Carrefour pare intenzionata a vendere la filiale italiana, dopo l’ennesino bilancio in rosso, e h a a n n u n c i a t o 1 7 5 l i c e n z i a m e n t i n e g l i h e a dquarters di Milano. Intanto nei supermercati italiani lievitano i prezzi dell’ortofrutta “buona”
N.52 l LUGLIO 2025 l TRIMESTRALE
Editoriale
| Eugenio Felice
Oltre il 90° minuto
Il pomeriggio del primo luglio, a sud di Bologna, a San Lazzaro di Savena, nel pieno dell’anticiclone Pluto che ha portato temperature roventi un tutta l’Europa Occidentale, Naturitalia ha organizzato un incontro con stampa, soci e altri stakeholder per presentare la nuova strategia. Per chi non lo sapesse è la business unit con Alegra, di Apo Conerpo, che con 6.000 aziende agricole e più di 30 mila ettari coltivati è la principale organizzazione europea di produttori di ortofrutta fresca. Naturitalia ha fatturato nei primi sei mesi del 2025 120 milioni di euro, quindi di fatto è nella top ten dei fornitori italiani di ortofrutta per fatturato. Il motivo dell’incontro? Presentare la nuova strategia di sviluppo per rafforzare la presenza sul mercato e la nuova identità visiva dell’azienda. “è in atto un cambiamento epocale, di cui dobbiamo tenere assolutamente conto nel momento in cui pensiamo al futuro delle nostre attività”, ha dichiarato il direttore generale di Naturitalia, Gabriele Ferri. “Nell’ultimo anno ci sono stati circa 300 episodi me-
teorologici violenti che hanno reso complesso il lavoro di chi investe tanto per portare i frutti a raccolta C’è poi il problema della difesa delle colture: dal 2000 ad oggi il 70% dei principi attivi sono stati banditi Ancora, c’è la difficoltà a reperire manodopera qualificata e l’aumento dei costi di produzione a tutti i livelli Allora non è più sufficiente continuare a fare quello che abbiamo fatto finora Naturitalia si è occupata solo di parte commerciale, ora dobbiamo occuparci anche dell’evoluzione che viene avanti, in
modo che possiamo portare al produttore tutti quei sostegni necessari per continuare a produrre in questo contesto complicato. Abbiamo approntato un ufficio sviluppo prodotti, è un primo passo, ma sono molte le attività che abbiamo in mente per mettere a punto quello che il mercato ci chiede. L’esempio da seguire - ha concluso Gabriele Ferri - lo abbiamo in casa, ed è il kiwi Jingold, che ci ha messo nella posizione di poter porre le condizioni alla grande distribuzione invece di subirle, con 2/3 listini annuali, e ci ha permesso di valorizzare al meglio tutto il lavoro svolto lungo la filiera Dobbiamo lavorare per dare queste risposte alla produzione, che non ha più tempo, siamo oltre il 90° minuto”
E tra gli assi nella manica di Naturitalia, adesso c’è anche Ondine, progetto condiviso con Cico, Alegra e Greenyard Una nettarina piatta che si trovava a inizio luglio nei supermercati a prezzi da 5 euro al kg Niente male Allora il driver è chiaro, se già non lo fosse stato: per avere quotazioni premium ci vuole un prodotto distintivo e/o riconoscibile sì, ma con una caratteristica fondamentale: deve essere buono al palato ma lo deve essere sempre, con omogeneità, durante tutto il calendario di offerta
controeditoriale
| Eugenio Felice
Walmart e la retromarcia sul taglio delle emissioni
“Il grande business sta rinunciando ai suoi obiettivi climatici”. A seguire un elenco di marchi, perlopiù Usa ma con mercato globale, che hanno fatto dietrofront rispetto alle loro promesse di tagli delle emissioni: Coca-Cola, Pepsi, Amazon, Fedex, Exxon Mobil, Shell, Bp, colossi bancari come Ubs e Hsbc. Il dossier di Bloomberg mette in fila le promesse climatiche fatte dai ceo di alcune big companies solo qualche anno fa, per poi confrontarle con le decisioni attuali Ne emerge un quad di “dilagante arretramento degli im gni sul clima” è l’effetto Trump?
Anche: molti dei dietrofront riguardano aziende statunitensi e, guarda caso, sono stati annunciati subito dopo le elezioni vinte dal Tycoon (novembre 2024) o nei primi mesi di attività della sua amministrazione (dal gennaio 2025)
Il colosso dei centri commerciali Walmart, per esempio, nel settembre del 2020 si era impegnato a rid re le emissioni delle sue attività d entro il 2025 e del 65% entro oil 2030. Ma lo scorso dicembre ha affermato che probabilmente non riuscirà a raggiungere questi obiettivi. Nel febbraio del 2021 Coca-Cola Company, che produce più di 137 miliardi di bottiglie di plastica all’anno, aveva annunciato che avrebbe ridotto l’uso di nuova plastica di 3 milioni di tonnellate entro il 2025 Ma un mese dopo l’elezione di Trump abbandona quell’obiettivo e fissa traguardi per l’utilizzo di materiali riciclati. Vicenda analoga quella del suo principale competitor PepsiCo. Che il ritorno alla Casa Bianca di Trump (e del suo negazionismo climatico) abbia avuto un effetto è fuor di dubbio. Ma da solo non basta a spiegare l’inver-
sione di tendenza. Anche perché alcuni dietrofront sono avvenuti ben prima della rielezione Il colosso petrolifero americano Exxon Mobil, per esempio, ci aveva ripensato già nel febbraio del 2023, quando si era rimangiato la promessa, fatta nel marzo del 2018, di produrre 10 mila ba-rili di biocarburanti da alghe al giorno entro il 2025. C’è poi Amazon: nel 2019 l’azienda leader mondiale dell’ecommerce si impegna a rendere metà delle sue consegne a zero emissioni di carbonio entro il 2030. Ma nel maggio del 2023 annulla quel traguardo e se ne dà un altro, più distante nel tempo: eliminare tutte le emissioni entro il 2040. C’è anche l’abbandono degli obiettivi climatici da t di aziende non statunitensi, come le mpagnie petrolifere britanniche BP e Shell o le banche Ups e Hsbc. Ma, va detto, l’impegno dell’Europa verso la transizione energetica è ancora alto e c’è una spiegazione: “Quando la Ue ha varato il Green Deal, c’è chi ha gettato il portafogli oltre l’ostacolo, ha investito molto, e ora ha tutto l’interesse a proseguire nella direzione della transizione Ma affinché le aziende non ci ripensino orrono incentivi e una regolamene chiara”, ha dichiarato Clara Cibrasio Assereto di Clima, nuova iniziativa sulla regolamentazione climatica e societaria, con base a Roma. E comunque la transizione non può avvenire ad ogni costo. Nell’assemblea di Fruitimprese Veneto svoltasi a Verona il 18 giugno, l’invitata Alessia Bonifazi, responsabile comunicazione e CSR di Lidl Italia, alla domanda su quanto costa al consumatore finale l’impegno green, ha risposto: “Siamo una realtà profit, ogni nostro progetto deve avere una sostenibilità economica”.
EDITORIALE
OLTRE IL 90° MINUTO CONTROEDITORIALE
WALMART E LA RETROMARCIA
SUL TAGLIO DELLE EMISSIONI
IMMAGINI
BUONE NOTIZIE
LA BILANCIA COMMERCIALE ITALIANA TORNA POSITIVA ANCHE A VOLUME MARKETING
LA GARANZIA DEL GUSTO PER ATTIVARE L’ACQUISTO CRONACA
MURDOCK, MILIARDARIO E “PAPÀ” DI DOLE, MUORE A 102 ANNI STRATEGIE
LIDL APRE NEL CUORE DI MILANO FORMAT “URBANO” DA 1 000 MQ INGROSSO
VERONAMERCATO, UTILE RECORD E PRIMO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ LO STUDIO
PICCOLI FRUTTI E FRAGOLE: CONSUMI IN CRESCITA, PIÙ AMATI AL SUD PERCORSI BIO FAR CRESCERE I CONSUMI BIO?
È CENTRALE IL PUNTO VENDITA ANNIVERSARI
VOG: “80 ANNI DI INNOVAZIONE E ATTENZIONE AL MERCATO” ESTERI
UK, ALDI SUPERA ASDA E SALE SUL PODIO DELLA DISTRIBUZIONE NEURONEWS IL PARADOSSO DELLA SCELTA IN ORTOFRUTTA PER LE NEUROSCENZE RETAIL
MD, COSA SUCCEDE? NEL 2024 FATTURATO FERMO A 3,7 MILIARDI SPECIALITÀ PER ONDINE NUOVA CAMPAGNA CHE SI ISPIRA AL MONDO SNACK SOLUZIONI
FORMATI SNACK: È IL NUOVO TREND DEL GUSTO ON-THE-GO PERCORSI
L’IGP PER VALORIZZARE IL MADE IN ITALY IN ORTOFRUTTA: LA RICETTA MENS SANA
LEGUMI, UN OTTIMO ALLEATO DELLA LINEA E DELLA SALUTE
PANORAMA
C O NTE N UTI
52 / ORIGINE, GUSTO E SICUREZZA: LIDL ITALIA ALZA L’ASTICELLA
60 / ORSERO CONTRO LO SPRECO: DONATE 8,5 MILIONI DI PORZIONI
56 / NICOFRUTTA, ESSERE SOSTENIBILI SI PUÒ ED È REPLICABILE 66 / PER
Hanno collaborato: Carlotta Benini, Salvo Garipoli, Irene Forte, Alice Gelmetti, Massimiliano Lollis, Matteo Sambugaro, Matteo Sgaravato, Giancarlo Sbressa, Giovanni Turrino
Redazione e Pubblicità Via Poiano 53
37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel 045 6837296 redazione@fruitbookmagazine it adver@fruitbookmagazine.it
Abbonamenti
Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine it
Graphic designer
Marco Fogliatti
Fotolito
CianoMagenta
Stampa
Color Art Srl - Via Industriale 24/26
25050 - Rodengo Saiano (Bs)
Carta
Magno Volume - 115 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile
Tiratura numero luglio 2025: 8 000 copie
Registrazione Tribunale di Verona n 1962 del 6 novembre 2012
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Alì a quota 119
Trebaseleghe (PD), 12 giugno 2025
Il 12 giugno il gruppo Alì ha inaugurato i l p u n t o v e n d i t a d i Tr e b a s e l e g h e ( P D ) , concepito all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale Appena entrati c’è una targa con l’immagine di Francesco Canella e la scritta: “Con passione, rispetto e onestà, si può contribuire a migliorare la vita delle persone”. i m m a g i n i
m m a g i n i
Pluto
Europa, 29 giugno 2025
I satelliti dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, hanno fotografato l’ondata di caldo anomalo dovuto all’anticiclone africano Pluto che ha colpito l’Europa Occidentale tra fine giugno e inizio luglio, con temperature rilevate il 29 giugno “al suolo” che hanno raggiunto il livello record di 54 gradi a Siviglia i
m a g i n i
Prossimità
Milano, 12 giugno 2025
Aldi ha festeggiato 7 anni di presenza in Italia con un evento multimediale a Milano Parola chiave prossimità: non solo dare una risposta efficace al carovita, ma anche sostegno al cliente, alla comunità, al territorio e costruendo relazioni durature e virtuose con i formitori Nella foto il team di vertice di Aldi Italia. i
Simone Pikovic, direttore acquisti ortofrutta
Michael Gscheidlinger, country managing director
buone notizie |
Giancarlo Sbressa
La bilancia commerciale italiana torna positiva anche a volume
Comincia bene l’anno per il commercio estero ortofrutticolo italiano: nel primo trimestre il saldo della bilancia commerciale supera i 300 milioni di euro ( + 2 7 % s u l l o s t e s s o p e r i o d o d e l 2 0 2 4 ) e ritorna in territorio positivo anche a volume con le esportazioni che superano le importazioni di più di 10 mila tons, non succedeva da oltre 3 anni. Marco Salvi: “Risultati positivi ma in un quadro internazionale di instabilità”
Con oltre 6 miliardi a valore di export di ortofrutta, il 2024 è s t a t o u n a n n o r ecord Il 2025 potrebb e a n d a r e a n c o r a meglio: il primo trim e s t r e a l m e n o h a registrato un andamento molto positivo, con le esportazioni che a volume h a n n o s u p e r a t o l e i m p o r t a z i o n i , n o n succedeva da ben 3 anni. Merito di un r i l a n c i o d e l n o s t r o export, in particolare della frutta fresca - mele e kiwi in testa - che segna un +21,7% in quantità e +23,8% a valore Positivi anche i dati relativi a tuberi, ortaggi e legumi (export +1,9% in volume e +6,5% in valore) e della frutta secca le cui esportazioni, dopo alcuni mesi di stasi ripartono aumentando dell’1,6% in quantità e soprattutto +9,7% a valore; costante il dato degli agrumi in quantità (-0,4%) con un ottimo +7,6% a valore
Le importazioni sono in generale in calo in termini di volume (-3,8% sullo stesso periodo del 2024) e crescono significativamente in valore (+9,2%).
Per quanto riguarda i nostri prodotti campioni dell’export spicca la performance delle mele che registrano un aumento delle esportazioni in volume del 20,34% in quantità e del 17,95% a valore rispetto al primo trimestre 2024 Molto bene anche i kiwi, il cui export segna una ripresa del 12,55% in volume e un +27,03% a valore, con uno spread tra volumi e valori che continua ad accentuarsi grazie alle ottime prestazioni in termini di prezzo del kiwi giallo.
Passando ai prodotti più importati, le banane mantengono le proprie posizioni con oltre 200.000 tonnellate importate nel primo trimestre 2025, calano significativamente i v o l u m i d e l l ’ a n a n a s ( - 1 7 , 4 8 % ) , m e n t r e continua il successo dell’avocado che vede incrementare le importazioni nel nostro Paese del 21% sia in volume che a valore
I l p r e s i d e n t e d i Fruitimprese Marco
Salvi ha accolto positivamente i dati, raggiunti nonostante la progressiva instabilità del quadro internazionale, “ una situazione in cui i conflitti, in particolare quello mediorientale, continuano a minare la nostra capacità di esportare, riducendo al minimo il num ero dei carichi di frutta destinati ai mercati della penisola arabica e del sud-est asiatico a causa dell’impossibilità di navigare il Canale di Suez”. Ombre rimangono poi sul regolamento europeo sui fitosanitari: si auspicano regole uguali per tutti coloro che vogliono produrre e vendere sul mercato europeo
|
Salvo Garipoli*
p e r a t t i v a r e l ’ a c q u i s t o marketing
L a g a r a n z i a d e l g u s t o
In un mercato sempre più globalizzato e competitivo, votato all’incertezza a causa della volatilità dei consumi e dei cambiamenti climatici, risulta strategicamente rilevante individuare leve utili a generare un ingaggio efficace ed efficiente a supporto del posizionamento distintivo dell’offerta. Vediamo il caso, da Gran Frais, della fragola, che ha generato in questi anni percorsi di filiera all’insegna della premiumness
Se guardiamo ai nuovi mantra del consumo la propensione acclarata da tutte le principali indagini di mercato individua nei concetti di salubrità, semplicità e ritorno di gusto elementi che pongono al centro della scelta il valore della soddisfazione sensoriale.
