31 agosto 2014

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TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO

ANNO X - N° 175 - DOMENICA 31 AGOSTO 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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L’Oscar del giorno a Tecla Boccardo

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Tecla Boccardo. La sindacalista della Uil funzione pubblica potrebbe diventare a giorni segretaria regionale del sindacato. Le va riconosciuta la forte tempra sui problemi a partire da quelli della sanità. Ed ora potrebbe arrivare a guidare la Uil Molise in un periodo di forti tensioni sociali ed economiche e con una politica regionale che non riesce ad assicurare una programmazione in grado di affrontare i problemi sul tappeto. Ci auguriamo che la dinamica sindacalista continui sulla strada intrapresa.

Il Tapiro del giorno a Associazione Costruttore di Eventi

Il Tapiro del giorno lo diamo ad Associazione Costruttore di Eventi. L'associazione aveva organizzato una manifestazione all'ex Romagnoli, l’esibizione di una vasta gamma di dj, nazionali ed internazionali. Il Comune non ha ritenuto di rilasciare la relativa autorizzazione perchè l'associazione non ha pagato l'occupazione del suolo pubblico. "Pagamento questo che però non è avvenuto”, ha detto il sindaco Battista. Perchè, con un biglietto d'ingresso previsto di 20 euro non si è provveduto a pagare la tassa di occupazione suolo pubblico?


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TAaglio lto

Oggi, nella sala convegni del Convento S. Giovanni Battista a cura dei Cristiano sociali, Tavola rotonda sul tema “Il Molise tra nuova emigrazione e flussi di immigrazione e solidarietà: dal messaggio di Papa Francesco sul patto per il lavoro al rilancio di un progetto di riforme regionali radicali”

Cicero pro Petraroia Un Molise double-face: bianco e nero; povero e ricco; rassegnato e reattivo. Tutto e il contrario di tutto. Condizione splendida per i politici demagogici, camaleontici, arruffapopolo Gli apparati di sostegno alla politica del vice presidente della giunta regionale del Molise Michele Petraroia ieri, nel corso della tavola rotonda sul tema “Il Molise tra nuova emigrazione e flussi di immigrazione e solidarietà”, hanno dato un saggio della loro capacità e bravura. Tema ampio, aperto ad ogni sorta d’incursione politica, dialettica, sociale, culturale. Come piace a Petraroia che della tavola rotonda è stato il coordinatore. L’iniziativa è dei Cristiano Sociali che - è noto -, al pari degli Eco.Dem, sono attigui a Petraroia svolgendo con buona lena il compito di ampliarne il pensiero e, dove possibile, l’azione. Oggi, ad esempio, in collaborazione con l’Associazione sociale e culturale “G. Tedeschi”, toccheranno molti punti sensibili, a cominciare da questo dato: il 44,8% dei molisani non riesce più a sbarcare il lunario e sempre più spesso la soluzione è quella di emigrare verso regioni nazionali, europee ed extraeuropee più attrattive. Quindi saranno affrontati i problemi dell’immigrazione nella loro complessità, e il corollario dei gesti di solidarietà di cui si contornano. Nel Molise sono 640 i migranti provenienti dall’Africa e dalle nazioni in guerra (Libia, Siria Iraq, Afganistan, Somalia) che richiedono e attestano “un forte impegno degli attori socioeconomici e di parte della classe politica molisana”. Nella parte politica certamente è attore e protagonista Michele Petraroia, che con i Cristiano Sociali e la “G.Tedeschi” spazia da un capo all’altro del Molise in convegni, incontri, dibattiti. I temi sociali e

della solidarietà hanno una loro valenza politica e il vice presidente della giunta regionale li cavalca con costanza e abilità dialettica, felicemente al riparo dei suddetti apparati di sostegno che non mancano di sottolinearne l’impegno e la presenza. D’Altronde esempi molisani di solidarietà non mancano, fanno sapere i Cristiano sociali. Sulla scia di Suor Filomena Zappone, che dal 1968 gestisce gli orfanotrofi di Touboro e Ngaoundéré, e di Padre Antonio Germano che dal 1977 presta la sua opera missionaria in Chuknagar in Bangladesh. La rete solidaristica regionale annovera circa 20 associazioni che aderiscono al Banco Alimentare che mensilmente distribuisce cibo

alle famiglie in difficoltà. A petto di questa condizione generalizzata di difficoltà, sempre dalla tavola rotonda, verrà fuori – come piace soprattutto a Petraroia – che nel Molise c’è chi “continua a sperare e a lottare sporcandosi quotidianamente le mani”. Piace soprattutto a Petraroia far sapere in giro (e che la voce si diffonda!) che a sperare e a lottare sono i “ragazzi che in questi giorni stanno aderendo ai bandi regionali per l’autoimpiego (by Petraroia – ndr); sono coloro che investono sulle proprie competenze e si inventano nuove attività su un territorio per anni violentato da logiche assistenzialistiche e disfattiste (dagli a Michele Iorio, salvo poi a chiedere collaborazione e solidarietà! – ndr); sono i volontari che con poche risorse e tanta forza di volontà cercano di valorizzare tutto il bello che la nostra terra ha da offrire “. Un Molise double-face: bianco e nero; povero e ricco; rassegnato e reattivo. Tutto e il contrario di tutto. Condizione splendida per i politici demagogici, camaleontici, arruffapopoli. A riprova di quanto diciamo, il sottotitolo del tema della tavola rotonda (“Il Molise tra nuova emigrazione e flussi di immigrazione e solidarietà”) è il seguente: “Dal messaggio di Papa Francesco sul patto per il lavoro al rilancio di un progetto di riforme regionali radicali”. Come siano conciliabili lo sanno solo Petraroia e chi gli tiene bordone. Dardo

L’intervento

Patriciello non è il nuovo Centrodestra, svegliati di Antonio Tedeschi Riscontro l'esternazione di Ivan Forte, a seguito della mia presa di posizione. Ribadisco: mi interessano i problemi della mia Regione soprattutto, per cui il pettegolezzo lo lascio ad altri!

Mi fa piacere constatare che Ivan Forte, lo scorso agosto si trovava a Roma intento a sostenere Berlusconi e non ho dubbi in proposito. Senza tema di smentite, affermo ancora una volta che nel gennaio 2013,invece, il Forte si trovava presso la sede di Aldo Patriciello, occupato insieme a questi ed ad altri, a stilare le liste di Rialzati Molise a sostegno di Frattura.

Se dobbiamo dirla tutta, il vero ed insormontabile problema è che Forte, insieme al suo sodale, rappresenta una politica vecchia, fatta di interessi , e completamente distante dalla realtà Molisana. Hanno occupato il Partito, ma non il cuore della gente. Per quanto mi riguarda, farò di tutto per evitare che il Centro - Destra finisca nelle mani di costoro, ossia di chi ha contribuito alla distruzione del tessuto economico della nostra Regione. Il mio vuole essere un appello rivolto alle persone pulite, oneste, che vogliono una vera rinascita del Molise, all'insegna di una politica nuova. Sento il dovere di ringraziare tutti coloro, e sono tanti, che hanno avvertito il bisogno di sostenermi ed incoraggiarmi nella mia iniziativa.


