senza però denunciare le morti per difetto. Quando un giovane si schianta nella propria disumanità, c’è la torsione delle emozioni, c’è soprattutto a farla da padrone la rampa di lancio dell’innamoramento del “ sono tosto “, forse c’è pure lo spinello, quello deposto come un fiore, e l’altro da fumare, comunque droga sbagliata. Violenza che diventa simbolo di un associazionismo diverso, ma assai ben conosciuto, dove il fumo e l’alcol che scendono ai polmoni si tramutano in propellente che lega a filo doppio i clan di bambini adulti. Vincenzo Andraous


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FOTO CLASSE 1966/71

con la maestra signorina Bianca Bresciani Sta per terminare un altro anno scolastico e tanti ricordi si affollano nella mente. 20 anni fa morì la mia maestra, la Signorina Bianca Bresciani: insegnante severa e autoritaria, ma che svolgeva il suo lavoro con amore e passione. Ci lasciò al termine della quinta, infatti, con un’ottima preparazione scolastica e un grande insegnamento per la nostra vita: ”Vivi con amore”, scritto su una medaglia in bronzo, esplicito motto che lei stessa ci dimostrava col suo esempio. Essendoci allora la maestra unica, noi bambine eravamo molto affezionate a lei, in certe situazioni quasi fosse una seconda mamma. Affetto che lei contraccambiava anche cogliendo e valorizzando il meglio in ognuna di noi. Impossibile dimenticare le sue lezioni approfondite, i compiti impegnativi, ma spesso fantasiosi che ci assegnava; le tantissime poesie imparate a memoria; le car10 www.newentry.eu

tine geografiche millimetrate; le ricerche sul territorio intervistando persone e osservando la natura; le regole di comportamento; i quaderni che pretendeva in perfetto ordine e bella calligrafia, altrimenti strappava pagine senza pietà. Allora, per noi bambine, era molto impegnativo, anche perché usava metodi decisamente esagerati: schiaffoni e tirate d’orecchie, soprattutto nelle interrogazioni. A posteriori a lei va però un grazie riconoscente! Personalmente rivolgo ancora a lei il mio grande grazie per avermi fatto esprimere, in un tema in classe, il mio sogno che, seppur dopo molti anni, ho poi davvero realizzato: diventare poetessa. Senza quel tema chissà se avrei avuto il coraggio di esternare quella timida aspirazione, oggi felice realtà! È merito suo se, oltre alla passione naturale, ho imparato a mettere nero su bianco pen-


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sieri in modo corretto, arricchendoli con molti aggettivi, a cui lei teneva tanto, ampliando in tal modo il mio vocabolario e la mia fantasia. Ripenso spesso a lei quando scrivo poesie, ne sarebbe contenta, forse un po’ meno per i versi dialettali: ci raccomandava infatti di parlare sempre in italiano, anche in famiglia. Erano anni in cui il dialetto era considerato purtroppo una “lingua di serie b”. In molte famiglie tuttavia convivevano i nonni, pertanto si parlava quasi solo in dialetto. Per fortuna negli ultimi tempi il dialetto è stato rivalutato, riconoscendone il patrimonio di cultura, saggezza popolare e ricchezza di valori intramontabili, espressi spesso con schietta ironia. Negli anni ‘60/ ’70 e fino agli anni ’80, c’era la maestra per le classi femminili, il maestro per quelle maschili e il sacerdote, per noi il simpatico e indimenticato Don Tullo, per l’ora di religione. Insegnanti di allora della scuola elementare, ricordati ancora oggi dai loro alunni con affetto, furono: M° Bianchi, Zuccaro, Cadioli, Fargione, Turelli, Bellandi, Branca, Treccani, Boschetti, Moreni, Tisi, Spadavecchia, Gialdini, Morelli, Cesarò, Possi, Ramazzotti, Dell’Adamino e Bresciani, madre e figlia ( spero di non avere dimenticato qualcuno). Ornella Olfi

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Ed è Poesia

“Festa della Mamma”

Mamma, oggi, s’innalzano al cielo, tanti palloncini colorati, come Bollicine trasparenti e pure… In ognuno, vi è un pensiero, un desiderio, un Augurio serbato, adagiato, in attesa di scrigni d’oro e d’argento. Lascio alle spalle, gli anni infantili passati, come voci di vento… Da molto lontano, albergo, tra le tue pene, mentre, mi sussurri, tempi Migliori. Ti vedo, tra silenzi loquaci, mentre, dietro piccole case di pietra, tra verdi Colline, intravedo, la tua chioma, come filamenti bianchi di seta… Come un eco schiarito, come un’ombra sfuggente, cerco, ancora, il Tuo AMORE esclusivo, come una forza, che consola ogni pianto. Il tuo sorriso è il profumo dell’Anima, finestra, di sogni socchiusi e desti… Come una farfalla stanca, in cerca di fiori, dai colori dell’arcobaleno, cerco la tua tenerezza infinita, che invade l’UNIVERSO… Nessun ricordo è infranto con te, nessuna sicurezza vacilla, lasciando vuoti intatti… Come un ombrello elegante, giallo sole, fai capolino, nelle mie giornate incomprese… Mi resti, sempre, accanto, anche se intravedo, il tuo capo chinato… Mi resta sempre, dolce, il tuo volto, come un SOGNO, mai DIMENTICATO…

Tina Giordano

(Cerignola , FG)

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SPECIALE

Autismo: il Mostro del Silenzio La Pescatrice di Voci (Diciassettesima e ultima parte) Autrice: Daniela Vanillo

Una storia sussurrata a piccoli passi. MARIA RACCONTA Sono molto preoccupata per una persona che non conosco personalmente. È l’inventore di personaggi di alcuni cartoni animati molto famosi. Lui è affetto da una sindrome rara: “la sindrome di Asperger” Anch’io mamma ho quella cosa? Lui fino all’età di quaranta anni era una persona inetta che non sapeva cosa fare. Poi un giorno

ha visto degli animaletti e ha iniziato a disegnarli, ed allora è diventato una persona considerata e la sua malattia una differenza positiva. Era un bambino giapponese che passava la sua giornata catturando insetti in silenzio. Con il passare degli anni, in Giappone, gli insetti scarseggiavano inghiottiti dal cemento. Così si appassionò all’informatica ed ai videogiochi. Iniziò ad inventare dei mostri immaginari, tascabili virtuali. Un silenzio potente con un eco mondiale. Immaginava gli insetti silenziosamente come io in silenzio vivo la mia vita. Non sto creando nulla, ma non è detto che non succeda. I silenzi sono pieni di sorprese. Siamo Asperger tutti e due.” Epilogo Ora hai vent’anni stai frequentando un corso di dizione e sei

felicissima, nel tuo “mondo del ripetere” e così sei come una di noi! Ti vedo sorridere mentre ripeti perfettamente le parole, padrona della tua lingua. La pronuncia e gli accenti sono le tue priorità, ti prepari con serietà e ripeti. Ripeti perché fingendo sarai piano piano in grado di superare il tuo ritiro. Nel “Tuo teatro della vita” doppiando, potrai esporti e proporti senza la spontaneità emotiva di cui non disponi. Sto cercando di vedere quelle parti della tua personalità, quei talenti nascosti, al di là di tutti gli altri problemi. Una persona non è tutta uguale, nella sua passione c’è la parte di lei senza disagio anzi, c’è quella parte di novità ed estro che potrebbe portarla ad avvicinarsi al nostro mondo, ed alla sua felicità. Per Maria la forza del risveglio è la sua “passione per il doppiaggio”. Fine

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Il senso di ingiustizia Incontro persone atterrate dalla vita. E da lì, da giù per terra, cambia la prospettiva da cui guardi il mondo intorno a te. Cambia lo sguardo. Da giù cambia la scala dei valori, delle priorità, di ciò che è importante o no.Cerchi vie di uscita, strategie di sopravvivenza; cerchi senso, risorse per affrontare quella che da giù sembra la scalata dell’Everest a piedi nudi. Cammino per strada con in mente le storie ascoltate, la mia, quelle delle persone vicine. Penso a quanta umanità di valore lotta, a quanta umanità di scarso valore ottiene riconoscimenti. Talenti che faticano ad arrivare a fine mese, incapaci che gestiscono potere. Tutti i giorni in ospedale mi sento ripetere le stesse frasi: “ma perché proprio a me?”, “non è giusto!”. Sulla strada che percorriamo prima o poi incontriamo tutti lo stesso scoglio: l’ingiustizia. La vita è profondamente ingiusta. Vorremmo appellarci a un senso superiore che possa sanare i torti subiti, ma non c’è. Accade ciò che accade, senza appello. Poi posso provare a fare qualcosa, ovviamente. Combatto, come posso. Ma che sia una malattia, un accidente di vario genere, una persona che ti fa del male, resta che con quell’accadimento ci devo fare i conti, per quanto ingiusto possa essere.

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Il senso di ingiustizia ci può atterrare, ci può lasciare rabbiosi, ci può distruggere. È una dura lezione che dobbiamo prendere così com’è. Però poi ciò che ne facciamo, come riusciamo a reagire a quella dura lezione, fa la differenza. Ascolto anche in me la voce che protesta e si lamenta, ma poi so che non posso andarle dietro. Quella voce tira giù. Metto energie per contrastarla, e come il Barone di Münchausen, mi tiro su per il codino. Grazie all’amore e all’amicizia di chi mi sta vicino; grazie alla bellezza che riesco a cogliere; grazie alla musica che infonde energie, quieta l’animo agitato. Finora, grazie a tutto questo, il mio sguardo ha sempre ritrovato il respiro del cielo. sguardiepercorsi

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SPETTACOLO & ARTE PH. GIUSEPPE STABILE

Chiara & Camilla Romano Così diverse, ma così uguale. Chiara – la maggiore – e Camilla – 18 anni compiuti da poco – non sono due sorelle qualunque. Le accomuna la bellezza, la serietà e una passione smodata per il mondo dello spettacolo e della fotografia. La loro è un’avventura iniziata e proseguita rigorosamente in coppia. Difficile non notarle, anche quando girano insieme per strada: capello mosso, fisico da urlo e simpatia travolgente. Dalla loro Cesena, dove studiano e sognano di sbarcare a Miss Italia, Chiara e Camilla Romano non hanno intenzione di fermarsi. I loro scatti trasudano sensualità ed eleganza. E se una è un po’ più “pazza” dell’altra, solo completandosi sanno dare il meglio di loro stesse. Riavvolgiamo il nastro: chi sei? CAMILLA: Sono Camilla Romano ed ho 18 anni. Sono di Cesena e nella vita sono una studentessa. 14 www.newentry.eu

CHIARA: Sono Chiara Romano, ho 22 anni e abito a Cesena. Sono laureata in Economia e gestione aziendale e sto frequentando la Specialistica in Economia e Management. Ho praticato per 10 anni ginnastica artistica a livello agonistico e dopo un grave infortunio ho passato ad insegnarla. Tu e la fotografia: com’è iniziata questa avventura? CAMILLA: Un anno fa, insieme a mia sorella. È un mondo che ci ha sempre affascinato tanto e grazie a dei concorsi di bellezza piano piano siamo riuscite ad entrare anche nel mondo della fotografia. CHIARA: Grazie alla visibilità delle sfilate e i concorsi, ci hanno contattato tanti fotografi. Abbiamo iniziato così a fare i primi shooting. Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso insieme, così ogni tipo di progetto lo intraprendiamo in due. Questa è la nostra forza. Stare sotto i flash ci fa sentire belle.