Siamo di fronte a un consumatore moderno che oggi più che mai è alla ricerca di un ’esperienza autentica e rassicurante Ma la promessa va generata prima dell’assaggio; in tal senso la comunicazione a scaffale sul prodotto - fondamentale per 9 consumatori su 10 - e in reparto (rilevante per il 63% degli italiani) si confermano strumenti di ingaggio basilari volti a qualificare la promessa e generare l’impulso all’acquisto (fonte analisi consumer SGMarketing)
Sono tanti i casi di studio possibili, ve ne segnalo uno tutto votato a una cosiddetta “call to action esperienziale” rilevata all’interno di un Grand Frais in Francia (gruppo distributivo arrivato in Italia nel 2017 con l’insegna Banco Fresco) dedicato a una categoria che in questi anni ha generato percorsi di filiera all’insegna della premiumness: la fragola
Cosa rileva? In primis, l’impianto scenico del cartellone (ne lla fot o de lla pagina) declinato su uno sfondo di un colore che rimanda alle nuance di prodotto e che ne prevede un richiamato grafico in cornice E poi, attraverso il messaggio che recita a caratteri cubitali “Le fragole sono buone con la panna montata, ma soprattutto quando hanno il sapore delle fragole”. In pratica, utilizzando una delle possibili modalità di consumo, se ne esalta la ragione primaria di acquisto
A corredo, più in piccolo, il tema della garanzia veicolata dal fatto che tutte le fragole, rigorosamente di origine francese, sono gustativamente valutate prima di essere poste in vendita. Il tono del messaggio, il posizionamento in reparto, la dimensione extralarge del supporto di comunicazione completano il quadro di un ’attivazione che proprio nella sua semplicità genera un autentico legame emotivo, strizzando l’occhio al consumatore in reparto
è facile parlare di storytelling molto più complesso, nella pratica, realizzarlo e renderlo di impatto. In questo caso specifico, al netto dei cartellini prezzo, pochissimi ulteriori elementi tecnici a supporto, ma un ’unica, grande promessa: quella più importante, a ben vedere.
cronaca | Eugenio Felice
Murdock, miliardario e “papà”
d i D o l e , m u o r e a 10 2 a n n
i
D a v i d M u r d o c k , c l a s s e 1 9 2 3 , n a t o a Kansas City (Missouri, Usa), patrimonio stimato da Forbes in circa 3,7 miliardi di dollari, è morto il 9 giugno all’età di 102 anni. Al finanziere va il merito di aver trasformato Dole nel più grande produttore mondiale di frutta e verdura. Murdock, grande lettore, nell’ultimo pe rio do de lla sua vita e ra dive nta to un p r o m o t o r e d e l l ’ e s e r c i z i o f i s i c o e d i un’alimentazione sana per la longevità
Uno dei pochi obiettivi che David Murdock non è riuscito a raggiungere è stato il suo piano di festeggiare il suo 125 esimo compleanno Il miliardario americano è morto il 9 giugno a quella che senza dubbio avrebbe considerato la prematura età di 102 anni, secondo William Goldfield, portavoce della Dole Food Co., azienda che Murdock ha guidato dal 1985 al 2021 Negli ultimi anni della sua vita era diventato un promotore convinto dell’esercizio fisico e di un ’alimentazione sana per la longevità: Ben oltre gli 80 anni, Murdock sollevava pesi diverse l te a settimana, c minava sul tapis r lant ogni giorno e veva frullati prep rati con 20 diver tipi di frutta e ve dura, tra cui bucc di banana polve rizzate. Spese oltre 500 milioni di dollari della sua f o r t u n a p e r u n istituto di ricerca nutrizionale a K a n n a p o l i s , nella Carolina
del Nord, e fondò il California Health and Longevity Institute, un centro medico a Westlake Village, “ per insegnare alle persone a mangiare perché mangiano male”.
L’infanzia non fu facile. A scuola, i suoi insegnanti gli dicevano che era stupido, e lui ci credeva. Prendeva brutti voti e abbandonò la scuola dopo la terza media All’epoca nessuno si accorse della sua dislessia Andò a lavorare come benzinaio e cambiava olio finché non fu arruolato nell’esercito americano In un test del QI ottenne il punteggio più alto su 1.500 uomini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, un suo commilitone condivise con lui l’amore per i libri e per il resto della sua vita Murdock non smise mai di leggere
Quando Murdock assunse la guida di Dole, la prima cosa che fece fu comprare una pila di libri su frutta e verdura “Non c’è niente che non si possa imparare leggendo. Se leggi i tre migliori libri su un argomento, saprai esattamente cosa ti serve ” , disse più di una volta. Nel 2018, Murdock ha venduto la quota del 45% di Dole alla Total Produce Plc., con sede a Dublino (Irlanda), per 300 milioni di dollari. “Uscire da ciò che già si conosce è la cosa più emozionante”, dichiarò alla BBC in un’intervista del 2010
La vita privata è stata segnata dalla sofferenza La d è di all’età di 42 anni, quando 983, alla moglie Gabriele, osciuta nella comunità artistica della California del Sud, fu diagnosticato un cancro alle ovaie Murdock lesse tutto quello che poteva sulla nutrizione, cercando di trovare un modo per salvarla. Morì nel 1985 all’età di 43 anni. Altre due tragedie colpirono i figli Eugene, morto a 23 anni per una caduta in piscina, David II, morto in un indente stradale a 36 anni
strategie
| Giancarlo Sbressa
Lidl apre nel cuore di Milano Format “urbano” da 1.000 mq
Lidl aprirà entro fine anno il suo primo punto vendita nel cuore di Milano, in via Solari 5, con un format urbano sviluppato su una superficie di mille metri quadrati. Lo store sarà il 24.esimo in città, con l’obiettivo di arrivare a 50. L’espansione di Lidl si inserisce in un piano nazionale da 1,5 miliardi di euro per raggiungere i mille store entro il 2030, puntando su prossimità, convenienza e nuove abitudini di consumo
Lidl compie un pass o s t r a t e g i c o n e l l a sua espansione milanese con l’apertura, prevista entro fine anno, del primo punt o v e n d i t a s i t u a t o nel centro città, precisamente in via Solari 5, poco oltre la cerchia dell’Area C Il nuovo store sorgerà dove un tempo si trovava un Euron i c s e a d o t t e r à i l format “City”, privo di parcheggio e sviluppato su una superficie di 1 000 metri quadrati L’apertura comporterà l’assunzione di 20 nuove risorse. A rivelarlo è stato il Corriere di Milano a fine maggio, in un’intervista al direttore sviluppo di Lidl Italia, Lorenzo Bozzini: il manager ha spiegato che l’obiettivo dell’insegna è coprire capillarmente l’intero territorio milanese, avvicinandosi sempre più ai quartieri centrali Dall’esordio nel 1995 con il primo store in largo Balestra, al Giambellino, oggi sostituito da
quello in piazza Frattini, Lidl è arrivata a contare 23 punti vendita nel capoluogo meneghino Il nuovo store di via Solari rappresenterà il ventiquattresimo, con l’ambizione di raddoppiare la presenza milanese fino a quota 50
Questo sviluppo locale si inserisce nel più ampio piano di crescita nazionale del gruppo, che mira a raggiungere i 1.000 punti vendita in Italia entro il 2030, rispetto agli attuali 780. Il piano prevede un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi di euro e punta soprattutto sulle grandi città: Milano, Roma, Napoli, Torino e Genova
A sostenere questa espansione contribuisce una trasformazione nei comportamenti di acquisto: i consumatori effettuano la spesa più frequentemente e prediligono punti vendita di prossimità.
B o z z i n i s o t t o l i n e a tre fattori chiave: la mancanza di tempo, l ’ i n v e c c h i a m e n t o d e l l a p o p o l a z i o n e c h e p r e d i l i g e s p ostamenti brevi e a piedi, e l’evoluzione della spesa, sempre più orientata verso l’acquisto di più prodotti freschi e con più frequenza
In parallelo, il settore discount sta vivendo in Italia una crescita significativa, alimentata anche dall’inflazione che impatta tutte le fasce della popolazione, comprese quelle che abitano nei quartieri centrali Attualmente, i discount rappresentano circa il 23% del mercato nazionale della Gdo, con Lidl che copre circa il 30% di questo segmento. Le proiezioni indicano un possibile incremento della quota di mercato dei discount fino al 30% entro il prossimo decennio.
| Giancarlo Sbressa
Ve r o n a m e r c a t o , u t i l e r e c o r d e
p r i m o b i l a n c i o d i s o s t e n i b i l i t à
Veronamercato, tra i maggiori centri agroalimentari d’Italia, ha approvato il bilancio dell’esercizio 2024, che registra il maggior utile mai realizzato. Alla presidenza confermato Dallamano. Presentato il primo bilancio di sostenibilità che consolida la visione dell’impresa come promotrice di benessere collettivo. Avanti i macro-interventi per la catena del freddo e per il fotovoltaico finanziati con i fondi del PNRR
Il 9 maggio si è tenuta l’assemblea dei soci di Veronamercato L’assemblea, cui ha partecipato anche il sindaco di Verona Damiano Tommasi (in fot o, as s ieme al pre s ide nt e Marco Dallamano e al dire t t ore Paolo Me rci), ha approvato il bilancio dell’esercizio 2024 con un utile netto di 630 mila euro, in crescita di circa 200 mila euro rispetto all’esercizio preceden-
te e il migliore in assoluto realizzato da Veronamercato. Oltre al bilancio di esercizio, per il 2024 è stato elaborato il primo bilancio di sostenibilità con la valutazione di impatto per gli investimenti finanziati col contributo prevalente dei fondi PNRR Con questo documento viene reso misurabile, trasparen-
te e rendicontabile il valore generato da Veronamercato per il proprio ecosistema - fatto di persone, territori, ambiente e relazioni - consolidando una visione dell’impresa come promotrice di benessere collettivo. Si quantifica quindi il valore di importanti attività sociali, quali ad esempio l’educazione alimentare e la raccolta e destinazione del prodotto ortofrutticolo invenduto a favore dei soggetti bisognosi. Dalla rendicontazione di sostenibilità emerge che, per ogni euro di costi sociali sostenuti, Veronamercato ha generato oltre 7 euro di benefici sociali
Nel corso dell’assemblea Marco Dallamano, che è stato riconfermato alla presidenza, ha aggiornato i soci sui punti principali del progetto che comprende due macro-interventi: la catena del freddo, per un importo lavori di 8,11 milioni di euro e cantiere avviato il 27 agosto 2024; il fotovoltaico, per un importo lavori di 7,18 milioni di euro e cantiere avviato il 23 dicembre 2024 Sono stati ottenuti con decreto del MASAF sia l’anticipo di finanziamento per tre milioni di euro che la proroga per il completamento dei lavori a maggio 2026; in data 8 maggio 2025 è stata inviata la richiesta di erogazione del primo SAL del finanziamento (importo rendicontato di 4,21 milioni di euro); la fine lavori è prevista entro gennaio 2026; collaudi e rendicontazione entro marzo 2026 Il sindaco Tommasi ha elogiato la gestione delle attività, sottolineando l’attenzione e la collaborazione dimostrata dal Cda e dalla direzione di Veronamercato
lo studio
| Irene Forte
Piccoli frutti e fragole: consumi
i n c r e s c i t a , p i ù a m a t i a l S u d
Il 95% degli italiani consuma, spesso o a v o l t e , p i c c o l i f r u t t i , c i o è f r a g o l e , lamponi, mirtilli, more e ribes. La percentuale sale al 96,9% nella fascia d’età 55-64 anni. A livello geografico, sono le regioni del Sud e le Isole quelle che rivelano un maggior consumo di piccoli frutti. I consumi nel primo quadrimestre del 2025 in Italia sono saliti del 29%, rispetto al già positivo 2024. Il 96% è venduto nel canale Gdo
è stato presentato lo scorso 17 giugno a Milano Berry Swing, Little European Heroes Against Climate Change, il progetto triennale europeo di promozione e informazione di CSO Italy rivolto ai consumatori italiani e tedeschi. Nell’occasione sono stati presentati alcuni dati aggiornati sui piccoli frutti, fragole comprese, e i risultati di un’indagine condotta Sec Newgate Italia su un campione rappresentativo della popolazione italiana, circa 3 000 persone Il 95% degli italiani consuma, spesso o a volte, piccoli frutti, cioè fragole, lampon i , m i r t i l l i , m o r ribes. La percentu sale al 96,9% nella scia d’età 55-64 an trainata dal magg re peso della risp sta “Sì, a volte” A contrario, Gen Z Millennials dichia rano un consumo più frequente (“Sì, spesso”) di piccol i f r u t t i : 1 8 - 2 4 anni 56,1%; 2534 anni, 59,6%; 3 5 - 4 4 a n n i , 62,2%
A livello geografico, sono le regioni del Sud e le Isole quelle che rivelano un maggior consumo di piccoli frutti (Sì, spesso, nda), pari al 56,7%; segue il Nord Ovest col 55,2%, Il Centro Italia, 53,8% e il Nord Est del Paese col 52,5%.
Sono tuttavia le generazioni più giovani ad avere le idee più chiare sui piccoli frutti e in tal senso costituiscono il target privilegiato delle aziende E che i giovani siano gli “Ambassador” ideali dei Berry lo si può anche rilevare dalla modalità di fruizione: ben il 44,8% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni hanno messo al primo posto delle loro scelte il consumo di piccoli frutti freschi e trasformati, superando di quasi 12 punti percentuali la classe di età che va dai 45 ai 54 anni che invece al 62,5% preferisce il consumo di frutta fresca e di quasi 21 punti percentuali gli over 64 di età Gradimento superiore alla media nazionale anche per la classe d’età 25-34 anni col 39,3% Lo sport è la cifra della comunicazione del progetto Berry Swing. Festival dello Sport di Trento, Olimpiadi Milano Cortina e Megamarsch in Germania sono gli appuntamenti più importanti del progetto. Accanto a queste manifestazioni, se ne aggiungeranno anche altre, come la Gran Fondo di Ciclismo Fausto Coppi in programma a fine giugno a Cuneo Nel corso dell’evento CSO Italy ha presentato alcuni d i i i di f l e piccoli frutti in Italia Il un periodo certamente poconsiderando che nel primo quadrimestre dell’anno i volumi sono c r e s c i u t i d e l 2 9 % , rispetto al già positivo 2024 Se le fragole rappresentano l’82% di tutti i volumi di piccoli frutti, nel 2024 spiccano le performance dei mirtilli (con un +20% nel 2024) e delle more (+30% nel 2024) Ben l 96% dei piccoli frutti viee venduto in Italia nel caale Gdo
percorsi bio
| Eugenio Felice
Fa r c r e s c e r e i c o n s u m i b i o ?
c e n t r a l e i l p u n t o v e n d i t a
Prosegue positivamente la campagna bio 2024/25 di VIP - Mela Val Venosta. Una campagna dove la qualità è stata premiata con buoni livelli di prezzo. Ma non basta. Eberhöfer: “Oggi più che mai il punto vendita è centrale. Dobbiamo agire lì per rendere visibile il biologico e arrivare al grande pubblico”. Laimer: “Interessanti i risultati dall’attività di food pairing realizzata a Roma, in collaborazion e con EcorNaturaSì”
V I P , l ’ a s s o c i a z i o n e d e i p r o d u t t o r i d i frutta e verdura della Val Venosta, sta proseguendo positivamente la campag n a 2 0 2 4 / 2 5 d e l l e mele biologiche, grazie a una domanda l e g g e r m e n t e s u p eriore all’offerta che ha premiato anche con i prezzi la qualità del prodotto. Una campagna che, per le mele biologiche della Val Venosta, proseguirà per tutta l’estate, fino all’inizio della prossima raccolta, garantendo così la presenza sul mercato per tutto l’arco dei dodici mesi. Se la campagna, per VIP, è positiva, non mancano gli elementi di criticità: secondo i dati Ismea relativi agli anni 2023 e 2024, il consumo di mele bio in Italia non ha mostrato segnali di ripresa Il comparto resta fermo, frenato da costi crescenti e poca visibilità del prodotto sugli scaffali della grande distribuzione
“Siamo ottimisti di poter garantire anche quest’anno una buona rendita ai nostri soci”, dichiara Gerhard Eberhöfer, responsabile VIP Bio “Ma se non viene riconosciuto il giusto valore al prodotto e al lavoro agricolo, alcuni produttori potrebbero decidere di abbandonare il biologico. Non si tratta più solo di incentivare la produzione, ma di creare condizioni favorevoli allo sviluppo della domanda. Solo così possiamo assicurare un futuro al bio”.