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3 31 agosto 2014

La Regione Molise finora non è riuscita a farsi risarcire da Trenitalia le varie disfunzioni lamentate dai viaggiatori

Esiste un protocollo a garanzia della qualità del viaggio? Non si hanno notizie sui controlli e sui risultati, semmai sono stati fatti “Est modus in rebus”. Ci sono Regioni che sanno difendere i propri interessi e Regioni, al contrario, incapaci di farlo. In quest’ultima categoria svetta la Regione Molise che, ad esempio, a differenza della consorella toscana, non è capace di farsi valere nei confronti di Trenitalia colpevole, a maglie larghe, di una lunga serie di intoppi e di disagi procurati ai viaggiatori molisani diretti a Napoli e a Roma. La cronaca regionale è zeppa di corrispondenze in cui si segnalano accidenti di varia natura (carrozze sporche, porte che non funzionano, guasti alle motrici, ritardi mai giustificati e comunicati ai passeggeri, soppressione di corse, e chi più ne ha più ne metta) a dimostrazione della assoluta inincidenza della Regione Molise a mettere in chiaro le cose e, soprattutto, a chiedere e ad ottenere il pagamento delle penali contrattuali. Differentemente, la Regione Toscana – riferiscono le cronache nazionali – per gli stessi accidenti capitati ai viaggiatori molisani ha imposto a Trenitalia di pagare una penale di oltre 600mila euro. La differenza di comportamento è talmente evidente che esime il cronista dal commentarla. Ciò vuol dire soprattutto che la Regione Toscana, a differenza della consorella molisana, ha messo in atto tutti i controlli previsti dal contratto di servizio con Trenitalia per vedere sanzionate le violazioni degli stan-

dard di qualità del viaggio. A tale scopo non ha infatti lesinato uomini e risorse. Le cronache toscane riferiscono che sono stati 145 gli ispettori inviati sui treni dalla Regione e che i controlli effettuati alla fine hanno sommato una cifra astronomica: 14.263 nel solo 2012. Cosa abbia fatto e in che misura la Regione Molise non siamo in grado di quantificarlo in quanto la Regione Molise si guarda bene dal mettere in luce i propri doveri e le proprie responsabilità. L’unica certezza sono e rimangono i problemi e le insoddisfazioni dei viaggiatori molisani alle prese con Trenitalia sulle tratte ferroviarie per Napoli e Roma, problemi e insoddisfazioni puntualmente e reiteratamente riportati dalle pagini dei giornali e dai microfoni delle radio e delle televisioni locali. Non risulta invece alcuna notizia sui controlli regionali e sui risultati, semmai sono stati fatti. Per cui, mentre in Toscana il disagio procurato ai viaggiatori ha generato un costo salatissimo per Trenitalia, nel Molise il disagio sofferto dai viaggiatori rimane inopinatamente un vantaggio economico per la società di trasporto su rotaia. Ribadiamo: “Est modus in rebus”. Ci sono Regioni che sanno difendere i propri interessi e Regioni, al contrario, incapaci di farlo. Dardo

Lettera aperta al presidente della Regione Molise

La montagna ha partorito il topolino Caro Presidente con la presente per portare alla Vostra attenzione alcune considerazioni in merito all’iter di approvazione del calendario venatorio. La legge regionale 19/93 all’art. 28 cita: Entro e non oltre il 15 Giugno la Giunta regionale, sentiti l’Istituto nazionale per la fauna selvatica (ora ISPRA) e la competente commissione consiliare, approva e pubblica il calendario ed il regolamento relativo all’intera stagione venatoria (omiss). Entro e non oltre…… , non oltre che cosa significa ? Che oltrepassato il limite non c’è possibilità di rimediare o che poi è tutto possibile e approviamo il calendario a ridosso della stagione venatoria? Lei presidente o assessore incaricato ( perche nel frattempo la delega e stata data) si sta rendendo conto che sta offendendo l’intelligenza dei seguaci di Diana e comunque non sta rispettando una legge ? Sia Nazionale che Regionale? Non state rispettando la legge. Vergogna, perché e pur vero che avete ereditato guasti dal passato, ma è pur vero che vi state comportando pressoché allo stesso modo. Approviamo, non approviamo, aspettiamo l’ultimo momento utile, forse non fanno in tempo a fare ricorso: Presidente ed assessore a che gioco state giocando ? Siete così diversamente di sinistra che compiendo il giro siete tornati a destra ? O non lo siete mai stati?( di sinistra intendo) Lei o chi per Lei, sta realizzando che sta facendo magre figure e state attuando le stesse metodologie dei vostri predecessori pur di accontentare quei quattro “interlocutori” che vengono a bussare

ai vostri scranni regionali per avere una certa visibilità e poter poi eventualmente arrogarsi il merito di aver fatto tutto il meglio per la Caccia.( e se poi non ci sono riusciti va bè pazienza). In tutto ciò le associazioni venatorie dove sono, in vacanza anche loro ? Perché non difendono i diritti dei cacciatori in maniera chiara ed inequivocabile. Dove sono e dove sono state quando era sotto gli occhi di tutti che più il tempo passava e più in mancanza delle prescrizioni di legge la caccia nella regione ogni anno si fa più restrittiva. Date una occhiata agli altri calendari venatori in regioni dove tutti e dico tutti hanno fatto e fanno il loro dovere nei confronti della attività venatoria. Fanno solo proclami e dichiarazioni con le quali fare adeguata campagna tesserativa. Dove sono le associazioni venatorie che ben sanno che e più di un anno che non esiste la commissione di abilitazione per l’attività venatoria e ci sono persone che non riescono per mancanza della stessa a poter esercitare la caccia nonostante che abbiano pagati i certificati occorrenti e che tra l’altro sono anche scaduti. E adesso che cosa succede? Vi inventerete qualche delibera dell’ultimora per poter anticipare qualche giornata di caccia e qualche specie in barba a tutte le norme per prestare il fianco ad eventuali ricorsi che potrebbero sospendere l’attività venatoria? Il merito o il demerito di chi sarà? Tutto questo è un film già visto,Vi state comportando alla stessa stregua dei vostri predecessori.Assessori e consiglieri prima di voi hanno mostrato la

via da seguire e bisogna riconoscergli il merito di essere degli ottimi maestri. Anche se alla luce dei fatti non vi era alcun bisogno, vi state dimostrando di essere ben preparati. Per adesso mi fermo qui, e vorrei permettermi di esprimere qualche consiglio a Lei presidente, visto che ha dichiarato di accettare qualsiasi contraddittorio con i cittadini nei limiti della correttezza e nelle diversità di opinioni: stia a sentire i consigli della struttura preposta alla preparazione del calendario sia per evitare danni e sia perché ben sappiamo che l’eredità che lei ha ricevuto anche in materia venatoria, ha bisogno di tempo per apportare correttivi che ci permettano al pari di altre regioni di avere dignità di trattamento; dimostri alacrità tenacia e immediatezza per costruire nel prossimo futuro solide basi perché noi cacciatori possiamo fruire in maniera libera e totale della nostra passione; non stia a sentire le voci di coloro che si spacciano come depositari delle soluzioni in materia venatoria perché sono gli stessi che dobbiamo ringraziare per averci portato a questo punto ( non ereditate anche loro); ultimo ma non per ultimo riconoscere che si può avere una falsa partenza potrebbe essere utile, l’importante però è non perseverare. Un consiglio anche ai cacciatori o presunti tali, leggete bene il futuro calendario venatorio e vi accorgerete che la nostra unica arma non sono le doppiette, ma il non pagare né le tessere associative e né le tasse di concessione governative, per un anno si dovrebbe attuare lo sciopero venatorio. (Magari

fosse possibile) Anche quest’anno ho atteso la pubblicazione del calendario venatorio per poter esercitare un mio diritto, per il quale si pagano bei soldini, e anche quest’anno avete perseverato a non rispettare la legge. Anche quest’anno vi inventerete delibere strane, e deroghe dell’ultimo minuto per non rispettare la legge, anche questo anno siamo sotto tiro di possibili ricorsi che potrebbero bloccare la caccia, ( speriamo che gli anticaccia continuino a non capirci nulla), anche questo anno ci sarà la corsa ai tesserini( e i cacciatori anche questo anno si lamenteranno) . Se tutto ciò potrebbe danneggiarmi come utente, non e una minaccia, ci vedremo nelle sedi opportune. Sarebbe bello che qualche dirigente di associazione venatoria facesse sentire una voce fuori dal coro, ma non è successo per altre cose più importanti e non credo che succeda ora, anche nel loro piccolo sono amministratori, ma a tutto può esservi un inizio. Non mi voglio dilungare oltre, anche se ci sarebbero molte cose da dire, ma non è più tempo, abbiamo quello che ci meritiamo Mi aspettavo chiarezza e serietà soprattutto perché tra i Suoi voti c’è anche il mio. Buon lavoro. Ps. L’assessore alla caccia potrebbe anche fare una conferenza dibattito per spiegare le sue scelte. O no? Zed


