26 agosto 2014

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TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO

ANNO X - N° 171 - MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Responsabile di Redazione: Giovanna Ruggiero Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Dario Franceschini

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Dario Franceschini. Che il ministro ai Beni Culturali abbia deciso di sposare una donna di Bonefro è motivo di gioia. Speriamo, però, che qualche politico molisano abbia fatto presente all'esponente di governo in quale stato penoso stiano i monumenti molisani e di quali attenzioni essi abbiano necessità. Speriamo che i corifei e i palafrenieri che si sono visti a Bonefro abbiano rappresentato le giuste aspettative dei molisani in modo che possano plaudire all'evento e non al gossip. E che i confetti siano per i risultati.

Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'assessore regionale sembra essere diventato, per davvero uno e trino. Il cerchio messo in piedi dal vice presidente della giunta regionale Michele Petraroia e la sua segreteria con gli Eco.Dem e con i Cristiano sociali, è come il gioco delle tre carte, in cui è difficile, se non impossibile, indovinare quale dei tre pensieri che vengono di solito espressi e manifestati è quello giusto. E così è possibile parlare in prima persona oppure esprimere concetti diversi attraverso la lettura che ne fanno le due associazioni.


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26 agosto 2014

Il Molise non programma, va avanti a tentoni: lo dicono in tanti, anche nella maggioranza a Palazzo Moffa

A chi bisogna credere, a Petraroia, agli Eco.Dem o ai Cristiano sociali? Perdurando la disarmonia, la dissonanza politica e amministrativa dentro e fuori la giunta regionale, non possiamo altro che prevedere un Molise privo di coerenza e di futuro

Fanno il gioco delle tre carte, quello delle fiere paesane, in cui era difficile per i giocatori indovinare la carta giusta manipolata dal prestigiatore. Il cerchio messo in piedi dal vice presidente della giunta regionale Michele Petraroia e la sua segreteria con gli Eco.Dem e con i Cristiano sociali, è come il gioco delle tre carte, in cui è difficile, se non impossibile, indovinare quale dei tre pensieri che vengono di solito espressi e manifestati è quello giusto. Lo andiamo scrivendo da tempo, sperando che il gioco scoperchiato inducesse i protagonisti ad essere più cauti e, soprattutto, più coerenti. Invece continuano, imperterriti, a dire Petraroia una cosa, gli Eco.Dem delle volte a dargli so-

stegno, altre a cambiare i contenuti, e i Cristiano sociali fare altrettanto con gli Eco.Dem e con Petraroia. Per cui diventa difficile, se non impossibile, indovinare il reale pensiero del vice presidente dell’esecutivo regionale. Ultimamente gli Eco.Dem si sono lanciati in una denuncia a tutto campo delle carenze regionali, mettendo a nudo un Molise privo strumenti di programmazione. Una denuncia che dopo un anno e passa di governo di centrosinistra, con Petraroia costantemente in prima pagina, certo non gli fa gioco né onore, offrendo il fianco alla critica giornalistica di rilevare, appunto, quanto sia in ritardo, lenta e complicata l’azione politica e amministrativa del governo Frattura. Difatti è così. La Regione Molise non dispone di un Piano energetico, di un Piano paesistico (da oltre tre anni è in fase di allestimento da parte dell’università del Molise, ma non vede la luce – ndr) , di norme di salvaguardia ambientale, di una legge Quadro in materia di urbanistica, di un Piano per la viabilità e i trasporti, di un Piano per il dissesto idrogeologico e di misure che valorizzino le aree protette esistenti o che promuovano le aree molisane inserite nel Parco nazionale d’Abruzzo e sostengano l’istituzione del Parco regionale del Matese. Lo dicono gli Eco.Dem, ma per essere collegati politicamente, culturalmente e ideologicamente al vice presidente Petraroia, per la legge dei vasi comunicanti applicata alle idee, è come se lo dicesse Petraroia. Il che diventa paradossale, essendo egli il vice presidente della giunta regionale nonché personaggio di spicco di ciò che resta della nomenclatura ex comunista, eletto per tro-

vare, con il suo rigore ideologico, una soluzione ai problemi del lavoro e dell’occupazione. Ma la Regione Molise è in regime anarchico - autarchico, in mani inadatte a sostenere il peso della gestione amministrativa del territorio e dei valori culturali (architettonici, storici e ambientali) che esso contiene. D’altronde, le cave a cielo aperto, l’inquinamento dei terreni (non solo per mano della camorra), dell’acqua e dell’aria, l’avanzata delle pale eoliche e dei pannelli solari in siti di pregio paesaggistico e ambientale, l’avanzata del cemento, nelle forme peggiori di distruzione del territorio, sono lì a testimoniare l’anarchia delle attività umane, e l’autarchia degli strumenti di contenimento. Inoltre gli Eco.Dem (quindi Petraroia) si dicono preoccupati e, quindi, contrari alla Termoli – San Vittore che però, a differenza di Petraroia, è sostenuta a spada tratta dall’assessore regionale ai Lavori pubblici Pierpaolo Nagni, e dal gruppo dell’Italia dei Valori. Al pari degli Eco.Dem, peraltro, Nagni è sostenitore del miglioramento della viabilità interna (modernizzazione della linea ferroviaria Roma-Campobasso e della messa in sicurezza delle Fondovalli del Trigno, del Biferno e degli assi di collegamento con Benevento, con Foggia, con Napoli), considerati elementi base della mobilità e dello sviluppo territoriale. Perdurando però questa evidente disarmonia, questa aperta dissonanza politica e amministrativa dentro e fuori la giunta regionale, non possiamo che prevedere il lungo permanere di un Molise privo di strumenti di programmazione e di coerenza. Privo di futuro. Dardo

Meno “gavettoni ghiacciati” piu’ fondi per la ricerca di Massimo Dalla Torre Una volta erano i motivi dei Righeira, di Giuni Russo, delle Les Ketckups o i ritmi latino americani ad impazzare sulle spiagge come tormentoni estivi, ora tocca alle docce gelate che, hanno dato l’avvio a una serie di performance a prova di fisico. Prove stile campi militari estremi che, a quanto si apprende dalla stampa locale, hanno contagiato finanche i politici molisani che, non hanno perso tempo a farsi immortalare, mentre una “secchiata” li investe con tanto di facce ed espressioni che lasciano il tempo che trovano. Una moda che, nella sua accezione più pura, invita subito dopo, ma solo pochi lo fanno seriamente, scusate se dubitiamo i nostri big non crediamo lo facciano, dopo essere stati “gelati sotto tutti i punti di vista” a donare somme di danaro con cifre anche a sei zeri a favore della ricerca sulla SLA. La malattia genetica che in questi ultimi anni è sempre più pressante e soprattutto invalidante con una prognosi infausta dato che ancora è lontana la soluzione, nonostante la medicina faccia passi da gigante ogni giorno. Sulla simpatica, si fa per dire simpatica, moda di farsi “secchiare” avremo molto da scrivere, anche perché, a nostro modesto giudi-

zio, troviamo la trovata, di cattivissimo gusto perché denota una goliardia non concepibile specialmente nei riguardi di chi è costretto ad affrontare questa terribile patologia. Una patologia che mostra dati allarmanti tant’è che gli sforzi dei ricercatori si sono decuplicati al massimo. Una patologia che lascia letteralmente gelati, non a causa del ghiaccio contenuto nel secchio, ma per le conseguenze che devastano la vita a chi ne è colpito. Una patologia che invece dovrebbe far pensare seriamente come nel nostro Paese, Molise compreso, si dileggia e si penalizza pesantemente la sanità, leggasi chiusura dei centri di ricerca, cancellazione di reparti importanti, dimezzamento di posti letto. Tutte cose che invece servono a dare lo stimolo giusto e soprattutto risolutivo a quello che è la ricerca, accantonata per favorire altre cose che potrebbero attendere perché di poca importanza. Una patologia di cui ci si ricorda soltanto in alcuni periodi dell’anno, quando si da l’avvio a maratone televisive per la raccolta dei fondi e ora con questo “giochino” che, se ci è permesso, definiremo “innocente e sotto certi aspetti demenziale, affrontato da persone che pur di essere alla ribalta” si fanno immortalare con la speranza di trovare emuli, senza sapere che la semplice doccia

gelata non risolve assolutamente la questione che è seria anzi serissima. Questione che specialmente in questa non estate è stata barattata sotto forma di “gavettone” senza alcun nesso logico, anzi illogico, tant’è che scorrendo le pagine del social network oppure guardando i servizi televisivi, l’amarezza si palesa in modo dirompente perché più passano i giorni e più ci si rende conto che la “pochezza” aumenta e lascia spazio a una cosa che lascia poco spazio al razionale e cede molto all’irrazionale trasformato in un azione “stupida”. La quale, questo il lato deleterio della questione, nella maggior parte delle volte purtroppo è seguita da fatti non concreti dove i flash o le telecamere anche amatoriali fanno da padrone. Mezzi che invece se utilizzati nel modo giusto supportati, non ci stancheremo mai di scriverlo, ecco il perché della ripetizione, da fondi o donazioni potrebbero essere il mezzo risolutivo a favore di chi una mattina credendo in un affaticamento o a un torpore muscolare scopre di essere stato aggredito da un qualcosa che attraverso due consonanti la S e la L e una vocale, la A è agghiacciante e non una moda che ha contagiato ignominiosamente chi non si rende conto che la realtà è diversa e soprattutto non svanisce in pochi attimi.