SPETTACOLO & ARTE

Cosa rappresenta per te la fotografia? CAMILLA: E’ un mondo affascinante e pieno di sfaccettature. Dietro ad una foto si nascondono una marea di emozioni. Questo mondo mi ha fatto avere più consapevolezza di ciò che sono. CHIARA: Davanti all’obiettivo mi sento bella. C’è da dire che sono una persona a cui piace stare al centro dell’attenzione e non mi vergogno di niente. Quindi mi piace proprio essere protagonista di uno scatto. Farmi fotografare mi piace e mi da tante soddisfazioni. Collaborazioni principali: fin dove sei “arrivata” ora? CAMILLA: Io e Chiara abbiamo fatto diversi lavori insieme, partendo da sfilate importanti. Abbiamo lavorato con fotografi molto bravi che ci hanno insegnato tanto a livello fotografico ed è anche grazie a loro se oggi siamo riuscite a crescere cosi, insieme.

PH. GIOVANNI VENTRIGLIA

CHIARA: Miss Italia è la più importante che abbiamo fatto. Ci ha dato davvero tanta visibilità e ci ha aperto tante strade. Abbiamo fatto tanti shooting con tanti fotografi ed ognuno di questi è stato importante perchè ci ha permesso di formarci a livello professionale e ci ha dato la spinta per proseguire. Lontana dal set…che giudizio dai di te stessa? Come ti piace apparire nel quotidiano? CAMILLA: Sono una ragazza molto semplice, mi piace la moda e molte volte mi piace mostrare ma non tendo ad essere esibizionista. Sono d’accordo sul mostrare il proprio fisico però penso ci sia sempre un limite che non si può sorpassare. CHIARA: Mi piace stare al centro dell’attenzione e ho un carattere molto esuberante. Nel vestire cerco di seguire la moda e mi piace azzardare. La sera mi piace vestirmi elegante e

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SPETTACOLO & ARTE

raffinata. Amo i tacchi. Qual è il tuo rapporto con i social? CAMILLA: Ho scoperto i social poco tempo fa, ho iniziato ad usarli spesso circa da un anno... penso sia una bella opportunità per potersi mettere in mostra ma anche qui c’è un limite. Non bisogna farsi prendere troppo dai social perché dobbiamo ricordarci che è un mondo irreale, dove tutto sembra sempre bello e perfetto quando in realtà non lo è! CHIARA: Sono molto attiva sui social. Penso che coi social posso mostrarmi per quella che sono nella quotidianità. Poi mi piace comunque mostrare la mia parte professionale, quindi pubblico foto di shooting, sfilate, backstage ecc. Se vi va potete seguirmi su Facebook: Chiara Romano e su Instagram: chiararomano8. Uso molto le “storie” che mostrano in tempo reale quello che faccio.

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Resident Evil 7 Ciao, sono Paolo Russo: questa è la mia prima rubrica! Come da titolo parlerò dei migliori videogiochi del 2017 – 2018. Il gioco di questo numero è l’ultimo capitolo della saga horror più famosa dei videogiochi, ovvero Resident Evil 7 di Capcom. In questo capitolo ci sono tantissime novità, come il nuovo motore grafico Resident Evil 7 Engine che rende il gioco molto più realistico rispetto ai suoi predecessori. È stata cambiata anche la visuale del gioco: nei suoi predecessori era in terza persona con l’inquadratura dietro il protagonista, tipo Tomb Raider, mentre in questo capitolo è in prima persona; quindi vedremo il gioco attraverso gli occhi del protagonista, tipo Doom o Call of Duty, cosa che lo rende totalmente diverso dai suoi predecessori. Altra novità molto bella è l’ambientazione fortemente ispirata al film horror “Non aprite quella porta”; c’è anche un omaggio a Leatherface, il killer che appare nel film. Infatti, in una scena del gioco il protagonista dovrà combattere contro la moglie che è stata infettata dal nuovo virus E che ci apparirà davanti all’improvviso con una motosega proprio come Leatherface nel

TOP GAMES 2018

film. Sono stati reintrodotti come nei primi tre capitoli i bauli porta oggetti dove riporre gli oggetti dell’inventario. Anche il metodo per salvare la partita fa un ritorno al passato: per salvare dovremo usare dei registratori vocali sparsi per l’ambiente di gioco. Sono stati inseriti nuovi personaggi, ma c’è anche un personaggio storico della serie Chris Redfield presente già nel primo, nel quinto e nel sesto capitolo della serie; egli apparirà verso la fine della storia principale in un filmato e sarà anche giocabile con il DLC Nessun Eroe (scaricabile a parte gratis), ambientato dopo la fine della storia principale del gioco. In questo DLC dovremo inseguire uno dei cattivi in fuga dopo che ha quasi ucciso il protagonista della storia principale. E per concludere, vi ricordo che Resident Evil 7 è consigliato ai maggiori di 18 anni ed è disponibile per PC, PS4, Xbox ONE. Ciao e alla prossima, sempre con Top Games! Paolo Russo www.newentry.eu 17


Future

Real life stories: Maddalena Wonder woman!

Maddalena è solare, gentile, sempre pronta ad aiutare tutti. Una mamma super impegnata che lavora come receptionist in una grande azienda e si divide meravigliosamente bene tra il lavoro, la famiglia, la casa, lo sport, le sue passioni. Riuscire a combinare tutto questo è bellissimo, riuscire a farlo con il sorriso di Maddalena è eccezionale. Ma come fa? Glielo abbiamo chiesto in questa intervista. Se anche voi volete conoscere Maddalena e i suoi superpoteri, leggete cosa ci ha raccontato. Ciao Maddalena, sei una donna impegnatissima, lo sappiamo. Ci racconti la tua giornata? La mia giornata si divide tra famiglia e lavoro. Sono mamma di due ragazzi grandi: mia figlia più piccola frequenta le superiori, mentre mio figlio ha da poco iniziato a lavorare, ma si sa, il lavoro della mamma non finisce mai. Questo è già un impiego a tempo pieno! E poi c’è il lavoro in azienda… Sono la receptionist di una grande compagnia. 18 www.newentry.eu

Devo ammettere che mi piace stare con le persone, saper riconoscere la situazione, se e quando intrattenere gli ospiti in caso di attesa. Accogliere qualcuno significa anche questo: essere responsabile della primissima impressione dell’azienda. Quando hai un po’ di tempo libero cosa ti piace fare? Sono cresciuta in un paesino di montagna, quindi ammetto che i suoi sentieri e i suoi colori, i rumori e i profumi del bosco, sono nel mio cuore. Spesso sento il bisogno di evadere dalla città per cercare la pace di questi paesaggi, ma non sempre è possibile. Allora faccio una bella passeggiata o mi rifugio nella quiete della natura in sella alla mia eB1. È una sensazione bellissima. Ci racconti questa sensazione? Da quando mi hanno regalato eB1 ho ritrovato questa sensazione che non provavo da tempo. Mi spiego meglio: la montagna non è solo bei paesaggi e aria pulita, ma anche un ritmo di vita più calmo e sereno, naturale, come quando da bambina pas-


Future

seggiavo insieme al mio papà. Un’armonia che la montagna ti insegna ad amare. Viaggiare in sella alla mia eB1, lontana dal traffico e alla velocità che preferisco, mi fa rivivere anche questo. Usi spesso la tua eB1? Sempre, non riesco più a farne a meno. Anche se abito vicino al lavoro, prima ci andavo in macchina: per il ruolo che ricopro, la forma e l’ordine sono importanti e in bici avevo paura di arrivare in azienda troppo affaticata o sudata. La pedalata assistita è perfetta per questo. Con eB1 quei 3 km sembrano molti meno, soprattutto quando torno a casa per pranzo: evito la lunga coda e non perdo più tempo a fare benzina (pensate che ricarico la batteria direttamente dalla mia scrivania). Così attraverso la ZTL del Paese, arrivo a casa in un attimo e risparmio tempo prezioso per godermi tutta la pausa. Viaggio compreso. Possiamo dire che Askoll ha cambiato il tuo modo di vedere la bicicletta? Questo di sicuro. La mia Askoll è il mezzo perfetto per vivere la città alla velocità che preferisco. Future

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ANIME NEL VENTO

A Liliana

per lei anima bella, un pensiero...

Carissima Liliana, fonda la notte, carica di presagi antichi. Tarda il sonno a venire, mille i pensieri che arricciati compongono aspri tratti. Si vorrebbe, in un battito d’ali librare sopra cieli infiniti. Giunta improvvisa la notizia del tuo essere andata in cielo, fa la parola zittire, l’animo appesantisce. Rapidi sono scorsi gli anni, insieme abbiamo camminato, sperato, sognato. La passione per la scrittura ci ha unite nonostante la differenza d’età nelle nostre brevi intense discussioni ritrovavano piacere dello stare insieme. Sono tanti i ricordi che a galla risalgono, tremuli, di tenera condivisione. Nei tempi di bambina ti ricordo giovane, allegra, briosa venire con assidua premura a far visita a tua madre, la carissima Aurelia, ai tempi mia vicina di casa. Da piccina mi divertivo a sostare nella bottega di tuo padre, ammirare la sua maestria nell’arte, odoravo, annusavo l’intensità e la bellezza di essenze e fragranze. Mentre il sole moriva ed il giorno si preparava a concedere il passo, immobile ristavo in attesa di richiamo materno. Volata in cielo Aurelia, rimasta sola la zia Lina, lentamente seco l’hai condotta fra le mura della tua casa, per darle conforto e compagnia nella senilità, per lei che non avendo figli tanto aveva donato con infinito amore pazienza e dedizione di una vita. Anni di silenzio ci hanno un poco separate, per una serie di circostanze e di frenesie che il quotidiano riserva. Infinita la tua attenzione per la malattia di Silvia, sostengo per il coraggio di voler e saper affrontare la vita con ardire nonostante la semi cecità. Con l’arrivo di Vittoria, il suo essere fragile, dolore e sofferenza hanno fatto che le nostre vie si 20 www.newentry.eu

ritrovassero, immutate per profondità e sincera condivisione. Hai saputo tendere la mano, donare in modo sconfinato con audacia di madre pazienza ed ascolto, partecipando in modo attivo alle mille tribolazioni di una malattia dai tratti crudeli ,alla conquiste di Vittoria, al suo essere nel mondo per il mondo sfida, sorriso, bellezza ed armonia. Assieme abbiamo condiviso la scoperta della comunicazione aumentativa alternativa,per te che insegnante, passione mostravi nell’apprendere tecniche nove d’integrazione. Infinte le lotte, le mestizie, i momenti bui di cui abbiamo lungamente discusso, la magia della scrittura ha saputo sviscerare animi, destare stupore, fare il sorriso riemergere, sollevare veli. Calvario di sofferenza e di fede il tuo, negli ultimi tempi corto il respiro, affannoso, aspro, velato lo sguardo. In te rivedevo mia madre, nei gesti lenti, misurati, al millesimo scanditi, lenta ascesa verso l’estremo saluto. Ti guardavo oggi, avvolta dalla pace eterna, volto affranto, segnato dalla sofferenza, appesantito da un dolore antico. Con me Celeste e Vittoria... inquieta Vittoria, smaniosa, attorno si guardava interrogativa. Poco il tempo concesso per starti accanto.. avrei voluto, se Vittoria l’avesse permesso, sederti accanto, prendere la testa fra le mani, sostare un istante, riflettere, ricordare, riannodare fila. Avrei voluto essere grembo che accoglie, pascolo che custodisce, via che indica ..avrei voluto prenderti per mano, sentire il tuo sorriso farsi tenero, comprensivo, con una carezza avresti sollevato Vittoria dall’inquietudine, riportato alla pace. Mai


