7 settembre 2014

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TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO

ANNO X - N° 180 - DOMENICA 7 SETTEMBRE 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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L’Oscar del giorno a Claudia Verrillo

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Claudia Verrillo. La bimba di otto anni originaria di Rotello, conquista un posto al sole nel “festival dei festival” riservato ai bambini, rappresentato nel nostro Paese, da oltre mezzo secolo, dallo “Zecchino d’oro”. La notizia è freschissima ed è giunta decisamente gradita alla famiglia e agli amici, al termine di una durissima selezione, svoltasi in questo inizio di settembre e che ha visto ai blocchi di partenza un numero considerevole di candidati all’appuntamento finale.

Il Tapiro del giorno a Massimiliano Scarabeo

Il Tapiro del giorno lo diamo a Massimiliano Scarabeo. Sulla questione dell'area di crisi l'assessore regionale sembra avere un atteggiamento ondivago nonostante la presa di posizione della sua stessa maggioranza. Anche se la critica più forte è venuta proprio dal vertice di Assindustria Molise che ha parlato di vero e proprio bluff. Anche perchè non si può restare solo a guardare. Qui occorre una seria programmazione e un'azione strategica per rilanciare un tessuto produttivo ed economico che stenta e rischia di restare sul campo.


2 7 settembre 2014

TAaglio lto

“La sinistra ama tanto i poveri che ogni volta che governa li aumenta di numero” Bersani e D’Alema ne sono convinti: il problema del Pd è che la stessa persona non può essere primo ministro e segretario del partito. Quindi il buon Renzi non potrebbe ricoprire entrambe le cariche. In effetti, a ragion veduta, neppure in dittatura è mai successa una cosa simile. Persino Benito Mussolini, quando conquistò la carica di presidente del Consiglio del Regno d’Italia, abbandonò l’incarico di segretario nazionale del Partito nazionale fascista. Il che la dice lunga, di suo, sull’aggettivo “democratico” che caratterizza il termine Partito. I renziani, forti del successo elettorale alle europee, ribattono: “senti chi parla. Quando c’erano il Pd era al 25%”. Come dargli torto? Se non fosse per il fatto che, nonostante quel 40% delle ultime elezioni, la base del Pd è sconcertata, schifata, irata e delusa. Così qualcuno, simpatizzante di spicco, chiede: “per favore, potete darci un partito a vocazione maggioritaria ma col cervello pieno visto che tra una slide di Renzi e uno slogan letto sul gobbo tv della Serracchiani il Pd è ormai una scatola vuota?”. Questo accade a livello nazionale. Se scendiamo in Molise qualche simpatizzante Pd si chiede: per cortesia, si potrebbe avere un segretario non scelto da Patriciello? E qualcun altro, rinnega il suo appoggio elettorale alle regionali del 2013 a questa sorta di partito che ormai assomiglia sempre più al tresette con il morto. Intanto i piddini di sempre, Ruta e Leva per intenderci, se la svignano nel silenzio. Anzi no, quasi. Ruta tace provando sempre a mediare tra le diverse anime che una volta erano democristiane e

comuniste, oggi sono democristiane e basta piazzate a sinistra per occupare i posti che non riuscivano ad ottenere a destra. Ma una volta nel Pd, tutti raggiungono il karma, quella pace dei sensi che porta i nostri politici a vivere bene con se stessi. Perché “la sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che va al potere li aumenta di numero” diceva Montanelli. E forse non è un caso che, tra Renzi a Roma e Frattura in Molise, i consumi sono tornati ai livelli di 20 anni fa, le famiglie tagliano persino sulla spesa alimentare, in Italia circa 4milioni e 100mila persone non hanno soldi neppure per comprare una pagnotta di pane, le fila alle mense dei poveri sono sempre più lunghe. Le imprese sane sono costrette a chiudere perché non ricevono soldi per prestazioni eseguite. A Roma bloccano gli stipendi degli statali? Al Comune di Campobasso il nuovo sindaco, sempre Pd, aumenta le tasse. Intanto si organizzano feste dell’Unità divise a seconda degli esponenti che vogliono mettersi più in mostra. Ruta tace perché non vuole la separazione dai patricielliani fratturiani ma allo stesso tempo non vuole essere accomunato a Paolo Frattura e ai suoi fallimenti. Danilo Leva, più irruento e meno riflessivo, che non guarda molto alle buone maniere, gioca a fare il D’Alema molisano quando Robertino non gli intima di tacere per evitare di inasprire gli animi e tornare alle elezioni anticipate. Qualche gufo inizia a dire che questi regionali non mangeranno il panettone a Natale. E già sono aperte le scommesse: come si accorderanno

nuovamente Frattura, Ruta e Patriciello per far fuori la vogliosa Fanelli che intanto se ne sta buona all’angolo a pronunciare slogan aspettando il momento giusto per avventarsi sulla prossima preda?

L'intervento

Tutti a difesa dell'autonomia del Molise di Giovanni Muccio Il Movimento regionale del Guerriero Sannita è da sempre in prima linea per la salvaguardia delle origini, della storia e delle tradizioni del popolo molisano, convinto che questo abbia potenzialità notevoli, tanto da poter camminare da solo, senza essere annesso ad alcuna realtà territoriale, ed al contempo consapevole che la nostra amata terra dev’essere una regione con la più ampia autonomia amministrativa possibile. Ed invece da più parti arrivano segnali negativi rispetto alla nostra autonomia regionale, non ultima la paventata soppressione della Corte d'Appello del Molise cosa che tutti dobbiamo evitare, andando al di là dell’appartenenza politica, sociale, imprenditoriale o sindacale; tutti dobbiamo fare muro contro coloro che vogliono che il Molise non esista come entità amministrativa e territoriale.Nessuno può essere il profeta individuale di questa battaglia perché, altrimenti, si partirebbe col piede sbagliato. La vittoria è possibile con la consapevolezza e l’impegno di tutti, almeno su questo progetto di autonomia; bisogna marciare uniti e far capire che non esistono differenze, anche

di approccio a tale argomento: l’unione deve rappresentare la forza di un popolo.Il Guerriero Sannita ritiene a tal proposito utile ed indispensabile che si metta da parte qualsiasi tipo di divisione e qualsiasi ‘colpa’, affinché si costituisca un grande fronte per meglio far sentire la nostra voce a salvaguardia della nostra dignità di Popolo. Questo Movimento, nella più ampia trasparenza e senza alcun fine politico di sorta, cosa da tutti riconosciutagli, ha organizzato un Convegno pubblico in collaborazione con la Provincia di Campobasso nella persona del suo Presidente De Matteis, tra tutte le forze politiche, istituzionali, sociali, culturali e sindacali, al fine di fronteggiare al meglio il pericolo della soppressione della nostra realtà territoriale ed amministrativa. Il Convegno dal titolo: “In difesa dell'Autonomia regionale” si terrà il giorno 15 settembre alle ore 16 presso la sala della Costituzione della Provincia di Campobasso, sono invitati tutte le forze politiche con i loro rappresentanti istituzionali, i Sindaci della regione, le OO.SS, le associazioni imprenditoriali, sociali e di categoria pubblico e privato, l'appuntamento è troppo importante per poter mancare.