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3 26 agosto 2014

Crescono i casi di famiglie rimaste senza reddito che non possono più fare fronte all'affitto e rischiano di essere sfrattate. E la Regione?

Iacp, sfratti dirompenti CAMPOBASSO. Non sono riusciti a stare dietro le pressioni del recupero credito per gli alloggi popolari dello Iacp di Campobasso e se non si sistemeranno con gli arretrati entro poche settimane rischieranno di finire sotto sfratto. È una "bomba ad orologeria" per le famiglie che a Campobasso, ma non solo, che abitano nelle case popolari, le quali pur avendo un reddito molto basso, e quindi i requisiti per conoscere una dilazione nel tempo degli arretrati (visto che la Regione non prevede il contributo sociale anti-morosità) e che rischiano di andare in mezzo alla strada. qualcuno allo Iacp di Campobasso se ne sta rendendo conto? E' pur vero che bisogna mettere

con le spalle al muro i "furbetti", che come sempre non mancano, ma bisognerebbe cercare di trovare una soluzione per chi non è in grado di pagare l'affitto intero. Perchè non cercare di individuare i "morosi incolpevoli" perchè si è perso il lavoro, o si è malati gravi o in carcere. Nessuno non vuole pagare, a parte i soliti furbetti, ma bisogna metterli nelle condizioni di potere pagare il minimo. Il rischio è lo sfratto così come sta accadendo per tante, troppe famiglie. E poi? C'è la necessità di trovare un metodo per stabilire se un inquilino è moroso colpevolmente oppure no, senza basarsi solo sul reddito dichiarato, ma anche sul tenore di vita, sulla sua situazione sociale, magari incrociando i dati

in possesso dei Servizi sociali. Altrimenti il rischio è che all'emergenza sfratti si sommi una nuova emergenza, questa volta tutta dentro le case popolari. Ed allora potrebbe scoppiare una vera e propria rivolta sociale. Non è possibile, dunque, continuare così come è stato fatto fino a questo momento nell'insensibilità piena e assoluta dei vertici dello Iacp di Campobasso. Mandare ufficiali giudiziari un giorno sì e uno no a casa di inquilini che non hanno più capacità economiche per potere fare fronte all'affitto è disdicevole in assenza di una qualsiasi programmazione capace di fare il punto della situazione e cercare possibili strade alternative al solo sfratto.

Ora la strana spremitura di quanti assegnatari che non sono in grado di pagare l'affitto

La politica abitativa della Regione Molise ha fallito CAMPOBASSO. Nella città dei colletti bianchi, dei fuoristrada, delle ville in campagna, c’è gente della media borghesia che non paga (perché non può) l’affitto, e per questo sfrattata. E’ un dato di fatto preoccupante che si accompagna alla situazione che riguarda gli inquilini delle Case Popolari e delle case comunali (Cer) atavicamente, ormai, nella condizione di difficoltà e sempre con la spada di Damocle sul collo, da un momento all’altro, di trovarsi in mezzo alla strada. Non capita ancora perché c’ha messo un pezza la Caritas e, per altra parte, la politica del soccorso ultimamente ha licenziato la legge regionale numero 12 del 25 luglio 2013 che di fatto regala le case agli inquilini che la vogliono comprare (a metà prezzo) e a quelli che non vogliono o non possono, il fitto è stato ugualmente ridotto a metà. La teoria che ha portato a questa conclusione s’avvale del fatto che sia lo Iacp che il Comune non sono stati e non sono nella con-

dizione di assicurare la manutenzione straordinaria dei fabbricati e dei singoli appartamenti. Il degrado che n’è disceso è palese e non ammette repliche. Ammette, però, che lo Iacp e il Comune vengano ritenuti responsabili della dissennatezza con cui hanno amministrato e gestito il loro ingente patrimonio abitativo. Non diversamente dissennata e colpevole è stata la politica abitativa della Regione Molise che ha fatto mancare le risorse allo Iacp, senza mai porsi il problema delle conseguenze. Né ha mai impostato un piano edilizio in favore delle categorie sociali più deboli. Ha lucrato, non solo politicamente, come hanno lucrato gli amministratori delle case popolari, sui favori che si sono potuti fare centellinando qua e là i finanziamenti, dando in appalto i lavori, consentendo favoritismi finanche - per fare un esempio - sul cambio delle caldaie termiche negli appartamenti. Negli Anni ’50 e ’60 ha lucrato la Dc, costruendo milioni di appartamenti popolari as-

segnandoli anche a chi non aveva diritto; poi lo sfacelo. E nello sfacelo c’è ancora gente che lucra mantenendo il beneficio di un appartamento non avendone più diritto a norma di legge (sentite come s’è espressa la Caritas a proposito del sistema di assegnazione degli alloggi in base al quale “Spesso gli inquilini sono stati indotti in errore da atteggiamenti lassisti e strizzatine d’occhio degli amministratori succedutisi da molti anni a questa parte”). Anche la legge numero 12 del 25 luglio scorso che ha dimezzato il valore patrimoniale dello Iacp, ha l’obiettivo di creare centinaia di proprietari di appartamenti a metà prezzo del valore calcolato con una formula a sua volta di favore attraverso le revisione delle rendite catastali. La verità è che sull’edilizia popolare e sociale è stata fatta sistematicamente razzia di risorse, di guadagni indebiti, e una politica sporca. Compresa la legge ultima, come diciamo,

per la quale da parte dei tecnici dello Iacp è stata proposta una serie di correttivi che dovrebbe attutirne gli effetti disastranti. Che ci sia in quella legge un sottofondo politico è confermato dalla campagna avviata con gli inquilini da parte del consigliere regionale Salvatore Ciocca e dall’ex sindaco di Campobasso, Augusto Massa, che ha cavalcato la tigre da amministratore e da oppositore il che sta a dire quanto la faccenda delle case popolari si presti alla demagogia. L’intero discorso conferma storicamente la verità secondo cui l’edilizia popolare e quella residenziale pubblica sono state e sono considerate un osso da spolpare. E ci sono riusciti se, com’è nell’amara realtà di oggi, sono stati costretti a svendere e mai a poter costruire nuove case. Al punto che nella città dei colletti bianchi, dei fuoristrada, delle ville in campagna, c’è gente della media borghesia che non paga (perché non può) l’affitto, e per questo sfrattata. La legge regionale numero 12 del 25 luglio scorso non fa altro che coprire le gravi responsabilità accumulate nel corso degli anni dalla gestione degli Iacp e dai governi regionali, evitando di porsi il problema di una seria, valida, concreta possibilità di varare un piano ad hoc in grado di affrontare il degrado delle vecchie case e di costruirne di nuove.


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4 26 agosto 2014

L'onorevole Venittelli fa il punto della situazione sulla proposta di soppressione della Corte d'Appello

"Coesione per salvare il Molise"

CAMPOBASSO. “In questi ultimi giorni abbiamo assistito a un risveglio collettivo, negli ambienti politici e istituzionali, dell’interesse verso le sorti dell’autonomia giudiziaria del Molise. Ad ogni livello sono intervenuti consiglieri, segretari e assessori, ma teniamo a precisare quello che è stato il lavoro sin dalla vigilia di Ferragosto, quando si è avuto sentore della proposta di revisione della geografia giudiziaria nel Paese”. A fare il punto della situazione è l’onorevole molisana del Pd, Laura Venittelli, che ribadisce in modo fermo la necessità ineludibile di conservare il criterio dei tre tribunali per salvaguardare non solo la Corte d’Appello, ma l’autonomia e l’accesso alla giustizia da parte dei cittadini sul territorio, non dismettendo uno dei cardini costituzionalmente garantiti più significativi per l’ordinamento repubblicano. “L’opera certosina di sollecitazione parlamentare che abbiamo promosso è stata rivolta nei riguardi di colleghi con funzioni e competenze, non verso chicchessia e soprattutto sensibili al problema delle paventate soppressioni di Corti d’appello e tribunali minori. Tra i primi, il capogruppo Roberto Speranza, in considerazione del rischio corso dalla sua stessa regione, la Basilicata”. L’onorevole Venittelli ha lavorato di concerto con i presi-

denti degli ordini forensi di Larino e Campobasso Antonio De Michele e Demetrio Rivellino, avviando contatti con altri parlamentari di territori a rischio come Marche e Abruzzo, tra questi il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Giovanni Legnini, avvocato che esercita nel foro di Chieti.Coinvolto nel ragionamento anche il capogruppo Pd alla Commissione Giustizia Walter Verini, umbro e per questo altrettanto interessato al tema. “Per raggiungere una posizione univoca insieme al presidente De Michele abbiamo promosso una corrispondenza fitta, con cui sono stati messi a fuoco i punti deboli della riforma, spingendo il capogruppo Verini a discuterne col Ministro Andrea Orlando, al quale è stato ribadito che tutte le regioni, sia della cosiddetta fascia adriatica che altre, daranno battaglia senza tregua per conservare l’autonomia giudiziaria, esattamente come faremo per il Molise. Siamo agguerriti e non cederemo le armi”. Un lavoro di raccordo importante che vedrà i suoi frutti a partire dalla ripresa dell'attività parlamentare, ma il monito del deputato molisano è lo stesso di quello raccolto a margine dell'assemblea di giovedì scorso a Termoli: coesione per salvare il Molise, non solo sull'ordinamento giudiziario.