Come fare? Bisogna ripartire dal punto vendita “Una mela bio posizionata in un ’ area dedicata viene vista solo da chi ha già deciso di acquistare bio Ma questo rappresenta appena il 2-3% dei consumatori - spiega Eberhöfer. Se vogliamo intercettare il restante 97-98%, dobbiamo proporla accanto alla mela convenzionale, dando la possibilità di scegliere, confrontare e comprendere”
La strategia passa anche dalla diversificazione dell’offerta: nuove varietà, articoli di primo prezzo, f o r m a t i p r a t i c i e frutti con piccole imperfezioni aiutano a intercettare pubblici diversi
Di primaria importanza diventano anche il rapporto sinergico con il distributore e le attività in-store, come spiega Benjamin Laimer, responsabile marketing VIP: “Le attività in-store, dalle degustazioni ai materiali informativi, coinvolgono e fidelizzano un numero crescente di consumatori, contribuendo ad avvicinarli a un ’offerta sempre più innovativa. Un esempio? L’attività di food pairing con EcorNaturaSì a Roma dove abbiamo abbinato la Golden Bio della Val Venosta al Pecorino Romano DOP del Lazio (in fot o)”.
anniversari | Eugenio Felice
VO G: “8 0 anni di innovazione
e a t t e n z i o n e a l m e r c a t o ”
Nel 2025 VOG, il Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige, il più grande produttore europeo di mele, festeggia 80 anni. Un percorso fatto di di innovazione e attenzione al mercato. La nostra videointervista al direttore generale Walter Pardatscher e al direttore marketing Hannes Tauber
Il 2025 segna un anniversario importante per VOGHome of apples: 80 anni dedicati all’origine, all’expertise, alla sostenibilità e allo sviluppo di prodotti e marchi per fare crescere il comparto mela. VOG nasce nel 1945, in un contesto difficile per i melicoltori che già da tempo avevano trovato nell’Alto AdigeSüdtirol un luogo ideale per la produzione di mele L’immediato dopoguerra vede un ’economia europea in rovina, mercati persi e una concorrenza crescente Così il settore frutticolo altoatesino decide di unire le forze e fondare il Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige. Oggi, con una produzione di 550 mila tonnellate di mele all’anno da agricoltura integrata e bio e un assortimento di oltre 20 varietà e brand commercializzate in più di 70 Paesi, VOG è la realtà principale del comparto. Abbiamo incontrato nel corso della fiera Macfrut di inizio maggio Walter Pardatscher e Hannes Tauber, rispettivamente direttore generale e direttore marketing di VOG, e abbiamo chiesto loro di sintetizzarci il significato di questo rilevante anniversario. “La ricerca di soluzioni innovative, sostenibili e coraggiose è nel dna di VOG fin dai suoi esordispiega Walter Pardatscher. Nel corso dei suoi 80 anni il Consorzio ha sempre portato avanti una visione orientata al miglioramento continuo e alla crescita, dal lavoro dei melicoltori nei campi, alle
attività di selezione, s t o c c a g g i o e c o n f ezionamento, fino alla c o m m e r c i a l i z z a z i one Oggi siamo onorati di guardare al futuro forti di questa esperienza, e continuare ad affrontare con lo spirito delle origini le nuove sfide e le opportunità che arrivano dai mercati” La storia di innovazione di VOG passa anche per un ruolo di primo piano nel seminare, allevare e raccogliere brand innovativi per conquistare sempre nuovi consumatori. “VOG ha un ruolo che va oltre quello di fornitore - sottolinea Hannes Tauber, si relaziona ai clienti con l’ottica di costruire un dialogo e offrire un contributo di expertise alla gestione della
categoria Grazie alla nostra organizzazione e a un assortimento che copre tutto l’anno, con varietà e soluzioni che anticipano i bisogni e le necessità dei consumatori, siamo in grado di portare avanti una programmazione stagionale per rispondere alle necessità dei nostri partner e clienti, Paese per Paese”.
GUARDA IL VIDEO!
esteri
| Massimiliano Lollis
U k , A l d i s u p e r a A s d a e s a l e
s u l p o d i o d e l l a d i s t r i b u z i o n e
Nel Regno Unito il mondo della Gdo registra un sorpasso storico: Aldi Ukcatena discount tedesca presente nel Paese dal 1990 - supera Asda e, sotto la guida dell’ad Giles Hurley, guadagna il terzo posto sul podio dei maggiori retailer in Uk dopo Tesco e Sainsbury’s. La strategia vincente? l’essere riusciti a trasformare il discount da un modello di spesa a base di sacrifici a una spesa intelligente
Sotto la guida dell’ad Giles Hurley, il discount tedesco si afferma nell’olimpo della Gdo britannica Al timone dell’insegna Uk dal 2018, porta a casa un risultato importante, avendo ampliato la presenza del brand in tutto il Paese e consolidato la sua posizione anche grazie a prodotti a marchio premiati e una politica dei prezzi senza fronzoli, il tutto mantenendo un modello aziendale snello ed efficiente In base ai dati elaborati dall’agenzia Kantar, la quota di mercato di Aldi Uk nel grocery - categoria che comprende generi alimentari e bevande anche prodotti pe casa e cosmetici stata del 9,8% ne quattro settimane no al 18 maggio r spetto al 9,4% di A d a C o n s i d e r a n d il periodo dall’ini z i o d e l 2 0 2 4 , l e vendite totali di Aldi Uk sono cres c i u t e a l t a s s o più veloce, crescendo del 6,7% su base annua, m e n t r e A s d a
non solo non è cresciuta, ma è anche calata, vincendo il triste primato di essere l’unico supermercato a registrare un calo del 3,2%.
è di questi giorni l’annuncio da parte di Aldi Uk dell’apertura di dieci nuovi punti vendita nelle prossime 14 settimane, mentre altri 30 negozi verranno rinnovati Le aperture fanno parte dell’obiettivo a lungo termine di Aldi di aprire 1 500 punti vendita nel Regno Unito, per portare i suoi prezzi bassi a un numero ancora maggiore di clienti L’insegna investirà 650 milioni di sterline per espandere la sua presenza solo quest’anno.
L’ascesa di Aldi da marginale catena di discount a retailer di alto livello non è stato un successo immediato, ma il risultato di anni di disciplina. Mentre le catene tradizionali hanno lanciato programmi di fidelizzazione e promozioni complesse, Aldi è rimasta fedele alle sue radici: assortimento ristretto di prodotti, approvvigionamento locale, nessuna carta fedeltà e un ’attenzione ossessiva all’efficienza.
A cambiare, nel tempo, è stata la percezione del pubblico. Con l’inflazione che ha colpito duramente le famiglie britanniche, i consumatori hanno iniziato a rivolgersi ad Aldi non solo per i prodotti di base, ma anche per tutto ciò che riguarda i prodotti freschi di alta qualità, fino ai vini Il successo di Aldi sta proi ll’ f l’immagine del discount a spesa intelligente e di . Una politica che ha finito per erodere quote di mercato a catene trad i z i o n a l i c o m e A s d a che, pur essendosi presentate sul mercato come un punto di riferimento per consumatori attenti al budget, non è riuscita a tenere il passo con i nuovi discount tedes c h i , a n c h e a c a u s a d i ambi di proprietà, strateie mutevoli e sconvolgienti interni
neuronews | Matteo Sgaravato*
I l pa ra dos s o de l l a s c e l t a i n
or t of ru t t a pe r l e n e u ros c i e n z e
Nel mondo della grande distribuzione ortofrutticola la varietà dell’offerta è spesso vista come un punto di forza. Ciò nonostante, neuroscienze e marketing comportamentale ci insegnano che un eccesso di alternative può trasformarsi in ostacolo: quando la scelta diventa troppo ampia, il processo decisionale rallenta e cresce l’incertezza, sia per i consumatori che per chi si occupa di acquisti e asso rtimenti
La psicologia insegna che un aumento delle alternative dis p o n i b i l i , i l c o s i ddetto “choice ov e rload” , incide negativamente sulla qualità delle decisioni Più opzioni significa più tempo necessario per scegliere e m a g g i o r e c o n f u s i one sul risultato finale. Tutto ciò si riflette nella quotidianità di chi gestisce assortimenti ortofrutticoli: troppe mele, troppi pomodori, troppe s o l u z i o n i p e r o g n i esigenza rischiano di paralizzare il cliente, anziché entusiasmarlo. Il fenomeno riguarda i consumatori, ma anche chi opera nella Gdo. I responsabili acquisti si trovano spesso di fronte a decine di fornitori, ognuno con proposte, packaging, promozioni e varietà differenti L’idea che “più è meglio” può portare a una perdita di efficienza: si allungano i tempi di valutazione, aumentano i dubbi e si rischia di pren-
dere decisioni meno efficaci, magari dettate dalla fatica mentale o dalla paura di sbagliare. Le neuroscienze, insieme agli studi sull’AI, hanno inoltre smontato il mito del multitasking spiegando come la nostra mente non sia in grado di processare più attività complesse contemporaneamente Quello che chiamiamo “multitasking” è, in realtà, uno switch costante tra compiti diversi, con un inevitabile calo di attenzione e prestazioni Nel contesto ortofrutticolo, questo si traduce in una gestione meno efficace delle priorità: chi deve valutare offerte, controllare qualità, negoziare prezzi e organizzare la logistica, se sommerso da troppe informazioni e alternative, rischia di commettere errori o di affidarsi a scorciatoie mentali poco razionali
L a s f i d a è q u i n d i duplice: da un lato, offrire assortimenti ricchi e in linea con le tendenze di mercato; dall’altro, semplificare il processo decisionale, sia per sé stessi che per i clienti finali A tal scopo esistono diverse strategie, tra cui l a s e g m e n t a z i o n e chiara delle categorie, la riduzione delle alternative simili, la valorizzazione di prodotti distintivi e l’uso di strumenti digitali che aiutino a filtrare e confrontare le offerte in modo intuitivo. Nel marketing dell’ortofrutta, il valore aggiunto sta nella capacità di guidare il cliente verso scelte semplici, rapide e soddisfacenti. Semplificare quindi non significa impoverire, ma mettere al centro la qualità della decisione, riducendo stress e confusione Chi saprà aiutare i propri interlocutori a scegliere meglio avrà un vantaggio competitivo reale e duraturo
| Giancarlo
Sbressa
M D , c o s a s u c c e d e ? N e l 2 0 2 4
f a t t u r a t o f e r m o a 3 , 7 m i l i a r d
i
Nel 2024, con 3,7 miliardi di euro, il fatturato di MD, terzo gruppo discount in Italia, resta al palo, segnando un i n i n f l u e n t e + 0 , 4 % . L a m a r g i n a l i t à s i mantiene stabile attestandosi al 6,1% nel 2024, in linea con il dato registrat o n e l 2 0 2 3 . L’ u t i l e n e t t o è s t a t o d i 81,2 milioni, quindi il gruppo presidut o d a P a t r i z i o P o d i n i n o n è c r e s c i u t o ma è in salute. Avanti con l’impegno ambientale e la riduzione della CO2
In un periodo storico in cui i discount in Italia stanno crescendo forte, prendendo quote alla distribuzione “tradizionale”, la notizia è che MD nel 2024 è rimasta al palo. La terza catena discount del Paese, la seconda a capitale italiano, nel 2024 infatti non è andata oltre i 3,7 miliardi di euro di fatturato, con una crescita dei ricavi netti dello 0,4% rispetto al-
l’anno precedente. La marginalità si è mantenuta stabile, attestandosi al 6,09% nel 2024, in linea con il 6,11% registrato nel 2023. L’utile netto è stato di 81,2 milioni di euro
“Da oltre 30 anni - ha dichiarato il Cavalier Patrizio Podini, fondatore e presidente di MD (in fot o) - lavoriamo con una visione di lungo periodo Nel 2024
abbiamo continuato a crescere integrandoci nel tessuto economico e sociale dei territori in cui operiamo. La forza di MD risiede nella sua capacità di evolversi restando fedele ai propri valori fondanti: rispetto, qualità, sostenibilità e inclusione Guardiamo al futuro con determinazione, certi che insieme ai nostri clienti, collaboratori e partner continueremo a costruire un modello virtuoso di sviluppo”. Lo sviluppo della rete ha incluso azioni mirate di ottimizzazione, con riposizionamenti e aperture in location più strategiche, accompagnate dall’introduzione di format di negozio più evoluti e funzionali (in fot o il nuov o punt o v e ndit a di Fe rrara ape rt o ne l giugno 2024) Un processo che testimonia la volontà di MD di rafforzare la propria presenza sul territorio non solo attraverso l’espansione numerica, ma anche migliorando l’efficienza della rete esistente. Dal punto di vista ambientale, MD ha registrato una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rapportata alle superfici immobiliari, e una riduzione dell’1,8% dei consumi energetici “Investire nella sostenibilità - ha sottolineato Maria Luisa Podini, amministratore delegato di MD - significa proiettarsi nel futuro: un’impresa solida deve creare valore condiviso e duraturo, non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Per questo, la sostenibilità è ormai parte integrante del nostro modello di business, consapevoli che solo così possiamo generare fiducia, innovazione e resilienza per affrontare le sfide che ci attendono”
specialità
| Irene Forte
P e r O n d i n e n u o v a c a m pa g n a
c h e s i i s pi ra a l m on do s n a c k
A luglio è iniziata la stagione di Ondine la nettarina piatta di qualità premium prodotta e commercializzata in Italia da Alegra, CICO, Greenyard e Naturitalia.
L’interesse della Gdo è stato alto sin dal debutto, grazie alla capacità del prodotto di offrire un’alternativa distintiva nel punto vendita. La stagione 2025 segna il lancio della campagna “Snack the Summer”, un concept fresco e originale ispirato al mondo degli snack
è ufficialmente iniziata a luglio la stagione di Ondine, la nettarina piatta di qualità premium, che promette di diventare la vera protagonista dell’estate. Frutto di un progetto internazionale promosso da Frutaria, ASF Edition condiviso da una rete selezionata di top player del settore ortofrutticolo europeo - fra cui Alegra, CICO, Greenyard e NaturitaliaOndine è il risultato di un impegno congiunto e strutturato, con una produzione che in Italia si concentra principalmente in Emilia-Romagna, ma che coinvolge anche alcune aree del Sud.
L’interesse da p della Gdo è stato dente sin dal deb to, grazie alla cap cità del prodotto offrire un ’alternat v a d i s t i n t i v a n e punto vendita Ne panorama competitivo delle drupacee, Ondine infatti si distingue p e r i l s u o a ppeal unico Brillante, compatta, profumata,
con buccia liscia e sottile e un nocciolo piccolo, è perfetta da gustare in ogni momento della giornata. Grazie alla sua consistenza e al formato tascabile, rappresenta lo snack ideale dell’estate, adatto a tutte le età e perfetto anche per il consumo on-the-go.
La nuova campagna di comunicazione La stagione 2025 segna il lancio della nuova campagna “Snack the Summer”, un concept fresco e originale che p u n t a a c o n q u i s t a r e i l c o n s u m a t o r e a t t r a v e r s o un’immagine evocativa e “ pop ” , ispirata al mondo degli snack e della frutta estiva. Il visual, che richiama la forma di un cono gelato, è pensato per sorprendere, attrarre e comunicare in modo diretto, con un tono moderno e leggero
L’obiettivo è chiaro: promuovere nuovi momenti di consumo, differenziarsi dagli altri prodotti nel reparto ortofrutta e posizionarsi come alternativa naturale e gustosa nel mondo degli snack.
A sostegno della campagna, c’è un ampio piano di promo-comunicazione multi-Paese, con Germania e Italia in primis, con attività sui punti vendita, il presidio dei canali social e una campagna su YouTube e Spotify
Per stimolare ulteriormente l’interesse dei consumatori, è prevista anche l’attivazione di un grande concorso a premi legato alla dinamica “gioca lo scontrino ” , con premi instant win e un ’estrazione final h mette in palio esperienze da sogno a tema estivo: è un’iniziativa pensata per aumentare la visibilità e incentivare l’acquisto, rafforzando il legame tra brand e consumatore.
Ondine non è solo una nettarina: è un modo di vivere l’estate. Sano, pratico e gustoso E con “Snak the Summer”, il piacere ella bella stagione si fa iresistibile!