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3 7 settembre 2014

La politica non riesce a dare al sistema una nuova forma

Nuclei industriali, nessuno vuole la legge CAMPOBASSO. La globalizzazione e la crescente competitività dei mercati internazionali impone non solo alle imprese, ma anche alle strutture del territorio una sorta di riprogettazione. Un'evoluzione che da un lato assecondi i cambiamenti dell'economia e, dall'altro, dia risposte sempre più concrete ai bisogni dei soggetti che nel territorio stesso operano. Interlocutori naturali diventano, così, i Consorzi industriali che sono i primi ad essere chiamati a questa evoluzione. In Molise ne esistono ancora tre e appaiono, ormai da tempo, anacronistici. La loro costituzione, grazie a parlamentari accorti come Girolamo La Penna ma anche lo stesso Florindo D'Aimmo al quale si deve il primo e unico Piano strategico di sviluppo, è stata a suo tempo una componente essenziale per l'industrializzazione e lo sviluppo economico di buona parte del Molise. Tale contributo ha permesso la realizzazione di infrastrutture, di servizi e l'individuazione di soluzioni logistiche a sostegno delle imprese. “La ripresa economica e la crescita dell’occupazione possono arrivare solo dall’industria”. Lo ha detto chiaramente il presidente di Confindustria

Molise Mauro Natale, riprendendo le parole pronunciate al Meeting di Rimini di qualche giorno fa dal Presidente nazionale Giorgio Squinzi. “Dobbiamo tornare a credere nell’impresa – prosegue Natale – nel suo valore e nella sua capacità di aumentare la ricchezza prodotta sul nostro territorio. Sono le imprese che creano lavoro e aumentano il pil regionale. Questo va detto con chiarezza, soprattutto in un momento in cui nella nostra regione le imprese industriali sono guardate con sospetto, anziché con rispetto. Sospetto che si è tradotto via via nel tempo in una cultura e un’azione partecipativa ostile ad ogni ipotesi di insediamento industriale. Stiamo aspettando che il Ministero dello Sviluppo Economico accolga la richiesta dell’area di crisi per il territorio compreso nell’area di Bojano-IserniaVenafro, ma nel frattempo che facciamo? Assistiamo inermi al progressivo smantellamento del nostro sistema industriale? Oggi, quindi, va giocata una diversa partita. Una proposta potrebbe essere quella di trasformare l’attuale sistema consortile in agenzia di sviluppo capace di attrarre imprese e facilitare la crescita del

territorio, evolvendo il concetto di insediamento pensando alla permanenza e al sistema e non solo all’occasione puntuale. Il sistema consortile attraversa una fase problematica nella quale i soci dovranno fare un esame di coscienza per capire come divenire più efficaci anche rivedendo la propria mission. Di sicuro, nel tempo, hanno svolto un ruolo importante ma ora i Consorzi non corrispondono più alle esigenze delle imprese, hanno un’attività limitata e non sono delle agenzie di sviluppo. Le tre strutture in piedi risultano piccole e hanno costi notevoli.

Ultimissima da Petraroia! L’ultimissima di Michele Petraroia, vice presidente della giunta regionale del Molise e assessore alle politiche di sviluppo (!) : “Ha ragione lo scrittore Antonio Pastorini quando sprona il Molise a scrollarsi di dosso il retaggio assistenzialistico di un economia drogata dall’impiego pubblico e da prenditori che si vestono da politici per camuffare meglio i lori interessi privati”. Senza accorgersene, forse, o accorgendosi ma facendo lo gnorri (altra sua particolarissima specialità), ha dato un calcio negli stinchi al collega di maggioranza Vincenzo Cotugno, imprenditore della più bell’acqua vestito da politico per camuffare meglio i propri interessi privati. Cognato dell’altro

grande imprenditore vestito da politico, Aldo Patrciello, che più e meglio di Cotugno ha dato una mano a far vincere Frattura e Petraroia per amministrare in chiave privatistica e utilitaristica il Molise. Frattura, Petraroia, Cotugno, Patriciello: amalgama ben riuscito di politica e affari. Ma lui, Petraroia, che scrive ciò che scrive, ovvero dando ragione a Pastorini che invita i molisani a scrollarsi di dosso proprio i Cotugno e i Frattura in quanto imprenditori vestiti da politici per camuffare meglio i loro affari privati, continua a fare lo gnorri. Quasi non facesse parte della maggioranza, non ne dividesse le mattane, i sotterfugi e gli affarismi. Roba da manicomio.

Allora la soluzione è quella che siano accorpati, facendo sinergie e abbattendo i costi, così da diventare grandi per farsi più efficienti. Diventare enti importanti per garantire agilità nel fornire risposte e candidarsi a essere espressione dell’operatività sul territorio. E la Regione dovrà avere un ruolo importante, quello di evitare affollamento e sovrapposizioni di competenze. E' questa la sfida che si pone per garantire ai settori produttivi di potere contare su di una salda agenzia di sviluppo capace di fare ipotizzare una nuova fase di progresso.

Cooperazione, qualcosa si muove CAMPOBASSO. Grazie all’impegno del Comitato Regionale sulla Cooperazione insediato ai sensi della legge regionale n.16/2009 è stato possibile recepire le richieste delle centrali cooperative (CONFCOOPERATIVE, LEGA NAZIONALE DELLE COOPERATIVE E MUTUE, AGCI, UNCI E WECOOP) e inserire nel Bilancio di Previsione 2014 l’appostamento a copertura dell’art.12 (Fondo rotativo per la capitalizzazione delle imprese cooperative) e dell’art.15 della legge n.16/2009 (sostegno alle assunzioni del mondo cooperativo). L’Assessore Regionale alla Cooperazione, Michele Petraroia, dopo aver espresso apprezzamento per la sensibilità mostrata dal Consiglio Regionale del Molise in sede di approvazione del Bilancio si è adoperato di concerto con lo stesso Comitato Regionale per acquisire con Delibera di Giunta Regionale n.303 dell’11 luglio 2014 il “Piano Regionale annuale di attuazione degli interventi di promozione della cooperazione“ e a tal fine ha seguito l’iter per la stipula della Convenzione tra Regione Molise e FINMOLISE attuativa dell’art.12 della legge di settore, emanata il 4 settembre 2014. Non appena sarà pubblicata la Convenzione, le cooperative esistenti e le nuove cooperative potranno presentare istanza alla FINMOLISE per avere accesso fino a 20 mila euro di finanziamento rotativo trimestrale dando possibilità di capitalizzare e consolidare le piccole società cooperative con connessi benefici in termini di patrimonializzazione e di rapporti con le banche per l’accesso al credito. L’obiettivo della Regione è quello di sostenere ed incentivare la mutualità e la cooperazione con provvedimenti concreti e operativi che possano aiutare a trovare lavoro e sostenere i giovani.


