6 settembre 2013

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6 settembre 2013

I sindacati denunciano le tensioni con l'azienda per i licenziamenti

"Alla ex Cattolica solo ricatti" CAMPOBASSO. Per la fondazione nessuna soluzione al licenziamento. Così perentoriamente si sono presentati i rappresentanti di tutte le sigle sindacali al tavolo della conferenza stampa convocata stamane. " Possiamo definire chiusa la fase di perlustrazione con un risultato negativo, quello di un mancato accordo. Avevamo proposto una soluzione che non generava un impegno di risorse. Ricordiamo anche i fondi generati dalla formazione on the job, ma ad oggi non nessuna notizia su come siano stati usati. Vogliamo ricordare a tutti che recentemente, attraverso referendum, si era votato positivamente il contrato di solidarieta, ma tale procedura non è mai stata avviata senza una motivazione chiara e definita". Altro dato rilevante è che la Fondazione ha rigettato la cassa integrazione proposta dalla Regione, preferendo comunque il licenziamento. " La ex Cattolica - continuano i rappresentanti dei Sindacati - nonostante l'accordo di solidarietà ha addirittura preferito non garantire la restituzione delle somme generate dal contratto di solidarietà. Facemmo uno studio sul personale minimo da collocare e risulta quello attuale indispensabile all attività. A fronte di ulteriore richiesta di posti letto, ancora neanche riesce a riempire quelli che ha. Poi se ciò dovesse accadere senza quel personale non potrebbe catara torre i livelli minimi di assistenza. Coinvolgeremo anche altre istituzioni compreso l' ispettorato del lavoro". Su 45 nominati nelle lettere di licenziamento, 25 hanno mandato certificato medico di assenza, mandando in tilt la struttura. A causa di tali disagi si ricomincerà ad andare

fuori regione, nonostante le grandi tasse che i molisani continuano a versare alle casse." Dal 2010 ormai è sopravvivenza, senza programmazione senza ipotesi di crescita.Già si sono persi 100 posto di lavoro di lavoratori a termine. Se invece di pensare a chi deve fare cosa, si lavorasse attorno ad un progetto serio, non assesteremmo più a questa emorragia di lavoro. La politica oggi non si sta occupando si questo problema nel modo in cui dovrebbe.In qualità di sindacati riteniamo che l'accordo sottoscritto dopo il referendum anche in refettra non po' essere disdegnato dalla fondazione unilateralmente.Un accordo sottoscritto deve essere rispettato ed applicato altrimenti procederemo con attività anti sindacale, in quanto frutto di percorso costruito con la fondazione e con le altre parti. Chiederemo ai giudici se questo comportamento è contrattualmente corretto. La fuga di medici e professionisti fa intendere anche come la ex Cattolica voglia andar via". In alcuni

caso non ci sono più i farmaci per curare i pazienti La regione si dice disponibile alla cassa integrazione in deroga, con Petraroia, ma la fondazione non ha accolto tale eventualità. " Se la fondazione ha un piano di rilancio, si potrebbe anche ragionare di sacrifici, ma in un tale clima di confusione non è percorribile. Non si accetta la cassa integrazione che potrebbe garantire ancora 8 mesi di lavoro. Chiederemo alla direzione sanitaria le turnazioni, le coperture dei turni, per verificare gli standard necessari. Se si accetta la cassa integrazione e si ritirano i licenziamenti siamo disposti a riaprire un tavolo tecnico con l'azienda. Altrimenti siamo dinanzi ad un ricatto e nulla più". Non c'è più serenità dei lavoratori, e la conseguenza è che ne risente anche l'andamento aziendale. Dai sindacati viene chiesto anche di rivedere i requisiti per gli accreditamento ed attendono una convocazione urgente dal governatore.

Taglio di fondi: Unimol compatta contro Frattura L’Ateneo ribadisce le considerazioni espresse dagli Organi Accademici in merito alla cancellazione del finanziamento dell’APQ "Innovazione e ricerca universitaria" Con riguardo al comunicato pubblicato sul sito della Regione Molise, con il quale il Presidente architetto Paolo Di Laura Frattura, il vicepresidente della Giunta regionale, Michele Petraroia, e gli assessori regionali, Vittorino Facciolla, Pierpaolo Nagni e Massimiliano Scarabeo hanno inteso replicare al documento approvato in data 3 settembre 2013 sia dal Consiglio di Amministrazione dell'Università degli Studi del Molise che dal Senato Accademico, con il quale si manifestavano stupore e delusione per la cancellazione del finanziamento dell'APQ "Innovazione e ricerca universitaria", l’Ateneo, astenendosi dall'entrare nel merito degli “apprezzamenti” di tipo personale rivolti al Rettore Prof. Cannata, ribadisce le considerazioni svolte nel predetto documento, segnalando: a) che il taglio effettuato dalla Regione com-

prende, in primis, 7 milioni di euro finalizzati, non all’edilizia, ma a finanziare circa 60 contratti e progetti destinati a giovani ricercatori, molti dei quali saranno costretti ad abbandonare la loro attività didattica e di ricerca; b) che i ritardi e le lacune cui si fa riferimento nel comunicato della Regione Molise, a giustificazione del “taglio”, non sono imputabili all’Ateneo, che ha tempestivamente e puntualmente elaborato i progetti, presentandoli secondo le indicazioni dei competenti uffici regionali; c) che il documento è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione e dal Senato Accademico, in entrambi i casi all’unanimità. Il documento dell’Università, pertanto, non esprime una posizione personale del Rettore Cannata, bensì dell’Ateneo nelle sue diverse componenti (personale docente, tecnico-ammi-

nistrativo, studenti, rappresentanti esterni) presenti negli Organi accademici. Inoltre, si intende precisare che l’autonomia dell’Ateneo è presieduta dalle norme costituzionali e dallo Statuto e, nel suo ambito, ovviamente, non può non essere auspicata ogni forma di dialogo istituzionale secondo il principio della leale collaborazione. Si conferma la necessità del ripristino di un dialogo istituzionale sulla base dell’assunzione da parte della Regione di iniziative volte a garantire, come indicato nel suo comunicato, “un’eventuale nuova copertura degli interventi annullati”. Il tutto nell'interesse della collettività, dei giovani, dello sviluppo economico e sociale del territorio, che ambedue le Istituzioni pubbliche hanno il dovere di salvaguardare.


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