ANIME NEL VENTO

ti sei dimenticata del suo compleanno, ogni 15 settembre, a dispetto di tempo e spazio, la tua mano alla porta bussava, una torta reggeva, con sorriso delicato la donavi. Era un dolce semplice dicevi per i bambini, arricchito con roselline colorate e fiori di zucchero .L’ultima volta mi hai detto; “ Non so se l’anno prossimo porterò la torta alla mia Vittoria, non mi sento bene Milena, mi sento cambiata, le forze mi mancano ….”. nel fissanti dentro, nel profondo, un tuffo mi prese, sentii l’angelo della morte battere forte le ali, tremai intensamente. Ci incontrammo per caso quando a maggio venni a bussare per chiedere informazioni in merito al campo estivo organizzato dagli alpini per iscrivere Celeste. Ti trovai carica di sofferenza, pur tuttavia sorridente, speranzosa per un intervento che tardava a venire, atteso con insistenza. Poche le parole che ci scambiammo, intense, di condivisione. Mi dicesti, sorridendo: “so tutto di Vittoria, ti seguo attraverso gli scritti, lotta sempre, continua cosi ’..”. ti sorrisi, certa della tua vicinanza e comprensione. La parola: tutto e nulla, passaggio e tremore, affermazione. La poesia:magia ed incanto, delicato tocco. Mi chiedo cosa potrei donarti oggi, in questo preciso istante, azzardo o follia di una notte che non trova requie? Sono rabbia e dolore, di certo, sentimenti forti quelli che l’animo vestono, che fanno le dita scivolare sulla tastiera, liberamente, scevre di ogni pretesa o fine. Cadono parole, si formano emozioni, battute da vento furioso, alla deriva vanno. Grazie maestra Liliana per il tuo aver saputo dimostrare nel concreto, con l’esempio e la presenza la misericordia e carità cristiana. Grazie per l’allegra serenità con cui ti rivolgevi al prossimo, nelle piccole azioni di tutti i giorni. Grazie per essermi stata accanto, aver asciugato lacrime e raccolto gioie, per averle saputo custodire nel palmo di mano. Che il mio abbraccio possa giungerti indiviso, ol-

tre i veli dell’eterno indiviso e commosso. Dall’alto dei cieli, ne sono certa,custodirai i nostri passi. Nel nostro cuore, il tuo ricordo ed affetto serberemo come tesoro prezioso. La morte un passaggio, un cambiar forma ed espressione. Quello che conta è l’essenza, sono i legami che si sono tessuti, le emozioni serbate, le gioie gettate alla luna, la sofferenza vissuta con fede. Mi basterà volgere lo sguardo, per sentirti ancora accanto, amica cara ….. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

Liliana Liliana, nome delicato palpito di vita, accenno di sentire. Liliana, mille sfumature delicata fragranza, forza e tenacia. Dolcezza e premura, dedizione e fantasia, audacia. Sorella morte, lontano conduce velature aspre, tingono la notte. Dolore intenso, preme, fa assidua l’ora. La fede, insegna ad aver fede immutato rimane, ricordo ed affetto. Grazie , maestra Liliana per l’amore che hai saputo donare rinnovare con energia. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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SEGNI NEL TEMPO

1982 Disastro del Lužniki a Mosca

l disastro del Lužniki è il nome dato ad una strage avvenuta nel 1982 nello stadio Lužniki di Mosca, all’epoca Stadio Lenin, in cui morirono 66 persone. La strage Il 20 ottobre 1982 era in programma una partita di Coppa UEFA 1982-1983 tra Spartak Mosca e Haarlem. A pochi minuti dalla fine, con il club sovietico in vantaggio per 1-0, molti spettatori cominciarono a lasciare lo stadio a causa del freddo, dirigendosi verso l’unica uscita aperta (tutte le altre erano chiuse). All’88° lo Spartak raddoppiò con un gol di Sergej Švecov, e alcuni tifosi decisero di tornare indietro. Il ritorno sugli spalti fu impedito dalla polizia e la conseguenza fu un sovraffollamento delle scale che alla fine ne provocò il crollo. Nell’incidente morirono 66 persone e altre 61 rimasero ferite. Il seguito Le autorità locali decisero subito di insabbiare la vicendanper evitare cattive opinioni a livello internazionale. Il giorno dopo venne riportato un piccolo trafiletto sui giornali che diceva: “Ieri al Luzhniki dopo una partita di calcio si è verificato un incidente. Ci sono alcuni feriti tra gli spettatori”. - ma la vicenda non venne mai approfondita fino in fondo dalla magistratura, che invece decise di preparare un’indagine farsa; vennero date versioni diverse dai fatti realmente accaduti e quando i testimoni 22 www.newentry.eu

cercarono di raccontare la verità vennero subito interrotti. Uno dei custodi dello stadio, Yuri Panchikhin, assunto da soli due mesi e mezzo, che aveva cercato di salvare alcune vite, fu costretto a raccontare una versione voluta dalle autorità, in cui affermava di avere avuto qualche colpa (lui disse di essere colpevole psicologicamente, e i giudici interpretarono queste sue parole come una confessione). Fu condannato a 3 anni l’8 febbraio 1983 e scontò 18 mesi (metà della pena) ai lavori forzati. Nel 1989 il Sovetskij Sport pubblicò il primo articolo dedicato alla tragedia, scrivendo che le autorità decisero di insabbiare tutto, impedendo ai familiari delle vittime di scrivere sulle lapidi morto in un incidente allo stadio Luzniki, e che i giocatori olandesi dell’Haarlem lasciarono lo stadio non accorgendosi di quanto stava accadendo. Successivamente, sul luogo della tragedia, è stato eretto un monumento. Il 20 ottobre 2007 si è disputato un Memorial match tra gli ex giocatori delle due squadre finito 2-2, ma ancora oggi le autorità russe non hanno chiesto scusa per il modo in cui si verificò quella strage e per il modo con cui venne condotta l’inchiesta penale. In Italia, nel 2008, è stato trasmesso per la prima volta su ESPN Classic un documentario che racconta la tragedia con testimonianze di persone presenti allo stadio quella sera e sopravvissuti alla tragedia, con testimonianze di alcuni genitori delle vittime (i cui figli persero la vita) e con il racconto del custode Yuri Panchikhin.


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Italia in miniatura Se durante le prossime vacanze romagnole sentirete nostalgia delle bellezze di casa o verrete colti dalla irrefrenabile voglia di vedere qualcosa di nuovo, non spaventatevi. Niente paura, per dirla alla Vasco Rossi. A Rimini c’è quel che fa al caso vostro. Preparatevi ad un tuffo nell’Italia dei monumenti e delle infrastrutture, dei mari e delle montagne. Un mix senza tempo. Dal 1970, l’Italia in Miniatura di Viserba è uno degli appuntamenti irrinunciabili per italiani e

BERGAMO 24 www.newentry.eu

stranieri. Così piccola e così bella. Un fascino che va oltre ogni dimensione. 270 miniature da guardare, fotografare, osservare e invidiare. Per la serie: lì ci sono stato/a, lì vorrei andarci, lì ci ho trascorso una vacanza da favola. Un viaggio nel Belpaese adatto a tutte le età. E poi molto, ma molto altro. Preparatevi ad entrare in una Venezia in scala 1:5. Immancabile il giro in gondola e il selfie in Piazza San Marco. Tutto uguale all’originale con la differenza che qui non bisogna far la fila al tornello per

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SPETTACOLO & ARTE

entrarci. Nel parco che dal 2014 è proprietà del Gruppo genovese Costa Edutainment, un massiccio intervento di restyling nel corso della primavera ha interessato monumenti, strade, piazze e giardini. Tutto curato alla perfezione. Con l’aggiunta di 80.000 “omini” che popolano l’Italia come fosse quella originale. Ma non basta. Arricchiscono il Parco la bellezza di 5000 veri alberi in miniatura, le decine di trenini che sfrecciano in ogni parte della peni-

l’attrazione più adrenalinica: una discesa mozzafiato in uno scenario dolomitico, a bordo di tronchi d’albero. A Cannonacqua si battaglia sparandosi acqua dai cannoni! Per chi ha la testa “per aria” c’è lo spettacolare viaggio in volo con la Monorotaia o le mongolfiere di Torre Panoramica. Sono comprese nel biglietto anche le auto di Scuola Guida Interattiva, Pinocchio, Piazza Italia, il Luna Park della Scienza, il Pappamondo e la bellissima romantica, Venezia, dove si naviga a bordo di gondole fino a Piazza San Marco. Con un piccolo supplemento si accede, infine, a Cinemagia 7D e all’AreAvventura. Aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.30, Italia in Miniatura, offre promozioni famiglia, biglietti combinati con Acquario di Cattolica e Oltremare, ingresso gratuito per i bimbi sotto il metro e ridotto per quelli fino a 140 cm, un secondo giorno gratuito a scelta. Inoltre, l’offerta save the fun permette di non perdere il biglietto in caso di pioggia o imprevisti.

sola e gli aerei che decollano e atterrano. Ecco spiegato perchè, all’inizio della sua 48° primavera, Italia in Miniatura sia un gioiellino ai primi posti fra le destinazioni turistiche più amate dagli Italiani. Un’attrazione che negli anni ha saputo evolversi. Oltre al lato “turistico” in versione scolastica e amarcord, c’è spazio per tanto altro. Alla mostra miniature fanno corona attrazioni originali e spazi interattivi, compresi nel prezzo del biglietto. La Vecchia Segheria è

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IL SALOTTO DI KETTY

GLUCIDI, ZUCCHERI O CARBOIDRATI? (2^ parte) Bentornati ad un nuovo appuntamento con la nostra rubrica che cerca, con semplicità e non da meno anche professionalità, di tenervi informati su tutti quegli aspetti che girano intorno al concetto di salute e di corpo a 360°. Ringrazio come sempre quelli che ci inviano mail e/o passano in Erboristeria a Presezzo per complimentarsi e per avere delucidazioni e/o consigli in merito agli articoli che scrivo. GRAZIE! Ci eravamo lasciati sulla distinzione di Monosaccaridi, Disaccaridi e Polisaccaridi per quanto riguarda il principio nutrivo glucide o zucchero o carboidrato, ricordate? Bene, abbiamo detto che la distinzione si rifà in base al numero di zuccheri semplici che sono presenti nella formula; ma questo cosa significa? Analizziamoli: MONOSACCARIDI Sono strutture monomolecolari che non si possono scindere (dividere), quindi sono istantaneamente e direttamente assorbibili senza che debba avvenire un processo digestivo. I principali rappresentanti di questo gruppo, che conta più di 200 monosaccaridi, sono:  GLUCOSIO: è lo zucchero più diffuso in natura ed è l’alimento più utilizzato dalle cellule del nostro organismo. Fornisce la maggior parte dell’energia per le nostre funzioni organiche. È l’unica forma di zucchero presente nel sangue, infatti la concentrazione a livello ematico è detta glicemia…vi ricorda forse qualcosa??? Voglio ricordare che i valori di riferimento della glicemia, tramite esame a digiuno, sono compresi tra 60 e 110 mg/dl;  FRUTTOSIO: come dice il nome si trova in abbondanza nella frutta e nel miele e il suo indice glicemico è molto basso;  GALATTOSIO: non esiste libero negli alimenti, ma deriva dalla scissione del Lattosio, lo zucchero del latte. DISACCARIDI Sono formati dall’unione di due monosaccaridi. Quelli di maggior interesse sono:  SACCAROSIO: glucosio+fruttosio; presente nella barbabietola e nella canna da zucchero, è lo zucchero comune da cucina;  LATTOSIO: glucosio+galattosio; è lo zucchero del latte ed è il “meno” dolce dei disaccaridi;  MALTOSIO: glucosio+glucosio; si trova principalmente nei cereali. POLISACCARIDI Si formano dall’unione di più monosaccaridi (da 10 a diverse migliaia). Si distinguono in questo gruppo quelli vegetali (amidi e fibre) e quelli animali (glicogeno); vediamoli:  AMIDO: è la riserva dei vegetali; è presente nei cereali (pasta e pane) e in grande quantità anche in piselli, fagioli e patate;  FIBRA: la più importante è la cellulosa che è contenuta nella parte legnosa e fibrosa dei ve26 www.newentry.eu