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4 7 settembre 2014

Una legge regionale prende applausi e peana ma renderà povero e inoperante l’Istituto autonomo delle case popolari

Per favorire strumentalmente il popolo degli inquilini è stato dimezzato il valore patrimoniale dello Iacp Chiaro il fine politico del provvedimento sul quale incombe però il rischio del procurato danno erariale Applausi e peana alla legge regionale numero 12 del 25 luglio 2013: “Modifiche alla disciplina relativa all’alienazione e alla locazione degli alloggi di edilizia pubblica residenziale di cui alle leggi regionali del 4 agosto 1998 (n.12) , del 5 maggio 2005 (n.14) e del 7 luglio 2006 (n.17)”. Applausi e peana si levano dalla platea (interessata) degli inquilini delle case popolari e da quella maggiormente intessuta di populismo sociale della sinistra estrema cui fanno eco, con differenti gradazioni di tono, le forze politiche presenti a Palazzo Moffa che, all’unanimità, quella legge l’hanno varata. Ma mai legge regionale ha avuto in sé il seme del danno e della beffa come questa. Con il provvedimento assunto in un’evidente fase di euforia susseguente alla conquista del potere da parte della coalizione di centrosinistra e di oscuramento mentale della pattuglia orfana di Iorio del centrodestra, il valore del patrimonio abitativo dell’Istituto delle case popolari (Iacp) si riduce del 53 per cento: viatico, se permarrà in vita la legge e non saranno apportati i necessari correttivi, al default dell’ente, che della Regione è lo strumento operativo in materia di edilizia pubblica residenziale. Da una lettura appena appena attenta, c’è chi soleva l’illegittimità del provvedimento e, addirittura, chi paventa che rasenti l’illecito. Giudizi che poggiano sul presupposto che così permanendo la legge, si viene a determinare un notevole danno erariale. Non di meno c’è chi chiede su che basi

tecniche e periziali un appartamento, mettiamo, del valore di 36 mila euro possa essere alienato a 17mila? Il danno erariale che ne consegue è del tutto evidente. Motivo per cui è comprensibile la preoccupazione degli apparati tecnici e amministrativi dello Iacp prontamente rappresentata ai vertici regionali con una lunga e articolata dimostrazione di quanto sia insostenibile l’incidenza della legge sull’esistenza dell’ente e della sua attività. E’ stato dimenticato che il fine ultimo della vendita e degli affitti delle case popolari è un modo diretto, ancorché disciplinato dalla legge, di raccogliere provviste finanziarie da reinvestire in nuovi alloggi e non già quello di offrire condizioni di favore agli inquilini e ai possibili altri acquirenti. Dimezzando il valore patrimoniale dell’ente si dimezza anche la possibilità di costruire nuovi alloggi a fronte di una richiesta che cresce e si mostra impellente. Ma chi ha voluto la legge di cui stiamo parlando aveva per obiettivo voti e consensi, tant’è che si va spendendo in riunioni e incontri a magnificarsi e a magnificare gli effetti populisti della legge ( prendiamo il consigliere comunista Salvatore Ciocca: La nuova normativa, di cui sono stato il primo firmatario, ha modificato in maniera sostanziale la disciplina della vendita e della locazione degli alloggi e rappresenta un primo e corposo nucleo di azioni messe in campo da questa amministrazione regionale a reale tutela delle fasce deboli della popolazione).

Che poi lo Iacp da qui a qualche anno debba chiudere i battenti, reso povero e inoperante, qualcuno lo vada a dire a Ciocca e a quanti, con Ciocca, hanno approvato la legge. Applausi e peana, oggi, da chi ne trae vantaggi; fischi e pernacchie, domani, da chi non avrà mai una casa popolare da abitare e da acquistare. E’ il nuovo costume politico che avanza. Dardo

Nessun impianto è stato previsto dal Piano. Si rischia l'infrazione

Rifiuti urbani, troppe le discariche CAMPOBASSO. Dalle analisi della banca dati Mud della Camera di Commercio di Campobasso si evince che nel 2008 in regione Molise sono stati prodotti circa 624 mila tonnellate di rifiuti di cui 487 mila riconducibili alla produzione di rifiuti legati alle attività produttive e 137 mila alla produzione di rifiuti urbani e speciali assimilabili agli urbani. Dalle informazioni divulgate dal Ministero dello Sviluppo Economico si evidenzia che in Molise lo smaltimento in discarica rappresenta la forma principale di gestione dei rifiuti. I dati relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani della regione Molise, in termini di raccolta differenziata, non particolar-

mente performanti nonostante la bassa produzione pro capite, collocano la regione (6,5% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti prodotti) all’ultimo posto nella graduatoria delle regioni per percentuale di raccolta differenziata. A livello nazionale e stata raggiunta quota 30,6%, tuttavia la situazione appare diversificata nelle regioni delle diverse aree geografiche: le regioni del Nord d’Italia sono tendenzialmente quelle più virtuose con percentuali di raccolta differenziata che vanno dal 38,6% della Valle d’Aosta al 56,8% del Trentino Alto Adige, al contrario, le regioni del Sud evidenziano ancora una scarsa attenzione alla gestione differenziata

dei rifiuti. L’ultimo rapporto dell’Arpa Molise sulla gestione dei rifiuti urbani del 2008 cosi recita: “La Regione Molise, calcolando i dati a disposizione per il 2008, e drammaticamente lontana da quell’obiettivo e lo è ovunque, in ogni Comune ed in ogni territorio sovracomunale, senza alcuna eccezione virtuosa o realtà degna di distinguo. Si deve rilevare, infatti, che la discarica è ancora l’unico strumento di gestione dei rifiuti esistente in Molise e che la produzione di Cdr, di Compost, i rispettivi “di qualità”, il recupero per la differenziazione e per il riciclaggio di metalli, di carta e di plastica non sono stati assolutamente im-

plementati, a dispetto di quanto pianificato, e che quindi i numeri e le statistiche riscontrabili sono ben lontani dagli obiettivi programmatici stabiliti. Passi avanti sono stati fatti solo nella raccolta e nella gestione del percolato e nel convogliamento ed utilizzo del biogas. Virtuosismi che sono legati ad un inflessibilità delle autorità di controllo ambientali nei confronti della gestione del percolato e alla chiara convenienza economico impiantistica legata al recupero del biogas quale combustibile idoneo alla produzione di energia”. Da qui l'infrazione europea che deve, ora, trovare una soluzione.


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5 7 settembre 2014

Quando il diavolo e l’acquasanta vanno d’accordo

Pietro Maio - Mauro Natale: il duo della speranza molisana Se le dicono e se le cantano (nel Pd). Voci e pensieri in libertà. Nessuno è d’accordo con nessuno. Tutti hanno una ragione da affermare e un concetto da esprimere. In questo gioco caleidoscopico accade che un veterocomunista delle fattezze ideologiche di Pietro Maio, assessore ai lavori pubblici a Campobasso e dirigente di partito, si manifesti liberista della più bell’acqua. Ecco il suo modello economico, condiviso e apprezzato in uno con il presidente degli industriali molisani, Natale, notoriamente amico e sodale di Frattura (entrambi su versanti diversi praticano la finanza, gli investimenti, l’economia e il guadagno). Ciò che Natale e Maio aspirano a realizzare e suggeriscono venga fatto, è riformare il modello economico regionale ponendo fine all’assistenzialismo clientelare, uscendo fuori dalle società partecipate (morte alla Gam, alla Ittierre e allo Zuccherificio), superando gli enti sub-regionali e dicendo no a tutte le richieste di aumentare il numero di occupati nel pubblico impiego e nelle società collegate alla pubblica amministrazione e alla Regione Molise. Un grande progetto di impoverimento collettivo propedeutico alla ripresa del sistema industriale molisano (a guida Natale), grazie al dirottamento delle risorse pubbliche “in favore delle imprese private che operano sul mercato con le regole della concorrenza e della sana competizione (Sic! – ndr)”. Perché si metta in moto, e si sviluppi, creando posti di lavoro e ricchezza (per tutti). Il comunista-liberista Maio è pronto a spendersi a questo scopo, pronto a dare sostegno al mutamento d’indirizzo dell’economia regionale condividendo con Natale l’assunto che per abbassare le tasse regionali sulle aziende private bisogna diminuire le spese degli enti pubblici con uno snellimento ed una riduzione dei costi di strutture sub-regionali, agenzie e consorzi. C’è da scommettere che con il loro carisma, la loro determinazione, la loro capacità di incidere sul destino del Molise in proiezione futura, ce la faranno. A condizione – dice con una punta di ravvedimento ideologico e programmatico Maio – che “gli industriali comincino a fare la loro parte investendo sul lavoro, sull’innovazione