L'intervento

Le riforme devono nascere da progetti e non da soppressioni di Vincenzo Musacchio* La riforma della giustizia a cui sta lavorando il ministro Orlando farà un importante passo in avanti il 29 agosto prossimo, quando dovrebbe esser presentata al Consiglio dei ministri. Lì si capirà qual è il clima. Si vedrà anche se c’è la possibilità di un accordo più ampio o se c’è da attendersi una frenata. Importante, inoltre, è capire quale sarà la reazione di Forza Italia, visto che il tema giustizia interessa e non poco al leader del partito. L’opportunità della riforma a mio giudizio è condivisibile e non dovrebbe affatto essere in discussione, ma il metodo proposto e la precipitazione con la quale è stata disegnata rischiano di condurre a soluzioni inappropriate e pericolose. L’esperienza sul campo ci dimostra chiaramente che una riforma organica non può prescindere da una seria valutazione d’impatto della nuova regolamentazione sotto il profilo politico, economico, sociale e territoriale. Ciò richiede la raccolta e l’analisi approfondita dei dati di efficienza e di

spesa relativi alla funzionalità dell’attuale assetto della geografia giudiziaria, esercizio che presuppone la ricognizione dei costi e della redditività del servizio di giustizia, l’indagine sulla specificità della geografia reale e della situazione infrastrutturale del bacino di utenza (morfologia territoriale, tessuto industriale e produttivo, livelli di criminalità ordinaria ed organizzata), nonché l’individuazione dei fabbisogni reali di un sistema funzionale ed efficiente, al fine di disegnare delle strutture che rappresentino una sintesi ottimale tra efficienza e costi del sevizio. Su queste premesse, che a mio giudizio prescindono da prese di posizione aprioristiche e ideologiche, dovrebbe ragionevolmente fondarsi un’iniziativa progettuale idonea alla definizione di un rinnovato sistema giustizia, superando l’attuale assenza di visione prospettica che induce a ridurre l’esistente senza creare nulla di nuovo. Le riforme devono nascere da progetti e non da soppressioni più o meno estese. Con questa visione progettuale si può aspirare a sviluppare e mantenere un sistema pubblico della giustizia

efficiente, eliminando gli sprechi, massimizzando gli investimenti, razionalizzando e monitorando il servizio, nel rispetto della superiore esigenza di garantire a tutti il pieno ed effettivo esercizio del diritto di accesso alla giustizia. Sempre a mio giudizio, è assolutamente indispensabile coinvolgere il Parlamento nella definizione di future scelte correttive del sistema giudiziario nonché l’opportunità di riflettere ad una riforma globale dell’organizzazione giudiziaria, nell’ottica di assicurare ai cittadini la tutela effettiva dei propri diritti. Al Parlamento spetta in maniera esclusiva la definizione dei principi e dei criteri che devono fondare interventi di questa natura, nonché l’individuazione degli obiettivi da raggiungere. Allontanandosi dalla sua sede naturale, quella parlamentare, il processo di riforma della giustizia perderà di potenzialità ed efficacia, e il sentimento che la riforma si lascia alle spalle è quello della solita occasione perduta. * già Docente di diritto penale presso l’Alta Scuola di Formazione presso la Presidenza del Consiglio in Roma

"Un colpo mortale per la regione" Anche l'Udc si schiera a favore della permanenza in vita della struttura giudiziaria in Molise CAMPOBASSO. "Il Molise è sotto attacco non solo mediatico, ora vogliono privarci anche della possibilità di avere giustizia allontanando ancora di più il cittadino dalle aule, tutto questo solo perché siamo piccoli e vogliono farci sparire. Noi non ci stiamo e ci difenderemo con le unghie e con i denti perché il Molise possa continuare a vivere». Ad affermarlo è il segretario regionale dell’Udc del Molise, Teresio Di Pietro, che interviene per commentare la decisione di sopprimere in Italia quattro Corti d’Appello tra cui quella di Campobasso. «Sarebbe un colpo mortale non solo per la giustizia ma per la soppressione della Regione Molise dopo aver perduto già tanti enti. Così – aggiunge Di Pietro – si ritornerebbe indietro di oltre 30 anni quando prima eravamo costretti ad andare a Napoli o Roma». Il segretario regionale dell’Udc ribadisce come così si allontani ancor di più il cittadino dalla giustizia e riferisce che stamane ha avuto un colloquio con il segretario nazionale Lorenzo Cesa il quale avrebbe rivelato come il prossimo 29 agosto il governo chiederebbe solo una delega generica per affrontare il tema della riorganizzazione del sistema giustizia e Corti d’Appello ma «si tratta solo di rinviare il discorso allungando il collo per altri mesi senza risolvere ed eliminare il pericolo per Campobasso». Di Pietro annuncia che sia a livello di partito che in Regione con il capogruppo Pippo Sabusco si metteranno in campo iniziative per evitare una catastrofe i cui costi ricadranno sulle spalle dei cittadini che dovendo pagare di più per far valere i loro diritti in appello si sono visti aumentare anche i contributi unificati dopo l’illusoria concessione di 80 euro in busta paga e solo per alcune categorie di cittadini. «Lancio un appello – conclude Teresio Di Pietro – affinché tutte le forze politiche della nostra regione facciano quadrato su una questione che potrebbe avere effetti devastanti per il futuro del nostro bistrattato Molise».


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5 26 agosto 2014

Il direttore dell’Area quarta della Regione Molise Rodolfo Cocozza, che voleva gettare la spugna di fronte alla impossibilità di modificare lo stato di fatto, è stato caldamente invitato a restare al suo posto

“Quel poco di buono che c’è cerchiamo di non perderlo” Il contrasto è netto. Chi ha voglia di fare, di lavorare, di innovare, di razionalizzare il lavoro alla Regione Molise spesso si trova nell’impossibilità di agire e, quindi, chiede di lasciare, di cambiare aria, di trovare dimensioni organizzative, amministrative e politiche adeguate alle personali capacità e aspirazioni. E’ la storia in sintesi del dirigente dell’Area quarta, Rodolfo Cocozza che, vistosi tarpato le ali in ogni tentativo di cambiamento di metodo e mentalità, ha chiesto di rescindere in maniera consensuale il rapporto che dal 15 gennaio 2014 lo lega alla Regione. Ma alla Regione di gente che abbia voglia di fare, innovare, razionalizzare ce n’è estremo bisogno per tentare, come è stato detto e ridetto, di riorganizzare i servizi e gli uffici dell’ente per sottrarlo al progressivo deperimento umano e funzionale. Di questa necessità s’è reso di nuovo interprete l’assessore ai lavori pubblici Pierpolo Nagni e con lui la presidenza della giunta e l’intero esecutivo. Da qui, l’invito all’ingegnere Cocozza di restare dov’è, di continuare il percorso di rinnovamento avviato e già contrassegnato dalla presentazione di tre proposte di leggi regionali: una sui Lavori pubblici, un’altra sulla gestione del territorio (legge urbanistica), e una terza sulla tutela sismica del territorio. Tre leggi per dare sostanza all’Area quarta, lavoro ai servizi e agli uffici in termini di contenuto e di funzionalità, con

un chiaro riverbero di effetti benefici sulla collettività. Fin qui la faccenda nella sua macrodimensione, il cui sviluppo è nella decisione di Cocozza di accogliere o meno l’invito a restare dov’è e di continuare il lavoro avviato. Se il moto di rinuncia è realmente motivato dalla difficoltà di superare gli ostacoli che in misura notevole e ingiustificata gli sono stati frapposti, e non già nella presunta superficialità di un atteggiamento che a qualcuno è apparso troppo facilmente rinunciatario, c’è da credere che resti dov’è e che cerchi di continuare il lavoro avviato. Il vero nodo da sciogliere pertanto è la possibilità o meno che gli vengano dati gli strumenti, i mezzi, e le facoltà di agire e d’incidere concretamente e a fondo nella messa a punto del progetto di

riorganizzazione dell’intera Area quarta, dei servizi e degli uffici che la compongono. Diversamente le sollecitazioni a restare, gli apprezzamenti elargiti, il riconoscimento del profilo direttoriale espresso e posto in essere rimarrebbero vuote espressioni di prammatica se non, addirittura, un modo peloso a copertura di ciò che sarebbe uno smacco e una precisa denuncia di inefficienza degli apparati amministrativi dell’ente, qualora venisse da Cocozza confermata la volontà di lasciare l’incarico. Allo stato delle cose, purtroppo, risultano invariate e irremovibili le situazioni che andrebbero riviste e modificate, il personale e le competenze che le sostengono, cui aveva messo mano. Cioè, invariate e irremovibili le incrostature di anni di lassismo, di clientelismo, di strumentalismo, di un modello comportamentale in cui gli egoismi (personali e di categoria) sono statati gli unici comuni denominatori. La scommessa che il direttore dell’Area quarta, la presidenza della giunta e la giunta regionali vogliono vincere è racchiusa nella volontà di agire contro tutte le forme d’interdizione che sono la specialità degli apparati regionali (in primis i sindacati interni) da cui, peraltro, gli apparati partitici e politici hanno tratto non pochi vantaggi elettorali. L’impresa è come scalare l’Everest senza bombola d’ossigeno. Dardo

