
P I U STRATE G I C
Il reparto ortofrutta influenza sempre di più la scelta del supermercato. Il suo peso, come è stato evidenziato da Daniele Tirelli, nel corso del CX Store 2025 - Research & Award, si è















Il reparto ortofrutta influenza sempre di più la scelta del supermercato. Il suo peso, come è stato evidenziato da Daniele Tirelli, nel corso del CX Store 2025 - Research & Award, si è
| Eugenio Felice
Si è svolto il 28 marzo a Milano il CX Store 2025 - Research & Award, l’evento organizzato dal prof. Daniele Tirelli che offre un’importante occasione di confronto sui trend della customer experience nella grande distribuzione organizzata. All’evento, durante il quale si è dibattuto sul presente e sul futuro del retail, ha partecipato anche Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Decò Italia, che ha poi condiviso su LinkedIn alcune osservazioni nate dall’analisi dei dati presentati dal prof. Tirelli. In particolare ci sono due slide che, come lui stesso scrive, continuano a “ ronzargli in testa”.
La prima riflessione arriva dalla classifica dei reparti che più influenzano la scelta del supermercato. Come si vede dalla slide che riportiamo qui sotto, in cima troviamo l’ortofrutta, con un trend in crescita costante dal 2022 al 2025 (dal 50% al 63%), seguita da macelleria (44%), gastronomia e salumeria (25%) e dal banco formaggi e latticini (24%). Sì, avete letto bene, l’ortofrutta è sempre più decisiva per
portare i consumatori a scegliere un supermercato rispetto a un altro I prodotti confezionati di marche varie - che comprendono sia la marca industriale che la marca del distributore (Mdd), tradizionalmente al centro delle strategie assortimentali della Gdo, si collocano invece nelle ultime posizioni, con un 14% previsto per il 2025
Gasbarrino sottolinea come questo dato sollevi interrogativi sulla direzione seguita finora dal retail, che per anni ha investito tempo e risorse nella costruzione di assortimenti
distintivi, con l’idea che queste scelte potessero rappresentare un elemento differenziante rispetto ai concorrenti. “E poi scopriamo che, di tutto questo lavoro, il cliente (salvo pochi casi che esistono sempre), non solo non se ne accorge, ma, scusate il francesismo, se ne stra-frega”, scrive Gasbarrino su LinkedIn. “Forse il successo del discountcontinua - qualche segnale ce l’avrebbe dovuto dare Il cliente percepisce segnali forti, le micro differenze le lascia agli addetti ai lavori”
Poi c’è la questione dei prezzi e delle promozioni Secondo i dati della ricerca presentata al CX Store 2025, l’attenzione del cliente verso prezzi e offerte si sta riducendo: se nel 2022 il 73,2% dei consumatori dichiarava di basare le proprie scelte in base alle offerte promozionali, nel 2025 il dato scende al 61%, segno di un ’attenzione calante Una flessione che non va interpretata come una disaffezione verso la convenienza - che, come sottolinea lo stesso Gasbarrino, resta una “precondizione necessaria” nel retailquanto nella sua progressiva perdita di credibilità “In un mercato dove tutti rivendicano di essere i più convenienti, e dove le promozioni si assomigliano sempre più, il consumatore smette di crederci Quindi bisognerà ripensare strategie e priorità”, chiude Gasbarrino
| Eugenio Felice
Fruit Logistica ha chiuso l’edizione 2025, svoltasi a Berlino da 5 al 7 febbraio, con numeri sostanzialmente invariati rispetto al 2024: 90 mila operatori nel 2024, di cui 66 mila visitatori e 24 mila rappresentanti degli espositori, 91 mila operatori nel 2025, di cui 67.500 visitatori e 23.500 rappresentanti degli espositori. C’è stato effettivamente un calo nel numero di espositori: nel sito della fiera se ne contavano 2.770 nel 2024, mentre quest’anno 2.626 (5%) Numeri comunque lontani dagli i d’oro pre-Covid di Fruit Logistica: 2018 ad esempio si contavano oltre 3 100 espositori e 76 mila visitatori (cui andavano aggiunti i rappresentanti degli espositori). Nonostante ciò, la nota stampa diffusa l’11 febbraio 2025 dall’ente fieristico Messe Berlin usa termini altisonanti: “pubblico record”, “fiera leader mondiale”, “ senza pari”, “livello record di soddisfazione” Un sondaggio ufficiale di Messe B lin rivela una risposta positiva da degli operatori. 9 espositori su 10 hanno risposto di aver ottenuto un risultato commerciale da molto buono a soddisfacente alla Fruit Logistica 2025 e hanno aspettative positive per quanto concerne gli affari successivi alla fiera. Altrettanti stanno già pianificando la loro presenza in occasione della prossima manifestazione del 2026, in agenda dal 4 al 6 febbraio a Berlino Per quanto riguarda i visitatori, sempre secondo il sondaggio, il 94% degli intervistati ha dato un’impressione generale positiva e il 95% raccomanderebbe tale evento ad altri nel proprio ambiente professionale. 9 intervistati su 10 hanno già in programma di visitare nuovamente Fruit Logistica l’anno
prossimo. Infine, oltre l’80% degli intervistati ha allacciato nuovi contatti commerciali Quindi? Prima dell’inizio di Fruit Logistica 2025 abbiamo parlato di “declino che pare irreversibile” della fiera Lo abbiano scritto nell’ottica degli italiani presenti in fiera. Perché il ridimensionamento nel numero di espositori è un dato di fatto. Le aziende italiane espositrici sono state, sempre a guardare il sito della fiera, 444 nel 2025, in flessione rispetto alle 478 del 2024 (-7%) e alle 514 del 2018 (14%). C’è stato negli ultimi anni anche un cambiamento nella composizione degli espositori, con alcuni pesi massimi che erano soliti investire 100 e passa mila er avere il loro stand nella Hall 2 2 2 che adesso non prendono nemmeno 9 metri quadrati, mentre è cresciuto il numero degli stand istituzionali, legati a Regioni o Consorzi di Tutela.
Per quanto riguarda i visitatori, si è confermata l’assenza di b u o n a p a r t e d e l l a g r a n d e distribuzione italiana, aspetto che vanifica la presenza di quelle aziende che non hanno rapporti con l’estero. Questa è la principadifferenza rispetto agli anni d’oro: lta a Fruit Logistica “bisognava esserci” perché a Berlino andavano tutti, ora vale per gli scambi internazionali. E questa è, ad esempio, la chiave di lettura per la scelta del Gruppo Orsero di non esporre nello storico padiglione italiano, la Hall 2.2, bensì nella Hall 27 Un ridimensionamento, quello di Fruit Logistica, che è direttamente proporzionale all’ascesa di Fruit Attraction a Madrid, un successo che si misura non solo nei numeri, 117 mila visitatori nel 2024, ma anche con l’entusiasmo degli operatori.
EDITORIALE
ASSORTIMENTI E PROMOZIONI
CONTROEDITORIALE
FRUIT LOGISTICA RECORD? NO, IN SETTE ANNI -500 ESPOSITORI
IMMAGINI
BUONE NOTIZIE
BAMBINI, UNO SU QUATTRO NON ASSUME ORTOFRUTTA TUTTI I GIORNI
MARKETING
DRIVER ESPERIENZIALE SU CUI PUNTARE: L’APPARTENENZA LETTERE
ORTOFRUTTA ALL’INGROSSO A PREZZI PAZZI IN CALABRIA E I MARCHI
QUARTA GAMMA
MAXI DI (SELEX) FA UN “CUOR DI SCELTA” PER LE INSALATE IN BUSTA PERCORSI
ZESPRI, IL KIWI A POLPA ROSSA IN ITALIA: 170 ETTARI ENTRO IL 2028 INNOVAZIONE
DORYTA, EVOLUZIONE DEL PICCADILLY CHE ALZA L’ASTICELLA DEL GUSTO VERTICAL
IL COLOSSO AMERICANO PLENTY PRESENTA ISTANZA DI FALLIMENTO CRONACA
COOP MELAVÌ IN CRISI, EMORRAGIA DI SOCI E ALTO INDEBITAMENTO NEURONEWS IL CERVELLO DEL CONSUMATORE E LA PERCEZIONE DEL PREZZO PERCORSI BIO SOSTENIBILITÀ E REDDITIVITÀ: LE SFIDE DI MELA VAL VENOSTA SPECIALITÀ
“GAVINA IN BLACK”: L’ANGURIA DEL FUTURO È IN FORMATO MICRO SEGMENTI
POMODORI RESISTENTI AL TOBRFV: BASF NUNHEMS GUIDA IL FUTURO AZIENDE
LENI’S: IN OGNI SUO SUCCO L’ESSENZA DELL’ALTO ADIGE MENS SANA
DALL’INTESTINO ALLA GLICEMIA: LE FIBRE MIGLORANO LA SALUTE
PANORAMA
iFRESH
58 / ORTOFRUTTA VIRTUOSA: ESSELUNGA È TOP FRESH RETAILER 2025
68 / GDO, IL FATTURATO CRESCE. EUROSPIN È REGINA DI UTILI
76 / CON IL GREEN DEAL
66 / CHIQUITA POP BY NATURE, CELEBRA IL LEGAME TRA ARTE E NATURA
72 / IL NUOVO CORSO COLLE D’ORO: INNOVAZIONE, BIODIVERSITÀ, WELFARE
80 / KIWI, LO SCANDALO DEL DORMEX PESA COME UN MACIGNO
Direttore responsabile
Eugenio Felice
Hanno collaborato: Carlotta Benini, Salvo Garipoli, Irene Forte, Alice Gelmetti, Matteo Sambugaro, Matteo Sgaravato, Giancarlo Sbressa, Giovanni Turrino
Redazione e Pubblicità Via Poiano 53
37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel 045 6837296 redazione@fruitbookmagazine it adver@fruitbookmagazine.it
Abbonamenti
Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine it
Graphic designer
Marco Fogliatti
Fotolito
CianoMagenta
Stampa
Color Art Spa - Via Industriale 24/26 25050 - Rodengo Saiano (Bs)
Carta
Magno Volume - 115 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile
Tiratura numero aprile 2025: 8 000 copie
Registrazione Tribunale di Verona n 1962 del 6 novembre 2012
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
m m a g i n i
Berlino, 5 febbraio 2025
Fruit Logistica ha chiuso l’edizione 2025 con numeri sostanzialmente invariati rispetto al 2024 in termini di affluenza, con 91 mila operatori C’è stato però un calo nel numero di espositori: 2 770 nel 2024, contro i 2 626 del 2025 (-5%)
Numeri lontanti da quelli pre-Covid: nel 2018 gli espositori erano oltre 3.100. i
Milano, 26 febbraio 2025
Una mela che sfila su una delle passerelle più importanti al mondo? Non si era mai vista È successo il 26 febbraio alla mela envy prodotta in Alto Adige dai consorzi VIP e VOG, durante lo show dello stilista bolognese Marco Rambaldi nella cornice del Mercato Floricolo di Foody Milano È il culmine del progetto envy Passion Week. i m m a g i n i
m m a g i n i
Faenza, 5 aprile 2025
Più di venti famiglie hanno partecipato all’evento “Arte in frutteto”, organizzato da Pink Lady presso i frutteti in fiore nella campagna faentina per dimostrare l’impegno del brand nella valorizzazione della biodiversita e nella promozione di pratiche agro-ecologiche Nella foto il produttore (e narratore) Giuliano Donati. i
Il 4 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Obesità, un’iniziativa istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation per sensibilizzare cittadini e istituzioni su una delle sfide sanitarie più urgenti del nostro tempo. Un problema che riguarda gli adulti, ma anche i bambini: uno su tre è sovrappeso o obeso e uno su quattro non assume frutta e verdura tutti i giorni. Problema, sì, ma anche opportunità
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia quattro adulti su dieci sono in eccesso ponderale: tre in sovrappeso e uno obeso. Questa condizione non solo riduc e l ’ a s p e t t a t i v a d i vita, ma aumenta sig n i f i c a t i v a m e n t e i l rischio di sviluppare p a t o l o g i e c r o n i c h e come diabete di tipo 2, malattie cardiov a s c o l a r i e a l c u n e forme di cancro. I dati relativi al biennio 2022-2023 mostrano come l’obesità e il sovrappeso siano più diffusi tra gli uomini rispetto alle donne (52% contro 34%) e nelle fasce di popolazione con difficoltà economiche e basso livello di istruzione. Geograficamente, il fenomeno resta più frequente nel Sud Italia, anche se negli ultimi 15 anni il divario con il Nord si è leggermente ridotto. Le condizioni economiche delle persone influenzano significativamente l’accesso a cibi
sani e a una corretta informazione nutrizionale Studi scientifici hanno evidenziato che le fasce socio-economiche più svantaggiate tendono ad avere diete di qualità inferiore, con un ridotto apporto di nutrienti essenziali. Questo fenomeno è spesso legato al costo più elevato degli alimenti sani, come frutta e verdura, rispetto a prodotti meno salutari ma più economici e s pesso ultra processati
Se la situazione tra gli adulti appare preoccupante, lo è ancor di più tra i bambini L’ospedale pediatrico Bambino Gesù evidenzia che in Italia un bambino su tre è in sovrappeso o obeso, ponendo il nostro Paese ai primi posti in Europa per diffusione del problema nella fascia d’età 7-9 anni. Oltre ai fattori genetici, le principali cause dell’obesità infantile sono la sedentarietà - colpa dello smartphone e di una vita sempre più virtuale e meno realee un ’alimentazione
s c o r r e t t a , c a r a t t erizzata da eccessi di z u c c h e r i e g r a s s i . Senza un intervento tempestivo, molti di q u e s t i b a m b i n i r ischiano di diventare adulti obesi con gravi problemi di salute.
U n o d e g l i a s p e t t i più critici è la scarsa attenzione degli operatori sanitari al problema Meno della metà degli intervistati in eccesso ponderale riferisce di aver ricevuto dal proprio medico il consiglio di perdere peso. Eppure, quando il consiglio arriva da un professionista sanitario, le persone sono più propense a seguire una dieta e a praticare attività fisica Per i bambini e gli adolescenti, la soluzione passa attraverso l’educazione alimentare, l’attività fisica e, possibilmente anche un sostegno psicologico
Salvo Garipoli*
In un contesto di consumi stabili, con un mercato che amplifica gli elementi di caratterizzazione e comunicazione del prodotto sullo scaffale, l’ortofrutta
c o n s e r v a u n v i s s u t o p o s i t i v o e t a n t e opportunità ancora da cogliere. Viene da Carrefour Spagna l’esempio della leva del valore dell’appartenenza
Se guardiamo ai risultati dell’annuale indagine SGMarketing sul consumatore nazionale, risulta sempre più chiaro che i driver che muovono all’acquisto di ortofrutta a punto vendita attengono al tema della stagionalità (65%), alle connotazioni specifiche di prodotto per il 45%, al prezzo (44%) e all’origine (41%) con una specifica rilevanza relativa affidata alla provenienza in chiave di local / kilometro 0 (circa il 30%) Elementi questi che diventano cogenti in un percorso di attrazione del consumatore che amplifica la portata e il posizionamento del retailer così come la sua capacità di fidelizzare la propria clientela È sempre più importante generare percorsi di “ senso ” in grado di alim e n t a r e u n ’ a d e s i o n e p i e n a a l l e strategie aziendali sulla base di una condivisione di valori che genera vero valore riducendo così la sensibilità al mero concetto di prezzo
Lo shopper, oggi più che mai, è alla ricerca di esperienze di acquisto qualificanti e in tal senso evidenzia un ’esigenza espressa e non pienamente soddisfatta di vedere comunicati questi connotati in primis sul prodotto e in reparto.
breve story-telling si attiva un concetto chiave: il valore dell’appartenenza. Siamo di fronte a una scelta coerente del retailer che, all’interno del proprio programma di responsabilità sociale, ambientale ed economica, denominato “Act for Food”, rilancia il tema della scelta migliore da compiere
Attrattivo in tal caso, l’uso di un linguaggio diretto (in catalano e castigliano) che si traduce in una “call to action” che non ammette repliche: se compri questi limoni supporti i nostri produttori locali e nazionali.
Il messaggio in questo caso vive a partire dalla presenza dell’immagine di prodotto accompagnato da hashtag che lasciano presagire a un racconto che va oltre l’esperienza fisica e che forse, con l’aiuto di un qr, avrebbe potuto rilevare ancora meglio. Tutto comunica in maniera semplice ma significativa vicino al prodotto sfuso tramite un supporto di comunicazione di facile collocazione. Se consideria-
Interessante in tal senso la comunicazione intercettata su alcuni prodotti presenti all’interno dei punti vendita di Carrefour in Spagna, in cui attraverso un
mo che durante un normale processo d’acquisto in media un consumatore ogni secondo intercetta 1,6 elementi promozionali, capite bene quanto sia importante scegliere il tono e gli strumenti più opportuni: non basta decidere di comunicare, bisogna saperlo fare.
| Irene Forte
Riceviamo e pubblichiamo l’e-mail di un operatore italiano, che si occupa di produzione e commercio all’ingrosso di ortofrutta nel Sud Italia. L’operatore
l a m e n t a l a p r e s e n z a d i u n r i v e n d i t o r e che, in modo continuativo, esce con prezzi di vendita definiti “stracciati” e nonostante ciò i grandi marchi - non t u t t i - c o n t i n u a n o a r i f o r n i r l o . Q u e s t o crea concorrenza sleale, meccanismi distorti e situazioni paradossali...
“Capita che da alcuni anni - esordisce l’operatore, che preferisce tenere l’anonimato - sia presente in Calabria un grossista di ortofrutta che applica prezzi di vendita stracciati, fuori mercato, in modo continuativo. Porto alla vostra attenzione alcuni esempi: mele Golden Melinda in padella monostrato a 49 centesimi al chilo, oppure banane Chiquita a 19,99 euro a cartone, oppure ancora mele Pink Lady con tanto di gadget a 1,99 euro a padella da 2 chili Si tratta di prezzi inferiori al costo di acquisto, che potrebbero essere comprensibili se fossero prezzi civ fatti ogni tanto, c fanno i supermerc m a i p r e z z i s o stracciati per tu gli articoli in con nuativo Questa p litica - continua l’o peratore - ha per messo all’azienda i n q u e s t i o n e d i arrivare in pochi anni a fatturare l a b e l l e z z a d i 35-40 milioni di e u r o , c h e p e r u n c o m m e r -
ciante all’ingrosso del Sud sono un sacco di soldi Ma come faccia a fare quei prezzi e ad avere marginalità resta un mistero, anche perché i fornitori li paga tutti. A quest’azienda si rivolgono anche grossisti fuori regione, ad esempio della Sicilia, perché costa molto meno rifornirsi da l oro che non andare direttamente dal produttore C’è qualcosa che non quadra, una distorsione di mercato che crea una concorrenza sleale per tutti gli altri commercianti all’ingrosso ”
“A mio avviso - sottolinea l’operatore - c’è anche un problema di immagine da salvaguardare per i grandi marchi dell’ortofrutta. Non dovrebbero avere interesse a tenere un prezzo di vendita al pubblico non dico sostenuto ma almeno corretto? Come si comporteranno gli altri distributori all’ingrosso e della Gdo, se trovano un commerciante che fornisce loro ortofrutta in Calabria a prezzi significativamente più bassi rispetto a quelli del produttore franco magazzino? Come possono i grandi marchi permettere a un rivenditore di comportarsi in questo modo? E infatti qualcuno ha deciso di non fornirgli più la merce, ma i più restano a guardare”.