e sulla competitività delle loro aziende”. Con quali risorse? Facile. Con quelle pubbliche tolte alla società partecipate, agli apparati pubblici, ai consorzi, e alle cianfrusaglie sub-regionali. Il comunista-liberista Maio e il capo degli industriali del Molise, Natale, hanno pronta la ricetta. Basta metterla in atto. Quindi, Frattura non perda tempo a spaccare in due il Mo-

lise mettendo a cuccia l’industria assistita e partecipata (Gam Ittiere Zuccherificio) e dando da mangiare all’industria privata che conosciamo a menadito, che opera sul mercato con le regole della concorrenza e della sana competizione. Sembra vero. Dardo

L'associazione venatoria migratoristi denuncia la delibera della Regione

"Caccia solo per gli intimi?" CAMPOBASSO. L'associazione venatoria ANUU migratoristi, in relazione alla delibera n°416 del 2014, intende prendere le dovute distanze. "Gli accordi presi in sede di consulta regionale alla presenza del Presidente Regionale detentore della delega, non erano questi. Dopo l'assegnazione della delega alla caccia al Dott.Cristiano Di Pietro qualche associazione venatoria in maniera egoistica ha pensato bene di avvicinare l'Assessore per indurlo delegittimando la restante parte del mondo venatorio, a deliberare in gran

carriera la preapertura alla Tortora, avvenuta il 02/09/2014 alle 23.30. Questa operazione così organizzata, ha dato la possibilità esclusivamente a pochi privilegiati che ricevevano rassicurazioni nel momento in cui la giunta approvava la delibera. La delibera in questione tra l'altro fa riferimento alla stagione venatoria 2013/1014, stagione conclusasi ormai già da tempo quindi priva di validità ma la cosa più grave che in caso di contestazioni da parte degli addetti alla vigilanza venatoria ai cacciatori durante l'attività venatoria sarà complicato dimostrare il contrario. Per queste ragioni intendiamo prendere le distanze dalla delibera, provvedendo ad informare i propri soci delle possibili conseguenze che vanno incontro".




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Campobasso

7 settembre 2014

In tempo di deflazione, una bimba molisana allo Zecchino d’Oro, è un serio motivo di orgoglio Niro e Totaro, si sono prontamente mobilitati Che una bimbetta molisana possa avere un qualche talento canoro, e per questo possa arrivare a far parte del coro dell’Antoniano di Bologna, allo Zecchino d’Oro, fa certamente piacere. Ma che per questo suo “traguardo” canoro entrino in scena le istituzioni e gli uomini della politica (sempre più spicciola e dozzinale) anche al più scettico delle persone appare eccessivo. Eccessiva, infatti, per retorica la dichiarazione ufficiale del presidente del consiglio regionale (Esprimo, a titolo personale e a nome del Consiglio, tutto il mio compiacimento , unitamente all’augurio di conseguire il risultato più prestigioso, a Claudia Verrillo, la bambina originaria di Rotello, che ha superato la selezione per partecipare alla fase finale dell’affermatissima manifestazione dello Zecchino d’Oro. Sono convinto che Claudia, di appena otto anni, unica rappresentante del Molise, saprà farsi rispettare e onorerà appieno la nostra Regione, magari conquistando un significativo e onorevolissimo obiettivo, così come ha saputo fare a Castrocaro ove ha ottenuto il primo posto nella categoria “baby”. Oltre alle felicitazioni vorrei rivolgere a Claudia e ai suoi familiari anche le espressioni di gratitudine <sì, nel comunicato è scritto proprio così: gratitudine! – ndr> per questo traguardo che vede la nostra realtà cimentarsi in una rassegna che nella sua lunghissima storia non ha visto, tra i finalisti in gara, molti molisani). Non di meno, trasuda enfasi, la dichiarazione del capogruppo del Pd alla Regione. Francesco Totaro (E' sempre un piacere potersi complimentare con un talento artistico molisano, che si distingue su scala nazionale e che porta in alto l'onore

della nostra terra. Con gran gioia, mi congratulo con la piccola Claudia Verrillo di Rotello che in questi ultimi mesi ha portato in alto la bandiera del Molise, con i suoi strabilianti risultati nei concorsi canori nazionali dedicati ai bambini a cui ha preso parte. Infatti Claudia dopo aver superato tutte le selezioni regionali e nazionali dello Zecchino d'Oro, all'Antoniano di Bologna, ha ricevuto l'ufficialità della sua inclusione nel coro dei 14 bambini che canteranno nella più popolare tra i cori italiani di bambini, riportando dopo anni un piccolo molisano nel gruppo. Un anno straordinario quello di Claudia, che lo scorso 27 maggio si è anche classificata al primo posto al Castrocaro Baby, altro concorso nazionale, sbaragliando le altre concorrenti, tutte tra gli otto e i dieci anni e ricevendo una vera ovazione da parte del pubblico.Vivissimi complimenti, dunque, a Claudia ed alla sua famiglia, sempre presente con amore ed affetto al suo fianco, con l'auspicio che questi che stiamo raccontando saranno soli i primi di una brillante carriera nella musica nell'arte”). Prediamo atto. In una situazione di deflazione, basta poco per essere orgogliosi, grati e riconoscenti. Basta che una brava ragazzetta molisana si faccia valere allo Zecchino d’Oro per muovere i sentimenti degli uomini delle istituzioni e della partitocrazia. D’altronde, se si guardano intorno avvertono di vivere in un deserto e di essere anime in pena. Merito della piccola Claudia Verrillo averli rimossi da questa loro condizione. Alla quale va il nostro applauso. Dardo

Claudia Verrillo finalista allo Zecchino d’oro La bambina di Rotello, 8 anni, rappresenterà il Molise al “festival dei bambini” in programma a novembre allo storico cinema- teatro “Antoniano” di Bologna Dopo aver sbaragliato il campo a Castrocaro Terme, in provincia di Forlì, nell’ambitissima manifestazione canora “Vocine nuove 2014”, nello scorso mese di maggio, nella categoria “baby”, con la canzone “Minuetto”, località nella quale è dovuta tornare lo scorso trenta agosto per “incassare” il premio consistente nella incisione di una canzone, Claudia Verrillo, la bimba di otto anni originaria di Rotello, conquista un posto al sole nel “festival dei festival” riservato ai bambini, rappresentato nel nostro Paese, da oltre mezzo secolo, dallo “Zecchino d’oro”. La notizia è freschissima ed è