soluzioni
| Irene Forte
F o r m a t i S n a c k : è i l n u o v o
t r e n d d e l g u s t o o n - t h e - g o
Nel dinamico mondo dell’ortofrutta, una rivoluzione silenziosa ma travolgente
s t a c a m b i a n d o i l m o d o i n c u i i c o n s umatori interagiscono con i piccoli frutti e gli snack vegetali: è la nuova era del formato snack. Un’evoluzione che non è più solo una tendenza passeggera ma un cambiamento strutturale del consumo, trainato dalle esigenze di praticità, benessere e sostenibilità, soprattutto tra Millennial e Gen Z
Il successo dei formati snack nella categoria berries (mirtilli, lamponi, ribes e s i m i l i ) è l e g a t o alla loro capacità di i n s e r i r s i p e r f e t t amente nei ritmi frenetici della vita urbana Il consumo ont he -go richiede soluzioni di confezionam e n t o i n t e l l i g e n t i , versatili e sostenibili. E proprio qui entra in gioco Cartonpack Group, da oltre 40 anni punto di riferimento nel packaging per l ’ortofrutta, con un portafoglio multi-materiale tra i più ampi del settore e una chiara vocazione all’ecodesign. Tra le proposte più apprezzate presentate a Macfrut 2025, ha riscosso particolare interesse il sistema BK1 con top seal richiudibile e foro dosatore: un imballaggio monomateriale pensato per la grande distribuzione europea Il foro dosatore consente un consumo pratico, controllato e igienico, trasformando i pic-
coli frutti in veri e propri snack funzionali, ideali per l’ufficio, lo sport o i momenti di pausa. Queste soluzioni, oltre a valorizzare il prodotto sul punto vendita, garantiscono una maggiore conservabilità e riduzione degli sprechi alimentari. Il packaging richiudibile, infatti, prolunga la freschezza del contenuto e risponde perfettamente alle esigenze di consumo frazionato, sempre più comuni tra i consumatori moderni
La linea di bicchieri con film richiudibile è un ’altra risposta concreta alla crescente domanda di snack sani e portabili, in particolare nel segmento della frutta secca, sempre più apprezzata per l’elevato valore nutrizionale Anche in questo caso, Cartonpack propone soluzioni che coniugano praticità, estetica e riciclabilità L’espansione internazionale del Gruppo, con acquisizioni s t r a t e g i c h e , r a f f o rz a l a c a p a c i t à d i Cartonpack di offrire soluzioni integrate e sostenibili a un mercato sempre più esigente Un portafoglio che spazia dai film flessibili ai contenitori in fibra compostabile, dalle vaschette termoformat e a g l i i m b a l l a g g i con coperchio integrato, posiziona Cartonpack come partner di riferimento per tutta la filiera agroalimentare euro pea. Il formato snack non è solo una risposta al cambiamento degli stili di vita, ma un ’opportunità concreta per ripensare il packaging in chiave sostenibile, funzionale ed emozionale Cartonpack continua a guidare questa trasformazione con innovazione, competenza multi-materiale e un approccio industriale orientato all’economia circolare
percorsi |
Maddalena De Franchis
L’ I g p p e r v a l o r i z z a r e i l m a d e
i n I t a l y i n o r t o f r u t t a : l a r i c e t t a
Te r r i t o r i o , i n n o v a z i o n e v a r i e t a l e e n e l p a c k a g i n g , q u a l i t à e c o m u n i c a z i o n e sono, da sempre, i valori su cui la rete de La grande Bellezza italiana lavora per promuovere i consumi e diffondere l’ortofrutta delle filiere italiane, nel mercato interno e su quelli esteri. In un workshop a Macfrut 2025 si è fatto il punto della situazione assieme ai presidenti di alcuni Consor zi Dop e Igp e ai buyer della grande distribuzione
Qualità, sicurezza, legame col territorio, autenticità, sostegno ai produttori locali: sulle certificazioni Dop e Igp - e sui valori che trasmettono ai consumatorisembra sia già stato detto tutto. E invece no. è quanto emerso dal workshop promosso dalla rete di imprese de La Grande Bellezza Italiana nel corso della fiera Macfrut di Rimini. Durante il workshop, dal
titolo “Made in Italy in ortofrutta. Le tipicità territoriali strategiche per soddisfare il consumatore”, sono intervenuti numerosi relatori, dai presidenti di alcuni fra i più noti consorzi italiani di prodotti Dop e Igp ai buyer e responsabili qualità di alcuni gruppi della grande distribuzione Investire tempo, energia e attenzione sulla comuni-
cazione, che dev’essere differente a seconda dei target di consumatori a cui ci si rivolge e puntare costantemente sulla valorizzazione del prodotto, a partire dalle sue caratteristiche distintive: è il “fil rouge ” degli interventi tenuti dai presidenti dei consorzi di tutela Tra questi Leonardo Odorizzi (fot o s opra), presidente del consorzio Pesca di Verona Igp, tra i fondatori de La Grande Bellezza Italiana. Secondo Damiano Cosma, responsabile acquisti ortofrutta di Coop Alleanza 3.0 per l’area del Nordest (fot o a lat o, a s inis t ra), “è necessario impostare lo scaffale in modo che sia attrattivo. In questo contesto anche il packaging gioca un ruolo fondamentale, perché deve saper raccontare, anche grazie alle immagini riportate sulle confezioni, il legame fra prodotto e territorio La valorizzazione dei prodotti Dop e Igp si ottiene con il giusto prezzo - capace, da un lato, di remunerare i produttori e, dall’altro, di non pesare troppo sul consumatore finale rispetto ai prodotti di fascia più bassa - e con l’attenzione costante all’appeal del prodotto”
Per un ’ulteriore valorizzazione dei prodotti Dop e Igp, la parola chiave sembra essere formazione, sia degli operatori all’interno dei punti vendita, sia dei bambini e dei più giovani, con l’obiettivo di ricreare una nuova cultura agricola e ortofrutticola: “Abbiamo un patrimonio ricchissimo - ha dichiarato Giancarlo Amitrano (fot o s opra), responsabile acquisti ortofrutta Ce Di Gros - che è andato purtroppo disperso nel corso degli ultimi 10-20 anni”
mens sana | Alice Gelmetti (die t is t a)
Le g u m i , u n o t t i m o a l l e a t o
d e l l a l i n e a e d e l l a s a l u t e
C’è un alimento versatile, pratico e veramente utile in chi segue regimi vegetariani o vegani: i legumi. Ma che siate o no vegetariani o vegani, si consiglia vivamente l’utilizzo dei legumi nella dieta per le numerose proprietà benefiche. Inoltre sono le uniche fonti proteiche che non hanno frequenze stabilite nel consumo settimanale: in pratica si potrebbero mangiare anche ogni giorno. Ancora: sono privi di glutine e lattosio
Assumo abbastanza proteine mangiando legumi? La domanda più frequente che ci si fa quando si pensa all’uso dei legumi è proprio questa: non c’è il rischio di avere carenze proteiche consumando legumi in sostituzione a fonti animali? La risposta dipende da come si mangiano e da come si associano. All’interno dei legumi, infatti, sono presenti parecchie proteine di tipo vegetale Pensate che in 100 grammi di soia secca ci sono ben 37 grammi di proteine Il pollo, per avere un confronto, ne contiene 20 grammi per 100 grammi Sono ottime fonti di proteine che i cereali, sop tutto quelli integr Il farro, per esemp
c o n t i e n e b e n grammi di protein il grano quasi 1
L ’ a s s o c i a z i o n quindi tra le pro teine dei legumi e quelle dei cereali
p u ò g a r a n t i r e tranq uilla men te l ’ a s s u n z i o n e d i una dose ideale
d i p r o t e i n e a ogni pasto
Al di là del contenuto proteico e del fatto se siate o meno vegetariani o vegani, si consiglia vivamente l’utilizzo dei legumi nella dieta per le loro diverse proprietà benefiche. Sono infatti le uniche fonti proteiche che non hanno frequenze stabilite nel consumo settimanale: in pratica si potrebbero mangiare anche tutti i giorni La parte migliore dei legumi è sicuramente riconducibile all’alto contenuto di fibre
Le fibre sono un toccasana per abbassare il colesterolo, livellare meglio la glicemia e ridurre quindi l’assorbimento di zuccheri e carboidrati. Inoltre, migliorano il transito intestinale e rendono florida la nostra flora batterica intestinale. Aiutano inoltre nella perdita di peso, dato che trattengono acqua nel tratto digerente, dando un maggiore e prolungato senso di sazietà Avendo poche calorie inoltre possono essere consumati in quantità medio-alte
I pochi grassi contenuti nei legumi, in particolare nella soia, sono grassi insaturi buoni, come l’acido linoleico e linolenico, che aiutano il sistema immunitario, prevengono le infiammazioni e svariati tipi di cancro, come quello al colon. I legumi hanno inoltre quasi tutte le vitamine del gruppo B, sono un ’ottima fonte di ferro (soprattutto le lenticchie), potassio, vitamina A, vitamina C e colina, un elemento importante per le funzioni cognitive Per i soggetti intollei ll i i è i l utile ricordare che tutti i attosio e di glutine. avrete capito i legumi possono diventare un ottimo alleato della nostra linea e della nostra salute, sia che siate o non siate vegetariani o vegani La loro varietà e versatilità ci permette inoltre di utilizzarli in mille modi, sia per piatti caldi, che freddi, che dolci che salati. C’è sempre un modo per consumae i legumi, quindi perché on farlo?
Origine, sicurezza e gusto: Lidl Italia alza l’asticella
Entro il 2025 i fornitori devono certificarsi GlobalGAP Spring
Eugenio Felice
Lidl Italia ha chiuso il 2023 con 7,2 miliardi di euro di fatturato, mentre la capogruppo Schwarz, cui fa capo anche l’insegna Kaufland, ha fatturato 175,4 miliardi di euro ed è il primo gruppo della grande distribuzione in Europa, il quarto nel mondo. Nel corso dell’assemb lea annuale di Fruitimprese Veneto, che si è svolta a Verona il 18 giugno, la responsabile comunicazione e CSR di Lidl Italia, Alessia Bonifazi, ha illustrato la strategia legata all’ortofrutta dando dei dettagli inediti
Una quarantina di imprenditori dell’ortofrutta hanno partecipato il 18 giugno a Verona all’assemblea annuale di Fruitimprese Veneto A fare gli onori di casa il presidente Stefano Pezzo Sono intervenuti anche il presidente nazionale Marco Salvi e il vicepresidente Giacomo Suglia. Ospite d’eccezione è stata Alessia Bonifazi, che è la responsabile comunicazione e CSR di Lidl Italia, la quale ha fatto una fotografia di quello che è il quinto gruppo distributivo in Italia, indicandone i valori e illustrandone la strategia, soprattutto con riferimento all’ortofrutta. Riportiamo di seguito cinque delle suggestioni che abbiamo raccolto.
Uno: Lidl Italia nel 2023 ha fattu-
rato con la sua rete vendita 7,2 miliardi di euro ma ha anche esportato 2,5 miliardi di euro di prodotti italiani, di cui il 22,8%, oltre 500 milioni di euro, era costituito dall’ortofrutta, vale a dire il 10,4% delle esportazioni totali di ortofrutta del nostro Paese L’ortofrutta è anche la categoria più rappresentata nei 2,5 miliardi di euro di export di Lidl Italia Il dato è ancor più rilevante se si considera che non c’è alcun retailer italiano che esporta all’estero, non avendo i retailer italiani presenza all’estero (fa eccezione solo Eurospin che ha una rete vendita anche in Slovenia, Croazia e Malta)
Due: il sacchetto antispreco introdotto a luglio 2023 è un grande successo. Si tratta di un sacchetto di carta che contiene 4 kg di prodotti ortofrutticoli esteticamente non perfetti, o parte di una confe-
Il sigillo Firmato Dagli Agricoltori Italiani - FDAI, marchio di Filiera Agricola Italiana Spa, garantisce la trasparenza della filiera produttiva, che viene controllata in ogni sua fase, per assicurare la rintracciabilità e l’origine dei prodotti agricoli Tra i prodotti che sono stati inseriti finora nell’assortimento Lidl c’è l’avocado dell’Etna, coltivato dal pioniere Andrea Passanisi
7,2
LIDL ITALIA: I NUMERI RILEVANTI
5 780 o+
retailer della Gdo italiana
mila collaboratori 12 23 miliardi fatturato 2023 punti vendita
500 centri logistici
milioni valore export ortofrutta
zione con magari un frutto guasto (che viene tolto, es. rete di clementine), offerti al prezzo fisso di 3 euro. Ebbene, nel primo anno sono stati venduti 1,2 milioni di sacchetti, evitando così lo spreco di più di 5 000 tonnellate di frutta e verdura Inoltre, a partire da maggio 2024, per ogni pezzo venduto, Lidl Italia dona 10 centesimi, equamente suddivisi tra la Fondazione Banco Alimentare e la Comunità Sant’Egidio di Roma. Con Il Banco Alimentare è già attivo, peraltro, il programma di recupero delle eccedenze in oltre 580 negozi
Tre: entro fine 2025 si alza l’asticella delle certificazioni, i fornitori i t a
r a n n o infatti certificarsi con il modulo Spring di GlobalGAP, che riguarda le pratiche responsabili di gestione delle acque. Lidl lo richiede a tutti i fornitori che producono in aree a rischio idrico e tra queste c’è l’Italia Non sarà una pratica proprio semplice, data la presenza in alcune zone del Paese di pozzi abusivi. Da alcuni anni i fornitori devono già essere certificati GlobalGAP con i moduli aggiuntivi Grasp e BioDiversity. Un laboratorio esterno accreditato esegue in-
fine analisi - oltre 1.000 all’annosui prodotti ortofrutticoli in merito alla loro sicurezza, conformità legale e qualità
Quattro: rispetto al canale supermercati che può raggiungere anche 4-500 referenze nel reparto ortofrutta, Lidl Italia conta “solo” 160 referenze, di cui 16 biologiche. “Il comparto frutta e verdura è il nostro benvenuto al cliente e ogni giorno vengono consegnati prodotti freschi e selezionati”, ha dichiarato Alessia Bonifazi, responsabile comunicazione e CSR di Lidl Italia La selezione viene fatta anche con i test nei punti vendita: quando le referenze non fanno le rotazioni
“ Siamo un’azienda di matrice tedesca con cda tutto italiano. Con l’aper tura di Matera siamo presenti in tutte le regioni italiane, con un assor timento in con-
t i n u a e v o l u z i o n e e s e m p r e p i ù v o t a t o a l m a d e i n I t a l y , c h e i n c o n t r a g u s t i e d e s i g e n z e d e g l i i t a l i a n i
A l e s s i a B o n i f a z i ( r e s p . c o m u n i c a z i o n e L i d l I t a l i a )
attese si tolgono dall’assortimento. Dell’assortimento, che per almeno l’80% deriva da fornitori italiani, fanno parte anche numerosi prodotti IGP Inoltre, alcune referenze sono prodotte secondo il disciplinare FDAI - Firmato Dagli Agricoltori Italiani, in collaborazione con Coldiretti, come l’avocado dell’Etna, la patata degli Ausoni e il pomodoro ciliegino di Capo Passero
Cinque: i f o r n i t o r i , c o n s i d e r a t i “partner”, come ha più volte sottolineato Alessia Bonifazi, crescono bene con Lidl Italia e un dato in proposito è particolarmente significativo: secondo uno studio di The E u r o p e a n H o u s e A m b r o s e t t i d i r e c e n t i s s i m a p u b b l i c a z i o n e , n e l quinquennio 2019-2023 i fornitori di Lidl Italia hanno registrato una crescita doppia in termini di ricavi, creazione di valore aggiunto e numero di dipendenti rispetto ad a z i e n d e c o m p a r a b i l i , m e n t r e l a produttività è stata superiore del 30% Un dato, soprattutto quello del valore aggiunto, che smentisce il luogo comune che la grande distribuzione strozza i fornitori: non è almeno il caso di Lidl Italia.
Chiudiamo con un breve focus sulla linea di prodotti FDAI che Lidl Italia sta inserendo in assortimento Di cosa si tratta? Significa Firmato Dagli Agricoltori Italiani ed è il marchio di Filiera Agricola Italiana Spa, società controllata da Coldiretti, che, attraverso progetti al consumo, promuove e diffonde uno stile di vita fatto di valori nei
Alessia Bonifazi (a sinistra), responsabile comunicazione e CSR di Lidl Italia, e Stefano Pezzo (sulla destra), presidente di Fruitimprese Veneto e vicepresidente di Fruitimprese nazionale, nel corso di un incontro svoltosi a Verona lo scorso 18 giugno
quali consumatori, agricoltori, produttori e distributori possono riconoscersi facendo scelte consapevoli e sostenibili Per Lidl Italia si tratta di un co-branding con Fdai, per valorizzare alcune eccellenze ortofrutticole made in Italy coltivate secondo i canoni di un ’agricoltura buona e giusta. I prodotti vengono promossi sui canali digitali come YouTube con delle campagne dedicate Il primo prodotto frutto di questo sodalizio è stato l’avocado dell’Etna, coltivato alle pendici del vulcano, nei fertili terreni di Giarre (Ct), da un imprenditore agricolo che dell’esotico siciliano è un pioniere: Andrea Passa-
nisi, titolare fra l’altro del brand Sicilia Avocado. Cosa rende l’avocado dell’Etna certificato Fdai fresco in tutti i sensi? “Il microclima mite e umido di Giarre, che crea le condizioni ideali per la coltivazione di questo frutto, che in questo modo può crescere non solo nelle zone tropicali, ma anche qui in Italia - spiega Passanisi in un video diffuso su YouTube e sui social di Lidl Italia, il primo della campagna nata per promuovere il cobranding - La sua buccia spessa e rugosa racconta la forza della natura ( ) La polpa cremosa è gustosa e nutriente, sa di buono, come il metodo di coltivazione, rispettoso delle persone e dell’ambiente e in linea con gli standard di Lidl”.
N i c o f r u t t a , e s s e r e
sostenibili si può e
d è r e p l i c a b i l e
Nicofrutta votato miglior esportatore 2024 della Costa Rica
Eugenio Felice
Il 29 maggio si è svolto a Roma il seminario per illustrare la “Guida per le catene di fornitura responsabili in agricoltura: come la due diligence contribuisce alla sostenibilità del settore”, promossa da OCSE e FAO. Tra i protagonisti del seminario, svoltosi nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile, c’è stata l’azienda p r i v a t a N i c o f r u t t a , s p e c i a l i s t a d i a n a n a s , c h i a m a t a a presentare il suo modello virtuoso in merito alle buone pratiche agricole in ambito sociale e ambientale
Giunto alla sua nona edizione, il Festival dello Sviluppo Sostenibile, svoltosi nel mese di maggio, è la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale Un’occasione per diffondere la cultura della sostenibilità e realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) Il Festival è stato anche riconosciuto dalle Nazioni Unite come un’iniziativa innovativa e unica a livello internazionale, classificandosi per due volte come finalista agli SDGs Action Awards. Tra i tanti eventi dell’agenda del Festival dello Sviluppo Sostenibile, c’è stato, il 29 maggio a Roma, il seminario, organizzato dal CREA, per illustrare la “Guida per le catene di fornitura responsabili nel settore agricolo: come la due diligence contribuisce alla sostenibilità del settore”, guida promossa da OCSE e FAO. Tra i partner del-
l’iniziativa anche Coop Italia e MSC, leader mondiale nei trasporti marittimi.
