Attilio Selva, Sergio Selva - Dentro lo studio

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LISA MASOLINI

dell'orizzonte artistico e comunicativo dell'opera d'arte, era il «segno d'uno studio più serio, d'un'attenzione più stabile, d'una volontà d'intelligenza e di costruzione più degna del nostro passato e talvolta più capace di stile»82. Su posizioni simili a quelle del critico, la via del “ritorno al classicismo” era condivisa in quegli anni anche da Oppo e Maraini (che pur con differenti percorsi si confrontavano sullo stesso argomento, sia come critici che come artisti)83 nei termini di un'esigenza intimamente vissuta, «ripresa d'un punto di vista spirituale»84 che non avveniva per programmatiche adesioni a principi teorici o attraverso la sterile imitazione degli esempi di un passato di eccellenza85, ma che, anzi, lasciava alla sensibilità e all'«intuizione lirica»86 del singolo ampia autonomia; sostenuta e guidata però da un recuperato possesso dei mezzi del mestiere, che garantivano efficacia espressiva e insieme logica all'opera d'arte. Alla luce di tali pensieri, su cui Selva ebbe modo di riflettere insieme ad amici e artisti a lui vicini, durante i frequenti soggiorni ad Anticoli Corrado all'indomani del conflitto – borgo

Fig. 19 - Alberta, 1919. Collezione privata

Fig. 20 - Susanna, 1919 (versione in marmo del 1920). Torino, Galleria civica d'arte moderna e contemporanea

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amato e luogo di lavoro, dove trascorrerà gran parte della sua vita87, dividendosi tra lo studio romano e le numerose commissioni in tutta Italia – risultano maggiormente comprensibili gli indirizzi del suo lavoro nei primi anni Venti. Dopo la tragica esperienza della guerra, tornato assiduamente al lavoro, Selva sembra trarre una nuova ispirazione dal mondo degli affetti familiari, arricchendo il suo lavoro di una dimensione più umana e intima – analogamente a quanti, della sua stessa generazione, avevano «riaperto gli occhi su loro stessi»88, come notavano Maraini e Ojetti in quegli stessi anni89. Nelle opere esposte fra il 1920 e il 1923, lo scultore raggiunge pienamente lo spessore di un linguaggio maturo e assolutamente personale, accostandosi alla tradizione e all'antico con una spontaneità del tutto moderna, rimanendo sempre fedele a se stesso. L'elaborazione di questo nuovo linguaggio trova compimento in pochi anni, densi e significativi, pieni di occasioni lavorative quanto umane. Nella «pace della famiglia»90 che lo scultore stava costruendo insieme alla moglie Natalina, la semplicità della vita


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