giunta decisamente gradita alla famiglia e agli amici, al termine di una durissima selezione, svoltasi in questo inizio di settembre e che ha visto ai blocchi di partenza un numero considerevole di candidati all’appuntamento finale. Un traguardo prestigioso per Claudia che lotterà per coronare un sogno, unitamente ad altri tredici concorrenti, maschietti e femminucce dell’età compresa tra 4 e 10 anni, di altre realtà regionali, scelti per la finalissima che si disputerà, come è ormai tradizione e consuetudine, presso lo storico, conosciutissimo e famosissimo cinema-teatro “Antoniano” di Bolo-

gna, nel quale si sono cimentati migliaia di cantanti in erba alla ricerca, oltre che del divertimento momentaneo, del viatico che porta

ad una professione, quella di cantanti e non solo, in grado di assicurare un futuro di celebrità e di benessere. Claudia Verrillo, dunque, sarà chiamata a tenere alti i colori della nostra Regione, essendo l’unica rappresentante del nostro piccolo territorio che, per la verità, solo raramente riesce ad esprimere validi aspiranti finalisti, in una rassegna di tale livello, in grado di battersi per il titolo nella competizione conclusiva. Un traguardo, quello che è stato raggiunto da Claudia, che premia, oltre che la sua straordinaria bravura, figlia di una rigida applicazione, ma anche di un particolare dono di madre natura, gli innumerevoli sforzi e sacrifici ai quali si stanno sottoponendo i genitori, Donato e Anna Lemme, che accompagnano la piccola in lungo e in largo per i sentieri dell’amata Italia, per assecondare i desideri di una creatura che ha mostrato di avere i numeri a sufficienza per imporsi, a tale livello, dappertutto. Claudia Verrillo, al rientro dal capoluogo emiliano ove sta comple-

tando le prove, unitamente agli altri scolari del Molise, dovrà preoccuparsi di affrontare un nuovo anno scolastico, per frequentare la quarta elementare, ma il suo sguardo e le sue attenzioni sono rivolti fissi verso Bologna, ove, nel prossimo mese di novembre, metterà in vetrina le sue meravigliose doti canore che saranno ammirate da tutta la penisola e, perché no, da tutto il mondo, visto e considerato che la gara sarà proiettata in tutto il pianeta, grazie ai modernissimi e tecnologicissimi mezzi di comunicazione. Archiviato l’ottimo successo di Castrocaro e messo in cassaforte il primo trofeo, si spera adesso di continuare sulla strada della vittoria e, quindi, mettere in riga all’ “Antoniano” tutti gli altri sfidanti della 57^ edizione della rassegna canora più importante e suggestiva italiana , appunto “Lo Zecchino d’oro”. Ed è ciò che auguriamo alla dolcissima e bravissima Claudia alla quale tutti i molisani assicurano, sin da ora, il loro pieno sostegno, calore e incitamento.


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Campobasso

7 settembre 2014

Sulla “Mensa degli Angeli papa Francesco”, le precisazioni del vescovo “La mensa degli Angeli Papa Francesco” . Un servizio di carità indispensabile per la città di Campobasso al centro di una "sterile ed infruttuosa" polemica da parte dell'opposizione del consiglio comunale di Campobasso. Un attacco aperto alla Curia di Campobasso: “La Curia affitta i propri locali e poi chiede di utilizzare le strutture comunali per i servizi”. Queste le affermazioni dei consiglieri comunali di minoranza, dunque è necessario ribadire, come già fatto dal vescovo di Campobasso –Bojano monsignor GianCarlo Bregantini nella trasmissione televisiva in onda su Telemolise, “ Il seme della speranza" che «la Curia e la Diocesi si occupano prevalentemente di opere di carità e i soldi degli affitti vanno a colmare vuoti giganteschi nel campo caritativo lasciati aperti anche dalle amministrazioni comunali e se è stato chiesto quel luogo è perché la Diocesi non possiede locali idonei per una simile esigenza». Quattro i punti ribaditi dal vescovo Bregantini: 1. Il mancato appoggio ad un gesto benevolo del neo Sindaco insediatosi alla vigilia della visita di

papa Francesco, 2. L’opera della mensa è valida perché risponde ogni girono a circa cinquanta ospiti in gravi difficoltà economiche; 3. La mensa è spazio di solidarietà e carità cristiana per cui accanto alle sterili polemiche di “certa politica” per motivi personalistici la città registra invece una vastissima area di solidarietà quotidiana poiché molta gente porta ogni girono

graditi doni come pane, carne, pesce, viveri in genere, 4. Il vescovo invita i consiglieri che hanno sollevato obiezioni a venire a sedersi a mensa con i poveri per gustare il “profumo della carità fraterna”. Certamente la straordinarietà dell'evento della visita del Papa ha portato ad accelerare un progetto che era nel cuore dell'Arcivescovo e della Diocesi tutta; un servizio

che ha trovato una accoglienza favorevole della città, al di là degli schieramenti politici e che ora diventa oggetto di discussione. «E' facile criticare- ha ribadito il vescovo- vengano invece i consiglieri a condividere con noi questo mensa, vengano a mangiare alla mensa» per ascoltare i problemi degli ultimi, lasciati in balia di se stessi in una città dove è facile la polemica ma difficile la capacità di

costruire. Il volontariato, come al solito e per fortuna, va a colmare i vuoti istituzionali nel campo della solidarietà sociale. «Di certo -si augura il vescovo- si perfezionerà la convenzione tra la Caritas e il comune di Campobasso per un servizio offerto gratuitamente a tanti, forse troppi, cittadini che non riescono ad "arrivare a fine mese. Va precisato che la Curia non ha nulla in contrario per una definizione dell’affitto proprio perché è grata fin dall’inizio all’amministrazione comunale per il dono dell’immobile Ma fare polemica per il gusto dell'attacco pseudo politico è da deprecare». Dovrebbe essere arrivato il tempo, e le parole di papa Francesco sono state chiare, dell'unità, della condivisione, per camminare verso il bene comune dei cittadini e dei cristiani. La presenza di una mensa per i meno abbienti è un servizio che mancava a cui la chiesa locale insieme al comune, forse grazie alla provvidenziale venuta di papa Francesco, ha trovato una sua rapida risoluzione, a dispetto della burocrazia e delle polemiche. Insomma una questione che non ci si sarebbe mai aspettati!

LE REAZIONI.

Coralbo replica a Bregantini: “Un asilo nido comunale ha la stessa dignità di una mensa Caritas”

Cancellario ribatte: “Da uomo di chiesa si intromette in una vicenda politico amministrativa”

Battista: “Ho agito in buona fede” , D’Anchise: “Preferisco la riapertura dell’asilo”

“Polemica sterile e populismo spicciolo quello dell’arcivescovo Bregantini”. E’ aspro il commento di Michele Coralbo capogruppo di Polo Civico e primo firmatario della mozione sulla struttura di Monte San Gabriele, un tempo asilo nido comunale, ora affidato alla Caritas senza la sottoscrizione di un accordo formale tra l’amministrazione comunale e l’ente religioso. “L’arcivescovo non può mortificare la sovranità e l’indipendenza del Consiglio comunale che ha l’obbligo, non solo legale ma anche morale, di trattare ogni atto nelle dovute forme; nessuno ha mai messo in discussione la lodevole azione promossa dalla Caritas, a livello internazionale, in generale, e a livello locale, in particolare ma, l’affidamento di beni e servizi, a prescindere dalla finalità, così come previsto per legge, va trattato nelle sedi competenti ovvero il Consiglio comunale. In nome della carità non si può prevaricare la legge, con facile populismo non si possono superare le regole. L’amministrazione comunale - prosegue Coralbo - che affida alla Caritas uno stabile a titolo gratuito è attore e complice di un sistema che sta esasperando i cittadini, tra l’altro, tartassati in maniera ingiusta e spropositata, un sistema che sta generando una categoria di nuovi poveri costretta a mangiare tra i banchi della Caritas. L’amministrazione dovrebbe preoccuparsi in maniera seria di garantire condizioni di vivibilità dignitose a tutti i cittadini mentre il clero dovrebbe preoccuparsi della cura delle anime mettendo a disposizione anche le proprie strutture e i propri mezzi per operare in tal senso senza sottrarre spazi comunali a servizi essenziali per i cittadini. Sono convinto - conclude il consigliere Coralbo - che un asilo, luogo di incontro e di crescita dei bambini, abbia la stessa importanza e la stessa dignità di un servizio mensa che potrebbe essere ospitato nelle già presenti strutture Caritas”.

