Storia della Cama Deruta

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Francesca Cagianelli Roberta Niccacci

CAMA DERUTA

La storia della Cama in cinque puntate in un libricino da sfogliare


CAMA DERUTA

Francesca Cagianelli Roberta Niccacci

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Avvertenze Copyright La storia della Majoliche Artistiche Cama Deruta si è svolta a cadenza mensile dal mese di maggio al mese di ottobre 2021 sulla pagina facebook del Centro Cagianelli per il ‘900 nell’ambito della rubrica “Piccole Manifatture Crescono” per un totale di cinque puntate corredate di foto. Copyright © Centro Cagianelli per il ‘900 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libricino può essere riprodotta tramite nessun mezzo senza previa autorizzazione della proprietà eccetto come citazione in una recensione o pubblicazione. Per maggiori informazioni scrivi a: francescacagianelli@gmail.com o a robertaniccacci@gmail.com Prima edizione del libricino novembre 2021 https://centrocagianelliperil900.wordpress.com

Foto di copertina: piatto anni Settanta firmato Cama (proprietà privata)

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Ringraziamenti Si ringraziano i Friends of Cama e I follower del Centro Cagianelli per il ‘900 per il consenso alla rubrica sulla storia della Cama Deruta, l’unica azienda artigiana italiana che, nonostante il fallimento, continua a vivere nella memoria dei suoi collezionisti e del territorio grazie a arte e cultura.

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– INDICE – PUNTATA 1: La Cama negli anni Cinquanta: soci fondatori e prima produzione

PUNTATA 2: La rinascita della Cama negli anni Sessanta

PUNTATA 3: Le strategie della Cama negli anni Settanta – La proiezione verso il mercato internazionale PUNTATA 4: La Cama e il revival del classico negli anni Ottanta

PUNTATA 5: Una pittrice-imprenditrice a Deruta – Elena Moretti regina della Cama

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Premessa Questo libricino nasce dall’incontro tra Francesca Cagianelli, presidente del Centro Cagianelli per il ‘900 e Roberta Niccacci, erede della famiglia di ceramisti fondatori della Cama, azienda storica di Deruta (PG), che ha chiuso per fallimento nel 2012. A distanza di quasi dieci anni viene pubblicata la storia inedita della manifattura ceramica derutese, che rimane ancora nella memoria della sua clientela, della cittadina e di quanti ci hanno lavorato. Dal mese di maggio 2021 le puntate sulla Cama hanno inaugurato la rubrica “Piccole Manifatture Crescono”, ideata da Francesca Cagianelli con lo scopo di ricordare manifatture ceramiche del Novecento o anche ceramisti attivi nell’ambito di diverse realtà produttive anche dimenticate. La storia della Cama si è conclusa con la quinta puntata nel mese di ottobre, dedicata all’anima al femminile della Cama: Elena Moretti, capofabbrica e maestra di reparto ancora vivente. Il presente libricino vuole rendere omaggio alla Cama in un unico luogo di raccordo delle informazioni tratte dalle pubblicazioni delle puntate sulla pagina facebook del Centro Cagianelli per il ‘900, perché rimanga indelebile il ricordo di un’azienda storica di Deruta che ha lasciato il segno insieme ad altre aziende fallite, che tanto hanno fatto per il bene del territorio, sfortunatamente cadute sul lavoro in tempo di crisi.

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La Cama negli anni Cinquanta

Soci fondatori e prima produzione

Abbiamo il piacere di pubblicare la 1° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900 7