“Diciamo che, fondamentalmente, come facciano loro a fare quei prezzi di vendita - conclude l’operatore - a me non può fregar di meno, sono fatti loro, non è il Q liamo di anni di sacrifici per poi lo facciamo sputtanare endo la guerra sul prezzo? Allora che senso ha avere un brand riconosciuto? Noi grossisti puntiamo al brand prop r i o p e r c h é d o v r e b b e avere una linearità di prezzo, così non ha senso avere un brand nel proprio magazzino, tanto vale farsi la guerra con prodotti senza marchio, che poi nelle guerre non ci soo vincitori ma tutti siamo erdenti Ricordiamocelo”
Maxi Di, gruppo veronese della Gdo che ha fatturato 2,69 miliardi di euro nel 2023, ha razionalizzato l’assortimento delle insalate di quarta gamma, punt a n d o ( q u a s i ) e s c l u s i v a m e n t e a l l a s u a Mdd Cuor di Scelta. I marchi dell’industria, da Bonduelle in giù, rimangono su alcune referenze a maggior valore di servizio, come zuppe fresche, piatti pronti, insalate arricchite, ma anche i n q u e s t o c a s o c r e s c e C u o r d i S c e l t a
D a a l c u n i a n n i s i p a r l a d e l l a q u a r t a gamma, in particolare le insalate in busta, come di un comparto in crisi, con scaffali caotici, duplicazioni di referenze con marchi diversi, prezzi rasoterra, qualità a volte discutibile. Ci ha destato una grande sorpresa, quindi, trovare nel Famila Superstore che frequentiamo per ragioni di prossimità, da metà marzo, i frigoriferi dedicati alle insalate di quarta gamma riorganizzati completamente. Fuori le buste di Bonduelle e di altri marchi dell’industria, dentro le buste a marchio Cuor di Scelta, che altro non è che la private label di Maxi Di Srl, il gruppo distributivo che gestisce il Famila Superstore in questione, un gruppo veronese, sede a Belfiore (Vr), che nel 2023 ha fatturato 2,69 miliardi di euro, con un utile di 74,7 milioni di euro
Fuori anche le buste a marchio Natura Chiama, la private label di Selex GC, di cui Maxi Di Srl fa parte Quindi un drastico e coraggioso cambiamento, per un gruppo distributivo che, anche dalle nostre indagini, non ha mai eccelso per innovazione
Abbiamo contato circa 30 referenze di insalate in busta (di cui 7 in “ promo ” con sconti del 30-40%), dalle più alto vendenti come i cuori di iceberg da 200 grammi a 1,59 euro o la misticanza e il lattughino da 100 grammi a 99 centesimi, fino alle più ricercate come il mix di radicchi da 160 grammi a 1,69 euro Il fronte è decisamente essenziale quanto efficace, uguale per tutte le referenze (quindi economie di scala ), con ampia finestra trasparente centrale e le uniche diciture ben leggibili “prodotto già lavato e asciugato” e “pronto all’uso”. I dettagli sono sul retro come info variab i l i s o v r a s t a m p a t e in nero
La proposta Cuor di Scelta riguarda anche i prodotti a maggior valore di servizio, come le zuppe fresche pronte (ma anche il purè di pat a t e ) , n e a b b i a m o c o n t a t e s e i d i c u i quattro in “ promo ” , e le ciotole di insalatona arricchita, ne abbiamo contate tre, tutte in “ promo ” : la classica con mais, la caprese con mozzarella e pomodorini, la caesar salad con pollo e salsa I brand come Bonduelle, OrtoRomi, FuturAgri, Bontà di Stagione e NaturViva ci sono ancora, tra zuppe, vellutate, polente, burger vegetali e ciotole di insalatona arricchita: sui prodotti a maggiore innovazione crediamo sia difficile che possano scomparire a favore della Mdd, ma la strada, per i brand dei fornitori, è ancora più in salita.
| Giancarlo Sbressa
L a n a v e M a e r s k r i t a r d a i n C i n a
L a d i s f a t t a d e l l e c i l i e g i e c i l e n e
Le spedizioni verso mete d’oltremare, negli ultimi, anni sono diventate completamente inaffidabili. Un problema serio per chi ha a che fare con prodotti deperibili come l’ortofrutta. Il caso di cronaca più rilevante è toccato agli esportatori cileni che hanno visto un carico di 1300 container, per lo più ciliegie, sulla Maersk Saltoro, arrivare in Cina con oltre tre settimane di ritardo. Un danno da circa 130 milioni
Un caso senza precedenti nella logistica marittima dei freschi riguarda la nave Maersk Saltoro, che è approdata in Cina, nel porto di Nansha, con oltre tre settimane di ritardo a causa di un guasto al motore, con a bordo un carico stimato di oltre 130 milioni di dollari di frutta: principalmente ciliegie cilene, ma anche mirtilli, avocado e altri prodotti.
Oltre 1.353 container pieni di ciliegie cilene sono partiti il 23 dicembre 2024 dal porto di San Antonio, in Cile, diretti in Cina Il carico sarebbe dovuto arrivare al porto di Nansha il 20 gennaio 2025, poco prima del capodanno cinese, una delle stagioni di punta per questo frutto Tuttavia, il 13 gennaio, la
nave ha subito un ’avaria al motore principale nei pressi della Micronesia, che l’ha lasciata alla deriva per 23 giorni I frutti sono quindi arrivati a destinazione con un disastroso ritardo, che ha messo sotto pressione un intero settore - quello cerasicolo cileno - che fa affidamento sulla puntualità per garantire la qualità del proprio prodotto.
L’impatto del ritardo è stato catastrofico. Le ciliegie sono arrivate in pessime condizioni: presentavano marciume e cracking a causa della lunga attesa Inevitabile la decisione di buttare tutto al macero L’operazione - ha chiarito Frutas de Chile in una nota - è stata eseguita nel rispetto dei protocolli stabiliti e dopo il completamento del processo di ispezione di oltre 1.300 container di ciliegie cilene e altri prodotti ortofrutticoli da parte dei funzionari doganali cinesi Un processo di ispezione che si è concluso l’8 marzo scorso Intanto è stato avviato l’iter di risarcimento, che potrebbe richiedere dai tre ai sei mesi Risarcimento che comunque non metterà in difficoltà la compagnia marittima Maersk, che ha chiuso un 2024 coi fiocchi, con 55 miliardi di dollari di fatturato e un margine ebit di 6,5 miliardi (+65%). Si tratta del terzo miglior anno finaziario di sempre per la seconda compagnia marittima mercantile del mondo. Pensando al caso delle ciliegie cilene, suona come una beffa il commento del ceo Vincent Clerc: “Siamo in una posizione unica per supportare i nostri clienti in un ’ epoca di cambiamenti geopolitici”
Zespri ha approvato la messa a dimora di 170 ettari di piantagioni di kiwi a polpa rossa Red19 - conosciuto con il nome commerciale di RubyRed - in Italia tra il 2026 e il 2028. L’obiettivo è rafforzare ulteriormente il marchio in Europa e portare avanti la strategia di fornitura per 12 mesi l’anno
Zespri ha approvato la prima produzione di kiwi a polpa rossa RubyRed in Italia. Nei prossimi due anni saranno impiantati 170 ettari. “È un momento emozionante per il kiwi Zespri RubyRed - ha affermato il ceo del colosso dei kiwi, Jason Te Brake, con quasi tutti i nostri 3 milioni di vassoi di frutta coltivata in Nuova Zelanda ora confezionati, con il suo sapore simile a quello delle bacche disponibile in numerosi nuovi mercati questa stagione, tra cui gli Stati U niti. “La coltivazione di kiwi RubyRed in Italia sosterrà gli sforzi per realizzare la strategia di fornitura di 12 mesi, ci aiuterà a costruire il nostro marchio e a mantenere lo spazio sugli scaffali e le partnership di vendita al dettaglio, in particolare data la categoria rossa sempre più competitiva”
Giancarlo Sbressa
La commercializzazione di kiwi RubyRed in Italia è coperta dall’attuale approvazione di Zespri per piantare fino a 1 000 ettari di questa nuova varietà a polpa rossa al di fuori della Nuova Zelanda, come approvato dai coltivatori tramite voto dei produttori nel 2019 La varietà a polpa rossa di Zespri è la Red19, coltivata in Nuova Zelanda e commercializzata con il nome di RubyRed. Ad oggi non è ancora venduta in Europa, nonostante siano stati fatti alcuni test. Secondo quanto riportato da alcune fonti di stampa, il kiwi Red19 coltivato in Italia non sarà commercializzato con il nome RubyRed: una decisione su come chiamare il prodotto verrà presa in una fase successiva
Intanto quella in corso in Nuova Zelanda è una campagna record per Zespri: si prevede un raccolto di 205 milioni di vassoi, pari a 738 mila tonnellate di kiwi. “Il nostro settore ha confezionato più frutta in questa stagione che mai e le nostre prime navi charter sono partite con successo, il che è importante poiché puntiamo a partire rapidamente per restituire un forte valore ai nostri coltivatori”, ha dichiarato Te Brake “Il feedback che abbiamo ricevuto dai clienti in Europa, Cina e Nord America nelle ultime settimane - ha concluso il ceo di Zespri - è che c’è una forte domanda per i nostri kiwi”.
| Irene Forte
U n n u o v o d o s s i e r d i I n t e r n a z i o n a l e , c h e a s u a v o l t a r i p r e n d e i l q u o t i d i a n o francese Le Monde, denuncia le criticità della filiera delle banane in Costa Rica: uso massiccio di pesticidi, rischi per la salute dei lavoratori e danni ambientali gravi, nonostante le certificazioni internazionali come GlobalGap e Rainforest Alliance. Il reportage solleva interrogativi sulla sostenibilità e le responsabilità dell’intero comparto
Nel cuore della regione di Sixaola, nel sud della Costa Rica, si estende una delle aree a più alta densità produttiva di banane su scala globale Ma dietro l’apparente efficienza delle piantagioni gestite dalle grandi multinazionali del settore - responsabili da sole dell’80% dell’export costaricano - si celerebbe una realtà profondamente controversa, che solleva interrogativi etici e ambientali sull’intero modello di produzione A documentarlo è Internazionale, nel reportage intitolato “Il frutto più amaro della Costa Rica”, pubblicato a fine marzo, che punta il di to contro un siste industriale che me a rischio la salute d lavoratori e l’equi brio degli ecosist mi tropicali, chia mando in causa la responsabilità dell’intera filiera, dalla produzione alla d i s t r i b u z i o n e . L ’ a r t i c o l o o r i g inario in realtà è del noto quotidiano francese Le Monde
Nonostante la superficie agricola sia rimasta stabile dagli anni ’90, l’impiego di fitofarmaci nelle piantagioni di banane in Costa Rica è più che raddoppiato, secondo quanto riportato da Internazionale, arrivando a circa 100 kg per ettaro all’anno. L’80% dei prodotti chimici utilizzati in Costa Rica è classificato come “altamente pericoloso” dalla Fao e dall’Oms, sottolinea il settimanale di informazione, e il mancozeb - fungicida vietato in Ue “ ma ancora ampiamente usato localmente” - rappresenta da solo un terzo del totale impiegato.
I lavoratori, molti dei quali migranti ngäbe-buglé provenienti da Panama, operano senza adeguate protezioni. Malattie oculari, irritazioni cutanee, disturbi respiratori e danni neurologici sarebbero solo alcune delle conseguenze documentate da decenni di studi condotti da istituti locali come l’Iret (Istituto regionale per lo studio delle sostanze tossiche, parte dell’Università Nazionale della Costa Rica). Particolarmente vulnerabili sarebbero poi le donne addette al confezionamento: a contatto diretto con vasche contenenti fungicidi, cloro e additivi chimici, lamentano reazioni dermatologiche e problemi respiratori. E mentre le certificazioni internazionali richiedono protocolli stringenti, nella pratica questi sarebbero spesso aggirati per massimizzare la produttività, l dd l’ i i protettivo, per i lavoratoi banane, talvolta risulteun ostacolo alla produttività stessa.
Il sistema attuale offre benefici innegabili in termini di efficienza e continuità di fornitura per i mercati occidentali. Ma, come sottolineano i ricercatori intervistati da Internazionale - l’articolo si può leggere online - il vero costo di questa filiera sarebbe paato dalle persone e dagli cosistemi locali
Si chiama Doryta ed è il nuovo pomodoro di Syngenta, evoluzione del Piccadilly, che offre elevato gusto e lunga shelf life. È disponibile tutto l’anno, si distingue sullo scaffale ed è apprezzat o p e r l a s u a b e l l e z z a e i l s u o s a p o r e costante. “È un pomodoro rustico e resistente, adatto a diversi areali, anche in contro stagione”, afferma Daniele Montesi, product specialist pomodoro d i Syn g e n ta Ve g e ta b le Se e d s Ita lia
Il segmento dei midi plum si distingue per versatilità d’uso, d i m e n s i o n i a d a t t e al confezionamento, buona conservabilità e, soprattutto, gusto elevato e costante Syngenta Vegetable Seeds, pioniera nella tipologia Piccadilly, ha investito significativamente negli ultimi 15 anni in questa categoria di pomodoro, ottenendo un notevole succ e s s o c o m m e r c i a l e Per rispondere alle nuove esigenze del mercato, l’azienda ha lanciato un anno fa Doryta, l’ultima evoluzione nel segmento Piccadilly. Frutto di anni di ricerca e selezione mirata per coniugare resa agronomica, attrattività commerciale e soddisfazione del consumatore finale, Doryta è un pomodoro rustico e resiliente, che sopporta bene la stagione invernale e garantisce ottime performance anche nel ciclo primaverile-estivo, permettendo una
disponibilità tutto l’anno. È coltivato in Sicilia, ma anche in altre aree come Fondi, o in zone più a nord. Dotato di un buon pacchetto di resistenze, tra cui il Tomato yellow leaf curl virus (TYLCV) e il Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV), Doryta è consigliato in abbinamento ai nuovi portinnesti Honor e Armour, che offrono resistenza intermedia al Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV), la grande minaccia alle colture di pomodoro.
“Doryta è altamente distintivo, sia a scaffale, per il suo aspetto elegante e il colore intenso, che al palato, grazie a un gusto e una dolcezza superiore”, afferma Daniele Montesi, product special i s t p o m o d o r o d i Syngenta Vegetable Seeds Per la Gdo un requisito fondamentale è la shelf life, mentre il consumatore cerca qualità. Syngenta ha lavorato per mantenere alti entrambi i requis i t i : D o r y t a è u n esempio di innovazione in tal senso
“Ha caratteristiche organolettiche elevate e costanti nel tempo ed è distintivo a scaffale - spiega Montesi. Inoltre, grazie alla sua eccezionale durata in post raccolta, consente di ridurre gli sprechi alimentari. La sfida, con questa nuova varietà nel segmento Piccadilly, è stata quella di elevare la categoria restituendo al consumatore quel gusto a volte dimenticato del pomodoro di una volta”
Sbressa
I l c o l o s s o a m e r i c a n o P l e n t y
Plenty, azienda agri-tech californiana
s o s t e n u t a d a J e f f B e z o s e p i o n i e r a d e l vertical farming, ha presentato istanza di fallimento per avviare un piano di ristrutturazione e risanare i suoi debiti. L’obiettivo è ripartire con un finanziamento da oltre 20 milioni di dollari e puntare alle fragole coltivate indoor
Plenty Unlimited Inc., innovativa azienda agri-tech con un ’esclusiva piattaforma di vertical farming, ha annunciato a metà marzo di aver presentato in tribunale un’istanza volontaria - ai sensi del capitolo 11 del codice fallimentare - per ristrutturare le proprie passività, semplificare le operazioni e concentrare le proprie attività future Fondata in California, Plenty ha attratto in passato investitori di peso, tra cui il fondo Vision Fund di SoftBank, Walmart e anche Jeff Bezos, fondatore di Amazon, da sempre interessato a soluzioni high-tech per l’agroalimentare.
Durante tutto il processo di ristrutturazione l’azienda continuerà a gestire la sua vertical farm di fragole di Richmond, in Virginia, e la struttura di ricerca e sviluppo di Laramie, nel Wyoming. Plenty ha anche ricevuto un impegno per un finanziamento di 20,7 milioni di dollari: il finanziamento “Debtor-in-possession” consente alle aziende che hanno presentato istanza di protezione dal fallimento di prendere in prestito capitale per ristrutturare e continuare a svolgere la propria attività. Plenty ha presentato una mozione per chiedere l’approvazione del finanziamento e, una volta approvato, si prevede che il finanziamento fornirà a Plenty la liquidità necessaria per supportare le sue operazioni durante tutto il processo pianificato
“La tecnologia avanzata di Plenty sta trasformando l’agricoltura indoor, eliminando l’imprevedibilità di madre natura e rendendo possibile la creazione di una fornitura stabile di prodotti freschi e con caratteristiche al top per tutto l’anno, quasi ovunque nel mondo - ha dichiarato Dan Malech, ceo ad interim di Plenty - Tuttavia questo è un periodo difficile per il settore dell’agricoltura verticale e Plenty non è immune da queste dinamiche di mercato. Dopo aver valutato tutte le nostre alternative strategiche, abbiamo stabilito che perseguire un processo di ristrutturazione è nel migliore interesse di Plenty e di tutti i nostri stakeholder”
“Siamo fortunati ad avere stakeholder che sostengono e credono nella nostra missione di rendere il cibo fresco accessibile a tutti, ovunque - ha aggiunto Malech. La ristrutturazione ci metterà in una posizione tale da continuare a lavorare per raggiungere tale missione espandendo la nostra produzione di
fragole di qualità con partner leader del settore e colmando un divario di fornitura nel mercato per soddisfare la domanda dei consumatori di fragole premium coltivate localmente tutto l’anno”. Il fallimento di Plenty, o meglio la sua ristrutturazione, rendono il futuro del vertical farming meno solido.
Giovanni Turrino
La cooperativa Melavì in Valtellina è a rischio fallimento a causa dei debiti accumulati (24,3 milioni nel bilancio 2023) e ai conferimenti dei soci che in pochi anni sono scesi da 28 mila tonnellate a 7 mila tonnellate (-75%). Secondo il sindaco di Ponte in Valtellina, Franco Biscotti, “la situazione è drammatica”. La vendita degli immobili è andata deserta. Si va verso un concordato liquidatorio dei vari asset
La cooperativa Melavì, con sede in Ponte in Valtellina, nata nel 2013 dalla fusione delle tre cooperative ortofrutticole storicamente presenti sul territorio della provincia di Sondrio, specializzata in particolare nella mela, che in quest’area ha ottenuto anche il riconoscimento IGP, è a rischio fallimento a causa di una pesante situazione debitoria, aggravata dalla riduzione dei soci degli ultimi anni con conseguente riduzione dei conferimenti, passati da 28 mila tonnellate a 7 mila tonnellate (-75%) Una vera e propria emorragia, che non fa d o r m i r e s o n n i t quilli ai 14 dipend ti a tempo indeter nato e ai 140 lavo tori stagionali o tempo determinat che già hanno r s c o n t r a t o r i t a r d nel pagamento de gli stipendi.
Le cause che hann o p o r t a t o a l l a disastrosa situazione della cooperativa Melavì partono da lontano Così è de-
scritta dal sindaco di Ponte in Valtellina, Franco Biscotti, intervistato dal quotidiano locale Il Giorno a metà marzo: “La situazione è drammatica. Io ciclicamente mi sento coi vertici della Melavì, conosco la situazione. C’è una condizione debitoria pesante, le responsabilità di certo non si possono ascrivere solo agli ultimi arrivati ma ritengo sia una corresponsabilità che va avanti da tanti anni E causata dal progressivo abbandono di tanti, tantissimi, conferitori Una vera e propria fuga E poi la cooperativa ha dovuto far fronte alla ’crisi della mela’ di qualche anno fa, che ora pare alle spalle ma che ha prodotto dei danni”. Il debito, nel bilancio 2023, ammontava a 24,3 milioni di cui 3,1 milioni verso soci e 16,7 milioni verso le banche.
