New Entry Magazine - Edizione di Brescia del 16 Febbraio 2022

Page 1

Anno 28 - N°02 del 16/02/2022 - www.newentrymagazine.it - redazione@newentrymagazine.it - Per la tua pubblicità: 347.73.52.863 Gianluca Boffetti

www.newentrymagazine.it

New Entry il Giornale della Gente New Entry Magazine

pag.4 - Troppa noia pag.6 - Amori pag.10 - Fino all’ultimo respiro pag.15 - Gnocchi di zucca pag.16 - Surviving School

Fondato nel 1994

BRESCIA - MANTOVA - CREMONA

IN QUESTO NUMERO pag.18 - Le cascate di Cittiglio pag.20 - Nuvola pag.26 - L’Eccidio di Kindu pag.30 - Sara Mariucci pag.38 - La convivenza

pag.39 - Lui ha deciso di bere pag.42 - Miss New Entry 2022 pag.50 - Racconto: la piscina pag.59 - Jaguar XK pag.60 - Le belle persone

I S O R E L L A ( B S ) - V i a C o r v i o n e, 1

Qualità, Professionalità e Assistenza al servizio del cliente GOTTOLENGO (BS) - Via Brescia, 23 Tel. 030 95 17 665 - www.rizzardiceramiche.it

GIOIELLERIA

ORARI DI APERTURA DAL MARTEDĺ AL VENERDĺ 09.00-12.30 / 15.00-18.30 SABATO 09.00-12.30

ASOLA (MN) - VIA C.BATTISTI,9

Ampio showroom Stile e cura dei dettagli

VENDITA E RIPARAZIONI CREAZIONI PERSONALIZZATE DI GIOIELLI E AFFINI PERMUTE CON SUPERVALUTAZIONE DELL'USATO


SPECIALE

POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO IL TEMPO È CUORE Il cuore è un organo che svolge la funzione di pompa, ovvero attraverso le arterie spinge il sangue, ricco di nutrimento ed ossigeno, ai vari organi e tessuti del nostro corpo. Per fare ciò, quando siamo a riposo, si contrae 60-80 volte al minuto, ma durante l’attività fisica può duplicare la frequenza per aumentare l’apporto di sangue necessario, ad esempio ai muscoli. Non a caso il cuore è prevalentemente costituito da tessuto muscolare ed esso stesso ha bisogno di molto nutrimento (sangue), molto maggiore rispetto agli altri organi, per svolgere un’attività così intensa. Le arterie che gli portano il “carburante” si chiamano coronarie e decorrono sulla sua superficie esterna. In alcuni casi le arterie del corpo vanno incontro ad una patologia che ne restringe il lume interno

Dott. Andrea Rizzi 02

e limita il flusso di sangue trasportabile, riducendo o compromettendo la funzione dell’organo che non è più adeguatamente nutrito. Tale patologia si chiama “aterosclerosi” e consiste prevalentemente nella formazione di placche di colesterolo all’interno delle arterie stesse; a volte questo processo, associato alla formazione di trombo (coagulo di sangue), porta all’occlusione acuta dell’arteria con l’interruzione totale del flusso di sangue. Quando ciò accade alle coronarie (le arterie con cui il cuore nutre sè stesso) si verifica “l’infarto miocardico”. Senza più ossigeno, il cuore continua a contrarsi per mantenerci in vita con un enorme dispendio energetico. Tuttavia, per ogni minuto che passa, è una parte del cuore stesso che muore (necrosi). Questo è l’infarto miocardico: il danno irreparabile delle cellule muscolari da cui è prevalentemente costituito. La sintomatologia è spesso facilmente riconoscibile: dolore al petto o all’emitorace sinistro con irradiazione al braccio sinistro. Tuttavia non è infrequente che si presenti con disturbi meno specifici: dolore alla mandibola, all’emitorace destro o braccio destro, alle spalle, in sede interscapolare, bruciore alla bocca dello stomaco o senso di costrizione al giugulo; esistono poi alcuni segni che posso accompagnarsi alla sintomatologia come la sudorazione fredda e profusa, il pallore cutaneo o lo svenimento. Ma la sintomatologia più pericolosa, anche se fortunatamente poco frequente, è la “completa assenza di sintomi” che porta a non consultare il medico! Appare infatti evidente che diagnosticare un infarto non sia affatto facile, vista la sovrapposizione della sintomatologia con tante altre


SPECIALE

patologie (a volte ciò che può sembrare una banale indigestione nasconde un problema cardiologico). E’ quindi necessario fare almeno un elettrocardiogramma. La terapia acuta dell’infarto è fortunatamente molto efficace: consiste nel ripristinare il flusso di sangue nell’arteria occlusa e ciò si può ottenere sia con la somministrazione di farmaci che sciolgono il coagulo, sia con la disostruzione meccanica dell’arteria, ovvero l’angioplastica coronarica, nota a molti anche come “il palloncino”. Consiste nell’introdurre attraverso un’arteria periferica (ad esempio quella del polso) un catetere nell’arteria occlusa del cuore. In prossimità del trombo viene gonfiato per alcuni secondi un palloncino presente all’estremità del catetere che schiaccia e frammenta il coagulo ripristinando il normale flusso di sangue. Prima si agisce, più la terapia è efficace. L’infarto miocardico si può però prevenire agendo sui fattori di rischio che contribuiscono alla formazione dell’aterosclerosi. Alcuni di questi sono modificabili con uno stile di vita adeguato e con la terapia farmacologica. Questi sono: diabete mellito, ipertensione arteriosa, dislipidemia (elevati valori di colesterolo e/o trigliceridi), abitudine tabagica, stress. Purtroppo altri fattori predisponenti non sono correggibile come ad esempio la familiarità per malattie di cuore (ovvero la predisposizione che ereditiamo con il patrimonio genetico dai nostri genitori) ed il sesso maschile (fino ai 65 anni di età le donne hanno un’incidenza di problemi cardiovascolari nettamente inferiore agli uomini grazie al diverso assetto ormonale che le protegge dall’aterosclerosi). Importante è identificare ed eventualmente trattare l’aterosclerosi coronarica precocemente, prima che porti all’occlusione dell’arteria. In tal senso sono importanti accertamenti cardiologici: una visita accurata con attenta valutazione della sintomatologia.

Dott. Gianluigi Parola Se poi il danno è fatto, ovvero l’infarto è già avvenuto, dovremmo rassegnarci ad assumere molti farmaci, spesso visti dai pazienti come una condanna, ma che in realtà sono dei veri e propri “salva vita”. Non va trascurato uno stile di vita adeguato ovvero attività fisica aerobica ed una dieta mirata (scarso apporto di grassi animali ed introduzione di omega-3 presenti ad esempio nel pesce azzurro). Lo scopo del cardiologo è prevenire le malattie cardiache e permettere al cardiopatico di condurre una vita normale per questo il Dott. Gianluigi Parola e il Dott. Andrea Rizzi collaborano presso i Poliambulatori San Flaviano. POLIAMBULATORI SAN FLAVIANO Via Garibaldi 35 25020 Pralboino BS Tel. 030/954.649 www.poliambulatorisanflaviano.it

03


EDITORIALE

TROPPA NOIA, HANNO TUTTO... MA SENZA OBIETTIVI NELLA VITA Cosa sta accadendo? Il fenomeno delle risse tra giovanissimi sembra aver preso il sopravvento. Si ritrovano in gruppi di dieci, venti... alla ricerca di un futile motivo per fare a botte per poi pubblicare sui social il triste spettacolo appena compiuto sentendosi pure degli eroi. Già, i social che tutti noi decantiamo: ma siamo sicuri che l’avvento di questi mezzi di comunicazione sia stato positivo? Sembra che vengano utilizzati per sfogare le proprie fissazioni e frustrazioni offendendo senza ritegno il malcapitato di turno. Le cause di questo nuovo “divertimento”? Sicuramente la mancanza di obiettivi nella vita e di valori quali l’amicizia, l’amore, il rispetto. Stiamo parlando di ragazzini... ma una volta maggiorenni cosa si inventeranno per divertirsi? Di esempi ne abbiamo già abbastanza: violenza sessuale di gruppo, stalking, rissa, rapina, lesioni, violenza privata. Ma chi sono gli autori di queste nefandezze? Non c’è una categoria ben precisa: si passa dai figli di medici, avvocati a giovani immigrati di seconda generazione. Dai Ricchi ai poveri, dalla città alla periferia, da nord a sud... il fenomeno non cambia. Gruppi di ragazzi che camminano picchiandosi con

vestiti super firmati, alla moda per essere sempre al passo con i temi. Un genitore che si spacca la schiena per accontare il figlio per compragli delle scarpe da 1.000 € che poi le indossa per uscire a picchiare i suoi coetanei? Se poi ascoltiamo le parole di un padre che ha dovuto denunciare la propria figlia in televisione nella trasmissione “Fuori dal coro” viene la pelle d’oca.... «Ho scoperto che mia figlia di 14 anni è la leader di una baby gang di 7-8 ragazzine, non è solo una bulla: è il capo di una mini banda criminale che conta anche su 20-30 “gregari” e circa 600 seguaci sui social. Cosa fanno? Furti, rapine, risse e c’è il sospetto che girino per Verona con catene, bastoni, coltellini». E i dati registrati dall’Osservatorio nazionale sull’adolescenza sono allarmanti: il 6,5% dei minorenni italiani fa parte di una banda, il 16%

Gelateria Dolce Fiore GELATO, TORTE E SEMIFREDDI DI NOSTRA PRODUZIONE

CARPENEDOLO (BS) - VIA BERGOMA (Zona Fusetto) - Tel. 030 96 97 038 04


EDITORIALE ha commesso atti vandalici, e tre ragazzi su dieci hanno partecipato ad una rissa. Giovani allo sbando, che hanno abbandonato la scuola troppo presto, figli dimenticati senza una presenza fondamentale dei genitori, che cercano probabilmente di appartenere ad un gruppo, ad una gang che per loro può significare una forma di riscatto ad una vita spenta e vuota. Viviamo in un “degrado” famigliare che dovrebbe essere alla base di tutto dove il genitore agli occhi dei figli, non viene più considerato come una persona da rispettare, da ascoltare, da amare. Sono accontentati in tutto e abbandonati a sè stessi, lasciati troppo soli senza nessun dialogo costruttivo. L’ultimo fatto tragico avvenuto qualche giorno fa ne è una conferma drammatica: un 15enne in Spagna ha sparato ai genitori e al fratellino di 10 anni solo perchè la mamma gli aveva tolto WI-FI come punizione visto il suo scarso rendimento a scuola. Questi giovani, accecati dai finti modelli e dai messaggi che ogni giorno ricevono sul

cellulare sono senza principi morali, non riconoscono il confine tra il bene e il male... non pensano alle conseguenze di un loro gesto azzardato. Si dice spesso che il mondo è cambiato: i gusti e le mode sono cambiate, ma ciò che non può cambiare è il RISPETTO DELLE REGOLE e L’EDUCAZIONE che dovrebbero essere dei concetti fondamentali dentro ognuno di noi. Certo, esistono anche giovani responsabili, educati e rispettosi ma spesso vengono emarginati se non bullizzati invece di considerarli come un esempio da seguire. Occorre correre ai ripari e velocemente: cercare di tenerli impegnati nello SPORT che è sicuramente salutare e dove ci sono delle regole da rispettare e si possono anche confrontare con altri coetanei ma soprattutto cercare di riallacciare il dialogo con i propri figli, cosa non facile, a causa sicuramente di quello strumento che tutti noi utilizziamo e che ci sta rovinando la vita, chiamato cellulare! Gianluca Boffetti

BICI ROTTA?

RIPARAZIONI

E VENDITA BICICLETTE, ACCESSORI, ABBIGLIAMENTO E ATTREZZI FITNESS Montichiari (Bs) Via Boschetti di Sotto,37 Tel. 030 34 56 197 Cell. 371 360 49 98 pino72116@gmail.com Orario di apertura: 9:00-13:00 - 15:00-19:00 Chiuso il Lunedì mattina

05


SUPPLEMENTO A NEW ENTRY MAGAZINE

Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita

PENSIERI E PAROLE

AMORI

È sempre attuale la metafora della rinascita della natura in primavera paragonata alla nascita di nuovi amori. Come sbocciano i fiori, rinverdiscono gli alberi e si sente in geneDecreto del Presidente del Tribunale rale nell’aria la magia del risveglio, così il risveglio nelle perdi Bergamo n°21 del 09/03/2000 sone, che stuzzica rinnovate emozioni, facendo sbocciare Editore e Direttore Responsabile: nuovi innamoramenti. Gianluca Boffetti Alcuni si trasformano poi in amori stabili, altri si rivelano inDirettore Onorario: Michele Cortinovis vece fiammate che si spengono presto. Non è scontato che i colpi di fulmine riguardino solo i giovani, anzi, molto frequenti Redazione: Stefano G. - Giorgio M. le nuove storie tra persone mature, causa anche l’aumento Anno 28 - N°02 del 16/02/2022 di separazioni fra coppie di mezza età. Situazioni che danno ancora la spinta e la voglia di ricominciare, a credere che ad La nostra sede: Brembate di Sopra (Bg) - via Tresolzio,48 ogni età ci si può innamorare, pur con diverse sfumature e intensità. Molti i proverbi dialettali a tema, alcuni seri, molti altri, come spesso si esprime ironicamente la lingua dialetwww.newentrymagazine.it tale, simpatici e pure cattivelli. “Per cunussis bé bisogna New Entry il giornale della gente maià ‘nsèma un quintal de sal amàr” - per conoscersi bene, bisogna mangiare insieme un quintale di sale amaro. New Entry Boffetti Gianluca “Amur nöf èl và e ‘l vé, amur vècc ‘l sa manté” – amore newentrymagazine nuovo va e viene, amore vecchio si mantiene- per dire che è più sicuro un amore datato e collaudato da vicissitudini non New Entry Television sempre felici. Di buon auspicio, in teoria, ”Badil èl g’ha töt pala, come ‘l l’ha ülida èl l’ha catada” – chi si somiglia I NOSTRI CONTATTI si piglia. Questa premessa una volta era praticamente una redazione@newentrymagazine.it certezza, perché chi si sposava, molto, ma molto raramenbergamo@newentrymagazine.it te si separava, pur con problemi seri di incompatibilità; ora brescia@newentrymagazine.it invece un dato di fatto che, sposati o conviventi, nessun Info pubblicità: 347 73 52 863 èrapporto può considerarsi sicuro e se per certe situazioni è giusto, per altre è un alibi che denota troppa superficialità. Nà a treèrs” – tradire- per esempio, è uno dei motivi più frequenti che portano le coppie a lasciarsi. Drastico “Se ta öt viver quiét resta pöt” – “Se vuoi vivere tranquillo, non sposarti”, per risolvere il problema alla fonte! Si dice pure: “Amur sensa baröfa èl fa la möfa” – “Amore senza litigi, fa la muffa”. Chi ha un po’ d’esperienza in materia non può che confermare: impossibile andare sempre d’accordo, tante sono le sfaccettature in ogni rapporto e sarebbe pure monotono e piatto, l’importante è trovare un buon equilibrio. D’amore se ne potrebbe parlare all’infinito e ogni differenza fa sì che la coppia gestisca il proprio rapporto in modo altrettanto diversificato. Spesso per fortuna funziona, altre purtroppo no, ma tranne in casi di particolare gravità, molti amori si potrebbero salvare, anche perché l’uomo/ la donna perfetta esistono solo nei film o nelle fiabe. Accontentarsi no, ma neanche inseguire l’impossibile! Olfi Ornella 06

.