IL SALOTTO DI KETTY

getali; il nostro organismo non è in grado di utilizzarla a scopo energetico, ma è essenziale per regolare e proteggere intestino e organismo da diverse patologie (P.S.: parleremo approfonditamente di fibre di nel prossimo articolo);  GLICOGENO: è costituito da molte molecole di glucosio, si trova nei muscoli e nel fegato come forma di deposito fino ad un massimo di 400500 grammi, pronto da essere utilizzato in caso di necessità, come ad esempio l’attività sportiva. In un’alimentazione equilibrata il 50-60% del fabbisogno calorico dovrebbe provenire dai carboidrati, e di questa percentuale almeno il 75% dovrebbe essere assunto sotto forma di carboidrati complessi (amido e fibre) e il restante 25% da carboidrati semplici (miele, frutta ecc.). L’importanza dei glucidi deriva dal fatto che questi principi nutritivi vengono assorbiti e utilizzati dall’organismo facilmente e senza produrre scorie metaboliche, assicurando alle cellule un rifornimento di glucosio e perciò di energia per le attività nella nostra vita quotidiana. Ricordiamoci che nonostante siano importanti, l’eccesso porta ad aumento di peso e obesità, mentre una carenza di questi porta a patologie anche gravi, come marasma (stato di grave deperimento organico, caratterizzato da estrema magrezza) e anche ritardi nella crescita. Come la maggior parte delle cose, vige sempre la regola del buon senso e dell’equilibrio; l’essere estremista da una parte o dall’altra non porta mai effetti positivi per la salute. E anche questo capitolo l’abbiamo concluso! Bene, spero di avervi dato del materiale su cui cominciare a porvi delle domande sul vostro stile di vita ed eventualmente come modificarlo se pensate che ci sia qualcosa da aggiustare. Io e Katia siamo sempre a vostra disposizione. Alla prossima…ciao! Per ulteriori informazioni, dettagli, TRATTAMENTI-MASSAGGI TERAPEUTICI MANUALI o CONSULENZE PRIVATE ci potete contattare: Mail negozio: info@erboristeriapresezzo.com - Sito: www. erboristeriapresezzo.com oppure ci trovate in negozio ERBORISTERIA IL VISCHIO E LA QUERCIA, Via Vittorio Veneto, 1064 Presezzo. TEL 035/4156226. Ivan Mangili e Katia Mussetti

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RIFLESSIONI

La Gimbarda Il nonno materno, Giovanni, fu trovato senza vita, stroncato da un infarto, nel campo dove stava lavorando, pur essendo già anziano, nel lontano 1963. Essendo io molto piccola, purtroppo non ricordo quasi nulla di lui. Una delle poche fotografie che lo ritraggono a figura intera è di quando festeggiò con la nonna Elisa il 50° anniversario di matrimonio: piccolo, mingherlino, coi baffi all’insù com’era di moda all’epoca, che lasciavano intravedere un sorriso simpatico, cappello e mantello. Anche la nonna era piccolina e minuta, vestita di scuro, con lo scialle e l’espressione più stanca, frutto di tanto lavoro e di sacrifici per la numerosa famiglia, con pochissime comodità, soprattutto in tempo di guerra. La mamma raccontava spesso episodi di vita di quando era ragazza: uno curioso riguardava il nonno, che di mestiere faceva “ èl caretér” (carrettiere). Si alzava in piena notte, estate e inverno, per arrivare all’alba al mercato ortofrutticolo di Brescia, col carretto trainato dal suo mulo, dove comprava frutta e verdura su commissione di fruttivendoli locali. Mia mamma, pur avendo un po’ paura del buio, si alzava sempre ad aiutarlo a far uscire dalla stalla carretto e mulo e il nonno apprezzava molto questa premura. Il “grande divertimento”,

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per lei e per le sue sorelle, era quando il nonno, a turno, le portava con sé a Brescia, facendole mettere in “gimbarda”. I carri come quello del nonno, con ruote grandi, adatti al trasporto di merci sulle lunghe distanze, avevano sotto la gimbarda, una specie di amaca dondolante fatta di legni intrecciati o graticci, che serviva a tenere il sacco del fieno o dell’erba al riparo della pioggia. A volte fungeva anche da giaciglio al carrettiere, perché l’animale conosceva perfettamente la strada e le “poste”, cioè i clienti e le osterie dove fermarsi. Per la mamma e le zie, pur se un po’ scomodo, questo viaggio col loro papà era un diversivo speciale, un viaggio avventuroso. Questo fa capire di quanto poco si accontentavano le ragazze di quella generazione e quanta fatica costavano allora gli spostamenti per lavoro. Ornella Olfi

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Capelli al mare: consigli per proteggerli. Ben ritrovati con la nostra rubrica del bellessere. Oggi vi parleremo delle cure da adottare per mantenere i vostri capelli durante le vacanze. I capelli al mare risultano più secchi, spenti, disidratati e per questo è fondamentale aiutarli con la scelta di giusti shampoo e balsami. Ma come sceglierli? Ecco qualche utile consiglio per mettere in valigia il giusto prodotto. Una bella vacanza al mare e sotto il sole, cosa c’è di meglio? Per vivere il momento in tutta salute, è bene mettere in valigia qualche prodotto cosmetico non soltanto per il corpo, ma anche per la cura dei capelli, che verranno sottoposti alla doppia aggressione dei raggi solari e della salsedine esattamente come

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ogni altra parte del nostro corpo. Oltre a un protettivo per l’esposizione solare e ai prodotti restitutivi per la sera, per i capelli al mare è bene pensare anche ai trattamenti quotidiani, shampoo e balsamo. Soprattutto al mare è, infatti, importante applicarli ogni giorno, sia che ci si sia immersi nell’acqua salata, sia che si sia rimasti tutto il giorno sul lettino a prendere il sole, perché comunque la sudorazione e i raggi Uv implicano un’attenzione particolare quotidiana per i nostri capelli. Le cure quotidiane Lo shampoo andrà scelto in base al tipo di capelli (normale, secco, grasso) e ai problemi che generalmente li interessano (forfora, sensibilità del


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cuoio capelluto, caduta dei capelli). Nulla di nuovo, insomma, ma è meglio prediligere lo shampoo che offre maggiori garanzie di nutrizione, perché il capello al sole e, in particolare, al mare risulterà più secco, disidratato e opaco e avrà quindi bisogno quotidianamente di un film idrolipidico protettivo che lo aiuti ad affrontare le aggressioni esterne. Ottimi sono gli shampoo con principi attivi ristrutturanti e fortificanti e con base lavante delicata, indicata in caso di uso frequente. Anche il balsa-

mo dovrà essere possibilmente studiato proprio per il post sole e mare: rivitalizzante, che doni volume e luminosità, che faciliti la pettinabilità evitando l’effetto elettrostatico e, soprattutto, che formi un sottile film idrolipidico sul fusto, indispensabile per proteggere dal sole e dalla salsedine che ha colpito e colpirà di nuovo domani i nostri capelli in vacanza. Per scegliere quello più adatto a voi vi aspettiamo a LA PERLA DEL BENESSERE. Staff “La Perla del Benessere”

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TRATTO DA “MEMORIE DISORDINATE DI UN PENDOLARE” ANNI CINQUANTA: Il Treno delle cinque e quarantacinque. EL TRENO ! EL TRENO !! EL TRENO !!! L’urlo rotolando lungo il viale della stazione bucando nebbie e incurante di pioggia, vento e neve, come l’eco di un colpo di pistola sparato da un invisibile starter, andava a sbattere contro i timpani dei soliti ritardatari. ARRIVA ! ARRIVA !! ARRIVA !!! VIA! VIAA !! VIAAA !!! Scatti disperati. Chi a piedi, chi in bicicletta e chi alla disperata ricerca di un passaggio da un amico. Catene allo spasimo con denti di corone che digrignavano. Ruote che slittavano, sassi che volavano: curve prese contromano. Borse che sbattevano contro gambe e ruote mettendo a dura prova tappi e coperchi di pentolini, con minestre o altro, preparati la sera prima. Ombrelli rivoltati dal vento. Equilibrismi sulla strada lastricata di ghiaccio. “NON POSSO PERDERLO. 34 www.newentry.eu

GIURO DOMANI MI ALZO PRIMA” Il giorno dopo la stessa cosa. Biciclette scaraventate con rabbia contro la staccionata come fossero loro le colpevoli del ritardo. Capitava. Si capitava quasi ogni mattina che qualche incallito dormiglione, resosi conto che non sarebbe arrivato in stazione per tempo, con scatto felino si dirigesse direttamente al passaggio a livello e con acrobatico balzo atterrasse sul predellino del treno ancora in lente ripresa. C’era però il rischio di trovare la porta chiusa dall’interno e dover così rimanere appeso fuori fino alla fermata successiva. D’estate poteva essere anche divertente, ma d’inverno... Per fortuna c’era sempre qualche coraggioso che, sfidando le minacce del Capo Treno, teneva la porta della carrozza aperta, impedendone così la partenza, finché tutti i ritardatari non erano saliti. Ulteriore fortuna quando la locomotiva aveva bisogno di rifornimento d’acqua: era l’u-


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nica pompa sulla tratta Brescia-Piadena. IL TRENO DELLE CINQUE E QUARANTACINQUE. Fedele amico che tutte le mattine, con strattoni, sobbalzi e brusche frenate ci portava a destinazione. Confidenzialmente lo chiamavamo: GAMBADILEGNO. Anch’io diventai un suo amico: un pendolare. Eravamo alla fine degli anni cinquanta. Non ero quasi mai in ritardo. Sveglia alle cinque, rinfrescata alla fontana fuori casa sia d’estate che d’inverno. Colazione, borsa già pronta con quotidiana raccomandazione di tenerla sempre diritta e poi via a piedi. Strada buia, non asfaltata, percorsa da ombre solitarie o a gruppi. Non si udivano voci. Saluti che sembravano grugniti. Assonnati e assorti ognuno nei propri pensieri. Testa bassa, tutti nella stessa direzione con occhi semichiusi: la strada si conosceva a memoria. Sembrava una silenziosa processione. SALA D’ASPETTO: chi seduto, chi in piedi, d’inverno tutti intorno alla stufa. Chi accendeva la prima sigaretta. Chi affacciato alla porta osservava il movimento sul marciapiede. Apertura segnale con suoneria e poco dopo sbuffando, facendo tremare i vetri, arrivava il treno. Pendolari che salgono, pochi scendono. Carrozze una diversa dall’altra. D’inverno alcune troppo calde e altre completamente fredde. Trascinate da un’enorme nera locomotiva a car-

bone. Un macchinista e un fuochista appoggiati al parapetto anneriti dal fumo scaricato dall’alto camino che investiva anche i viaggiatori affacciati ai finestrini. Sul treno ognuno andava alla ricerca del solito posto e degli abituali compagni di viaggio. Chi negli scompartimenti chiusi per rimettersi a dormire e chi nelle carrozze aperte per leggere o parlare. Tutto in legno. Tutto sempre sporco. Tendine ai finestrini luride e puzzolenti. Lunghi corridoi con passaggi comunicanti traballanti e rumorosi. Sedili da pulire ogni mattina. Borse sistemate su portapacchi stretti senza parapetti e nessuna protezione che a causa dei frequenti scossoni del treno si inclinavano causando la fuoriuscita di liquidi, da bottiglie non tappate bene, sulle teste assonnate dei pendolari. Dopo tre fischi. Che sembravano lamenti, partiva sbuffando. Rallentava poi riprendeva con violenti e rabbiosi strattoni facendone slittare le ruote. Sembrava singhiozzasse: forse era stanco. Fermava nelle stazioni con stridio di freni, al buio si poteva vederne le scintille. Nell’attesa ansimava. Il fuochista gli riempiva la pancia con palate di carbone: doveva mantenere la temperatura dell’acqua. Il macchinista scendeva a controllare che tutto fosse a posto. Le salite dei pendolari erano movimentate e rumorose: sembravano veri e propri assalti.

