18 settembre 2013

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Una legge regionale prende applausi e peana ma renderà povero e inoperante l’Istituto autonomo delle case popolari

Per favorire strumentalmente il popolo degli inquilini è stato dimezzato il valore patrimoniale dello Iacp Applausi e peana alla legge regionale numero 12 del 25 luglio 2013: “Modifiche alla disciplina relativa all’alienazione e alla locazione degli alloggi di edilizia pubblica residenziale di cui alle leggi regionali del 4 agosto 1998 (n.12) , del 5 maggio 2005 (n.14) e del 7 luglio 2006 (n.17)”. Applausi e peana si levano dalla platea (interessata) degli inquilini delle case popolari e da quella maggiormente intessuta di populismo sociale della sinistra estrema cui fanno eco, con differenti gradazioni di tono, le forze politiche presenti a Palazzo Moffa che, all’unanimità, quella legge l’hanno varata. Ma mai legge regionale ha avuto in sé il seme del danno e della beffa come questa. Con il provvedimento assunto in un’evidente fase di euforia susseguente alla conquista del potere da parte della coalizione di centrosinistra e di oscuramento mentale della pattuglia orfana di Iorio del centrodestra, il valore del patrimonio abitativo dell’Istituto delle case popolari (Iacp) si riduce del 53 per cento: viatico, se permarrà in vita la legge e non saranno apportati i necessari correttivi, al default dell’ente, che della Regione è lo strumento operativo in materia di edilizia pubblica residenziale. Da una lettura appena appena attenta, c’è chi soleva l’illegittimità del provvedimento e, addirittura, chi paventa che rasenti l’illecito. Giudizi che poggiano sul presupposto che così permanendo la legge, si viene a determinare un notevole danno erariale. Non di meno c’è chi chiede su che basi tecniche e periziali un appartamento, mettiamo, del valore di 36 mila euro possa essere alienato a 17mila? Il danno erariale che ne consegue è del tutto evidente. Motivo per cui è comprensibile la preoccupazione degli apparati tecnici e amministrativi dello Iacp prontamente rappresentata ai vertici regionali con una lunga e articolata dimostrazione di quanto sia insostenibile l’incidenza della legge sull’esistenza dell’ente e della sua attività. E’ stato dimenticato che il fine ultimo della vendita e degli affitti delle case popolari è un modo diretto, ancorché disciplinato dalla legge, di raccogliere provviste

Chiaro il fine politico del provvedimento sul quale incombe però il rischio del procurato danno erariale

finanziarie da reinvestire in nuovi alloggi e non già quello di offrire condizioni di favore agli inquilini e ai possibili altri acquirenti. Dimezzando il valore patrimoniale dell’ente si dimezza anche la possibilità di costruire nuovi alloggi a fronte di una richiesta che cresce e si mostra impellente. Ma chi ha voluto la legge di cui stiamo parlando aveva per obiettivo voti e consensi, tant’è che si va spendendo in riunioni e incontri a magnificarsi e a magnificare gli effetti populisti della legge ( prendiamo il consigliere comunista Salvatore Ciocca: La nuova normativa, di cui sono stato il primo firmatario, ha modificato in maniera

sostanziale la disciplina della vendita e della locazione degli alloggi e rappresenta un primo e corposo nucleo di azioni messe in campo da questa amministrazione regionale a reale tutela delle fasce deboli della popolazione). Che poi lo Iacp da qui a qualche anno debba chiudere i battenti, reso povero e inoperante, qualcuno lo vada a dire a Ciocca e a quanti, con Ciocca, hanno approvato la legge. Applausi e peana, oggi, da chi ne trae vantaggi; fischi e pernacchie, domani, da chi non avrà mai una casa popolare da abitare e da acquistare. E’ il nuovo costume politico che avanza. Dardo

Va trovata una soluzione alla luce dei tagli dello Stato fatti alle Province

Soffrono anche i Centri per l'Impiego CAMPOBASSO. L'assessore Michele Petraroia ribadisce la volontà di cancellare l'Agenzia Molise Lavoro e, sulla sua proposta, è stato sentito in audizione in Prima Commissione. L’Assessore ha illustrato i contenuti del provvedimento che mira a riportare all’interno della struttura regionale l’attività svolta dall’Agenzia, soffermandosi sui benefici in termini di razionalizzazione, semplificazione e risparmio di spesa. La Regione potrebbe affidare ad un solo dirigente dell’Assessorato il coordinamento del servizio, con la possibilità di non nominare il Direttore Generale dell’Agenzia e di impegnare altri due dirigenti in differenti responsabilità all’interno dell’amministrazione. Sul futuro dei servizi per il lavoro e dei centri per l’impiego, è prioritario in questa fase accogliere l’istanza delle due Province che hanno problemi di bilancio e necessitano di un aiuto e di interventi a sostegno delle 54 unità a tempo indeter-

minato e dei 40 addetti a termine che collaborano presso gli sportelli del collocamento pubblico ed in attività di intermediazione, orientamento e promozione all’autoimpiego. Le Province si trovano in difficoltà a causa del taglio dei trasferimenti nazionali e per via delle ipotesi di soppressione adottate e/o in itinere, e sussiste il rischio che nei prossimi mesi possano interrompersi i servizi dei centri per l’impiego con ricadute disastrose per i disoccupati e per i giovani (Pacchetto Formazione Giovani, Fondi Europei, ecc.). Per scongiurare tale nefasta possibilità il Vice-Presidente della Giunta, giovedì mattina incontrerà prima una delegazione di operatori a termine dei servizi provinciali per il lavoro e alle 9.30 terrà una riunione con i dirigenti della struttura, i Presidenti delle Province e le organizzazioni sindacali, per affrontare la questione ed individuare congiuntamente una soluzione efficace, tempestiva e condivisa.


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