Il seminario si è rivolto agli operatori del settore agroalimentare in un contesto globale in cui la sostenibilità e la responsabilità lungo la catena di fornitura agricola assumono un ruolo sempre più strategico. Gli interventi degli esperti, dei rappresentanti istituzionali e del mondo operativo hanno permesso di analizzare gli standard internazionali in materia di due d i l i g e n c e e s i s t e n t i , p r o p o n e n d o altresì strategie e strumenti pratici per affrontare i rischi e le sfide nascenti. L’adozione di pratiche di due diligence si configura, infatti, come un elemento chiave per trasformare i processi produttivi, garantendo un approccio etico, trasparente e resiliente in ogni catena di fornitura
Nicofrutta, un caso di studio. A parlare di soluzioni concrete per
raggiungere obiettivi rilevanti sui temi della sostenibilità sono state chiamate due aziende private: la Ferrero per quanto riguarda i prodotti agroalimentari processati e la Nicofrutta per quanto riguarda l’ortofrutta fresca L’azienda è nata a Verona, su iniziativa di Luciano Nicolis, per importare e fornire ananas alla grande distribuzione, prima italiana, poi europea. Diversi anni fa la decisione quindi di investire in Costa Rica nella socie-
tà Nicoverde che si occupa di produzione, confezionamento ed esportazione di ananas, con lo scopo di controllare direttamente tutta la filiera “Con il tempo - ha spiegato Alessandro Nicolis - abbiamo integrato nelle nostre politiche aziendali, in modo volontario, pratiche di responsabilità sociale e ambientale, che sono state poi validate da c e r t i f i c a z i o n i c o m e G l o b a l G A P , GRASP, Fairtrade Siamo anche certificati BASC, che copre temi quali anticorruzione, antiriciclaggio e antiterrorismo”.
Nel suo intervento, Alessandro Nicolis ha spiegato come i maggiori
“ Producendo in maniera responsabile rafforziamo la reputazione aziendale e il posizionamento comp
e t i t i v o s u i m e r c a t i . M a l ’ a s p e t t o p i ù i m p o r t a n t e è
che così stiamo facendo qualcosa di positivo per l ’ a m b i e n t e e , s o p r a t t u t t o , q u a l c o s a d i r e p l i c a b i l e ”
A l e s s a n d r o N i c o l i s ( N i c o f r u t t a )
ostacoli operativi nell’implementazione della due diligence sono stati, in ambito lavorativo, l’inclusione di genere e la carenza di personale qualificato per l’adozione di nuove tecniche e tecnologie agricole sostenibili. “La soluzione - ha spiegato Alessandro Nicolis di Nicofrutta - la abbiamo trovata investendo nella formazione e inclusione dei giovani, in prevalenza donne provenienti dalle aree rurali Oggi queste e questi giovani sono il motore pulsante della nostra realtà, con loro abbiamo un grande confronto, da idea nasce idea, e se siamo qui oggi è soprattutto grazie a loro Questo ha facilitato il passaggio verso un nuovo paradigma produttivo più sostenibile”
Il laboratorio di biotecnologia. Il
coinvolgimento e la formazione è stato determinante nel favorire un cambiamento culturale nella produzione, superando la reticenza dei produttori al cambio di paradigma nel passaggio da pratiche convenzionali all’uso di prodotti biologici e tecniche più sostenibili Passaggio che è stato reso possibile grazie al laboratorio di biotecnologia, istituito da Nicofrutta nel 2019, per la riproduzione di microrganismi utili al controllo biologico di parassiti e malattie “Allo stesso tempo - ha dichiarato Alessandro Nicolis - forniamo ai produttori assistenza tecnica e corsi di formazione su come andare a im-
plementare questo protocollo produttivo rispettoso dell’ambiente. Dal 2020, grazie a queste tecnologie, siamo certificati come produttori a “Zero Residui di Pesticidi” Inoltre utilizziamo microrganismi decompositori per reintegrare nel suolo circa 240 tonnellate di materia organica per ettaro, ottenute dai residui della lavorazione dell’ananas Questo permette di reintegrare il suolo della maggior parte dei nutrienti persi con la coltivazione”
Ananas e buoni di ossigeno. Tutto questo lavoro ha portato a importanti risultati. Uno è la rimozione netta di CO2: Nicofrutta ha certificato l’assorbimento di 15 mila tonnellate di anidride carbonica nel suolo in una tenuta di 125 ettari (di cui 25 ettari di foresta primaria). Un beneficio importante per l’ambiente, ma un beneficio, e un incentivo, importante anche per il produttore, che può vendere non soltanto il prodotto frutto della terra ma anche buoni di ossigeno, che possono essere ceduti sul mercato o ad aziende che hanno bisogno di fare compensazione. Un secondo risultato è il rafforzamento della reputazione aziendale e d e l p o s i z i o n a m e n t o c o m p e t i t i v o sui mercati, grazie alla sostenibilità certificata che il cliente distributore può spendersi a sua volta in etichetta o nel packaging “Ma la cosa più importante - ha sottolineato Alessandro Nicolis - è che stiamo facendo qualcosa di buono p e r l ’ a m b i e n t e m a s o p r a t t u t t o
A sinistra: Alessandro Nicolis di Nicofrutta al tavolo dei relatori al seminario di Roma del 29 maggio
Nicofrutta è un ’azienda italiana che dal 2003 opera nell’import-export di ananas dal Costa Rica Nel Paese, l’impresa possiede la controllata Nicoverde, proprietaria di un impianto di confezionamento e di produzioni proprie nella regione di Pital di San Carlos, nella provincia di Alajuela La filiera di Nicofrutta è supportata da circa 120 piccoli produttori organizzati in cooperative e associazioni. Negli anni c’è stata una drastica riduzione di prodotti chimici utilizzati nelle piantagioni, sostituiti da prodotti naturali, sviluppati dal laboratorio di biotecnologia di cui Nicoverde si è dotata dal 2019 (in foto)
qualcosa di replicabile perché questa metodica produttiva può essere applicata veramente alla maggior parte delle colture agricole”
L’importanza dei partenariati
N e l l a p a r t e c o n c l u s i v a d e l s u o intervento, Alessandro Nicolis ha citato gli accordi di partenariato pubblico-privati e multi-stakeholder nell’ambito della sostenibilità, come il programma Developpp con il ministero tedesco dell’Economia (BMZ) per rafforzare la filiera dei produttori certificati di ananas; il progetto ‘’dal campo al piatto’’ con il ministero dell’Ambiente tedesco (I KI); il programma triangolare G e r m a n i a - R e p u b b l i c a D o m i n i c ana-Costa Rica; i l progetto FAO sulle catene di valore responsabili per
ananas e avocado a livello globale; la collaborazione con l’Università Tecnica Nazionale della Costa Rica per il riutilizzo della biomassa derivante dall’ananas; la cooperazione con il ministero dell’Agricoltura della Costa Rica per la promozione e validazione dei bioinput in agricoltura; la partecipazione allo sviluppo delle strategie nazionali di economia circolare e bioeconomia “Nella nostra esperienza abbiamo avuto la possibilità di costruire collaborazioni tra settore pubblico, privato e accademico. Questo è stato fondamentale per promuovere e monitorare la due diligence in agri-
coltura. Il modello che raccomandiamo è quello delle agrocatenazioni e degli agganci produttivi, in c u i a z i e n d e l e a d e r f u n g o n o d a esempio per i piccoli produttori Questo approccio consente di diffondere le buone pratiche e garantire la tracciabilità, con il supporto delle istituzioni pubbliche e del mercato. Se ci mettiamo a lavorare tutti assieme - ha concluso Alessandro Nicolis - potremo cambiare finalmente il paradigma nella produzione agricola e porre delle regole precise per fare in modo che possiamo giocare tutti la stessa partita e agire tutti in modo responsabile, sia verso gli essere umani che verso l’ambiente”.
“La nostra sesta rendicontazione di sostenibilità racconta con trasparenza i risultati del nostro impegno quotidiano per fare impresa in modo responsabile I risultati del 2024 sono frutto di un lavoro corale. Vogliamo continuare a crescere generando valore, consapevoli che la sostenibilità è parte integrante del modo in cui scegliamo di operare ogni giorno”, ha commentato Raffaella Orsero, ceo del Gruppo Orsero
Nel corso del 2024 la società ha concretamente intrapreso attività volte a raggiungere gli 11 obiettivi definiti nel Piano Strategico Pluriennale di Sostenibilità del 2022, nel quale si distinguono quattro a r e e s t r a t e g i c h e d i i n t e r v e n t o : riconoscere il valore delle persone; sviluppare filiere responsabili; ridurre l’impatto sul pianeta; promuovere un ’alimentazione sana e sostenibile. Il filo conduttore delle quattro aree di intervento si conferma ancora una volta la lotta allo spreco alimentare, cuore della strategia aziendale di Orsero L’84% degli stand di mercato del Gruppo risulta a oggi coinvolto in attività contro lo spreco alimentare ed è stata testata una nuova tecnologia per prolungare la shelf-life dei berries, con risultati positivi. Nel corso del 2024 sono state salvate ben 8 518 tonnellate di frutta e verdura, evitando così lo spreco di 29,81 km² di suolo, 1 584 tonnellate di CO² già emesse e 3 006 megalitri di acqua. I volumi recuperati sono stati destinati ad altre filiere produttive o, quando possi-
G
ru ppo Ors e ro c on t ro lo spreco: donate 8,5 milioni di porzioni
d
i o r t o f r u t t a n e l 2 0 2 4
Giancarlo Sbressa
Lo scorso maggio il Gruppo Orsero, leader nell’Europa mediterranea per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, ha presentato i risultati delle attività di sostenibilità portate avanti nel 2024. Tra i vari risultati, si segnala che il 99,6% del packaging dei prodotti F.lli O rsero sono riciclati, riciclabili, r i u s a b i l i o c o m p o s t a b i l i I n o l t r e , d a l 2 0 1 8 s o n o s t a t i ridotti del 19,9% i consumi energetici dei magazzini. Ancora: supportate più di 60 associazioni benefiche
bile, al fine di contribuire alla costruzione di una filiera sempre più responsabile, donati a realtà benefiche del territorio. Il Gruppo nel 2024 ha donato così 8,5 milioni di porzioni di frutta e verdura, evitando lo spreco di prodotti invenduti ancora commestibili e supportando più di 60 associazioni benefiche.
Orsero coltiva ogni giorno relazioni basate sulla fiducia con oltre
2.400 fornitori di frutta e verdura provenienti da più di 100 Paesi, selezionati per garantire freschezza, qualità e rispetto dei più alti standard etici e ambientali Nel 2024, il Gruppo ha continuato a rafforzare il proprio impegno verso una filiera sempre più trasparente e responsabile: il 37% dei fornitori ha sottoscritto il Codice di Condotta Fornitori, che rappresenta il 64% dei volumi acquistati
«Il consumatore non vuole spendere poco, vuole or tofrutta che sia buona»
La provocazione di Luigi Consiglio, board of directors di Pastificio Rana
Eugenio Felice
Il 5 e 6 giugno a Mantova si è tenuto “Be a Brand”, il primo simposio di Spettacoli alla Frutta, il progetto di filiera nato nel 2019 con capofila il consorzio Bestack, volto a stimolare i consumi di frutta e verdura di qualità e a promuovere scelte consapevoli e sostenibili, nell’interesse di tutti gli attori della filiera. È stata una due giorni di confronto e progettualità condivisa tra le 25 aziende della filiera ortofrutticola italiana, di cui qui riportiamo alcune suggestioni e considerazioni
Quella di Mantova è stata una due giorni di confronto e progettualità condivisa tra le 25 aziende della filiera ortofrutticola italiana che fanno parte di Spettacoli alla Frutta e un manipolo di giornalisti della stampa specializzata, un ’ occasione unica e inedita di team building strategico, ispirazione creativa e sviluppo di una visione collettiva di marca, con l’obiettivo di generare una proposta concreta, condivisa e orientata sia alla Gdo che al consumatore finale.
Un evento energizzante e insolito, per un settore abituato a essere parte passiva di convegni e seminari dove da vent’anni si dicono più o meno sempre le stesse cose Un evento dove le aziende si sono messe in rete per condividere esperienze e visioni. Consapevolezza è stata la parola chiave del simposio: a che punto siamo? Come vengono comunicati i brand? Com’è percepita l’ortofrutta dal consumatore finale? Quante sono le marche in ortofrutta? Di sicuro c’è tanto, tantissimo da fare e ci vuole il coraggio di tentare strade nuove, come hanno spiegato Giovanni Rana
Jr, global innovation & project manager di Pastificio Rana nonché nipote del fondatore e Luigi Consiglio, board of directors di Pastificio Rana e presidente di EDI - Eccellenze d’Impresa.
Il simposio “Be a Brand” di Spettacoli alla Frutta si è aperto proprio con l’intervento motivazionale di questi due professionisti dell’industria alimentare Per vincere sui mercati ci vuole un mix di innovazione, coraggio e sacrificio. Giovanni Rana Jr ha ricordato lo
Il simposio “Be a Brand” che si è tenuto a Mantova ha ribadito l’urgenza di un riposizionamento culturale dell’ortofrutta, non solo come risposta al bisogno di salute, ma come elemento identitario, di lifestyle, simbolo di cura e di scelta consapevole.
“Harvesting Happiness” è la campagna generalista 2025 di Spettacoli alla Frutta che risponde proprio a questa sfida, con una massiccia attività online e con tre eventi immersivi.
sbarco in America, un investimento di 100 milioni di euro per un ’ azienda che ne fatturava 200, per tre anni Giovanni non ha più visto suo padre che aveva preso ca-sa a Chicago. Ora l’azienda è leader oltre oceano per la pasta ripiena, e sta a cquise ndo q u ot e cr e sce n -t i anche nel mercato delle meal solution, che potremmo definire i piatti pronti, non solo legati alla cucina italiana, perché le ricettazioni, ha sottolineato Giovanni Ra-na Jr, vanno sempre adattate al mercato che si vuole conquistare.
Il manager, di comprovata esperienza, Luigi Consiglio ha provato a dare delle suggestioni alla platea “Il marketing si fa con l’innovazione”, ha dichiarato Un esempio? “Raccontando il prodotto in modo diverso”. Secondo Consiglio
l’ortofrutta è la categoria più sexy presente nel supermercato e per questo è messa all’ingresso del negozio Non bisogna porsi poi dei limiti: bisogna vendere il prodotto dove ci sono le occasioni di consumo, non limitarsi al supermercato, perché l’ortofrutta è nella maggior parte dei casi come un piatto pronto, vedi la banana, non necessita di essere cucinato o preparato “Anche perché la Gdo - ha sottolineato Consiglio - è in una crisi pazzesca, è in ginocchio, quindi sarà solo contenta di inserire un prodotto con maggior battuta di cassa e marginalità. Non abbiate paura di innovare e fare nuove proposte al
mecato e al consumatore finale”. La cosa che può fare la vera differenza è la qualità, intesa come gusto percepito e standardizzato nel tempo “Perché dopo il gioco d’azzardo - ha commentato Consiglioc’è l’ortofrutta: lo scopro solo a casa cosa ho comprato. Allora quanto è disposto a pagare un consumatore finale per un frutto od ortaggio buono? Usciamo dalla logica che il consumatore vuole spendere poco, il consumatore vuole mangiare cose buone e l’ortofrutta è la categoria più importante del supermercato, il buyer dovrebbe alzarsi quando voi entrate”. Un conto però è produrre in modo industriale un tortellino, un conto è produrre un frutto che una volta staccato dalla pianta viene portato con diversi passaggi e manipola-
“ Ciò che fa la vera differenza è la qualità, intesa
c o m e g u s t o p e r c e p i t o e s t a n d a r d i z z a t o n e l t e m p o
. Perché dopo il gioco d’azzardo, c’è l’or tofrutta: lo
scopro solo a casa cosa ho comprato. Usciamo dalla logica che il consumatore vuole spendere poco ”
Luigi Consiglio (board of directors Pastificio Rana)
zioni sul punto vendita è stato Andrea Fedrizzi, responsabile marketing di Melinda, a controbattere dalla platea ai vertici del Pastificio Rana. “Oggi porto a casa stimoli e conferme - ha dichiarato - bisogna ispirarsi a quello che fa bene l’industria, consapevoli però dei limiti che abbiamo Siamo convinti che il consumatore sia disposto a pagare di più per un prodotto di alta qualità, ma oggi la tecnologia e la natura non ci permettono ancora di garantire al 100% la qualità del prodotto. è lo scalino che distingue ancora l’ortofrutta dal prodotto industriale Poi dobbiamo
fare tutti un me a culpa: il settore comunica poco e male. La percent u a l e d e s t i n a t a a m a r k e t i n g e comunicazione nell’industria - ha concluso Fedrizzi - è molto più alta rispetto a quella del settore ortofrutta”
Giovanni Rana Jr ha parlato a più riprese di “capitani di categoria”, un termine che è piaciuto molto alla platea, perché va oltre l’essere leader. Ma quali sono i capitani di categoria in ortofrutta? Quali sono
le marche riconosciute dal consumatore finale, quelle di cui la Gdo non può fare a meno? Ecco su questo aspetto c’è ancora molto da fare Perché se Rana nelle trattative con la Gdo può sostanzialmente “sfidare” il buyer e imporre lei i prezzi, lo stesso non si può dire per le aziende dell’ortofrutta, che devono piuttosto subire i prezzi imposti dai buyer E qui non si salva nessuno, se la stessa Melinda, come ha raccontato Andrea Fedrizzi, perse un cliente importante per molti anni per aver provato ad alzare il livello della trattiva. Buyer che non va considerato come un nemico ma come un amico, essendo una parte dello stesso ingranaggio che porta al consumatore finale Un partner come spesso viene definito, da ambo le parti Ed è questa la forza e l’ambizione del nuovo corso di Spettacoli alla Frutta - Harvesting Happiness: fare rete e sinergia per trovare soluzioni concrete per ingaggiare e stimolare il consumatore finale, perché insieme si possono fare cose che da soli sarebbero impensabili E alcune prime ipotesi sono emerse dai gruppi di lavoro del simposio di Mantova, ipotesi che potranno essere affinate e scaricate a terra in vista del secondo simposio, che si svolgerà a novembre da Melinda in Val di Non, dove è in corso di completamento il nuovo Mondo Melinda con la prima funivia delle mele al mondo Quale migliore fonte di ispirazione?