Il Comitato esecutivo per la gestione della crisi d’impresa di Melavì, presieduto da Daniele Pasini, ha diffuso una nota stampa, a metà marzo, in cui si legge: “Il tempo a disposizione è poco per cui auspichiamo la massima responsabilità da parte di tutti per evitare che “perturbazioni” e disallineamenti su un percorso di soluzione della crisi, che è di fatto l’unico offerto dalla normativa vigente, vadano a compromettere tutto il difficile lavoro svolto fin’ora”
Il primo tentativo di vendere alcuni immobili, iscritti a bilancio (con terreni) per 9,2 milioni di euro, non è d b fi “S o immobili grandi, non faecisato Pasini, come riporun articolo di Italia Oggi di fine marzo. “Forse li cederemo più avanti e la situazione migliorerà Ora però con i nostri advisor abbiamo 60 giorni per preparare tutto I numeri indicano che sarà un concordato liquidatorio dei vari asset. Questo però non pregiudica che in seguito non si possa andare avanti con un amo d’azienda” Intanto le limpiadi sono alle porte
Il settore dell’ortofrutta è caratterizzato da dinamiche di mercato complesse, in cui la stagionalità, la variabilità qualitativa e la deperibilità dei prodotti rendono la definizione dei prezzi una operazione strategica e delicata. In tale contesto, il neuromarketing suggerisce spunti innovativi per comprendere e migliorare la percezione del prezzo, offrendo nuove prospettive ai professionisti del settore ortofrutticolo
Le decisioni d’acqui-
s t o n o n d i p e n d o n o da una valutazione
e s c l u s i v a m e n t e r a -
z i o n a l e : e m o z i o n i ,
s e n s a z i o n i e a s s o -
c i a z i o n i s p o n t a n e e ed inconsce giocano un ruolo fondamentale Il neuromarketing consente di analizzare in maniera approfondita come il cervello reagisce ai s e g n a l i r e l a t i v i a l prezzo Queste analisi forniscono indicazioni preziose per definire strategie di pricing in grado non solo di attrarre il cliente, ma di creare anche un legame emotivo con l’offerta, uscendo dalla logica di “commodity”, nella quale un prodotto risulta facilmente sostituibile.
le L’adozione di metodologie di neuromarketing permette di individuare quelle “leve emozionali” che rendono tale cifra non solo accettabile, ma addirittura attraente. Ad esempio, un approccio diverso nella presentazione del prezzo, nel packaging o nello storytelling può modificare la valutazione di quell’ortaggio o frutto, influenzando positivamente la decisione d’acquisto
Le neuroscienze si configurano come uno strumento efficace per comprendere come i diversi segmenti di mercato interpretino i valori economici e quali elementi comunicativi - come etichette, colori e designpossano rafforzare il valore percepito. Questo metodo permette di ottimizzare il messaggio, sviluppando campagne e packaging mirati che mettano in risalto non solo la q u a l i t à , m a a n c h e la dimensione emotiva, in linea con i valori e le aspettative dei clienti. Inoltre, l’impiego di tecniche neuroscientifiche facilita l’individuazione del punto di equilibrio ottimale tra costo e valore percepito, evitando politiche di prezzo troppo aggressive o, al contrario, troppo modeste nel riflettere il reale valore del bene
Nel settore ortofrutticolo, la formazione del prezzo si basa su molteplici fattori: costi di produzione, logistica, margini di distribuzione e, non da ultimo, la percezione del valore da parte del consumatore fina-
L’applicazione delle neuroscienze apre quindi nuove possibilità nel mondo dell’ortofrutta, permettendo di perfezionare il pricing e la comunicazione per rispondere meglio alle esigenze dei consumatori. Grazie a questo approccio, le aziende possono sviluppare strategie più mirate e un posizionamento solido, capace di sostenere una crescita concreta lungo l’intera filiera, dal campo allo scaffale della grande distribuzione
Eugenio Felice
S o s t e n i b i l i t à e r e d d i t i v i t à :
Preservare la biodiversità e garantire un futuro sicuro e prospero alle aziende agricole in Val Venosta. È questa la doppia sfida che VIP ha scelto di affrontare con un approccio concreto e lungimirante. Da un lato con l’impegno tangibile nella tutela della biodiversità e nella promozione di pratiche agricole rispettose dell’ambiente, dall’altro attraverso un modello economico cooperativo che assicura stabilità ai soci
Un principio fondamentale di VIP - Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta, consiste nella promozione attiva della biodiversità, attraverso misure mirate nei frutteti. “Il mercato e la grande distribuzione richiedono un impegno dimostrabile nella promozione attiva della biodiversitàspiega la sustainability manager Viktoria Alber.
VIP sostiene, nel rispetto delle direttive Bioland, tante azioni concrete: la costruzione di muri come luoghi di ritiro, la presenza di cassette nido, strisce fiorite e siepi Oltre il 70% delle aziende agricole di un ampio campione preso in esame ha piantato delle siepi nei meleti e oltre la metà ha piantato cespugli perenni, mentre il 40% ha alberi isolati ad alto fusto”
Per garantire la tracciabilità delle misure intraprese, il Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura dell’Alto Adige ha sviluppato ELLA, il Modulo di Rilevamento degli Habitat Agricoli L’obiettivo entro l’anno di produzione 2025 è fare in modo che, tramite ELLA, tutte le aziende documentino le proprie misure di biodiversità
Particolarmente significativa è poi l’attenzione messa in campo per la protezione delle api. Ne è un esempio la collaborazione con gli apicoltori locali, che ha lo scopo di proteggere l’habitat delle api. Per far fronte al periodo povero di cibo che intercorre tra la fioritura del melo e il trasferimento degli alveari ad altitudini più elevate, VIP ha creato dei veri e propri pascoli per le api, in grado di fornire loro il polline e il nettare di cui hanno bisogno, uno sul Monte Sole (Laces) e uno sul Monte Sole di Corzes (Silandro).
La sostenibilità economica è un altro dei pilastri che contraddistingue l’impegno di VIP verso i suoi 1500 produttori soci e le loro famiglie. Il Consorzio genera dalle loro mele, sia quelle da agricoltura integrata che quelle bio, il miglior rendimento possibile, anche per rendere la frutticoltura un ’attività soddisfacente per le nuove generazioni Le aziende in media hanno una dimensione non superiore ai 3 ettari, ciò rende il ruolo del Consorzio particolarmente significativo.
La sostenibilità economica viene garantita dal sistema cooperativo, dalla centralizzazione dei servizidalla commercializzazione alla logistica, e dall’assiduo impegno nel garantire una qualità globale
“
| Carlotta Benini
G a v i n a i n B l a c k ” : l ’ a n g u r i a
Gavina in Black è la nuova mini anguria senza semi e a buccia scura di OP Campidanese, pensata per rispondere alla crescente domanda di formati compatti e anti-spreco. Con un peso medio di 1,5 chili e una shelf life superiore, ha già conquistato l’interesse della Gdo. “Dopo i test di successo dello scorso anno, abbiamo investito 25 ettari su questa nuova varietà”, rivela il direttore commerciale dell’OP sarda, Salvatore Lotta
È una nuova, rivoluzionaria anguria mini, anzi micro: pesa infatti mediamente 1,5 chili È senza semi e molto dolce, come Gavina - fiore all’occhiello dell’offerta estiva a marchio L’Orto di Eleonora - ma è ancora più piccola. La vera novità, però, è il colore: infatti è a buccia scura. Si chiama “Gavina in Black” ed è l’ultima esclusiva di Agricola Campidanese, pronta a un ’estate 2025 che si preannuncia “ a dir poco interessante”, anticipa il direttore commerciale Salvatore Lotta: “Abbiamo grandi aspettative Oltre ai programmi confermati su Gavina, l’inserim della novità Gavin Black porterà nu clienti. In Italia m gruppi sono inter sate a un prodot p i c c o l o , a b u c c scura e senza sem Questo nuovo for mato si inserisce in quella nicchia presidiata dall’anguria nera a fette, che l’estate scorsa ha registrato un vero exploit in Gdo”
Proposta premium, formato anti spreco: è sempre più richiesto dai consumatori per praticità, prezzo e sostenibilità. Con un peso tra 1,2 e 2 kg, Gavina in Black risponde al trend, offrendo una soluzione facilmente trasportabile e conservabile All’estero la varietà ha già ottenuto riscontri molto positivi “Nel 2024 avevamo 10 ettari, oggi sono 25 - spiega Lotta - I buyer europei hanno aumentato i programmi e anche quattro catene italiane hanno deciso di puntare su questa novità e la inseriranno nei loro scaffali”.
Dal punto di vista organolettico, Gavina in Black mantiene le eccellenti qualità della Gavina classica: dolce, croccante, compatta e senza semi. Ma offre una h lf lif i di lmeno 20-25 giorni In Sarvato condizioni ideali per ere al meglio il suo potenziale “Le angurie a buccia scura - conclude Lotta - registrano un trend in crescita. Il colore le rende premium, ma sono anche gustose, stabili da coltivare e di calibro contenuto Gavina in Black interpreta perfettamente le nuove esigenze di consumo: si onserva ovunque, anche uori frigo, ed è perfetta per ngle e coppie”.
Pioniera nella ricerca contro il Tomato Brown Rugose Fruit Virus (ToBRFV), BASF | Nunhems punta su una gamma completa di varietà resistenti, performanti e a elevato gusto e shelf life, dal ciliegino al pomodoro a grappolo, per supportare concretamente gli agricoltori. Daivion F1 è solo il capofila di un portafoglio in evoluzione, supportato da portinnesti innovativi e nuovi ibridi in fase di lancio
Negli ultimi cinque anni il Tomato Brown Rugose Fruit Virus (ToBRFV) ha rivoluzionato il mercato del pomodoro fresco, imponendo nuove sfide agli operatori della filiera. BASF | Nunhems ha risposto da protagonista, puntando su ricerca, genetica e innovazione per sviluppare varietà resistenti e performanti, capaci di supportare concretamente gli agricoltori nella gestione di questa minaccia.
“Le varietà Nunhems resistenti al ToBRFV offrono produttività elevata, sanità della pianta e un gusto eccellente, mantenendo colore e aspetto ideali per il consumatore”, spiega Andrea Abbate, area sales manager Sicilia ed account manager pomodoro fresco di BASF | Nunhems.
Fiore all’occhiello è Daivion F1, nuovo ibrido di ciliegino pensato per i cicli autunno-invernali siciliani
Combina alta resa, internodi corti - per una gestione efficiente e meno onerosa - e caratteristiche al top:
colore rosso intenso, 25-30 grammi di peso medio, elevato grado brix e buona resistenza al cracking. Il grappolo compatto ed elegante ne favorisce il confezionamento sia per la Gdo che per i mercati generali. BASF | Nunhems investe anche nei portinnesti, con Dreampower F1 che rappresenta la nuova generazione, dotato di ampio spettro di resistenze (incluso il ToBRFV), vigoria medio-alta e ottimo bilanciamento vegetativo-generativo. Ideale per cicli medi e lunghi, migliora qualità e stabilità della coltura. Il miglioramento genetico prosegue anche nel segmento del pomodoro a grappolo. “C’è grande fermento”, conferma Jacopo Leggi, sales s p e c i a l i s t p o m o d o r o f r e s c o Centro-Sud Tra le novità, c’è Mohikan F1: resistente al ToBRFV e ad altri patogeni, è ideale anche per i cicli invernali. Ha frutti uniformi e di colore rosso intenso e brillante, di qualità eccellente, si a d a t t a a l l a r a c c o l t a s i a a grappolo che a frutto singolo
Due nuove varietà - Cabosur e Cabosol - sono poi in fase di t e s t c o m m e r c i a l e : g r a p p o l i compatti e uniformi, perfetti per il confezionamento in vaschetta, padellone e box
In sviluppo anche nuovi materiali in altri segmenti, tra cui NUN 6142, primo pomodoro oblungo sul mercato con doppia resistenza a TYLCV (Tomato yellow leaf curl virus) e ToBRFV. “Stiamo lavorando anche su altri segmenti - datterino, midi plum e pomodoro oblungo - e già dalla prossima stagione introdurremo nuovi materiali innovativi”, concludono i tecnici di BASF | Nunhems
Le n i ’ s : i n o g n i s u o s u c c o
l ’ e s s e n z a d e l l ’ A l t o A d i g e
I pendii dell’Alto Adige, costellati di distese di meli in fiore, preludono a un ra c c o lto d i q u a lità c h e si tra d u c e n e i succhi Leni’s. Dietro questa limpida esperienza di gusto si cela VOG Products una cooperativa agroalimentare solida e radicata nel territorio La sua peculiarità è il modello produttivo che si fonda su una stretta collaborazione con una rete di cooperative melicole espressione dell’impegno di 6.000 produttori
Figure come Mirko e Melanie (in fot o) rappresentano la dedizione e la competenza che animano questa filiera La loro storia testimonia il profondo legame che unisce i produttori VOG Products alla loro terra e al loro lavoro: il loro progetto nel settore melicolo ha radici nell’Unterwiester-Hof sopra Merano, nel cuore dell’Alto Adige.
Qui si trova il maso di famiglia di Melanie, dove Mirko lavora al suo fianco. Melanie, pur continuando la sua attività di insegnante, è parte attiva nella gestione e cura dei meleti In queste zone vocate, caratterizzate da un clima ideale per la coltivazione della mela, i frutti vengono coltivati con rigorosi standard qualitativi
Ogni fase del processo produttivo è improntata al rispetto per l’ambiente e alla costante ricerca dell’eccellenza. VOG Products si configura come custode di questa tradizione e di questa qualità Ogni quinta mela prodotta in Alto Adige viene trasformata attraverso processi tecnologicamente avanzati che mirano a preservare integralmente la freschezza e le caratteristiche organolettiche del frutto. Ciò si traduce in una purezza autentica del succo Leni’s - un succo diretto senza zuccheri aggiunti.
Filiera corta. L’unicità di Leni’s è intrinseca alla sua filiera corta e integrata, dove la materia prima proviene direttamente dai soci di VOG Products, ossia le cooperative melicole altoatesine Questo legame diretto assicura una tracciabilità completa e un elevato standard qualitativo. Ogni bicchiere di succo Leni’s è il risultato della competenza e della dedizione di oltre seimila famiglie di agricoltori, il cui lavoro quotidiano contribuisce a creare un prodotto distintivo
La storia di Mirko e Melanie è rappresentativa dello spirito di una vasta comunità di produttori che, con la loro passione e il loro sapere, costituiscono il fondamento dell’eccellenza frutticola dell’Alto Adige. Le spremute Leni’s sono l’espressione genuina di questo impegno, l’essenza del sole e della ricchezza di un territorio vocato. La spremuta di mela Leni’s esprime il gusto classico e delizioso delle mele 100% alpine, con soli ingredienti naturali
Gelmetti (die t is t a)
D a l l ’ i n t e s t i n o a l l a g l i c e m i a ,
l e f i b r e m i g l i o r a n o l a s a l u t e
Le fibre alimentari per noi umani sono indigeribili e inassorbibili. Le loro prop r i e t à d e r i v a n o d a l f a t t o c h e , e s s e n d o appunto inassorbibili, vengono fermentate a livello del colon. Uno dei benefici principali delle fibre è ridurre l’impatto glicemico. Le fibre favoriscono un buon transito intestinale e hanno effetto ripulente dal colesterolo cattivo. Grazie al loro potere saziante, le fibre sono anche ottime alleate per la perdita di peso
Le fibre alimentari sono parte della famiglia dei carboidrati chiamati polisaccaridi Per noi umani sono indigeribili e inassorbibili, dato che non possediamo un intestino tanto lungo per farlo. Vengono solitamente distinte in due categorie: quelle solubili (legumi e frutta) e quelle insolubili (cereali integrali e verdure). Per godere delle loro proprietà si consiglia l’assunzione di circa 25-30 grammi di fibre al giorno, in rapporto 3:1 insolubili:solubili Uno dei benefici principali delle fibre è ridurre l’impatto glicemico Ogni alimento ricco di carboidrati è un’im tante fonte di ene m a a l c u n i a l i m e raffinati (come z cheri e farine bia che) potrebbero fo nire energia a rap d o a s s o r b i m e n t che può alzare in modo molto rapido lo zucchero nel sangue. Ecco che int er vengono l e fibre: se ad alimenti raffinati a c c o p p i a m o fonti di fibre,
questo picco non sarà più così marcato, anzi Aggiungere verdura, frutta, legumi o preferire alimenti integrali invece che raffinati riduce notevolmente l’assorbimento di questi carboidrati grazie ad un rallentamento del loro transito.
A livello intestinale le fibre sono fondamentali nella formazione della massa fecale Non essendo digeribili vengono eliminate, producendo i nostri prodotti di scarto Le fibre hanno anche potere “ripulente” dal colesterolo cattivo Un buon transito intestinale è in grado di prevenire inoltre molte patologie intestinali, come i diverticoli, tumori del colon retto, oltre ovviamente alla stipsi.
L’assunzione di fibre può essere infine un ’ottima alleata per la perdita di peso, grazie al loro potere saziante Le fibre inoltre riducono l’assorbimento di anti-nutrienti e grassi: associare sempre verdure a dei pasti ipercalorici può migliorare il loro impatto sul programma di perdita di peso dato che parte delle calorie in eccesso assunte vengono effettivamente eliminate con le feci.
Per assumere la quantità di fibre consigliata basta consumare all’incirca: a colazione uno yogurt bianco accompagnato da cereali integrali o un panino integrale; a pranzo un piatto di pasta o riso o altro cereale integrale o del pane integrale, accompagnato da ’ bb d i à di verdura e dei legumi; a tegrali, accompagnate da oteine e un altro piatto abbondante di verdure.
E la frutta? Potete inserire due porzioni di frutta al giorno, circa 200 grammi per porzione, durante gli spuntini di metà mattina e metà p o m e r i g g i o , c o n f r u t t a secca a guscio o dei semi oleosi. Ricordate di bere sempre tanta acqua per migliorare il lavoro delle fire e garantire la loro veloe ed efficace funzionalità!
Per i fornitori di ortofrutta è Esselunga in cima alle preferenze Eugenio Felice
Torna Top Fresh Retailer per premiare i gruppi della d
giudizio dei più qualificati fornitori di ortofrutta. Se a livello generale la prima della classe resta Esselunga, c h e a n z i m
n ben quattro categorie speciali, nella top ten cresce il gruppo Megamark / Sole 365 della famiglia Pomarico Lidl si conferma al top tra i discount; doppio premio per Alì (Nordest e reparto) e Conad (Centro-Sud ed Mdd)
canismi che portano l’ortofrutta sul punto vendita
Quali sono i gruppi distributivi dove si può acquistare la migliore ortofrutta? Lo rivela un’indagine svolta dalla testata giornalistica di settore Fm, in collaborazione con SGMarketing, società specializzata in food strategy Un’indagine che ha coinvolto oltre 100 tra i più qualificati fornitori di ortofrutta della grande distribuzione attiva in Italia, fornitori che insieme generano ogni anno un fatturato di alcuni miliardi di euro Il risultato? Sono i premi Top Fresh Retailer, che intendono essere un riconoscimento per i gruppi distributivi più virtuosi e uno stimolo al miglioramento per tutto il sistema distributivo moderno. L’attenzione si concentra tutta sul reparto ortofrutta dei supermercati e sui mec-
I risultati. Esselunga risulta essere il gruppo distributivo preferito dai fornitori di ortofrutta. Oltre a vincere il primo premio assoluto come miglior gruppo distributivo operante in Italia, si aggiudica la prima posizione anche nelle categorie “il miglior gruppo distributivo dell’area Nordovest”, “il gruppo d i s t r i b u t i v o p i ù i n n o v a t i v o ” , “ i l gruppo distributivo più attento agli aspetti del sapore ” , “il miglior reparto ortofrutta d’Italia”, quest’ultimo in ex-equo con la padovana Alì Sulla vittoria di Esselunga incidono numerosi fattori: le condizioni economiche, la professionalità dei buyer, la capacità di programmazione e di fare partnership, l’apertura alle novità e la flessibilità nella gestione delle criticità, la logistica di approvvigionamento,
I premi Top Fresh Retailer sono il risultato di un’indagine svolta dalla testata giornalistica Fm, in collaborazione con SGMarketing, società specializzata in food strategy Un’indagine che ha coinvolto oltre 100 tra i più qualificati fornitori di ortofrutta della grande distribuzione attiva in Italia, fornitori che insieme generano ogni anno un fatturato di alcuni miliardi di euro
TOP FRESH RETAILER 2025 - IL MIGLIOR GRUPPO ITALIANO: ESSELUNGA
TOP FRESH RETAILER 2025 - IL MIGLIOR REPARTO ORTOFRUTTA: ALÌ ED ESSELUNGA (EX-EQUO)
TOP FRESH RETAILER 2025 - IL GRUPPO PIÙ INNOVATIVO: ESSELUNGA
TOP FRESH RETAILER 2025 - I CAMPIONI DELLA FOOD SAFETY: LIDL E COOP (EX-EQUO)
TOP FRESH RETAILER 2025 - I CAMPIONI DEL SAPORE: ESSELUNGA
TOP FRESH RETAILER 2025 - IL GRUPPO PIÙ BRAVO NELLO SVILUPPO DELLA MDD: CONAD
TOP FRESH RETAILER 2025 - IL MIGLIOR GRUPPO AREA NORD OVEST: ESSELUNGA
TOP FRESH RETAILER 2025 - IL MIGLIOR GRUPPO AREA NORDEST: ALÌ
TOP FRESH RETAILER 2025 - IL MIGLIOR GRUPPO AREA CENTRO SUD: CONAD PAC 2000A
l’attenzione agli aspetti della sostenibilità e della sicurezza alimentare.