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4 31 agosto 2014

Le Città dell'olio e le carte per il Rinascimento dell'extra vergine Biodiversità, legame col territorio, ospitalità e memoria storica. La sfida sta nel passaggio da un consumatore che non ha mai conosciuto l’extra vergine di oliva, o lo conosce solo per sentito dire, e un consumatore che dell’olio sa e vuole sapere tutto Continuano i festeggiamenti dei venti anni dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio (ANCO) che si concluderanno, nella prossima metà di dicembre, a Larino, la città che l’ha vista nascere. L’altro giorno, con i nuovi vertici dell’Anco del Molise, Antonio Sorbo, sindaco di Venafro, e Assunta D’Ermes, vicesindaco di Larino, l’applauso, per questa ricorrenza, di Poggio Sannita, il piccolo centro della provincia di Isernia che ha dato subito la sua adesione, quando, all’inizio del 1994, ho parlato agli amministratori ed ai dirigenti molisani di questa mia idea. Soprattutto della voglia di far nascere, dopo aver avuto il pieno assenso dell’Enoteca Italiana di Siena (nel 1987 culla delle Città del Vino) e dell’allora presidente Riccardo Margheriti, a Larino e nel Molise, la mia terra, le Città dell’Olio da affiancare a quelle del Vino. Sentivo lo stesso entusiasmo di quando avevo accolto e fatta mia l’idea di Elio Archimede di associare i territori del vino e di rendere i sindaci, ancor prima dei produttori, responsabili di una coltivazione, la vite, che, con il suo vino, era tanta parte di quel patrimonio storico-culturale, paesaggistico – ambientale e così ricco di tradizioni. Tanto da trasformare il vino in un testimone importante, e, nella gran parte dei casi, il più importante di questo o quel territorio che del vino era l’artefice primo della qualità. L’olivo, con il suo olio, aveva le stesse ragioni della vite con il suo vino, anzi qualcuna in più, soprattutto quelle legate alla cucina e alla tavola, alla salute del consumatore nel momento in cui non aveva l’alcol da giustificare. Ero, oltretutto, dopo i cinque anni che mi avevano visto dirigere l’Associazione delle Città del Vino, non solo convinto della validità dell’idea, ma, visto che coinvolgevo l’olivo e la mia terra, ancor più entusiasta. Caratteri – ci tengo a sottolinearlo - che sono in piena sintonia con le esigenze del consumatore, in particolare quello che vuole dalla tavola una

risposta, certo, al piacere e al gusto, ma, anche, al benessere fisico che l’olio è in grado di dare. Un consumatore, grazie anche alle mirate iniziative delle Città dell’Olio, sempre più preparato ed esigente, con l’olio, per secoli panacea contro ogni male, che ha tutto per recitare una nuova parte, quella della prevenzione, con le sue proprietà e peculiarità, in particolare la sua fama di potente antiossidante essenziale per godere la salute. Oggi l’Anco, forte di oltre trecentocinquanta soci e della sua “Carta dei Fondamenti”, che ha saputo anticipare i tempi e, come tale, di grande attualità, ha uno straordinario ruolo da giocare in questa fase di “Rinascimento” dell’olio, cioè del passaggio da un consumatore che non ha mai conosciuto l’olio, quello extravergine di oliva, o lo conosce solo per sentito dire, e un consumatore che dell’olio sa e vuole sapere tutto per le ragioni che prima sottolineavo. Oltretutto, a vent’anni è quasi d’obbligo un cambiamento, che, nel caso specifico delle Città dell’Olio, riguarda relativamente l’immagine, ma soprattutto la voglia di raggiungere nuovi traguardi e cogliere nuovi straordinari successi. I valori riportati nella “Carta dei Fondamenti” dell’Associazione, espressi in dieci punti nel documento che ha dato vita alle Città dell’Olio e che, come poco prima scrivevo, sono tutti di grande attualità, ha saputo anticipare i tempi al punto da poter programmare, oggi, i prossimi vent’anni. Penso, in primo luogo, al valore del territorio quale contenitore di un ricco patrimonio di biodiversità e origine della qualità dell’olio, espressione di ambiente e paesaggio, come pure di storia e di cultura o, anche, quelli strettamente legati alle tradizioni. Un valore espresso nei fondamenti: 1. La città dell’olio esprime l’origine dell’olio e come tale la qualità; 2. E’ il luogo dell’ospitalità con consolidate tradizioni legate alla memoria storica del proprio territorio;

3. Tutela e promuove l’ambiente e il paesaggio olivicolo o, anche, 4. Diffonde la storia e la cultura espresse dell’olivo e dall’olio. Penso, anche, all’impegno a eleggere l’olio, e non solo l’olio, testimone di questo territorio, come nei fondamenti: 5. Attiva, con la collaborazione dei produttori locali, il riconoscimento della denominazione di origine per una valorizzazione dell’immagine dei caratteri dell’olio dop sui mercati del mondo e per garantire il consumatore, e fondamento 7. Elabora, insieme con le altre città a d. o. e le istituzioni aderenti, norme capaci di tutelare e valorizzare le aree ad alta vocazione olivicola e gli ambienti storici dell’olio.Nel fondamento 6 c’è l’attenzione alla biodiversità olivicola italiana, ricca di oltre 500 varietà autoctone, quando dice “Incentiva lo studio, la ricerca e la sperimentazione per una valorizzazione delle varietà locali ed i caratteri degli oli”. Per poi chiudere con un’attenzione speciale alla comunicazione di un mondo particolare, qual è quello dell’olivo e dell’olio, il fondamento 8. Programma la diffusione dell’olivo e la produzione dell’olio in stretto rapporto alle dinamiche del mercato; 9. Promuove seminari, incontri, dibattiti sui risultati relativi alla ricerca ed alla sperimentazione in campo olivicolo, con particolare attenzione alla qualità ed al suo stretto rapporto con la buona salute; punto 10. Partecipa alle iniziative per una informazione ed educazione del consumatore ad una corretta alimentazione. Un insieme di impegni portati avanti con successo dall’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio con le sue articolazioni regionali. Pasquale Di Lena

La doppiezza delle Ferrovie di Filippo Poleggi* Mentre ieri inneggiavamo all’avio dell’azione dell’Autorità dei trasporti è venuta fuori la” doppiezza” di Ferrovie Italiane che con una delle sue società ha trattato con l’Assessore Nagni i progetti d’innovazione che da anni anche noi perseguiamo, con l'altra sua società preparava il colpo alla schiena sconfessando gli accordi per consentire alla Regione Molise il rientro graduale dal suo debito. Abbiamo sostenuto con tutta la nostra possibile forza lo sforzo dell’Assessore

Nagni ma lo abbiamo sempre messo in guardia; non ci siamo mai fidati e non ci fidiamo del sistema Ferrovie Italiane. Parliamo di sistema perché non facciamo la guerra ai mulini a vento. Siamo “glocal”, agiamo locale e pensiamo globale. In questo caso “ globale” è la riforma delle Ferrovie dello Stato, spacchettata in due società ; una per la gestione della rete, l’altra del movimento e dei passeggeri con varie sottoarticolazioni. Nelle intenzioni del legislatore l’organizzazione in due società Autonome doveva servire ad una maggiore flessibilità ‘ rapidità e agilità d’intervento in una fase di

transizione verso la liberalizzazione del settore; mancando la liberalizzazione si è tradotta in una duplicazione della burocrazia, guerra tra le due società, lievitazione dei costi. Non ci fidiamo per questa organizzazione e gli ultimi accadimenti confermano la nostra dichiarata diffidenza confermando che abbiamo ragione a denunziare la anni la necessità di una riforma. C’è speranza: l’entrata in campo recente dell’Agenzia del trasporto. Ci fidiamo nell’Autorità Andrea Camanzi per la sua competenza nella materia per la quale ha ricevuto incarico e che, nella recentissima

prima relazione resa alla Camera dei deputati, ha dichiarato che il suo maggiore sforzo sarà per attivare la liberalizzazione del settore; vogliamo vedere presto il trasporto come la telefonia. godibile a prezzi accessibili e meccanismi di tutela per i cittadini che sanno e vogliono usarli. All’Assessore Nagni diciamo di non limitarsi a minacciare, continui a trattare con lealtà e convinzione ma intanto lavori alla predisposizione della procedura di evidenza pubblica, cosa che consigliamo da tempo, per la quale offriamo la nostra piena collaborazione *Presidente del Forum TPL Molise


