LINDA CARRARA Alchimia del buio

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Progetto:

Direzione:

A cura di:

Gianfranco Matarazzo

Anna Lisa Ghirardi

Testo: Anna Lisa Ghirardi

Traduzione: Benedetta Del Buono

Grafica: GiaMaArt studio - Vitulano (BN)

Allestimento: Linda Carrara Achille Capobianco

Si ringrazia: Rossana Abalsamo Luigi Bucciano Marzio Cerulo Marco De Filippo Tommaso De Maria Marco Fantini Nicola Frattasi Salvatore Iadanza Antonio Limata Fortunato Mastrocinque In copertina L'osservatorio, Acrilico e matita bianca su tela, cm 113 x 82, 2012

Sara Rossotti Giulio Zanet


Anna Lisa Ghirardi


Foto: Marco Besana


ALCHIMIA DEL BUIO Anna Lisa Ghirardi

L'alchimia è la ricerca della conoscenza, della sapienza, della pietra filosofale. Non si tratta, come è ben noto, di un'ambizione meramente materiale, ma anche di una ricerca interiore, spirituale e filosofica. Per Linda Carrara è l'esplorazione del buio, delle zone d'ombra, ignote e profonde. E' un viaggio nella nostra mente, negli anfratti più intricati e inesplorati, nei luoghi in cui non abbiamo ancora avuto accesso, nei territori che abbiamo ignorato o non abbiamo mai visto. Perché solo dove l'uomo non ha capacità di vista acquista visione, come ci insegnano gli Antichi (basti pensare a Tiresia, il cieco che si fa veggente). Nello spazio buio l'uomo si sforza di vedere, di carpire le ombre, d'inseguire ogni bisbiglio e di percepire ogni minima sensazione; esplora il mondo, fisico e tangibile, quanto immateriale ed evanescente. La conoscenza gli si manifesta dallo stato di chiarore a quello di oscurità, non tanto in un percorso unidirezionale, quanto nell'oscillare del suo moto. La visione avviene in una luce a intermittenza. Quando pensiamo di aver afferrato il senso è proprio lì che esso si eclissa, A tanto così dalla pazzia si scoprono tante cose nuove sono alcuni dei titoli delle opere del nuovo ciclo pittorico dell'Artista, veri e propri estratti di pensiero che si sovrappongono all'immagine, offrendo un'aggiuntiva chiave di lettura. Le sue opere sono, ciononostante, arbitrariamente evocative, suggestive, mai universalmente decifrabili. Sospese per l'appunto tra le zone chiare e quelle scure, ove il lettore è chiamato ad addentrarsi. Le zone da esplorare sono quindi quelle interiori, che invero non percepiamo come distinte da ciò che è fuori di noi, Perché siamo la finestra attraverso la quale vediamo il mondo, come scrive ancora una volta in didascalia Linda Carrara, e questo è vero a tal punto da limitare spesso la nostra conoscenza all'autoreferenzialità. Sovente ci illudiamo persino che il nostro giardino sia più verde di quel che è nella realtà, celando ai nostri occhi aree aride, zolle alzate e fiori appassiti. Ed è curioso che proprio alcuni "giardini" in questa mostra si aprano allo spazio esterno, per la prima volta nel percorso pittorico di Linda Carrara, come se le finestre opache, tanto frequenti nella sua opera, o i falsi esterni, ci lasciassero intravedere oltre le pareti, oltre lo spazio


domestico. La Pittrice per realizzarli ha compiuto anche uno spostamento fisico, per lei inedito, dall'atelier en plein air. Durante la sua residenza a Santiago de Compostela, nell'estate del 2011, ha iniziato a dipingere la natura riprendendola direttamente, modificando anche il linguaggio pittorico, che diviene più mosso, corposo e istintivo. Ma i suoi spazi naturali, sia che si tratti di quelli più realistici, come questi ultimi, sia di quelli più grafici, bidimensionali, sono sempre mutilati. L'uomo compare solo negli spazi esterni in cui ben poco è mimetico, in paesaggi immobili, in cui è persino rappresentato come la sintesi grafica delle proprie forme; è assente invece nei paesaggi di impressionistica trasposizione, come in un chiasmo che ribadisce quanto il dialogo tra esterno e interno resti nell'ambito della nostra soggettiva e parziale interpretazione. Nelle piccole scatole che compongono un'installazione silenziosa, racconto muto che narra di un mondo celato, dove le cose sono raccolte in minute pareti scure e ivi sono lasciate decantare, lo spazio è palesemente ancor più intimo, personale. Qui l'Artista custodisce segni, immagini, forme, allusioni al reale, materiale raccolto nel trascorrere della sua ricerca artistica, in un compendio della propria poetica: cenni iconografici che rimandano al proprio immaginario figurativo, sunti di linguaggi altrove già sperimentati. Queste scatole sono piccoli studioli, ove sono riposti i suoi sperimenti magico-alchemici. Il lavoro dell'Artista negli ultimi mesi è stato febbrile, il suo studio è apparso in concitato movimento, tra le tele che si sono sovrapposte l'una sull'ultra e le opere in terza dimensione che hanno occupato gli angoli del suo atelier, in un ritmo giornaliero incalzante. In questo fertile momento di creazione il suo linguaggio ha compiuto un'evoluzione stilistica, oscillando da una pittura più dettagliata, descrittiva, ad un'espressione più sintetica, essenziale, in cui il disegno ha affermato sempre più uno spazio ben definito, accostandosi inscindibilmente alla materia, al colore. Ancora una volta non si tratta di un percorso che viene tracciato secondo un'unica direzione, perché nella ricerca le vie si fanno molteplici, diversamente orientate, e l'idioma non può essere bloccato e iterato, perché proprio nella mutazione sta l'attesa dello scioglimento dell'enigma.