L'intervento

Il commercio dimenticato e sepolto di Luigi Zappone* La crisi economica che ancora investe il nostro Paese,tra recessione e austerity, ha fatto in modo che i lavoratori autonomi in generale e quelli del settore commerciale in particolare, risultino essere la fascia che, proporzionalmente, ha pagato il conto più salato di questi c anni di crisi, perdendo man mano circa 420 mila posti di lavoro e bruciando circa 70 miliardi di reddito disponibile. E' da tempo che andiamo sostenendo che occorre quantomeno un momento di riflessione sulla vicenda, almeno dal punto di vista "del lavoro". Avevamo lanciato l'allarme - almeno da un paio di anni addietro – facendo rilevare come per i lavoratori autonomi, composti in larga parte da piccoli e micro imprenditori (in prevalenza del settore commerciale, almeno nella nostra realtà territoriale) fosse diventato insostenibile il "peso" che, tra fisco e recessione, stava finendo – come poi ha finito – di "schiacciare" la categoria. In verità, in taluni proclami, anche del Governo centrale viene riconosciuta l'esigenza di ridurre la pressione fiscale anche

attraverso un piano di tagli della spesa pubblica inefficiente e improduttiva: ma ancora siamo in attesa di verificare come i tagli saranno portati avanti in modo coraggioso. E' un dato certo e verificabile in qualsiasi momento (.... basta fare un "giro" per le strade storicamente votate al commercio della città capoluogo della Regione Molise: Via Mazzini, Viale Elena, il corso......) per rendersi conto che gli effetti della crisi sul "lavoro autonomo" (leggi commercio) si siano fatti sentire a partire dalle molte chiusure di attività in proprio e dai conseguenti effetti sull'occupazione. Si è trattato e si tratta di un "sacrificio" elevatissimo e, proporzionalmente, molto più alto rispetto al lavoro dipendente,che non è sostenibile, soprattutto in una realtà territoriale come il Molise che ha fin qui "vissuto" di terziario. Questo mix di crollo occupazionale (che, poi, equivale a dichiarazioni di "fallimento" per molte attività commerciale), insieme alla pressione fiscale sul "patrimonio" e sui servizi, ha determinato una pesante diminuzione ( se non completo azzeramento!!!!) dei "redditi primari" della famiglie che di attività commerciali hanno fin qui vissuto. L'ammontare

dei "redditi smarriti" e che la "politica" (anche locale) non prova a far ritrovare ci ha portato al convincimento che servono – ora più che mai – interventi diretti a favorire la ripresa occupazionale e la crescita dei redditi delle famiglie che rappresentano una priorità , non solo per la politica economica del Paese, ma anche e soprattutto per le genti molisane. Le risorse necessarie vanno trovate, sicuramente, nei tagli alla spesa della "finanza pubblica" (....anche il Governo regionale!!!!!...) e, nell'intanto, come provvedimento immediato, visto che si è "finanziato" (con soldi pubblici) zuccherificio, "gallinificio", "abitificio", e......., si potrebbe, quanto meno intervenire presso la Finanziaria dell'Ente Regione ( la FINMOLISE) procedendo al "congelamento", "rimodulazione", "piano di rientro e o di abbattimento" dei finanziamenti a suo tempo concessi agli operatori del terziario che, allo stato, non sono in grado di "restituire" ed "onorare" in quanto "caduti nel fallimento" e nella cessazione di attività: rimanendo senza alcun reddito. Anche questa – che può sembrare provocatoria – è una proposta precisa che facciamo alla Regione Molise, nell'ottica di "cambiare rotta" e di andare ( prima volta nella storia) "incontro ai commercianti" e non solo e sempre ad altre categorie: un intervento di tale portata sarebbe veramente un segnale di vero cambiamento. *Confimpresa


6 26 agosto 2014

Campobasso

Detenuti, l’amministrazione comunale promuove il valore del lavoro Lavoro alla pari, incontro informativo a Palazzo Magno

Sta per essere siglato un protocollo d’intesa tra il Comune di Campobasso, l’istituto comprensivo “F. Iovine”, la Casa Circondariale di Campobasso, l’associazione “Il Nostro Quartiere San Giovanni” per la promozione del lavoro di pubblica utilità in favore della comunità locale da parte di detenuti. L’amministrazione comunale di Campobasso, nell’ambito delle linee programmatiche di governo, intende proseguire, attraverso i servizi sociali, la realizzazione di tutte le azioni orientate a mettere la persona al centro del proprio agire, soprattutto quelle che si trovano in difficoltà, migliorando altresì la qualità dei servizi esistenti e avviando anche la sperimentazione di nuovi progetti che possano rispondere ai bisogni sempre più articolati delle persone. L’Anci e il Dipartimento per l’Am-

ministrazione penitenziaria, al fine di implementare il flusso di opportunità occupazionali mediante la promozione, ricerca ed organizzazione di attività lavorative in favore della popolazione detenuta, hanno ritenuto fondamentale promuovere il valore della “cultura e del lavoro e del sapere” attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa finalizzato alla promozione di un programma per lo svolgimento di attività lavorative extramurarie da parte di soggetti in stato di detenzione in favore delle comunità locali. Detto Protocollo, sottoscritto in data 20 giugno 2012 è stato nella sostanza recepito dalle varie Amministrazioni comunali. Occorre considerare, infatti, come il lavoro riveste un ruolo di assoluta centralità in ogni percorso riabilitativo finalizzato al reinserimento sociale del detenuto che, attraverso l’impegno e la respon-

sabilità del lavoro possa individuare percorsi alternativi al crimine. In questo contesto, la programmazione di una serie di iniziative che coinvolgono i detenuti in un percorso di sensibilizzazione all’educazione ambientale ed alla tutela della sicurezza pubblica è condizione imprescindibile per la creazione sistematica rete occupazionale per l’impiego di attività lavorativa, fuori dalle mura del carcere, dei soggetti detenuti ristretti nei penitenziari dislocati. Proprio per questo il Comune di Campobasso ha deciso di promuovere un’iniziativa che punta alla stipula di un Protocollo d’intesa tra l’Istituto comprensivo “F. Iovine”, la Casa Circondariale di Campobasso, l’associazione “Il Nostro Quartiere San Giovanni”per l’utilizzo di detenuti presso la Casa circondariale di Campobasso.

Questa mattina alle 9,30 presso la Provincia di Campobasso, il Centro di informazione Europe Direct e l'Agenzia Termoliaupair organizzano il secondo incontro informativo per conoscere da vicino le opportunità offerte dal lavoro au pair. Perchè scegliere una esperienza di lavoro au pair??? Per una serie di validi motivi: ti permette di vivere un anno all'estero in un paese che puoi scegliere tra quelli disponibili senza il problema di cercarti casa perchè hai vitto ed alloggio gratis; ti rendi indipendente economicamente; ti consente di fare nuove amicizie; ti permette di conoscere ancora meglio una lingua straniera e di conoscere molto da vicino la cultura del paese ospitante.


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Campobasso

26 agosto 2014

In merito ai lavori pubblici per 500 milioni di euro di recente appaltati

Pietro Maio, i comunicati stampa, e la deontologia Asilo Bianconiglio, professionale da lunedì

Se non può disporre di un addetto stampa o di un portavoce, l’amministratore comunale eviti di firmare i comunicati, specie se elogiativi della propria attività politica. E’ di cattivo gusto. Racconta di un’amministrazione naif, che tarda a darsi strutture funzionali, peraltro necessarie per una corretta comunicazione all’esterno. Infatti, sarebbe stato del tutto coerente che dando notizia dell’inizio dei lavori di rifacimento del manto stradale in Contrada Colle delle Api, in Via Sant’Antonio dei Lazzari, e nella zona industriale per l’importo di mezzo milione di euro, l’addetto stampa o il portavoce (se ci fossero stati) aggiungessero anche una breve dichiarazione di compiacimento dall’assessore ai Lavori pubblici. Che l’abbia fatto invece l’assessore direttamente, cambia radicalmente l’aspetto della questione, rendendola molto antipatica. Anche perché, ad esempio, l’assessore Maio ha omesso di dire che quei soldi, quei progetti e quegli appalti non sono farina del suo sacco ma risalgono alla gestione amministrativa di Gino Di Bartolomeo. Se a stendere e a firmare il comunicato fosse stato un professionista della comunicazione avrebbe certamente e correttamente dettagliato la notizia in tutte le sue componenti (politiche, tecniche e amministrative), confermando così il valore

bimbi al nido

deontologico della professione. L’assessore Maio non l’ha fatto e lo si può capire (Cicero pro domo sua), ma non vorremmo che prendesse gusto a dare informazioni

che lo gratificano anche quando non ha meriti da vantare e/o da far valere. A stringere il brodo, una deontologia deve esserci anche per gli assessori.