P e r l e d r u p a c e e si prevede una buona campagna
Eurostat: dal 2015 al 2024 persi in Europa ben 40 mila ettari
Giancarlo Sbressa
Le stime CSO Italy di giugno confermano le prime valutazioni di metà maggio: la produzione nazionale di pesche da consumo fresco è stimata a 416 mila tonnellate (+4% sul 2024), le percoche a quasi 50 mila tonnellate (-15%), e le nettarine a circa 464 mila tonnellate (livello simile al 2024). Il totale complessivo in Italia si a tte sta a c irc a 930 mila to nne lla te , +1% sul 2024 In Europa c’è stata negli anni un costante riduzione delle superfici coltivate, soprattutto in Italia e Spagna
deva un calo complessivo del 7%
La filiera delle pesche e nettarine e in generale delle drupacee in Italia ed Europa rimane una delle più rilevanti del comparto ortofrutticolo in estate, assieme a quella di meloni e angurie, nonostante un certo calo in termini di ettari investiti, da vent’anni a questa parte, soprattutto nel centro-nord Italia. Vediamo la fotografia che fa del comparto CSO Italy, aggiornata a fine giugno, tenendo conto che la deperibilità di questi frutti e la loro sensibilità al’andamento climatico incidono sull’accuratezza delle previsioni.
Partiamo dal 2024, che è stata una annata di relativa “normalità” per quanto concerne il pesco, caratterizzata da un ’offerta equilibrata che ha favorito una stagione commerciale positiva Le premesse per il 2025, quelle descritte a Europech lo scorso maggio, si presentavano simili, con volumi produttivi attesi non eccedentari né in sofferenza, mentre a livello europeo si preve-
L ’ u l t i m o a g g i o r n a m e n t o d i f i n e giugno di CSO Italy indica una contrazione degli areali del 3% a livello nazionale, con circa 41.700 ettari in produzione. Nello specifico, le nettarine coprono oltre 21.400 ettari (-2%), le pesche quasi 18 000 ettari (-4%) e le percoche meno di 2 400 ettari (-5%)
Dal punto di vista produttivo per il 2025, si sono registrati localizzati danni da gelo o freddo in alcuni bacini, che influenzeranno le rese unitarie, ma l’impatto complessivo a livello nazionale è comunque poco significativo Le regioni meridionali, con l’eccezione della Puglia che subisce una vera diminuzione dell’offerta, mostrano prospettive positive, con Sicilia, Campania e, in misura minore, Basilicata che prevedono un aumento del raccolto. La Calabria dovrebbe mantenere volumi simili al 2024 Al Nord il calo produttivo in Emilia-Romagna e Veneto (anche a causa della riduzione delle superfici) è in parte compensato da un lieve aumento in Piemonte.
Le stime CSO Italy di giugno con-
Secondo Eurostat, si è passati da 2 07 mila ettari nel 2 015 a meno di 170 mila ettari nel 2 024, con una p e r d i t a d i q u a s i 4 0 m i l a e t t a r i , s o p r a t t u t t o i n I t a l i a e Spagna. Questo compor ta che il potenziale
produttivo massimo europeo oggi difficilmente supera i 3,5 milioni di tonnellate.
fermano le prime valutazioni di metà maggio: la produzione nazionale di pesche da consumo fresco è stimata a 416 000 tonnellate (+4% s u l 2 0 2 4 ) , l e p e r c o c h e a q u a s i 50.000 tonnellate (-15% sul 2024), e le nettarine a circa 464.000 tonnellate (livello simile al 2024). Il totale complessivo per le specie in Italia si attesta a circa 930 000 t o n n e l l a t e , u n + 1 % r i s p e t t o a l 2024 Questo volume, analogo alla stagione precedente, è considerato gestibile e non eccedentario.
A livello europeo, il 2024 aveva registrato una ripresa significativa, con oltre 3,4 milioni di tonnellate di drupacee complessive e più di 2,7 milioni di tonnellate destinate al mercato del fresco Questa ripresa ha fatto seguito al triennio 2020-2022, caratterizzato da eventi avversi e produzioni inferiori ai 3 milioni di tonnellate complessive
per i quattro principali Paesi produttori: Italia, Spagna, Grecia e Francia.
Per il 2025, le previsioni europee indicano un calo: circa di 2,5 milioni di tonnellate di pesche e nettarine (-7% sul 2024), escludendo le p r o d u z i o n i i n d u s t r i a l i L ’ o f f e r t a complessiva, includendo le percoche, dovrebbe ammontare a circa 3,1 milioni di tonnellate (-9% sul 2024), risultando inferiore anche al 2023. Questa diminuzione è p r i n c i p a l m e n t e a t t r i b u i b i l e a l l a G r e c i a , c o l p i t a d a s i g n i f i c a t i v e gelate Francia e Spagna hanno registrato condizioni meteorologiche sfavorevoli durante o dopo la fioritura (piogge abbondanti e frequenti accompagnate da diverse gran-
dinate), che impediranno il raggiungimento del massimo potenziale produttivo
La situazione europea per il 2025 per le filiere pesche e nettarine, pur con volumi inferiori al 2024, si prospetta comunque gestibile, considerando che la stagione precedente, con un ’offerta superiore, si era rivelata soddisfacente dal punto di vista commerciale. Una tendenza di lungo periodo che merita attenzione è la costante riduzione delle superfici a pesco nei quattro principali Paesi produttori europei. Secondo i dati Eurostat, si è passati da oltre 207.000 ettari nel 2015 a meno di 170.000 ettari nel 2024, con una perdita di quasi 40 000 ettari, prevalentemente in Italia e Spagna Questo comporta che il potenziale produttivo massimo europeo, che fino a non troppi anni fa poteva raggiungere e superare i 4 milioni di tonnellate (e che allora rappresentava un segnale di possibili crisi di mercato), oggi difficilmente supererà i 3,5 milioni di tonnellate, anche nelle stagioni più favorevoli
La costante contrazione delle superfici coltivate, senza un ’ espansione in altri Stati membri, ridefinisce il concetto di “ eccesso di offerta”: superare i 4 milioni di tonnellate non è più una possibilità. Sarebbe forse sufficiente una consapevolezza maggiore su questa nuova potenzialità produttiva, per essere più forti sui mercati nazionali e internazionali.
Gavina, quest’estate la mini d i A g r i c o l a C a m p i d a n e s e si sdoppia con la Black
Gavina Black: dolcissima e croccante, senza semi, buccia nera e sottile, calibro ancora più piccolo
Irene Forte
Gavina torna in TV con un nuovo spot dallo spirito festante, fresco e gioioso dedicato alla mini anguria, dolce, croccante e senza semi che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della produzione di OP Agricola Campidanese e del suo brand “L’Orto di Eleonora”. Questa estate Gavina condivide la scena con la “sorella” Gavina Black: la novità 2025 è una mini anguria dalla polpa compatta, dolcissima senza semi, ma con buccia nera e sottile e con un calibro ancora più ridotto
Durante l’estate 2025 Gavina e Gavina Black sono promosse attraverso una campagna di comunicazione integrata e multicanale che ha grande copertura sia sui nuovi media, internet e i social network, sia sui mezzi tradizionali come stampa, schermi, radio e tv a livello nazionale e locale: sono contenuti emozionali, freschi e giovanili, che mettono in risalto le mini angurie e le loro qualità. Lo spot della durata di 20” è in onda sui canali nazionali Mediaset e sulle emittenti regionali sarde a partire dai primi di luglio Viene accompagnato da un video promozionale più breve, della durata di 10 secondi, che illustra le caratteristiche peculiari di Gavina, con una grafica testuale vivace e colorata unita a immagini tratte dallo spot. Questo contenuto è dedicato alla promozione su spazi digitali e display in luoghi pubblici La campagna pubblicitaria è una grande vetrina per l’azienda sarda che conferma anche nel 2025 il grande impegno nel promuovere il brand “L’Orto di Eleonora” e la sua produzione di alta qualità.
Gavina, lanciata nel lontano 2005, è stata tra le prime mini angurie senza semi sul mercato italiano, un prodotto dalle qualità uniche in un periodo in cui questo tipo di coltivazione e distribuzione era limitata a poche e poco diffuse varietà Da allora OP Agricola Campidanese, la maggiore organizzazione di produttori della Sardegna, ha creduto fortemente sulle grandi potenzialità di questa piccola anguria investendo sulla sua coltivazione nell’Isola e in alcune aree della Penisola particolarmente vocate Le qualità alla base del successo di Gavina risiedono indubbiamente nella combinazione tra eccellenti c a r a t t e r i s t i c h e o r g a n o l e t t i c h e e moderna praticità: è immediatamente riconoscibile per il suo colore verde chiaro con leggere striature scure e la buccia particolarmente sottile che le conferisce una elevata percentuale di parte edibile. Con il suo peso medio di 1,8 kg Gavina è un ’anguria moderna: un
Durante l’estate 2 025 Gavina e Gavina Black sono promosse attraverso una campagna di comunicazion e i n t e g r a t a e m u l t i c a n a l e c o n g r a n d e c o p e r t u r a sia sui nuovi media, internet e i social network, sia sui mezzi tradizionali come stampa, schermi, radio e televisione, a livello nazionale e regionale.
formato ideale sia in termini di trasportabilità che per un consumo familiare
In 20 anni la varietà, che è un ’ esclusiva per l’Italia di OP Agricola Campidanese, è stata costantemente migliorata per raffinarne le già importanti caratteristiche organolettiche e aumentarne la croccantezza e la shelf life (la cosiddetta “vita sullo scaffale”, in altri termini la conservabilità) così che oggi Gavina rappresenta un prodotto unico nel suo genere apprezzato anche in Europa e premiato a livello internazionale con la stella del “Bellavita Awards 2015” come prodotto d’eccellenza del made in
Italy nel mercato britannico e la medaglia del “Macfrut Innovation Award 2016”, per la novità su sostenibilità ambientale ed economica e miglioramento delle qualità delle produzioni.
Le qualità di Gavina nascono da una grande attenzione per l’ambiente e la sostenibilità delle coltivazioni OP Agricola Campidanese si impegna da sempre per la salute della sua terra e della sua gente, per questo considera fondamentale l’importanza di un ’agricoltura
sostenibile per l’ambiente, lavorando nel rispetto delle risorse naturali e della biodiversità Quest’anno Gavina condivide la scena con la “sorella” Gavina Black: la novità dell’estate 2025 è una mini anguria che ha le stesse eccellenti caratteristiche di Gavinapolpa compatta e dolcissima senza semi - ma con la particolarità della buccia, nera e sottile e con un calibro ancora più ridotto Qualità che la rendono l’ideale anche per un consumo singolo e ancora più pratica da trasportare, per gustarla al mare, a casa e in ogni occasione.
D r u p a
c e e c e n t r a l i p e r l a s t r a t e g i a
di Gruppo Alegra
L’estate delle drupacee fra strategia, qualità, prodotto, innovazione
Giovanni Turrino
Il Gruppo Alegra è tra i principali player in Italia per le drupacee, in grado di offrire un servizio completo, affidabile e personalizzato a oltre 300 clienti diffusi in 55 Paesi nel mondo. Abbiamo chiesto a Mauro Laghi, direttore generale di Alegra, ed Enrico Bucchi, direttore generale di Valfrutta Fresco, di descrivere la campagna estiva 2025, con un focus su Ondine, la nettarina piatt a c h e p u n t a a l l a l e a d e r s h i p e u r o p e a , a r r i c c h e n d o l o scaffale e valorizzando al meglio il lavoro dei soci
La stagione delle drupacee 2025 è partita ed è entrata nel mese di luglio nel suo momento di massima espressione. Forse l’avvio è stato un po ’ in salita per alcune specie, questo è innegabile, ma al momento in cui scriviamo, nei primi giorni di luglio, il mercato si è fatto piuttosto frizzante e il Gruppo Alegra guarda alla campagna estiva con un certo ottimismo C’è da rispondere a una domanda elevata ma gli uffici di Faenza possono contare su un prodotto di ottima qualità e sui “frutti” - è il caso di dirlo - di una programmazione se m pre p iù s tr ut t ur at a e deg l i investimenti su progetti premium che registrano un deciso segno “ p i ù ” . N e a b b i a m o p a r l a t o c o n Mauro Laghi, direttore generale di Alegra, e con Enrico Bucchi, direttore generale di Valfrutta Fresco. “La campagna è partita con un certo ritardo rispetto al 2024 - spiega Laghi - Tanto in Italia quanto in Spagna abbiamo registrato un rallentamento produttivo che si è incrociato con una domanda europea fin da subito piuttosto vivace, complici le temperature calde anche
nel Nord del continente. In questo contesto, non stupisce che l’avvio di stagione per la frutta a nocciolo sia stata caratterizzata da quotazioni alte, soprattutto per le albicocche, dove la disponibilità è globalmente piuttosto ridotta: stimiamo fino al 50% di volumi in meno rispetto allo scorso anno ” . Verso la metà di giugno poi, soprattutto per pesche e nettarine, si è registrato un momento di assestamento, che, tuttavia, il clima ha contribuito rapidamente a spazzare via: “Oggi assistiamo a un deciso rimbalzo verso l’alto - prosegue Laghi. Per le nettarine ritengo sia effetto di diversi fattori, dalle temperature roventi che stimolano i consumi di questi frutti alla disponibilità inferiore alle attese in diversi areali Un mix che ha stimolato la voglia del consumatore di questi frutti facendo sì che la richiesta superasse nettamente le aspettative. E credo che l’impennata non sia destinata a fermarsi
Il Gruppo Alegra, espressione diretta del lavoro di migliaia di produttori ortofrutticoli italiani, riunisce tre aziende commerciali specializzate (business unit dell’Organizzazione di Produttori Apo Conerpo) che hanno in Agrintesa la propria cooperativa di riferimento Alegra, Brio e Valfrutta Fresco operano in sinergia con una visione comune nel segno di un ’offerta completa, segmentata e di qualità
qui: i segnali di crescita restano forti. Le pesche, dal canto loro, sono disponibili in quantità ancora più ridotte e questo porta a prezzi davvero interessanti. Più equilibrato invece il mercato delle albicocche, che pur mantenendo quotazioni superiori all’anno scorso, fatica a esprimere la stessa brillantezza Quanto alle susine, la disponibilità è davvero limitata e la domanda molto alta, soprattutto sul fronte nazionale, tanto che
abbiamo scelto di destinare davver o p i c c o l e q u a n t i t à a l m e r c a t o estero Anche in questo caso, il lavoro del nostro staff commerciale ha dato ottimi risultati fin qui, con quotazioni ben più alte rispetto ai listini abituali”.