I migliori per area geografica Sul podio dei “migliori” d’Italia vanno anche l’universo Conad, in seconda posizione, e il sistema Coop Italia, in terza posizione. Chiudono la top five Lidl Italia e Megamark, tra i gruppi leader del Sud Italia, associato a Selex GC. A svettare nel Nordest è il gruppo padovano Alì, associato a Selex GC, seguito da Aspiag Service, concessionaria per il marchio Despar in Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia, e il Gruppo Unicomm, con sede a Dueville (Vi) e associato a Selex
GC Nel Nordovest primeggia Esselunga, seguono Dimar, presente in Piemonte e aderente a Selex GC, e Coop Consorzio Nord Ovest. Venendo al Centro-Sud, il gruppo preferito dai fornitori di ortofrutta è Conad PAC 2000A, seguito a stretto giro da Megamark e dalla romana Ce Di Gros
I premi speciali. L’indagine ha approfondito anche alcuni aspetti particolari legati alla gestione dell’ortofrutta. Il miglior reparto, secondo i fornitori, lo hanno Alì ed
Esselunga (ex-equo), seguite da Sole365 / Megamark. Il gruppo che sta innovando di più è considerato Esselunga, seguita da Dimar e Alì Il gruppo più attento agli aspetti del sapore è nuovamente Esselunga, seguita da Coop Italia e Conad I campioni della sicurezza alimentare sono invece Coop Italia e Lidl Italia (ex-equo), seguite da Conad, Esselunga e Aldi, gruppo quest’ultimo da poco presente in Italia ma saldamente nelle posizioni di vertice in tutte le classifiche Il gruppo più bravo a sviluppare, infine, la propria marca del distributoreMdd è Conad, seguita a stretto giro da Coop Italia e un po ’ più distanziata da Esselunga.
“ Per Esselunga il repar to frutta e verdura riveste un’impor tanza fondamentale, poiché è lo spazio in cui accogliamo i clienti nei nostri supermercati e
dove la qualità e la freschezza, valori per Esselunga imprescindibili, trovano la loro massima espressione ” Esselunga
Esselunga sempre al top. Il gruppo distributivo che ottiene le maggiori preferenze in assoluto è, secondo i fornitori di ortofrutta, Esselunga, il colosso dei supermercati guidato per 50 anni da Bernardo Caprotti e oggi dalla figlia Marina Sylvia, con un fatturato 2023 di 9,3 miliardi di euro e una rete vendita composta da oltre 190 negozi che vanno dal Nord al Centro Italia (è ad Aprilia il punto vendita più a Sud)
Non si tratta di una novità ma di una riconferma, per Esselunga, avendo vinto il premio Top Fresh Retailer anche nelle ultime edizioni. Un premio che, lo specifichiamo, ha validità biennale e quindi vale anche per il 2026 Sul podio vanno anche Conad, seconda, e Coop Italia, terza Da segnalare il quarto posto di Lidl Italia, il quinto di Megamark / Sole 365 (Selex), il sesto di Aldi, il settimo di Dimar (Selex). Curiosità: nella top ten ci sono i discount di matrice tedesca Lidl e Aldi, ma non i “nostrani” Eurospin ed MD
E s s e l u n g a a r r i v a p r i m a a n c h e nelle categorie “il miglior gruppo distributivo dell’area Nordovest”, seguito a stretto giro da Dimar, “il miglior reparto ortofrutta d’Italia” (ex-equo con la padovana Alì della famiglia Canella), “il gruppo distributivo più innovativo” e “il gruppo distributivo più attento agli aspetti del sapore ” Si tratta di un primato a tutto tondo Così l’azienda ha commentato la vittoria del premio: “Per Esselunga il reparto frutta e verdura rive-
Da sinistra, Paolo Martinelli, direzione commerciale - acquisti Frutta e Verdura Esselunga; Giuseppe Mastrapasqua, direzione rete vendita, responsabile di prodotto Frutta e Verdura Esselunga; Alessandro Costanzo, direzione commerciale - acquisti Frutta e Verdura Esselunga
ste un’importanza fondamentale, poiché è lo spazio in cui accogliamo i clienti all’interno dei nostri supermercati e dove la qualità e la freschezza - valori per noi imprescindibili - trovano la loro massima espressione. L’offerta ortofrutticola nasce da un lavoro quotidiano che coinvolge diverse realtà della nostra azienda, permettendoci di offrire ogni giorno prodotti a l l ’ a l t e z z a d e l l e a s p e t t a t i v e d e i nostri clienti Siamo orgogliosi di r i c e v e r e q u e s t o r i c o n o s c i m e n t o , che testimonia anche la sinergia e la collaborazione proficua costrui-
ta negli anni con i nostri fornitori che vogliamo ringraziare”. La foto sopra la abbiamo scattata nello storico punto vendita di Limito di Pioltello, vicino alla sede di Esselunga, la mattina di venerdì 14 febbraio Nonostante l’orario, punto vendita come al solito molto affollato. Da sinistra, Paolo Martinelli, direzione commerciale - acquisti Frutta e Verdura Esselunga; Giuseppe Mastrapasqua, direzione rete vendita, responsabile di prodotto Frutta e Verdura Esselunga (tiene in mano il premio); Alessandro Costanzo, direzione commerciale - acquisti Frutta e Verdura Esselunga. Assente, per motivi di salute, Francesco Piacenti, a capo di tutto il settore ortofrutta. FRUITBOOK
“ Sapere che questo riconoscimento ci viene assegnato dai fornitori lo rende ancora più significativo perché solo attraverso una collaborazione trasparente possiamo garantire ai clienti prodotti non solo di altissima qualità, ma anche controllati e sicuri ” Eduardo Tursi (a.d. acquisti e marketing Lidl Italia)
SEDE
Limito di Pioltello (MI)
Bologna (MO)
Casalecchio di Reno (BO)
Arcole (VR)
Trani (BT)
Verona (VR)
Cherasco (CN)
Ponte Felcino (PG)
Villanova di Castenaso (BO)
Padova (PD)
I campioni della Food Safety. Le realtà che raccolgono il maggior numero di indicazioni dai fornitori di ortofrutta nella categoria “il gruppo distributivo più attento alla sicurezza alimentare” sono due: Lidl Italia e Coop Italia. Essendo i due gruppi distributivi considerati praticamente alla pari per questa particolare categoria, si è deciso di dare a entrambi il premio Top Fresh Retailer 2025, quindi il primo posto ex-equo, come succede alle Olimpiadi in alcune discipline come il salto in alto. Seguono in seconda posizione Conad, in terza Esselunga, in quarta
A l d i I t a l i a e i n q u i n t a , m o l t o distaccata, Carrefour. Lidl Italia peraltro ha già vinto in edizioni precedenti del premio, sia nella categoria “il gruppo distributivo più innovativo”, che nella categoria “il gruppo distributivo più attento alla sicurezza alimentare”. Ancora,
Lidl Italia è l’unica tra le insegne di “convenienza” operanti in Italia a vincere un Top Fresh Retailer 2025
“È un grande orgoglio ricevere nuovamente il premio Top Fresh Retailer nella categoria “food safety” Questo riconoscimento - dichiara Eduardo Tursi, amministratore delegato acquisti e marketing di Lidl Italia - corona anni di quotidiano lavoro sulla qualità e la sicurezza dei nostri prodotti attraverso un sistema integrato fatto di prevenzione, controlli e verifiche programmate e strutturate. Il processo ha inizio dall’attenta selezione dei fornitori ai quali, oltre al rispetto di elevati standard qualitativi, richiediamo la certificazione GlobalGAP, il cui protocollo garan-
tisce produzioni sicure, tracciabili e rispettose dell’ambiente Sapere che questo premio ci viene assegnato dai fornitori lo rende ancora più significativo perché solo attraverso una collaborazione trasparente possiamo garantire ai clienti prodotti non solo di altissima qualità, ma anche controllati e sicuri”.
Ma, dicevamo, i vincitori del premio per la sicurezza alimentare sono due, Lidl Italia e Coop Italia L’impegno di “ mamma ” Coop per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti messi a scaffale e per offrire ai consumatori frutta e verdura più sana parte da lontano: la strategia di riduzione dei pesticidi rispetto ai limiti di legge di Coop Italia è iniziata infatti già nel 1993 con la raccolta di firme “Disarmiamo i pesticidi”.
“Come Sistema Coop siamo onorati e grati di ricevere il premio Top
nostra squadra che con passione e dedizione lavora per garantire or tofrutta ad alti standard sia di sicurezza alimentare, che merceologica e organolettica ” Maurizio Brasina (direzione qualità Coop Italia)
Fresh Retailer 2025 nella categoria “sicurezza alimentare”, dichiara Maurizio Brasina, della direzione qualità Coop Italia. “Questo riconoscimento è il frutto dell’impegno quotidiano di tutta la nostra squadra, che con passione e d e d i z i o n e l a v o r a p e r g a r a n t i r e ortofrutta ad alti standard sia di sicurezza alimentare, che merceologica e organolettica. Un sistema complesso ci permette di raggiungere questi standard, dal controllo d e l l ’ i n t e r o p r o c e s s o p r o d u t t i v o (aziende agricole, magazzini di raccolta e centri di confezionamento), alla scelta di un capitolato sui pesticidi ben più stringente rispetto ai limiti stabiliti dalla legge, passando per i capillari controlli effettuati presso i nostri centri distribuzione per garantire il rispetto delle caratteristiche merceologiche defi-
nite a livello italiano ed europeo ” . “Il tutto - continua Maurizio Brasina - senza mai dimenticare il lungo e complesso lavoro per garantire sapore e freschezza nei nostri banchi vendita. Questo premio è quindi un attestato del nostro s f o r z o c o n t i n u o p e r m i g l i o r a r c i ogni giorno per garantire ortofrutta sicura, di qualità, prodotta nel rispetto dell’ambiente Vogliamo ringraziare tutti i nostri collaboratori, i fornitori e i partner che contribuiscono in maniera fondamentale a raggiungere questi importanti traguardi. Un grazie sincero va anche ai nostri soci e clienti, per la loro fiducia dimostrata attraverso i loro acquisti quotidiani”
I più bravi a sviluppare la Mdd È Conad, leader in Italia nella grande distribuzione con un fatturato 2024 di 21,1 miliardi (+4,5% sul 2023) e un’incidenza della marca del distributore - Mdd pari al 33,7% nel canale supermercati, più alta rispetto alla media italiana La Mdd Conad ha sviluppato un fatturato di 6,3 miliardi di euro nel 2024, realizzato con oltre 700 imprese italiane.
“Siamo onorati di ricevere il premio “Top Fresh Retailer 2025categoria Mdd” Vorrei ringraziare per questo importante riconoscimento i nostri fornitori di ortofrutta, che svolgono un ruolo fondamentale nel successo della nostra Mdd. L’ortofrutta rappresenta circa il 10% delle vendite nei nostri negozi Conad, con una quota Mdd superiore al 45% e performance
“ Siamo felici di ricevere questo riconoscimento che conferma la nostra strategia legata ad una crescita costante insieme a quelli che da sempre chiamiamo par tner e non fornitori, con cui condividiamo obiettivi e pianifichiamo e programmiamo i fabbisogni ”
positive sia a valore sia a volume”, dichiara Alessandra Corsi, direttrice marketing dell’Offerta e Mdd. “Nel 2025, continueremo a investire sui principali macrotrend di consumo: servizio, indulgence e sostenibilità, sempre mantenendo un equilibrio tra qualità e prezzo Inoltre, anche nel reparto ortofrutta, stiamo espandendo la nostra offerta di prodotti dedicati al benessere a marchio Piacersi Conad, introducendo nuovi mix di frutta secca senza guscio, una nuova linea di legumi decorticati e, nei primi piatti pronti freschi, le zuppe e i piatti bilanciati”
Conad prima anche al Centro-Sud. Il partner che ottiene le maggiori preferenze nel l ’ a r ea Ce n tr o-S u d Italia è, secondo i fornitori di ortofrutta, Conad PAC 2000A, la mag-
giore delle cooperative associate a Conad, con un fatturato 2023 di 5,28 miliardi di euro (+9,2% sul 2022), un utile netto di 55 milioni di euro, 1 083 soci imprenditori e circa 1.500 punti vendita. Nel 2023 la rete vendita ha raggiunto un fatturato di 7,19 miliardi di euro (+9,4% sul 2022) con una quota di mercato complessiva nei territori in cui opera del 20,2% Non si tratta di una novità per PAC 2000A ma di una riconferma, avendo vinto il premio Top Fresh Retailer anche nelle precedenti edizioni per l’area Centro-Sud Italia. Sul podio vanno anche il gruppo Megamark / Sole 365, secondo tra le preferenze, e la romana Ce Di Gros, terza
“Siamo felici di ricevere questo riconoscimento che conferma la nostra strategia legata a una crescita costante insieme a quelli che da sempre chiamiamo partner e non fornitori. Avere in comune obiettivi, pianificare e programmare i nostri fabbisogni, ci ha permesso, nel tempo, di stringere un legame solido e trasparente, fatto di azioni concrete che hanno portato ad aumentare la competitività della nostra azienda. In un mercato che ha forti oscillazioni di prezzo e offerta, la riduzione dei costi passa proprio per una programmazione attenta di anno in anno, e una condivisione di progetti legata a prodotti e servizi. Colgo l’occasione per ringraziare tutta la mia squadra e il nostro Consorzio Nazionale”, dichiara Michele Capoccia, responsabile divisione ortofrutta
“
Il 2 024 ha visto, per il repar to, un’incidenza media del 13,5 per cento. Questo premio è frutto dell’impegno quotidiano dei nostri collaboratori di repar to, che con passione e professionalità lavorano nei negozi per offrire ai nostri clienti il meglio, ogni
giorno ” Giuliano Canella (direttore comm.le freschi Alì Spa)
Area e reparto: doppietta per Alì
Il partner che ottiene le maggiori
p r e f e r e n z e n e l l ’ a r e a N o r d e s t è , secondo i fornitori di ortofrutta, la padovana Alì Supermercati, guidata dalla famiglia Canella, gruppo associato a Selex GC con circa 120 supermercati e un fatturato che nel 2023 ha raggiunto 1,4 miliardi di euro, con più di 4 600 collaboratori Si tratta peraltro dell’unico gruppo associato a Selex a vincere il Top Fresh Retailer 2025. Per l’area Nordest seguono Aspiag Service, seconda, e Unicomm, terza. Non solo, Alì si è classificata prima anche nella categoria “il mi-
glior reparto ortofrutta d’Italia”, primato che condivide con Esselunga. Quindi, in realtà, Alì si aggiudica due premi Top Fresh Retailer 2025.
“Siamo estremamente orgogliosi di ricevere il premio Top Fresh Retailer 2025 per l’area Nordest e il riconoscimento come miglior reparto ortofrutta d’Italia I risultati del 2024, per Alì, confermano che l’ortofrutta si mantiene su livelli altissimi, dove qualità e servizio sono
al centro delle nostre strategie commerciali Il 2024 ha visto, per il reparto, un incremento del fatturato del 4,30%, con un’incidenza media sullo scontrino del 13,5% e picchi fino al 18% in alcuni negozi. Questo premio è frutto dell’impegno quotidiano dei nostri collaboratori di reparto, che con passione e professionalità lavorano per offrire ai nostri clienti il meglio, ogni giorno A loro va il nostro più sentito ringraziamento”, dichiara Giuliano Canella, vice presidente Alì Spa e dir. commerciale freschi.
Per la prima volta nella Chiquita House si è parlato al grande pubblico del progetto Yelloway
Eugenio Felice
Con la seconda edizione della campagna Pop by Nature, Chiquita riconferma il legame tra natura e arte con una c a m p a g n a m u l t i c a n a l e , f i r m a t a d a l l ’ a r t i s t a S e b a s t i a n Curi, che spazia tra installazioni interattive, placement di grande impatto - nella foto la Chiesa degli Scalzi a Venezia - e una collezione di sticker in edizione limitata ispirata all’intelligenza artificiale Grande successo per la Chiquita House durante la Design Week di Milano, con il debutto per il grande pubblico di Yelloway One
Il 2025 segna per Chiquita il secondo anno della campagna “Pop by Nature”, che consolida il legame che unisce l’iconicità del brand con il mondo dell’arte pop. Dopo il successo della prima edizione, in collaborazione con l’artista brasiliano Romero Britto, la banana Chiquita ritorna protagonista di una nuovissima reinterpretazione artistica, quest’anno grazie al contributo dell’artista e illustratore argentino di fama internazionale Sebastian Curi.
Il cuore della campagna “Pop by Nature”, rappresentato dall’artwork che ha realizzato l’artista in esclusiva per Chiquita, celebra la banana come il frutto pop per eccellenza: un simbolo immancabile della nostra quotidianità, capace di portare nutrimento, energia e colore al mondo. “Con Pop by Nature desideriamo consolidare il legame di Chiquita con la Pop Art, celebrando un universo di colori vivaci, design originali e un ’energia intrisa di freschezza tropicale”, ha affermato Mariaelena Paragone, head of global brand building strategy di Chiquita. “Grazie all’eccezionale
visione creativa di Sebastian Curi, Pop by Nature si arricchisce di una impronta unica, consacrando le nostre iconiche banane come simbolo indiscusso della Pop Art. Siamo orgogliosi di questa campagna, che ci consente di esprimere, insieme agli artisti con cui collaboriamo, l’immenso potenziale creativo del brand, fonte di ispirazione continua per tutti noi che ne facciamo parte e, ci auguriamo, anche per i nostri affezionati consumatori”.