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5 31 agosto 2014

L'associazione magistrati punta ad evitare la chiusura della Corte d'Appello

Giustizia, per ora Molise salvo CAMPOBASSO. Previsioni rispettate, il Consiglio dei ministri non ha trattato il famigerato punto 11 della riforma della giustizia che prevedeva, di fatto, la chiusura della Corte d’Appello di Campobasso e dei tribunali di Isernia e Larino. Scampato, per ora, il pericolo, l’Anm del Molise che aveva preannunciato il rinvio dice ufficialmente no al provvedimento e mette in agenda iniziative adeguate per scongiurarlo del tutto. "Non è vero che la presenza della Corte d’Appello a Campobasso determina una diseconomia sul piano dell’efficienza e della qualità del servizio giustizia – sostiene il presidente della sezione Vincenzo Di Giacomo – perché i livelli ed i tempi di produttività della nostra Corte sono non solo del tutto positivi, ma anzi anche superiori alla media

nazionale”. L’Anm segnala, in secondo luogo, i disagi enormi per il personale, gli avvocati, le parti processuali e i testimoni nel dover raggiungere la nuova Corte di riferimento, lunghi viaggi per svolgere una causa che si aggiungerebbero agli ancora troppo lunghi tempi dei processi. Inoltre, la chiusura della Corte e della procura generale provocherebbe la chiusura automatica degli altri uffici distrettuali (tribunale e procura dei minori, tribunale di sorveglianza, direzione distrettuale antimafia, avvocatura distrettuale dello Stato). Senza contare – sottolinea l’Anm – importanti presidi per la lotta alla criminalità quali i comandi regionali delle Forze dell’Ordine e magari (specie su Isernia) anche quelli provinciali, la prefettura e la stessa questura. E, ancora, il Tar, la Corte dei conti, la

commissione tributaria regionale. tutti uffici che potrebbero subire la stessa sorte della Corte d’Appello e, probabilmente, dei tribunali di Isernia e Larino. Un processo a catena che potrebbe sradicare e travolgere gli uffici dello Stato sul territorio". In definitiva, anche per l’Anm la revisione della geografia giudiziaria potrebbe risolversi nella perdita dell’autonomia regionale. Dunque, le prossime tappe. Il 3 settembre il presidente dell’Anm Molise Vincenzo Di Giacomo, il segretario Nicola D’Angelo e il presidente del Consiglio distrettuale forense Demetrio Rivellino incontreranno al ministero della Giustizia il sottosegretario Cosimo Ferri. La questione ‘molisana’ sarà portata anche alla riunione dell’Anm dell’11 ottobre.

L'intervento

Petraroia sa di essere assessore? di Michele Iorio Credo che qualche amico di Michele Petraroia dovrebbe avere la compiacenza di avvertirlo del fatto che da un anno è mezzo è vice presidente della regione e assessore al lavoro. Un incarico che fino ad oggi ha prodotto una crisi sproporzionata con effetti di gran lunga superiori a quelli creati dalla crisi nazionale e internazionale da anni in corso nell’Italia e del sud. I dati sono riscontrabili dalle varie analisi

e statistiche che dovrebbero essere conosciute anche da Petraroia: relazioni Banca d’Italia, Istat, Osservatorio di Mestre. Ma soprattutto i segni di questo tracollo sono riscontrabili nelle strade e tra i cittadini di tutti e 136 i comuni del Molise. La sua è stata una gestione, lo dico da molisano, purtroppo disastrosa ed è ancor più tragico il fatto che non solo non si pensa ad un minimo di strategia per porvi rimedio, ma si cerca di distrarre l’attenzione scaricando ogni

colpa sul passato. Innanzitutto l’amico di Petraroia gli dovrebbe anche ricordare che quando al governo c’ero io e il centrodestra la GAM era aperta e in piena operatività con i suoi operai e gli allevatori, lo era anche l’Ittierre, lo Zuccherificio e tante altre aziende che ora o sono completamente chiuse o lo stanno facendo in questi giorni. Il Molise aveva dati economici, di PIL e occupazionali, che ne facevano la prima regione del Mezzogiorno con livelli del Lazio e dell’Abruzzo.

E’ bastato un anno di Petrarioia e del centro sinistra, con i loro tavoli, le loro lunghe disquisizioni e i confronti infiniti per far scendere il Molise in tutte le classifiche e porlo in questa condizione drammatica. Occorrono azioni concrete e non chiacchiere caro Petraroia. Ai tanti disoccupati del Molise, alle aziende che chiudono perché soffocate dai debiti con le banche e dal crollo della domanda interna, le commissioni di inchiesta non servono. Personalmente non ho problemi a vedere attiva una commissione di inchiesta sul passato, purchè essa si occupi certo degli anni del mio governo, ma analizzi parimenti questo anno e mezzo del governo di Petraroia e Frattura.

Se va via la Corte d'Appello è un impoverimento per tutti Egregi signori, Il Nostro derelitto Molise rischia un ulteriore depauperamento, che ne decreterebbe, di fatto, la fine. Le voci che provengono da Roma, fanno temere per la sorte della Corte di Appello di Campobasso, così come per la sorte dei Tribunali di Larino e di Isernia, con la conseguenza di privare il cittadino molisano di un servizio essenziale. Un eventuale smantellamento dei presidi giudiziari molisani, anche di uno solo di essi, avrebbe ricadute esiziali sulla gente. Il ricorso alla giustizia diverrebbe non solo più costoso, ma addirittura quasi impossibile. Il cittadino che domanda giustizia, non avrebbe un presidio al quale rivolgersi. Il cittadino chiamato a testimoniare in un processo, dovrebbe sobbarcarsi gli oneri di una trasferta, addirittura verso altre regioni. In termini di ricaduta sul territorio, lo smantellamento degli uffici giudiziari comporterebbe la chiusura, o comunque, il ridimensionamento

dei presidi dell’Arma dei Carabinieri, il ridimensionamento della forze della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza. In definitivo un ulteriore impoverimento di quella che è forse la Regione più povera e più bistrattata d’Italia. Il Sig. Prefetto, il sig. Questore, ciascuno per quanto di competenza, devono mettere il potere centrale sull’avviso che, con il venire meno dei presidi giudiziari, quella che dal punto di vista della criminalità era considerata un’isola felice, diventerà terra di conquista per le bande criminali che fino ad oggi si è riuscito a fronteggiare. Alle ambasce di cui soffre la sanità molisana, si aggiungerebbero le ambasce per la privazione del servizio giustizia. Due servizi essenziali, quello della sanità e quello della giustizia, rischiano di venire smantellati. La società civile deve reagire!!!! Le categorie professionali e le associazioni tutte sono chiamare a levare la voce contro questa ulteriore spoliazione!!!