La Cama negli anni Cinquanta CAMA DERUTA

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1 La Cama negli anni Cinquanta Soci fondatori e prima produzione di #FrancescaCagianelli e #RobertaNiccacci Copyright fotografie: Roberta Niccacci Grazie alla collaborazione di Roberta Niccacci, figlia di Elena Moretti e Renato Niccacci, insieme apprendisti all'Ars Artigiana e quindi entrambi collaboratori della Manifattura derutese Cama (Renato assunto nel 1958; Elena nel gennaio 1960), e sulla scorta delle testimonianze da lei raccolte nel corso dell’intervista a Nazareno Picchiotti (R. Niccacci, “Incontro con Nazareno Picchiotti”, 24 aprile 2021) nella sua fabbrica in Via Tiberina 293, la Nazareno Picchiotti Majoliche Artistiche snc., riemergono significative memorie e si delineano inedite coordinate storiografiche relativamente alle primissime vicende della CAMA. La sede originale della CAMA, situata negli anni Cinquanta dirimpetto alla fabbrica di Nazareno Picchiotti (via Tiberina, n. 108), coincideva con l’abitazione di Matilde Niccacci (12 marzo 1898 – 11 ottobre 1978), le cui stalle furono trasformate in laboratorio. Secondo Rosa Baccarelli (21 agosto 1930 – 18 ottobre 2020) i locali della Cama erano contigui all’abitazione di Menotto Pimpinelli, dove allora risiedeva Luigi Chiattini, figlio di Matilde Niccacci: al piano inferiore si trovava il colaggio, mentre al primo piano Chiattini realizzava l’oro; ma la Cama si estendeva anche in corrispondenza della casa di Pimpinelli, dove al piano terra si trovava il torniante e al primo piano la sala di pittura. “Ciò che rende la Cama così speciale è la qualità, che ha conseguito nel corso degli anni, portandola a essere il numero uno nei decori classici, superando secondo la clientela, anche la ditta Grazia”, esordisce Nazareno che ribadisce: “Inizialmente era una fabbrica come tante altre a Deruta. Forse si distingueva per il colaggio, tecnica nell’ambito della quale Menotto Pimpinelli si occupava dell’argilla. La produzione maggiore era il colaggio: Menotto Pimpinelli aveva il colaggio, così come Enrico Cassetta”. E’ solo in un secondo tempo, quando cioè i decoratori decisero di aggregarsi, secondo le nuove tendenze associative, in una cooperativa, che nacque nel 1954 l’idea: “Per fare la cooperativa erano necessari nove soci – ricorda Nazareno - come partenza invece erano in 4: Nazareno Picchiotti (n.1934 vivente), Pietro Picchiotti (deceduto), Menotto Pimpinelli (4-11-1925/2-8-2005) e Enrico Cassetta (1-3-1924/20-4-1987)”. Dietro suggerimento di Tripolini, allora dirigente della CIMA, si provvide a reperire i restanti cinque soci: Luigi Chiattini, Alfideo Chiattini, Nazzareno Niccacci (30-1-1909/13-1-1988), Nello Bartoli (vivente), come torniante, Alfredo Lombrici (deceduto), Eugenio Margaritelli (26 giugno 1911 – 1 novembre 1963) come ragioniere, mentre caporeparto della CAMA cooperativa artigiana majoliche artistiche fu MARIO TASSI, originario di Deruta.

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Secondo la testimonianza di Maria Serena Chiattini (figlia di Alfideo Chiattini), Luigi Chiattini e suo fratello, Alfideo Chiattini, furono soci fondatori insieme a un gruppo di circa dieci persone, tra cui Niccacci, Pimpinelli, Lombrici. Si ricorda che Alfredo Lombrici lavorava la terracotta al tornio - la moglie, Maria, era incaricata delle spugnature insieme con Matilde Niccacci, madre di Luigi ed Alfideo. Se nella fase del decollo economico di Deruta, nel corso degli anni Ottanta, Nazareno Picchiotti aveva finito col costruire un prefabbricato nella zona artigianale altri soci fuoriusciti dalla CAMA aprirono la propria fabbrica: Enrico Cassetta fondò la GRIFO snc., Alfredo Lombrici la Majoliche Lombrici snc. Menotto Pimpinelli la Menotto Pimpinelli snc., Pietro Picchiotti la Fima snc. La CAMA, invece, fondata il 22 settembre 1954, cessata in data 7 gennaio 1960, pur nelle sue variazioni societarie, è rimasta proprietà della famiglia Niccacci fino alla sua chiusura definitiva nel 2011 (unico outsider Nello Bartoli, che ha aperto una ditta di forniture di materiali refrattari per i forni, la Nello Bartoli snc.). E se anche Nazareno Picchiotti, secondo quanto riferito a Roberta Niccacci, non possiede più alcuna testimonianza relativa alla CAMA Cooperativa Artigiana Majoliche Artistiche, nè documenti, né fotografie, né tanto meno oggetti, ricorda tuttavia che la Manifattura produceva negli anni Cinquanta piccoli decori di fiori e successivamente – ma la certezza del confine cronologico è labile a tale proposito - cominciò a introdurre Raffaellesco, ma soprattutto Ricco Deruta, in piatti, vasi e portombrelli, decoro quest’ultimo che tuttavia resta ascrivibile prevalentemente anni Sessanta. Tra le sorprese riemerse tuttavia dalla memoria storica di Nazareno siamo in grado di recuperare e pubblicare uno scarpone, contraddistinto da piccoli decori fioriti e da ritocchi in oro, realizzato nel Natale 1955 dalla CAMA e da lui regalato all’allora fidanzata, Mafalda. Altri dettagli preziosi riemersi nel corso dell’intervista quello relativo al suo ruolo di pittore presso la CAMA, destinato a formare altri allievi e, non a caso, maestro di Mario Niccacci, zio di Roberta, attivo presso la Manifattura, secondo quanto confermato da Renato Niccacci, dal 1954 al 1957. La personalità di Mario Niccacci (Fratta Todina (PG) 12 febbraio 1939) si delinea ancora una volta grazie al profilo biografico tracciato dalla nipote Roberta: ha lavorato come dipendente della CAMA per 28 mesi dal 1954 al 1957, quindi si trasferisce a Roma con la famiglia del padre, Carlo Niccacci; formatosi presso Cesare Margaritelli, dapprima collaborò con la ditta delle majoliche Rolli di Deruta e quindi divenne pittore alla CAMA sotto la guida del socio fondatore Nazareno Picchiotti. Tra i decori citati come caratteristici dello stile CAMA riemergono i già citati Raffaellesco, Ricco Deruta, ma anche Orvietano, quest’ultimo tuttavia non confermato da Renato Niccacci. Ed è proprio il piatto selezionato come icona della rubrica, firmato da Mario Niccacci, ideato e realizzato interamente da solo, che costituisce uno dei capisaldi ceramici di questa primissima fase della manifattura derutese.