Mariaelena Paragone, head of global brand building strategy Chiquita, Marco Volpi, chief of global marketing Chiquita, e, al centro, l’artista Sebastian Curi, al taglio del nastro della Chiquita House il 7 aprile. Nella fdoto sotto: le serre in Olanda per lo sviluppo del progetto Chiquita Yelloway
“ La campagna Pop by Nature prosegue con l’energia creativa di Sebastian Curi. Vogliamo sorprendere e intrattenere il nostro pubblico raccontando, attraverso l’ar te, l’innovazione e la tecnologia, i valori che rendono le banane Chiquita un’icona globale ” Mariaelena Paragone (brand building str. Chiquita)
La campagna è stata lanciata ufficialmente il 1° febbraio a Venezia, con un placement esclusivo sulla Chiesa degli Scalzi (fot o a lat o), per proseguire in altre città italiane e con attivazioni speciali a Milano, di cui la più importante è stata la Chiquita House durante la Design Week di aprile. Nel cuore di Brera, la Chiquita House ha accolto i visitatori in un percorso multisensoriale per celebrare la banana Chiquita, autentica icona pop, con ambientazioni vivaci e sorprendenti, ispirate allo stile ironico e dinamico di Sebastian Curi, che hanno dato forma a scene di vita quotidiana reinterpretate in chiave pop, in un mix unico di interazione, emozione e colore, per un pubblico di tutte le età
L’esperienza di Chiquita House si è arricchita quest’anno di un ’ area dedicata alla scoperta dell’impegno di Chiquita per la sostenibilità, con particolare attenzione al progetto Yelloway e a Yelloway One, il nuovo ibrido di banana resistente alle malattie fungine più distruttive per la produzione globale, una rivoluzione che segna un passo concreto verso un ’agricoltura più sostenibile e resiliente. “È la prima voltaci ha spiegato Mariaelena Paragone - che portiamo all’attenzione del grande pubblico questo progetto, lanciato un paio di anni fa nel b2b Lo lanciamo in questo palcoscenico particolare, quello del Fuori Salone, dove tutti i brand lanciano le loro innovazioni di prodotto, ci è sembrata la vetrina ideale per poter parlare di Yelloway ai consu-
matori”. “Stiamo parlando di una nuova categoria di banane - precisa Mariaelena Paragone - sempre della varietà Cavendish. Yelloway One è il primo prototipo di banana che è resistente a due delle malattie fungine più distruttive per le piantagioni delle banane, cioè Black Sigatoka e TR4. Un messaggio importante da passare al consumatore è che non si tratta di OGM ma di natural breeding, non c’è alcuna forzatura genetica È un progetto che lavora sul medio-lungo periodo: le piante sono ancora giovani, nelle nostre green house in Olanda, per la fase commerciale ci vorranno ancora alcuni anni. In can-
tiere abbiamo il lancio di un canale social dedicato, perché vogliamo raccontare questo progetto a 360 gradi e permettere al consumatore di poter seguire passo passo con noi lo sviluppo del programma ” E a proposito di canali social, la campagna “Pop by Nature” è on air da febbraio anche su Meta e Tik Tok con contenuti dedicati e numerose iniziative. L’arte inoltre è protagonista di una serie di 12 esclusivi bollini in edizione limitata, ispirati al mondo dell’arte AI, che hanno fatto da apripista al lancio di un tool sviluppato dal brand, il Chiquita AI Artwork Generator, con il quale gli utenti possono divertirsi a c r e a r e e c o n d i v i d e r e i n f i n i t e combinazioni di bollini.
Eugenio Felice
L’Area Studi Mediobanca ha presentato il 31 marzo la nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale a prevalenza alimentare che aggrega i dati economico-patrimoniali di 124 aziende nazionali e 31 maggiori player internazionali per il periodo 20192023. Nel 2024, con inflazione pressoché nulla, si stima una crescita delle vendite della Gdo italiana del 3% sul 2023. Nell’ultimo quinquennio il campione di utili è stato Eurospin, con ben 1,56 miliardi di euro
Nel 2024, con inflazione pressoché nulla, l’Osservatorio dell’Area Studi Mediobanca stima una crescita delle vendite della Gdo italiana del 3% sul 2023, che segue un biennio in cui l’aumento generalizzato dei prezzi ha spinto le vendite del 7,6% nel 2022 e del 7,7% nel 2023 Nel 2023 l’aggregato dei maggiori gruppi italiani della Gdo a prevalenza alimentare ha realizzato un fatturato netto pari a 109,6 miliardi di euro (Iva esclusa), di cui 14,7 miliardi in capo a operatori a controllo estero (13,4% del totale). Tra il 2019 e il 2023, le vendite sono aumentate del 28% con un tasso medio annuo del 6,4% Nel quinquennio 2019-2023, i costi del lavoro dei retailer nazionali rappresentano mediamente il 9,8% del fatturato, quota in aumento di 0,2 punti percentuali nel 2024 (anno del rinnovo del CCNL Distribuzione Moderna Organizzata) Margini in miglioramento nel 2023: EBIT margin al 2,9% (2,5% la media del quinquennio), Roi al 7,4% (5,8% la media) che si confronta con l’8% del settore Food&Beverage (i fornitori). In ripresa nel 2023 gli inve-
s t i m e n t i m a t e r i a l i : + 1 8 , 7 % s u l 2022. Il 90% delle imprese nel 2023-2024 ha effettuato investimenti per ristrutturazioni di punti di vendita già esistenti, l’80% per nuove aperture
Nel 2023 i discount non sono più così irraggiungibili: il loro fatturato è cresciuto del 9,2% sul 2022, non lontano dal +7,3% degli altri operatori, registrando un tasso medio di crescita delle vendite tra il 2019 e il 2023 del 9,3% (+5,7% gli altri) Spicca la marginalità: l’EBIT margin dei discount si attesta nel 2023 al 4,8%, staccando il 2,3% degli altri gruppi, così come per il Roi, al 16,5% (5,9% gli altri operatori). Meno performanti gli operatori a controllo straniero che tra il 2019 e il 2023 registrano una crescita media annua del fatturato del 4,3% (+6,7% gli operatori italiani) con EBIT margin 2023 all’1,3% (3,1% per gli operatori nazionali) e Roi al 5% (7,6% gli italiani). Brillano per vendite le aziende meridio-
nali, +9% medio annuo sul 2019, +6,3% le imprese del Centro Italia mentre gli operatori del Nord-Est risultano più dinamici di quelli del Nord-Ovest (+6,2% vs +3,9%).
Uno sguardo all’estero Nel 2023 i maggiori retailer internazionali hanno registrato un fatturato che oscilla tra i 582 miliardi di euro della statunitense Wal-Mart e i 21 miliardi della canadese Empire. La maggiore proiezione internaziona-
le è della portoghese Jeronimo Martins (79,7%, per due terzi in Polonia), dell’olandese Ahold Delhaize (78,9%), seguita dalla giapponese Seven & i (74,7% principalmente nel Nord America) e dalle francesi Carrefour (54,1%) ed EloAuchan (48,2%). Il panel internazionale esprime un Roi medio nel 2023 pari al 9,5%, in aumento rispetto al 9,2% del 2022 Quanto a vendite per metro quadro al netto di Iva sul proprio mercato domestico, Esselunga con 15.971 euro per mq supera tutti i principali operatori internazionali. A distanza le britanniche Tesco (13.701 eu-
M e d i o b a n c a e m e r g e c h e , p e r a f f r o n t a r e i l f u t u r o , oltre i tre quar ti degli operatori reputano essenziale investire in capitale umano, mentre sette su dieci attribuiscono priorità allo sviluppo della tecnologia, con un focus nell’intelligenza ar tificiale generativa.
ro) e J Sainsbury (12 248 euro), la canadese Empire (12 128 euro) e l’altra britannica Morrisons (11 829 euro), seguite dalle australiane Woolworths (11.634 euro) e Coles (11.192 euro).
Campioni italiani La siciliana Radenza Group - prima Crai e ora Coop - ha realizzato la maggiore crescita del fatturato tra il 2019 e il 2023: +15,3% medio annuo, seguita da In’s Mercato (+14,9%), Tatò Paride (+12,2%) e Agorà (+10,8%). Nell’ultimo anno, il 2023, primeggia ancora In’s Mercato (+16% sul 2022), Radenza Group (+15,2%) e Agorà (+14,2%) seguite da RetailPro (+11,5%), Selex (+11,1%), Cive (+11%), Eurospin (+10,6%) e Sait (+10,2%). EBIT margin 2023 più elevati per i discount Cive con il 7,2% del gruppo Eurospin e la stessa Eurospin con il 6,7%; segue in
terza posizione AZ, che è master franchisee di Coop Alleanza 3.0 e opera in Calabria, con il 5,6%. La classifica per l’indice di redditività del capitale investito (Roi) vede sul podio: di nuovo Radenza Group con il 26,9%, seguita da AZ al 23,7% ed Eurospin (21,3%) a cui si avvicinano In’s Mercato (20,6%) e Prix Quality (19,3%). Eurospin si afferma regina di utili cumulati tra il 2019 e il 2023: 1,56 miliardi di euro, superando VéGé a 1,33 miliardi e Selex, 1,29 miliardi PAC 2000 A (Gruppo Conad) è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2023 pari a 4 ,63 miliardi, seguita da Coop Alleanza 3.0 a 4,12 miliardi e da Conad Nord Ovest a 3,09 miliardi che precede Unicoop
Firenze a 2,96 miliardi. Il prestito soci del sistema Coop segna un ’ulteriore decrescita e passa dagli 8 miliardi del 2019 ai 7,1 miliardi del 2023
Tra il 2019 il 2023 la quota di mercato dei sette gruppi della distribuzione organizzata, con esclusione delle due cooperative Conad e Coop, è cresciuta di 6,7 punti percentuali, anche grazie all’incremento delle basi associative VéGé è l’operatore che ha attratto il maggior numero di nuovi associati (sette), due dei quali già aderenti ad altre strutture (D.IT e C3). Nel 2023 emerge Agorà, grazie a marginalità (la più elevata del settore, con EBIT margin 5% e Roi 13,5%) e vendite, in crescita dal 2019 ad un tasso medio annuo del 10,8% Nel 2023 si attestano invece sotto la media del segmento i valori di VéGé (EBIT margin 3% e Roi 9,5%), con un fatturato in crescita del +6,6% medio annuo dal 2019. Ultime per EBIT margin Crai e Despar (entrambe 1,4%); quest’ultima si posiziona in coda anche per Roi (4,2%)
Le aziende della distribuzione organizzata con fatturato superiore a 500 milioni sono 26. I maggiori incrementi di fatturato nel 2023 sono di Magazzini Gabrielli (+23,2% sul 2022), Multicedi (+18,9%), Tigros (+18,3%) e Supermercati Tosano (+18,2%) Retail Evolution è il primo operatore per EBIT margin (7,8%), seguito da F lli Lando (6,3%) e Tigros (6%).
L’Op siciliana, che ha compiuto cinquant’anni nel 2024, cresce sulla strada della sostenibilità
Irene Forte
Colle d’Oro continua a guardare al futuro con i piedi ben saldi a terra, ancorati ai valori dell’azienda e alla tradizione orticola siciliana, ma pronti a intraprendere un nuovo percorso di sviluppo. L’Op siciliana fondata nel 1974 da Pietro Calabrese e dai suoi fratelli, e che oggi vede in prima linea i suoi tre figli, ha infatti scelto proprio questo traguardo per avviare un rinnovamento profondo, che parte dall’immagine - sito web e packaging - per abbracciare tutta la strategia aziendale
“La nuova immagine di Colle d’Oro è un segno tangibile del rinnovamento dell’azienda, che proietta il suo futuro nel solco della modernità, della sostenibilità e dell’innovazione - spiega Loredana Calabrese, responsabile amministrativa. La nuova veste grafica del sito, che offre un ’esperienza utente più intuitiva e dinamica, è il primo passo di un processo che coinvolge tutti gli aspetti della comunicazione aziendale”. Il portale rinnovato racconta non solo la gamma produttiva, ma anche la storia di una famiglia che ha fatto della qualità e del legame con il territorio la propria cifra distintiva Anche il logo è stato ripensato: “Colle d’Oro - Dal 1974 tradizione e qualità” è il nuovo payoff che sintetizza i valori fondanti dell’azienda e accompagna il restyling dei packaging.
L’oasi bio Accanto ai terreni coltivati, Colle d’Oro ha creato aree di biodiversità, recuperando zone degradate, piantumando una vegetazione autoctona e lasciando poi che la natura facesse il suo corso. “Ulivi, carrubi e piante spontanee
della macchia mediterranea migliorano la qualità del suolo e attirano impollinatori, fondamentali per le nostre colture”, racconta Salvatore Calabrese, responsabile delle produzioni.
All’interno di queste aree di biodiversità, Colle d’Oro ha realizzato l’Oasi Bio: qui la sostenibilità raggiunge l’apice Ovviamente il metodo di coltivazione adottato è esclusivamente quello biologico, che l’azienda ha spinto al massimo attraverso un esclusivo e innovativo
Salvatore, Loredana e Carmelo Calabrese guidano Colle d’Oro, Op siciliana leader nella produzione di orticole da agricoltura sostenibile. L’azienda è stata fondata nel 1974 da Pietro Calabrese (nella foto sotto) e dai sui fratelli In occasione del 50 esimo anniversario, Colle d’Oro ha avviato un rinnovamento profondo, che parte dall’immagine per abbracciare tutta la strategia aziendale Nella foto della pagina affianco uno dei prodotti di punta dell’Op siciliana: la Carota Novella di Ispica IGP
sistema di qualità che mette in pratica metodi sostenibili: risparmio idrico, tutela della biodiversità, energie rinnovabili, materiali naturali, assenza di sostanze inquinanti e cura del territorio. Ad esempio le serre sono circondate da aiuole fiorite che migliorano non solo l’impatto paesaggistico, ma anche la qualità del lavoro La sostenibilità passa anche dalla gestione idrica. “Abbiamo realizzato cinque bacini per il recupero delle acque piovane, che confluiscono in piccoli laghetti - prosegue Calabrese. Sono ambienti naturali che ospitano fauna acquatica e avifauna migratoria, come i fenicotteri”
Economia circolare e agricoltura rigenerativa. Colle d’Oro ha avviato un progetto di economia circola-
re volto a valorizzare gli scarti vegetali delle attività agricole Sono state create aree di stoccaggio per sterpaglie, fratte e residui di potatura Questi materiali, una volta sminuzzati grazie a un bio trituratore, vengono miscelati con letame animale per ottenere un ammendante naturale. L’obiettivo è duplice: arricchire la sostanza organica del suolo e ridurre l’uso di fertilizzanti chimici
Prodotti: paniere identitario e bio Identità, territorio e innovazione. Sono questi i pilastri della strategia commerciale di Colle d’Oro, che propone al mercato un paniere
distintivo e sempre più orientato al biologico. “Abbiamo una gamma che rappresenta la Sicilia agricola di qualità - spiega Carmelo Calabrese, responsabile commerciale e marketing -: dalla zucchina CRU, che produciamo e commercializziamo in esclusiva, alla Carota Novella di Ispica IGP, fino al Pomodoro di Pachino IGP. Tre referenze che raccontano chi siamo e dove lavoriamo: la territorialità si fa qualità Lo sviluppo futuro sarà focalizzato su una ulteriore crescita dei volumi di zucchine e carote, soprattutto nel segmento bio, ma anche su nuove sfide che vedranno la nostra azienda impegnata in nuove produzioni”. Complessivamente Colle d’Oro gestisce 800 ettari di superficie coltivata, il 60% in produzione integrata e il 40% bio “La
Colle d’Oro si trova a Ispica nella provincia di Ragusa, un territorio particolarmente vocato per la produzione di ortaggi di eccellente qualità L’azienda nasce negli anni Sessanta e può vantare un bagaglio fatto di esperienza, valori, conoscenza del territorio e scelte sempre coerenti con il cambiamento agricolo, grazie alla partecipazione delle nuove generazioni che hanno saputo modernizzare metodo logie produttive e di marketing Oggi il 40% della produzione è biologica Nel portafoglio prodotti ci sono zucchine, carote, pomodori ciliegino e datterino (anche nella versione nichel free) e la zucchina CRU
strategia è di sviluppare ulteriormente il canale della Gdo italiana, spingendo sul biologico, dove con la zucchina siamo leader di mercato - rimarca Calabrese. Parlando dell’export, invece, le piazze su cui lavoriamo maggiormente sono Germania e Inghilterra”.
Zucchina, CRU e Serra Demo La zucchina, in particolare, è il cuore della produzione, con varietà selezionate e pratiche agronomiche in continua evoluzione. Il progetto CRU da una parte, la Serra Demo dedicata a questa coltura dall’altra, pongono Colle d’Oro in una posizione di leadership su questo segmento “Negli ultimi anni abbiamo investito nel progetto CRU, una zucchina che si può consumare cruda, un ortaggio che spicca a scaffale per il colore verde vivo e le striature scure, dalla polpa e dalla buccia dolci e croccanti. Dopo aver
messo a regime il progetto negli anni scorsi, stiamo crescendo in termini di volumi e in questa campagna porteremo avanti ulteriori test per sviluppare la produzione estiva in areali del Centro-Nord Italia: un modo per ampliare il calendario della CRU attraverso collaborazioni strutturate con Op e aziende di altre aree ” . La zucchina CRU è al centro anche di attività promozionali. Il brand è infatti tra i protagonisti di Harvesting Happiness, la nuova campagna di comunicazione di Spettacoli alla Frutta L'innovazione, però, non si ferma qui “Anche grazie alla nostra Serra Demo possiamo sperimentare nuove soluzioni - prosegue Calabrese - nell’ottica di consolidare la
nostra leadership in questo segmento. Qui testiamo nuovi metodi di produzione, valutiamo nuove varietà ed è una struttura che mettiamo a disposizione delle case sementiere e dei nostri clienti per migliorare l’offerta di zucchina: l’obiettivo è di migliorare rese e qualità organolettica degli ortaggi”.
Più tecnologia in stabilimento. Nel nuovo corso di Colle d’Oro la tecnologia gioca un ruolo cruciale, anche nelle fasi post-raccolta Lo dimostrano gli investimenti recenti nel magazzino di confezionamento, in particolare sulla linea della carota. “Abbiamo installato due nuove selezionatrici ottiche Celox, sviluppate dalla Newtec - spiega Tony Solarino, responsabile magazzino di confezionamento e assicurazione qualità Colle d’Oro - Un investimento che ci consente di migliorare la selezione, eliminare le carote con difetti e valorizzare al massimo il prodotto”.
Le nuove tecnologie permettono di calibrare e confezionare con grande precisione Inoltre la nuova linea ha anche velocizzato il processo produttivo. “Riusciamo a rispondere in modo più puntuale alle richieste della distribuzione. E questo è un vantaggio competitivo importante. La tecnologia ci aiuta a essere più precisi, efficienti e competitivi - conclude Solarino - E rappresenta un tassello fondamentale del nostro impegno per una filiera sempre più sostenibile e di qualità”.
C
La questione riguarda anche le altre zone vocate in Italia
Eugenio Felice
L’allarme è stato lanciato da Ernesto Seppi, presidente di Melinda, durante la fiera Fruit Logistica di Berlino cui ha partecipato anche il nostro ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. La minaccia più temibile si chiama scopazzi, fitopatia che colpisce la pianta delle mele. In nome delle politiche green portate avanti da Bruxelles, nei campi si possono usare sempre meno principi attivi, così ora gli insetti vettori della malattia possono circolare sempre più liberamente
psille possono circolare sempre più liberamente tra i meleti
Oltre 4.000 famiglie aderenti al
C o n s o r z i o M e l i n d a n o n s t a n n o dormendo sonni tranquilli: la melicoltura è a rischio in Trentino e la minaccia più temibile si chiama scopazzi, una fitopatia che colpisce la pianta delle mele per cui c’è un solo rimedio: estirpare e bruciare. In realtà è presente dal secondo dopoguerra, ma complice anche il cambiamento climatico si sta presentando con maggiore frequenza negli ultimi anni, con un’incidenza preoccupante in alcune zone, secondo gli ultimi monitoraggi della Fondazione Edmund Mach sopra al 2%. Il motivo? In nome delle politiche green volute da Bruxelles, nei campi si possono usare sempre meno principi attivi e così gli insetti vettori della malattia come le
A ricordare la problematica è stato il presidente del Consorzio Melinda, Ernesto Seppi, nell’apertura della conferenza stampa che si è svolta il 6 febbraio a Fruit Logistica, rilevante fiera internazionale dedicata al settore ortofrutta svoltasi a Berlino “Va bene darsi degli obiettivi di sostenibilità - ha dichiarato Seppi - ma qui corriamo il rischio di non avere più il prodotto da sostenere: è a rischio la frutticoltura in Trentino. A Bruxelles dovrebbero considerare che noi viviamo in queste vallate e abbiamo tutto l’interesse a tutelare il territorio e la sua biodiversità Il primo obiettivo del cosiddetto green deal dovrebbe essere quello di salvaguardare le produzioni, anche di fronte al cambiamento climatico in corso, che porta fenomeni estremi sempre più frequenti e pericolo-
In foto: Ernesto Seppi (a sinistra) stringe la mano al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida (a destra) davanti al Melinda Theatre di Ortigia (Siracusa) Classe 1966, laurea in Economia, imprenditore agricolo, Ernesto Seppi è stato nominato per la prima volta alla presidenza di Melinda nel gennaio 2022 e ora si trova al secondo mandato
“ Va bene darsi degli obiettivi di sostenibilità, ma qui corriamo il rischio di non avere più il prodotto da sostenere: è a rischio la frutticoltura in Trentino.