.

Dal 1999 PROGETTAZIONE, PRODUZIONE E VENDITA IMPIANTI DI FILTRAGGIO ACQUE... DIRETTAMENTE DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE !

BENEFICI

• Acqua potabile di altissima qualità, naturale e gasata, fredda ed anche alcalina direttamente dal rubinetto di casa tua. • Stop accumulo di plastica • Stop con il trasporto scomodo • Nessun lavoro di muratura • Estensione di garanzia esclusiva fino a 10 anni • 100% made in Italy

Prenota subito il tuo TEST GRATUITO DELL’ACQUA di casa! CONTRIBUTO BONUS IDRICO STATALE DEL 50%

Sede legale: Cuneo - Sede produttiva: Settimo Torinese Uffici di zona: Rimini, Roma in fase di apertura, Bari, MONZA

BERGAMO - Tel. 035 00 45 612


GUSTO DI-VINO

IL SATÈN Una rubrica legata allo straordinario mondo dei vini, rivolta sia agli amanti del buon vino ma anche a coloro che vogliono assaporarne il vero gusto affascinati dalle varietà e complessità dei profumi che sprigiona. Ringraziamo sin da ora il Sommelier Luigi Caprioli, titolare del ristorante “La Rocca Contesa” di Lonato per aver accettato la nostra proposta di collaborazione.

Quando pensiamo ad una bollicina solitamente pensiamo alla Franciacorta ed ai suoi vini. Oggi però vi voglio parlare di una particolare tipologia di “bollicina metodo classico” che viene prodotta unicamente in Franciacorta: il Satèn. Il Satèn viene prodotto solo con uve a bacca bianca come Chardonnay o Pinot Bianco e ricorda i grandi Blanc de Blancs francesi ma è nella cremosità e nella finezza del suo perlage che troviamo l’origine del suo nome. Questa particolare finezza e cremosità che ricorda la seta è dovuta alla rifermentazione in bottiglie con meno zucchero rispetto alle altre tipologie di Franciacorta, così da non superare la pressione di 5 atmosfere di anidride carbonica nel prodotto finale rispetto alle

6/6,5 degli altri spumanti. Il risultato è uno spumante più elegante, più fine e con una spuma più morbida e setosa. L’utilizzo esclusivo di uve a bacca bianca e la minor pressione nella fase di tiraggio, conferiscono a questo spumante caratteristiche di eleganza, finezza, gusto e complessità che mi portano a pensare il Satèn quale il più “femminile” dei Franciacorta. E’ particolarmente indicato per pranzi o cene con crostacei, molluschi e pesci di mare o di lago, ma non disdegna l’abbinamento con aperitivi, salumi e carni bianche. Da noi potete degustare il Franciacorta Satèn delle cantine Barone Pizzini e Vezzoli. Sommelier Luigi Caprioli

RISTORANTE CON PIZZA - JAZZ CAFÈ

LONATO DEL GARDA (BS) - Via Ugo da Como,8 www.laroccacontesa.it - info@laroccacontesa.it Tel. 030 9913780 - Cell. 335 6990106 - Chiuso il Lunedì 08


QUESTO È IL MIO NOME - di Micky Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Alice

Il nome Alice deriva dal greco aike il cui significato è “del mare”, quindi potrebbe essere inteso e tradotto come “creatura marina”. Altri studi etimologici fanno derivare questo nome dall’antico germanico Athalhaid. Tuttavia, il significato letterale di questo termine è “di bell’aspetto” che sarebbe stato in seguito modificato in Aalis o Alis dai franchi. Alice fu un nome molto popolare nel medioevo anche grazie ai romanzi francesi della bella Alis. La grande diffusione di questo nome si deve, però, ai famosi romanzo di Lewis Carrol: Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Molto usato anche in Inghilterra venne importato dai Normanni. Il suo impiego, tuttavia, aumentò considerevolmente dopo che la regina Vittoria lo diede a sua figlia. Usata inizialmente solo in alcuni testi, la forma latina Alicia, iniziò a diffondersi moltissimo a partire dal XVIII secolo. Onomastico Viene festeggiata il 5 febbraio in ricordo di Sant’Alice di La Cambre, morta nel 1250.

Caratteristiche del nome Proprio come la protagonista del romanzo di Lewis Carrol, chi porta questo nome si ritrova a vivere contrasti paradossali. La persona, infatti, è caratterizzata, allo stesso tempo, da pigrizia e grande attività. Ma anche da presenza e assenza, da verità e bugia. Alice mette grande determinazione in tutto quello che decide di fare. Tuttavia, lo fa alla sua maniera: con un pizzico di stravaganza e vivacità. È una persona intelligente e molto tenera, ricca di fascino ed esuberanza che la mettono spesso al centro dell’attenzione. Origine: greca Parola chiave: determinazione Corrispettivo maschile: Alicio Varianti femminili: Ali, Alicia, Aly Numero portafortuna: 3 Colore: Giallo Pietra Simbolo: Berillo Metallo: Rame Onomastico: 5 febbraio Segno zodiacale: Gemelli

09


PENSIERI E PAROLE

FINO ALL’ULTIMO RESPIRO In ogni cosa c’è un inizio ed una fine, dove c’è una nascita prima o poi c’è la morte. Questo processo è definito ciclo di vita e tutto ciò ci fa capire e notare che nulla è per sempre arrivando così alla consapevolezza che ogni minuto è miracolo ed ecco la coscienza che sussurra di vivere spensierati e soprattutto di vivere l’istante, l’oggi, il presente... e mai guardare indietro: il passato è passato. Imparando tutto ciò, si vivrà la vita appieno crescendo a volte con più coraggio e con un equilibrio interiore da far sembrare tutto più leggero. Detto ciò sembra tutto semplice ma purtroppo ogni essere umano ha vissuto dispiaceri e traumi da segnar la propria vita, basta pensare alla perdita di un nostro caro, dopo una lunga malattia con tutto il suo processo o percorso prima dell’ultimo respiro. Sì, l’ultimo respiro... rimane impresso a quelle persone che hanno seguito il loro malato terminale e questo compito può essere faticoso, stressante ma molto importante sia per noi che per il nostro caro rendendoci alla fine di tutto, orgogliosi di essere stati presenti fino alla fine. Vorrei far capire quanto sia importante la serenità e la tranquillità di un malato che se ne

ED È POESIA

“SANREMO 2022” Finalmente arriva SanRemo, dall’emozione non stò più nella pelle, speriamo che le canzoni non faccian scoppiare le palle, per qualche giorno i problemi saranno messi in cantina, intanto che dei manichini sfileranno in vetrina. Giordano 10

sta andando e quanto bisogno hanno di sentire la presenza e le voci intorno a loro. Secondo me, per l’esperienza che ho vissuto, l’udito e il tatto sono gli ultimi sensi che prederanno successivamente anche la loro coscienza. Vorrei incoraggiare le persone a mantenere un contatto fisico con il loro malato tenendogli stretta la mano o accarezzandolo, può essere molto d’aiuto nel suo percorso finale, dato che non si può sapere quando il cuore smetterà di battere. Ricordiamoci di essere vicino, aiutando la loro anima a staccarsi dalla vita terrena per intraprendere il viaggio alla vita eterna. Sara

ED È POESIA

“NON C’È” Talvolta non c’è blu, non c’è verde, non c’è bianco, nè rosso. Non un sorriso che possa chiamarsi amico. Nemmeno un gatto che si strusci la coda sulle mie gambe stanche. Non ci sei tu. Enrico Savoldi


EMPORIO ANGELIKA

SPECIALE CARNEVALE NOLEGGIO COSTUMI

A PARTIRE DA...

15,00 € i bambini 20,00 € gli adulti

AMPIA SCELTA GHEDI (BS) - Via XX Settembre,26 - Tel. 377 70 74 216


ANIME NEL VENTO

RAGGIO DI SOLE

IN RICORDO DEL SIGNOR CARLO PERINI DI CASALMORO. UNA CALDA VICINANZA AI FAMIGLIARI, IN PARTICOLAR MODO ALLA MOGLIE BRUNA. Giunge sempre improvvisa la morte ponendoci in interrogazione, in solitudine. Fede insegna ad aver fede consapevoli che il presente è solo un passaggio oltre attende, fra spire dorate luce che non tramonta pace che non si consuma. Nel mezzo, di ore solitarie ricordi affollano la mente nostalgie mute, frammenti di vita

avvolgono, come tenera carezza. Sole tramonta, ultimi raggi di sole s’acquietano, dietro crocchi di pensieri alla rovescia. Fra polpastrelli tesi scivolano istanti memorie vanno arricchendo pagine di un libro chiamato vita. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

RitrattiGio

Eseguo ritratti personalizzati da fotografie Tel.Eseguo 347 88 ritratti 15 469 personalizzati ritrattigio@protonmail.com da fotografie • Brembate di Sopra (Bg) • 12


ED È POESIA

“IN-NATURALE” Non è strano preferire l’estati piovose, non è diverso cercare di rendere il mio corpo negro di corteccia, mi sento persa in questo spiazzo dove è più fruttifero qualsiasi albero morto piuttosto che vivo. Penso e ripenso, non è pessimismo, più semplicemente la mia realtà sia pessima; concludendo realizzo: la decomposizione in natura rende fertile qualsiasi terreno. Giulia Altieri

“ORA PRIMA” Prima l’ora, primizia per ricordare, riannodare, tempo e spazio. Solerte l’invito alla parola si fa silenzio, profondo, immoto. Frastuono di colori, irrompe gradazioni di grigio, vestono il mattino bianca lanugine, veste il tutto con deliziosa generosità. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

Dedica a...

NONNO GIOVANNI

A ottanta anni sei arrivato sei proprio un signore fortunato grazie a tua moglie che ti ha sopportato. Molto lavoro hai fatto con le tue api il miele è assicurato con le galline le uova assicurate e con le nostre irrigazioni divertimento assicurato. Con Pallina hai giocato e saltato e l’altalena in alto attaccato... Tante cose mi hai insegnato e tante cose mi aspettano ancora da imparare... molte altre avventure ti aspettano... fatti su le maniche che tanto lavoro ancora devi fare.... anche se un traguardo hai raggiunto l’importante è stare insieme e avere tanto coraggio per affrontare gli ostacoli”

BUON COMPLEANNO DALLA TUA FRANCESCA GRAFICA E STAMPA A GRAFICA COMPRES 5.000 volantini F.to A5 a € 150,00 10.000 volantini F.to A5 a € 250,00 1.000 Biglietti da visita a € 99,00

acconciature personalizzare per ogni occasione

PER INFORMAZIONI: Gianluca Boffetti • 347 73 52 863 • 13


AUTOSCUOLE FEDRO A GOTTOLENGO (BS)

CORSO RINNOVO CQC

SOLO SABATO CON INIZIO IL 30/04/2022

CORSO CQC BASE MERCI INIZIO IL 5 SETTEMBRE 2022 (Iscrizioni entro fine luglio)

UNA VOLTA AL MESE NELLA SEDE DI GOTTOLENGO RILASCIO E RINNOVO •LICENZA DI PORTO DI FUCILE USO CACCIA •LICENZA DI PORTO D'ARMI PER USO SPORTIVO/TRASPORTO IN USO SPORTIVO •LICENZA DI PORTO D'ARMI PER USO DIFESA PERSONALE

GOTTOLENGO (BS) - Via Brescia,8 - Tel/Fax 030.95 16 07 GHEDI (BS) - Via Matteotti,51 - Tel/Fax 030.90 50 645 PRALBOINO (BS) - Via Cavour,10 - Tel. 030 95 46 34 PONTEVICO (BS) - Via Marconi,43 - Tel/Fax 030.99 30 270


GUSTO A TAVOLA

GNOCCHI DI ZUCCA AL POMODORO E CACIOCAVALLO

Ingredienti per 5-6 persone Per gli gnocchi: mezza zucca mantovana 2 patate Farina 00 qb 1 uovo Sale e pepe

Per il sugo: 1 scatola di polpa di pomodoro 1 scalogno 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro 4 fette di prosciutto crudo Abbondante caciocavallo grattugiato Sale Preparazione ricetta Pulire la zucca ricavarne la polpa, avvolgerla in carta alluminio e cuocerla in forno per circa 30 minuti. Cuocere in acqua salata le patate. Raffreddare le verdure cotte, schiacciarle con lo schiacciapatate, e raccoglierle in una terrina. Aggiungere sale e pepe, un uovo intero ed aggiungere farina quanto basta per ottenere un impasto elastico ma non appiccicoso.