“Apprendo con stupore e amarezza l’intervento dell’arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini, che ha innescato una polemica contro le minoranze di Palazzo San Giorgio”: ad affermarlo il consigliere comunale Marialaura Cancellario. “Nessuno mai ha messo in discussione la lodevole iniziativa della ‘Mensa degli Angeli Papa Francesco’ e la preziosa attività svolta dalla Caritas – ha proseguito Marialaura Cancellario –, ma noi siamo stati chiamati a essere i garanti dei cittadini, di fronte ai quali non possiamo tirarci indietro nel difficile ruolo dell’opposizione. Purtroppo, quello che si evince dalla nota stampa di Sua Eccellenza Bregantini è la sua intromissione, da uomo di Chiesa, in una vicenda politico-amministrativa della città di Campobasso. Il problema è che le parole dei consiglieri comunali di minoranza sono state travisate ed estrapolate da un concetto molto più ampio. Come gruppi di minoranza avevamo presentato una mozione sull’argomento, perché noi volevamo delle risposte dal primo cittadino. Abbiamo chiesto al sindaco Antonio Battista come mai alla data del consiglio comunale di martedì scorso ancora non fosse stato sottoscritto un accordo tra il Comune di Campobasso e la Curia arcivescovile di Campobasso-Bojano, che sugellasse ogni aspetto normativo dell’intesa, sia dal punto di vista amministrativo che da quello di ogni eventuale responsabilità in sede civile e penale. Le sterili polemiche, come le ha definite Bregantini che ha attaccato a mezzo stampa le minoranze a Palazzo San Giorgio, non ci appartengono, perché noi lavoriamo per il bene dei cittadini. Accetto, comunque – ha concluso Marialaura Cancellario – , l’invito di Bregantini di sedermi a mensa con i poveri, visto che ho trascorso gran parte della mia vita a servizio delle persone più bisognose”.

“Ho agito in perfetta onestà e in estrema buona fede assistito dalla struttura comunale ”. Il sindaco Antonio Battista ritiene che l’affidamento dell’immobile di via Monte San Gabriele alla Caritas sia servito a riqualificare una struttura chiusa che sarebbe rimasta abbandonata e che l’arrivo del papa abbia solo accelerato l’iter amministrativo che però adesso deve essere messo in ordine e completato. La convenzione tra la Caritas e il Comune è ancora in fase di preparazione ma Battista è convinto che si troverà un accordo che, una volta siglato, servirà a realizzare una serie di servizi utili alla città di Campobasso in grado di centrare gli obiettivi dell’ambito del Piano sociale. “La Caritas – ha precisato il sindaco - ha già fatto delle proposte all’amministrazione che, ovviamente, prevedono un piano di gestione e di investimenti, sono sicuro che dall’accordo tra Caritas e Comune nascerà un servizio per i più deboli e prezioso per l’amministrazione che così potrà gestire situazioni difficili che aumentano di giorno in giorno”. Decisamente diversa è la posizione di Maurizio D’Anchise che invece preferirebbe la riapertura della struttura come asilo comunale. D’Anchise, ora consigliere di maggioranza eletto con i Comunisti Italiani, è stato “l’ideatore” dell’asilo di via Monte San Gabriele durante l’amministrazione Di Fabio in qualità di assessore all’Infanzia. D’Anchise che aveva potenziato i servizi dell’asilo lasciandolo aperto anche d’estate, ha mal digerito la chiusura della struttura ed ora l’affidamento alla Caritas. “Se non si chiudesse l’accordo e se ci fosse un ripensamento da parte dell’amministrazione, sarei contento – ha commentato - perché è inammissibile lasciare che siano i privati a gestire i nidi”.


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Termoli

7 settembre 2014

Scuola, radon e amianto Ancora un intervento dell'associazione La Giusta scuola sulla situazione in atto TERMOLI. Un intervento a gamba tesa dalle attiviste dell’associazione “La giusta scuola” che tornano a parlare di radon e amianto e della loro presunta presenza negli istituti scolastici cittadini. Nell’occhio del ciclone vi finiscono, quindi, non solo i plessi di via Tremiti e di via Po’ ma anche la Schweitzer e lo stesso Nautico che, per motivi vari, anticipano e aprono non poche discussioni. Partiamo proprio dal radon che per Susy e Deborah de “La Giusta scuola” è la priorità: “Senza creare allarmismi ma puntando alla prevenzione, dobbiamo ricordare che nei bambini il gas radon è la prima causa per tumori ai polmoni, un dato che tutti devono tenere bene a mente quando ci ritroviamo a parlare della sua possibile presenza nelle nostre scuole”. Un punto cardine d’avvio discorso, soprattutto perché “la misura di concentrazione media annua di radon in aria è obbligatoria nei locali interrati ed eventualmente semiinterrati dei luoghi di lavoro, degli asili nido e scuole materne e

dell’obbligo”; ciò lo evidenziano le normative vigenti e chiama ogni “esercente di attività” a tenere sotto controllo il gas stesso. “Lo scorso 25 febbraio sono stati posizionati dei dosimetri da parte di una ditta esterna presso alcuni plessi cittadini (via Po’ – elementare, la scuola dell’infanzia e l’asilo comunale), sempre grazie al nostro impegno, e in quella sede ci fu con-

Fermo pesca, i soldi del 2013 Dopo un anno risarciti i pescatori. Per la Venittelli "un ritardo inaccettabile" TERMOLI. “E’ finita l’attesa degli armatori e degli operatori marittimi della pesca produttiva molisana, entro metà settembre il Mipaaf erogherà loro finalmente l’indennizzo per il fermo 2013”. Ad annunciarlo è l’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli. “Tra poco più di due settimane si concluderà il fermo biologico 2014, precisamente il prossimo 22 settembre. Purtroppo, per la categoria armatoriale il Ministero delle Politiche agricole non eroga ancora gli indennizzi per la sospensione dell’attività di pesca imposta nell’estate 2013, che videro i motopescherecci della flottiglia adriatica molisana agli ormeggi dal 6 agosto al 17 settembre, oltretutto unica marineria regionale a non aver avuto questo ristoro economico. Nonostante le recenti rassicurazioni la procedura si era arenata, ma ora l’attesa sta per finire”. La parlamentare democratica Laura Venittelli ha contattato ripetutamente, dallo scorso mese di luglio fino a pochi giorni fa, il direttore generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del dicastero di via XX settembre, dottor Riccardo Rigillo, chiedendo la ragione di questo ritardo ritenuto inaccettabile ed ottenendo in maniera risolutiva l’erogazione degli indennizzi per gli operatori marittimi molisani. “Il dottor Rigillo ha comunicato come i mandati siano stati sottoscritti due giorni fa, mercoledì 3 settembre e che la fase finale della Ragioneria Generale dello Stato si concluderà entro 7 giorni”. L’auspicio dell’onorevole Venittelli è che per le indennità del fermo che terminerà il 22 settembre i tempi saranno ragionevolmente più celeri.