Le istituzioni e la politica devono fare quadrato, per scongiurare il pericolo. Tutti, tutti, tutti, devono rispondere al grido di dolore che oggi si leva dall’avvocatura del Basso Molise, che si mobilita non per difendere i propri interessi, ma perché si fa interprete degli interessi della gente. Ognuno, per quello che può fare, è chiamato a collaborare, è chiamato a sensibilizzare il vicino, a sensibilizzare l’amico, a sensibilizzare il collega. Tutte le categorie, tutte le associazioni, tutte le persone consapevoli, sono invitate a far pervenire all’Ordine degli Avvocati di Larino, il loro grido di dolore, il loro grido protesta. Un grido collettivo, una protesta collettiva, deve servire ad indurre il potere centrale a riporre nel cassetto la paventata improvvida iniziativa. Il Molise ha diritto di continuare ad esistere; la gente Molisana ha diritto ai servizi essenziali; il cittadino molisano non è un cittadino di serie inferiore! L'Ordine degli Avvocati di Larino




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Campobasso

31 agosto 2014

Titolare delle attività culturali, degli spettacoli, dell’istruzione, dello sport, dell’associazionismo e delle politiche giovanili nonché dell’educazione alla legalità e delle pari opportunità

Sovraccarica di deleghe, tra cui la sanità urbana, l’assessore Emma De Capoa farà guerra all’amianto Il “nobile” cognome evoca una priorità tra gli interventi sanificatori che si sarebbe preposto. Mettere mano, con l’urgenza del caso, alla rimozione dell’amianto (la cui esistenza è accertata) nella struttura dell’omonimo ex Orfanotrofio La delega tra le più corpose di quelle assegnate agli assessori dal sindaco Battista, la detiene Emma De Capoa, titolare delle attività culturali, degli spettacoli, dell’istruzione, dello sport, dell’associazionismo e delle politiche giovanili nonché dell’educazione alla legalità, delle pari opportunità e della sanità urbana. Sarà per il rango che evoca il cognome, sarà che la signora De Capoa è particolarmente predisposta alle materie che le sono state date, sarà che come le colleghe Bibiana Chierchia e Alessandra Salvatore è mossa da un fortissimo spirito di servizio. Sta di fatto che le attese che la circondano sono tante e tutte motivate. Campobasso si porta addosso un abito consunto e sdrucito che gli viene da anni passati in povera e vuota attività in fatto di manifestazioni ed eventi culturali, spettacolari e sportivi. Ha bisogno di cambiarsi, di darsi un aspetto e un tono diversi e possibilmente confacenti a un capoluogo di regione. Pare che l’assessore sia determinata nella

ricerca dei mezzi e dei sostegni che le consentano di centrare l’obiettivo. Mancando di altre informazioni ci limitiamo a supporre che l’impegno assessorile sia nella fase d’avvio, prevalentemente improntato al reperimento degli strumenti, delle collaborazioni e delle strutture necessarie. Ciò perché, per quanto riguarda la cultura, gli spettacoli e lo sport, non abbiamo spunti ed appunti su cui impiantare una considerazione ampia e circostanziata. Mentre, ad esempio, per ciò che riguarda la sanità urbana, l’assessore qualcosa l’ha detto, partendo da una necessità condivisa da molti: la sanificazione degli edifici comunali dall’amianto. Questione seria, per la pericolosità del materiale e per le gravi conseguenze che genera a chi ne viene a contatto. Esordio responsabile, quindi, in materia di sanità urbana che per la prima volta, crediamo, faccia titolo in un assessorato a Palazzo san Giorgio. Tra gli edifici comunali, il primo a meritare una verifica sulla presenza o meno dell’amianto sembra essere pro-

prio il municipio. Vedremo come si svilupperà la faccenda appena aperta dall’assessore De Capoa. Il cui “nobile” cognome evoca anche una priorità tra gli interventi sanificatori che si sarebbe preposto. Mettere mano, con l’urgenza del caso, alla rimozione dell’amianto (la cui esistenza è accertata) nella struttura dell’omonimo ex Orfano-

trofio. Lo stabile ha fatto storia a Campobasso, dono della contessa De Capoa, alla fine del diciannovesimo secolo, e per decenni ha accolto orfanelle, per poi finire, allo stato delle cose, in condizioni di precarietà funzionali e gestionali, oggetto di controversie giudiziarie, praticamente lasciato all’insulto del tempo.

Villa De Capoa, anche oggi aperta dalle 11 alle 20 Proseguono le aperture domenicali della Villa De Capoa. Anche il 31 agosto 2014 la Villa resterà aperta dalle ore 11.00 alle ore 20.00. Molte e variegate iniziative sono previste questa domenica nella Villa De

Capoa che sarà tenuta aperta anche grazie al diretto intervento della Giunta Comunale che ha fortemente voluto garantire ai cittadini la fruizione di questo bellissimo sito anche in un giorno festivo. Si ringraziano l’associazione Molistart, l’A.D.S. Nuova Pallavolo, gli

artigiani, le band, il Maestro Cornacchione e tutti coloro che renderanno piacevole la permanenza nella “nostra Villa De Capoa”; in particolar modo si ringrazia l’attore Giorgio Careccia che rappresenterà il monologo “LA CAPARRA”, testo di Adelchi Battista.

Programma domenica 31 agosto 2014 Tutto il giorno esposizioni artistiche e creative Iniziative ludiche e sportive per bambini con la A.S.D. Nuova Pallavolo Ore 11.30 dimostrazione di Tai Chi con il “Maestro Cornacchione” Ore 18.00 “LA CAPARRA” Monologo di Giorgio Careccia Testo di Adelchi Battista Ore 19.00 concerto band “Erroe number 96” e “Warblings” Molte altre sorprese e soprattutto la villa aperta per tutti!!! Si riporta di seguito il link del manifesto per il 31/08/2014: https://drive.google.com/file/d/0Byl6CDmCYg0UbnE2OHhWTDdTVUU/edit?usp=sharing

Anche se in modo quasi clandestino (la qual cosa conferma il grado di disinteresse per questa struttura da parte del Comune) pare venga frequentato dai soci di un circolo per anziani. Vicissitudine anche questa delle tante che sono seguite alla chiusura dell’Orfanotrofio nelle quali, a diverso titolo e con diverse finalità, sono stati coinvolti la Regione, la Prefettura e l’Arcivescovado. L’assessore De Capoa, facendo leva sul suo cognome, ha motivazioni sufficienti, vogliamo credere, per mettere di nuovo a fuoco la faccenda dell’ex Orfanotrofio nelle sue pieghe amministrative, legali e funzionali e, come ha detto di voler fare, di bonificare la struttura dal “veleno” dell’amianto. Non le sarà di conforto sapere che appena qualche anno fa la Regione ha stanziato solo 200mila euro per una campagna di cui non s’è saputo granché, tesa a togliere dal territorio regionale i focolai d’inquinamento d’amianto. Purtroppo, senza soldi non si cantano messe! Dardo

Sant'Elia a Pianisi, opposizione dalla parte dell’istituzione scolastica Il gruppo di opposizione mostra vicinanza ai genitori dell'Istituto Comprensivo di Sant'Elia a Pianisi, diffondendo una nota sulla vicenda. Con ordinanza n. 3508/2014 il Consiglio di Stato ha accolto in via cautelare il ricorso dei genitori contro la decisione del tempo pieno. In ottemperanza al contenuto dell'ordinanza dei giudici, la dirigente scolastica ha convocato , domani pomeriggio, una riunione per effettuare il "riesame" del procedimento, garantendo la partecipazione degli interessati. Il gruppo di opposizione, a questo riguardo, invita la maggioranza a garantire ufficialmente un sostegno concreto e fattivo all'Istituzione scolastica per rendere effettive le decisioni che emergeranno da questo incontro, in modo imparziale rispetto alle diverse opzioni prescelte. Si coglie l'occasione per sottolineare che l'amministrazione non deve "sponsorizzare" una soluzione piuttosto che l'altra, ma deve invece essere "arbitro", svolgendo un ruolo di difesa dell'interesse pubblico della comunità di Sant' Elia a Pianisi, ossia del diritto all'istruzione degli alunni e della popolazione scolastica del paese.