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Porte aperte e sbattute con violenza, spintoni, grida, imprecazioni di chi già sul treno si era appena addormentato ed in malo modo svegliato. Così tutte le mattine, per settimane, mesi ed anni. Il viaggio durava circa un’ora fra fermate e lunghe soste ai segnali. La locomotiva, con un fischio che sembrava di liberazione, entrava nella stazione di Brescia. Ancora prima che il treno si fermasse le porte delle carrozze erano spalancate con pendolari già in posizione per il salto. Si tuffavano giù per le scale del sottopassaggio come stessero disputando una gara. Chi correva da una parte, chi dall’altra. Chi tornava sul treno per riprendere cose dimenticate. Chi salendo in superficie saltava due gradini alla volta con il rischio di inciampare e sbattere la borsa già stravolta rischiando di rimanere senza pranzo. Chi con affannosa corsa saltava su un altro treno già messosi in movimento. Sembrava di vedere un nido di formiche impazzite. C’era chi, nonostante il trambusto, continuasse a dormire finendo con il treno al binario morto: doveva ritornare a piedi lungo i binari. VIA | VIAA !! VIAAA !!! Chi prima arriva al deposito delle biciclette prima riparte. Si formavano caotici ingorghi e frequenti erano le discussioni. Biciclette che si incastravano, catene che saltavano. Frenetici pompaggi. Imprecazioni per una gomma bucata: si perdeva un’ora di lavoro.

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DAI! DAII!! DAIII!!! LARGO| LARGOO!! LARGOOO!!! Incuranti del traffico frenetico, borsa ben salda, con pioggia neve e vento che strappava dalle mani l’ombrello. Né semafori, né sensi unici e salti sui marciapiedi. Non c’erano divieti: tutto era permesso purché si arrivasse in tempo per timbrare. Finita la giornata lavorativa si tornava a casa. Ore diciotto e trenta partenza del treno. Già mezz’ora prima era pronto e quasi sempre al settimo binario. La locomotiva ansimava mentre i pendolari arrivavano alla spicciolata. Salivano le scale del sottopassaggio aiutandosi con il corrimano: sembravano scalatori in cordata che arrancavano faticosamente per raggiungere la vetta. Qualcuno si fermava e appoggiandosi su una banchina estraeva la bottiglia e si scolava con calma l’ultimo goccio rimastogli del pranzo. I primi ad arrivare trovavano posti a sedere, gli altri purtroppo rimanevano in piedi. Tre fischi poi il sibilo del vapore che usciva dalla caldaia: partiva. Alle fermate delle stazioni si assisteva allo stesso spettacolo del mattino però al contrario. Affannose discese con porte aperte e sbattute con violenza ancora prima che il treno fosse fermo. Pendolari che si scaraventavano fuori da entrambi i lati delle carrozze inseguiti dalle parolacce di chi rimaneva e che doveva per forza richiudere gli sportelli lasciati aperti. In certe stazioni il treno doveva caricare della merce e voleva dire perdita di tempo: pesanti e violente le proteste. Nelle carrozze l’atmosfera era diversa da quella del mattino: non si dormiva ma si parlava, si discuteva e si facevano nuove amicizie. Il treno è stato inconsapevole collaboratore e muto testimone della nascita di simpatie e innamoramenti che spesso son finiti in viaggi di nozze. Arrivo alla stazione di casa: figli, fratelli e amici erano già pronti con biciclette in posizione di partenza. Breve rincorsa, salto sulla sella e via a pedalare. Con rinnovata energia si disputavano gare a chi


RIFLESSIONI

arrivava prima in paese, mentre il passeggero sulla canna incitava. Il pendolare era ritornato. Verso la fine degli anni quaranta quattro pionieri veneti del vicentino furono i primi a scommettere sulla zona impiantando un’officina vicino alla stazione che la chiamarono “EL MAI”. Vinsero la scommessa. In pochi anni avvenne la trasformazione e diventò un’affermata industria. Assunsero molta manodopera di questo paese e di comuni limitrofi, di conseguenza il fenomeno del pendolarismo, a metà anni sessanta, si era molto dimensionato. Il treno continuava a partire alla stessa ora ma non c’era più ressa. I fischi che la locomotiva diffondeva nell’aria sembravano lamenti: non aveva più la sua numerosa compagnia. Sono sicuro che quando il treno arrivava al passaggio a livello rallentasse nella speranza di vedere ancora qualcuno fare il balzo del disperato ritardatario. Non vedendo nessuno girava i fanali ossi di rabbia verso quella fabbrica che gli aveva tolto buona parte della sua quotidiana compagnia. Ricacciato nel forno quel momento di commozione, riprendeva la sua innata dignità e sbuffando se ne andava lasciando una scia di fumo più nera del solito. Mario Venturini Scarica la nostra App e rimani in contatto con noi!

Ed è Poesia

“L’anima del poeta”

L’arte sovrasta il mondo mortale, all’improvviso tutto appare per magia come se qualcuno guidasse l’essere misero che padroneggia la mente... lo guida in un mondo illusionario, dove tutto è possibile e l’anima del poeta cattura le parole, facendole diventare sue. Scalvini Roberta certificato ANAMMI n. N946

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RIDIAMOCI SOPRA

Un tale va in vacanza in Ter- r a Santa con la moglie e la suocera. Durante la vacanza la suocera muore! Si reca quindi con la moglie da un becchino del posto, il quale spiega loro che pos- sono trasportare il corpo in patria per 10000 dollari, oppure seppellirla in Terra Santa per soli 150. L’uomo dice “Ce la portiamo a casa”. E il becchino “Ne siete sicuri? È una grossa spesa e potreste fare per molto meno una bella sepoltura qui!”. L’uomo risponde “Guardi, 2000 anni fa hanno seppellito un tizio qui e dopo tre giorni questo e risorto! Meglio non rischiare!”. Tre turisti a New York arrivano la sera tardi in albergo e si apprestano a raggiungere le loro stanze, al 45° piano, ma il portiere, contrito, li informa che gli ascensori sono guasti e fino al mattino dopo non c’è speranza di riparazione. I tre, dopo un attimo di sgomento, decidono di prenderla sportivamente e uno di essi dice agli amici: “Facciamo così. Lasciamo i cappotti che sono pesanti qui al portiere e saliamo pian pianino. I primi 15 piani io vi racconto una storiella allegra, dal 16° al 30° ne racconta una Marco e dal 31° in su Giacomo. Così fanno e giunti al 31° piano il primo dice: “Su, Giacomo, adesso tocca a te!”. E quello, con un’espressione disperata: “Sì... ma sarà una storia triste: ho lasciato le chiavi nel cappotto...”. Creditore: persona che presta dei soldi e CREDE che li riavrà indietro. Mia moglie ha inseguito il camion della nettezza urbana gridando: “Sono in ritardo per l’immondizia?”. E l’autista ha risposto: “No, salta dentro”. Che differenza c’è tra un avvocato che ha vinto una causa e un avvocato che l’ha persa? Il primo dice all’imputato: “Evviva: ABBIAMO vinto!”. Il secondo dice: “Porco cane: HAI perso!”. 38 www.newentry.eu

Un’auto viene fermata dalla polizia stradale: “Patente e libretto. Lei andava a 200 Km/ora”. “Ma no, signor agente, facevo 135 Km/ora”. Interviene la moglie del guidatore seduta accanto: “Ma no, caro, lo sai bene che stavi facendo più di 200 all’ora”. Il tizio lancia uno sguardo adirato alla sua signora, mentre l’agente continua: “È anche in multa perché non funzionano gli stop”. “Come? Ma se li ho controllati proprio ieri?”. “Oh, caro, sai bene che gli stop sono così da mesi”. L’uomo lancia verso la moglie uno sguardo ancora più adirato e l’agente continua: “Inoltre lei non ha indossato le cinture di sicurezza!”. “Ma no, signor agente, le avevo, ma me le sono tolte quando lei mi ha fermato”. Ancora una volta interviene la moglie: “Ma, caro, sai bene che le cinture non le metti mai!”. A questo punto il tizio esplode e grida alla moglie: “Insomma, vuoi stare zitta, brutta stronza!”. L’agente si rivolge alla signora e le chiede: “Signora, ma vostro marito si rivolge a lei sempre in questo modo?”. “Oh, no, agente, solo quando è ubriaco!”. Come licenziare. Il Direttore all’impiegato: “Credo che lei stia perdendo tempo in un’azienda piccola come la nostra. Perché non va a perdere tempo in una più grande?”Stavo parlando al telefono e lei intanto girava per la casa canticchiando: “Icaro qua! Icaro là!”. Quando ebbi finito le dissi: “Guarda che era Figaro!”. E lei: “Ah sì, e che voleva?”. Un tizio che soffre di flatulenze si reca al cinema, ma a un tratto si rende conto che deve liberarsi rumorosamente. Nel film c’è una scena con un treno che passa sferragliando ad alto volume e lui ne approfitta. A questo punto sente che il vicino gli dice: “Ma che cosa succede?”. E lui: “Oh niente, solo che l’ultimo vagone trasportava del letame!”.


RIFLESSIONI

Nuove emozioni al Vicolo50 Isola Tango Domenica 17 giugno

nel contesto della serata Milonga di isola Tango Vicolo50, alle ore 22.00 la coreografa insegnate di tango argentino della scuola di “Passione di Tango” farà esibire dai propri allievi la sua ultima coreografia “Passione di Arrabal”. VI ASPETTIAMO PER UNA SERATA TANGUERE DIVERTENTI MUSICALIZZATE DAL NOSTRO TDJ ARTHUR

Tutti i Sabato

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Estate Country con Dj Roby Il loro tacco e punta sveglierà anche la luna al Vicolo50 di Calusco d’Adda BG via G. Mazzini 50 zona industriale CALUSCO D’ADDA (BG) - Via Mazzini,50 - Tel. 348 47 17 435 - clubvicolo50@gmail.com


ITINERARI

Cuba - Varadero Veraclub Las Morlas

Lasciati incantare da uno dei luoghi più paradisiaci di Cuba, con i suoi hotel e le sue incredibili spiagge. Varadero,situata a 36 km dalla città di Matanzas, nella Penisola di Hicacos, è il punto di Cuba più vicino agli Stati Uniti Con un’estensione di 30 km, di cui 22 sono spiagge, Varadero è considerato, per la perenne luce tropicale, per la sua esotica ed esuberante vegetazione e il tepore delle sue acque, una delle prinicipali attrazioni turistici per i viaggiatori europei. La Playa di Varadero, o Playa Azul, bellissimo enclave di sabbia rosa e dorata e acqua cristallina, si mescola tra i nomi delle spiagge più impattanti del mondo. Senza dubbio, è la più bella di tutto l’arcipelago cubano. La zona di Varadero non ha niente in comune con i tradizionali centri turistici di Cuba; assomiglia più a una delle zone di vacanze californiane e, in misura minore, a quelle canarie. Le principali catene alberghiere hanno costruito lussuosi hotel ai piedi della spiaggia equipaggiati di tutto, per soddisfare qualsiasi desiderio dei turisti, questo è quello che rende Varadero il luogo ideale per coloro che cercano un meritato riposo, dove predominiano spiaggie, cocktail e 40 www.newentry.eu

vita notturna. Varadero incominciò a diventare famoso nel XIX secolo, quando le famiglie più benestanti di Cuba scoprirono il suo potenziale naturale come meta di villeggiatura; potenziale apprezzato, in particolar modo, negli anni ‘50 dai turisti nordamericani, quando Cuba era ancora sotto il domino di Fulgencio Batista. Attualmente, gran parte degli europei approfitta delle meraviglie di Varadero, scappando dal perenne freddo della gran parte del continente. Oltre alla spiaggia e al sole, Varadero dispone di altre attrattive che la rendono una zona molto richiesta per trascorrervi alcuni giorni. Famoso per la sua grande offerta di attività sportive, specialmente acquatiche. E’ una miniera d’oro per le immersioni. Una ricchissima quantità di specie animali popolano i fondali marini della spiaggia di Varadero. Pesci variopinti, coralli e molluschi sono alcune delle meraviglie che troverai, nel caso in cui decida di approfittare delle opzioni che offre questa attività. Le passeggiate a cavallo o in bicicletta sono un’ottima alternativa da aggiungere ai bagni di


ITINERARI

sole e mare nelle fantastiche spiagge di Varadero. Sebbene, a volte, si parla dell’assenza del sapore cubano di Varadero e della sua scarsa vita culturale, quello che è certo è che, a coloro incuriositi dal patrimonio culturale, la città offre alcuni luoghi molto interessanti da visitare. Un esempio di questi, tra molti altri, è il Fondo de Bienes Culturales, in cui potrai ammirare esposti i migliori lavori plastici di artisti locali e quadri di pittori cubani celebri, come Roberto Fabelo o Zaida del Río. Come curiosità, ricordiamo il ritrovamento a Varadero dei resti dello scheletro di uno dei primi coloni dell’isola di Cuba. Possono essere osservati al dettaglio nel museo locale.

