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LE MERAVIGLIE DI SAN SEVERO

Il grande filosofo e storico Benedetto Croce lo ha definito il “Dottor Faust” di Napoli. Perché il Principe Raimondo di Sangro di San Severo ha passato la vita a sfidare tutte le leggi del tempo e dello spazio, e le credenze del suo tempo. Parliamo della prima metà del Settecento, e per aver importato nel Regno di Napoli i principi dell’Illuminismo e i riti della Massoneria, si salvò dalle censure ecclesiastiche solo grazie al suo altissimo rango nobiliare. Era infatti anche un Pari di Spagna. Alchimista, negromante, inventore, sperimentatore oltre i limiti della Natura, Raimondo di San Severo ha lasciato la sua macchina del tempo nel cuore del centro storico partenopeo, negli splendidi e preziosi spazi della Cappella che porta il suo nome. Ufficialmente tomba di famiglia ,sprigiona tuttora invece energia positiva e luminosa , spinta vitale verso dimensioni esoteriche e simboliche.

Se i gruppi marmorei che ne ornano il perimetro, rimandano a un percorso iniziatico proteso alla virtù e il perfezionamento, il prodigioso Cristo Velato del Sammartino sgomenta per la potenza non solo artistica del corpo pietosamente celato e insieme rivelato dai drappeggi di marmo, che appaiono più leggeri e trasparenti di una garza appena appoggiata. A sua volta la cripta segreta sottostante custodisce due macchine anatomiche che evidenziano dei corpi solo il sistema circolatorio, sopravvissuto allo sfacelo del resto del corpo. Esperimento impressionante fra alchimia e scienza nascente, come la leggendaria invenzione della cosiddetta lampada perpetua e della carrozza anfibia.

Venerato e temuto dai napoletani come un santo laico, custode si dice dei segreti del miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro, Raimondo di Sangro di San Severo è riuscito a sopravvivere al passare dei secoli e a sé stesso.

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