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OFF-WHITE DI VIRGIL ABLOH E L’ARTE DEL VANDALISMO
from GATEmag - n° 31
by GATEmagIta
La straordinaria storia dello stilista di origini ghanesi, scomparso nel 2021, che ha rivoluzionato la collaborazione con Nike
[Andrea Bertolucci]
Che Virgil fosse un nome decisamente singolare per il figlio di due immigrati ghanesi, se n’era resa conto anche la segretaria dell’Università del Wisconsin alla quale aveva consegnato i documenti d’iscrizione per la facoltà d’ingegneria civile. Da Rockford, Illinois, in molti si spostavano a studiare a Chicago o a Milwaukee, ma le finanze della famiglia Abloh, in quel periodo, non permettevano movimenti che non fossero di carattere pendolare. Una madre sarta e un padre venditore di vernici, per quanto integrati al meglio nella comunità di quel centro agricolo della contea di Winnebago, non riuscivano da soli a far fronte ai sogni incontenibili del loro estroso figlio.
Anche per questo, non è sbagliato affermare che Virgil Abloh sia la più completa personificazione del sogno americano: da quel piccolo centro di 150mila abitanti, ha scalato da solo e senza aiuti l’industria del fashion. Tutto è cominciato con la progettazione di magliette in una tipografia di Chicago, mentre frequentava il Master in Architettura all’IIT. È proprio durante quel periodo che è divenuto amico e collaboratore di Kanye West, per il quale ha iniziato a disegnare il merchandising e le copertine dei primi album. Un percorso che lo ha portato poi spontaneamente, nel 2012, ad aprire una boutique chiamata Pyrex Vision, basata su un concept decisamente semplice quanto virale: acquistare lotti di semplicissime ed economiche basics tee Champion e pezzi di magazzino Ralph Lauren, sopra i quali applicava le sue grafiche e le sue serigrafie, rivendendoli poi a centinaia di dollari in più.
L’estetica del vandalismo è sempre stata uno dei trait d’union di Virgil, e raggiunge la sua massima espressività durante l’anno successivo, il 2013, quando il designer di Rockford fonda la sua etichetta Off-White che, ridefinendo quella zona grigia tra streetwear e moda di lusso, era destinata a rimanere nella storia del costume di tutti i tempi.
Inizialmente Off-White incentra la propria estetica su collezioni di tee e hoodie dalle iconiche linee diagonali e dalle etichette riconoscibilissime, accompagnate da un imballaggio industriale. Ma nel giro di poco tempo, si passa alle passerelle: già nel 2014 - infatti - la prima linea di abbigliamento femminile Off-White debutta durante la settimana della moda di Parigi e viene addirittura selezionata come finalista per l’ambitissimo premio LVMH, che per la prima vol- ta porta Virgil Abloh a strettissimo contatto con l’haute couture.
Ma il vero grail della sconfinata produzione di Off-White è la collaborazione con Nike, che sarebbe iniziata da lì a breve. Durante un’intervista, Virgil Abloh aveva dichiarato che lui e il suo amico Chris Eaton erano così ossessionati da Jordan che avevano “iniziato a disegnare scarpe Nike da inviare al brand. E Nike rispondeva: “Non accettiamo progetti”.
Ma alla fine Nike ha ceduto, e ha fatto bene. La collaborazione di Abloh con il popolarissimo brand è iniziata nel 2017 con la collezione “The Ten”, una part- nership che ha dato vita ad alcune delle sneaker più ambite di tutti i tempi dai collezionisti. Anche in questa linea, il vandalismo di Virgil prende corpo attraverso un design unico, essenziale e ironico, che decostruisce e ridisegna 10 dei modelli più iconici delle scarpe Nike. In occasione dell’uscita della collezione, lo stesso Abloh aveva dichiarato: “Quello di cui stiamo parlando va oltre le sneakers, va anche oltre la cultura del design. È a dir poco un design all’avanguardia. Queste 10 scarpe hanno infranto le barriere sia in termini di prestazione che di stile. Per me sono allo stesso livello di una scultura del David o della Gioconda.
Puoi discuterne quanto vuoi, ma significano qualcosa. E questo è ciò che importa”.
L’anno successivo, Off-White è il brand più hot del mondo, secondo la classifica trimestrale stilata dalla piattaforma di moda Lyst. In un solo anno, il marchio ha scalato 33 posizioni nella classifica superando per la prima volta maison di lusso come Gucci e Balenciaga. Nello stesso anno, il 2018, Virgil Abloh viene nominato una delle 100 persone più influenti al mondo dalla rivista Time per la sua abilità artistica lungimirante, che ha contribuito anche a far sviluppare e crescere la cultura e l’identità black.
