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GENTE DI PARMA / PARMA PEOPLE 3 DOMANDE A Maurizio Trapelli, Dsèvod

Il cellulare e il tablet da manager e il “borass “del servo arguto: “Perché la miglior tradizione passa per l’innovazione”, spiega uno Dsèvod che non ti aspetti, in versione hi tech. Dopo 16 anni di crinoline e raso giallo blu anche la maschera più famosa di Parma, al secolo Maurizio Trapelli, può confessarlo: “Temevo il confronto col pubblico quando ho accettato l’incarico dalla Famija Pramzana: ora sono felice che anche i più giovani siano interessati alla mia storia”. Operazione pop: e allora va bene che un nuovo locale del centro porti il suo nome, ma serva pesce: “Basta che se ne parli e spero mi invitino e che si mangi bene!”, dice lui che sta già lavorando al nuovo raduno del 13 e 14 maggio di Maschere Italiane che toccherà città e provincia.

1Ma lei e Dsèvod non litigate mai?

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“Ormai ci conosciamo: era un tipo più da carnevale, ne ho fatto un carattere istituzionale e lui mi ha reso meno timido. Stiamo bene insieme!”

2Quanto sono dsèvdi i parmigiani?

“Facciamo due squadre: quelli schietti e sanguigni che ti danno confidenza subito, se scatta la sintonia come il super arbitro Alberto Michelotti e poi quelli più riservati, che hanno bisogno di tempo per lasciarsi andare, come il grande ciclista Vittorio Adorni”.

3Per il nuovo anno ha già tirato le orecchie al sindaco? Quale regalo chiederebbe?

"I miei padroni sono vescovo, prefetto e sindaco, ma le orecchie le tiro solo al primo cittadino! Lo farò entro marzo: ha appena cominciato, sarò indulgente. Però il regalo che vorrei è maggior serenità per la città che si rispecchia in sicurezza e attenzione a tutte le forme di povertà".