Picchi di consumo a parte, anche quest’anno, la disponibilità di frutta estiva nelle strutture di Alegra si protrarrà fino alla seconda metà di settembre, grazie a un calendario varietale ampio e scalare E l’interesse del mercato per referenze di qualità è confermato da diversi segnali: “Le richieste sulle pesche tonde sono tornate a cre-
Si è svolto a Castelfranco Emilia (Mo) il 12 giugno il primo Cherry Day del Gruppo Alegra, dove si è fatto il punto sulla stagione cerasicola
Le strategie messe in campo lungo la filiera, dalla specializzazione in campo ai sistemi di selezione hi-tech in magazzino, hanno generato buoni volumi, pari a 25 mila quintali, e qualità elevata Forte la domanda a causa della scarsità di prodotto presente sul mercato. È stata presentata indagine NIQ per cui la ciliegia è al terzo posto nel ranking dei gusti degli italiani ed è il frutto preferito da un consumatore su tre Per il futuro? Si lavora a una ciliegia resistente al cracking
scere dopo anni di predominio delle platicarpe - sottolinea Laghi. Questo ci fa riflettere sull’importanza della diversificazione e sull’identità di prodotto, che resta fondamentale anche in un contesto sfidante come quello attuale”
Ondine: la piatta si fa snack. Tra i prodotti chiave su cui il Gruppo Alegra sta investendo con convinzione ci sono le nettarine piatte Ondine, frutto di un progetto internazionale che vede il coinvolgimento di pochi, selezionatissimi partner anche nel nostro Paese L’aspettativa si fonda anche sul buon esordio registrato lo scorso anno, sebbene con volumi ancora contenuti. “Al termine di due an-
nate di rodaggio agronomico e sviluppo commerciale, siamo finalmente pronti alla prima campagna con volumi significativi - commenta Enrico Bucchi. Parliamo di una produzione stimata attorno alle 1 300 tonnellate per il Gruppo Alegra, con superfici in crescita e un chiaro salto in avanti sul piano qualitativo Non nascondo che le nostre stime erano addirittura superiori ma qualche gelata in fioritura e qualche pioggia di troppo ci hanno costretti a ridurre le attese sul fronte dei volumi Partiamo comunque da una disponibilità più
che doppia rispetto allo scorso anno e con un livello qualitativo davvero elevato”
Agrintesa, cooperativa di riferimento per il Gruppo Alegra, è stata la prima realtà in Italia a credere nel progetto: “Oggi il nostro gruppo è il primo produttore in Italia - prosegue Bucchi - e, a tendere, grazie al piano di sviluppo degli ettari dedicati a questo frutto vincente, saremo il player princ i p a l e a l i v e l l o e u r o p e o ” U n a scommessa, se così si può chiamare, pienamente vinta: “Le Ondine hanno tutte le carte in regola per essere un prodotto vincente: forma piatta, polpa bianca, dolcezza costante e assenza di pelo la rendono particolarmente adatta a essere posizionata come frutta snack Ed è proprio in questa direzione - sottolinea Bucchi - che si muovono le campagne di comunicazione e marketing per il nostro Paese, ‘Snack the summer ’ , pensata in particolar e p e r v a l o r i zz a r n e il co n sum o fuori pasto Come ogni nuovo lancio sul mercato c’è una sfida da vincere: superare la naturale diffidenza del consumatore verso un prodotto nuovo. Ma Ondine ha tutte le carte in regola per convincere: ha un’identità chiara e un gusto che non delude mai. La risposta dei clienti, in Italia e all’estero, è stata ottima”
E sempre sul mercato italiano, nel corso della campagna estiva 2025 sono previste iniziative di comunicazione specifica con un concorso dedicato, contenuti social mirati e materiali per il punto vendita. “Ab-
“ Essere un par tner credibile per la Gdo significa garantire qualità ma anche quantità e continuità di fornitura. La domanda che più ci viene posta alle fiere è: “Avete il prodotto?”. Chi sa rispondere con cer tezza può diventare un interlocutore strategico ” M a u r o L a g h i ( d i r e t t o r e g e n e r a l e A l e g r a )
biamo lavorato sul posizionamento di consumo e sull’immagineprecisa Bucchi - Ondine è una pesca moderna, facile da consumare, che si presta a nuovi momenti d’uso. Una proposta che arricchisce lo scaffale e valorizza al meglio il lavoro dei nostri soci”
Il Gruppo come leva competitiva La spinta su prodotti distintivi come Ondine si inserisce in una strategia più ampia del Gruppo Alegra, che negli ultimi anni ha rafforzato il proprio posizionamento attraverso una logica di aggregazione orizzontale e verticale, investimenti in filiera e innovazione
“Essere oggi un partner credibile per la grande distribuzione organizzata - osserva Laghi - significa poter garantire qualità, ma anche quantità e continuità di fornitura. Negli ultimi anni, la domanda che più ci è stata posta alle fiere internazionali è semplice: ‘Avete il prodotto?’ Chi sa rispondere con cert e z z a d i v e n t a u n i n t e r l o c u t o r e strategico”.
L a r i o r g a n i z z a z i o n e d e l l ’ u f f i c i o commerciale, il ricambio generazionale e l’introduzione di nuovi
strumenti digitali hanno rafforzato l’efficienza del Gruppo, mentre la sinergia fra Alegra, Valfrutta F r e s c o e B r i o h a p e r m e s s o d i rispondere a mercati sempre più esigenti. “Oggi il nostro approccio è integrato - conclude Laghi. Lavoriamo su tutti i canali, presidiamo il convenzionale, il premium e il biologico, e continuiamo a investire in progetti che sappiano generare valore lungo tutta la filiera. Anche le drupacee, in questo senso, sono un terreno ideale per far emergere la nostra capacità di visione”
Produzione di fragole in crescita nel 2025 per la Val Venosta e la Val Martello, con 900 mila nuove piante che dovrebbero dare un raccolto di 450/450 mila tonnellate Le fragole crescono fino a 1 800 metri di quota, in un ambiente naturale d’eccezione in cui le marcate escursioni termiche favoriscono una maturazione lenta, una colorazione intensa e un profilo aromatico superiore Il successo di questa coltura è il risultato del lavoro manuale e della lunga tradizione agricola delle 45 piccole aziende familiari che compongono il consorzio, capaci di operare ad alte quote, anche su terreni ripidi, raggiun gendo risultati straordinari. La presenza di varietà sia unifere che rifiorenti consente una produzione continua e scalare, senza interruzioni lungo tutto l’arco della stagione.
“Solo il 20% rimane in Alto Adige, l’80% del prodotto viene invece spedito nel Nord e Centro Italia, suddiviso egualmente tra Gdo e mercati tradizionali - afferma Alessio Rizzon, responsabile vendite fragole e piccoli frutti di VIP Ma non solo fragole: saranno disponibili a partire da inizio luglio piccoli frutti quali lamponi, mirtilli e ribes rosso, con una raccolta stimata di circa 30 tonnellate per lamponi e mirtilli e 10 tonnellate per il ribes rosso ”
Per sostenere una campagna così ricca e diversificata, VIP ha investito nell’organizzazione della filiera. L’efficienza logistica è stata, infatti, notevolmente potenziata
C r e s c e l a p r o d u z i o n e
delle fragole della Va l Ve
n o s t a : i l f u t u r o
è sempre più green
Irene Forte
La stagione 2025 si è aperta in grande stile e con un certo anticipo per le fragole coltivate tra la Val Venosta e la Val Martello, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio. La raccolta è prevista in crescita a 400/450 tonnellate, 100% destinate all’Italia. VIP, l’Associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta, con MEG, la società agricola cooperativa frutticoltori di Martello, stanno valutando l’attuazione di ambiziosi progetti a favore della sostenibilità ambientale
grazie alla nuova sala di confezionamento, inaugurata lo scorso anno. Parallelamente, il futuro della produzione è rivolto a una sostenibilità sempre più ambiziosa: sono attualmente in fase di studio diverse soluzioni innovative, che potrebbero essere adottate nei prossimi anni “Tra queste, si stanno valutando l’incremento della coltivazione fuori suolo, la sostituzione della torba con substrati alternati-
vi e più sostenibili, oltre all’applicazione mirata di prodotti fitosanitari tramite tecnologie moderne, per una distribuzione più uniforme, senza sovradosaggi e con una minore dispersione nell’ambiente”, spiega Philipp Brunner, responsabile stabilimento MEG. Il 100% del raccolto viene selezionato in prima categoria (calibro 25 mm e oltre), con confezioni pensate per le diverse esigenze del mercato
L’
e v o l u z i o n e d i N a t u r i t a l i a : da braccio commerciale a interprete del cambiamento
I vertici della cooperativa hanno presentato la nuova strategia a San Lazzaro di Savena il 1 luglio
Eugenio Felice
Presentata la nuova identità strategica e visiva: “Stand by Nature, Stand by You”. Un nuovo volto per un’impresa cooperativa protagonista dell’ortofrutta italiana nel mondo, che nel primo semestre 2025 ha fatturato 120 milioni di euro. Gabriele Ferri: “In un contesto di grandi sfide e cambiamenti, climatici ma non solo, Natu ritalia ha deciso di evolvere da semplice soggetto ve ndito re de i pro do tti de i so c i a inte rpre te de lle e sigenze dei mercati, dei clienti e dei consumatori”
È stata presentata il 1 luglio a San Lazzaro di Savena (Bo), presso Villa Valfiore, in occasione di un evento dedicato a stake-holder e partner, la nuova identità strategica e visiva di Naturitalia, società nata nel 2003 assieme ad Alegra come business unit di Apo Conerpo, la maggiore organizzazione europea di produttori di ortofrutta fresca
Il progetto rappresenta un passo importante per l’impresa cooperativa, che intende rafforzare la propria riconoscibilità sul mercato attraverso un’immagine più distintiva e coerente con i propri valori
La nuova identità nasce dalla volontà di valorizzare il ruolo di Naturitalia come punto di riferimento affidabile per produttori, buyer e consumatori. Il nuovo posizionamento del brand riflette l’impegno costante della cooperativa nel coniugare qualità, sostenibilità e capacità di innovazione, offrendo soluzioni concrete per ogni esigenza
Al centro di questa rinnovata narrazione si colloca il nuovo payoff: “Stand by Nature, Stand by You”, letteralmente, dall’inglese, “dalla parte della natura, dalla parte vo-
stra”. Una dichiarazione che esprime con chiarezza la missione del brand: essere al fianco della natur a e d e l l e p e r s o n e , c o s t r u e n d o relazioni solide e durature fondate sulla fiducia, sulla competenza e su un impegno autentico
Il logo Naturitalia mantiene la sua riconoscibilità, ma si rinnova attraverso un font più snello e pulito, pensato per trasmettere accessibilità, chiarezza e solidità; anche la palette cromatica si aggiorna, diventando più elegante e istituzionale, in coerenza con l’anima agricola del brand, ma con una maggiore autorevolezza visiva. L’italianità viene valorizzata attraverso una differenziazione cromatica all’interno del nome, mentre il nuovo key visual - simbolico e distintivo - rafforza il linguaggio visivo rappresentando Naturitalia come un ponte tra natura e impresa, capace di esprimere l’equilibrio tra rispetto dell’ambiente e visione imprenditoriale. Questo impianto
visivo e narrativo si completa con un tone of voice istituzionale ma m a i d i s t a n t e , c h e r a c c o n t a u n marchio solido, credibile, attento e coerente, in grado di comunicare con chiarezza il proprio impegno quotidiano verso la natura, i produttori e i partner commerciali. “Una struttura è forte solo quando ognuno si sente protagonista Il cambiamento che stiamo portando avanti, attraverso questa nuova identità, non è solo simbolico: è un impegno concreto verso un modo di lavorare più integrato, trasparente e partecipato - ha dichiarato Roberto Cera, presidente di Naturitalia nel corso dell’evento - Siamo una realtà centrale nella filiera agroalimentare, perché operiamo ogni giorno come partner affidabile sia per gli agricoltori, che s u p p o r t i a m o e v a l o r i z z i a m o a l
meglio delle nostre possibilità, sia per i distributori, italiani ed esteri, con cui costruiamo relazioni basate su fiducia, qualità e continuità Questo nuovo assetto rafforza il nostro ruolo di punto di connessione e garanzia tra produzione e mercato”
“I l contesto cambia, il mercato cambia, e anche il nostro modo di raccontarci deve evolvere. Ma non si tratta solo di un nuovo logo o di un nuovo colore È un modo per dichiarare chi siamo oggi e dove vogliamo andare domani, restando fedeli alle nostre radici Abbiamo costruito fiducia, qualità e trasparenza: ora sviluppiamo ulteriormente il nostro business per essere ancora più riconoscibili, uniti e
pronti a rispondere con tempestività e coerenza alle sfide del mercato - ha dichiarato Gabriele Ferri, direttore generale di Naturitalia. Questa nuova identità è anche un invito alla partecipazione attiva, alla condivisione delle informazioni, alla costruzione di valore insieme. Perché un marchio forte vale solo quanto le persone che lo rendono credibile, ogni giorno”. “È chiaro a tutti - ha concluso Gabriele Ferri - che è in corso un cambiamento epocale, di cui dobbiamo tenere assolutamente conto nel momento in cui pensiamo al futuro delle nostre attività In passato ci occupavamo solo di parte commerciale, ora dobbiamo occuparci a n c h e d e l l ’ e v o l u z i o n e c he v ien e avanti, farci interpreti del cambiamento, in modo che possiamo portare al produttore tutti quei soste-
“
N o n è s o l o u n n u o v o l o g o . N e l t e m p o a b b i a m o c o s t r u i t o f i d u c i a , q u a l i t à e t r a s p a r e n z a : o r a s v i l u pp i a m o u l t e r i o r m e n t e i l n o s t r o b u s i n e s s p e r e s s e r e
ancora più riconoscibili, uniti e pronti a rispondere con tempestività e coerenza alle sfide del mercato ”
G a b r i e l e F e r r i ( d i r e t t o r e g e n e r a l e N a t u r i t a l i a )
gni necessari per continuare a produrre in questo contesto complicato”.
“La nostra promessa è quella di non lasciare mai soli i nostri interlocutori, e questa nuova identità visiva e concettuale ne è la naturale espressione - ha dichiarato Augusto Renella, export coordinator e marketing R&D manager di Naturitalia. Abbiamo scelto di evolvere il nostro modo di comunicare per essere più vicini, più chiari e più riconoscibili, mantenendo coerenza con i nostri valori e con la nostra anima agricola Il nuovo assetto comunicativo si traduce in una presenza più solida e coordinata su tutti i nostri touchpoint, con strumenti aggiornati, mate-
riali corporate rinnovati e contenuti che rafforzano il dialogo con i nostri stakeholder È un’identità che consolida il posizionamento di Naturitalia e mette in risalto, anche visivamente, la nostra italianità e la solidità della nostra filiera ”
La presentazione della nuova identità arriva in un momento di consolidamento per la cooperativa Nata nel 2003, Naturitalia ha registrato nel 2024 un volume d’affari pari a 220 milioni di euro. L’azienda rappresenta una delle principali realtà ortofrutticole italia-
R o b e r t o C e r a , G a b r i e l e F e r r i e A u g u s t o R e n e l l a
ne, con 38 centrali di lavorazione e 5 piattaforme logistiche distribuit e s u l t e r r i t o r i o n a z i o n a l e , c h e gestiscono complessivamente oltre 420 mila tonnellate di ortofrutta fresca coltivata in regime di lotta integrata o biologico. I prodotti Naturitalia sono distribuiti in oltre 40 Paesi nel mondo, grazie a una filiera attenta e controllata, supportata da un team di 58 tecnici agronomi e 38 controllori qualità L’intera strategia, la messa a terra della nuova identità e la comunicazione a 360° sono firmate da Life, agenzia di comunicazione italiana, indipendente e multidisciplinare, con sede a Bologna.
Da Op Platinum sughi nickel free e or taggi hi-tech anche nei mesi estivi
I pomodori e il peperone Sweet Palermo sono coltivati fuori suolo, in idroponica
Carlotta Benini
Tre nuove referenze di sughi nickel free vanno ad ampliare l’offerta di prodotti trasformati di Op Platinum. L’azienda siciliana, fondata 20 anni fa a Ragusa da G i o v a n n i A s t u t o , r a f f o r z a l ’ i m
n o s u l f r e s c o e s t i v o grazie a serre hi-tech che consentono la produzione in idroponica, senza interruzioni stagionali. Pomodoro e peperone Sweet Palermo sono così disponibili per tutto l’anno e arricchiscono la gamma di ortaggi certificati nickel free, che è in costante crescita in Gdo
Un gusto autentico, attento alla salute e pronto per ogni stagione Dalle serre hi-tech siciliane di Op Platinum arrivano novità che combinano innovazione agricola e benessere alimentare: tre nuovi sughi nickel free e un assortimento di pomodori e peperoni coltivati in idroponica, disponibili anche nei mesi più caldi, grazie a un sistema produttivo sostenibile e all’avanguardia.