ALCHEMY OF THE DARK Anna Lisa Ghirardi

Alchemy is the pursuit of knowledge, of wisdom, of the philosopher's stone. It is not, as it is well-known, a merely material ambition but also a soul-searching, spiritual and philosophical one. For Linda Carrara, it is the exploration of the dark, shadows, deep and unknown. It is a voyage into our minds, into the most intricate and unexplored caves, into places where we have not yet had access, into territories that we have ignored or never before seen. It is only where Man has no capacity of sight, that he acquires vision, as the Ancient fathers used to teach (just think of Tiresias, the blind who became clairvoyant). In the dark space Man strives to see, to understand the shadows, chasing every whisper of every little sensation and perception; he explores the world, physical and tangible, the intangible and evanescent. Knowledge manifests itself from the state of light to that of darkness, not so much in an unidirectional path but in one of oscillation in its motion. The vision comes in an intermitted light. “When we think we have grasped the meaning it is right there that it eclipses”, “Only a slight distance away from the madness we discover so many new things”, these are some of the titles of the works of this new "cycle" of the artist, real extracts of thought which overlap the image providing an additional key to its interpretation. Her works are, however, arbitrarily evocative, suggestive, never universally decipherable. Suspended precisely between light and dark areas, where the reader is called upon to penetrate. The areas to explore then, are the internal ones, which are not really perceived as distinct from what is outside of us, “Because We Are the Window Through Which We See the World”, as Linda Carrara writes once again in the caption. This is true to such an extent to limit our knowledge of auto-reference. We often lead ourselves into believing that our garden is even greener than what it actually is in reality, hiding from our eyes arid areas, raised clods and withered flowers. It is interesting that some of the "gardens" in this exhibition open out onto external space. For the first time in Linda Carrara’s pictorial journey, it is as if the opaque windows or false exteriors, so frequent in her work, , let us see beyond the walls, beyond the domestic space.


In order to create these, the painter has achieved a physical move, from her Atelier en plein air. During her residence in Santiago de Compostela, in the summer of 2011, she began to paint nature directly taking it back, also modifying the language of painting, which became rough, thick and instinctive. But the painter’s natural spaces, whether they be of the most realistic type (as these latter ones are), or be they more graphic, twodimensional, are always mutilated. The man appears only in outdoor areas where very little is mimetic. He is in graphic landscapes, in which he is even represented as the graphical summary of his forms and instead absent in the impressionistic landscapes of transposition, as in a chiasmus that reaffirms just how much the dialogue between exterior and interior remains part of our subjective and partial interpretation. In the small boxes that compose a silent installation, a silent narrative that tells of a hidden world, where things are gathered into tiny dark walls and there are they left to decant, space is plainly more intimate and personal. Here, the artist preserves signs, images, forms, allusions to the real, material collected in the passing of her artistic research, a summary of her poetic gestures that refer to their iconographic imagery; summaries of figurative language already experienced elsewhere. These boxes are small workrooms, where her magical-alchemical experiments are placed. The work of the artist in recent months has been fever-pitched, and her study has appeared in agitated movement: the paintings have superimposed themselves, each on the other and the third dimensional works have occupied the corners of her studio, in a daily insistent rhythm. In this fertile moment of creation the artist’s language has accomplished a stylistic evolution, ranging from a more detailed descriptive painting to a more concise, essential one in which the drawing has affirmed an always more increasingly well-defined space, approaching inextricably matter and colour. Yet again, it is not simply a path that is traced along a single direction. In research, the paths are multiple, diversely oriented and the language cannot be blocked nor iterated. Precisely in the mutation, is the expectation of the dissolution of the riddle.