Spolverare di farina la spianatoia e lavorare l’impasto ben mescolato ricavandone tanti cilindri. Procedere alla cottura del sugo soffriggendo lo scalogno sottilissimo e il crudo spezzettato, pomodoro e concentrato, aggiustare di sale, cuocere per circa 10 minuti. Portare a bollore acqua salata, tagliare i cilindri di zucca schiacciandoli con la forchetta per dare forma al gnocco, cuocere per qualche minuto, quando verranno a galla tuffarli nel sugo. Servire con abbonante formaggio grattugiato Dal blog: www.cucinarecreare.it A presto, Anna

Via Montello 12/f Gambara (Bs) 15


PROFUMO DI LIBRI “Il malessere dei ragazzi è cresciuto sotto un carico di studio gravoso. Problemi di stress, attacchi di panico sempre più diffusi che sfociano in depressioni, episodi di autolesionismo. Tentati suicidi. Ho visto cose brutte negli anni. Soprattutto nelle ragazze”. Nella sua esperienza di professore Devid Rota, 38 anni e originario di Almé, ne ha viste tante, soffrendo con e per i suoi studenti. Per questo, per aiutarli, ha deciso di scrivere ai ragazzi attraverso un libro. “Surviving School – Manuale di sopravvivenza per le superiori” nasce con questo obiettivo: il volumetto, in self publishing con Amazon, è dedicato agli studenti della secondaria di secondo grado (ma non solo) e vuole offrire consigli pratici su come affrontare una vita 16

scolastica sempre più dura. “Ho voluto mettere per iscritto tutti i consigli che ho dato in questi anni ai miei studenti”. Devid, insegnante di lettere attualmente al Pesenti di Bergamo, nella sua carriera ha maturato un rapporto stretto con i suoi allievi. “Ho un approccio molto amichevole, cerco di stabilire un clima familiare e in cui bilanciare i momenti in cui si deve lavorare sodo con quelli in cui si può ridere e scherzare”.


PROFUMO DI LIBRI Il risultato, assicura, è un clima molto più produttivo: “i ragazzi riescono ad approcciarsi alle materie in modo più sereno, a studiare più volentieri. E a farmi anche delle confidenze”. È proprio attraverso il racconto di alcune di queste confessioni che Devid spazia sui temi che più incutono ansia fra i banchi: dalla scelta della scuola alla relazione con i compagni di classe, dall’ossessione per la media matematica dei voti alla preparazione in vista di verifiche ed interrogazioni. Ma al centro delle circa 120 pagine c’è sicuramente il rapporto con i professori. “Ho chiamato il capitolo Animali Fantastici e come conviverci. Sono un po’ cattivello con la mia categoria, molto autocritico. I ragazzi ne hanno timore, alcuni fanno terrorismo”. Ecco allora che il prof. Rota suggerisce come comportarsi. “Innanzitutto spiego ai ragazzi come sono i professori, come prenderli in base ai loro diversi caratteri. E poi a capire che devono destrutturare il docente. Il professore non è il loro capo, devono vederlo come un servitore che sta servendo loro il sapere perché lo facciano proprio. Fa nulla se è simpatico o antipatico, è importante il ruolo, non la persona”. Di fronte a una maggiore fragilità dei ragazzi oggi è altrettanto importante che loro stessi imparino a credere in sé. “Cerco di dirgli che il voto che ricevono non è un giudizio sulla loro persona ma sulla performance che quel giorno hanno portato in classe. Persino i più bravi hanno l’ansia, pensano di non essere mai preparati. Stare sui libri fino alle tre di notte non serve a nulla, devono imparare a conoscersi e a capire quando sono oggettivamente preparati. E ad accettare che come va va”. Il messaggio che Devid cerca di far passare è soprattutto di studiare per sé. “Molti ragazzi si sentono ingabbiati. Io dico loro ‘Fregatevene’.

Fate la vostra scelta liberamente, senza leggerezza, ma inseguendo la felicità”. Tra nomi di fantasia e riferimenti reali, il docente riporta nelle pagine anche le esperienze di suoi ex studenti. “Una mia studentessa ha lasciato il liceo per aprire un panificio. Oggi è la persona più felice del mondo. Quello che voglio far capire ai ragazzi è che un diploma non è tutto, perché le possibilità nella vita sono infinite: è legittimo fare il panettiere come il beccamorto, non esistono mestieri di serie a e di serie b. Difendete la vostra scelta”. La riflessione sul sistema scolastico italiano, parte in causa di quest’ansia diffusa tra i ragazzi, è inevitabile. “La scuola non li sta aiutando, gli chiede in continuazione. I ragazzi nella testa hanno l’idea di dover rendere, rendere, rendere. Ci sono ragazzi pienissimi di problemi, anche familiari. Banalmente, da professore non posso non tenere conto del ragazzo che si è mollato con la fidanzatina”. Per questo si augura di poter contribuire con Surving School: “Ho scritto il libro perché penso possa fargli bene, e perché continuino ad impegnarsi al massimo, a sudare, ma non a sudare sangue, non perdendo la salute psico-fisica”. E a chi pensa di mollare, infonde un messaggio di speranza: “Tanto la vita ti restituirà”. Lorenzo Catania Fonte: Bergamo News

Il libro è acquistabile su Amazon. Per chi vuole, su Instagram (basta cercare “Devid Rota” o il mio nickname “davejamesrota”) spesso parlo del libro e di temi legati alla scuola (ma non solo: parlo anche di cinema, attualità) e tengo conferenze/ lezioni gratuite di filosofia e letteratura. Devid Rota 17


ITINERARI

Le cascate di Cittiglio Valcuvia (Varese) Siamo a Cittiglio, Valcuvia, in provincia di Varese. Buona possibilità di parcheggio gratuito nei pressi dell’inizio del sentiero. Come arrivare al parco delle cascate: percorrendo la provinciale che collega Laveno Mombello e Cittiglio (provenendo da Laveno Mombello) bisogna svoltare a sinistra subito dopo il ristorante Cristallo, percorrere fino alla fine via Roma ed infine girare a sinistra, fino ad incontrare un parcheggio dove si può lasciare l’auto. Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio bisogna passare il ponte sul torrente (a destra si può visitare l’antico lavatoio, recentemente restaurato) fino ad incontrare i cartelli con le indicazioni per le cascate (si deve percorrere via Pianella). Per alcune centinaia di metri si segue la strada asfaltata fino al vero e proprio ingresso del parco (con sbarra e cartello didattico). In pochi minuti si arriva all’area attrezzata su strada sterrata. Dopo Laveno e poco distante dal lago Maggiore, si estende una valle incontaminata con un bosco fitto che protegge le famose Cascate di Cittiglio, un’oasi dalla bellezza selvaggia da assaporare di passo in passo. La difficoltà nel raggiungere le tre 18

cascate dipende dalla folta vegetazione con pini e castagni che nascondono queste acque, oggi tra le più limpide del territorio. Le cascate nascono dal torrente San Giulio e sono unite tra loro mediante dei percorsi molto suggestivi da fare con estrema cautela e con l’abbigliamento adatto. Se la prima cascata, infatti, si può raggiungere mediante un agile sentiero, ideale da percorrere anche per i più piccoli, per le altre due cascate il sentiero lascia spazio ai boschi con un percorso più ripido fra gli alberi. Un’area pic nic, allestita nei pressi della prima cascata, è perfetta per permettere un po’ di riposo e di ristoro dopo l’escursione ed è il punto di partenza per coloro che, appassionati di natura ed abili escursionisti, vogliono addentrarsi nel fitto bosco. Su queste terre e su queste tre cascate esiste anche una leggenda, un racconto che da tempo immemore si tramanda di padre in figlio. Questo territorio, infatti, era ambito dalle legioni romane che volevano impossessarsene per poter attaccare il nemico sul fronte straniero. Le popolazioni del luogo, però, per difenderlo, cercarono di deviare il corso del torrente così da rendere il


ITINERARI territorio troppo pericoloso. Un condottiero, Guidon, chiese aiuto al resto del villaggio per creare una diga in legno che fu realizzata in pochissimo tempo. All’arrivo dei romani, poi, la diga doveva essere aperta ma un giovane di nome Cardan, accompagnato dal suo cane, cadde e si ruppe una gamba. Il fedele amico a 4 zampe, intuendo il grande pericolo, abbaiò così da permettere alla popolazione di aprire la diga e salvare il territorio. Tra leggenda e realtà, le tre cascate di Cittiglio sono un perfetto connubio tra lavoro dell’uomo e bellezza naturale e rappresentano un’attrattiva unica nel territorio dei laghi, tanto da essere considerati uno degli spettacoli naturali più belli da vedere nella regione. Le cascate di Cittiglio sono tre: il sentiero per raggiungere la prima è stato recentemente messo in sicurezza ed è percorribile da tutti, quello per le altre due è consigliato ad escursionisti con espe-

rienza. Il tratto per la seconda non è segnalato ma abbastanza evidente; Il sentiero per la terza oltre ad essere non segnalato e meno evidente è più difficoltoso a causa di numerose piante cadute.

Aggiornamento cascate di Cittiglio inverno/primavera 2020: Sono stati avviati i lavori per la sistemazione e messa in sicurezza dei percorsi per raggiungere le prime due cascate. Si prevede la riapertura nel periodo estivo in attesa dei finanziamenti per il recupero del terzo tratto, il più mal messo che porta all’ultima cascata. Per questo motivo il percorso è chiuso al pubblico.

SABBIATURE DI STABILI, LEGNO E MATTONI MACCHINARI INDUSTRIALI E AGRICOLI VERNICIATURE INDUSTRIALI - VESPE PRIMA

DOPO

PRIMA

DOPO

SABBIAT

PRIMA

URE VES

PE

Via Cav.Bordogna, CALVISANO (BS) Tel. e Fax 030.99.68.233 - Cell.333.69.91.096 19


PENSIERI E PAROLE

NUVOLA Avevo compiuto 9 anni da pochi giorni, quando una mattina di settembre si presentò in cascina nostro cugino Erminio, di professione pastore, teneva in braccio una minuscola bellissima pecorella, ci disse che era finita sotto un’auto, infatti una zampetta anteriore era steccata. Erminio aveva usato un paio di asticelle delle cassette della frutta sapientemente strette attorno alla zampetta ferita con del nastro adesivo, lo scopo, perfettamente riuscito, era quello di tenere immobile l’arto fino a guarigione. Si rivolse direttamente a me dicendomi: “Giordano, questa pecorella ha 10 giorni d’età, così ferita non riesce a tenere il passo del gruppo, dovrei tenerla chiusa in stalla ed allattarla col biberon, ho più di 200 animali da portar fuori a pascolare e di cui occuparmi, per me è una perdita di tempo, e così mi sei venuto in mente te, se mi dici che ti occupi di lei, io te la regalo con il cuore”. Stavo per urlare un gigantesco siiiiii! Ma mio padre mi si mise davanti e con voce forte ed ammonitrice mi disse: “Pensaci molto bene prima di rispondere, un animale non è un giocattolo, gli devi dedicare tutto il tuo amore. Inoltre, ricordati una cosa importantissima: quando questa pecora avrà raggiunto il massimo del suo sviluppo, la metteremo in freezer, pensi di essere in grado di sopportarlo?”. Le parole di mio padre frenarono il mio entusiasmo facendomi riflettere, ma la pecorella mi guardava con degli occhi talmente imploranti che io allungai le mani per poter stringermela al petto e gridai un deciso sì. Era bianca, soffice, morbida, stupenda, il nome venne spontaneo: Nuvola! In un angolo del portico gli costruii un recinto utilizzando delle piccole balle di paglia rettangolari che c’erano una volta, in seguito, andai in farmacia a prendere tutto l’occorrente per la poppata (biberon e tettarelle), poi feci scaldare del latte 20

(avendo un allevamento di vacche, quello non mi è mai mancato) ed iniziai a darle da mangiare; aveva un appetito eccezionale, in pochi minuti si trincò tutto il biberon. Poco più di un mese dopo, gli tolsi la steccatura, la zampetta era guarita perfettamente e Nuvola camminava benissimo; tutti i pomeriggi finiti i compiti andavamo a fare una scampagnata, quasi sempre assieme a Massimo, un bambino (mio amico), che abitava in una cascina poco più avanti la mia. L’affetto per quella splendida pecorella aumentava sempre di più, ogni volta che tornavo da scuola andavo a salutarla e lei mi rispondeva, si metteva con le zampe anteriori sulle balle di paglia e belava, sembrava dicesse: ”Andiamo a fare un giro?”. Ogni tema libero era sempre dedicato a Nuvola, tant’è che il maestro Paolo (insegnante molto rigido quanto bravo), mi disse: “Giordano, da quanto leggo, hai un amore nei confronti di questa pecorella a dir poco immenso, ma qual’è il destino di questo animale? Ti ha detto qualcosa tuo padre?”. “Si, Signor maestro, mi ha detto che quando sarà grassa al punto giusto finirà in freezer”. - “E’ questo il punto che volevo toccare, ti affezioni sempre di più ad un animale che ha il destino già segnato, come ci rimarrai quando Nuvola verrà macellata? E ti prego, non mi considerare cattivo per quanto ti ho detto”.