Riapre lunedì l’asilo comunale Bianconiglio. La struttura di via Vega può ospitare settanta bambini divisi in gruppi in base all’età: C’è la sezione dei piccoli o lattanti con un educatrice a disposizione per ogni sei lattanti cioè bimbi dai tre mesi ai dodici mesi, e poi c’è la sezione dei medi con un educatrice a disposizione ogni dieci bambini di età compresa dai tredici ai ventitre mesi. Infine c’è la sezione dei grandi con un educatrice a disposizione per dieci bambini di età compresa dai ventiquattro ai trentasei mesi. Il menù è scelto dal pediatra con collaborazione di un nutrizionista e si divide tra la colazione e il pranzo principale che oltre al primo e secondo prevede sempre frutta e verdura di stagione. In casi di allergie il pediatra provvederà ad una dieta specifica seguendo la certificazione del medico curante. L’orario previsto è dal lunedì al venerdì dalle 7,45 alle 14,30 e il sabato dalle 8 alle 13,30 ma, qualora ce ne fosse bisogno in base alle richieste dei genitori, si attiverà un orario prolungato per andare incontro alle esigenze delle famiglie. Le iscrizioni possono essere effettuate all’ufficio scuola di via Cavour dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12,30 e il martedì e il giovedì dalle 16 alle 17,30.

CercemaJazz colpisce al cuore Coinvolgimento, entusiasmo, partecipazione numerica ed emotiva, questi i risultati ottenuti dalla prima riuscita edizione di CercemaJazz svoltasi a Cercemaggiore domenica scorsa. L’evento, ideato dalla Pro Loco di Cercemaggiore “Giovani Cercesi”, e dall’Assessore alle politiche giovanili del Comune di Cercemaggiore Daniele D’Aversa, ha segnato di sicuro un punto di svolta nell’organizzazione e nel-

l’ideazione di manifestazioni capaci di unire cultura e socializzazione in un ambito non solo strettamente locale, ma più aperto al coinvolgimento e alla diffusione esterna delle proprie peculiarità produttive e storiche. La serata, aperta e chiusa dal sound di Femix Dj, ha regalato alla comunità cercese e agli appassionati di jazz arrivati anche da Campobasso e dal circondario, il concerto jazz dei Ja

Moods, gruppo musicale molisano nato nel 2012, combinato con la sapiente maestria e professionalità dell’Associazione Italiana Sommelier Molise, che ha condotto degustazioni di vini di tutte le cantine molisane ad un ampio pubblico di consumatori abituali e non, informandoli sulle qualità delle produzioni molisane in ambiente vitivinicolo. Un connubio riuscito e produttivo che non andrà disperso

in futuro. Il centro storico di Cercemaggiore, grazie anche all’interesse della Pro Loco guidata da Alfredo Pietraroia, ha brillato di luce propria, valorizzato da un evento musicale ed enogastronomico di qualità che ha saputo colpire al cuore e donare nuova linfa alle speranze di chi ritiene che la qualità delle proposte culturali ripaghi sempre e sia avvertita come necessaria oramai dagli stessi cit-

tadini, che chiedono non solo divertimento ma anche possibilità di confronto culturale.Con questi risultati pensare ad uno sviluppo futuro di CercemaJazz, con una seconda edizione per il prossimo anno, per il comune di Cercemaggiore e per l’Associazione Italiana Sommelier Molise diventa più che un semplice augurio, ma quasi una vera e propria felice manifestazione d’intenti.



TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO

ANNO X - N° 171 - MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 Rotostampa Molise sede legale: Sessano del Molise (Zona Industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it E-mail: Amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it Ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 Stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) Il lunedì non siamo in distribuzione La collaborazione è gratuita

GIORNALE SATIRICO

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Isernia

26 agosto 2014

Lettera aperta la ministro di Grazia e Giustizia sui danni economici allo stesso Stato

“Che succede se chiude il Tribunale?” ISERNIA. Sulla ventilata soppressione del Tribunale di Isernia, una lettera aperta è stata scritta dal Tiziano Di Clemente al Ministro. Egregio sig. Ministro, essendo in forza presso l’INPS di Isernia ho svolto e continuo a svolgere, tra l’altro, la funzione di supporto tecnico in numerose udienze presso il Tribunale di Isernia (oltre 100 l’anno) , afferenti a risvolti penali connessi ad omissioni contributive nel settore previdenziale, che si consumano in danno ai lavoratori ed allo stato sociale. Nella nostra realtà (come nelle altre) tale funzione di accertamento tecnico ha concorso e concorre, per diversi milioni di euro, al recupero di crediti previdenziali, necessari al finanziamento delle prestazioni previdenziali e sociali (tanto più nella situazione di acuta crisi attuale). Le ho fatto questa premessa afferente alla mia attività lavorativa quotidiana, per porre l’attenzione su uno dei tantissimi esempi, che dimostrano come la Sua “riforma della giustizia” , laddove paventa la soppressione del Tribunale di Isernia (come di altri), non solo è antisociale, ma appare irrazionale ed in palese contraddizione anche con la enunciata finalità del “risparmio”. Infatti Le chiedo: se essa dovesse essere attuata, quanta spesa pubblica in più vi sarebbe ad esempio per l’INPS di Isernia, laddove la predetta funzione di servizio dovesse essere svolta presso tribunali di Roma o di Napoli o comunque altrove a centinaia di chilometri? Quanto costerebbero in termini di energie e tempi lavorativi, rischi di infortunio,

Urbanistica, bando per l’affidamento dei servizi E' stato pubblicato sul sito web del Comune di Isernia per un elenco di operatori

e spese materiali, all’INPS di Isernia, 100 viaggi-missione l’anno per udienze che peraltro impegnano tutta la giornata date le note attese ? E se moltiplichiamo per tutte le sedi d’Italia dell’INPS tale misfatto, quanto costerebbe in più la sua “riforma” già solo per questo “dettaglio” ? Certo, questo è solo un banalissimo esempio e neanche il più importante; però già è emblematico per disvelare come le Vs decisioni siano totalmente scevre dalle esigenze sociali cui dovrebbero essere finalizzati i servizi pubblici. E per dimostrare che in realtà i Vostri provvedimenti, dietro le astratte enunciazioni di miglioramento, rispondano a ben altri interessi: risparmiare sulla pelle delle classi meno agiate, per garantire miliardi di interessi annui sui titoli pubblici, passati, come

frutto di anni di rapine sociali, nella titolarità di capitalisti e banchieri, cioè di coloro che hanno in mano il governo reale del paese. Tralascio altre e superiori argomentazioni, data la qualità in cui mi esprimo in questa sede; esse saranno poste sul piano politico ed in altra veste, di fronte alle masse popolari molisane. Tuttavia vorrei chiosare accennando ad un problema di fondo: a parte le diffuse ed impunite ingiustizie giudiziarie contro le parti deboli, che annullano il buon operato dei pochi magistrati seri non avvezzi a coprire i soprusi, la questione di fondo di cui mai si parla nelle vostre (contro)riforme reazionarie è il carattere di classe della giustizia, sempre meno accessibile ai ceti popolari e sempre più appannaggio dei ceti benestanti e potenti.

ISERNIA. È stato pubblicato sul sito web del Comune di Isernia l’Avviso Pubblico finalizzato alla formazione d’un elenco di operatori economici per l’affidamento dei servizi tecnici dell’urbanistica (varianti al Prg, ri-classifi¬cazioni, piani di lottizzazione, atti di pianificazione, ecc.), da affi¬dare in economia, nel rispetto dei principi di rotazione, parità di tratta¬mento e trasparenza delle procedure di affidamento. L’elenco non pone in essere alcuna procedimento selettivo, né prevede gra¬duatorie di merito delle figure professionali, ma semplicemente indivi¬dua gli operatori economici da invitare per l’affidamento dei servizi tecnici in questione. Resta ferma, in ogni caso, la facoltà del Comune di invitare o interpellare anche operatori economici ritenuti idonei ma non inseriti nell’elenco. Possono concorrere alla formazione dell’elenco i soggetti, ingegneri e ar¬chitetti, aventi le specifiche competenze di carattere tecnico, economicofinanziario, amministrativo e organizzativo. I soggetti medesimi devono essere in possesso, a pena di esclusione, dei requisiti indicati nel bando e far pervenire le domande entro le ore 14 del giorno 8 settembre. Per ulteriori informazioni è opportuno consultare attentamente l’Avviso Pubblico, disponibile sulla homepage del sito internet comunale.

