Coppole e Pagliette

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Le elezioni politiche del 1921 Nonostante il lusinghiero risultato delle amministrative, il Partito Popolare era in crisi finanziaria e organizzativa. Di lì a poco l’organo dei popolari “L’avvenire del Sannio” cessò le pubblicazioni. Gli schieramenti politici in Italia si indirizzarono, dopo molte discussioni, verso “i blocchi”, si formò ovunque il listone anti socialista. In Molise, caso unico in Italia, si prese una strada diversa e, per dare voce e rappresentanza ai primi vagiti del regionalismo, si diede vita alla “lista di concentrazione molisana” a cui i popolari aderirono sia pure con sofferenza e tra molte riserve, tra cui quelle di Don Migliarese. A Petrella la contrapposizione tra le due fazioni aumentò in modo pernicioso e distruttivo, dallo scontro anche aspro, ma sino a quel momento solo a mezzo di stampa e manifesti, dai conciliaboli in piazza e in osteria, si passò alla carta bollata, agli anonimati ed alla più infame calunnia. L’obiettivo era più che mai colpire il deus ex machina dei contadini, neutralizzarlo ed annientarlo. Vi furono denunce per subornazione, appropriazione indebita, fino a quelle più infamanti di atti di libidine e complicità in procurato aborto. Contro Don Balduino fu scatenato un diluvio di falsi ed oscenità costruite ad arte, con testimonianze improbabili che finirono con il coinvolgere molte famiglie. La reputazione di ragazze e madri fu oltraggiata, le lacerazioni ed i risentimenti durarono per anni. Don Migliarese subì diversi procedimenti penali e, nei vari gradi di giudizio, fu sempre assolto; ma il fango era stato sparso copioso e, come dichiaravano esplicitamente i suoi avversari, “non sempre le assoluzioni nelle aule di giustizia bastano a lavarlo”.

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