PENSIERI E PAROLE Avevo inteso benissimo quel che il maestro mi voleva spiegare, mia mamma mi ripeteva spesso che mi stavo affezionando in modo spropositato, che poi ci sarei rimasto male; ma come si fa a misurare l’amore? Esistono recinti che possono trattenere l’affetto? Si ama e basta, non si pensa al dopo. Io e Nuvola eravamo amici inseparabili, correvamo per i campi, gli parlavo dei miei problemi adolescenziali e lei mi ascoltava sempre con attenzione, a volte rispondeva belando, come a dire “ho capito”, cercava moltissimo le mie carezze, strofinando il muso contro le mie gambe, io e lei eravamo entrati in perfetta simbiosi. Nostro cugino Erminio prima dell’estate veniva a tosarla per evitare che morisse dal caldo, quando la vedeva diceva sempre che era una pecora stupenda, era cresciuta a dismisura. Effettivamente il mangime dei vitelli, l’ottimo fieno e l’erbetta che brucava quotidianamente avevano contribuito a farla sviluppare in modo straordinario. Passarono 3 anni da quando Nuvola entrò a far parte della mia vita, mio padre aveva rimandato molte volte il giorno della sua macellazione, sapeva che mi avrebbe dato un dolore immenso, una sera però mi prese in disparte e mi disse: ”Giordano, so bene l’affetto che provi per la tua pecorella, io sono stato molto chiaro fin dall’inizio: un giorno sarebbe finita in freezer e quel giorno è arrivato, domattina Nuvola verrà macellata, ti prego non me ne volere”. Quelle parole mi rimbombarono in testa tutta la notte, mia mamma al mattino seguente cercò di consolarmi in qualche modo ma niente di quanto mi diceva riusciva a darmi pace; prima che arrivasse il pulmino della scuola andai a salutare Nuvola, ma quando mi avvicinai al suo recinto, il cuore cominciò a battere come un tamburo, pensavo mi scoppiasse, non sono riuscito ad accarezzarla, mi sentivo un Giuda. Arrivato a scuola (frequentavo la seconda media), la straordinaria e stimatissima professoressa di lettere, Olga

Putzu, si accorse subito che avevo qualcosa che non quadrava, e mi chiese: ”Giordano, in quale pianeta sei? Sicuramente non qua con noi!”. Le spiegai ogni cosa e lei: “Perché sei venuto a scuola? Dovevi stare a casa a difendere a spada tratta la tua amica Nuvola, me ne hai parlato talmente tante volte nei tuoi temi che è diventata anche amica mia, non riesco a comprendere il tuo comportamento passivo!”. “Professoressa, mio padre è stato molto chiaro fin dall’inizio ed io ho accettato le sue condizioni”. - “Accordo o non accordo, se io fossi stata in te, non avrei permesso a nessuno di toccare una mia amica!”. Quelle parole mi sono sempre rimaste in testa, allora avevo dodici anni, non ho avuto la maturità e soprattutto il coraggio di oppormi ad una decisione di mio padre (che io ho sempre adorato). Quando tornai a casa, sotto il portico, appesa ad asciugare ad un fil di ferro, c’era la pelliccia di Nuvola (il dolore che ho provato in quel momento, non riesco nemmeno a spiegarlo), allungai una mano per accarezzare il suo morbido pelo, mio padre si avvicinò: “Ho detto al macellaio di conservare la pelliccia, così parte di lei rimane ancora con te, spero di aver fatto una cosa giusta”. - “Senti papà, forse la cosa più giusta, sarebbe stata quella di non macellarla, comunque, sappi che non ce l’ho con te, perché se la pelle di Nuvola adesso è li ad asciugare, la colpa è soprattutto mia, non ho difeso un essere a cui ero molto legato e che mi voleva bene”. Ho sempre tenuto la pelliccia della mia cara pecorella, nella mia camera da letto (fino a quando mi sono sposato), mi sdraiavo su di lei, sulla sua soffice lana, le parlavo, la tenevo aggiornata su quanto mi accadeva lungo il giorno, dividevo con lei i miei stati d’animo e se ero particolarmente triste, chiudevo gli occhi ed assieme correvamo ancora a perdifiato per i campi, lontano da tutti e da tutto. Giordano 21


RIDIAMOCI SOPRA Un vecchio prete di un paesino del veneto insegna alle sue parrocchiane a dire in confessione “Sono caduta” invece del più volgare “Ho tradito”. Col tempo le donne, un po’ bigotte, imparano a esprimersi in questo modo per cui quando vanno a confessarsi si esprimono così: “Padre, mi perdoni perché questa settimana sono caduta tre volte” (oppure due volte o una volta, ecc). Per anni le cose filano lisce finché un giorno il vecchio prete muore e viene sostituito da un giovane pretino che non sa dell’usanza del paese. Rimane quindi colpito dal fatto che molte parrocchiane si presentano per la confessione dicendo: “Sono caduta due volte” (o tre volte, ecc), però attribuisce il fatto alla cattiva condizione delle strade del paesino. Passano le settimane, ma le confessioni sono sempre le stesse. Un giorno il pretino decide di andare a protestare dal sindaco: “Signor Sindaco, da quando sono giunto in questo paese non vedo altro che parrocchiani che si lamentano di essere caduti, chi una volta, chi due, chi tre e chi più volte. È ora di porvi rimedio!”. Il Sindaco capisce subito l’equivoco in cui è caduto il prete e quindi lo tranquillizza subito: “Ma no, signor parroco, non si preoccupi!”. E il prete: “Ma non è vero che non ci sia da preoccuparsi! Anche sua moglie questa settimana è caduta due volte!”. Dice la maestra ai bambini: “Chi saprebbe mettermi un buco dentro un altro buco?”. Allora Anna alza la mano: “Maestra, io so come si fa”. “Allora dimmi”. Anna unisce i due indici e i due pollici della mano creando un anello che va a porre intorno alla bocca. “Ecco, maestra, un buco in un altro buco”. “Brava Anna. Chi sa come si può mettere tre buchi in un buco?”. Anna alza la mano di nuovo: “Maestra, io so come si fa”. “Allora dicci”. Fa di nuovo la stessa mossa solo che questa volta il buco circonda non solo la bocca 22

ma anche le narici. “Bravissima, Anna. Adesso chi sa mettere cinque buchi in un buco?”. Anna alza la mano e la maestra le dà ancora una volta la parola. Allora ripete la stessa mossa e questa volta il buco circonda la bocca, le narici e gli occhi. “Bravissima, Anna”. A questo punto Paolo scocciato alza la mano e dice: “Maestra, come possiamo mettere nove buchi in un buco?”. Nessuno sa rispondere, nemmeno Anna. E la maestra: “Non lo so, Paolo, diccelo tu”. “Prendiamo un flauto e lo infiliamo nel sedere di Anna”. Inserzione su un giornale locale americano: “Vendesi cane: mangia di tutto e ha un debole per i bambini”.


In collaborazione con

"L'Eden di Anna" Tel. 338 175 9329


OROSCOPO / MARZO 2022

24

ARIETE (21/03 - 20/04) Se fino ad oggi siete stati pigri chiedetevi se non è il caso di darvi da fare di più e meglio. Molte occasioni per gestire una situazione difficile che vi vede protagonisti. Non strafate e cercate di concentrarvi di più sui vostri obiettivi.

TORO (21/04-20/05) Telefonate o messaggi in arrivo , anche di importanza decisiva o, in ogni caso, di vostro interesse : qualcuno potrebbe essere particolarmente piacevole per voi. incontri piacevoli e ricchi di sorprese...in tutti i sensi possibili e immaginabili.

GEMELLI (21/05-21/06) Ritorni d’amore possibili: non tutti però saranno positivi. Molto dipende dal vostro stato d’animo che non è tra i migliori. Inutile piangere sul latte versato: piuttosto cercate di recuperare almeno qualcuna delle situazioni che vi sono sfuggite di mano.

CANCRO (22/06-22/07) Chi cerca un lavoro dovrà moltiplicare gli sforzi a partire: magari pensando di mettersi in proprio o in società. Nuove amicizie sui social network: non tutte saranno interessanti, intendiamoci, ma tra queste qualcuna si distinguerà particolarmente.

LEONE (23/07-23/08) Vi distraete troppo: siete sempre come tra le nuvole. Abbiate più raziocinio e soprattutto prestate più attenzione a ciò che vi circonda. Non ignorate dei buoni consigli che vi sono stati dati. Tenevi stretti la partner... nuvole all’orizzonte...

VERGINE (24/08-22/09) Fate in modo da trovare, nelle vostre riserve di energia, quelle giuste per emergere e finalmente appagare i vostri meriti. A causa di un incontro con una vecchia amica qualcosa potrà cambiare in te. Forti emozioni ma siate diffidenti.

BILANCIA (23/09-22/10) Un momento decisivo per l’amore : è il momento dei chiarimenti. Cercate tuttavia una buona intesa con la persona che vi è cara e risolvete i problemi anzichè trascinarli. Contrariati i rapporti con fratelli e amici.

SCORPIONE (23/10-22/11) Sarai attivo e serio, ma polemico. Cerca di essere paziente con gli amici e con i colleghi. Sorprese piacevoli. Brevi viaggi e contatti con parenti stretti favoriti. Questioni domestiche ti daranno del filo da torcere ma cercate di mantenere con tutti un ottimo rapporto.

SAGITTARIO (23/11-21/12) Se vi sentite poco in forma la colpa non è certo degli altri : correggete la vostra alimentazione in senso più sano e regolate meglio la vostra vita all’aperto. Adesso hai solo bisogno di serenità e non puoi permetterti di discutere con chi non vive la tua stessa situazione.

CAPRICORNO (22/12-20/01) Potreste ricevere un aiuto davvero importante: in ogni caso seguite il vostro cuore e non vi sbagliarete. Una telefonata o un messaggio importante stanno per arrivare. Ottima possibilità di prendere le decisioni giuste grazie anche a qualche consiglio. Ignorate chi cerca di mettervi in difficoltà.

ACQUARIO (21/01-19/02) Siate prudenti in amore: non lasciatevi prendere dall’ansia, collegate mente e cuore e agite di conseguenza. Cercate di distrarvi e di uscire: è l’occasione per guardare vetrine e passeggiare per la città. Fate spazio ai nuovi sentimenti. Capiterà anche di arrabbiarvi più del dovuto in alcune situazioni.

PESCI (20/02-20/03) Non fatevi scoprire gelosi: mostrate indifferenza se il vostro partner farà di tutto per farvi ingelosire. Non cascate nel suo gioco e fatevi sentire al momento giusto. Un tuo amico si rivelerà una persona fidata che desidera la tua felicità: tienitelo stretto, non capita spesso di avere persone che ti vogliono così bene.


SOLO LA DOMENICA Promozione valida fino ad esaurimento scorte.

1,50 AL KG

PANE FRESCO DI NOSTRA PRODUZIONE CON MATERIE PRIME

DI ALTISSIMA QUALITÀ, SENZA AGGIUNTA DI ADDITIVI

2,99

9,90

POLLO ALLO SPIEDO

FRITTO DI PESCE

CAD.

DI NOSTRA PRODUZIONE

Supermercati nelle province di VERONA, BRESCIA, MANTOVA, VICENZA, PADOVA, ROVIGO, CREMONA, REGGIO EMILIA, MODENA

AL KG

MISTO

DI NOSTRA PRODUZIONE


SEGNI NEL TEMPO

L’ECCIDIO (O MASSACRO) DI KINDU L’eccidio di Kindu (o massacro di Kindu) avvenne l’11 o il 12 novembre 1961 a Kindu, nell’attuale Repubblica Democratica del Congo (al tempo denominata Repubblica del Congo), dove furono trucidati tredici aviatori italiani, facenti parte del contingente dell’Operazione delle Nazioni Unite in Congo inviato a ristabilire l’ordine nello Stato africano durante la crisi del Congo. I tredici militari italiani formavano gli equipaggi dei due C-119 Lyra 5 e Lupo 33, bimotori da trasporto della 46ª Aerobrigata di stanza a Pisa. Il contesto storico Il Belgio, al momento dell’indipendenza, lasciò il Congo in un completo caos politico e amministrativo. Duraturi odi tribali venivano fomentati da vari attori internazionali, che miravano a controllare le vaste risorse agrarie e minerarie del paese, favorendo la secessione del Katanga, la più ricca provincia del paese, centro d’importanti attività minerarie. Le fazioni in lotta erano tre: quella del presidente Joseph Kasa-Vubu, con le truppe comandate dal generale Mobutu che controllavano le regioni occidentali; quella lumumbista di Antoine Gizenga, con le truppe del generale Lundula sostenute dai sovietici che controllavano le province orientali, e quella katanghese di Moise Ciombe, con i gendarmi sostenuti da mercenari bianchi, soprattutto belgi. La guerra era improvvisamente scoppiata nel luglio 1960, il mese dopo la proclamazione dell’indipendenza, con la secessione del Katanga, seguita dall’uccisione di Patrice Lumumba, l’ex primo ministro che aveva tentato di liberare il paese dalle ingerenze esterne. Mandante dell’omicidio era Moise Ciombe, leader della provincia del Katanga, appoggiato dal presidente della repubblica Joseph Kasa-Vubu e dal capo delle forze armate Joseph-Désiré Mobutu, il quale avrebbe in seguito retto le sorti del paese come dittatore per circa quarant’anni. Una guerra civile tra tre fazioni che provocò dall’a26

gosto 1960 l’intervento dei caschi blu della missione ONUC. L’arrivo a Kindu I due equipaggi italiani operavano da oltre un anno nel Congo, e il 23 novembre 1961 sarebbero dovuti rientrare in Italia. La mattina di sabato 11 novembre 1961 i due aerei decollarono dalla capitale Leopoldville per portare rifornimento alla piccola guarnigione malese dell’ONU, che controllava l’aeroporto poco lontano da Kindu, ai margini della foresta equatoriale. La zona era sconvolta da mesi dal passaggio delle truppe della Repubblica libera del Congo provenienti da Stanleyville e dirette nel Katanga, milizie i cui componenti erano spesso ubriachi, indisciplinati e dediti alle ruberie ai danni della popolazione locale; il 25 settembre precedente era morto Raffaele Soru, un volontario della Corpo militare della Croce Rossa Italiana, rimasto ferito a morte proprio a Kindu nel corso di scontri tra ribelli e soldati. Gli aerei italiani si dovevano fermare a Kindu solo per il tempo di scaricare e, per gli equipaggi, di mangiare qualcosa. I due C-119 comparvero nel cielo della cittadina poco dopo le 14:00, e dopo aver fatto alcuni giri sopra l’abitato atterrarono all’aeroporto controllato dai malesi. Da vari giorni in città vi era un’agitazione maggiore del solito: fra i duemila soldati del regime di Stanleyville di stanza a Kindu si era sparsa la voce che fosse imminente un lancio di paracadutisti mercenari