“Incontro con il modellismo”

Turismo, qualcosa si muove

Grande soddisfazione per l'evento del 24 agosto in occasione del Settembre Isernino

Primo bilancio dell'attività dell'ufficio istituito al Comune di Isernia

E' stato un successo inaspettato l'evento che Le Rotaie Molise, l’unica associazione di modellismo ferroviario presente in Molise, ha organizzato in occasione del settembre isernino. La risposta della popolazione è andata oltre ogni più rosea aspettativa per una realtà culturale così “di nicchia”. Da anni tuttavia Le Rotaie portano avanti con grandi soddisfazioni diversi progetti per rivalutare la ferrovia in Molise e la memoria storica intorno alle strade ferrate. Sono stati circa una quarantina i ragazzi ed i bambini che si sono cimentati nella realizzazione di modellini di treni: in cartoncino per i più piccoli, fino ai dieci anni d'età; modelli in scala assemblati da kit di montaggio per i più grandi. Le Rotaie hanno così, nella pratica, fatto conoscere le attività che l'associazione da diversi anni a questa parte svolge con grande consenso di pubblico. Gli avventori hanno così sperimentato il modellismo ferroviario, venendo a conoscenza della maestria che si cela dietro questo hobby, “elitario” ai giorni nostri. La manualità in generale è stata spodestata dall'informatica che ha preso piede anche tra i cultori di questa passione. Ad arricchire la giornata infatti è stato messo a disposizione un diorama ferroviario e anche un simulatore multimediale di condotta dei treni: il “vecchio” e il “nuovo” insieme per far conoscere la passione per il mondo delle ferrovie. Il plauso dell'organizzazione del Settembre Isernino non si è fatto attendere. In particolare l'assessore Bice Antonelli, referente dell'organizzazione che cura il programma degli eventi, ha proposto, con grande disponibilità, la possibilità di riproporre l'evento nel mese di settembre. Si spera così di far conoscere ad un pubblico maggiore non solo l'arte modellistica, ma anche altri ambiti dell'attività associativa: collezionismo, fotografia, documenti storici e cimeli ferroviari...Per tutti coloro che vogliono entrare nel mondo de Le Rotaie Molise è possibile visitare il sabato, la domenica ed i festivi, durante tutto l'anno, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, il Museo di Cultura Ferroviaria, presso l'Officina della Cultura e del Tempo Libero, ex rimessa della stazione ferroviaria di Isernia.

ISERNI. A Isernia vi sono molteplici attrazioni di tipo turisticoculturale: il Paleolitico, il Museo Civico dedicato al bombardamento alleato che subì la città nel 1943, dedicato anche alla figura mistica e misteriosa di Celestino V e al tombolo di Isernia; gli scavi archeologici dell’ambiente ipogeo della Cattedrale di Isernia che mettono in luce un tratto della Isernia latina nell’area del foro del III sec. a.C. A tutto questo, poi, vanno aggiunti i servizi di accoglienza e di organizzazione del tempo libero dei turisti offerti dall’Ufficio turistico comunale di piazza Celestino V, gestito dai volontari del locale Centro Turistico Acli. Le precisazioni sulle attività della struttura da una operatrice del Cta, Stefania Bustelli: “Dalla sede dell’Uit, aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, viene distribuito materiale informativo e di promozione gratuito (dépliant, guide, cartine e mappe), messo a disposizione da privati ed enti pubblici. Sono, inoltre, dispensate informazioni sui monumenti, sui luoghi di interesse naturalistico ed artistico, sulle strutture ricettive, sui ristoranti, sui trasporti, sulle manifestazioni, sulle iniziative culturali e sportive.Viene offerta gratuitamente la Carta del Turista che, se esibita nei locali di Isernia convenzionati, riserva sconti e vantaggi ai visitatori.Vengono effettuate operazioni di prenotazione nelle strutture ricettive o nei ristoranti di Isernia in particolare e del Molise in generale. I servizi più richiesti, inoltre, e che rappresentano il fiore all’occhiello del nostro ufficio turistico sono i giri turistici nel centro storico della città che si svolgono alle 11

e alle 16 ogni giorno e le visite guidate in sella alle bici elettriche di Isinbici, un prodotto turistico destinato soprattutto ai visitatori più dinamici e che include anche la visita guidata al sito Paleolitico di Isernia la Pineta”. Sui numeri dell’Uit, il commento del presidente del Cta di Isernia Barbara Avicolli: “Dal mese di giugno, secondo i report che redigiamo dalla nostra struttura sui flussi turistici di incoming della città è possibile rilevare che in media trenta visitatori al giorno hanno usufruito dei nostri servizi. Si registrano presenze da ogni parte d’Italia, oltre a numerosi turisti provenienti dall’estero, di area soprattutto anglofona e francofona. Il dato, però, che ci motiva fortemente a proseguire lungo il percorso intrapreso a Isernia con forte senso di responsabilità e abnegazione, è che quotidianamente circa dieci visitatori partecipano ai nostri tour guidati, a piedi o in bici elettrica. Il grado di soddisfazione e di apprezzamento sia per il servizio di guida espletato, sia per le bellezze che la città storicamente e artisticamente offre ci conforta, aprendoci ad una prospettiva futura rosea e ottimistica”. Nello staff del Centro Turistico Acli vi è la presenza di professionisti di spiccata preparazione nell’ambito dei Beni Culturali, del Turismo e dell’Archeologia, abilitati nell’esercizio di professioni legate alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali e conoscitori di lingue straniere. Infine, i servizi di accoglienza e di informazione turistica vengono espletati senza alcun onere di spesa per l’ente comunale.


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Termoli

26 agosto 2014

Musica in Borgo A Termoli quattro serate per la rassegna musicale tra i vicoli TERMOLI. Cinque esibizioni in 4 giorni. Archiviate le tradizionali e partecipate feste agostane, prenderà corpo da domani sera a venerdì prossimo 29 agosto la rassegna ‘Musica in Borgo – note ed emozioni tra i vicoli’. La manifestazione di fine estate con cui l’amministrazione comunale vuole valorizzare la sua perla medievale, riproponendo nello scenario caro ad altri prestigiosi festival del passato, nomi di spicco. Il cartellone è stato illustrato stamani in conferenza stampa. Sul palco di piazza Duomo saliranno Adam Ben Erza, Antonio Forcione e Sarah J. Morris Duo, Rosalia De Souza Maurizio Di Fulvio Trio, l’orchestra giovanile Punto di valore e il clou di sabato sera con ‘The Manhattan Transfer’. Alla conferenza in sala consiliare oltre al sindaco Angelo Sbrocca, c’erano il presidente del consiglio Manuela Vigilante, l’assessore Pino Gallo e il consulente in pectore del Turismo Michele Macchiagodena, curatore dell’estate termolese, insieme allo staff dell’assessorato. Un impegno di spesa di 23mila euro complessivo e la capacità di portare nel cuore del centro storico un gruppo che in

Italia si esibirà solo a Termoli e a Narni, come ‘The Manhattan Transfer’, per la non iperbolica cifra di 15mila euro. Il primo cittadino ha colto l’occasione per ringraziare chi abbia organizzato l’estate termolese, dichiarandosi pienamente soddisfatto, peraltro sottolineando come per l’evento principale saranno accreditati anche dei media internazionali. Un altro messaggio di ringraziamento ha raggiunto la categoria dei ristoratori e degli operatori turistici, capaci di cogliere con sensibilità l’occasione, sposando un progetto che punta a va-

La Cava lascia la guida del Termoli La società giallorossa è ora alla ricerca del nuovo tecnico TERMOLI. Una vera e propria doccia gelata per il Termoli Calcio che a pochi giorni dal match di coppa contro il Campobasso perde il proprio allenatore. La notizia, appena trapelata, vede Nicola Cesare, presidente della società, particolarmente tranquillo: “Abbiamo convenuto per questa scelta in quanto sussistevano troppe divergenze con il nostro direttore sportivo. Inoltre, non essendo in discussione la sua posizione, abbiamo deciso di andare avanti sostituendo l’allenatore”. Top secrete il nome del futuro sostituto, sta di fatto che domani è programmato un confronto societario per decidere il da farsi. E così, Sergio La Cava ha lasciato la società giallorossa insieme al suo secondo Eduardo Gargiulo. Per la precisione, non si tratta né di un esonero, né di dimissioni, in quanto il tecnico che ha svolto tutto il ritiro precampionato non aveva ancora sottoscritto alcun contratto con la società di Nicola Cesare. La fine del rapporto tra le parti è giunto “di comune accordo” e forse a seguito delle incomprensioni culminate sull’acquisto di alcuni giocatori. Il toto-allenatori è così partito con Paolo Di Lena, ex guida tecnica dei giallorossi nel 2012, che appare il pole position; urge comunque decidere in fretta, dopo la coppa Italia ci saranno appena una manciata di giorni prima del debutto in campionato di domenica 7 settembre contro il Chieti tra le mura amiche del Cannarsa.

lorizzare la località e fornendo massima collaborazione. Proprio la nuova sinergia in divenire tra l’amministrazione comunale e il tessuto economico sociale devono rappresentare valore aggiunto e canovaccio dei futuri impegni comuni per rendere più appetibile Termoli.

Rotary e Rotaract, la solidarietà A Termoli le due associazioni hanno raccolto fondi per iniziative benefiche TERMOLI. Solidarizzando divertendosi. Questa la formula ormai collaudata con cui il Rotary club e il Rotaract stanno promuovendo delle serate per raccogliere fondi destinati a iniziative benefiche. Dopo l’acquisto dello strumento musicale in favore di una scuola media del territorio, avvenuto col ricavato dell’evento del 25 luglio scorso al lido Gabbiano, sul litorale nord di Termoli, stavolta a Sud, alla Cala dei Longobardi, bis con lo staff del Dr. Why MoliseAbruzzo e una manifestazione che ha sancito il primo evento dopo il passaggio del martelletto da Rossella Travaglini a Martina Gonnella al vertice del

Rotaract, la componente giovanile rotaryana, supportata dal presidente del club seniores Michele Di Tomasso. Decine di ospiti e amici hanno aderito all’invito per trascorrere alcune ore in competizione e allegria, disputandosi i premi in palio e soprattutto consentendo di centrare l’obiettivo prefissato: raccogliere alcune centinaia di euro da distribuire sotto forma di buoni spesa per le famiglie bisognose della città. Un modo per combinare aggregazione e utilità sociale, servire al di sopra di ogni interesse personale, che è il motto di questa associazione radicata in tutto il mondo.

