The summer issue

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The Summer Issue La mostra nasce come seconda edizione dell’evento Vanity F_AIR, con cui F_AIR – Florence Artist in Residence ha inaugurato il 2011. Anche in questo caso l’intento è dialogare con la città e con Pitti Uomo contemporaneamente in corso a Firenze. Dall’ovvio rimando alla famosissima rivista nasce il titolo The Summer Issue, che echeggia il numero estivo di certi magazine di moda, ridotti all’essenziale e un numero esiguo di pagine come simulacri e simboli di vanitas, al posto delle lussuriose fiere delle vanità delle uscite invernali. Poche opere in mostra, tutte capaci però di innestare riflessioni profonde sul senso dell’esistenza individuale e collettiva nel mondo dell’oggi. Gli artisti sfiorano il tema classico della vanitas, senza mai affrontarlo esplicitamente e senza intento moraleggiante, ma la mestizia data dai colori smorzati e dall’allestimento volutamente binario dei singoli interventi, marca il tono della mostra. Il tema del doppio rimanda alla contrapposizione di due identità, allo specchio, all’impronta di un passaggio. Nei teli di Fumitaka Kudo, i due reattori della centrale atomica di Fukushima sono uno scheletro integro ad ammonizione delle generazioni future; al contrario, nel dittico fotografico di Christiana Caro (Jewish Cemetery, 2010), la traccia del singolo individuo prevale sulla vanità collettiva e nazionalistica. E mentre i lavori di Stefania Balestri (Spirale, 2010) e di Raffaele Di Vaia (Venere 2010 - 2011, Faustine, 2010) possono essere letti come un aggiornamento colto in termini contemporanei della vanitas classica, l’opera di Valerio Ricci Untitled (2010), inevitabilmente richiama al mito di Re Mida. The exhibition is brought into existence as the second edition of Vanity F_AIR, the event that opened F_AIR Florence Artist in Residence 2011. Once again, the intention is to have a dialogue with the city and Pitti Uomo, running simultaneously in Florence. Its title comes from the evident allusion to the famous fashion magazines: The Summer Issue, in fact, echoes the nature of certain releases of the hot season, that are concise with a small number of pages; they are like simulacra and symbols of vanitas, compared to the lustful vanity fairs of the winter issues. Only a few works are on show, but all are able to rouse deep thinking on the meaning of today’s individual and collective existence. The artists touch upon the classical theme of the vanitas, never facing it directly, and without moral intention; but the mournfulness of the subdued colors and the binary display of the single pieces, marks the tone of the exhibition. The theme of the double evokes the counter position of two identities, of the mirror, the trace of a passage. In the work by Fumitaka Kudo, the reactors of Fukushima atomic plant stand unharmed like a skeleton warning to the future generations; on the contrary in the photograph diptych by Christiana Caro (Jewish Cemetery, 2010), the trace of the single individual prevails over collective and nationalistic vanity. While Spirale (2010) by Stefania Balestri and Venere (2010) by Raffaele Di Vaia (2010-2011), can be read as a cultured update in contemporary terms to the classical vanitas, Valerio Ricci’s gasoline cans (Untitled 2010), inevitably recalls the myth of King Midas.

Lucia Giardino


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