SEGNI NEL TEMPO al soldo del regime di Ciombe, e da tempo le truppe di Gizenga che operavano nel nord del Katanga, 500 chilometri più a sud di Kindu, erano sottoposte a bombardamenti dagli aerei katanghesi. L’eccidio La vista dei due aerei italiani, scambiati per velivoli katanghesi carichi di paracadutisti, scatenò la reazione incontrollata dei soldati di stanza a Kindu: diverse centinaia di congolesi si recarono in camion all’aeroporto dove in quel momento i tredici uomini degli equipaggi italiani, comandati dal maggiore Parmeggiani, si trovavano alla mensa dell’ONU, una villetta distante un chilometro dalla pista, insieme a una decina di ufficiali del presidio malese. Intorno alle 16:15 i congolesi fecero irruzione nell’edificio, dove italiani e malesi, quasi tutti disarmati, si erano barricati: circa 80 soldati congolesi sopraffecero rapidamente gli occupanti della palazzina e li malmenarono duramente, accanendosi in particolare contro gli italiani scambiati per mercenari belgi al soldo dei katanghesi; il tenente medico Francesco Paolo Remotti tentò di fuggire lanciandosi da una finestra aperta, ma fu rapidamente raggiunto dai congolesi e subito ucciso. Intorno alle 16:30 arrivarono altri 300 miliziani congolesi guidati dal comandante del presidio di Kindu, un certo colonnello Pakassa: il comandante malese, maggiore Maud, tentò inutilmente di convincerlo che gli aviatori erano italiani dell’ONU e alle 16:50 i dodici ita-

liani, costretti a trasportare con loro il corpo di Remotti, furono caricati a forza sui camion e portati in città, per poi essere rinchiusi nella piccola prigione locale. Mentre il maggiore Maud e il suo vice discutevano se fosse meglio trattare il rilascio pacifico degli italiani o tentare un’azione di forza per liberarli, quella notte giunsero all’aeroporto di Kindu da Leopoldville il generale Lundula e alcuni funzionari dell’ONUC: il gruppo cercò di contattare il comando del presidio per avviare un canale di trattative, ma il tentativo fallì e il generale ebbe l’impressione che gli ufficiali congolesi avessero ormai perso del tutto il controllo sui loro uomini. Quella notte, soldati congolesi fecero irruzione nella cella dove erano detenuti i dodici aviatori italiani e li uccisero tutti a colpi di mitra; abbandonati i corpi sul posto, questi furono spostati poche ore dopo dal custode del carcere che, temendone lo scempio, li trasportò con un camion nella foresta fuori città e li seppellì in una fossa comune. I miliziani congolesi accusarono gli italiani di fornire le armi ai secessionisti, e diffusero la notizia secondo la quale questi fossero in volo verso il Katanga e fossero stati ingannati e convinti ad atterrare a Kindu dai responsabili della torre di controllo; l’inviato speciale Alberto Ronchey per “La Stampa” pochi giorni dopo constatò lo stato di non funzionamento della torre di controllo a partire da vari mesi precedenti l’uccisione. Il ritrovamento dei cadaveri Per giorni non si seppe nulla della sorte degli aviatori, e lo stesso comando delle truppe ONU temporeggiò per evitare di scatenare una rappresaglia contro gli italiani, senza sapere che questi erano già stati uccisi. Solo alcune settimane dopo l’eccidio il 27


SEGNI NEL TEMPO con eterna voce, al mondo intero ammoniscono. Fraternità.”

custode del carcere si mise in contatto con i fratelli Arcidiacono, due italiani residenti da tempo a Kindu: questi riuscirono a ricostruire le circostanze dell’eccidio e a contattare le autorità ONU per predisporre il recupero delle salme. Nel febbraio del 1962 quindi un convoglio della Croce Rossa austriaca, scortato da un contingente di caschi blu etiopi e accompagnato da due ufficiali della 46ª Aerobrigata (il tenente colonnello Picone e il maggiore Poggi), rinvenne la fossa comune dove erano stati seppelliti gli italiani nel cimitero di Tokolote, un piccolo villaggio sulle rive del Lualaba ai margini della foresta: i corpi, protetti da una grossa crosta di argilla, erano ancora in buono stato di conservazione e furono facilmente identificati. Trasportati all’aeroporto di Kindu, furono imbarcati su un C-119 italiano e inviati a Leopoldville, da dove rientrarono in Italia a bordo di un C-130 statunitense. Nel gennaio 1962 truppe dell’esercito nazionale congolese di Leopoldville iniziarono un’offensiva contro le posizioni tenute dal governo di Stanleyville, indebolito dal confronto con il Katanga: il 14 gennaio i governativi presero la stessa capitale e fecero prigioniero il primo ministro Gizenga. Sulle porte del sacrario di Pisa è riportata la seguente epigrafe: “Fraternità ha nome questo Tempio che gli italiani hanno edificato alla memoria dei tredici aviatori caduti in una missione di pace, nell’eccidio di Kindu, Congo 1961. Qui per sempre tornati dinnanzi al chiaro cielo d’Italia, 28

Dopo l’eccidio i piloti e gli assistenti di volo uomini dell’Alitalia richiesero che la loro divisa fosse dotata della cravatta nera in luogo della precedente blu, in segno di lutto per i 13 aviatori uccisi. Tuttavia nel giugno del 2015 la dirigenza Alitalia, in un quadro di rinnovamento d’immagine dell’azienda, ha deciso di sostituire la cravatta degli assistenti di volo con una più vivace fantasia regimental, mentre i piloti continuano a indossare la classica cravatta nera d’ordinanza Fonte: Wikipedia

Dedica a...

GRAZIE DI CUORE MONICA

Carissima Monica Vitti, Quanto sono fortunati gli Angeli Che ti hanno accolta lassù, la tua intelligenza, l’inimitabile sottile ironia, avranno portato in quel mondo Celeste, una ventata di allegria. A nome di noi tutti (soprattutto da parte delle donne), Grazie infinite per i tuoi insegnamenti. CIAO Giordano


FASHION AND STYLE BY ROMINA SIRANI

ED È POESIA

Come sempre in forte tendenza per questo inverno 2022 sono gli Siamo ombre di noi stessi. stivali che si dividono tra Tutti in fila come pupazzi. chi ama la femminilità e Nella menzogna di tutti i giorni, chi la comodità. a soffocar nell’incertezze, obbligati ad obbligare. Ritroviamo dalla scorsa Ad odiare ogni ragione. stagione lo stivale alto Tutti schiavi del regime, e percossi dall’uniforme. alla coscia, ossia i flat e E l’infame dietro l‘angolo a coprire ogni commedia. quelli in stile cavallerizza. Tutti a casa, tutti chiusi, a guardar dalla finestra. Vengono proposti i moed il potere agli impostori, a distruggere ogni intento. delli sotto il ginocchio Adesso tocca ogni bambino, stringati, con fibbie gioiello oppure sportivi, con l’intruglio magico a odiare chi rifiuta. tacchi comodi, colorati oppure nel neutro ed eleMa un giorno arriverà tra la rabbia ed il rancore, gante color cammello. a masticare ogni mentire, a servire la verità I tacchi sono alti, oltre ai classici a spillo e a cono, ed alleviare ogni dolore. troviamo quelli grossi con il plateau o zeppa opFare sì che si respiri, tutti in piazza a festeggiare, pure scultorei; le punte sono squadrate, accenin galera ogni impostore. tuate o rotonde. Non mancano gli stivali al ginocLa menzogna è finita chiusa a chiave. chio con il tacco comodo e colorati. E la chiave è scomparsa nell’intento della giustizia. Il modello basso confortevole per camminare è BMG da ritenersi una tendenza senza tempo, arricchito da lacci laterali oppure nel colore bianco. Aderenti come un guanto oppure con gambale largo, il modello cuissard con il tacco alto oppure basso è molto trendy. Particolare anche la versione in pelle effetto used, ossia invecchiata, con suola alta e gambale arricciato. Romina Sirani

“LA VERITÀ”

“VILE TRADITORE”

La realtà si sprigiona davanti agli occhi dell’innocente, colma le lacune di colei che credeva nel vile traditore risvegliando l’inconscio alla cruda verità... Da quell’istante tutto crolla, la mente offuscata dai ricordi cela il dolore trasformandolo in rabbia... sublime è il pensiero di vendetta. Scalvini Roberta 29


ANIME NEL VENTO

LA STORIA DI SARA MARIUCCI Sara nasce a Perugia il 31 dicembre 2002. La sua breve storia s’incentra nell’estate 2006, fra luglio ed agosto, mentre la famiglia Mariucci si trovava in Calabria a Francavilla Marittima, ospitata a casa di Rosa Armentano, sorella della mamma e zia di Sara. Il presunto incontro con la Madonna è riconducibile verso la fine di luglio 2006; Sara raccontò in dettaglio di quell’incontro alla madre la sera del 4 agosto verso le ore 21, dicendole di esser stata in un posto lontano e meraviglioso, a bordo di una nuvoletta ed in compagnia con “Mamma Morena”. La mamma inizialmente non capì. “L’altra tua mamma? Com’è questa Mamma Morena”? “È buonissima”, disse sicura Sara. “Più buona di mamma Anna”? “Sì”. La mamma continuava a non comprendere. “Davvero, sei sicura”? “Sì”, annuì di nuovo la piccola. “E di che colore ha i capelli”? “Blu”. “E gli occhi”? “Castani come i miei”. Allora la mamma fece la domanda che tutte le mamme farebbero, salita dal cuore. “E tu lasceresti mamma Anna per andare con Mamma Morena”? “Sì”, rispose in maniera preoccupante la bimba, con un sorriso a illuminarle il viso. “Dormiamo ora… buonanotte”, racconta di averle sussurrato la donna che non aveva mai sentito parlare della Madonna Morena. La mattina seguente al mare, mentre Sara giocava sulla spiaggia, nominò nuovamente “Mamma Morena” verso sua madre. Subito dopo, mentre la famiglia stava ristorando presso il bar del lido, la bambina si allontanò verso le motociclettine per bambini poste su di una pedana metallica: improvvisamente si verificò un cortocircuito mentre Sara si trovava sulla piattaforma; inutili furono i tentativi di rianimare la bambina che morì per folgorazione. I funerali si svolsero il 7 agosto presso la chiesa di San Martino in Colle, dopodiché 30

la piccola bara bianca venne tumulata nel cimitero poco distante. Tempo dopo, venne realizzata una piccola cappella all’interno della chiesa di San Martino in Colle, dove venne inumata la piccola Sara. Il giorno seguente, l’8 agosto, papà Michele fece alcune ricerche su internet sul nome Morena, trovando in Bolivia presso Copacabana, un santuario dedicato alla Madonna Morena, che si festeggia esattamente il 5 agosto, giorno in cui la piccola perse tragicamente la vita. Diverse sono le persone che in questi ultimi anni hanno sostenuto, dopo essere state in pellegrinaggio sulla tomba di Sara ed a rendere omaggio alla statua che riproduce Madonna Morena, di aver ricevuto guarigioni miracolose. Tra queste, una donna che aveva un cancro al


ANIME NEL VENTO

midollo spinale e doveva operarsi e sottoporsi Sono rimasta molto impressionata dalla storia a un’intervento rischioso per la propria vita. di Sara Mariucci e mi sono permessa di dediSi recò a pregare sulla tomba della piccola carle un breve, modesto componimento. Sara, a San Martino in colle e il giorno seguenDolce sorriso te, dalla risonanza dell’ospedale, il tumore era e occhi colmi di sole completamente sparito, da solo. cascata di scintille Un altro fatto prodigioso accadde a un sacerluci di amore, dote proveniente dal Congo, ricoverato in condalla giostra in alto dizioni gravissime all’ospedale “Silvestrini” di sei volata Perugia. Il religioso tenne con sé un’immagine attratta dall’infinito della piccola Sara, mettendola sotto il cuscino. piccola, affabile bambina Da quel momento la sua condizione migliorò in adesso sei sfavillante stellina. maniera del tutto inattesa. Un anno dopo, accade un altro fatto strano: un fotoreporter mi“Girasoli” lanese chiede di poter fotografare la mamma Capelli dorati oscillano di Sara nella chiesa dei San Martino in Colle sotto le tenue dita del vento, dove si era svolto il funerale con il santino della e non raggiungono lido, figlia in mano. Resta incredulo quando vede la si perde nel firmamento foto: “Tutte le immagini erano in positivo, tranil loro movimento ondeggiante, ne Sara che era in negativo”. amo i girasoli è non perché guardano verso il sole, tanti bevono con sguardo luminosità NEW ENTRY POINT è rimangono nel buio, nel oscurità e loro stranamente riescono a rammentare per forma e colore il sole. Mare di luce spuntato da umili germogli, amo i girasoli MONTICHIARI (BS) - Via Brescia, 132 e le persone che assomigliano al sole. Tel. 030 96 25 63 Darina Naumova bricoinmontichiari@gmail.com 31




TERRITORIO

MEZZANE DI CALVISANO: QUANDO SI ORGANIZZAVANO LE FESTE DELL’AMICIZIA Continuando a vivere gli anniversari di manifestazioni e iniziative svoltesi a Mezzane in passato, si rincorrono. Con il passare del tempo si sbiadiscono e corrono il rischio di essere dimenticate, se non vissute e ricordate. Era il 1977 (quarantacinque anni fa) quando nei primi mesi, un gruppo di giovani pensò di organizzare una vera Festa del partito, così come avveniva in pochi altri paesi. Prima nella nostra Frazione, vi era stato qualche frammento di festa dell’Unità (organizzata dal P.C.I di Calvisano), una serata elettorale nella primavera del 1972. Viceversa le Feste della Comunità non erano mancate, già negli anni 50, collegate alle ricorrenze religiose, San Rocco con molta devozione e San Dionigi il Patrono. Erano presenti stand di tiri a segno, alcune bancarelle dolciumi-giocattoli, chi non ricorda Clara Lunati (Pia), Giostra Volante (cancincul), che aveva in Giuseppe Cavani (Gechi) un qualificato costruttore, che esportava in tutta Italia, il Circo Sterza. In quel 1977 fu anche la prima Festa nazionale dell’Amicizia, organizzata a Palmanova, dove eravamo presenti a salutare

Festa del 1982 34

Festa del 1978 Benigno Zaccagnini. Nella nostra piccola realtà, una ventina di giovanissimi dai 15 ai 20 anni si misero al lavoro, emozione e passione li accompagnò in quei giorni e per gli anni successivi. Non mancarono di aiutarci donne ed uomini, che da tempo erano iscritti o simpatizzanti della D.C. Allora vi erano solo democristiani, comunisti, qualche socialista e pochi che votavano MSI. Gli uomini qualche giorno prima della Festa, per un paio di giorni si impegnarono ad insaccare le tradizionali salamine, con l’uccisione di un grosso maiale. Nelle serate, sulle lunghe tavolate insieme ai panini con salamina, non mancava la pastasciutta e del buon vino, quelli di Montepulciano di Valentino Polito Signorini, il Clinto, Tocai, Matteus, qualche bottiglia di Berlucchi, fornitici da Formentini. Uno speciale “Orientamenti DC”, periodico che dal 1971 pubblicavamo ciclostilato presso la Segreteria Provinciale della D.C., verrà distribuito in tutte la case di Mezzane e molte copie nel territorio calvisanese. La distribuzione, svolta sempre dai giovani, consentiva anche di raccogliere la sottoscrizione con ricchi premi, e ripianare insieme al sostegno di alcune ditte, per le prime spese. Manifesti con il programma delle due giornate,