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Campobasso

31 agosto 2014

Nascondeva in corpo 45 grammi di eroina, arrestato dai carabinieri D.A., classe 1965, è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Campobasso i quali lo hanno sorpreso con eroina occultata all’interno del proprio corpo. Che da Campobasso soggetti

dediti all’uso e spaccio di stupefacenti si recassero in Campania e Puglia per rifornirsi di quella sostanza era già noto ai Carabinieri della Compagnia del capoluogo pertanto quando l’uomo, già noto al personale dell’Aliquota Radiomobile per i suoi trascorsi penali, è stato notato alle prime ore dell’alba nei pressi della stazione ferroviaria, i militari hanno subito cercato di comprendere dove potesse essere diretto. Accertati i treni in partenza e studiati gli orari di arrivo è stato predisposto dai Carabinieri un articolato servizio presso la Stazione Ferroviaria cittadina e presso quelle limitrofe, non potendo escludere che, come spesso ac-

cade, per allontanare ogni sospetto o disfarsi dello stupefacente prima di giungere in città il “corriere” potesse scendere prima. L’intuito investigativo ha dato ragione ai militari che appostatisi nei vari scali ferroviari hanno sorpreso

“B.P.M. love festival”, gli organizzatori non pagano l’occupazione dell’ex Romagnoli e la festa salta E’ stata annullata la manifestazione che ieri e l’altro ieri sera avrebbe dovuto accendere il rettangolo di gioco dell’ex Romagnoli e rianimare il periodo morto. L’evento era stato proposto all’amministrazione dall’associazione culturale Costruttore di Eventi e prevedeva “l’esibizione di una vasta gamma di dj, nazionali ed internazionali, particolarmente di tendenza in questo periodo, con l’obiettivo di richiamare un pubblico non solamente locale ma anche regionale ed interregionale”. “Non è ammissibile che sia buttato fango sull’amministrazione di Campobasso”. Ci è andato giù duro il sindaco, Antonio Battista, su tutte le furie per le polemiche che hanno fatto seguito all’annullamento del BPM Love Festival che doveva tenersi il 29 e 30 agosto sul terreno dell’Ex stadio Romagnoli. Nella conferenza stampa convocata per rispondere alle accuse mosse dai promotori della manifestazione, l’associazione culturale ‘Costruttori di Eventi’, il primo cittadino sbatte i pugni e alza la voce perché, dice “voglio che i cittadini sappiano come sono andate realmente le cose. Quell’area era a disposizione solo dopo che gli interessati avessero pagato l’occupazione del suolo pubblico. Pagamento questo che però non è avvenuto”. “Il Comune – prosegue Battista – ha fatto di tutto per assicurare l’evento.

Dovevamo garantire la concessione dell’area e tutte le altre prescrizioni e, così è stato. Tutte le decisioni non fanno certo parte di appunti scritti su una quaderno segreto, ma sono visibili a chiunque nella delibera di giunta 119 del 26 agosto”. Il sindaco non ci sta nemmeno sui tempi del rilascio dell’autorizzazione che, secondo più di qualcuno, sarebbero stati troppo stretti, dato che l’evento era stato programmato solo tre giorni dopo la decisione assunta da Palazzo San Giorgio. “Quella delibera è stata approvata il 26 agosto perché abbiamo dovuto ragionare bene sulla questione, anche attraverso un confronto serrato con gli stessi organizzatori. Si trattava di una manifestazione che in termini di giovani avrebbe portato sull’area dell’ex Romagnoli la metà delle persone che il 5 luglio ha preso parte alla Messa di Papa Francesco. Con questo Festival si aspettavano circa 9 mila persone e ci siamo presi del tempo per ragionare”. “Sono pronto a imparare – rilancia Battista – perché non ho mai fatto il sindaco e quando sbaglierò sarò pronto ad ammetterlo, ma in

questa circostanza l’amministrazione comunale ha dialogato con i promotori dell’evento. Abbiamo vagliato tutte le situazioni possibili e solo la sera prima l’associazione ci ha invece inviato una nota stampa con cui ci comunicava l’annullamento del Festival. Ecco perché a nessuno è consentito infangare la città di Campobasso”. “Le imprese locali – precisa ancora il primo cittadino – troveranno sempre la nostra vicinanza, ma non è giusto e non è opportuno che le responsabilità vengano rimandate al Comune. Questa città deve ritrovare l’orgoglio e la dignità e tornare a essere una città che le occasioni le genera, perché di certo quando sono generate non saranno ostacolate. La nostra è un’amministrazione virtuosa. Non capisco cosa è successo e non mi interessa nemmeno saperlo, ma voglio che la gente conosca come sono andate le cose”.

l’uomo alla stazione di Vinchiaturo. Sottoposto a perquisizione personale il cinquantenne non ha dato particolari segni di insofferenza cosa che è invece accaduta quando, condotto presso gli uffici dell’Aliquota Radiomobile, gli è

stato comunicato che sarebbe stato accompagnato presso l’ospedale Caldarelli per essere sottoposto ad accertamenti clinici. L’esito delle analisi infatti, ha evidenziato la presenza nell’ampolla rettale, di un corpo sacciforme riferibile a corpo estraneo. Di fronte all’evidenza degli esiti clinici il cinquantenne ha confessato ai Carabinieri di aver occultato all’interno del proprio corpo dell’eroina. 45 i grammi dello stupefacente sequestrato per un valore non inferiore a 4.800,00 euro (tutto dipende dal grado di purezza della sostanza) e destinato alla piazza del capoluogo e dei comuni limitrofi che, con il loro pronto intervento, i Carabinieri hanno evitato venisse spacciato. L’uomo è stato tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari in attesa della convalida della misura precautelare.

Ultimo scampolo di estate l’ex stadio Romagnoli rimane muto Di Massimo Dalla Torre Con sorpresa e sconcerto ho letto la notizia dell’annullamento della manifestazione prevista all’ex stadio Romagnoli. Manifestazione che avrebbe permesso di vivacizzare quest’ ultimo scampolo di non estate Campobassana. Manifestazione che sicuramente, visto il cospicuo numero di biglietti venduti, avrebbe avuto successo specialmente tra il pubblico più giovane che, nella nostra città, non trova stimoli cultural/musicali cosa che nel terzo millennio a base di coreografie e luci non avrebbe guastato certamente l’atmosfera. Invece, no, perché all’ultimo momento “ze’ ammntunat tutt” uso il dialetto per rafforzare la vicenda. Causa forse la mancanza di fondi che la dice lunga di come a Campobasso di là dalle manifestazioni canoniche, leggasi Corpus Domini,Venerdì Santo, Infiorata, San Giorgio e Sant’Antonio Abate, cui mi sento di accomunare iniziative varie che vivacizzano alcuni quartieri periferici cittadini, non è assolutamente possibile né pensare e tanto meno organizzare. Un qualche cosa che, visto l’epilogo alquanto deludente, ancora una volta denota poca accortezza e pochissime considerazioni nei riguardi di chi da tempo cerca di far uscire dal pantano più becero il capoluogo di Regione. Città che, proprio perché cerca di risvegliarsi, meriterebbe qualche opportunità in più anche se questa potrebbe portare disagio alla cittadinanza che, tutto sommato risponde la maggior parte delle volte positivamente alle iniziative. Colpe? Mancanza di programmazione? Di volontà? Pressioni dei cosiddetti perbenisti pensanti che hanno prevalso ancora una colta come per la visita del Santo Padre? Questioni economiche? Ripeto: non è dato sapere, anche se mi piacerebbe conoscere il perché di questa retromarcia repentina. Molti in queste ore si sono scatenati sulle pagine di Facebook, finanche alcuni esponenti politici della cosiddetta opposizione a Palazzo San Giorgio. I quali, hanno stigmatizzato l’accaduto e solidarizzato con gli organizzatori che a loro volta con un comunicato alquanto polemico, sempre sullo stesso social network, cosa che mi sento di avallare, perché è inconcepibile che all’ultimo minuto si debba cancellare una manifestazione mascherando il tutto dietro scuse più o meno credibili, che dal primo settembre saranno rimborsati tutti i biglietti precedentemente venduti. La domanda ora è questa, perché tutto questo? Sicuramente, come sempre, le risposte saranno condite con una serie di motivazioni più o meno credibili, come se i giovani di questa città sono degli alieni e non persone pensanti. Risposte che sicuramente aumenteranno ancora di la loro rabbia tant’è che lamentano da sempre un immobilismo pantofolaio e sfiduciati non vedono l’ora di poter “emigrare” verso altri lidi dove situazioni come questa accadono soltanto in caso di calamità naturali o impedimento improvviso degli artisti. Ragazzi che rappresentano invece, il volto innovativo del capoluogo di regione del Molise. I quali, proprio perché tali, dovrebbero ricevere, specialmente da chi si professa innovatore e sbandiera il cambiamento più attenzioni. Un’innovazione e un cambiamento che, visto i risultati, ha ancora una volta i connotati del tutto errati, caratterizzati da promesse non mantenute e dallo sport per antonomasia: le illusioni che però devono trasformarsi in certezze di cui la nuova generazione dei Campobassani ha necessità altrimenti per questa città non c’è futuro, anche se questo è vergato sul pentagramma musicale.