Il primo obiettivo delle politiche green dell’Unione dovrebbe essere di salvaguardare le produzioni ” Ernesto Seppi (presidente Consorzio Melinda)
Il Melinda Theatre, dopo il grande successo di Ortigia (Siracusa) e la seconda tappa di Milano, è stato in Piazza della Repubblica a Roma dal 24 al 30 marzo, attirando anche moltissimi bambini
si ritorni di freddo in primavera” Alla conferenza stampa del Consorzio Melinda a Fruit Logistica ha partecipato anche l’assessore all’Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento, Giulia Zanotelli, che ha illustrato i progetti in corso per la difesa attiva dei frutteti e per l’efficientamento delle risorse idriche. La manifestazione berlinese ha rappresentato un’importante occasione di confronto. I vertici di Melinda hanno incontrato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Confcooperative e altre autorità istituzionali, oltre alle associazioni di categoria Al centro del dialogo la salvaguardia della produzione, gli scopazzi, la difesa attiva e passiva e la gestione idrica. Aspetti chiave che costituisco-
no oggi vere e proprie urgenze da affrontare con la collaborazione di tutti gli attori per difendere efficacemente la produzione e, con essa, tutto l’indotto
La disponibilità di prodotti fitosanitari è il tema che preoccupa maggiormente le organizzazioni italiane che producono mele. Lo ha ribadito alla kermesse berlinese anche il direttore di Assomela, Giovanni Missanelli: “Oggi la sfida reale è poter continuare a produrre in campagna, a fronte del cambiamento climatico, di nuovi insetti e malattie che compaiono nei frutteti, e al contestuale taglio delle so-
stanze attive di cui gli agricoltori hanno bisogno per difendere le proprie piante È necessario impostare un cambio di paradigma riguardo la gestione, l’utilizzo e l’autorizzazione dei prodotti fitosanitari, che vada verso la mitigazione del rischio ma che non escluda nulla a priori. Gli agricoltori, infatti sono parte attiva della soluzione, ma è necessario che vengano consultati durante gli iter decisionali” Quello dei fitosanitari è ormai un tema ricorrente alle riunioni periodiche di Assomela E una notizia positiva emerge dall’incontro svoltosi il 13 marzo. “Assomela - si legge nella relativa nota stampaaccoglie positivamente il documento presentato il 19 febbraio dal commissario all’Agricoltura Hansen e dal vicepresidente esecutivo Fitto su “Una visione per l’agricoltura e l’alimentazione”, nel quale tra i molti temi di rilievo citati, si parla anche di evitare futuri divieti dei prodotti fitosanitari, senza che prima non si sia verificata la presenza di alternative a tali prodotti” Il direttore di Assomela Giovanni Missanelli così ha commentato: “Abbiamo constatato con piacere un importante cambio di direzione da parte della Commissione Europea su un tema per noi così cruciale. Questo nuovo approccio è sintomo evidente di una maggiore consapevolezza, a Bruxelles, delle sfide e delle difficoltà che i produttori ortofrutticoli stanno affrontando da diverso tempo”.
K i w i , l o s c a n d a l o d e l D o r m ex p e s a
Produttori greci favoriti per l’incapacità della nostra classe politica
Eugenio Felice
L’Italia aveva la leadership globale nei kiwi, poi sono arrivate la batteriosi e la moria. Intanto è cresciuta la Grecia, fino a superarci, grazie a costi più bassi e condizioni pedoclimatiche favorevoli. Ad affossare ulteriormente il comparto, in Italia, ci ha pensato poi il cambiamento climatico e il green deal dell’Unione Europea che ha messo al bando prodotti fitosanitari come il Dormex, che è vietato in Italia e in Europa dal 2008, ma che in Grecia si può usare “in deroga” dal 2021
Sui palcoscenici della politica funziona così da sempre: grande attenzione (apparente) ai problemi della gente e delle aziende, calorose strette di mano, ma poi, all’atto pratico, cosa cambia? Con Francesco Lollobrigida, dal 2022 ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare del Governo Meloni, sembrava esserci stato un cambio di passo Quantomeno per la partecipazione alle fiere del settore ortofrutta in Italia ed Europa. E invece è arrivata la “solita” delusione. Almeno per i produttori di kiwi italiano, che hanno visto cadere nel vuoto le richieste per utilizzare un principio attivo, il Dormex, non tanto per avere un vantaggio competitivo nei confronti dei produttori di kiwi di altri Paesi, ma per poter giocare ad armi pari, dato che in Grecia dal 2021 il Dormex si può usare “in deroga”. Evid e n t e m e n t e i l G o v e r n o g r e c o sostiene il settore primario più di quanto non stia facendo il Governo italiano
L’interrogazione parlamentare. Il 23 gennaio 2025 c’è stata l’interro-
gazione parlamentare di Davide Bergamini della Lega in merito alle intenzioni del Governo sulla deroga all’utilizzo del fitofarmaco Dormex “La corretta ripresa vegetativa primaverile di diverse colture è regolata - si legge nel documento - dal soddisfacimento del fabbisogno di freddo. Il parziale o mancato soddisfacimento di questo fabbisogno non consente a molte piante arboree con riposo invernale di esprimere il loro massimo potenziale varietale sia qualitativo sia produttivo Negli ultimi 4 anni, si è assistito a una perdita di circa 100 ore di freddo ogni anno. Una persistente rilevazione di un basso cumulo di ore di freddo, nel caso del kiwi, comporta lunghe fioriture che oltre a imporre un alto numero di trattamenti fitosanitari portano ad una diminuzione della qualità del frutto nonché a un calo medio della resa produttiva”. “Fra i prodotti che hanno propriet à r e g o l a t r i c i d e l l a c r e s c i t a d i
diverse piante, come kiwi, ciliegie, uva e mele, si registra l’idrogeno cianammide, noto a livello commerciale come Dormex, in grado di stimolare il germogliamento dimostrandosi efficace anche negli inverni più miti. Negli ultimi 4 anni sono stati condotti diversi studi volti a valutare l’uso di prodotti alternativi al Dormex, rilevando un ’affidabilità meno costante e risultando più vulnerabili alla variabilità climatica Studi presi in c o n s i d e r a z i o n e d a l l ’ E P A h a n n o evidenziato come i livelli di esposizione degli operatori risultano trascurabili. A parere dell’interro-
gante, se regolamentato adeguatamente, l’utilizzo del Dormex rappresenterebbe uno strumento sicuro ed efficace per far fronte agli impatti negativi dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola” I ministeri dell’Agricoltura e della Salute non hanno concesso la deroga
L’emergenza a Fruit Logistica. Il 5 febbraio il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha par-
tecipato a Fruit Logistica, fiera di riferimento in Europa per i professionisti del settore ortofrutticolo
“C’è un ’ emergenza fitosanitariaha sottolineato il presidente di CSO Italy Paolo Bruni - che va affrontata con decisione. Siamo un Paese virtuoso, che dagli anni Novanta a oggi ha ridotto del 75% l’uso di sostanze attive Forti di questo dobbiamo dire all’unisono all’Europa che, pur nel rispetto della salubrità e della sostenibilità delle produzioni, abbiamo bisogno di avere a disposizione tutti gli strumenti più idonei per difenderci”. Mentre il ministro continuava a essere in
“ Il green deal sta mettendo a rischio intere filiere produttive. In ambito comunitario le regole debbono essere uguali per tutti. Non si possono concedere autorizzazioni in deroga a Paesi che poi vendono in Italia prodotti trattati con sostanze da noi vietate ” Marco Salvi (presidente Fruitimprese)
attento ascolto, ha preso la parola il presidente di Fruitimprese Marco Salvi: “Il nostro export chiude il 2024 con dati positivi, con mele, uva e kiwi che continuano a essere i nostri campioni, ma attenzione, il green deal sta mettendo a rischio intere filiere produttive. Nel 2015 il nostro Paese produceva 560 mila tonnellate di kiwi verde, nel 2024 ne ha prodotte 188 mila Tante imprese stanno emigrando in Grecia per non perdere mercati costruiti in 50 anni di lavoro. La questione più urgente dunque è mettere le imprese in condizione di produrre. Occorre intervenire, laddove necessario, con una tempistica diversa. Non si possono cambiare le regole in corso d’opera mandando all’aria investimenti e programmi aziend a l i I n a m b i t o c o m u n i t a r i o l e regole debbono essere per tutti le stesse. Non si possono concedere autorizzazioni in deroga a Paesi che poi vendono in Italia prodotti
trattati con sostanze da noi vietate. E poi vogliamo vedere applicato il principio di reciprocità con i Paesi Terzi, per l’assenza del quale abbiamo conseguenze gravi, che arrivano sulle tavole dei consumatori europei e italiani anche se non rispettano le regole vigenti nell’Ue”.
In Grecia dal 2021 in deroga. Come dicevamo il Dormex può essere usato “in deroga” dai produttori greci dal 2021 Riportiamo alcuni passaggi del protocollo n 394731 del 13 dicembre 2024 della Direzione Produzioni Vegetali del ministero dell’Agricoltura della Repubblica Greca, che ha come oggetto la “concessione in deroga dell’autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario Dormex (principio attivo: cianam-
mide), per uso limitato e controllato nella coltivazione del kiwi”. Nel protocollo si fa riferimento, tra gli altri, alle “misure aggiuntive necessarie per l’attuazione delle disposizioni dell’articolo 53 “Emergenze fitosanitarie” del Regolamento CE n. 1107/2009 del Parlamento Europeo” e al “ parere positivo del Servizio Fitosanitario Nazionale Italiano (2020), per il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio limitata e controllata di Dormex in Italia per le colture di vite, kiwi e ciliegio” Ancora, nel protocollo si fa riferimento al “documento del Laboratorio di Arboricoltura dell’Università di Agraria di Atene, secondo cui il cambiamento climatico ha già comportato notevoli mutamenti nella coltivazione del kiwi e s o p r a t t u t t o n e l r a g g i u n g i m e n t o del fabbisogno delle gemme in freddo, con una diretta conseguenza della riduzione della produzione. Di conseguenza, l’applicazione di preparati per rompere la dormienza delle piante di kiwi, è una tecnica di coltivazione decisiva per ottenere un ’elevata produzione” Il protocollo greco, che ha autorizzato l’immissione in commercio del prodotto fitosanitario Dormex dal 13 dicembre 2024 al 12 aprile 2025, sottolinea anche che “la formulazione è approvata per l’uso richiesto in diversi Paesi, come la Nuova Zelanda e il Cile, che competono con la produzione greca di kiwi sui mercati europei”.
A Macfrut cinque talk condotti da sei esperti scientifici di nutrizione e microbiologia degli alimenti
Carlotta Benini
Una nuova arena esperienziale per parlare di salute, innovazione e alimentazione consapevole. La grande novità di Macfrut 2025 è The Healthy Food Show, un format con talk, show cooking e testimonial eccellenti come l’ex campionessa di scherma Valentina Vezzali, che punta a coinvolgere il grande pubblico sui temi di attualità: microbiota, junk food sano, nuove tecnologie e frutta come lifestyle. In vetrina i prodotti del futuro e un messaggio: “Mangiar bene è scelta responsabile”
“Sono orgogliosa di essere testimonial di questo progetto, perché ne condivido in pieno la visione e i valori. Un progetto che ha l’ambizione di parlare in modo semplice ma autorevole e che punta a diffondere la consapevolezza che mangiare bene significa vivere meglio”: con queste parole Valentina Vezzali, campionessa olimpica di scherma e testimonial di The Healthy Food Show, durante la conferenza stampa della 42,esima edizione di Macfrut, ha sottolienato il valore del nuovo format al debutto in fiera. Una grande arena dell’innovazione per alimenti che promuovono salute e benessere, mettendo a confronto esperti scientifici, grandi firme della cucina e testimonial di caratura nazionale, nei panni di “ambasciatori” del mangiare sano: Manuela Arcuri, Matilde Brandi, Mirko Casadei, Mercedesz Henger, Daniele Lupo, Valeria Marini, Justine Mattera, Stella Menna, Annalisa Minetti, Raimondo Todaro e Valentina Vezzali, appunto Protagonisti sono i prodotti ortofrutticoli innovativi ad alto valore nutrizionale presentati in un per-
corso esperienziale che unisce l’autorevolezza della trattazione scientifica con un linguaggio comprensibile al grande pubblico “In vetrina ci saranno tutte le innovazioni della quarta gamma, il tema delle fermentazioni dei prodotti, le nuove tecnologie non termiche - ha sottolineato in conferenza stampa il presidente di Mac-
frut Renzo Piraccini. E poi avremo nel corso dei tre giorni cinque talk in cui si spiegherà come il nostro benessere e la nostra salute siano strettamente influenzati da ciò che mangiamo: tematiche di grande attualità, con le quali vogliamo aprirci al grande pubblico, creando una community di fruit lover ” .
“Ritengo che i benefici di uno stile di vita sano non debbano essere patrimonio solo degli atleti, ma essere accessibili e comprensibili a tutti - ha aggiunto Valentina Vezzali a proposito della sua partecipazione al nuovo format di Macfrut. Frutta, verdura, alimenti freschi e genuini, non sono solo una base fondamentale della dieta mediterranea, ma strumenti concreti per prevenire, per educare, per migliorare la qualità della vita delle persone. E The Healthy Food Show nasce proprio da questa consapevolezza, promuovere un ’alimentazione equilibrata, sostenibile, accessibile, un ’alimentazione che non esclude ma include, che non impone, ma educa, che non è una moda del momento, ma una scelta di responsabilità. La vera sfida oggi è diffondere una cultura del benes-
sere che coinvolga ognuno di noi affinché scelte consapevoli possano davvero migliorare la vita di tutti e della comunità”.
Sei esperti scientifici Sono sei e altamente qualificati nella specialità della nutrizione, tecnologie e microbiologia degli alimenti, consapevoli, dati alla mano, che la “ salute vien mangiando”, come spiega il claim di The Healthy Food Show. Il Salone è realizzato in collaborazione con la Federazione delle Società Italiane di Nutrizione (FeSIN) e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna. Cinque i talk in programma nella Healthy Arena, ognuno dei quali vedrà la partecipazione di un esperto scientifico che approfondirà un tema in dialogo con testimonial, chef ed aziende Si parte martedì 6 maggio alle 11 30 con l’incontro “Quale alimentazione per vivere bene fino a 100 anni?”, insieme al professor Francesco Sofi, dell’Università di F i r e n z e , m e m b r o d e l C o m i t a t o
scientifico Società italiana Nutrizione Umana (SINU) Nel pomeriggio, ore 16, sempre di martedì 6, si parlerà delle “Nuove frontiere della trasformazione del cibo: miglioramento e personalizzazione”, con i docenti Pietro Rocculi e Francesca Patrignani dell’Università di Bologna (DISTAL)
Mercoledì 7 maggio, ore 11 30, ci sarà il focus “Da Junk Food a Healthy Food”, insieme ad Alessandra Bordoni, prof.ssa dell’Università di Bologna, nonché segretario generale della Federazione Società Italiane di Nutrizione (FeSIN) Sempre mercoledì, alle 16, riflettori su “Cosa mangi oggi: chiedi al tuo microbiota”, con il dottor Edoardo Mocini dell’Università Ecampus, nonché resp. della sezione giovani Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (SISA). Chiusura giovedì 8 alle 11 30 sul tema “Mantenere la salute mangiando: la sana alimentazione alla base della prevenzione”, con la dott ssa Fabrizia Lisso dall’Asl di Foggia, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Scientifica Alimentare, Nutrizione e Dietetica (ASAND).
Il progetto Applepairing arriva nei punti vendita
Eugenio Felice
VIP, con il progetto Applepairing 2, porta le varietà tradizionali di mela coltivate in Val Venosta nelle regioni italiane per sposare specialità del territorio e scoprire così nuovi gusti e nuove occasioni di consumo, all’insegna della salute. Si parte con il Lazio e l’Umbria e due prodotti simbolo: il Pecorino Romano Dop e il Prosciutto di Norcia Igp Prosegue la collaborazione con la nutrizionista Chiara Manzi. Applepairing 2 protagonista delle Goldenweeks presso alcune insegne della Gdo
“Ricette del territorio che oggi sono chiamate a un ’evoluzione, così come la hanno avuta nel corso dei secoli, un ’evoluzione nel rispetto della tradizione, del territorio e del gusto, ma che tenga conto anche della salute e del benessere”. Queste le parole della nutrizionista Chiara Manzi, pioniera di nutrizione antiaging e medicina culinaria, mentre cammina lungo la via Appia, tra pini marittimi e pietre levigate dal tempo, per raggiungere l’influencer Carolina Cosentino, 175 mila follower con la sua pagina Instagram piace ridiroma, per preparare una cacio e pepe rivisitata, con chips di mela Golden Delicious della Val Venosta È questa l’essenza di Applepairing 2, il progetto di VIP - l’Associazio-
ne dei produttori di frutta e verdura della Val Venosta - per valorizzare le varietà tradizionali di mele, tra cui la regina Golden Delicious: accelerare sui social, anche per intercettare un pubblico giovane, parlando il loro linguaggio, quello del digital, inserendo le mele come protagoniste in quel filone che parla di salute e benessere, oggi tanto ricercato dagli italiani Una salute e benessere associati a gusto e specialità culinarie regionali, come il Pecorino Romano Dop il Prosciutto di Norcia Igp, che si sposano in ricette inedite con le mele della Val Venosta, studiate ad hoc dalla nutrizionista Chiara Manzi
In Gdo con le Goldenweeks. “Stiamo creando abbinamenti unici e sorprendenti”, dichiara Benjamin Laimer, responsabile marketing di VIP, che abbiamo incontrato lo scorso marzo durante le riprese in
Le prime due tappe del viaggio tra i sapori d’Italia di VIP - Mela Val Venosta sono il Lazio e l’Umbria, con il Pecorino Romano Dop e il Prosciutto di Norcia Igp Gli abbinamenti, studiati con la nutrizionista Chiara Manzi e proposti al consumatore anche con delle in-store promotion, sono con la Golden Delicious per il Pecorino Romano e con la Pinova per il Prosciutto di Norcia
VIP viene costituita
frutticoltori associati mila tons potenziale produttivo
leader in Europa nella produzione di mele bio 1o
Umbria per la ricetta che unisce la mela Pinova con il Prosciutto di Norcia Igp “Ogni specialità - ci ha spiegato - porta con sé proprietà peculiari che si sposano perfettamente con quelle uniche delle mele venostane. Il risultato è un ’ esplosione di gusto e salute che rende l’esperienza culinaria memorabile, enfatizzando sia il piacere del sapore che i benefici per la salute Gli abbinamenti che proponiamo non vogliono essere infatti semplici ricette con la mela, l’aspetto distintivo è che si abbinano prodotti che insieme migliorano sapori e aspetti salutistici”.