TERRITORIO vennero affissi nei paesi limitrofi, vie e luoghi in cui passammo con l’auto parlante strillando Festa dell’Amicizia… che bello quel rito, che veniva ripetuto nelle campagne elettorali, poi vietato da una democrazia regolamentata, quindi inscatolata. Si tenne nello storico Palazzo Averoldi, dei Pedrini. Gli anni successivi per quasi dieci anni tali Feste, occuparono quattro o cinque giorni e vennero allestite in Via Berardo Maggi (chiusa al traffico) e una parte di Via Orientamenti, Cooperativa ai primi passi nella costruzione di ventiquattro abitazioni. Luogo e spazio, che per anni vide anche il Partito Socialista organizzare la sua Festa dell”Avanti”, qualche giorno dopo di noi, continuando a coinvolgere tantissima gente. Tutto era pronto nel pomeriggio di sabato 30 luglio, quando un temporalone riempì di acqua tavole, sedie, zona giardino. Ci rimboccammo le maniche per rimettere a posto tutto. A sera il buon Dio ci ebbe ad aiutare, tanta gente partecipò e fu soddisfatta per le ore passate in serenità, allegria e con della buona musica. Per qualche notte, gli stand e la nostra abitazione divennero il luogo di riposo, delle poche ore di sonno dei giovani organizzatori. Quelle due giornate furono allietate dalle orchestre Peroni Folk e la Folcloristica Mondini,

Festa del 1980-1983

Festa del 1980-1983 che ci saranno anche negli anni successivi. Non mancò la corsa podistica, con 150 partecipanti arrivati da tutta la provincia e della vicina Mantova, dedicata all’amico Costante Dalla Bona, scomparso tragicamente il 31 agosto dell’anno prima. Importante fu la prima estemporanea di pittura “1° Premio Mezzane 77” con una giuria di alto livello, presidente onorario il Ministro dei Beni Culturali on. Mario Pedini, presidente il sindaco Battista Guerreschi, componenti il famoso pittore Luciano Cottini, Domenico Perini presidente della Biblioteca, Teresa Pezzaioli, Angiolino Vaccari e il giornalista e critico Attilio Mazza. Non mancarono gli amici politici fra gli stand, l’on. Mauro Savino, il capo gruppo alla Provincia, Gualtiero Mucchetti, che sarà poi presidente dell’ASL, il presidente del Comitato di Controllo Armando Pietta, per due tornate sindaco di Milzano, il delegato provinciale Eugenio Baresi che sarà sindaco a Ghedi, come lo era stato il padre Annibale, e più tardi onorevole. Fra le motivazione della Festa, oltre a quelle politiche: “La volontà di unire insieme, nella spensieratezza, nel divertimento ed anche nell’impegno, le varie componenti sociali dei nostri paesi che, 35


TERRITORIO per svariati motivi, non possono incontrarsi durate il corso dell’anno”. Messaggio che verrà riproposto ogni anno dal 1978 al 1985, il cui programma e il suo riassunto, anche sulla stampa provinciale, si può rileggere su: “Orientamenti D.C. Mezzanese”, tre volumi che riassumono dall’Agosto 1971 all’Ottobre 1998, gli avvenimenti di Mezzane e l’operato della Sezione Democristiana e dei suoi rappresentanti. Notiziario che dal luglio 1982 venne pubblicato come inserto del settimanale L’Eco della Bassa Bresciana, edito dall’amico Danilo Mor e dalla moglie Margherita. Restano nei ricordi le serate con le orchestre: Torregiani, Mirio Masina, I Magnifici con Patrizia, Gigi Corradi, Ruggero e Guido, I Duchi, I Musical con Carlo e Antonella. L’ultima sera normalmente era dedicata ai Giovani, dove anche i ragazzi più giovani si divertivano, con discoteca più vol-

te gestita da Alex di Radio Più. Interessante e coinvolgente la serata con l’elezione della Miss, scelta fra le presenti alla Festa. Non mancava la ricca tombola, che vedeva assegnare damigiane di vino, maialino, o la sottoscrizione con salotti, congelatori, per chi non ballava, mostre fotografiche, quiz a premi ed altri momenti allegri e spensierati. In quella del 1983 si scriveva: Consumati 540 litri di birra, 1.500 lattine bibite, 250 litri di tocai, 500 litri di altro vino, 60 kg di panini, 50 kg. di polenta. I partiti modificarono i loro nomi, il loro modo di rappresentare i cittadini, il loro modo organizzativo, i nostri rappresentanti al Parlamento non si vedono più. Delle Feste di Partito, non vi è più traccia, o raramente. In un momento, troppo lungo di pandemia, le memorie possono essere una medicina. Marino Marini

TERRITORIO

SOS CARENZA SANGUE Il Presidente Avis Provinciale Brescia, Gabriele Pagliarini, rinnova anche per l’inizio di quest’anno l’appello ai donatori, soprattutto di gruppo 0+ e 0-, a non mancare alle donazioni periodiche. Il lungo periodo d’emergenza sanitaria, e recentemente l’aumento di contagi, ha fatto diminuire in modo preoccupante le scorte di sangue, mettendo a serio rischio interventi chirurgici programmati o urgenti, la produzione di farmaci e terapie per malati con patologie ematologiche croniche. Purtroppo il protrarsi di questa emergenza non permette, fino a data da destinarsi, il ritorno delle donazioni nella sede Avis di Montichiari, ci si deve recare ancora nella sede di Brescia- San Zeno, prenotando allo 0303514411 oppure al 3662433660 la mattina dal lunedì al venerdì, 36

ma le donazioni si effettuano anche il sabato e la domenica. È bene ricordare che per i donatori non serve il green pass, ma si può donare già dopo 48 ore dal vaccino, se non si hanno sintomi. Solo in caso di positività si devono rispettare i giorni di quarantena, in base alla propria situazione vaccinale. Certi della sensibilità che contraddistingue gli avisini, sia di tutti coloro che già sono donatori effettivi, sia di giovani che decideranno di entrare a far parte della famiglia Avis, ci auguriamo di cuore che si possa tornare ad una situazione di normalità con le donazioni e di conseguenza con le scorte indispensabili per ogni necessità. Un piccolo gesto salva davvero vite umane! Ornella Olfi


BOX ZONA FILTRO, DOPPIA PORTA, VARIE MISURE E SOLUZIONI A SECONDA DELLE VOSTRE ESIGENZE.

LENO (Bs) - Via Calvisano, 11/a - Tel. 030 90 38 275

Magazzino: 338 99 67 794 Davide - Email: uni79@libero.it


PENSIERI E PAROLE

LA CONVIVENZA La convivenza è sempre difficile... qualunque sia il rapporto che lega due persone che condividono uno spazio comune: amore, amicizia, famiglia, studio... e non è difficile solo quando si ha contemporaneamente bisogno dell’unico bagno in casa. E’ da quando sono piccolo che mia madre mi ripete che avrò pace solo in un eremo... un po’ perché sembra sempre che vivo nel mio mondo interiore un po’ perché ha capito che per carattere non sono portato ad avere una vita di relazione semplice. Io ho un bisogno vitale e imprescindibile di vivere con i miei tempi ed i miei spazi. Era ciò che mi mancava (e di cui soffrivo veramente la mancanza) quando vivevo ancora con i miei. Da quando sono andato a vivere da solo ho trovato un equilibrio perfetto in questo senso... e non so se riuscirei ad accettare ora una persona in casa a tempo indeterminato (o 38

supposto tale). Forse dovrei, visto che la prima cosa che ha detto una mia collega quando è entrata in casa mia è stata: “certo che questa casa avrebbe proprio bisogno di una donna!”...ma forse si riferiva ad una domestica. Diciamo che finora quando mi si è prospettato una convivenza ho sempre reagito come il grande Albertone: “E che me metto un’estranea dentro casa?” Ma che fare quando si sente di aver trovato la persona giusta? Può vincere la paura di poter rovinare un rapporto, sulla gioia di svegliarsi e addormentarsi accanto alla persona che si ama? Sulla gioia che può dare averla sempre accanto, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà? Voi cosa ne pensate?!?!? Enrico


PENSIERI E PAROLE

LUI HA DECISO DI BERE ED IO ADESSO DEVO MORIRE

Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi son ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, così ho bevuto una sprite. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava, qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull’asfalto e sento un poliziotto che dice: “il ragazzo che ha provocato l’incidente era ubriaco”. Mamma, la sua voce sembra così lontana... Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: “questa ragazza non ce la farà”. Sono certa che il ragazzo alla guida dell’altra macchina non se lo immaginava neanche,

mentre andava a tutta velocità. Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire... Perché le persone fanno tutto questo mamma sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, di a papà di essere forte... Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare... Forse se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva... la mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura. Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata... Mi piacerebbe poterti abbracciare, mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene... Addio... Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all’incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva... scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. 39


RELAX

Sodoku

Quiz 1) In quale regione italiana si trova il Monferrato? 2) Quale città si chiamava anticamente Partenope? 3) In quale strumento d’orientamnto si trova l’ago magnetico? 4) Chi era il nonno di Cacasenno? 5) Come era chiamato nel calendario romano il primo giorno del mese? 6) ll bianco dell’uovo si chiama « torlo o « tuorlo? 7) Chi viene eletto nel Conclave? 8) Qual è il nome delle antichissime costruzioni che furono erette in Egitto come monumenti sepolcrali? Le Piramidi.

Il nostro giornale: una grande finestra per osservare e comprendere meglio il nostro tempo. Consultabile ovunque.

1) Piemonte. 2) Napoli. 3) La Bussola. 4) Bertoldo. 5) Calende 6) Si chiama Albume 7) Il Papa. 8) Le Piramidi.

RISPOSTE ESATTE DA 1 A 3 SCARSO DA 4 A 6 MEDIO 7 BUONO 8 OTTIMO

www.newentrymagazine.it

Info: Tel. 347 73 52 863 - Invia i tuoi scritti a: redazione@newentrymagazine.it 40



Miss New Entry 2022

LE PARTECIPANTI

Le fasi di votazione saranno quattro: si passerà da 26 candidate a 20. Nella seconda fase, ad abbandonare il concorso saranno le 8 che hanno ricevuto meno voti dopo di che, nella terza fase, verranno eliminate altre otto per giungere alla fase finale con quattro finaliste che si giocheranno il titolo con l’ultima votazione dove verrà decretata la Miss New Entry 2022. Per votare bisogna visitare il sito internet www.newentrymagazine.it, scorrere verso il basso e cliccare sulla sezione MISS NEW ENTRY 2022, scorrere le varie candidate e VOTARE la vostra

01

42

Ellen - 21 anni

02

Alina - 34 anni

03

Angela - 39 anni


preferita. Questa prima fase termina il 25 febbraio 2022. VOTA ADESSO! Il premio finale, oltre all’intervista corredata da fotografie pubblicata sulla nostra rivista e sito internet, un buono dal valore di 150€ per uno shooting fotografico professionale in studio nei vari generi fotografici, con vari set e cambi di outfit da concordare con il fotografo Piero Beghi. Una grande opportunità per avere un tuo portfolio di qualità e sentirti modella per un giorno. Inoltre alle tre finaliste verrà offerto dal Centro Estetico Le Rune di Ghedi tre buoni: 1^ classificata buono dal valore di € 100,00 - 2^ classificata buono da € 70,00 e 3^ classificata buono da € 50,00.

04

Angelica B. - 34 anni

05

Elena - 34 anni

06

Siria - 24 anni

PROMOZIONE MANICURE+PEDICURE SEMIPERMANENTE + SCRUB CORPO Info e prenotazioni 351 72 36 956 GHEDI (BS) - VIA G. DI VITTORIO,27

€ 90,00 - € 69,00 43


07

10

Sara - 28 anni

Alessandra - 26 anni

08

Romilda - 37 anni

09

Michela - 23 anni

11

Laura C. - 38 anni

12

Daiana - 39 anni

CALVISANO

MONTICHIARI

Aperto tutti i giorni 08:00 - 12:30 16:00 - 19:00 Lunedì pomeriggio e Domenica CHIUSO

Aperto Giovedì 08:00 - 12:30 15:30 - 19:00

CENTRO FIERA MONTICHIARI Venerdì 06:00 - 12:00

Passione per la Carne

CALVISANO (BS) - Via Marconi,28 - tel. 030 968484 MONTICHIARI (BS) - Via Tito Speri,1 - tel. 030 964521 enrirobys@gmail.com

Macellerie Riunite Scalmana macellerieriunitescalmana

44


13

Indja - 27 anni

14

Stefania - 35 anni

15

Benedetta - 22 anni

RIVENDITORE AUTORIZZATO BRACCIALI

FDB GIOIELLI

RIPARAZIONI ACCURATE - CREAZIONE GIOIELLI PERSONALIZZATI

PIAZZA XXV APRILE 15/A - GAMBARA (BS) Tel. 030 99 56 173 - seguici sui social 45


16

Valentina - 36 anni

17

Anna - 28 anni

18

Ilaria - 32 anni

BAR SUPR3M3 COLAZIONI CON BRIOCHES FRESCHE DI PASTICCERIA

APERITIVI

COCKTAIL

PANINI

PIADINE

BIRRE

CANNETO SULL’OGLIO (MN) Via Roma, 75

INSALATONE 46

PIATTI FREDDI

_barsupr3m3_


19

Natascia - 27 anni

20

Elisabetta - 40 anni

21

Rosa Stefania - 40 anni

NUOVE COLLEZIONI 2022

Via Deretti, 63 - CARPENEDOLO (BS) - Tel. 030 9698834 Via Roma,25 - REMEDELLO (BS) - Tel./Fax 030 957565 Ottica Oreficeria Baratta Claudio 47


22

Pamela - 22 anni

23

Martina - 40 anni

24

Francesca - 47 anni

VOTA ADESSO!