Nell’estate 2025 tre novità si aggiungono alla gamma trasformata di Op Platinum: Sugo all’Arrabbiata, con peperone Sweet Palermo, piccante al punto giusto; Sugo alla Norma, simbolo per eccellenza della Sicilia; Sugo al Basilico, “fresco, semplice, irresistibile”. Tre referenze nickel e hormone free, fatte con ingredienti selezionati e lavorati freschi, pensate per chi cerca gusto, genuinità e benessere, ideali per un pasto veloce o una cena in compagnia Una novità presentata all’ultima edizione di Macfrut e arrivata sul mercato a fine maggio, andando ad affiancare le due passate già in assortimento: la classica e quella di datterino giallo.
“I tre nuovi sughi sono distribuiti in Gdo - spiega Salvatore Astuto, responsabile commerciale dell’azienda ragusana - in alcune catene del Sud già nostre clienti per il prodotto fresco. Inoltre, stiamo finalizzando accordi con altre insegne fisiche e online a livello nazionale”
Focus della stagione estiva resta comunque il pomodoro: Op Platinum è attrezzata per coltivarlo anche durante i mesi più caldi grazie
e presidente nonché fondatore di Op Platinum, realtà siciliana di primo piano nella produzione di ortaggi di alta qualità e a basso impatto ambientale.
Salvatore Astuto (a sinistra) con Giovanni Astuto, rispettivamente responsabile commerciale
“ Il segmento nickel free in Gdo è in crescita. Con i nostri prodotti abbiamo ottenuto riscontri molto positivi su tutto il territorio nazionale. I consumatori
s o n o s e m p r e p i ù
di or taggi privi di nickel è in progressivo aumento ” Salvatore Astuto (resp. commerciale Op Platinum)
a strutture agricole ad alta tecnologia. “Riusciamo a garantire il prodotto nickel free tutto l’annoprecisa Astuto - dal ciliegino al piccadilly, fino ai datterini rossi, colorati (arancione e zebrino) e anche al peperone Sweet Palermo. Abbiamo individuato cicli produttivi specifici e possiamo assicurare continuità d’offerta in ogni stagione”. Le serre hi-tech di Op Platinum sono dotate di sistemi di controllo climatico avanzati “La struttura si apre e si chiude in base alla temperatura e l’umidità viene regolata attraverso un impianto di fog, ovvero acqua nebulizzata - spiega Astuto. Questo ci permette di gestire al meglio le colture anche nei mesi climaticamente più critici”
I pomodori e il peperone Sweet Palermo sono coltivati fuori suolo, in idroponica, senza l’impiego di sostanze chimiche e ottimizzando al massimo l’utilizzo di acqua e suolo. Questo sistema consente un risparmio idrico fino all’80% rispetto ai metodi tradizionali Sono prodotti coltivati in modo sostenibile, certificati nickel free, e rispondono a esigenze sempre più diffuse in termini di sicurezza alimentare e benessere.
L a g a m m a d i o r t a g g i d i O p Platinum include anche melanzane, zucchine, cetrioli, peperoni e lattuga iceberg, tutti coltivati in idroponica e 100% nickel free Queste referenze torneranno disponibili da ottobre.
“Il segmento nickel free in Gdo è in crescita - rivela il responsabile
commerciale di Op Platinum - Con i nostri prodotti abbiamo ottenuto riscontri molto positivi su tutto il territorio nazionale. I consumatori sono sempre più informati e attenti, e la richiesta di ortaggi privi di nickel è in costante aumento Of-
frire questo tipo di prodotto rappresenta un valore aggiunto anche per i clienti della Gdo, che possono contare su un assortimento distintivo e in linea con i trend salutistici”.
O F R U I T I T A L I A C E L E B R A 6 5 A N N I
D I C R E S C I T A E I N N O V A Z I O N E
Festa grande a fine giugno ad Aprilia per i 65 anni di Apofruit Italia. La cooperativa romagnola, attiva fin dal 2003 anche sul territorio laziale con uno stabilimento di lavorazione specializzato nel kiwi, ha voluto celebrare il prestigioso traguardo raggiunto con una festa itinerante, che durante l’estate toccherà tutti gli areali di riferimento degli oltre 2 700 soci a livello nazionale.
Presenti per l’occasione, da parte di Apofruit Italia, i vertici della cooperativa, con il presidente Mirco Zanotti e il direttore generale Ernesto Fornari. Oltre a soci, fornitori e collaboratori, all’evento hanno preso parte anche Vittorio Sambucci, consigliere della Regione Lazio con vicepresidenza della Commissione Agricoltura, e Cristian Maretti, presidente di Legacoop agroalimentare
“Il rapporto tra Apofruit Italia e Aprilia è ormai ultraventennale e nel tempo - ha commentato Mirco Zanotti - si è affinato all’insegna dello sviluppo della migliore vocazione frutticola di questo territorio. Oggi ad Aprilia sono lavorati e movimentati oltre 80.000 quintali di kiwi di tutte le princi-
pali varietà, sia giallo sia verde, compresa anche la recentissima novità Dulcis. Siamo inoltre fieri, come cooperativa, dell’impatto sociale positivo di Apofruit sul territorio, dal momento che nello stabilimento lavorano 12 dipendenti fissi e oltre 110 stagionali”. Ad Aprilia Apofruit Italia sta continuando a investire e, già dal 2026, ci sarà l’inserimento in lavorazione di una varietà di kiwi rosso.
L’estate si tinge di Perla Nera! ... La nuova stagione commerciale dell’anguria senza semi più amata dagli italiani torna protagonista dell’estate con una campagna di comunicazione multicanale ricca di gusto, innovazione e sorprese, always
on-air. Il 2025 segna inoltre il debutto di Capitan Perla Nera, il simpatico pirata protagonista del nuovo spot TV pensato per conquistare il cuore dei più piccoli, ricco di messaggi positivi e avventure gustose.
Bruno Francescon, presidente del Consorzio Perla Nera, commenta: “Quest’anno la stagione è partita con il piede giusto e siamo ottimisti anche per il suo prosieguo Clima favorevole e produzioni di qualità stanno contraddistinguendo questo inizio. Anche i consumi hanno un trend positivo complice il caldo e la forte campagna di comunicazione. In maggio, come da cronoprogramma, è iniziata la produzione siciliana, alla quale hanno fatto seguito quelle da Campania, Lazio, Puglia e, infine, dal Mantovano”.
Oltre agli spot televisivi, non manca la radio con il jingle sulle note della famosa canzone Vorrei la Perla Nera Il motivo musicale è trasmesso su Radio Deejay, Radio 105, Virgin Radio, Radio Monte Carlo, Radio 101
Il 2025 vede anche il lancio del nuovo sito web, che si caratterizza per un design moderno, responsive, e user-friendly, una struttura chiara e intuitiva, per una navigazione semplice e veloce con l’ottimizzazione delle immagini per un rapido caricamento delle pagine anche da mobile.
I A S I G P
Dole Italia è tra i vincitori dei CPO Awards 2025, aggiudicandosi con il “Plátano de Canarias IGP”, la prima banana di coltivazione biologica prodotta nelle Isole Canarie e lanciata sul mercato italiano, il riconoscimento per la categoria Environmental Protection Il premio è stato assegnato nell’ambito del CPO Summit, appuntamento di rilievo all’interno del Business Leaders Summit 2025, uno degli eventi internazionali più autorevoli dedicati al procurement strategico. Un contesto che celebra le imprese, i team e i manager capaci di integrare l’economia circolare nelle proprie scelte, generando valore attraverso crescita, innovazione e sostenibilità. “Siamo davvero orgogliosi di questo premio”, ha dichiarato Cristina Bambini, responsabile marketing di Dole Italia. “Il Plátano de Canarias IGP è un progetto fortemente sostenuto da tutta l’Azienda sin dall’inizio e che racchiude i valori che da sempre ci contraddistinguono: qualità premium, innovazione, autenticità e sostenibilità. Un prodotto che racconta davvero una storia diversa, arricchendo l’esperienza del consumatore. Un ringraziamento speciale - ha concluso - va a
Cortilia, food tech company leader nel servizio di spesa online, che ha creduto con noi nell’iniziativa ed è nostro partner in questa fase iniziale di lancio sul mercato italiano”. Oltre che per la tracciabilità e l’approccio rispettoso del territorio, il prodotto si contraddistingue per l’eccezionale qualità e bontà organolettica, per la sua dimensione medio-piccola e per l’inconfondibile puntinatura sulla buccia, segno di una maturazione più prolungata sulla pianta.
La Sicilia si conferma ancora una volta una terra d’eccellenza nel panorama agroalimentare italiano, grazie a un connubio irripetibile di suoli fertili, clima secco, marcate escursioni termiche e una tradizione agricola millenaria. In questo contesto privilegiato nasce l’uva da tavola Barbera Internatio-
nal, coltivata nei fertili territori dolomitici del sud dell’isola. I prodotti Barbera crescono in specifici areali, selezionati sulla base della composizione del suolo e delle condizioni climatiche ideali. Una scelta strategica che consente di ottenere grappoli dal sapore intenso, dalla consistenza croccante e dalla dolcezza naturale. Un prodotto autentico, espressione inimitabile del territorio siciliano
Il suolo dolomitico, ricco di carbonato di calcio e magnesio, derivato dalla dolomia, è un terreno ideale per la crescita dell’uva da tavola. Questo tipo di suolo ha infatti un impatto significativo sulla coltivazione, influenzando positivamente la qualità dell’uva, la vigoria delle piante e le caratteristiche organolettiche del prodotto finale. Esalta il sapore e la croccantezza del frutto e ha buone capacità di drenaggio, prevenendo il ristagno idrico e riducendo il rischio di malattie radicali
Queste condizioni uniche contribuiscono in modo determinante alla qualità delle varietà di uve coltivate, che iniziano a maturare con l’arrivo di maggio. Si parte con le varietà Victoria, Black Magic e l’innovativa Arra Sugar Drop (ARRA 30). Da agosto è la volta delle varietà di piena stagione, tra cui spiccano la pregiata Italia e la scenografica Red Globe.
Unitec Spa, azienda romagnola leader mondiale nelle tecnologie per la selezione e classificazione dell’ortofrutta, ha celebrato i suoi 100 anni di attività in parallelo con un altro storico traguardo del 2025: i 100 anni del Gran Premio. Due storie nate nello stesso secolo, unite da un dna comune fatto di velocità, innovazione, internazionalizzazione e una straordinaria capacità di fare team.
Con una presenza in 20 sedi nel mondo e impianti installati in oltre 65 Paesi, Unitec ha portato la propria tecnologia 100% made in Italy sui mercati internazionali, diventando un punto di riferimento globale per il settore ortofrutticolo. Una crescita guidata da una visione chiara e, soprattutto, dalle persone che ogni giorno contribuiscono con impegno e dedizione allo sviluppo dell’azienda e del territorio.
Oggi Unitec conta 1.041 collaboratori, riesce ogni anno a selezionare 400 miliardi di frutti, rivalorizzare 48 miliardi di frutti per l’industria di trasformazione ed evitare lo spreco di miliardi di ciliegie, mirtilli, mele e tantissime altre varietà Numeri che raccontano un impegno concreto e danno valore e identità a questo centenario.
“Oggi celebriamo non solo un traguardo industriale, ma soprattutto le persone che l’hanno reso possibile”, ha dichiarato Angelo Benedetti, presidente di Unitec. “Questa festa è
per loro, per tutti i collaboratori e le loro famiglie, veri protagonisti di un percorso costruito insieme, con passione e visione”.
L’evento, svoltosi presso la sede di Lugo di Ravenna il 21 giugno, ha visto la partecipazione di Riccardo Gabriele Patrese,
leggenda della Formula 1, e Andrea Kimi Antonelli, talento emergente dell’automobilismo internazionale, e ha offerto uno sguardo affascinante sull’evoluzione delle tecnologie in due mondi diversi ma affini. Entrambi legati al made in Italy e a una regione, l’Emilia-Romagna, che si conferma ancora una volta “la più veloce d’Italia”.
Al centro della giornata, il gruppo Unitec: collaboratori, famiglie, giovani studenti. L’azienda ha fatto del welfare aziendale un pilastro della sua visione Progetti dedicati alla
formazione, alla salute, al benessere e alla conciliazione vitalavoro testimoniano l’impegno costante di Unitec nel creare un ambiente in cui le persone possano crescere professionalmente e personalmente. Un investimento su di loro, che rappresentano il vero motore dell’innovazione e della competitività aziendale.
“Tutto parte dalla conoscenza: è da un ascolto attento del mercato e delle reali esigenze dei nostri clienti che prende forma il nostro lavoro. Perché solo conoscendo davvero, possiamo innovare in modo concreto Questa conoscenza cresce con noi - ha spiegato il presidente Angelo Benedetti - ogni giorno, nel nostro centro di Ricerca & Sviluppo interno (foto sopra). È lì che le intuizioni diventano tecnologie, che le idee prendono forma e si trasformano in soluzioni concrete, integrate con l’Intelligenza Artificiale. Perché in Unitec, conoscere non è solo un punto di partenza. È il motore di tutto ciò che facciamo”.
Ed è proprio così che in Unitec si sviluppano soluzioni brevettate e personalizzate per ogni fase del processo produttivo. Non semplici tecnologie, ma strumenti pensati per migliorare l’efficienza e la redditività di migliaia di aziende ortofrutticole nel mondo.
iFresh
| Carlotta Benini
Tu l i p s , f i n e d e l l a c o r s a p e r i l
s u p e r m e r c a t o o n l i n e “ p u r o ”
Tulips, startup cesenate del food delivery, è stata ammessa alla liquidazione giudiziale. Nata con un modello integ r a t o e f o c u s s u l l ’ o r t o f r u t t a , l ’ a z i e n d a guidata da Enrico Martini ha visto cres c e r e r i c a v i e p e r d i t e s e n z a m a i r a ggiungere la sostenibilità economica. Ora in attesa di un nuovo corso, i dipendenti sono passati da 80 a 20. Il provvedimento del Tribunale di Forlì di fatto ne sancisce il suo fallimento
Dopo anni di crescita alimentata da ingenti investimenti e da un ’espansione territoriale sostenuta, Tulips, startup cesenate che si era distinta per un modello di spesa online totalmente verticale e integrato, è stata ammessa alla liquidazione giudiziale dal Tribunale di Forlì lo scorso 30 maggio. Il provvedimento, che di fatto sancisce il fallimento della Spa fondata nel 2016 da Enrico Martini e Mattia Mordenti, arriva al termine di un percorso imprenditoriale che, pur partito con grandi ambizioni e importanti capitali, ha mostrato nel tempo una crescente difficoltà nel sostenere la redditività del modello di business.
Tulips era nata con l’obiettivo di diventare “il primo supermercato online puro ” in Italia, differenziandosi dalle piattaforme tradizionali per il controllo diretto di tutto il processo: acquisto dei prodotti, gestione del magazzino, preparazione degli ordini e consegna al cliente Un modello verticale in cui l’ortofrutta rappresentava circa il 15% del fatturato, come ci aveva spiegato il ceo e co-founder Enrico Martini tre anni fa, trattata con attenzione particolare per garantire qualità e freschezza. L’azienda puntava a una selezione dinamica e quotidiana dei prodotti, acquistando sul mercato dove convenienza e qualità risultavano più favorevoli, con un servizio di consegna rapido, anche entro due ore dall’ordine Il progetto, partito da Cesenalab con appena 2 mila
euro, aveva raccolto in pochi anni oltre 300 mila euro da piccoli soci, fino ad arrivare a 8 milioni di euro attraverso aumenti di capitale destinati a finanziare l’espansione sul territorio Tulips si è allargata progressivamente da Cesena a tutta la Romagna e poi a Bologna, anche tramite acquisizioni di aziende del settore, dalla startup bolognese Floema, attiva nell’e-commerce di prodotti agricoli del territorio, a Green Project, altro delivery di ortofrutta a km zero. Durante la pandemia da Covid-19, il modello sembrava funzionare alla perfezione, spinto dalla domanda crescente di spesa a domicilio Ma con la fine dell’emergenza sanitaria e il ritorno alla normalità, le dinamiche di consumo si sono riassestate, rendendo meno sostenibile la struttura dell’azienda Il 2023 ha segnato il punto di non ritorno: 6,6 milioni di euro di fatturato, con una perdita di 4,1 milioni. La forbice tra ricavi e costi, negli anni, non ha mai smesso di allargarsi. Per anni, le perdite sono state coperte da nuove iniezioni di capitale Ma quando il fondatore Enrico Martini ha avviato un nuovo aumento con l’obiettivo di raccogliere 25 milioni di euro, gli investitori non hanno risposto Il peso delle perdite, accumulatosi anno dopo anno senza mai vedere il break even, ha infine travolto l’impresa. Ora il curatore nominato dal Tribunale, Massimiliano Graffiedi, dovrà valutare la possibilità di salvare l’azienda - o almeno parte delle attività - per tentare di rimborsare, anche solo parzialmente, i creditori