Schiaffi e spintoni per un parcheggio A Montecilfone non poche polemiche per il divieto di sosta in via Venezia MONTECILFONE. Un divieto di sosta crea scompiglio a Montecilfone, tanto da indurre i residenti alla resa dei conti. Il sindaco Franco Pallotta lo scorso 21 agosto ha disciplinato la viabilità nell’ex via Vicenza, ora denominata via Venezia. Numerose sarebbero state le segnalazioni giunte in municipio, sui problemi di interesse locale, con i veicoli a sostare ai lati della carreggiata, creando intralcio alla circolazione, proprio dove insistono più palazzi. Per questa ragione il primo cittadino ha ordinato (provvedimento sindacale n. 13 del 2014) di istituire il divieto permanente di sosta con rimozione forzata in entrambe le direzioni. Una decisione vista come fumo negli occhi dai consiglieri di opposizione del movimento civico ‘Il Girasole’. “Siamo stufi di questo modo scadente di gestire la cosa pubblica. Vogliamo fare sapere alla cittadinanza come il sindaco di Montecilfone dopo anni di gestione si ricorda di porre divieto davanti ad abitazioni di gente che per scelta e democrazia ha votata presumibilmente l’altro candidato in lizza il 25 maggio 2014 – accusano Di Lisio, Manes e Gissi – noi non vogliamo cadere in basso ma ci sentiamo in dovere di difendere la popolazione tutta da abusi di potere e soprusi. Segnaliamo da subito alle autorità competenti che in questo paese ci sono strade primarie e secondarie bloccate da

auto e da altri abusi oramai da anni. Se bisogna rispettare le regole vale per tutti. Oltretutto, tra i primi risultati della delibera fatta ad personam dal sindaco Pallotta, due residenti della via incriminata ieri mattina si sono picchiati con successivi ricoveri ospedalieri e intervento dei carabinieri della locale stazione. La minoranza chiede a gran voce alle istituzioni, Prefetto in prima fila, le dimissioni di sindaco e giunta per incapacità di gestione di questo piccolo e tranquillo comune. Dal giorno dopo le elezioni di maggio 2014 hanno avuto la capacità di rialzare il muro di Berlino dentro un paese che vive di poche cose, con tradizioni e storia di tutto rispetto”.


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Termoli

26 agosto 2014

Valente attua lo sciopero della fame L'uomo in carcere con l'accusa di riciclaggio mafioso ha scritto a Napolitano TERMOLI. Dal 24 luglio scorso il 69enne imprenditore termolese Pietro Raffaele Valente è in sciopero della fame. Una decisione assunta a dieci giorni dall’arresto subito ad opera del Ros e del Noe, per l’inchiesta portata avanti dalla Procura di Roma, che lo accusa di aver tentato di riciclare soldi per la famiglia Ciancimino. Una vicenda seguita dal legale penalista termolese Joe Mileti, che è intenzionato a farne un caso ‘nazionale’ e ora dopo che l’eclatante protesta del suo assistito ha raggiunto un mese e non ha prodotto effetti sperati, col rigetto dell’istanza di scarcerazione anche del Riesame, è deciso ad agire a tutto tondo. Valente lo scorso 19 agosto ha fatto partire un dossier circostanziato di tredici pagine, indirizzo al Capo dello Stato, al Guardasigilli, al premier Renzi, alla Corte dei Conti Antimafia e al tribunale di Roma. “Raffaele Valente è in carcere dal 14 luglio 2014 e sta cercando ormai da oltre 6 anni di far comprendere anche alla Procura di Roma che la sua posizione nell’ambito del procedimento che lo vede coimputato nel tentativo di riciclaggio del tesoro di Ciancimino presso la discarica di Bucarest, è totalmente infondata – riafferma Mileti – dopo esposti, denunce,

memorie, sommarie informazioni innanzi alla Dia di Palermo che lo vedeva co-indagato per riciclaggio sempre del tesoro di Ciancimino presso la discarica di Bucarest, la Dia di Palermo ha proposto ben 4 richieste di archiviazione ed all’esito della quarta richiesta il gip di Palermo il 26.11.2013, nel dichiararsi incompetente per territorio, comunque teneva ad evidenziare l’estraneità del Valente nel detto procedimento penale per i fatti anteriori al 17 aprile 2008. Il procedimento penale di Palermo quindi approda presso la

Droga, l’attività della Finanza Sei i ragazzi segnalati in Prefettura come assuntori di sostanze stupefacenti TERMOLI. Ambienti cittadini hanno registrato nuovo impulso sull’attività delle Fiamme gialle e specie negli angoli più sensibili del territorio, vedi la zona del Pozzo dolce, ricettacolo di comitive e giovinastri (intendiamo l’area, non l’omonima attività di somministrazione) e insieme alle bottiglie spesso si smercia anche fumo. Sei sono stati i ragazzi segnalati in Prefettura come assuntori di so-

stanze stupefacenti. In subbuglio anche le stazioni di servizio, in quattro sarebbero state pizzicate con le colonnine taroccate, mentre sequestri e denunce avrebbero riguardato la vendita di merce contraffatta. Indiscrezioni provenienti dal territorio, che ha registrato una massiccia presenza di finanzieri, anche per dar man forte sull’emergenza incendi di sabato pomeriggio

procura di Roma che viene riunito ad altro procedimento avente ad oggetto la medesima indagine con la differenza che il Valente Raffaele a Roma risponde di tentativo di riciclaggio e solo dopo anni di indagine viene emessa dal gip di Roma Massimo Battistini l’ordinanza di custodia cautelare ritenendo che il Valente, nonostante i sequestri italiani e rumeni intervenuti sulla discarica di Bucarest che di fatto impediscono da parte di soci ed amministratori qualsivoglia interferenza nella vicenda societaria, possa reiterare il reato o co-

munque portarlo a compimento. Se a questo si aggiungono anche provvedimenti giudiziari rumeni emanati dalle competenti autorità sia civili che penali e che sanciscono la regolarità dell’operato del Valente, ben si può comprendere la forzatura della tesi accusatoria romana. Una carcerazione profondamente ingiusta, che dovrebbe scuotere tutti, e per cercare di farsi ascoltare il Valente ha iniziato lo scorso 24 luglio lo sciopero della fame perché sono anni che Raffaele Valente dichiara che la questione della discarica di Bu-

carest riveste interessi che vanno ben oltre i procedimenti penali. Emblematico è l’articolo apparso il 3 aprile 2014 su Affaritaliani.it intitolato ‘Dal Procuratore capo Pignatone: tra qualche giorno non saprò dove mettere i rifiuti’ e dove il Sindaco di Roma lamenta che ‘Tra qualche giorno non saprò dove mettere i rifiuti. Due sono le soluzioni: o Roma coperta di rifiuti o conferire a Colari. E’ uno scacco matto perfetto di giurisprudenza. Il 26 maggio scade l’ordinanza che ho firmato e non saprò dove conferire i rifiuti’. Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, al termine dell’incontro con il procuratore Giuseppe Pignatone al Tribunale sulla questione rifiuti’. Il Procuratore capo Giuseppe Pignatone che era a Palermo quando si indagava sulla Agenda 21 Spa per la questione discarica di Bucarest, e che oggi è a Roma titolare della stessa indagine dopo che la Dia di Palermo si è vista costretta, per ben quattro volte, a richiederne l’archiviazione! Raffaele Valente ha anche inviato alle massime autorità una denuncia di quanto è accaduto e sta accadendo nei suoi confronti, con l’auspicio che la verità venga al più presto riconosciuta e che non arrivi, come a volte è accaduto, troppo tardi!”

Ruba oro e li nasconde nell’ano LARINO. I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Larino, nelle prime ore del 24 agosto, hanno tratto in arresto in flagranza di reato F.B. 34enne, già noto alle forze dell’ordine perché sorpreso all’interno di un’abitazione del luogo, ove poco prima aveva asportato vari monili in oro per un valore complessivo di 2mila euro circa. L’attività scaturisce dalla richiesta d’intervento da parte del proprietario dell’abitazione ai Carabinieri di Larino, ai quali l’uomo segnalava la presenza all’interno della stessa di un

sconosciuto. L’immediato intervento da parte dei militari consentiva l’individuazione del soggetto che veniva prontamente bloccato ed a seguito di perquisizione personale eseguita sul posto, venivano rinvenuti vari oggetti in oro precedentemente asportati. Tuttavia la refurtiva rinvenuta, non corrispondeva a quella dichiarata dalla vittima, essendo la stessa solo una parte di quella asportata. Per tale ragione i militari intuendo e ritenendo che lo stesso potesse occultare la restante refurtiva solo sulla sua persona e

con modalità più note nel settore degli stupefacenti, accompagnavano F.B. presso il locale Ospedale Civile, ove veniva fatto sottoporre ad esami radiografici. Il “fiuto” dei militari dava loro ragione, poiché gli esami eseguiti consentivano di individuare che lo stesso aveva occultato nel retto la rimanente refurtiva. La stessa interamente recuperata veniva restituita al legittimo proprietario. L’uomo veniva tratto in arresto e trattenuto presso le camere di sicurezza di quel Comando a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.