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IMMAGINI DELLA NATURA

Il vulcano Grìmsvotn si staglia sul ghiacciaio del Vatnajökull, in Islanda.

Il Grímsvötn si trova in un sistema vulcanico tra i più complessi e poderosi al mondo, che include inoltre il vulcano Katla, Laki e la fossa vulcanica di Eldgjá. La maggior parte del vulcano è nascosto sotto il vasto ghiacciaio Vatnajökull, il secondo più grande ghiacciaio d’Europa dopo la calotta della Groenlandia. l vulcano ha una grande caldera di 6x8 km di cui è visibile solo il bordo meridionale. La caldera contiene un lago di acqua allo stato liquido (Lago sub-glaciale Grímsvötn), generato dallo scioglimento del ghiaccio provocato dell’energia termica proveniente dal vulcano. Il lago è coperto dal ghiacciaio sovrastante, ma nel corso delle eruzioni o dei periodi di maggiore attività idrotermale del vulcano, la quantità di acqua di fusione e la pressione del lago contro il ghiaccio sopra, diventa abbastanza forte da alzare la diga di ghiaccio e riversare, sul lato sud del ghiacciaio, devastanti inondazioni note come jökulhlaups. Durante le eruzioni, la parte sovrastante del ghiacciaio è spesso fusa, creando un gigantesco cratere nel ghiaccio, da dove possono fuoriuscire cenere e vapore, e permettendo una vista dall’alto sul lago. Le ultime eruzioni Una delle più grandi eruzioni effusive degli ultimi millenni si è verificata nel 1783 ed ha coinvolto contemporaneamente sia il Grímsvötn che il Laki: circa 15 chilometri cubi di lava basaltica sono stati eruttati da una fessura di 27 km di lunghezza per un periodo di 7 mesi. Accompagnata da enormi quantità di anidride solforosa e da emissioni di fluoro gassoso, l’eruzione ha causato danni diffusi alle colture, provocando una grave carestia in Islanda e la morte di più del 50% del bestiame dell’isola.Come risultato, la popolazione diminuì di circa un quarto. Alcune conseguenze dell’eruzione sono state notate anche in altre parti del mondo: ad esempio le nebbie vulcaniche (la nube di gas dalla eruzione) sono andata alla deriva su tutta Europa e parte dell’Asia causando alterazioni delle temperature estive. Questa eruzione fu il primo caso che ha portato alcuni scienziati a ritenere che 42 www.newentry.eu

i vulcani abbiano una grande influenza sul clima del mondo. Nel dicembre 1998 e nel novembre 2004 si sono verificate brevi eruzioni che sono durate circa una settimana e non hanno comportato la rottura del ghiacciaio. Tuttavia le eruzioni hanno causato qualche disagio al traffico aereo in Europa. Attorno alla fine del mese di ottobre 2010 si sono verificati segni premonitori di una imminente eruzione vulcanica. In particolare, attorno al vulcano si sono registrati un aumento delle scosse sismiche di magnitudo compresa tra 2,7 e 4 ed il rilevamento di una consistente quantità di magma sotto il vulcano. Questo magma ha causato un notevole riscaldamento della superficie attorno al vulcano comportando un significativo aumento della portata del fiume Gijla. A partire dal maggio 2011 ha avuto inizio un’ulteriore fase eruttiva del vulcano. Presenza di batteri Nel 2004, alcuni scienziati, hanno trovato alcuni procarioti nel lago sottostante il ghiacciaio. Questa è la prima volta che sono stati trovati batteri che abitano in lago subglaciale. Il lago non si ghiaccia completamente, a causa della presenza del magma, consentendo quindi la sopravvivenza dei batteri. Lo studio di questi batteri potrebbe aiutarci anche sullo studio dell’esistenza della vita sul pianeta rosso fonte:wikipedia


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Emma, una cagnolina speciale...

RIFLESSIONI

Sono Francesca abito in Roncola (Bg) e lavoro a Barzana (Bg), gestisco una pensione per cani. Vi scrivo perché vorrei poter raccontare una storia... Un paio di anni fa ho adottato Emma, una cagnolina paraplegica arrivata direttamente dalla Sicilia perché una volta investita e rimasta disabile, nessuno voleva occuparsi di lei... Dal momento in cui l’ho incontrata la mia vita è cambiata... tanti sacrifici ma altrettanto amore... Vorrei poter dire a tutti come è speciale la vita con un cane disabile, di non aver paura di adottarne uno e soprattutto di non compatirli perché a differenza dell’uomo non hanno pregiudizi. Sabato io e il mio compagno ci siamo sposati e lei era con noi. Francesca

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In un momento difficile come quello attuale, segnaliamo la Campagna che il nostro Ambulatorio, presente sul territorio da oltre 10 anni, propone al pubblico. Ricordando come le cure odontoiatriche e la prevenzione siano fondamentali per la buona salute psicofisica, evidenziamo l’obiettivo del nostro ambulatorio: rendere accessibili le cure dentali a tutti, comprese le persone meno facoltose ed è per questa ragione che segnalimo la nostra campagna rivolta a tutti. Desiderando sensibilizzarvi riguardo all’importanza delle cure dentali, Vi invitiamo a contattarci allo studio di via Piave 1 a Bonate Sopra o a quello di Dalmine in via Dell’Ovo 8 per prenotare una Visita senza impegno. Chiunque si presenterà allo studio in questo periodo e per tutto il 2017 riceverà un trattamento odontoiatrico con un costo accessibile.

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Papa Giovanni XXIII nella sua Bergamo

RIFLESSIONI

un grande Papa, buono, generoso, disponibile, genuino, semplice...

Caro Direttore, a proposito dell’evento delle spoglie di Papa Giovanni XXIII, a Bergamo, in occasione dei 60 anni dell’elezione al soglio pontificio, devo dire, che mi ha commossa. Ho seguito dalla TV la partenza da Roma, pensando a quanto potesse essere contento LUI… un “GRANDE PAPA”, buono, generoso, disponibile, genuino, semplice, UN CREDENTE, IMMEDIATO DI FEDE E DI MEMORIA STORICA. Ero certa dell’accoglienza trionfale dei berga-

maschi, anche di chi, non solo lo ha Conosciuto, ma anche di chi, come me, non lo ha conosciuto, ma ascoltato, nel ventre materno, “IL SUO DISCORSO ALLA LUNA”… Un trasporto affettivo, che sentiamo, avvertiamo, immensamente e che ha coinvolto, anche i poveri e i carcerati. Ben vengano, tali iniziative, pur irte di difficoltà tangibili, ma utili, a scuotere una FEDE, che spesso, è assopita, come una luce fioca. Tina Giordano -Cerignola (FG)

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COME PARTECIPARE?

Inviaci una tua foto al numero 347.73.52.853 oppure tramite mail a redazione@newentry.eu, potresti essere selezionata e avere accesso al concorso. Ricordiamo che il tutto è completamente gratuito! MA NON FINISCE QUI! TUTTE LE VINCITRICI GAREGGERANNO NUOVAMENTE PER IL GRAN FINALE CON DATA ANCORA DA DEFINIRE Successivamente verrà richiesta l’autorizzazione alla pubblicazione della fotografia sul nostro giornale sia in versione cartacea che on-line. New entry si impegna a non divulgare i dati personali richiesti ( a parte il nome e l’età della candidata, informazioni utili per il regolare svolgimento della gara. L’editore si riserva il diritto di pubblicare il materiale ricevuto corredato dai dati anagrafici richiesti sulla cui attendibilità e veridicità declina ogni tipo di responsibilità. (Aut. conforme legge 675/96). Per quanto riguarda le votazioni verrà considerata una sola votazione per ogni numero di cellulare e mail. La scelta degli scontri è in base all’ordine di arrivo in redazione dei partecipanti. Il premio per la vincitrice è uno scatto fotografico realizzato dalla Bisdy Communication (Leone Rech Daldosso) sita a Calvisano in Via Isorella1.

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RACCONTI

Per il tempo che avrò “La nebbia si sta diradando... riesco a vedere l’azzurro del cielo e quello del mare... ma... quale nebbia? Sono davanti a questo lembo di mare da quanto tempo? Non so... non mi ricordo più... perchè non ricordo? Ora lo so, perchè tu, Alzheimer, come un ladro silenzioso e terribile mi hai rubato tanto, ma tanto... Riesco a mettere a fuoco le immagini e lo vedo di spalle, è lui il mio amatissimo Pierre! Non porta più i capelli legati a codino ma è il mio tesoro! E vicino c’è il piccolino che ricordo quando aveva pochi mesi! Ricordo, si ricordo, come può essere... Perchè ho questo tempo nel quale so di essere viva quando poi per tantissimo tempo non lo so più... vivo senza vivere. Come un ladro silenzioso e terribile mi porti via la vita! Cerco di chiamare mio figlio ma dalla mia gola esce solo un rantolo che nessuno può sentire! Sento dietro di me altre voci e risate, ho riconosciuto la voce del mio Luca e della mia nipotina. Ti prego, figlio mio, vieni avanti perchè possa vederti per qualche minuto di questo tempo che avrò ancora... Hai voluto darmelo, Signore questo tempo del quale sono consapevole ed io ti chiedo perchè! Perchè mi fai salire questo Calvario? Riesco solo a muovere la testa, guardo, seduta su questa carrozzina, i miei piedi deformi, non potrò mai più indossare scarpe! Quante volte in chiesa ho cantato un inno che diceva: quando busserò alla tua porta avrò piedi stanchi e puri. Ma io non lascerò mai più impronte, non camminerò più. Guardo le mie mani, in esse vedo due palline di plastica gialle, me le hanno messe perchè poi? Ecco lo so, sicuramente se non le avessi nelle mani le dita mi si chiuderebbero a pugni, non le terrei aperte e la pelle interna ne risentirebbe in modo 50 www.newentry.eu

sgradevole! Signore! Come vorrei accarezzare ancora una volta le fossette che il mio nipotino ha ereditato dal mio Pierre! Come vorrei mettere le mani nei capelli riccioli della mia nipotina che, ricordo, aveva tanto simili a quelli del mio Luca! Te li affido tutti, Signore! Li metto tutti, i miei cari, nelle tue mani. Vorrei piangere ma dai miei occhi non riescono più a scendere neanche le lacrime! Per il tempo che avrò ancora da essere presente quanto vorrei dire ai miei che li amo, vorrei dire loro grazie per avermi portato in riva a questo mare dove mi recavo con i figli piccoli, vorrei ricevere una loro carezza, sentirla come sento questa leggera brezza di mare. Vorrei anche dirti che ti amo sempre tanto, nonostante questa malattia ma, non prego più, non lo posso più fare! Ecco te lo dico adesso, Signore ti voglio tanto bene e te ne vorrò sempre! La nebbia sta tornando, avvolge ogni cos, e tutto se ne andrà un’altra volta? Ti prego, Signore, fa che questa nebbia se ne vada via ancora un’altra volta durante il tempo che avrò... Per il tempo che... Per il tempo... Per il...” Un Sussurro Dolcissimo le arriva al cuore. “Ti ho sentito. Il tuo grido di dolore Mi è giunto chiaro e forte! Ti ho fatto salire il Calvario come lo hanno salito amici che Mi volevano bene, come lo ha salito la Mia Amatissima Madre. I tuoi piedi non ti permettono di camminare ma non lasceresti impronte perchè adesso io ti porto in braccio nella sofferenza! Hai affidato a Me i tuoi cari, li hai messi nelle Mie mani e le Mie mani sono sicure! Vorresti accarezzare i tuoi cari ed io ti farò accarezzare. Hai sentito la brezza di mare, lieve e leggera?