“Con questo progetto - ha continuato Benjamin Laimer - proponiamo sia abbinamenti semplici, che funzionano molto bene nelle in-store promotion, come la scaglia di Pecorino Romano Dop con la fettina di mela Golden oppure la fettina di Prosciutto di Norcia Igp con la fettina di mela Pinova, sia ricette più elaborate, studiate dalla nutrizionista Chiara Manzi, per una narrazione che si presta molto bene ai contenuti digital che stiamo diffondendo con Applepairing 2 Abbiamo deciso di abbinare la mela a una specialità regionale per avvicinarci ai consumatori di quella regio-
ne, e per essere ancora più autentici ed entrare in empatia con loro abbiamo selezionato delle influencer locali, ed ecco spiegata la collaborazione con Carolina Cosentino per il Lazio ed Elisabetta Spigarelli per l’Umbria”.
“Stimoliamo nuove occasioni di consumo - ha sottolineato Benjamin Laimer - ma allo stesso tempo ampliamo il nostro pubblico target, andando ad ingaggiare soprattutto i giovani, con i diversi strumenti digitali che la tecnologia oggi ci mette a disposizione. Senza
“ Abbiamo deciso di abbinare la mela della Val Venosta a una specialità culinaria regionale, per avvicinarci ai consumatori di quella regione e, per essere ancora più autentici ed entrare in empatia con loro, abbiamo selezionato alcune influencer locali ” Benjamin Laimer (responsabile marketing VI P)
dimenticare le attività tradizionali, come le in-store promotion. Con Apple-pairing 2 diamo infatti un validissimo contenuto ai partner d ella d ist rib uzione org a nizza t a , con interessanti opportunità anche in termini di cross selling. Siamo partiti con le Goldenweeks nelle prime due settimane di aprile con Cedi Gros di Roma facendo l’abbinamento con il Pecorino Romano Dop e, nello stesso periodo, con Coop Centro Italia e Unicoop Tirreno facendo l’abbinamento con il Prosciutto di Norcia Igp I risultati sono entusiasmanti”.
“La mela come Re Mida” . Abbiamo incontrato Chiara Manzi nel corso della tappa in Umbria del viaggio per l’Italia di Mela Val Venosta, assieme alla travel creator “locale” Elisabetta Spigarelli, 130 mila follower su Instagram con il profilo lov e borghit aliani. “Da una parte abbiamo la mela, che è il simbolo della salute - ci ha spiegato Chiara Manzi - basti pensare al popolare detto ‘Una mela al giorno toglie il medico di torno’ Dall’altra abbiamo delle eccellenze gastronomiche, espressioni di territori e tradizioni, di cui l’Italia è ricca, che però sempre più ricerche scientifiche ci dicono non essere sempre salutari”.
“L’idea bellissima di questo progetto che stiamo portando avanti con VIP - ha continuato Chiara Manzi - è che la mela incontra le e c c e l l e n z e c u l i n a r i e i t a l i a n e e , come se fosse un Re Mida, le tocca e le fa diventare oro. L’oro, nel no-
stro caso, è la cosa più preziosa cui possiamo aspirare, cioè la salute. Con la mela quindi diventano salutari anche quegli ingredienti che di solito non vengono associati con la salute, perché attraverso l’abbinamento con la mela e particolari metodi di cottura noi riusciamo a introdurre anche queste eccellenze nei piatti salutari, nei piatti di medicina culinaria. Ovviamenteprecisa la nutrizionista - rivedendo le dosi, ma in questo la mela ci
aiuta, grazie al senso di sazietà che porta con sé” “Vogliamo uscire dallo schema cibi sì, cibi no - ha concluso Chiara Manzi - e far sapere che attraverso gli abbinamenti e le giuste dosi io riesco poi a godermi quasi tutti gli alimenti. Questo è il concetto di medicina culinaria, un concetto nuovo di cui VIP ha capito l’importanza E due esempi sono proprio la cacio e pepe con chips di mela Golden Val Venosta e le crocchette di Prosciutto di Norcia Igp e mela Pinova Val Venosta”.
Alla tavola rotonda hanno partecipato anche Zanetti, leader nei formaggi, e Orobica Pesca
Eugenio Felice
Educazione alimentare, sport e benessere al centro dell’evento ‘Food For Sport’ promosso da Atalanta BC lo scorso 15 aprile presso il Gewiss Stadium di Bergamo. Tra i protagonisti della giornata Dole Italia, official healthy food sponsor del club calcistico, che ha ribadito il suo impegno nel promuovere uno stile di vita sano partendo dalle nuove generazioni Durante la tavola rotonda focus su nutrizione, formazione (anche dei genitori) e buone pratiche per la crescita degli atleti
Un’alimentazione equilibrata è la prima alleata nella crescita sana e nelle performance sportive dei giovani atleti. Su questo assunto si è sviluppato ‘Food For Sport’, evento promosso da Atalanta BC insieme al proprio settore giovanile e ad alcuni partner del mondo food, che ha avuto luogo martedì 15 aprile nella suggestiva cornice del Gewiss Stadium di Bergamo
A dare avvio ai lavori è stato Andrea Fabris, direttore generale corporate di Atalanta BC, che ha sottolineato l’importanza della dimensione alimentare come parte integrante del percorso educativo del vivaio nerazzurro: “Il settore giovanile riveste un’importanza centrale e, nella crescita complessiva dei giovani, introdurre un focus s u l l a n u t r i z i o n e c o n t r i b u i s c e a completarli”. A seguire Gianpaolo Bellini - recordman di presenze con la maglia nerazzurra e oggi vice responsabile tecnico dell’attività agonistica del vivaio atalantinoha ribadito come l’approccio educativo del club vada ben oltre il campo: “Vengo da Sarnico, sono cresciuto calcisticamente, e come
persona, nel settore giovanile dell’Atalanta, al Centro Bortolotti di Zingonia - ha raccontato. Sono papà di tre bambini e posso testimoniare quanto il nostro vivaio creda davvero in ciò che va oltre il campo: oggi più che mai dobbiamo essere presenti, indirizzare i ragazzi nella maniera corretta, essere per loro dei riferimenti Considerata la quantità di informazioni in materia di nutrizione con cui i nostri ragazzi entrano in contatto,
“ L’educazione alimentare e le iniziative con i giovani sono legate a doppio filo con la mission di Dole, che è quella di ispirare i consumatori, aiutandoli a fare scelte corrette e consapevoli per uno stile di vita sano dalla giovane età e fino a quella adulta ” Cristina Bambini (resp. marketing Dole Italia)
abbiamo la responsabilità non solo di dare il buon esempio, ma soprattutto di affiancarli ogni giorno veicolando i messaggi corretti”
C e n t r a l e a n c h e l ’ i n t e r v e n t o d i
Silvia Marras, nutrizionista del settore giovanile di Atalanta, che ha evidenziato come la nutrizione sia un elemento strategico da integ r a r e s i n d a l l ’ i n f a n z i a , c o n u n ruolo attivo svolto da tecnici e famiglie nella costruzione di abitudini salutari “Lavorare in un vivaio - ha esordito la nutrizionista dell’Academy nerazzurra - permette di interfacciarsi con un gruppo di lavoro estremamente eterogeneo, in grado di spaziare dall’Under 7 alla Primavera. Una componente questa che si lega indissolubilmente con il valore che il nostro operato ha all’interno di un percorso che dura sostanzialmente tutta la vita e che, idealmente, si instaura fin dallo svezzamento”.
“ I n v e s t i r e s u l l ’ a l i m e n t a z i o n e è una strategia, ovviamente vincente, sul lungo periodo - ha continuato - e quindi, considerato il ruolo centrale della nutrizione, la cui funzione è assolutamente complementare a quella dell’allenamento, è dunque fondamentale intervenire per creare abitudini alimentari solide collaborando con le famiglie e gli allenatori, punti di riferimento degli atleti nel loro percorso di crescita A tal proposito, anche al fine di contrastare l’information overload a cui sono soggetti i ragazzi, abbiamo organizzato una serie di giornate di formazioni e corsi dedicati ai genitori”.
alla centralità della frutta fresca nella quotidianità in maniera accattivante”.
Il microfono è quindi passato agli sponsor. “Agli occhi di Dole, l’educazione alimentare e le iniziative con i giovani sono legate a doppio filo con la mission dell’azienda, e cioè quella di ispirare i consumatori, aiutandoli a fare le scelte corrette per uno stile di vita sano partendo dalla più giovane età - ha dichiarato Cristina Bambini, responsabile marketing di Dole Italia. Ed è proprio con questo spirito che abbiamo intrapreso questa partnership quattro anni fa, con un particolare occhio di riguardo nei confronti de ‘La Scuola allo Stadio’, un’iniziativa che, grazie al suo approccio ludico, permette di trasmettere il messaggio legato
“In Dole crediamo che educare i più giovani al consumo quotidiano di frutta fresca sia essenziale per migliorare il benessere e porre le basi per l’adozione di uno stile di vita sano che perduri fino in età adulta - ha continuato. La frutta fresca è ricca di antiossidanti e fibre, ma è anche un ’eccellente e gustosa fonte di vitamine e minerali, fondamentali per una crescita e uno sviluppo corretti durante tutto il ciclo di vita Così come è un alleato prezioso per chi fa sport, giacché fornisce energia, idratazione e leggerezza, e perché si integra facilmente nella routine quotidiana”.
r i s c o n t r i d a i p r i m i t e s t d i m e r c a t o
Già piantati circa 700 ettari in Europa sui 2.050 sublicenziati
Eugenio Felice
Il 2024-25 ha registrato la prima campagna commerc i a l e d i K i k o k à , k i w i d a l l a p o l p a
e c
r a t t e r istiche superiori, che piace sia ai produttori per la prod u t t i v i t à e l a
i a a l consumatore per le sue qualità organolettiche, senza dimenticare la lunga conservabilità che ne permette un consumo anche in primavera. Nell’intervista che segue facciamo il punto c on F a b i o Z a n e s c o , amministratore delegato del Consorzio Kikokà Europe
Kikokà, progetto di kiwi premium che vede come capofila il Gruppo Rivoira di Verzuolo (Cuneo), è stato presentato per la prima volta nel corso della fiera Fruit Attraction 2023. Un progetto corale e solido, che parte da aziende coinvolte direttamente in produzione e verticalmente integrate, con diversi partner che insieme detengono diritti di produzione per 2 050 ettari in 4 Paesi: Italia con 1.150 ettari, Grecia con 400 ettari, Francia con 300 ettari e Spagna con 200 ettari.
Propulsione italo-greca “Si tratta di un progetto al momento a propulsione italo-greca, mentre Francia e Spagna seguono progressivamente”, ci conferma Fabio Zanesco, ceo del Consorzio Kikokà, con alla presidenza Andrea Peviani. Lo abbiamo contattato l’8 aprile, poco prima di un viaggio in Grecia per la fiera Freskon “Più che soffermarmi sui 400 ettari in Grecia - ha precisato - vorrei spostare l’attenzione sui 1 150 ettari che stiamo investendo in Italia, di cui una parte già in produzione. Le due varietà di kiwi giallo selezionate, di cui il Gruppo
Rivoira ha la master license, vogliono permettere di dare una risposta a due delle più grandi minacce che hanno falcidiato le coltivazioni di kiwi in Italia e non solo, cioè la batteriosi, nota anche come PSA, e la moria Con questo progetto i coltivatori italiani possono tornare a piantare kiwi anche in quelle zone dove la coltura stava scomparendo, grazie alla resilienza delle varietà che fanno parte del progetto”
“Ma i vantaggi per il produttoreaggiunge Fabio Zanesco - non si fermano qua: le varietà non presentano cracking e cascola pre-raccolta, inoltre hanno una buona produttività per ettaro. La varietà tardiva poi ha una finestra di raccolta ampia ed eccellenti doti di conservazione, potendo arrivare senza problemi fino a maggio inoltrato Chiaramente sono tutte caratteristiche molto interessanti per i produttori, in tempi di climate change e attenzione alla sostenibilità a 360 gradi”.
Sette mesi “soo sweet” La dolcezza è la promessa che Kikokà fa al consumatore. Una promessa ben evidenziata anche nel bollino, dalla forma inconsueta e multicolor, presente su ogni frutto. Il segmento è quello del kiwi giallo, che sta registrando un apprezzamento crescente in Europa e nel mondo “La varietà tardiva - sottolinea Fabio Zanesco - si conserva bene fino a fine maggio. Questo, a differenza di quanto accade normalmente, ci
permette di agganciarci alla produzione di kiwi giallo dell’Emisfero Sud Kiwi della concorrenza oggi, ma un domani di Kikokà, dato che il Gruppo Rivoira ha firmato i primi accordi di sub-licenza in Cile e si stanno svolgendo i primi test. Insomma, stiamo costruendo il progetto a livello globale, grazie anche al global project manager Gerhard Dichgans, sì siamo all’inizio ma le idee sono chiare e le ambizioni elevate Fintanto che i volumi saranno bassi ci concentreremo sul periodo da marzo a maggio, mentre in futuro, avendo in sviluppo anche la varietà precoce 076, potremo co-
nasce il Consorzio
mesi di fornitura da novembre
10 varietà piantate +2 in arrivo 2 un solo brand per più varietà 1
mila tons previste per il 2026
prire una finestra di ben 7 mesi”. “Se le esigenze della produzionecontinua Fabio Zanesco - sono soddisfatte, così è per quelle della distribuzione e del consumatore finale: le varietà che andiamo a selezionare con Kikokà devono soddisfare il palato, e infatti i test di a n a l i s i s e n s o r i a l e c h e a b b i a m o svolto hanno dato ottimi risultati. C’è da lavorare ancora sulla eating quality, per far mangiare i kiwi al
giusto grado di maturazione, collaborando con la distribuzione moderna, perché ogni gruppo ha una catena di rifornimento dei negozi diversa, quindi c’è chi preferisce il prodotto più duro, chi chiede il prodotto più morbido. Kikokà - continua Fabio Zanesco - risponde alle
richieste della moderna distribuzione anche in termini di sostenibilità, proprio per le sue doti di resilienza e adattamento al climate change Si presta infatti molto bene anche alla produzione biologica, di cui si occupa il nostro partner OP Armonia”.
Del progetto Kikokà, in Europa, oggi fanno parte le italiane Apo Scaligera, Clementi, Kiwi Uno / Gruppo Rivoira, OP Armonia, Peviani e Zeolifruit; poi ci sono le francesi Innatis e Savajols, le greche Arta Gold, RKG Hellas e Zeus Kiwi, e le spagnole Surexport e Agrihold: una rete forte che rappresenta la produzione in quattro Paesi europei.
Più origini, qualità uniforme “Ad oggi abbiamo piantato circa 700 ettari quindi tra 2025 e 2026 - precisa Fabio Zanesco - avremo un forte aumento dei volumi perché le p i a n t e e n t r e r a n n o p r o g r e s s i v amente in piena produzione. Inoltre stiamo procedendo a piantare 150200 ettari ogni anno Sul mercato arriverà comunque un prodotto sempre uniforme in termini qualitativi, sotto l’unico marchio ombrello Kikokà. C’è poi un aspetto che ritengo molto rilevante: la commercializzazione è centralizzata in capo al Consorzio, è lui il soggetto che ha la licenza di vendere, ci sono poi delle autorizzazioni alla fatturazione delegata, che sono per il prodotto biologico e per i mercati francese e spagnolo, sotto comunque la regia del Consorzio”. Nella campagna 2024-25 sono arrivati i primi volumi, circa 2.000
“ La crescita dei consumi di kiwi giallo è un dato di fatto, Kikokà aumenta l’attrattiva di questa entusiasmante categoria e presto diventerà un attore di prima classe sul mercato, consentendo ai consumatori di gustare questi fantastici frutti anche in primavera ” Fa b i o Z a n e s c o ( a m m . d e l e g a t o C o n s o r z i o K i ko k à
)
tonnellate, che hanno permesso di fare i primi limitati programmi commerciali in Italia, in alcuni Paesi del centro-nord Europa, ma anche in Brasile, Messico e Canada. “Questi primi test sono andati molto bene - dichiara Fabio Zanesco - ci servono per costruire il lavoro dei prossimi anni In Italia abbiamo lavorato con grande soddisfazione con la distribuzione moderna e con alcuni Mercati all’ingrosso, concentrandoci, per la varietà tardiva, sul mese di marzo e sulla prima metà di aprile, un periodo, che un domani potrà arrivare fino a maggio, in cui vediamo un
grande potenziale e per cui abbiamo già molte richieste. Nella prossima campagna ci focalizzeremo proprio su quel periodo, in futuro poi si vedrà”.
Futuro multicolor Se finora le varietà piantate sono state due, gialle e con caratteristiche molto simili, ci sono delle novità all’orizzonte. “Il progetto Kikokà nasce come multi-varietale e non tarderà a portare altri prodotti innovativi
sotto l’ombrello del marchio, per dare ulteriori possibilità di segmentazione al mercato e soddisfare le diverse preferenze dei consumatori. Stiamo valutando altre 34 varietà molto promettenti - conclude Fabio Zanesco - e di queste, due, che in fase di test sono molto interessanti, inizieremo a piantarle per la fase pre-commerciale nel 2026 e 2027 con i primi volumi disponibili per la campagna 2029-30 Uno ha un colore giallo scuro e un gusto tropicale, l’altro ha un colore diverso, sarà una grande sorpresa!”
C o r n e l i o , i l p e p e r o n e c h
Alla Sicilia si aggiungono adesso le produzioni di Puglia, Lazio e Calabria
Irene
Forte
In un panorama ortofrutticolo caratterizzato da consumi spesso non brillanti, il progetto Cornelio di Valfrutta Fresco rappresenta una storia di successo. Parliamo di un peperone di tipo “Corno di Toro”, sviluppato da Enza Zaden Italia e coltivato e commercializzato da Valfrutta Fresco, un prodotto di eccellenza che ha saputo affermarsi grazie alle sue caratteristiche uniche, a una strategia di filiera integrata e innovativa e a una solida attività di valorizzazione sul mercato
Cornelio è un peperone 100% italiano, dalla polpa soda, dolce e croccante, con una buccia sottile che lo rende più digeribile. Disponibile per molti mesi all’anno grazie alla produzione in serra - con l’obiettivo, come vedremo, di raggiungere la piena disponibilità attraverso la diversificazione degli areali produttivi, presenta una forma allungata e colori intensi, rosso o giallo, con striature caratteristiche. La sua versatilità in cucina lo rende apprezzato sia crudo che cotto, in numerose ricette che vanno dai contorni ai piatti principali Inoltre, grazie alla sua buccia sottile e alla scarsità di semi, risulta particolarmente pratico da preparare e molto digeribile, adatto anche ai più piccoli. Il prodotto si distingue per l’alta qualità nutrizionale, confermata dalle analisi condotte dall’Istituto di Scienze d e l l ’ A l i m e n t a z i o n e d e l C N R d i Avellino, che hanno evidenziato un maggiore contenuto di polifenoli, flavonoidi e carotenoidi rispetto ai peperoni quadrati tradizionali. La forza del progetto risiede nell’alleanza tra Enza Zaden Italia,
che ha sviluppato la varietà attraverso un’intensa attività di ricerca (che continua a lavorare per migliorare le resistenze agli effetti del cambiamento climatico e la produttività), e Valfrutta Fresco, che garantisce la produzione e la distribuzione. Come sottolinea Enrico Bucchi, direttore generale di Valfrutta Fresco: “Cornelio ha saputo
generale di
commerciale dell’azienda specializzata in ortofrutta premium 100% made in Italy, Bucchi ha raccolto il testimone da Stefano Soli che ha ricoperto tale ruolo dal 2017 Bucchi in precedenza ha ricoperto diversi ruoli di responsabilità nel Gruppo Alegra, di cui Valfrutta Fresco fa parte
portare il peperone corno nella Gdo italiana, creando un segmento di mercato che prima non esisteva. La qualità del prodotto e la sua riconoscibilità ci permettono di mantenere una posizione di leadership, che continuiamo a rafforzare con investimenti mirati e sinergie importanti”
Strategie di crescita e innovazione. Con buoni risultati alle spalle, la tentazione potrebbe essere quella di limitarsi a consolidare ma così non è per Cornelio: nel segno di quella vocazione al continuo miglioramento e alla sempre più performante capacità di rispondere al mercato, il progetto continua a evolversi e a cercare soluzioni che permettano di soddisfare una domanda che ogni giorno continua a
crescere: oltre alla produzione in Sicilia, cuore pulsante del progetto, Valfrutta Fresco in questi mesi ha scelto di puntare sulla diversificazione delle aree produttive per garantire continuità commerciale al progetto lungo tutto l’arco dell’anno, espandendo le coltivazioni in Puglia, Lazio e Calabria. Questo approccio consente di far fronte agli effetti del cambiamento climatico e di mantenere una produzione costante durante i dodici mesi: “Non possiamo ignorare le sfide climatiche che stanno impattando sul comparto orticolo - continua Bucchi - e per questo abbiamo lavorato intensamente con Enza
Zaden Italia, i nostri tecnici e soci per adattare le tecniche di produzione più efficaci e diversificare gli areali Cornelio è il risultato di una ricerca continua e di una collaborazione virtuosa tra il mondo sementiero e quello della produzione ” .