25

Anna M. - 26 anni

26

Raffaela - 34 anni

www.newentrymagazine.it

LAURA FERRARI 388 78 06 464 VIADANA DI CALVISANO (BS) - Via della Tesa,68 48



1^ parte di 2

RACCONTI

LA PISCINA Giorgia: “Ecco se proprio devo dirne una, direi che mi sento come uno che sta sul bordo di una piscina. Guarda l’acqua e pensa, ma chi me lo fa fare? Sono qui all’asciutto, posso sedermi al sole, bermi qualcosa di fresco. Non avrò né capelli bagnati e appiccicati, né costume incollato alla pelle”. Cammina sul bordo, sceglie un bel posto in cui stendersi e mentre lo fa si accorge che in realtà avrebbe anche un forte desiderio di buttarsi, di sentire il gustoso refrigerio dell’acqua sulla pelle. Ma non lo fa. Per risparmiarsi, per pigrizia, perché ha paura che sarebbe troppo felice e non avrebbe più la forza di rinunciare a quel benessere. E non si può. Tutte le cose finiscono: le torte, i soldi, gli amori. E forse è giusto così, forse sta nella natura stessa, nel bisogno di modificarsi, di crescere, di divorare, di consumare. Nell’eterna ricerca di cose irraggiungibili, di sogni, che più sono improbabili e più ci intrigano, più stimolano il nostro bisogno di metterci alla prova e di soffrire sempre, un po’. Si dice che è bello litigare se poi si fa pace, e che può piovere a dirotto se poi è possibile godere della meraviglia di un arcobaleno. Però ora non mi butto. Non mi va, eppoi mi dovrei depilare le gambe e l’inguine. Non mi va e poi ho un po’ di cellulite in più e di pancetta che non mi va di mostrare. Non mi va e poi bevo e mi esce l’acqua dal naso che non è una cosa bella a vedersi. Non mi butto. Per ora no. Sei lì, sul bordo anche tu, mi guardi con la coda dell’occhio e ridi, ma senza farti accorgere. Non mi conosci, ma ogni tanto mi incontri, mi spii mentre leggo uno dei miei romanzi, stesa al sole. So che sai a che sto pensando, lo so perché ti ho notato, so che ami saggiare la temperatura dell’acqua con la punta delle dita. Ma nemmeno tu ti butti mai. Hai delle bellissime mani. Grandi. E uno sguardo tranquillo, di chi ha già una sua 50

vita, le sue piccole quotidiane felicità, lo sguardo di chi rinuncia a buttarsi, per rispetto. Paolo: Troppo. Troppa moglie, troppi figli, troppa scuola, troppa piscina, troppa chitarra, troppe riunioni, troppo lavoro. Troppo. E tutto questo troppo solo per il ruolo che mi sono scelto, o meglio, che ho accettato. Lenire, sopire, avvolgere, attutire, sollevare, ponendo tutto sulle mie spalle, lasciando agli altri il solo compito di vivere la vita di tutti i giorni. Ho seguito la mia strada, la nostra strada, cercando di togliere i sassi, evitando le buche, spostando i rami e tutto ciò che ostacola. E questo troppo si è depositato ogni giorno. Prima alle caviglie, poi alle ginocchia, il bacino, il torace, il collo. Quando ha raggiunto la bocca, una mattina, mi sono alzato e mi sono detto: “Devo andare ad un seminario”. Non importa quale, non importa dove: andare e basta. Prendere la macchina, avviare il motore e lasciarla andare senza guardare cartelli e indicazioni, seguendo solo l’odore che ho sempre nella mia testa: odore di mare. E’ stato come togliere il tappo della vasca, il troppo ha cominciato a defluire; e più chilometri faccio e più il livello scende. Quando l’odore del mare è arrivato dalla testa alle narici, del troppo non c’è più traccia ed io ho capito di essere arrivato. Ora sono qui, è passato qualche giorno, mi sono lasciato avvolgere piano piano da una densa sostanza dolce quasi noia, quella noia che ristora, che ricarica. Noia fatta di lente passeggiate, di letture spezzettate tra un occhiata e l’altra verso questo universo che mi circonda. Mi sento vacante. E’ bella questa parola: vacante.Indica un tempo imprecisato tra un evento e un altro. Dunque mi sento vacante, nel senso che vivo (vivo?) in un periodo imprecisato tra il


RACCONTI troppo e… quello che ci sarà dopo non lo so; voglio solo che questa vacanza, intesa come cessazione temporanea di attività, non sia troppo temporanea. Questa piscina ora è il mio universo. Alcune specie di vita vi si affollano attorno, nemmeno troppo intensamente, è il periodo dell’anno nel quale alcuni sono già tornati ed altri non ancora partiti: il migliore. Mi diverto a guardare le femmine della specie umana, preponderanti come in qualunque altra specie, convivere tra di loro in un continuo incessante chiacchiericcio. E’ fin troppo evidente qual è l’argomento di conversazione, tra un costumino e un pannolino da cambiare. I maschi. Devo dire che ce ne sono degli esemplari niente male, lo penso con un briciolo di invidia, mentre maledico tutti i propositi di dieta dimenticati. Tutte mi ignorano, non sono esemplare da riproduzione, semmai sono il vecchio maschio che, accantonate tutte le velleità di dominio, vive solitario ai margini del branco. Però devo avere ancora una certa attrattiva, un certo fascino, qualcosa di misterioso che invita all’approfondimento. Perché ho notato che una femmina ancora in età riproduttiva, mi ha guardato più volte senza il minimo imbarazzo, quasi con sfida. La guardo anch’io, non direttamente, di sottecchi, sorrido. Mi attrae, non espone troppo il suo corpo, lo lascia intuire; legge, legge continuamente, ogni tanto abbassa il libro si guarda attorno, lentamente e lascia cadere il suo sguardo su di me. Non la vedo, la sento. Ed ogni volta che la sento, sento anche il sole un po’ più caldo. Non lo capisco nemmeno ora. Giorgia: Anche oggi fa caldo, l’acqua è ancora lì, invitante come al solito. Ho fatto un sogno, stanotte. Un uomo davanti allo specchio, nudo. Era lì e si guardava il corpo con occhio critico. Non so dire se era bello, o proporzionato, o alto, perché lo specchio non rifletteva la sua immagine, ma scene di vita: lui

giovane coi libri sottobraccio, lui abbracciato ad una donna, lui per mano ad un bambino. Il suo sguardo era vagamente triste, senz’altro malinconico, come se avesse l’impressione che, nonostante tutto, qualcosa fosse rimasto incompiuto, come se le armoniose imperfezioni del suo corpo non raccontassero tutto di lui, ma solo una parte, un pezzo della sua esistenza. Nel sogno non riuscivo ad individuare i lineamenti dell’uomo, ma la sensazione che mi trasmetteva, era serena, quasi di speranza. Mi sono sempre chiesta se quelli che si pongono dei traguardi di vita, che hanno dei valori ben definiti, si sentano arrivati, prima o poi. Se sopportano ogni prova, con tutta la determinazione e la volontà di cui sono capaci, o se ogni tanto si sentono persi, per un qualunque motivo. Mi sono sempre chiesta se il segreto sta nel darsi delle regole, nell’avere un fine ultimo, nel sentirsi sempre utili agli altri e mai inadeguati. A me capita, di avvertire una sottile sensazione di disagio, di vedermi sbagliata, incanalata in ruoli che non mi appartengono. Non sono abituata a chiedere aiuto, ad appoggiarmi, convinta come sono che nessuno saprà scontrarsi e sbagliare meglio di me. Ecco, lo sapevo, sempre sogni che fanno riflettere, io. Mai una di quelle cose, che ti svegli sudata e con una bella sensazione di appagamento, mai. Ancora lui, ancora con quello sguardo di sbieco. Mi fa quasi rabbia, con quella calma negli occhi. Si, certo, ha il portamento di chi sa quel che vale, di uno che di sicuro passa metà della vita in giacca e cravatta e metà ad affascinare le amiche della moglie. Però è solo, e per qualche sconosciuto motivo è arrivato anche lui ai bordi di una tentazione. Paolo: questa mattina mi sono svegliato in un modo che non mi succedeva da una sequela di anni: sono riemerso dal sonno lentamente, rimettendo insieme i pezzi del mio puzzle, solo 51


RACCONTI quando ho sistemato gli occhi ho cominciato ad intravedere la luce, mi sono stiracchiato pezzo per pezzo e mi sono riappropriato di questo mio mondo attuale. Alzarsi è stato piacevole, ho camminato scalzo e nudo, così come ho dormito. Sono scivolato verso il bagno, ma di fronte al grazioso armadio chiaro, ho visto nello specchio un uomo nudo. Era da tempo che non mi vedevo così, senza nessun indumento che possa mascherare quello che sono veramente; niente cravatta, niente camicia, niente biancheria intima, quella moderna in microfibra, niente di niente. Io e me stesso. Quando si è nudi lo sguardo non viene distolto e si è costretti a guardarsi negli occhi, ed io mi vedo come una porta ed i miei occhi sono il buco della serratura attraverso cui scoprire ciò che tengo segreto perfino a me stesso. Dietro di me si nascondono tutti i miei anni passati, io mi sposto ed anche loro si spostano per non farsi scorgere, vogliono che io mi guardi come sono oggi, adesso. Chissà cosa direbbero le amiche di mia moglie se mi vedessero adesso? Io appaio come una persona amabile, elegante, affascinante, intelligente, spiritosa ed anche galante: schiavo di un ruolo che, come le spire di un serpente, negli anni mi ha avvolto e stretto senza quasi che me ne accorgessi. Ma dentro quegli occhi c’è ancora il ragazzo che correva sulle scale di Giurisprudenza con la spranga in pugno? Quello che nelle assemblee infiammava le masse? Quello che scriveva poesie, cantava, sperava di cambiare le cose? Oggi mi sento come una strada dritta e liscia che non sa più dove deve arrivare. Ho la strana sensazione che il significato di tutto quello che è stata la mia vita fino ad oggi mi stia sfuggendo, è come se di colpo tutto quello che ho scritto fosse scritto in un’altra lingua. Non riesco più a leggerlo, non lo capisco. I miei punti fermi, i miei principi, le mie mete 52

1^ parte di 2 erano tutte qui, eppure ora non le trovo; mi guardo attorno incredulo e mi sento straniero nella mia vita. Forse questo mi ha portato qui, la ricerca di qualcuno che mi aiuti a rileggere me stesso. Scenderò giù in piscina. Ormai è una specie di sfida. La sfida è vedere chi farà il primo passo. Lei è lì, mi aspetta? Chissà. Però mi piace pensarlo. Tutto attorno le persone diventano come sagome di cartone, immobili e silenziose. Il campo di gioco – la piscina – è pronto; ci stiamo scaldando ai bordi per iniziare la gara. Ognuno di noi due lo sa. Mi chiedo se dopo tanto tempo sarò ancora in grado di giocare a questo gioco, così affascinante ma anche così pericoloso. Il gioco si fa duro, dunque. E come dice Belushy: Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in gioco. Mi tuffo. Giorgia: ho uno strano modo di reagire alle cose. é come se fossi un muro: gli avvenimenti, come vasi di terracotta mi si infrangono contro, rompendosi in mille pezzi, senza riuscire mai ad oltrepassare la linea di confine, ad essere assorbiti, sviscerati e digeriti da me. Quello che sento rimane mio, solo mio, osservato e analizzato solo dal mio personale punto di vista. Trasformato in una caotica miriade di pensieri circolari che mi tormentano per un certo tempo. Eppoi spariscono, cancellati da un rifiuto ostinato di un qualsiasi tipo di nostalgia e rimpianto. O, più semplicemente, da un naturale spirito di sopravvivenza. Credo esista una zona, nella mia mente, in cui questo vissuto si annida. Una stanza segreta e protetta da una pesante porta: ci sono episodi che ricordo a malapena; pianti che ho negato; sapori che ho annullato, senza rendermene perfettamente conto. Però non m’inganno: gli effluvi e gli afrori che da quel luogo provengono si diffondono in ogni mia azione, nel mio modo denso e profondo di sentire. Come mai non riesco mai a staccare la spina? Vuotare la mente,


RACCONTI sdraiarsi a guardare il cielo e vedere solo azzurro, nient’altro che una enorme, infinita distesa di azzurro. Ci deve essere un modo… magari mi compro uno di quei libri sulla meditazione, o di quelli in cui ti insegnano a guardarti allo specchio e a vederti bella e intelligente, sempre. Non so perché lo specchio fa parte dei miei pensieri da un po’, prima con quell’uomo nudo, ora così. Che sia un segno? Il tipo presunto manager-narciso, oggi ha un costume nuovo. Cammina come se fosse protagonista di una sfilata di moda, o come uno che si piace davvero. Mi passa vicino e questa volta mi guarda negli occhi e accenna un sorriso. Non ti avvicinare, sembro dirgli abbassando lo sguardo. Capisce e si allontana. Poi fa una cosa del tutto inaspettata: si tuffa. Paolo: Sono sdraiato sul letto. Ho pensato di passare in questa stanza il resto della mia vita, in assenza di tutto ciò che possa turbare questo coma vigile che mi sono concesso. Stando sdraiato guardo il soffitto bianco e mi concentro su quel bianco aspettando che vi compaiano alcune risposte ad altrettante domande. Ho vissuto i primi cinquantanni della mia vita, come voglio vivere i secondi? Credo che il nodo che mi lega l’anima sia in questa semplice domanda. Sento una sottile inquietudine, un senso di mancanza, la sensazione che si ha quando si dimentica qualcosa e non ci si è ancora accorti di averla dimenticata. Nella soddisfazione di una vita felice, serena, appagante negli affetti e nel lavoro si è infiltrato lentamente il liquido nero del dubbio. Tanto più grande quanto è chiara la consapevolezza che gradualmente ma inesorabilmente il sacchetto delle caramelle sta per finire. All’inizio, tanti tanti anni fa, era un sacchetto pieno di prelibatezze morbide e dolci; allora non mi preoccupavo di sapere quante ne rimanessero ogni volta che ne assaggiavo una, oggi le conto

con gli occhi e le vedo diminuire. E’ questo il peso che mi impedisce di alzarmi da questo letto: e se tutto quello che ho fatto fino ad oggi non fosse quello che desideravo fare? Ed ora come posso cambiare nella mia vita? Queste leggere ma solide catene si possono spezzare? Ci sono altri punti di vista o devo rinunciare per sempre a guardare le cose dall’altra parte? Credo che, nel dubbio, mi comprerò un costume nuovo. Un costume a pantaloncino, l’ho già visto e mi piace, è azzurro credo (ah il mio daltonismo!) con due bande laterali bianche; certo per un romanista un costume biancazzurro non sarebbe indicato, ma se uno vuol cambiare conviene iniziare dalle cose meno impegnative. Ci faccio un giro attorno alla piscina come se il costume fosse l’auto nuova. Partiamo dal concetto che le donne sono tutte fondamentalmente abbordabili. Lo dico con affetto e ammirazione, con tenerezza ed anche con un pizzico di invidia. Se fossi donna sarei decisamente bendisposta. Ora, dico, se quella mora che mi guarda da qualche giorno con malcelato interesse, ha una qualche intenzione di approfondire una conoscenza che potrebbe rendere più piacevole la rispettiva permanenza in questo ameno luogo, perché invece di rispondere al sorriso che ho lasciato appena aleggiare sulle labbra, ha abbassato lo sguardo mostrando un grande segnale rosso? Lei non lo sa ma io le sto chiedendo aiuto. Dai libri che divora mi sembra di intravedere intelligenza, sensibilità, curiosità. Potrebbe essere lei ad aiutarmi a scrivere sul soffitto della mia camera le risposte che cerco? L’acqua della piscina non è così calda come sembra da fuori, lei non si è tuffata come speravo, ed ora sono da solo a mollo e mi sento un po’ ridicolo co, ‘sto costume che aderisce al corpo mostrando impietosamente gli effetti dell’acqua fredda sulla mia orgogliosa virilità. continua-2 53


PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE PISCINE SAUNE

Tel. 030 99 11 85 - 030 90 35 992 www.franzonipiscine.it info@franzonipiscine.it

Inquadra il qrcode e scopri tutti i nostri prodotti e promozioni.


