Brindisi "raccontata"

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della quale ven´era un´altra simile, il cui piedistallo é ancora a posto mentre la colonna é stata trasportata a Lecce. Quella che é ancora a posto a Brindisi, ha cinquantasette palmi e mezzo di altezza e cinque palmi e mezzo di diametro; il capitello é ornato, nei quattro angoli, con quattro divinità marine; nel mezzo di ciascun lato si trova un dio, con i suoi attributi, cioè Giove, Ercole, Nettuno e Plutone.

C´é anche un tempio la cui forma non é perfettamente circolare, e non vi é portico all´entrata: essa descrive un semicerchio differente, che non fa corpo col resto della costruzione, il che gli dà un’irregolarità sgradevole. Si riconosce pure il cattivo gusto del tempo della decadenza delle arti, negli ornamenti dell´antica porta, che oggi é murata...».

Chiesa di San Giovanni al Sepolcro - Foto Giacomo Borgi del 1870

***** Lo scrittore inglese Henry Swinburne passò da Brindisi nell´anno 1778 e nel Volume II del suo libro “Travels in the Two Sicilies” stampato a Londra nel 1783, così scrisse:

«...Brindisi é una grande città se si tiene conto dell´estensione delle sue imponenti mura, ma le case abitate non superano la metà della cerchia. Le strade sono stortuose e sconnesse, le costruzioni povere e fatiscenti. La cattedrale, dedicata a San Teodoro, fu fatta edificare dal re Ruggero, ma non é architettonicamente pregiata al pari di tante altre volute da quel monarca.

Poco rimane dell´antica Brundusium, tranne innumerevoli frammenti di colonne fissati agli angoli delle strade per proteggere le case dalle ruote dei carretti, qualche residuo di mosaico sul pavimento di antiche abitazioni, la colonna del faro, un´ampia vasca di marmo dalla quale scorre acqua attraverso teste di bronzo di cervi, rovine di acquedotti, e varie monete nelle vetrine di un antiquario.

Il suo castello, costruito dall'imperatore Federico II per proteggere il ramo settentrionale del porto, è grande e maestuoso, e fu ristrutturato da Carlo V. La città si sviluppa su due colline. 31


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