G&d Varengo

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Sant’Eusebio a Varengo Varengo in dialetto Varèng dal latino Avaringum è una frazione di Gabiano che oggi conta circa 150, dista da Casale 23 chilometri e giace ad un altezza di 315 metri sul livello del mare. La chiesa di Sant’Eusebio fu eretta sulla collina della Sorba, nel punto più elevato del paese, dove, secondo una tradizione non confermata, sarebbe preesistito un castello. La chiesa parrocchiale primitiva col borgo antico si trovava a mezza costa, nella zona agricola tuttora detta di S. Eusebio. Fu censita dal 1298 al 1440 nella pieve di Gabiano. Dal quindicesimo secolo è ricordata la presenza in cima alla collina di un'altra chiesa, intitolata a Santa Maria delle Grazie. Essa acquisì importanza parallelamente alla migrazione dell'abitato di Varengo dalle pendici alla sommità della collina. Agli inizi del diciassettesimo secolo subentrò come parrocchiale alla vecchia chiesa di Sant’Eusebio, mutuandone anche il titolo entro la fine dello stesso secolo. Fu sottoposta a lavori di restauro a lungo interrotti e terminati nel 1725. Nello stesso periodo la precedente parrocchiale era ormai diroccata. Dopo meno di 30 anni anche la nuova chiesa di S. Eusebio, oltreché troppo piccola, era diventata fatiscente e nel 1755 il parroco affidò una stima del degrado al mastro da muro Giovanni Palazzo. Nel 1761 il Magnocavalli incaricò l’ing. Ferdinando Venanzio Bianchi per la formazione del piano del sito, ma solo a fine 1764 il conte approntò una planimetria della nuova chiesa. La prima pietra fu posata il 14 settembre del 1766. I lavori vennero a lungo dilazionati e forse non furono del tutto effettuati secondo il progetto del Magnocavalli, che verosimilmente prevedeva un impianto planimetrico più allungato.

Nel 1769 venivano pagati i mastri da muro Ronco con direttore dei lavori l’architetto Carlo Antonio Faldella, capomastro Francesco Lorenzetti. Nel 1773 aiutante del Faldella era Giacomo Carretto. Il cantiere era ancora aperto nei primi anni ottanta. Nel 1784 era terminato il campanile; nel 1790 mancavano ancora i due altari laterali, il portone e i banchi. Al 1812 risale la balaustra marmorea e al 1826 una nuova Via Crucis. Nel 1847 lo scultore Varallo realizzò

il baldacchino appeso alla volta del presbiterio; successivamente furono provvisti gli stalli lignei del coro di Luigi Martini, e nel 1852 fu reindorata la statua della Madonna del Rosario da Michelangelo Ganora. Nel 1881-82 venne rifatta la decorazione interna ad opera di Agostino Visetti con le figure e i dipinti della cupola centrale, e di Luigi Hartman con i monocromi, sei tele dell'abside e delle cappelle laterali, due teleri del presbiterio. Nello stesso periodo furono approntati il portone d'ingresso, la

Lapidazione di sant’Eusebio di autore ignoto

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