PRODOTTI CHIMICI ACCESSORI

VASCHE

SPA

ione s s a p er p e n i c s i P GHEDI (BS) Via Gottolengo,2 Loc. Ponterosso


L’INTERVISTA

ELISA CARVELLI, ALLA SCOPERTA DI UNA RAGAZZA TUTTA SOCIAL, MODA E SPORT Due anni fa le si è aperto un mondo. Le sue immagini, unite al mondo della moda e dello sport, hanno iniziato a fare il giro del web e ad aprirle collaborazioni con canali social, brand di accessori e abbigliamento, appassionati di fotografia. In sostanza, a farla diventare una ragazza “popolare”, conosciuta, senza mai farle dimenticare la sua anima “acqua e sapone”. Oggi, Elisa Carvelli, si è ritagliata il suo spazio su Instagram dove è diventata brand ambassador del negozio in cui lavora, dove pubblica video sulle “prime armi” nel tennis e dove commenta tutto ciò che ha a che fare col mondo del calcio. Come nasce questa avventura? Ho iniziato a prendere confidenza con i social poco più di due anni fa: appena ho iniziato a postare e veder crescere il mio engagement

mi si è aperto un mondo! Ciò che mi piace di più è che i social ti permettono di interfacciarti in maniera diretta con chi vuoi e anche con i personaggi pubblici, cosa che una volta era impossibile fare. Oltre a questo c’è un aspetto commerciale da mettere in evidenza: il grado di pubblicità per chi ha un’azienda è imparagonabile agli altri sistemi che si usavano anni fa. Eppure anche sui social non è tutto rose e fiori. Ciò che mi infastidisce è l’apparenza, quella che inganna; infatti io cerco di mostrarmi con tutti i miei difetti, in tutta la mia semplicità. Come nasce il rapporto fra te e l’immagine? Ho iniziato a scattare all’età di 14 anni: sono una persona caratterialmente esibizionista, non mi sono mai mostrata timida davanti alla fotocamera anzi! Ho sempre avuto un buon rapporto con l’obbiettivo, sicuramente mettermi in

56


L’INTERVISTA gioco sul set è una di quelle attività che voglio continuare a praticare negli anni. Anche questo mondo della fotografia contiene fatiche e insidie. Artisticamente parlando è tutto molto bello da vedere, ma alle spalle vi è un lavoro colossale. Eppure in ogni set si ha la possibilità di scoprire la professionalità delle persone che ti fotografano. E non c’è solo lo scatto, perché una parte fondamentale è dettata dalla post-produzione. Un fattore decisivo per tutti coloro che vogliono avere una bella vetrina dal punto di vista dell’immagine e quindi anche lavorare sui social. E se questo mondo ti aprisse… nuove porte? Al momento non ho grande esperienza con la tv, ma mi piacerebbe lavorarci e sono certa che sarei in grado di prendermi questo impegno e mantenerlo. È un mondo che ha i suoi pro e i suoi contro, ma mi affascina tutto del piccolo schermo: il cinema, le fiction, la conduzione.

Diciamo la verità: non sono neanche stata troppo fortunata in realtà, negli anni precedenti si era mosso qualcosa ma la pandemia ha ribaltato tutti i piani. Spero sia stata solo una lunga attesa però, perché ora potrebbe succedere un qualcosa di diverso e finalmente fiorire. Nel frattempo, la moda resta il tuo filo conduttore lavorativo e artistico. È vero, la moda mi ha accompagnata fin da piccola, chiunque mi conosce mi valuta un po’ come un’icona di stile: non ho paura di indossare qualcosa di diverso, anzi mi piace sfoggiare abiti che esaltino tutto ciò che mi va di mostrare. Sono di mille sfaccettature, sobria quanto basta. I miei outfit cambiano in base alla mia personalità, un giorno sono felice e spensierata quello dopo cocciuta e testarda; mi rendo conto che non è proprio un pregio ma mi sento unica. Fonte di ispirazione. E soprattutto so voler bene, tanto bene, amo essere generosa. CONTATTI SOCIAL @elisacarvelli27 57


PELLET DI QUALITÀ AL MIGLIOR PREZZO

Per caratteristiche e prezzi visita il nostro sito www.pelletcenter.it oppure contattaci allo 030 901185/030 9035992

certificati EN PLUS A1 Loc. Ponterosso - Via Gottolengo,2 GHEDI (BS) Tel.030-901185 - Tel. 030-9035992 www.pelletcenter.it - info@franzonipiscine.it


AUTO D’EPOCA

JAGUAR XK, L’INIZIO DELLA NUOVA ERA

Correva l’anno 1996 ed in casa Jaguar stava per vedere la luce un nuovo modello, che avrebbe stravolto regole e stilemi del leggendario marchio inglese. La super coupe XK era una vettura di forte rottura con il passato, anzitutto sarebbero stati abbandonati i tradizionali propulsori a 6 o 12 cilindri a V in virtù del nuovissimo V8 in alluminio. Questo motore con una potenza inizialmente di 284 CV, era lontano dalla tradizione dell’iconico marchio inglese. Ciò nonostante risultò affidabile e potente, abbinato ad un cambio solo ed esclusivamente automatico, che a mio avviso ben si intonava all’anima da GT veloce a quattro posti della XK8. La trazione era posteriore, cosi come si addice ad una vettura coupe e sportiva. Se le meccanica era lontana dalla tradizione Jaguar, la linea a mio avviso bellissima, richiamava molto nel frontale la leggendaria E type. Muso lungo, affusolato con il frontale che richiamava fortemente quello che è forse il modello più iconico della casa di Coventry. Al motore aspirato, si aggiunse nel 1998 la versione sovralimentata denominata XKR ca-

pace di 364 CV di potenza nella prima serie sufficienti per spingere la vettura sino ad oltre 280 km/h, accelerazione bruciante, lo 0-100 è chiuso in circa cinque secondi. Ciò nonostante non è un auto da track day o da “cordoli”, non è stata concepita per questi usi. E’ un’ottima e bellissima GT sportiva 2+2, ottima anche per chi ha un paio di bimbi da scarrozzare la domenica, senza rinunciare al lusso, prestazioni e perchè no, agli sguardi ammirati dei passanti. Nel 1997 debuttò anche la variante spider, anche qui una regina di bellezza e classe. Uscì dai listini nel 2006, nonostante fosse a mio avviso ancora attualissima. Gli interni erano opulenti e lussuosi, senza rinunciare alla sportività, con tre strumenti centrali che dominano la scena. Oggi è ancora più affascinante di allora, già ricercata dai collezionisti e sempre bella da ammirare. Passano gli anni i gusti cambiano, ma la classe e l’eleganza no, quelli sono eterni. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com 59


PENSIERI E PAROLE

LE BELLE PERSONE CHE TROVIAMO SULLA NOSTRA STRADA MENTRE FACCIAMO TUTT’ALTRO Faccio sempre il medesimo percorso, sia quando vado a correre per fare sport all’aria aperta sia quando porto a passeggio il cane, e in questi frangenti incontro quasi sempre le stesse persone. All’inizio un piccolo sorriso a fior di labbra, poi un saluto quindi lo scambio di qualche fugace convenevole, facilitato, magari, dalla presenza del mio amico a quattro zampe e dopo qualche tempo si diventa quasi dei buoni conoscenti. Sono così metodica da sapere esattamente il punto esatto dove “Tizio” o “Caia” spunteranno... Per la maggioranza si tratta di qualcuno di mezza età, anzi direi proprio anziano, perché sono solo loro che non si vergognano nel fermarsi a

llo Groppe usco Lambr a Lugan

Marzem ino Rieslin g ...e tan ti altri

Da Lun. a Sab. 6.30-13.00 / 16.00-21.00 Domenica 7.00-13.00 / 16.00-21.00 Chiuso il martedì

CALVISANO (BS) - Via San Michele,34 60

scambiare due parole con gente che, in pratica, fino a due minuti prima non sapevano nemmeno chi fosse. Poi certo io, modestia a parte, sono una ragazza come si deve e non li imbroglierei mai, però non tutti sono come la sottoscritta e, sicuramente, loro dovrebbero stare più attenti, ma questo è un altro discorso che adesso non andrò ad affrontare. Le persone (semi) giovani come me o sono delle grandissime chiacchierone oppure hanno talmente tanti impegni, reali o presunti, e una vita che a sentir loro è talmente piena da non essere più abituati a guardarsi intorno tanto da essere arrivati al punto di non avere alcuna idea di chi o che cosa gli passi loro a fianco. Ed è proprio in uno di questi miei girovagare che ho avuto modo di entrare in contatto con una simpatica vecchina che pure nei giorni di sole, senza nemmeno una nuvola all’orizzonte, si accompagnava sempre ad un ombrello. Non me l’ha mai detto, ed io non ho avuto mai il coraggio di chiederlo perché pensavo che così facendo le avrei mancato in qualche modo di rispetto tuttavia credo che lo usasse a mo di bastone per sembrare meno acciaccata di quanto fosse... Ricordo che quando mi vedeva, già, in fondo alla via si sbracciava per salutarmi come fossi-


PENSIERI E PAROLE mo amiche di lunga data. E, in pratica, ogni volta mi raccontava sempre le stesse identiche cose: la sua giovinezza, il periodo della guerra, del marito e di quanto fossero stati felici insieme, dei figli che vedeva poco e però andava bene anche così perché capiva che avendo la loro vita di più di così non si potesse fare perciò si accontentava ….. Mi annoiava e avrei voluto dirle basta o svoltare un po’ prima oppure partire cinque minuti dopo da casa in modo da evitarla però non l’ho mai fatto e, con il senno del poi, ne sono davvero molto contenta. Durante la prima ondata della pandemia ho dovuto ridurre, come tutti, le mie girate e altrettanto deve aver fatto lei perciò per un po’ di tempo non abbiamo più avuto modo di trovarci. Tuttavia, ogni tanto, durante il lockdown mi tornava alla mente quella signora e mi auguravo che le andasse tutto bene. E così è stato in quanto alla riapertura, l’ho ritrovata. Poi, però, quest’autunno non l’ho più vista... Sul momento non ci avevo dato peso perché pensavo, stupidamente ma soprattutto incon-

ANNUNCI ECONOMICI - LAVORO OGGETTI ATTIVITÀ A CALVISANO Bar con ampio spazio interno ed esterno con ricevitoria Sisal, 14 anni di attività, vendesi per motivi personali. INFO 3395949593--3391822041

OGGETTI • Ritiro qualsiasi elettrodomestico piccolo o grande che dovete buttare (lavatrice, frigorifero,TV,sanitari,rubinetteria,caldaie o mobilio) in qualsiasi zona. Inoltre sgombero garage,cantine,soffitte, appartamenti,capannoni,cantieri,ecc,ecc e traslochi anche nei giorni festivi. Info tel. o WhatsApp allo : 377.1891986

sciamente, che fosse una sorta di “ultimo immortale” e che non le potesse capitare nulla di brutto... Mi dicevo: “sarà uscita due minuti prima o dopo di me, ecco perché non l’ho vista” seppur in realtà sapessi che io non avevo modificato nulla di nulla e conoscendola neppure lei …. E, difatti, un giorno di metà novembre sfogliando il giornale locale ho letto il suo necrologio. Era proprio lei e aveva anche più anni di quanti immaginassi. Ed è per questo motivo che mi sento di darvi un consiglio. Se mai incontrerete sulla vostra strada qualche persona non più giovane, dedicategli qualche minuto del vostro preziosissimo tempo e non abbiatene a male se vi dirà sempre le medesime cose perché per lui sono importanti (sono tutta la sua vita) quindi avrà piacere se ogni volta, la ascolterete come fosse una novità e se sarete fortunati, un domani, quando diventerete anziani poi sarete felici se qualcuno farà altrettanto con voi. Monica Palazzi ANIMALI

INCONTRI

IMMOBILI

VEICOLI

LAVORO AUTOSCUOLA FEDRO DI GOTTOLENGO CERCA ISTRUTTORE DI SCUOLA GUIDA O PERSONA SERIAMENTE INTERESSATA AD INTRAPRENDERE IL PERCORSO FORMATIVO PER RICOPRIRE TALE MANSIONE. PER INFORMAZIONI: 339 36 53 429

PIZZERIA D’ASPORTO DI CALVISANO CERCA URGENTEMENTE PONY PIZZA PER INFORMAZIONI: 333 225 3942 61




Approfondimenti a pag.2-3

IL TEMPO È CUORE

PRALBOINO (BS) - Via Garibaldi, 35 - tel. 030.954.649 - www.poliambulatorisanflaviano.it

San Flaviano

Poliambulatori


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.