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Isernia

31 agosto 2014

“Progetto Moda Molise, un buon passo” Provincia, pensioni sbagliate Per la Regione anche la Missardi S.p.A. potrà contribuire al rilancio del comparto moda molisano ISERNIA. “La crisi del tessile ha lasciato strascichi negativi sull'economia del Molise, dopo aver assicurato, negli anni, importanti livelli occupazionali, deve trovare nuove e valide alternative attraverso proposte imprenditoriali capaci di stimolare un nuovo percorso di sviluppo del sistema moda in Molise. La collaborazione tra privati e isitituzione vuole far si che si possa attuare un progetto che prevede la creazione di una rete d'imprese, collaborativa, produttiva e commerciale, in grado di offrire nuove opportunità di sviluppo in un settore fondamentale dell'economia regionale. La firma di un protocollo di partenariato con un'Azienda leader nel comparto moda, la Missardi S.p.A, significa che si vuole tentare concretamente il rilancio di questo settore produttivo in sintonia con le esigenze del sistema moda attuale che vogliono la creazione di un prodotto tutto made in Italy. Per le imprese molisane è una buona possibilità prima di tutto per dimostrare le qualità e le capacità imprenditoriali già poste in evidenza negli anni passati, poi perchè la “rete di imprese” può accedere alle diverse opportunità comunitarie e nazionali, destinate proprio a finanziare i progetti di aggregazione che rappresentano anche uno degli obiettivi strategici della nuova Programmazione Europea tesa a rafforzare lo sviluppo del tessuto produttivo e la sua capacità competitiva in seno ai mercati internazionali. Infine e non da ultimo, la

collaborazione diretta di un'importante azienda del settore come la Missardi, ne rappresenta una valida garanzia perché il progetto riesca e il Molise, in questo settore, torni a far parlare di se in senso positivo.“

Errori di calcolo dovrebbero portare ad una revisione secondo i Cobas ISERNIA. Un’ indagine effettuata dall’A.S.La Cobas di Cassino, condotta su circa 700 pensionati, ex dipendenti aziende private, collocati in pensione dal 2003 al 2012, ha fatto emergere che il 65% di questi sono vittima di errore di calcolo da parte dell’Inps nella somma accreditata a titolo di pensione. Errori di calcolo sulle pensioni“Infatti – As La Cobas – attraverso una revisione contabile, è emerso che nei contributi figurativi dovuti per i periodi di cassa integrazione ordinaria o straordinaria, effettuate in particolare da aziende private del comparto industria, nell’ultimo decennio, non sono state considerate la tredicesima e il premio di risultato aziendale, nonché il valore dell’indennità sostitutiva delle ferie non godute alla fine del rapporto di lavoro. Secondo l’interpretazione degli esperti, come previsto dall’art. 8 della

legge 151 del 1981, invece, questi importi dovevano essere considerati nell’ammontare alla base di calcolo della retribuzione pensionabile. Il Nostro convincimento – sottolineano – trova conforto in due sentenze della corte di Cassazione: la prima è del 2004, l’ultima del 2010. Gli arretrati spettanti agli ex dipendenti privati della Provincia di Isernia vanno da una decina di euro al mese fino a più di un centinaio. Dipende dai casi. Senza considerare gli arretrati, che possono raggiungere cifre a tre zeri: 5mila, 10mila, 15mila euro. Soldi freschi potrebbero per finire nelle tasche di molti pensionati . E non finisce qui – aggiungono – perché altri pensionati , che negli ultimi dieci anni di lavoro hanno trascorso un periodo in malattia o di infortuno, possono presentare domanda per la rivalutazione del proprio assegno mensile”.

Elezioni per il Presidente della Provincia Cinque persone denunciate, di Isernia, gravissima penalizzazione per i centri con meno di 3mila abitanti durante una vasta operazione di Vincenzo Monaco* Il prossimo 12 ottobre i Sindaci ed i consiglieri comunali della provincia di Isernia saranno chiamati “al voto” per eleggere il presidente della provincia ed il consiglio provinciale. Si tratta di una grossa novità, un nuovo sistema elettorale, definito di secondo grado, che chiama al voto non più tutti gli elettori, ma pochissimi soggetti (circa 600) che dovranno decidere chi guiderà la provincia di Isernia nei prossimi quattro anni, ammesso che queste amministrazioni non vengano definitivamente “cancellate” come istituzioni prima ancora della scadenza dalla carica del prossimo presidente provinciale. La legge n. 56 dello scorso 7 aprile 2014 disciplina questa nuova modalità elettorale. Un vero ginepraio di articoli, poco comprensibili, cui ha fatto seguito una circolare del Ministero dell’Interno anch’essa poco chiara in diversi passaggi. Il novellato sistema elettorale si fonda sul calcolo dell’indice di ponderazione spettante ad ogni comune a seconda di diverse fasce demografiche. Quel che è certo è che, come al solito, vengono penalizzate le aree interne, quelle più disagiate e meno popolate. La legge n. 56, meglio conosciuta come legge Del Rio, va anch’essa in questa direzione con l’obiettivo di accentrare sempre più nelle mani dei rappresentanti dei centri più popolati anche le amministrazioni provinciali che si andranno ad eleggere tra meno di due mesi. Nel caso della provincia di Isernia la Del Rio (PORCELLUM DEL RIO) fa sprofondare in oscuri abissi le piccole comunità, perché nel leggere i primi indici di ponderazione per fasce demografiche pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno, ai nostri piccoli comuni (quelli inferiori ai 3mila abitanti ovvero 48 Comuni su un totale di 52 dell’intera provincia) viene ridotta la loro reale percentuale di rappresentanza che passerà, come indice di ponderazione, dal 52,13% al 35%, a favore delle fasce demografiche più elevate. Per chiarire questo astruso concetto basta solo dire che il voto espresso da un consigliere comunale di un comune con popolazione inferiore ai 3mila abitanti ha un indice di ponderazione quasi nullo rispetto ad un Comune con più di 3mila abitanti o più di 5mila abitanti. Conseguenze di una norma imposta, non discussa, e che porterà ulteriori penalizzazioni per le aree interne. Questa ponderazione porterà all’assurdo che a decidere chi sarà il nuovo Presidente della Provincia non saranno gli amministratori dei centri con meno di 3mila abitanti che rappresentano un valore reale di oltre il 52% degli aventi diritto al voto. Ma deciderà una piccola minoranza della provincia di Isernia. Fantasie matematiche di una legge che, come tante volte denunciato, non apporterà alcun beneficio in termini di risparmio e che priva i cittadini del diritto di scegliere direttamente gli amministratori provinciali. Si andrà a votare, in definitiva, non sulla base della reale rappresentanza territoriale, ma sulla base del PORCELLUM DEL RIO, alla faccia della democrazia e della reale rappresentatività. *Sindaco di Capracotta

I carabinieri hanno operato sull'intera provincia di Isernia Nell’ambito di una vasta operazione che ha interessato gran parte del territorio della provincia “pentra”, i carabinieri del Comando Provinciale di Isernia hanno proceduto con una denuncia in stato di libertà nei confronti di cinque persone resesi responsabili di reati di vario genere. A Civitanova del Sannio, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Agnone, hanno denunciato un 60enne di Giugliano in Campania nel Napoletano, per violazioni alle norme sulla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. L’uomo, pregiudicato per numerosi reati, è stato sorpreso in possesso di una gabbia metallica con all’interno una cinquantina volatili di varie specie che verosimilmente sarebbero finiti sul mercato illegale. La gabbia era occultata all’interno del cofano dell’autovettura alla cui guida c’era il pregiudicato. Sia gli animali che il veicolo sono stati sottoposti a sequestro. Successivamente, i carabinieri dopo aver fatto intervenire un veterinario, hanno poi liberato tutti i volatili che sono ritornati nel loro habitat naturale. A Sant’Angelo del Pesco, i militari della Stazione di Castel del Giudice, hanno denunciato un 40enne di Agnone per gravi minacce nei confronti

di un 50enne del luogo, scaturite a seguito di una lite per motivi economici. A Venafro, un 25enne del posto è stato denunciato dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia per guida in stato di ebbrezza alcolica. Il giovane è stato sorpreso nel corso della notte alla guida della propria autovettura completamente ubriaco, mettendo in gravissimo pericolo la propria incolumità e quella degli altri utenti della strada. Dal controllo eseguito tramite l’apparato etilometro in dotazione, i carabinieri hanno accertato che il tasso alcolemico superava di ben cinque volte quello consentito dall’attuale normativa. Nei suoi confronti è scattato anche il ritiro della patente di guida e il sequestro del veicolo. E sempre a Venafro, un 18enne del posto, è stato denunciato per guida senza patente, in quanto trovato alla guida di un’autovettura senza aver mai conseguito il prescritto documento di guida. Infine a Pozzilli, con l’intervento dei carabinieri del N.A.S., si è proceduto alla chiusura di un magazzino adibito a deposito di prodotti alimentari per gravi carenze igienico-sanitarie, mentre il titolare è stato segnalato alle competenti Autorità.


