KRAMPUS. Maschere e cartoline

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L’oscuro personaggio che accompagna san Nicolò quando si reca di casa in casa a portare doni ai bambini la sera del 5 dicembre, vigilia della sua festa, è conosciuto, a seconda del momento e del contesto, con nomi diversi: oltre a Krampus, può essere Klaubauf, Knecht Ruprecht, Schwarze Peter, Belzebock, Bartel, Semper, Hans Muff, Hans Trapp ecc. cfr. W. MEZGER, Sankt Nikolaus. Zwischen Kult und Klamauk, Ostfildern 1993, p. 155 e il saggio di H. Menardi in questo stesso volume. 2 Le principali teorie formulate al proposito sono riassunte nel lavoro di Mezger, citato alla nota precedente, da p. 43 a p. 58. 3 Una teoria recente è quella di K. SCHUNERT, Vom Weltenrichter zum Weihnachtsmann. Neue Erkentnisse zur Identität der Nikolaus-Brauchgestält und zur Entstehung des Gnabenbräuches, Oldenburg 2005 che propone una derivazione piuttosto ardita di san Nicolò portatore di doni dall’iconografia medievale del Cristo dell’Apocalisse. 4 Oltre al già citato studio di Mezger, ricchissimo di informazioni e spunti di riflessione, mi sono attenuta per il mio studio all’articolato catalogo a cura di M. BACCI, San Nicola. Splendori d’arte d’Oriente e d’Occidente, Italia 2006, uscito in occasione della mostra organizzata al Castello Svevo di Bari. A questi due testi e al relativo apparato bibliografico rimando per gli approfondimenti a carattere generale. L’argomento è, infatti, estremamente complesso e la mia trattazione forzatamente sintetica e riassuntiva. 5 La città di Myra si trova in Licia, nell’attuale Turchia. 6 Sulla complessa tematica delle reliquie, accanto allo studio di C. FREEMAN, Sacre reliquie, Torino 2012, anche l’approccio leggero ma documentato di P. MANSEAU, La bottega delle reliquie. Viaggio tra i corpi sacri del mondo, Roma 2011 può risultare ricco di spunti interessanti. 7 Sull’argomento rimane fondamentale P. CAMPORESI, La carne impassibile, Milano 1983. 8 MEZGER, Sankt…, cit., pp. 59–102, presenta i vari miracoli e illustra i patronati ad essi connessi. 9 BACCI, San Nicola…, cit., p. 61.

10 Si conserva invece l’altare maggiore della chiesa, posto ora sopra l’ingresso della cappella delle Grazie nel duomo di Bolzano, opera dell’intagliatore pusterese Josef Konrad Wieser, della prima metà del Settecento. Cfr. A. BACCHI, L. GIACOMELLI, Altaristi e scultori nella Bolzano del Settecento, in Bolzano 1700–1800. La città e le arti, catalogo della mostra di Bolzano, Cinisello Balsamo 2004, pp. 139–153, fig. 22. 11 Una fotografia si conserva nella Fondazione N. Rasmo-A. von Zallinger di Bolzano ed è riprodotta in M. BOTTERI, Carl Henrici: un pittore, una città, in Bolzano 1700–1800…, cit., p. 203, fig. 12. 12 Sul Trecento a Bolzano cfr. A. DE MARCHI, T. FRANCO, S. SPADA PINTARELLI (a cura di), Trecento. Pittori gotici a Bolzano, catalogo della mostra di Bolzano, Trento 2000; Atlante. Trecento. Pittori gotici a Bolzano, Trento 2002; A. DE MARCHI, T. FRANCO, S. SPADA PINTARELLI (a cura di), Trecento. Pittori gotici a Bolzano, atti del convegno (Bolzano, 19 ottobre 2002), Trento 2006. 13 I de’ Rossi acquisiscono localmente il cognome Botsch proprio dalla corruzione del nome Boccione. 14 G. PFEIFER, „Neuer“ Adel im Bozen des 14. Jahrhunderts Botsch von Florenz und Nikolaus Vintler, “Pro civitate Austriae”, N. F., VI (2001).

15 A. M. LIDOV, “Il dio russo”. Culto e iconografia di san Nicola nell’antica Russia, in BACCI, San Nicola…, cit., pp. 77–88, in partic. p. 83. 16 In realtà, dopo la demolizione, alcuni affreschi – ma nessuno dedicato a san Nicola – rimangono sopra le volte della chiesa e sulla controfacciata della cappella, ma tutto viene poi completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. Sull’argomento si veda T. FRANCO, Cappella di San Nicolò e prima campata sinistra, in Atlante. Trecento. Pittori gotici a Bolzano, Trento 2002, pp. 111–134. 17 Anche in Alto Adige è questo il miracolo più rappresentato; segnaliamo, almeno, la grande scena raffigurata nella chiesa di San Giorgio a Scena, della fine del Trecento. 18 J. DA VARAGINE, Leggenda aurea, Firenze 1985, 2 voll., I, p. 30. 19 Ad esempio nella cappella Galletti a Vittorio Veneto (1460–1470 ca.). 20 Compaiono a Cleran: San Nicolò neonato rifiuta il latte materno il mercoledì e il venerdì; Dotazione delle fanciulle povere; San Nicolò dona i suoi beni ai poveri; Elezione a vescovo; Miracolo del grano; Cacciata di Artemide; Liberazione di tre prigionieri e Salvataggio di tre condannati a morte (Praxis de stratelatis); Leggenda del cristiano truffatore; San Nicolò resuscita il fanciullo strangolato dal diavolo; San Nicolò placa la tempesta in mare; Morte del santo. Cfr. E. THEIL, St. Nikolaus in Klerant bei Brixen, Bozen 1971; L. ANDERGASSEN, Südtirol. Kunst vor Ort, Bozen 2002, p. 181; Kirchen und Kapellen der Pfarreien St. Andrä und Afers, Passau 2005. 21 Sull’iconografia del diavolo cfr. M. COSSETTO, S. SPADA PINTARELLI (a cura di), Il Male, il Diavolo, der Toifl, Krampus, dossier della rivista Storiae, anno 8, dicembre 2010. 22 Scritto ad Hildesheim e ora conservato al British Museum di Londra; sull’intricata questione del rapporto fra la leggenda dei tre fanciulli uccisi dall’oste e le tradizioni di san Nicolò rimando al testo di MEZGER, in particolare alle pp. 95–128. 23 Tra le raffigurazioni quattrocentesche del santo che si incontrano in Alto Adige voglio ricordare almeno le quattro storie sull’arco trionfale della chiesa di Valdurna dei primi anni del Quattrocento in cui la Dotazione delle fanciulle povere riprende alla lettera l’analoga scena di cappella San Giovanni a Bolzano, i dipinti in San Nicolò a Roja dello stesso periodo, gli affreschi in San Nicolò a Stegona attribuiti a Giovanni da Brunico, di poco più tardi, e una bella raffigurazione del santo a Tesido, nella chiesa di San Giorgio, opera di Leonardo da Bressanone (1460 ca.). Ancora entro il Trecento si data, invece, l’affresco in San Giorgio a Scenna. Molte anche le sculture lignee di pregio, come il busto di Hans Harder nella parrocchiale di Vipiteno e un san Nicolò nell’altare a portelle di Trechiese, attribuito ad Hans Klocker.


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