Il mio giardino è sempre piÚ verde Olio, acrilico, smalto e matita bianca su tela, cm 100 x 150, 2011


Senza titolo Materiale vario in teca di legno e vetro, cm 12 x 12 cad., 2012





Le bagnanti Olio e acrilico su tela, cm 65 x 85, 2011



Senza titolo Materiale vario in teca di legno e vetro, cm 12 x 12 cad., 2012



Perchè siamo la finestra attraverso la quale guardiamo il mondo Olio, acrilico e matita bianca su tela, cm 145 x 200, 2010


Ognuno ha la sua piccola parte d'infinito Acrilico e matita bianca su tela, cm 80 x 110, 2012




Ho sognato il senso dell'essere incinta e di avere un corpo che cresce dentro al mio Acrilico e matita bianca su tela, cm 80 x 100, 2012


Incanto Olio, acrilico e matita bianca su tela, cm 126 x 90, 2011


Studio sulla noia della condizione umana Acrilico e matita bianca su tela, cm 80 x 70, 2011


La contraddizione costituisce il fondo mobile ed imprevedibile dell'animo umano Olio, acrilico e matita bianca su tela, cm 107 x 80, 2011


A tanto cosĂŹ dalla pazzia si scoprono tante cose nuove Olio, acrilico e matita bianca su tela, cm 145 x 200, 2010





30 agosto 2010 h.9.30 Olio e acrilico su tela, cm 10 x 10, 2010



Tutto potrebbe diventare oro Acrilico e matita bianca su tela, cm 125 x 83, 2011



Eden, Acrilico, olio, smalto e matita bianca su tela, cm 20 x 20 cad., 2011





Foto: Elena Ovecina


LINDA CARRARA Nasce a Bergamo nel 1984, vive e lavora a Milano. Was born in Bergamo in 1984, he lives and works in Milano.

Mostre Personali / Solo exhibitions 2012

"ALCHIMIA DEL BUIO", GiaMaArt studio, Vitulano (BN);

2011

"DIORAMA", Obraz Gallery, Milano.

Mostre Collettive / Group exhibitions 2012

"AAM" Arte Accessibile, Gruppo Sole24ore, Milano; Stand GiaMaArt studio; Stand Fabbrica Borroni - Spirito Italiano;

2012

"IGNEO, carattere e chiamata del dáimon", Fondi (LT);

2011

"10x10", Galleria Obraz, Milano;

2011

"UNONESSUNOCENTOMILA", Fabbrica Borroni, Bollate, (MI);

2011

"ARTE A SUD", 7 sedi espositive e 48 nomi della scena artistica emergente nazionale;

2011

"NON ROMPETE LE SCATOLE", Spazio b-art contemporary, Seveso (MB);

2011

"LO STATO DELL'ARTE", Obraz Gallery, Milano;

2011

"FEMMINILE PLURALE", Spaziarti-ungallery, Milano;

2010

"PROPOSTE E SPERIMENTAZIONI arte cont. memoria del futuro?", Tenuta Bartottina, Novara;

2010

"Selezione ed esposizione di giovani artisti nati a Bergamo", Spazio ALT, Alzano Lombardo (BG);

2010

"ARCHIVIARTI", Fabbrica Borroni, Bollate (MI);

2010

"SFERA CELESTE", 9 artisti selez. al Premio Celeste, Galleria Obraz, Milano;

2010

"TRATTI TANGENTI", GiaMaArt studio, Vitulano (BN);

2009

"URBAN CODE", Arcanum Naturae, Palazzo S. Bernardino, Rossano (CS);

2009

"Spazioeventi Mondadori", San Marco, Venezia;

2009

"OPEN", Magazzini del Sale, Venezia;

2009

"IMAGINE la nuova visione della generazione anni ‘80", GiaMaArt studio, Vitulano (BN);

2009

"CICLOPIa", Video inst. in coll. con Giovanni Franzoi, Castello degli Agolanti, Riccione;

2009

"SGUARDI MULTIPLI", Rossello, Reggio Calabria, Ferrara;

2008

"FUORI STAGIONE", Associazione culturale Bertolt Brecht, Milano.

Premi / Prize 2009

"PREMIO CELESTE", Finalista, Fabbrica Borroni, Bollate (MI);

2009

"NEXT_GENERATION", Finalista, Premio Patrizia Barlettani, Galleria San Lorenzo, Milano;

2009

"CERES4ART", MyOwnGallery, Superstudio Più, Milano;

2009

"DEPENDTENDENCY, Selezione in catalogo, Isola di Certosa, Venezia;

2008

"PREMIOCELESTE", Selezionata in catalogo;

2007

"KAIBAKH", Finalista, Castione della Presolana, Bergamo;

2007

"SATURA", Palazzo Stella, Genova;

2006

"UN LAVORO FATTO AD ARTE", centenario della CGIL, Fruttiera di Palazzo Te, Mantova.



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