Sono le carezze che ti fanno i tuoi cari quando ti sono vicini e tu non te ne rendi conto. Vorresti dire che Mi ami e non puoi? Ma io lo sento che Me lo dici ogni volta che respiri, ogni volta che batte il tuo cuore! Sarai sempre amata per tutto il tempo che avrai...”. Il pallone colorato va a fermarsi vicino al bambino che, vedendolo, si alza di scatto. La ragazzina arriva subito e, insieme, si avvicinano alla carrozzina sulla quale c’è la loro nonna. “Per te, lei sa che siamo al mare?” chiede il bambino. “Forse sì o forse no” risponde la ragazzina che ha qualche anno in più. “Non parla, non ride, per me non sa niente” risponde il bambino ma lei replica: “Non possiamo saperlo, anche i dottori dicono che non si può essere sicuri! Per me a volte lei sa che le do i baci, almeno a me sembra che sia attenta. Dai, togliamole le palline dalle mani che magari è stufa di averle, ecco, così, adesso le diciamo la filastrocca come faceva lei alle mie mani quando ero piccolina”. Tutti e due distendono dolcemente le dita della nonna atrofizzate dalla malattia e insieme recitano: “Manina bella, dove sei stata, dalla nonna, cosa ti ha dato, polenta e cici, garì garì!”. “Dai, adesso nonna ti facciamo toccare le mie fossette, è vero che me le accarezzavi sempre

RACCONTI

quando venivi a trovarmi? Ecco, ti faccio accarezzare la mia guancia così! Brava la mia nonna!” esclama sorridendo il bambino, facendo risaltare quelle graziose fossette. La ragazzina che le tiene l’altra mano a sua volta mettendola nei suoi capelli dice: “Nonna, senti i miei ricci? Sono morbidi e con dentro i capricci! Come mi dicevi tu! Mi hai visto di più di mio cugino e lo so che ti piaceva tanto accarezzarli perchè erano ugualissimi a quelli del papà! Toccali nonna!”. Dopo qualche minuto i due ragazzi rimettono le palline nelle mani della nonna ma, mentre il bambino raccoglie il pallone e si sposta correndo, la ragazzina, accarezzando la nonna in modo amorevole, le appoggia il viso sulla fronte e le sussurra: “Nonna, non vorrei con tutto il cuore che tu fossi malata! Ti penso sempre bella, allegra, sorridente, quando mi raccontavi le favole ad esempio la favola del “nano Tremotino”, mi baciavi, mi accarezzavi, guarda che adesso mi metto a piangere come una stupida e va a finire che le mie lacrime ti bagnano gli occhi! Sembra che piangiamo tutti e due! Ti voglio bene, nonnina, te ne vorrò sempre, anche quando sarò grande, per tanto tempo, per tutto il tempo che avrò...” Marta

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Settimana promettente in campo pratico. Rifletti bene sulle iniziative e sugli impegni che prenderai e vaglia quello che meglio si addice alle tue aspirazioni. Giorni un po’ avari per i sentimenti. Tu punta sulle amicizie e conta comunque su eventi fortunati e divertenti. Domenica momenti molto appassionati da vivere intensamente.

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I primi giorni sono adatti a mettere ordine nella tua vita. Puoi dare una svolta alla quotidianità, decidere di sostituire ciò che non va o ridimensionare le aspettative professionali. A tal proposito ricorda che l’ambizione non è una patologia ma la definizione degli obiettivi. Non lasciarti abbindolare da chi la pensa diversamente.

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Il tuo essere positivo contagia chi ti sta accanto con un risultato affermativo in ogni settore esistenziale. Un po’ di su e giù giovedì, ma sei sempre in vetta. Punti focali della settimana le amicizie, gli aiuti, la vita mondana e i viaggi che offrono circostanze inedite, da ricordare. Al lavoro elimina subito le seccature. 52 www.newentry.eu

In amore c’è una rimonta fantastica. Già a metà settimana ti rigeneri a contatto con la natura, con gli amici, con il tuo amore di sempre, e ottieni un successo professionale e/o scolastico. In amore l’importante è comunicare anche i desideri più intimi, così dubbi e incertezze svaniscono subito. Al lavoro nuove conquiste.

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04 Le stelle ti sollecitano all’azione, ti rendono intraprendente e sicuro del fatto tuo. In vista un successo nei settori lavoro e sport. L’amore questa settimana è in sordina? Farai bene a non prendertela con chi non ne ha colpa. Ti stai buttando a capofitto nel lavoro e per ora va bene così, ma non dare colpe al partner.

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OROSCOPO dal 07 al 21 Giugno 2018

Vivi con serenità questo periodo dove non sei né vittima né vincitore, ma semplicemente al centro di un dare e avere che arricchisce nel più completo senso del termine. Scaccia eventuali risentimenti e desideri di ribellione, e pensa positivo. Occasioni da non lasciarsi sfuggire in amore per single e non, e al lavoro...


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Ottima settimana, ricca di intese affettive da sfruttare come meglio credi, anche attaccando con decisione il lui o la lei dei tuoi desideri. Spartire il quotidiano con chi si ama è l’ideale. Ascolta il suo parere. Molto bene il lavoro, anche se, qualche volta, è difficile anche per te scegliere tra più occasioni...

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La tua logica di ferro riesce a far luce e ordine in ogni luogo e circostanza, persino nel caos del mondo. Possibile battuta d’arresto da mettere nei tuoi dettagliati preventivi. Restare padrone di ogni situazione non è sempre un pregio, e allora lasciati andare e goditi i magnifici eventi fortunati che capitano.

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OROSCOPO dal 07 al 21 Giugno 2018

Una realtà diversa dalla solita allarga il raggio d’azione e gli orizzonti esistenziali. Espanditi, senza il timore di essere fuori luogo. Non fare l’indeciso quando riceverai l’offerta di un viaggio (di lavoro o di piacere) per il quale forse non ti senti pronto. Parti senza pensarci troppo.

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Evoluzioni e mutamenti, anche profondi. E’ il momento migliore per estendere gli orizzonti esistenziali. Al lavoro prendi il coraggio di decidere in modo autonomo, senza l’aiuto di nessuno. In amore nuove conquiste ma anche vecchi ricordi all’orizzonte... Occhio !!!

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Incoraggiante armonia tra mente e cuore, tra parole e sentimenti, che aiuta a tramutare in realtà i desideri più intimi. C’è qualcosa nell’aria in grado di lasciare un segno indelebile: una vivace altalena di emozioni avvincerà il tuo cuore. Al lavoro più ti sforzi di pianificare, più le novità busseranno alla porta.

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Settimana in cui comunicazione e fantasia spiccano su altre doti. C’è la possibilità di unire la forza mentale con la dolcezza del cuore. I disegni astrali dei primi due giorni sono perfetti per coronare il tuo sogno d’amore. Momento di ufficializzare un amore segreto? Ebbene sì!!!

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La bambola racconta le lamentele di una donna che chiede rispetto al proprio uomo, che la tratta come se fosse “una bambola”, usandola e sfruttandola a proprio piacimento, e poi “buttandola giù” quando non è più utile. La canzone ha un breve intro musicale suonato dalla chitarra acustica di Maurizio De Angelis e dal tamburello. Prima di essere stato proposto a Patty Pravo, il brano era già stato rifiutato da Caterina Caselli, Little Tony e i Rokes. Apparentemente il brano non sembrava adatto alla cantante veneziana, e lei stessa aveva dichiarato di non amarlo particolarmente. Fino a quel momento infatti Patty Pravo si era dedicata principalmente alle cover di brani in lingua inglese, mentre La bambola era chiaramente un brano pop di tradizione italiana.Tuttavia, su pressioni della casa discografica Patty Pravo registrò due provini, su uno di questi il brano era stato successivamente orchestrato da Ruggero Cini con l’inserimento anche del coro de I 4 + 4 di Nora Orlandi e fu pubblicato nel 45 giri La bambola/Se c’è l’amore, sempre lo stesso anno fu incluso nel suo LP d’esordio Patty Pravo. Il successo del brano fu immediato e vinse la Gondola d’oro alla Mostra internazionale di musica leggera di Venezia. Nel 2008 è stata pubblicata una nuova versione rock del singolo La bambola (La bambola 2008), per celebrare i quarant’anni dalla sua prima uscita. Insieme al brano, è stato prodotto un video in cui Patty Pravo fa una parodia di Amy Winehouse, imitando il suo look (inserito come contenuto extra nel DVD Circola un video su di me..., pubblicato nel 2009).

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La bambola - Patty Pravo Il volto della vita - Caterina Caselli 03 Chimera - Gianni Morandi 04 Io per lei - Camaleonti 05 Affida una lacrima al vento - Adamo 06 L’amore e’ blu - Paul Mauriat 07 Gimme a little sign - Brenton Wood 08 Delilah - Tom Jones 09 Azzurro - Adriano Celentano 10 Vengo anch’io, no tu no - Enzo Jannacci 01

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ANNUNCI ECONOMICI LAVORO OGGETTI ANIMALI INCONTRI IMMOBILI VEICOLI Obbligatorio inviare l’annuncio con il codice fiscale e la provincia dove si vuole pubblicare. Se non presente, New Entry non pubblicherà l’annuncio.New Entry declina ogni responsabilità in merito al contenuto degli annunci di questa rubrica sottoscritti dagli inserzionisti. Il recapito telefonico è un servizio che non implica in

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SPETTACOLO & ARTE

Lucia Castellano

PH. MAURO MENEGHEL

quando la musica scorre nel sangue

La musica le scorre nel sangue. Una passione innata che l’ha portata in tv, in Libano, in giro per il mondo. Lucia Castellano è un’artista vera. Come poche altre se ne trovano in giro. Fra lei e la tastiera esiste una simbiosi destinata a non concludersi mai. Una ragazza che all’aspetto fisico ha preferito anteporre studi, fatica, sacrifici. Il presente le ha dato ragione: il suo curriculum si allunga a vista d’occhio col passare delle settimane. Iniziamo dalla presentazione chi è Lucia Castellano? Ho 30 anni e vivo a Pordenone. Nella vita sono una… “sognatrice”, nel senso che sogno di vivere di musica e sto cercando di far di tutto per realizzarlo. Nasco come pianista, poi mi sono convertita prima alla tastiera classica poi a quella a tracolla, la keytar. Una tastiera leggera che offre la possibilità al musicista di muoversi sul palco. Oltre a questo ho studiato due lingue, arabo e turco, perché sono affascinata dal mondo medio-orientale. Ho infinite passioni, amo viaggiare e appena posso parto – rigorosamente da sola – per visitare posti sconosciuti. Mi affascina incontrare culture, scoprire forme d’arte, vedere danze e teatri, ampliare il mio amore innato verso la letteratura e la filosofia. Da dove inizia la tua passione per la musica? Nasce ancor prima di nascere! Mio papà suonava la chitarra e io scalciavo dal pancione ad ogni accordo! Fin da piccola ho iniziato a suonare la tastiera, poi ho seguito lezioni di pianoforte e mi sono diplomata in solfeggi al Conservatorio di Trieste. Poi mi sono buttata nel mondo delle tastiere, ho iniziato a suonare 58 www.newentry.eu

in band locali, a Venezia e a Trieste. A Pordenone ho creato le Delay, un gruppo interamente femminile, con cui ho anche realizzato alcuni inediti. Ho seguito corsi di basso, batteria e chitarra: sono una musicista eclettica e poliedrica, mi piacerebbe imparare tutti gli strumenti. Ed ora magari inizierò con qualche lezione di violino, uno strumento che amo alla follia. Qual è la tua musica preferita? Io adoro i Linkin Park, i Muse, gli Artic Monkeys, i Duran Duran, i Nirvana, Dire Straits e i Coldplay. Amo spaziare nei generi: ascolto rock, pop, jazz, blues e dance. Mi piace la musica italiana, spazio dagli anni Settanta ad un mito autentico come Fabrizio De Andrè, poeta prima che cantante. Dove ti ha portato la musica? Ho partecipato a Italia’s Got Talent con un duo di keytar, “I Synthonia”, e siamo finiti su Sky esibendoci suonando un’opera di Vivaldi. È stata una esperienza straordinaria, sembrava una favola… Ho collaborato con Giacomo