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Opinioni

26 agosto 2014

Accessibilità e valorizzazione dei beni culturali molisani Non c’è crisi economica che possa giustificare il completo disinteresse verso la valorizzazione delle aree archeologiche e il vasto patrimonio artistico e architettonico dei nostri territori, né tantomeno l’impegno civile di denunciare i gravissimi e preoccupanti fenomeni discriminatori di inaccettabile inciviltà che ne impediscono la fruizione, a chiunque vive in condizione di disabilità. Volevamo ricordare che esistono anche loro, basta recarsi un attimo nei luoghi più esemplari per senso civico, amore, sollievo e conforto presenti in regione, per rendersi conto che “gli invisibili” esistono e dovrebbero anche loro usufruire del diritto di poter visitare luoghi culturali di incantevole bellezza. Uno dei pochi casi di esemplare rispetto e attenzione, per chi vive la propria esistenza da disabile e che rappresenta un “modello” da imitare, è la riserva MAB di Montedimezzo, in agro di Vastogirardi, in provincia di Isernia, in cui il bellissimo patrimonio naturale della biosfera, si concede, con i suoi ausili e sussidi, ai tanti visitatori che vivono difficoltà motorie e sensoriali, permanenti e temporanee, la propria esistenza. Le problematiche non ri-

guardano solo l’accesso alle aree archeologiche e agli spazi museali, in cui insuperabili barriere architettoniche ostacolano l’accesso ai possibili visitatori, ma continuano spesso anche all’interno delle aree espositive, per l’assenza di percorsi obbligatori e sicuri utilissimi per guidare e aiutare chiunque sia affetto da problemi motori. I problemi si complicano poi, per i visitatori con difficoltà sensoriali, che non trovano ausili e sussidi tiflologici inclusivi, ormai diffusi in molti

musei italiani. Nessuna audio guida, nessun catalogo digitale e in braille con disegni in rilievo dei beni più significativi, nessun modello in scala delle opere, nessuna applicazione per smartphone e ancor peggio, nessun percorso tattile, corredato con delle mappe in rilievo degli spazi e delle descrizioni in alfabeto Braille, che illustrano i reperti e le opere dei vari musei. Come spesso accade, a pagare le conseguenze di tagli e razionalizzazioni, dei finanziamenti ai beni e

alle attività culturali e alle conseguenti discriminanti barriere architettoniche, sensoriali e percettive, sono sempre i più bisognosi di attenzioni che, insieme ai giovani e agli anziani sono di continuo privati dei diritti economici, sociali e culturali, anche nella nostra piccola regione che si ritiene impropriamente civile. L’attuale dilagante insensibilità verso la “diversità”, potrebbe rilevarsi un’opportunità da non perdere in futuro, per valorizzare

efficacemente il vasto e diversificato patrimonio culturale molisano, nel renderlo, con appropriati ausili e sussidi tecnici ed informatici, “accessibile e unico”. Ciò favorirebbe l'integrazione sociale e culturale e il pieno rispetto dei diritti costituzionali, dei tanti visitatori affetti da disabilità motorie e sensoriali, attualmente privati del piacere di “toccare con mano”, le tante bellezze del vasto patrimonio culturale della nostra “piccola regione” . prof. Elvio Petrecca

Da subito un intervento Scuola chiusa per fuga di iscrizioni? normativo per la Tutela e la valorizzazione dei tratturi Le meritorie iniziative promosse da comuni, associazioni culturali e Pro-Loco, per valorizzare le millenarie vie tratturali, si scontrano con una cronica sottovalutazione del valore ambientale, turistico, sociale ed economico del tratturo. In due decenni il tratturo è stato utilizzato per far transitare strade, impiantare linee elettriche e telefoniche, costruire opere pubbliche e campi sportivi, o per ogni altro intervento impattante che non si voleva sui terreni privati. E’ mancata un’anagrafe del patrimonio tratturale sia per i quattro tratturi principali che per i tratturelli di collegamento riportati sulle mappe ma scomparsi nei fatti da illo tempore. Chiunque si trovi in difficoltà per scaricare materiali inerti o occupare spazi con Rotoli di balle, legnami e/o prodotti di varia natura utilizza il suolo tratturale. I timidi tentativi di costruire una segnaletica e delle staccionate non hanno avuto fortuna ed è sempre più raro percorrere delle strade asfaltate che scorrono sul

tratturo vedendo le antiche vie verdi. Come Associazione degli Ecologisti Democratici sollecitiamo un intervento normativo teso a salvaguardare con maggiore efficacia le vie della transumanza, almeno quelle principali, e costruendo un’anagrafe aggiornata dei confini, delle particelle date in fitto e della parte occupata da strade e opere pubbliche. Serve un progetto di valorizzazione da finanziare anche con il Piano di Sviluppo Rurale Agro-Ambientale 2014-2020 da condividere tra Stato e Regione, tra Ministero dei Beni Culturali e Assessorato all’Agricoltura e all’Ambiente, ma prima di ipotizzare un qualsiasi intervento di promozione serve riappropriarsi concettualmente di quella identità storica della nostra comunità che per millenni hanno saputo preservare un bene pubblico più unico che raro. Se non si riparte da qui il tratturo sparirà in silenzio nel giro di poco tempo e nessuno saprà spiegarne le ragioni. Ecodem

Nicoletta Radatta* Settembre è alle porte, ma quelle della scuola di San Felice del Molise resteranno chiuse. Qui a tre anni si diventa già pendolari: zainetto in spalla, invece di uscire cinque minuti prima dell’inizio della lezione e andare a scuola a piedi, si prende il “taxi” per andare fuori. Brutta pagina per il nostro comune quella della chiusura della scuola; ennesima decisione subita con passiva rassegnazione dal nostro sindaco che ha così scaricato su altri le sue responsabilità. Il decreto di chiusura non è arrivato come un fulmine a ciel sereno, era nell’aria da molto tempo, ma il primo cittadino cosa ha fatto? Invece di prendere il toro per le corna e risolvere la questione in modo tempestivo- insieme ai genitori e sindaci dei paesi limitrofi - ha aspettato che la profezia si auto avverasse, ingannando il tempo con inutili sotterfugi. Dov’era il sindaco quando, pur essendo aperta la scuola a San Felice, alcuni genitori hanno preferito iscrivere i figli altrove? Nessuno ha avvertito il campanello d’allarme mentre la scuola materna si andava trasformando in un deserto. Non era forse quello il preludio alla chiusura della scuola? Chi per primo doveva dare l’esempio, usufruendo di un

servizio essenziale che nel nostro paese c’era, ha preferito accompagnare il figlio fuori, un’altra ferita mortale per la nostra scuola. Se è vero che esisteva un problema, questo andava affrontato apertamente in maniera collettiva e non attraverso la soluzione individuale: l’egoistico si salvi chi può messo in pratica da alcuni genitori. La maggioranza aveva fatto dell’unificazione delle tre scuole dei paesi di minoranza linguistica il suo fiore all’occhiello, che fine ha fatto il progetto? Era così difficile trovare un accordo con gli altri sindaci? Era così difficile pensare ad una scuola itinerante? Ma per il sindaco, evidentemente, questa non era una questione rilevante, c’erano altre cose a cui pensare: i parcheggi, gli appuntamenti enogastronomici, il calendario delle feste estive, la promozione turistica del nostro paese. Ma nell’elenco delle priorità è assente il futuro del nostro paese. Si, perché quando si parla di scuola si parla del nostro futuro, delle nuove generazioni e delle famiglie che probabilmente con l’eliminazione di un servizio essenziale –l’istruzione - avranno un motivo in meno per restare a San Felice. La chiusura della scuola avrà effetti a catena anche sulle altre attività,

commerciali e non, esistenti nel nostro piccolo comune. Ma forse il sindaco ha trovato finalmente il modo per attirare curiosi turisti: trasformare il nostro in un paese fantasma! Altrimenti non si spiega perché tante risorse per una fantomatica promozione turistica. Promozione di cosa? Persone che parlano la lingua dei nostri antenati si contano ormai sulle dita di una mano, gli artigiani hanno chiuso bottega da un pezzo e la sistemazione dell’area pic-nic del Castello è rimasta sulla carta. Cosa c’è da promuovere? Un edificio scolastico nuovo di zecca ma privo di vita? Oggi ciò che resta è solo un’ amara constatazione: c’era una volta il sindaco! Punto di riferimento per la cittadinanza e per i suoi bisogni reali e quotidiani, soprattutto nei piccoli comuni. C’erano una volta i sindaci con progetti lungimiranti, utili prima di tutto agli abitanti e poi a chi veniva da fuori. C’erano una volta i sindaci che erano al servizio della comunità, non a capo di essa; protagonisti attivi del loro territorio, difensori dei diritti di chi ha scelto di vivere nei piccoli centri. *Consigliera di opposizione al comune di San Felice del Molise



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