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MANDRAGOLA

La più bella commedia del Rinascimento italiano, dove comicità e politica si intrecciano in un’epifania carnevalesca

Attraversare Machiavelli significa ammainare la bandiera dell’antipolitica e prendere posizione contro il riflusso nel privato. Mandragola è ambigua come la risata che genera. È terapeutico rimedio per infertilire Lucrezia, ma venefico farmaco per il primo uomo che con essa si congiungerà. Se la virtus politica, invece di essere rivolta al benessere collettivo, viene (comicamente?) incanalata in faccende private, perfino la legge risulta un’arma monca e inefficace. Siamo a Firenze, ma potremmo essere a Roma o a Pisa. La folle giornata che ci viene offerta vede dispiegarsi le macchinazioni di un parassito che intende asseconda- re i desideri di un amante meschino; nel frattempo, un dottor poco astuto cerca un rimedio per avere un figlio da una giovane accorta e coinvolge un frate mal vissuto. Politica e commedia si intrecciano in un’epifania carnevalesca fatta di maschere, travestimenti, parodie del sacro e scivolamenti gerarchici; e tutto questo, con un sorriso, perché il linguaggio della politica e le sue tesi sono anche ingredienti del comico. Senza Machiavelli non avremmo una tappa fondamentale nella costituzione della politica come scienza. Non avremmo molto Shakespeare. Non avremmo la più bella commedia del Rinascimento italiano. fundamental text of Italian theatre, arising from the genius of Machiavelli, and now brought back under the direction of Giacomo Giuntini.

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