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Donatella Versace, una donna alla moda La stilista ha iniziato la sua carriera al fianco dell’indimenticato Gianni di Nadine Solano

La vita di Donatella Versace è piena di cose, meravigliose ma anche più nere del carbone. Perché se da una parte lei appartiene a una famiglia che ha lasciato e lascerà il segno nel mondo della moda, dall’altra si è trovata a fare i conti con la seconda faccia del successo. La faccia malata, quella con le cicatrici. Donatella nasce a Reggio Calabria il 2 maggio 1955. Vive con i suoi in una "tipica casa del sud", come lei stessa l’ha definita, con tante immagini appese alle pareti: dalle foto dei parenti alle stampe di paesaggi italiani. Durante gli anni ‘80, dopo la laurea in Lingue, si trasferisce a Milano per stare al fianco del fratello Gianni, che grazie al suo talento sta avanzando a gran passi sulla via del successo. Gianni le affida la linea accessori, poi la linea bimbo e casa, poi la Versace youg e anche Versus. Anche Santo, l’altro fratello, si è stabilito nel capoluogo lombardo a fa parte della Gianni Versace spa, occupandosi della parte amministrativa. Può essere tutto perfetto, o quasi. Perché l’azienda va sempre meglio, Gianni riesce a trasformare in oro tutto ciò che tocca, è un vulcano in piena. E perché Dona-

"Quando mio fratello è morto - ha raccontato mi sembrava che nulla avesse più senso. Di quel periodo ricordo soprattutto la paura che mi attanagliava"

tella assorbe i suoi insegnamenti con facilità. Solo che poi arriva la cocaina. Ha 32 anni, all’epoca del primo tiro. E’ il 1992: "All’ inizio - ha raccontato tempo fa in un’intervista - mi sono divertita. E tanto. Ma la cocaina ti racconta una bugia al secondo. Tu pensi di poterla controllare, ma è lei che controlla te". Gli anni passano. E Donatella conduce due esistenze parallele: da una parte lavora sodo, dall’altra è ormai schiava della polve-

re bianca. Poi, in quel tragico 15 luglio del ’97, Gianni Versace viene assassinato sugli scalini della sua villa a Miami Beach. E’ un durissimo colpo per tutti. Donatella non riesce a farsene una ragione. Ma deve prendere il suo posto e viene nominata direttore creativo della maison. Automaticamente, la stampa internazionale punta gli occhi su di lei. La osservano, la seguono, quasi non le danno tregua. Sarà in grado di raccogliere un simile

testimone? Ecco la domanda che rimbomba nelle menti e negli animi. "Quando mio fratello è morto - ricorda lei - mi sembrava che nulla avesse più senso. Di quel periodo ricordo soprattutto la paura che mi attanagliava. Mi svegliavo ogni mattina, mi guardavo e pensavo: non ce la farò mai". E ancora: "Un dolore incredibile, un’enorme di perdita. Poi venne la fine del mio matrimonio con Paul Beck, i problemi personali e un’azienda che dovevo dirigere anche se io non fossi stata in grado di farlo". La Gianni Versace spa comincia a traballare, il fatturato scende. Poi, una notte del 2004, Donatella si ritrova con il suo grande amico Elton John, con l’ex marito Paul e altre persone che le vogliono davvero bene. Le parlano per ore, ore intere. Quasi fino all’alba. E alla fine lei decide: parte per l’Arizona e si fa ricoverare in una clinica di disintossicazione. Oggi Donatella Versace è un’altra donna. Ha riconquistato la creatività e la fiducia in se stessa, è libera dalla droga, ha riconosciuto tutti i suoi errori ed è riuscita a perdonarsi: "e se riesci a perdonarti - dice - ti senti fortissima, sai che puoi ricominciare daccapo, andare avanti". Insieme a Santo e al resto della famiglia, si è rimboccata le maniche per rimettere in sesto l’azienda. Ci sono voluti sacrifici, sforzi, atti di volontà. Ma il traguardo è stato nuovamente raggiunto, e l’azienda ha ripreso il volo. E’ ai massimi livelli. Donatella si divide fra il lavoro e gli affetti. Ha due figli: Allegra - la nipote prediletta di Gianni Versace - e David. Loro "accompagnano ogni mio pensiero". Ma anche il ricordo di Gianni accompagna ogni suo pensiero. E ogni giorno le dà nuova forza. E così sarà per molto, molto tempo ancora.

Mamma di cinquemila bimbi cinesi Cuore di mamma. Donatella Versace ha un cuore di mamma. Ed è questo che l’ha spinta a sostenere One foundation, l’associazione umanitaria dell’attore Jet Li (quello de "La tigre e il dragone", per intenderci). La stilista calabrese ha finanziato la costruzione di un centro di accoglienza a San Jiang, il piccolo villaggio situato fra le montagne del Sichuan, in Cina, che nel maggio scorso è stato praticamente distrutto dal terremoto. Bilancio: 78.000 morti, fra cui 10.000 bambini. Ed è proprio

ai più piccoli che è dedicato il centro. Adesso ci sono 400 ospiti, ma nei prossimi 3 anni diventeranno 5.000. Donatella si è recata sul posto insieme a Jet Li e a Giancarlo Di Risio, l’amministratore delegato della Gianni Versace spa. I fondi per acquistare i prefabbricati, i letti, i banchi, le sedie e altre cose indispensabili sono stati raccolti dalla maison tramite la vendita di una t-shirt a tiratura limitata, vari gadget e una parte dei guadagni derivanti dalle 21 boutique Versace sparse nel territorio

cinese. Altro denaro arriverà dalla festa di beneficenza organizzata dalla casa di moda a Pechino per la presentazione delle nuove collezioni. Quando hanno visto arrivare Donatella, i bimbi con gli occhi a mandorla si sono lasciati andare all’allegria. Hanno persino organizzato una mini sfilata in suo onore. E lei: "Possono essere felici, se li aiutiamo", ha commentato. Poi ha aggiunto: "Mi sento di aver adottato 400 bambini e fra tre anni saranno 5000. Non li abbandonerò mai".

Donatella Versace con Jennifer Lopez


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