fermato che dopo sei mesi sarebbero stati messi a disposizione di tutti i risultati di questo primo step. Dove sono? Come sta andando il monitoraggio? Perché a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico c’è tanto silenzio?”. Un dubbio che assale le combattive donne e mamme dell’associazione “La giusta scuola” e sposta l’attenzione in via Tremiti perché: “si

parla tanto della riapertura del plesso, ma sono state fatte le bonifiche?”. “Siamo indietro, troppo indietro – precisa Susy – perché siamo l’unica, se non la sola, regione italiana sprovvista di mappatura della presenza di radon sul territorio e che prende sottogamba lo stesso gas naturale”. Altra annosa questione è quella della presunta presenza di amianto nel tetto della palestra della scuola Schweitzer: “ebbene – evidenziano le nostre interlocutrici – qui le voci sono due e discordanti perché da un lato ci sarebbe una perizia che evidenzia la presenza di amianto nel plesso e dall’altro la sua smentita. In realtà, secondo una nostra perizia svolta da un tecnico a fine anno scolastico, e con l’avvallo del consiglio d’istituto, parrebbe che la copertura (e quindi presenza) di amianto sul tetto della Schweitzer sarebbe parziale, per cui ogni misurazione per essere attendibile dovrebbe essere svolta in modo minuzioso. Purtroppo, anche su questo fronte, dobbiamo registrare la stasi totale delle questioni: per-

ché non si nomina un perito esterno e si provvede a una misurazione accurata prima che i nostri figli vanno a scuola?”. Piccolo e fulmineo passaggio alle note vicende dell’istituto Nautico: “è l’unica (o quasi) scuola – affermano – in tutta la Regione frequentata anche dalle altre regioni limitrofi, non dimentichiamo che sono abbandonate le dotazioni laboratoriali, il cui valore è stimabile in circa 200 mila euro, per non parlare del patrimonio librario composto di circa ottomila volumi infine, è anche noto che l’edificio è un bene che appartiene al patrimonio pubblico. Perché lo si è definito inagibile e lo si vuole (s)vendere?”. Da un interrogativo: “perché non esiste un censimento della presenza di amianto a Termoli?”, al termine dell’incontro, nasce anche un’ultima proposta: “Chiediamo al sindaco Sbrocca di metterci le mani e realizzare un censimento quanto prima: siamo la seconda città per abitanti del Molise e siamo una di quelle più indietro: basta con questo trend”.

La città pulita al Comune costa annualmente questa cifra

Rifiuti, sei milioni la spesa TERMOLI. Nel prossimo novembre saranno trascorsi già sei anni dall’introduzione della raccolta differenziata a Termoli. Nei sei mesi che andarono dall’autunno 2008 alla primavera 2009 in quattro step progressivi venne coperto tutto il territorio urbano, periferie e agri compresi. Da quella data molto è cambiato nella gestione dei tributi locali, ormai vero e proprio spauracchio per famiglie e imprese. Nella giunta del 21 agosto scorso l’amministrazione Sbrocca ha deliberato il Pef 2014, basato sulle indicazioni della Teramo Ambiente, società che dall’agosto 2008 ha preso in carico la gestione dell’igiene urbana, con il compito proprio di organizzare e promuovere il porta a porta.Ai cittadini termolesi e alle attività sarà chiesto di contribuire al 100% – come imposto dalla legge anche nella versione della nuova Imposta Unica Comunale – per la copertura del costo del servizio, che a conti fatti vede spendere 6.200.711,74 euro, all’incirca 12 miliardi delle vecchie lire, esattamente mezzo milione e spiccioli al mese. Ma per ottenere quali risultati? Nel 2013, ultimo esercizio a cifre globali, sono stati raccolti rifiuti differenziati per 8.717,73 tonnellate, pari al 54,32% dell’immondizia prodotta in città. Ogni residente produce poco più di 700 grammi al giorno, per un totale annuo di 260,32 chili, a cui vanno aggiunti i rifiuti indifferenziati. La frazione maggiormente conferita è l’umido, con 3.142 tonnellate, seguito dal vetro (1.245) e dagli sfalci, un altro migliaio di tonnellate abbondanti. Gli obiettivi che l’ammini-

strazione comunale si propone di raggiungere nel ciclo integrato dei rifiuti, riportati nell’articolo 6 del contratto d’appalto con il Gestore, sono : un sistema di relazioni con l’utenza che si basi sul principio della migliore conoscenza dei comportamenti per la partecipazione diffusa al raggiungimento degli obiettivi di progetto; un aumento generalizzato dell’efficienza sia del sistema di raccolta rifiuti sia dei servizi di pulizia; il miglioramento dei risultati raggiunti in tema di raccolta differenziata a livello quantitativo, aumentando la percentuale di raccolta differenziata, ed a livello qualitativo, aumentando la qualità del materiale raccolto in modo differenziato ed avviato al riciclo; un sistema di relazioni con il Gestore che si basi sul principio della responsabilità condivisa e della continua collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti precedenti. Inoltre l’Amministrazione Comunale si pone i seguenti obiettivi aggiuntivi: raggiungere la copertura completa dei costi dell’intero ciclo dei rifiuti (raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani) ed affidarne la gestione ad un unico Gestore; secondo i propri programmi d’intervento socio – assistenziali e alla disponibilità finanziaria, accordare a soggetti che si trovano in condizione di grave disagio sociale ed economico un sussidio/contributo per il pagamento totale o parziale del tributo; la riduzione della produzione di Rifiuti urbani attraverso la promozione e la valorizzazione della pratica del compostaggio domestico dei cittadini, come strumento per l’auto-smaltimento dei rifiuti organici; il potenziamento dei servizi di

raccolta durante il periodo estivo di maggiore affluenza turistica. Gli interventi principali che l’amministrazione comunale intende proporre, in coerenza con gli obiettivi indicati nel paragrafo precedente e con le proposte, contenute nel documento di indirizzo “Analisi dei risultati conseguiti dal Comune di Termoli nella raccolta differenziata e proposte per l’incremento”, si possono riassumere secondo il seguente schema: Delocalizzazione dell’attuale Centro di Raccolta, ubicato in via Arti e Mestieri, nell’ambito della zona industriale sud della città. Acquisto di un sistema mobile attrezzato per l’esecuzione della raccolta differenziata. Acquisto contenitori per la raccolta differenziata della plastica. Potenziamento dei servizi di raccolta del rifiuto indifferenziato sul lungomare durante il periodo estivo. Potenziamento dei servizi di raccolta della plastica sul lungomare e nel Centro cittadino, durante il periodo estivo. Potenziamento dei servizi di raccolta del rifiuto organico su tutto il territorio cittadino dal 15 giugno al 15 settembre.Alcuni sono integralmente coperti da finanziamenti, concessi dalla Regione Molise, che ha ritenuto di dover premiare gli importanti risultati raggiunti dal Comune di Termoli rispetto al più ampio contesto regionale. L’amministrazione comunale, inoltre, nei prossimi anni sarà impegnata per migliorare ulteriormente le campagne di comunicazione, informazione e sensibilizzazione verso l’utenza, soprattutto legate al conseguimento degli obiettivi previsti di raccolta differenziata.