SPETTACOLO & ARTE

Castellano, uno dei più noti chitarristi italiani nonché videomaker, che mi ha chiesto di essere protagonista di un video realizzato e diretto da lui per promuovere un nuovo sintetizzatore. Ed ecco che sono finita in quel video che ha raccolto 350.000 visualizzazioni sul web. Ma non solo: ho avuto il piacere di condividere il palco in alcune date con un artista straordinario come Max Gelsi, ex bassista di Elisa. Ma non solo: oltre alla tv, c’è l’estero… Sono appena tornata da un’esperienza a Beirut, capitale del Libano, al fianco di Daly Gana che mi ha voluto insieme a lui per alcune date. Abbiamo suonato in locali importanti e grazie a lui, due anni fa fra i protagonisti di X-Factor Arabia, ho fatto parte come tastierista della sua band composta da musicisti provenienti da tutto il mondo. Cos’è per te la musica? La musica mi ha dato tutto. Ho avuto brutte esperienze e se non avessi avuto la forza che

la musica mi ha dato non so dove potrei essere adesso. Io consiglio a tutti, nei momenti di difficoltà, di appoggiarsi alla musica, di ascoltare una canzone, di scrivere o comporre. La musica ti dà ragione per vivere. Se la musica venisse valorizzata ancora di più, sono sicura che ci sarebbero meno persone perse. Io do alla musica un valore positivo assoluto, è qualcosa che fa rinascere, qualcosa che dà senso a ciò che si fa. Non solo musica, ma anche… fotografia. La passione per la fotografia nasce per caso, notata da un fotografo mentre camminavo. Mi propose uno shooting in cui far uscire la fotomodella che c’era in me. All’inizio rifiutai per la troppa insicurezza, poi ho ceduto. Ha creduto nelle mie potenzialità, ho realizzato il primo servizio e mi sono ritrovata con un mondo spalancato davanti ai miei occhi. Non avrei mai pensato di essere all’altezza di poterlo fare…

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Ed anche in questo caso, si sono aperte altre porte. Come attrice ho fatto parte del cortometraggio “Stalking”, presentato fuori concorso alla mostra del Cinema di Venezia nel 2011. Ho preso parte al fianco di Demetra Hampton alla fiction “Una sfida tutta rosa”, ho partecipato ad alcuni videoclip musicali. Tutte esperienze straordinarie. Lontana dal palco… che ragazza sei? Adoro leggere e viaggiare. Sono affascinata dalla psicologia e dalla psicanalisi, mi incuriosisce la criminologia e “studio” il perché delle azioni, anche le più cruente. La psiche umana mi cattura, così come la medicina. Amo gli animali, adoro i bambini e con loro ho un feeling particolare! Le culture e la cultura sono la mia ossessione, sono una persona curiosa e incapace di stare ferma. Da piccola sognavo di sapere tutto, non a caso facevo mille domande anche a costo di stressare gli altri… Pregi e difetti? Preferisco che sia la gente ad indicare pregi e difetti miei. Io mi ritengo molto critica su me stessa, cerco di non giudicarmi troppo. Tuttavia, fisicamente mi piacciono le mie gambe anche se non mi fanno impazzire i miei piedi. A livello caratteriale sono molto ansiosa, autocritica, più propensa a vedere il negativo piuttosto che il positivo. Mi reputo una persona determinata, capace di conquistarsi i propri traguardi. In più mi adatto alle situazioni e alle persone più particolari, sono versatile e questo penso che derivi dall’apertura mentale che il liceo classico e la mia famiglia hanno saputo trasmettermi.

PH. IL Marza

Come ti piace presentarti nel quotidiano? Non mi piace esibirmi, ma quando suono mi sento un’altra persona, supero tutte le mie insicurezze e mi lascio andare. Voglio trasmettere energia alla gente, esibirmi catturando l’attenzione della gente, distrarla dai problemi e trasmettere il mio amore per la musica. Lucia Castellano è attiva anche su Facebook e Instagram… Però voglio premetterlo: con i social ho un rapporto di amore ed odio. Mi aiutano a farmi conoscere e a promuovere la musica che faccio, ma molte volte sono più concentrata ad usare il cellulare piuttosto che a vivere la vita reale. Aiutano ad avere nuove opportunità di lavoro, ampliano la propria cerchia di conoscenza, ma rubano troppo spesso il contatto fisico con le persone. Per questo cerco di usarli quel tanto che basta… Progetti per il futuro: dove ti vedi? In futuro spero di vedermi in grandi palchi, stadi, arene… sogno in grande per realizzare i miei sogni! Voglio fare quel che più mi piace: semplicemente, suonare. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/luciacastellano.igt/ https://www.facebook.com/lucia.albahr

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INFOMOTORI

Ecco la V90 Cross Country

L’ammiraglia vien da la campagna, in sul calar del sole ALBA ADRIATICA – La Volvo propone per la prima volta in assoluto sulla sua ammiraglia, la versione fuoristradistica Cross Country. A essere oggetto di questa trasformazione è la V90, station wagon top di gamma della casa di Goteborg. La vettura svedese è equipaggiata con 1 Motore Benzina 2000 (Denominazione T5 per la variante da 254 cv, Denominazione T6 per la variante da 320 cv) o con 1 Motore Turbodiesel 2000 (Denominazione D4 per la variante da 190 cv, Denominazione D5 per la variante da 235 cv), negli allestimenti Cross Country, Cross Country Pro. Esternamente la V90 Cross Country è rialzata di 7 centimetri rispetto alla V90 dalla quale deriva (e della quale ricalca la lunghezza, di poco inferiore ai 5 metri); è caratterizzata da protezioni in plastica nera (ma a richiesta la si può avere nel colore della carrozzeria) sugli archi passaruota e da paracolpi nei sottoporta e alla base dei paraurti. Per il resto l’imponente ed elegante corpo vettura (frontale con fari a Martello di Thor, posteriore con fari a L Rovesciata etc.) è immutato rispetto alla station svedese da cui deriva. Internamente non vi sono modifiche di rilievo o varianti rispetto all’abitacolo della V90: spazioso, tecnologico, lussuoso, un salotto su ruote. Ed ora il momento del test drive: la Volvo V90 Cross Country provata è stata la D4 AWD Geartronic Cross Country da 72404 €. Per la prima volta la gamma Cross Country di casa Volvo arriva al top di gamma: stranote e molto apprezzate sono la V70, la V40, la V60 e la S60 in questa declinazione di carrozzeria. Su strada la station nordica è un salotto viaggiante: si viaggia in un’ambiente ovattato, comodo e confortevole, guidarla fa rilassare corpo e mente.Se si pigia il pedale dell’acceleratore, però, i 190 cv del motore turbodiesel D4 si scatenano indomiti e fanno diventare la V90 Cross Country una supercar degna di prestazioni di alto livello. Inoltre grazie all’altezza da terra maggiorata di 7 cm rispetto alla V90 classica e grazie alla presenza della trazione integrale, questa versione Cross Country, trova nel mondo del fuoristrada, del fango, dello sterrato, il suo habitat ideale. Infine il listino prezzi: si va da 59460 € della T5 AWD Cross Country Geartronic per arrivare a 72440 € della T6 AWD Cross

Country Pro Geartronic (Benzina); si va da 57010 € della D4 AWD Cross Country per arrivare a 69040 € della D5 AWD Cross Country Pro Geartronic (Diesel). Per ulteriori informazioni sul mondo dei motori visitate il mio magazine www.bestmotori.it Bruno Allevi

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BIG SCREEN

Rubrica di cinema a cura dell’attrice e modella Stefania Visconti in collaborazione con Damiano Conchieri. Credito foto: Cesare Colognesi

KRAMER CONTRO KRAMER - differenze tra il film e il libro - Nel libro sono presenti molti più personaggi assenti nel film, i genitori di Ted e Joanna, l’ex marito di Thelma, Charlie, che nel film viene solamente menzionato ma non appare mai, e numerosi amichetti di Billy. - Il film comincia il giorno stesso che Ted rincasando trova Joanna in procinto di lasciarlo e di andarsene da casa senza l’intenzione di portare Billy con se, nel libro invece vengono mostrati non solamente i primi anni di matrimonio e la famiglia Kramer ancora unita, ma anche alcuni episodi antecedenti al fidanzamento di Joanna e Ted e di come essi hanno vissuto prima di conoscersi fidanzarsi e sposarsi. - Nel libro Ted e Billy rimasti soli sembrano vivere una vita molto più avventurosa, ricca di vacanze viaggi e amicizie comuni di genitori e figli, a differenza del film dove invece pare che nessuno frequenti il loro appartamento e vivano una vita pressoché solitaria, fattasi eccezione delle sporadiche visite di Thelma. - Nel film Ted viene licenziato a causa della trascuratezza nei confronti del lavoro dovuta al tempo assorbito per occuparsi di Billy, ruolo a cui in precedenza non era mai stato abituato, mentre nel libro perde il posto assieme a tutti i colleghi perché la ditta viene venduta dal presidente ad una multinazionale che intende rinno62 www.newentry.eu

varla del tutto. - Nel film Billy si ferisce vicino all’occhio con l’ala di un aeroplano giocattolo cadendo da uno scivolo al parco, nel libro invece il fatto accade all’interno dell’appartamento, appena dopo la fine di una piccola festa con alcuni amici. - Nel film Ted trova un altro lavoro pressappoco simile al precedente non molto dopo essere stato licenziato a ridosso del Natale, riuscendoci da solo e con una buona insistenza sebbene accettando un salario inferiore, nel libro invece passa alcuni mesi da disoccupato preoccupandosi delle spese dovute al mantenimento del bambino e trova lavoro a metà stagione, grazie soprattutto ad una raccomandazione dell’amico Larry, assente nel film. - Thelma nel film si chiama Margaret. - Nel film a chiamarsi Larry non è un amico di Ted ma il suo capo, che poi lo licenzierà, il quale pare rappresentare per certi versi la figura più vicina ad un amico con cui Ted si ritrova ad avere a che fare, mentre nel libro il capo appare solo in un paio di scene e non se ne conosce il nome, inoltre non rimprovera mai a Ted una cattiva condotta sul lavoro, cosa che invece nel film fa più volte palesando la sua preoccupazione al riguardo sino al licenziamento. - Nel libro Ted, subito dopo l’abbandono di Jo-


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anna, chiede alcune settimane di ferie per poter mettere ordine nella propria vita col bambino a carico e lo porta ad un weekend fuori città come distrazione, cose che non film non avviene. -Nel libro è assente la famosa scena dove Billy a tavola si rifiuta di mangiare la pietanza cucinata da Ted e sfida il padre mangiando del gelato nonostante il suo divieto, il quale poi per punizione lo porta a letto di peso sgridandolo, per poi consolarlo e promettergli di non abbandonarlo mai poco dopo calmati gli animi. Durante il periodo estivo la rubrica dedicata al Cinema si prende una piccola pausa. Si ringraziano intanto per la collaborazione Stefania Visconti e Damiano Conchieri.

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