P a r a l l e l a m e n t e , l a s t r a t e g i a d i marketing ha visto un’intensa attività di co-branding con le principali insegne distributive a cui si affiancano interessanti iniziative di valorizzazione sui media, ultima in ordine di tempo la partecipazione alla trasmissione “L’ingrediente perfetto” su La7. A queste attività si affianca anche lo sviluppo di un sito dedicato a Cornelio all’interno del portale Valfrutta: “Cornelio è un prodotto premium e ci impegniamo a comunicarlo efficacemente
“ La continua ricerca varietale e le nuove strategie commerciali ci permettono di raddoppiare super fici e volumi produttivi, garantendo allo stesso tempo la qualità, che ha reso questo peperone un punto di riferimento per i consumatori e la distribuzione ”
E n r i c o B u c c h i ( d i r e t t o r e g e n e r a l e Va l f r u t t a Fr e s c o )
al consumatore, non solo attraverso i canali tradizionali ma anche tramite attività esperienziali e la partecipazione a eventi di settore”, aggiunge Bucchi.
La forza della filiera integrata Il successo di Cornelio, è il caso di dirlo, ha buone radici, a partire da una filiera perfettamente integrata: la produzione è garantita da aziende certificate secondo lo standard internazionale GlobalGAP e con stabilimenti certificati IFS e BRC Questo garantisce una tracciabilità completa e un controllo di qualità che accompagna il peperone dalla coltivazione alla distribuzione. “Il nostro obiettivo è portare ai consumatori un prodotto sem-
pre fresco, genuino e sicuro - afferma Bucchi - Per questo collaboriamo con i migliori imprenditori agricoli del territorio, per qualità ed esperienza, sia nell’areale della provincia di Ragusa, dove il progetto ha preso il via, sia nelle nuove zone dove stiamo valutando l’ampliamento delle produzioni”
Da qui si parte per l’espansione prossima del progetto: “La continua ricerca varietale e le nuove strategie commerciali puntano a permetterci di raddoppiare superfici e volumi produttivi, garantendo allo stesso tempo la qualità che ha reso
questo peperone un punto di riferimento per i consumatori e la Gdo Il successo di Cornelio è il risultato di un lavoro di squadra tra Enza Zaden Italia, Valfrutta Fresco e i nostri produttori - conclude Bucchi. Continueremo a investire in innovazione varietale, mantenendo il nostro impegno per un prodotto sostenibile e di alta qualità e confermando la nostra attenzione alla logistica: lavorazione e confezionamento, infatti, avverranno sempre in Sicilia e in Romagna, garantendo un servizio sempre più efficiente ai clienti della grande distribuzione e a quelli dei Mercati ortofrutticoli”.
Bontà che Pasta di Euroverde nasce per rispondere a un’esigenza sempre più diffusa: portare in tavola piatti buoni, sani e pronti in poco tempo, senza rinunciare mai alla qualità. La nuova linea è disponibile a partire da metà aprile 2025 nei banchi frigo dei principali punti vendita della Gdo. La linea si compone di quattro referenze, tutte nel pratico formato monoporzione da 280 grammi, pronte in soli 2 minuti, in microonde o in pentola. Ogni piatto è pensato per offrire un’esperienza unica: un gusto profondo e un equilibrio di sapori che rende ogni ricetta adatta a una pausa pranzo veloce e appagante, o anche per una cena gustosa. Ci sono: i Rigatoni con sugo alla Trapanese, un piatto che si ispira alla ricetta siciliana, con un sugo a base di granella di mandorle e pomodori secchi; i Rigatoni al ragù vegetale, un classico rivisitato in chiave 100% vegetale, con proteine vegetali e verdure; le Penne con sugo alle verdure, un piatto vegetariano colorato e profumato, arricchito da peperoni gialli, rossi, olive verdi e nere; le Penne pomodoro basilico, un abbinamento intramontabile della cucina mediterranea.
Il prodotto di punta di All Citrus, le arance a succosità garantita iSuccosi, è protagonista dal 31 marzo di una nuova campagna radio sulle principali emittenti del Triveneto in diretta e in streaming: Radio Company, Radio Padova, Radio Wow, Easy Network e Easy Rock, Radio 80.
A presentare iSuccosi, in uno spot fresco e divertente ma che arriva dritto al punto, è la mascotte Joy, che abbiamo imparato a conoscere nei video pubblicati sui canali social dell’azienda ma anche nelle principali fiere internazionali di settore. “Il nostro obiettivo è arrivare alle persone con un messaggio semplice, diretto e incisivo, per far conoscere e comprendere il valore del nostro prodotto”, ha dichiarato Daniele Campagnaro, amministratore unico di All Citrus. iSuccosi, sono una vera rivoluzione in risposta ad una precisa richiesta del consumatore: avere arance succose sempre, con una qualità garantita e continuativa nel tempo. Tutto questo è possibile grazie a un metodo di selezione innovativo, sviluppato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che permette di selezionare le arance frutto per frutto, in modo non distruttivo, per il loro grado di succosità. Questo metodo innovativo ed unico ha permesso ad All Citrus di ottenere un brevetto internazionale.
La simpatica voce di Joy raggiunge gli ascoltatori in molteplici momenti della giornata, spiegando in modo semplice qual è il vero valore aggiunto di questo prodotto: sei stanco di brutte sorprese? Vuoi solo arance succose, buone e sane? Allora iSuccosi sono quello che stai cercando! Stay Tuned!
Unitec si è presentata a Fruit logistica 2025 con diverse novità e un focus sull’integrazione sempre più avanzata dell’intelligenza artificiale di ultima generazione, per perfezionare e customizzare la prestazione dei sistemi, grazie a solide basi nell’hardware e nella visione che Unitec ha sviluppato internamente e, per questo, migliorato costantemente nel corso del tempo.
“Fruit Logistica rappresenta per noi un’ottima occasione per ascoltare le esigenze dell’industria ortofrutticola e confrontarci direttamente con i suoi protagonisti. È anche un’opportunità di presentare le nostre innovazioni dedicate alle centrali ortofrutticole di tutto il mondo”, ha dichiarato Nour Abdrabbo, direttore commerciale del Gruppo Unitec, introducendo la partecipazione delle tre divisioni dell’azienda alla kermesse berlinese. “Il dialogo continuo con i nostri clienti, attuali e potenziali, sulle loro esigenze presenti e future è il ‘nutrimento’ della nostra innovazione e ci permette di rafforzare la nostra connessione con l’industria ortofrutticola, che è il mantra di Unitec, un valore fondamentale racchiuso nel pay-off del nostro brand: We Work for Your Results“, ha aggiunto Abdrabbo. “Il nostro entusiasmo nell’affrontare le nuove sfide, dall’impatto dei cambiamenti climatici, che aumentano la variabilità qualitativa dei raccolti, all’instabilità
internazionale, che prolunga i tempi di transito verso i mercati di destinazione, nasce dalla nostra passione per la ricerca e dalla dedizione al servizio al cliente”. “La nostra determinazione al risultato - ha sottolineato il presidente Angelo Benedetti - prende origine dalla consape-
volezza di poter mettere in campo cento anni di esperienza su più di cinquanta tipologie di frutta e una divisione Ricerca e Sviluppo senza pari nel settore, che ci permette di sviluppare internamente con Unitec e Unisorting tutte le nostre soluzioni di selezione della qualità esterna e interna dei frutti, a cui affianchiamo l’automazione con robotizzazione delle fasi a monte e valle studiate da Uni Robotics per aumentare l’efficienza dei processi e ridurre costi ed esigenze di manodopera”.
Numerose le innovazioni in mostra nello stand Unitec a Berlino. Tra queste evidenziamo: la Campionatrice Mirtilli UNICAL 222 dal design ultracompatto; la Calibratrice UNICAL 200 Cherry con Cherry Vision 3.5 AI, che grazie all’impiego di modelli di intelligenza artificiale di ultima generazione permette di riconoscere in modo accurato tagli e spaccature recenti sulle ciliegie; la Calibratrice UNICAL 10.0 con Avocados Sort e UNIQ Avocados, soluzione progettata per poter lavorare diverse tipologie di frutti, anche di dimensioni e forme differenti tra loro, in modo non invasivo e senza creare alcun danno meccanico al prodotto; i Sistemi di classificazione della qualità interna “UNIQ”, con sistemi realizzati interamente dal reparto R&D dell’azienda dedicati a specifici frutti; la Tecnologia UNICAL 222 con Hazelnut Vision 4.0 AI, che utilizza modelli di intelligenza artificiale sviluppati internamente al fine di classificare con la massima precisione le nocciole con guscio o senza, crude o tostate; diverse tecnologie Unisorting. Infine, presenti nello stand Unitec a Berlino anche le Tecnologie Uni Robotics, come l’Uni Smart Packer, robot per il confezionamento clamshell e cestini, e un’isola robotizzata per casse con funzioni di depallettizzazione, deposito e pallettizzazione.
Con l’acquisizione di un’azienda agricola di 500 ettari situata nel cantone di San Carlos in Costa Rica, una delle regioni più rinomate per la produzione di ananas, il Gruppo Battaglio, tra gli operatori leader in Italia nella frutta di importazione, fa un ulteriore passo nell’ambizioso progetto, avviato ormai diversi anni fa, di investire nel settore agricolo per rispondere meglio alle esigenze di un mercato sempre più dinamico e specializzato.
Nasce così, dal consolidamento di una storica partnership con la famiglia Corrales, Agricola El Camino, che si aggiunge a un solido portafoglio di realtà agricole: in Colombia, per la produzione di avocado, in Sudafrica e nel sud Italia per gli agrumi, e in Argentina per le mele e le pere. Progetti frutto di virtuose e durature collaborazioni con partner locali e che oggi superano i 2.000 ettari di superficie coltivata.
“Il nome Agricola El Camino è simbolico per noi. Rappresenta il percorso che abbiamo intrapreso insieme alla famiglia Corrales, evolvendo da un semplice rapporto cliente-fornitore ad una vera e propria alleanza strategica. Abbiamo deciso
La tortilla fresca DimmidiSì è una proposta gustosa e moderna, pensata per intercettare i trend emergenti nel mondo del food, in particolare l’interesse crescente per la cucina internazionale. Secondo i dati GFK Sinottica 2024, il 56% degli italiani consuma cibi stranieri, con un incremento del 15% ri-
di fare questo passo insieme, per costruire qualcosa di solido e di valore, in un settore che offre grandi opportunità di crescita”, ha commentato Luca Battaglio, presidente della Battaglio Spa (al centro, nella foto).
“A dirigere Agricola El Camino - continua - sarà Alexander Bolaños, che si occuperà della società con la stessa passione e cura con cui guida le altre aziende del gruppo Caribe, da decenni uno dei leader del settore in Costa Rica”.
spetto al 2019. Se da un lato la cucina cinese e giapponese restano tra le più apprezzate, dall’altro si registra una forte crescita dell’interesse per quella messicana e spagnola. Questo cambiamento nelle abitudini alimentari sta ridefinendo il mercato, spingendolo verso un’offerta sempre più varia e globale.
La tortilla DimmidiSì unisce la tradizione della cucina spagnola con la freschezza e la qualità degli ingredienti vegetali. Viene proposta in tre ricette divertenti e appetitose che si rivolgono agli urban tasters, quei consumatori sempre pronti alla sperimentazione e inclini alla convivialità, alla ricerca di soluzioni che siano salva-tempo e valorizzino la dimensione del gusto.
“La Linea Verde è da sempre pioniera nell’accogliere e anticipare i food trend, investendo costantemente in innovazione per rispondere alle nuove esigenze di consumo. La crescente inclinazione verso la fusione gastronomica e un desiderio di esplorare sapori nuovi, è per noi l’opportunità di integrare elementi esotici nelle preparazioni quotidiane, offrendo al pubblico esperienze culinarie uniche, senza mai compromettere la qualità che da sempre contraddistingue i nostri prodotti”, ha dichiarato il direttore marketing Matteo Laconi.
Precisione, sostenibilità e consulenza di altissimo livello:
Frutmac presenta l’ultima generazione di soluzioni Top-Seal alla fiera Macfrut in agenda dal 6 all’8 maggio a Rimini, nell’area dedicata ai piccoli frutti, la “Berry Area”. Negli ultimi anni Frutmac si è affermata come uno dei principali fornitori di soluzioni Top-Seal per il confezionamento di alimenti freschi. In particolare per prodotti delicati come piccoli frutti, uva, pomodori, surgelati, piatti pronti o convenience food, la combinazione di protezione, presentazione e sostenibilità è fondamentale.
Tutto inizia dalla consulenza su misura: una linea di confezionamento non comincia dalla macchina, ma da una riflessione con il cliente, con cui Frutmac analizza le esigenze specifiche, gli spazi disponibili e i flussi logistici, per sviluppare la combinazione ideale di macchina, vassoi e film. L’intero processo di termosaldatura viene adattato in modo ottimale: dalla scelta del formato alla larghezza perfetta del film. Macchine versatili, materiali di qualità: essendo partner esclusivo di PA Packaging Automation, Frutmac propone termo-
La Sicilia ha una forte vocazione agricola e una grande capacità di produrre e trasformare eccellenze alimentari apprezzate in tutto il mondo. Regione ricca di terreni fertili e con un clima mite è anche la prima in Italia per superficie investita ad arance e meloni secondo i numeri riportati nel rap-
saldatrici all’avanguardia - capaci di lavorare fino a 180 confezioni al minuto - totalmente elettriche, a bassa manutenzione e ad altissima precisione. Il tutto abbinato a un’ampia gamma di soluzioni di packaging sostenibili: vaschette in PET riciclato o varianti in cartone con tecnologia SlimFit, tutte compatibili con lo stesso stampo di termosaldatura. Chi sceglie un partner solido trova in Frutmac un alleato esperto e innovativo per soluzioni di confezionamento sostenibili.
porto Ismea del 2024. In questo contesto si inserisce l’attività dell’azienda siciliana Barbera International Srl, fondata dall’imprenditore Alessandro Barbera e situata alle pendici dell’Etna, ad Adrano (Ct), che produce e commercializza le eccellenze della frutta siciliana.
“Puntiamo sulla qualità totale della nostra offerta - spiega il titolare Alessandro Barbera -. Per questo siamo molto attenti anche al packaging, che è un’opportunità per raccontare la territorialità e l’azienda. Le confezioni sono curate nei minimi dettagli e gli elementi decorativi studiati per essere al contempo funzionali ed emozionali”.
“In questa nostra attenzione verso il packaging si inserisce anche la scelta dell’etichetta che identifica, in modo immediato, il prodotto a scaffale - sottolinea Barbera -. Per i nostri meloni retati, abbiamo scelto un bollino adesivo che riporta i colori della bandiera italiana, ma ha anche l’immagine stilizzata della Sicilia e il nostro marchio. Prodotto italiano sì, ma ancor più un Made in Sicily!”.
“Questo bollino è prodotto e fornito dalla Carby Label, azienda che ci ha proposto un’etichetta con un particolare adesivo, sostenibile e allo stesso tempo idoneo all’applicazione sulla buccia irregolare del melone”, conclude Barbera.
Carlotta Benini
Non una dark kitchen ma una “green kitchen”, ovvero un laboratorio dedicato al food delivery improntato alla massima sostenibilità, dove si cucina senza sprechi e dove si calcolano le emissioni di ogni processo e di ogni piatto, con l’obiettivo di ridurle. Welly è la prima “cucina consapevole” di Bologna, ce ne parla Alessio Giacomello, manager di Just Eat e co-founder, con i fratelli, di questa innovativa start-up
Rivoluzionare il mondo del food delivery coniugando il cibo con il mondo digitale, in un’ottica green, per un servizio che consente a consumatori e ristoratori di dare il proprio contributo per ridurre l’impronta sul Pianeta in maniera semplice… una forchettata alla volta! Si chiama Welly ed è una start-up innovativa fondata a Bologna da quattro fratelli, Federico, Alessio, Giulio e Lorenzo Giacomello, tutti provenienti da ambiti professionali differenti, ma accomunati dal desiderio di scommettere nel settore della ristorazione scardinandone i paradigmi e approcciandosi al business nella maniera più etica possibile. Borger, Bolo Smash, Pollo di Piero e La Pasta di Nonna Maddalena: a Bologna in via del Perugino c’è una dark kitchen - letteralmente, una cucina senza ristorante - dove operano queste quattro realtà, a cui nell’ultimo periodo si sono aggiunti altri tre brand, Zeus Pita, Arrosto Chicken Delivery e La Piadina dell’Ines. Ogni brand rimanda a valori come la bolognesità o rende omaggio a persone legate alla famiglia Giacomello. Nei vari menù non mancano anche proposte vegane e plant based. Per il suo carattere innovativo e il suo impegno green Welly - che è anche società benefit - negli ultimi anni ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti, fra cui il Premio Barresi nel 2023 per le aziende sostenibili e il Premio Digitalizziamo di Banca Intesa; il progetto inoltre è stato finanziato da Invitalia,
organismo dello stato che supporta la nascita delle nuove aziende. Ce ne parla Alessio Giacomello, cofounder insieme ai fratelli di Welly: con una consolidata esperienza a contatto con il mondo dell’horeca, dopo avere lavorato in un colosso come Coca Cola, da dieci anni lavora in Just Eat, ricoprendo attualmente il ruolo di team lead grocery.
“Il mondo del food delivery - spiega Alessio Giacomello - ha un impatto ambientale considerevole. Talvolta i player si limitano alla scelta di un packaging compostabile, per definirsi sostenibili. Noi, nella nostra mission, abbiamo cercato di andare ben oltre l’imballaggio, cercando al contempo di rendere eccellente l’esperienza del cliente finale, grazie anche al nostro chef, Giulio, che si è fatto esperienza tra i migliori ristoranti di Sydney. Il primo passo per affrontare il tema dell’impatto ambientale, dunque, è stato quello di misurarlo, per ridurlo. In futuro poi prevediamo di poter supportare azioni mirate di compensazione dell’impronta carbonica con la piantumazione di alberi. Le azioni di sostenibilità che abbiamo messo in campo toccano tre macro aree: ambiente, sociale e governance”. “La maggior parte dei clienticonclude Alessio Giacomello - non sceglie il suo pasto sulla base della sostenibilità, ma crediamo che in futuro le dark kitchen cresceranno notevolmente e saranno premiate solo quelle più virtuose”.