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Termoli

31 agosto 2014

Corso Nazionale, si parla dei lavori Incontro in Comune fissato dal sindaco per fare il punto della situazione TERMOLI. “Le ss.ll. sono invitate all’incontro che si terrà nella sala consiliare del Comune il giorno 1 settembre 2014 alle ore 10 per interloquire sull’avvio dei lavori di riqualificazione e pedonalizzazione del Corso Nazionale”. Con queste parole il sindaco Angelo Sbrocca invita i commercianti a prendere parte alla riu-

nione che anticiperà i lavori in via di realizzazione sul corso Nazionale. Il sindaco, stamane, ha specificato ancora l’importanza del corso evidenziando le opportunità dettate dall’avvio dei lavori. Per Sbrocca, che senza alcun dubbio rinvierà i lavori subito dopo l’inizio delle scuole, sarà necessario “riflettere sul progetto” racco-

gliendo le idee e i suggerimenti dei tanti commercianti del corso. Ma qui, monta già la prima riflessione che, giunta da parte di un commerciante, specifica: “Credo sia opportuno non limitarsi a noi esercenti ma chiamare in causa anche i residenti perchè anche loro avranno a subire i disagi dei lavori e vivranno il restyling del corso“. Un invito che parte da Termolionline.it e che radica le sue istante anche dalle voci di corridoio che strizzerebbero l’occhio a eventuali modifiche al progetto; progetto che, a detta di molti, avrebbe raccolto “troppe critiche”. Sbrocca, in merito alle stesse modifiche, ha già incontrato il progettista Giorgio De Cinque. A breve si saprà di più ma con ogni probabilità intorno al 20 settembre Corso Nazionale si vedrà “occupato” da divieti, limitazioni o interdizioni temporanee a seconda delle esigenze dell’impresa che dovrà effettuare i lavori.

Cinema, a Termoli se ne discute

"La scuola non va chiusa" I genitori del plesso di via Montecarlo a Termoli contrari alla decisione assunta TERMOLI. Spending review e blocco del turnover nella pubblica amministrazione determinano scelte a volte impopolari. Come quella assunta dall’amministrazione comunale di Termoli, che ha riservato novità per la scuola d’infanzia di via Montecarlo, tra le più gettonate della città adriatica. Una decisione che non è garbata alle decine di genitori esclusi, con la soppressione della seconda sezione, che hanno intasato i social network di commenti. “Leggevo l’articolo della nobile iniziativa di Simona Barone – ha riferito una mamma – se almeno potessimo contare sui servizi minimi come la scuola sarebbe ancora più auspicabile. Ho iscritto mio figlio alla scuola materna di via Montecarlo e da luglio chiamo per avere informazioni. Mi è sempre stato detto in via rigorosamente ufficiosa che avrebbero fatto due sezioni. Quindi ero tranquilla. Mio figlio sarebbe andato lì e alle tre e mezza, mia madre che abita nei paraggi, sarebbe andato a prenderlo. Richiamo e visto che non arrivano comunicazione ufficiali e mi viene detto che l’amministrazione comunale opterà per una sola sezione. Mio figlio è fuori. Quindi a sole due settimane dall’inizio dell’anno scolastico devo cercare una baby sitter per andare a prendere mio figlio. Chiaramente il problema non è solo il mio, che lavoro fuori sede, sono certa di non essere l’unica a lavorare fino alle 18 e ad avere nonni non giovanissimi o non muniti di auto, che vadano a prendere i bambini. La notizia di questi giorni del sindaco di un paesino che rinuncia allo stipendio per permettere l’apertura dell’asilo nido sarebbe da porre all’attenzione della nostra amministrazione comunale”.

In città si sente la necessità della dotazione di nuove strutture TERMOLI. Ha fatto non poco rumore la possibilità di vedere riattivato a regime il cinema Sant’Antonio; ciò grazie a un nuovo asset che potrebbe scaturire da alcuni spostamenti che interesserebbero la parrocchia di Sant’Antonio e, con essa, anche il cinema ad essa annesso. Per dover di cronaca è opportuno precisare che il legale rappresentante dell’attività culturale in Sant’Antonio è ancora don Silvio Piccoli per questo ogni decisione, data la nostra esclusiva, potrebbe essere solo nei giorni scorsi in quanto lo stesso presbitero non sarebbe stato chiamato ancora in causa. Di certo fa gola un nuovo polo cinematografico in città che, comporto di due sale, offrirebbe nel contempo l’abbassamento dei costi di gestione e un’offerta costante e plurima per una città che

da sempre soffre la mancanza di una sala adeguata e una programmazione costante. Ne abbiamo parlato con Domenico Farina, esperto di cinema e organizzatore del Kimera film festival, rassegna cinematografica di elevato spessore che in primavera si tiene a Termoli. Cinema Adriatico, Lumiere, Sant’Antonio e Oddo: perché i cinema a Termoli sembrano non riuscire a radicarsi? “Credo che fondamentalmente il primo motivo sia la carenza di cultura cinematografica nonostante la presenza di due circoli del cinema in città. Se a questo aggiungiamo l’offerta iper-inflazionistica data dalla TV, a pagamento o meno, la risposta è semplice”. Sale non all’avanguardia (il Sant’Antonio avrebbe bisogno di alcuni lavori per metterlo al passo coi tempi) o difficoltà di ge-

stione? Quali, secondo te, i motivi di una così limitata attività? “Per prima cosa credo ci siano difficoltà di gestione; l’assenza di uno “zoccolo duro”, soprattutto numericamente, non aiuta certo a vedere le sale piene se non con titoli di immenso richiamo o di qualità ampiamente discutibile (orridi cinepanettoni o squallidi checcozaloni). Gli appassionati sono in difficoltà perché le sale devono sopravvivere e quindi devono puntare al grosso pubblico. I cineclub dovrebbero sopperire a questa situazione ma è un processo ultra decennale e che si scontra con la carenza di risorse pubbliche. Una sperequazione che si riflette anche a livello regionale con realtà sommerse vergognosamente d’oro e altre realtà, altrettanto vergognosamente, lasciate appassire perché con pochi amici”.

Bivacchi e accattonaggio nel quartiere Sant’Alfonso Ancora lamentele da parte degli abitanti per gli immigrati provenienti dall'Est Europa TERMOLI. Residenti ed esercenti del quartiere Sant’Alfonso sul piede di guerra per i continui episodi di accattonaggio da parte degli immigrati, sia provenienti dalle nazioni dell’Est Europa, sia dal continente africano. Una lamentela diffusa, esplosa spontaneamente in via Montecarlo, via di Francia e via Inghilterra, zone di bivacco costante e quotidiano. “Siamo stanchi di questo continuo chiedere l’elemosina”, riferiscono alcuni abitanti della zona tra le più centrali tra i quartieri residenziali termolesi. Ma la lagnanza arriva anche per i capannelli di extracomunitari che ormai hanno preso possesso di tutte le aree verdi attrezzate. Tra le zone più a rischio, dove le persone si sentono infastidite, c’è quella vicina all’ex Sidis, dove si svolge anche il mercatino settimanale e futura sede del mercato rionale. Si chiedono più controlli.



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