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Termoli

7 settembre 2014

Termoli flagellata dalla pioggia TERMOLI. La pioggia improvvisa di questo primo sabato di settembre sta preoccupando non poco i cittadini di Termoli. Ancor più quelli di Rio vivo che registrano già principi di allagamento con i canali che iniziano a riempirsi mentre la pioggia continua a scendere copiosa. Ad ora non si registrano danni ma solo violente scariche di pioggia seguite da un forte vento. Secondo le prime segnalazioni pare che in centro siano già saltati i tombini, soprattutto nelle “aree note” di viale Trieste e via Padova (dove si registra il tempestivo intervento degli uomini della Polizia municipale e Vigili del fuoco); non va meglio in centro, dove si è in stato d’allerta per quella che pare essere una vera e propria bomba d’acqua. Grossi disagi sia sul Lungomare nord (lettori segnalano il suo esser allagato con autovetture in transito su entrambi i sensi di marcia) e al terminal bus che appare minacciato dal fango. Chiuso dagli uomini della Municipale l’accesso a via Magellano sia dal Lungomare che da via Maratona. Da zona stazione si registrano sospensioni dei servizi di telefonia fissa in varie aree con alcuni cittadini che segnalano l’ammanco dei rifornimenti di energia elettrica e danneggiamenti a router internet, personal computer ed alcuni elettrodomestici a seguito della scarica di alcuni fulmini.

Allagamenti e acqua alta dappertutto. Non pochi i danni

L'intervento

Lavori al Corso? Distrutta l'anima della città di Antonio Smargiassi Una incomprensibile mania distruttiva sembra avvolgere il destino di questa nostra Città. Dopo la eliminazione della Villa del Popolo in Piazza S. Antonio, di rara bellezza, e della fontana dalle sei cannelle di Piazza Regina nel corso degli anni ’50, i gioielli’ di recente restituiti ai cittadini sono la ‘scalinata a chiocciola’ che conduce al porto e la `riqualificazione del lungomare con pista ciclabile’• per la prima non c’è mai stato un giudizio positivo, per la seconda non si fa altro che parlare di spreco di denaro pubblico e di complicazione del traffico. Senza poi dire del numero degli appassionati di bicicletta che l’hanno giornalmente percorsa durante l’estate, inferiore alle dita di due mani, e che la percorreranno dall’autunno alla primavera, sicuramente inferiore a quelle di una mano. A lato una fettuccia di strada supertrcdficata e la rabbia e le imprecazioni degli automobilisti. Si tralascia il resto, per rimanere in tema: attuale, importante e di primario interesse per quanti hanno a cuore la Città e la sua storia. I lavori di cui si è detto andavano completati e lo si è fatto con un colpo gobbo: la cosiddetta `riqualificazione’ di Piazza Vittorio Veneto e del Corso Nazionale, degna di un racconto su come si possono distruggere cento anni

di storia locale. La prima: eliminazione del verde, anche quasi secolare come le palme, e dei costosissimi lampioni in ghisa, smantellamento della pavimentazione in quarzite, nuova pavimentazione e a livello una fontana, tra l’altro pericolosissima per i bambini, con trenta getti d’acqua illuminati mentre dei cinque mini-getti della Fontana Monumentale’ ai piedi della scarpata uno solo è attivo. Non ci vuole molta fantasia per immaginare l’allucinante atmosfera che avvolgerà Piazza Monumento e il suo futuro: deserta di giorno e luogo di vandalismo di notte. Niente di meglio per lo storico Corso Nazionale, parte integrante con la Piazza del primo Piano Regolatore della Città risalente al 1888. In sintesi: eliminazione dei marciapiedi e un’unica isola pedonale a livello dell’attuale asfalto, alberi piantumati a zig-zag al centro della stessa tra blocchi di cemento inamovibili denominati Vivanoni’ che metteranno, come in un film `horror’, la parola `fine’ al rito dello struscio, al secolare passaggio delle processioni e delle bande, alle sfilate, ai cortei e ai raduni d’auto d’epoca. Il surreale al posto della tradizione e della storia. Un assetto, che se attuato, anziché agevolare il transito dei mezzi di pronto intervento lo complicherà con danni allo stato non valutabili. Il Centro storico aveva sicuramente bisogno di un

res&ling, ma non di uno stravolgimento che verrà a costare, compreso altre opere tra le quali le fognature, 1.300.000 euro. E per essere più chiari: il Centro non è stato distrutto da un bombardamento per cui o se ne realizza uno del tutto nuovo, compresi gli edifici, in linea con le attuali tendenze urbanistiche, oppure gli interventi devono restituirlo al contesto storico-urbanistico del tempo. Il Corso Nazionale andava ripavimentato ma per farlo bastava mettere l’occhio su alcune cartoline dei primi decenni del Novecento: si trattava di recuperare il passato non di fare un’opera nuova che va a cozzare con un contesto il quale ha assunto una precisa configurazione tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del secolo scorso. Lo stesso vale per l’illuminazione: i fanali d’epoca avrebbero dato, e daranno in caso di modifiche, un’atmosfera calda e accogliente. Questo è accaduto e accade in quelle città più o meno grandi dove, sotto il profilo urbanistico, si cerca di recuperare il passato e di esaltarlo, non di cancellarlo; città dove la cultura non è soltanto un termine di circostanza, ma ha un senso e un significato, L’auspicio è che il Sindaco Sbrocca e la Giunta vogliano fermare questo scempio, trovare e proporre soluzioni in linea con la storia urbanistica di questa nostra non fortunata Città”

"Zuccherificio, riparliamone" Le Rsu sindacali dello stabilimento puntano al rilancio della struttura TERMOLI. Vogliamo sbilanciarci. Ci sarà futuro per lo Zuccherificio del Molise e per la filiera bieticola nel Centrosud? Riteniamo di sì e non solo per le positive notizie giunte in queste sei settimane sul fronte dei ricevimenti e dei conferimenti di barbabietola sul piazzale dello stabilimento saccarifero di contrada Pantano Basso. L’attività di trasformazione, come riportato giorni addietro, è ancora in piedi e terminerà la prossima settimana, quando le ultime tonnellate di radici sarà bruciata per estrarne il saccarosio, ma le organizzazioni sindacali agro-alimentari di categoria si stanno già muovendo perché a settembre si decidono buona parte dei destini produttivi della campagna 2015, con gli impegni da siglare sulle semine anticipate autunnali. Per questa ragione i rappresentanti sindacali eletti in fabbrica delle tre sigle di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil hanno sottoscritto ieri una richiesta di incontro urgente indirizzata all’amministratore unico Francesco Fusco, al procuratore speciale Nicola Baranello, al governatore Paolo di Laura Frattura, all’assessore regionale all’Agricoltura Vittorino Facciolla e all’ingegner Dario Poltronieri. “La scrivente Rsu, in considerazione dell’imminente conclusione della campagna saccarifera 2014, chiede un incontro al fine di tracciare un bilancio riassuntivo e la programmazione della campagna 2015 sia per quanto riguarda la manutenzione che per le semine”.



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