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Pubblicazione foto Prima Puntata Ringraziamo in conclusione quei collezionisti che hanno voluto collaborare alla realizzazione della rubrica, in particolare Giuseppe Alise, Mario Niccacci, Roberta Niccacci, Massimo Perari, Nazareno Picchiotti. Pubblichiamo le seguenti fotografie: 1. Vaso natalizio a rametti di pungitopo, con il caratteristico oro in terzo fuoco, produzione Cama anni Cinquanta – Proprietà Massimo Perari 2. Tasca a muro in oro e "pompina" (puntini di smalto applicati sul pezzo a mano Successivamente i puntini saranno applicati con la pompetta del clistere, tecnica ideata da Gabriele Bicchioni all'Ars Artigiana di Deruta) – Proprietà Massimo Perari 3. Vaso con decoro bizantino, 1954-1956, omaggio della A.S. Fratta Todina al sindaco di Fratta Todina, Alessandro Perari (sindaco dal 1947 al 1956) – Proprietà Massimo Perari 4. Vasetto a due manici con decoro natalizio raffigurante Babbo Natale in slitta dipinto da Renato Niccacci (figlio di Nazzareno Niccacci), attivo alla Cama dal 1958 al 2011, titolare a partire dal 1974 - Proprietà Giuseppe Alise 5. Scarpone, Regalo di Natale 1955 donato da Nazareno Picchiotti a Mafalda, l’allora fidanzata e quindi moglie, oggi scomparsa (sullo scarpone i nomi Nazareno e Mafalda) Proprietà Nazareno Picchiotti 6. Servito da tè con foglie e gemme in oro, produzione unica anni Cinquanta, conservato presso l’abitazione di Pompeo Niccacci e Diamante Massucci, genitori di Nazzareno Niccacci – Proprietà Roberta Niccacci 7/8. Piatto decorato da Mario Niccacci (n. 12 settembre 1939), padrino di Roberta Niccacci, figlio di Carlo Niccacci, fratello di Nazzareno Niccacci - Proprietà Mario Niccacci

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Altre foto della Prima Puntata

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Altre foto della Prima Puntata

Piatto realizzato dal nipote di Nazzareno Niccacci all’età di 18 anni presso la Cama 13


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La rinascita della Cama negli anni Sessanta

Abbiamo il piacere di pubblicare la 2° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900


La rinascita della Cama negli anni Sessanta CAMA DERUTA

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Seconda Puntata – Gli anni Sessanta 🌟2° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal Centro Cagianelli per il '900 🔖“La rinascita della Cama negli anni Sessanta” di Francesca Cagianelli e Roberta Niccacci 🤩Abbiamo il piacere di pubblicare la 2° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900 Riemerse dall’Archivio della #CameradiCommerciodiPerugia (Registro Imprese, fascicolo iscrizione registro imprese n. 55795), grazie all’indagine condotta da Roberta Niccacci, alcune preziose notizie relative all’attività della #dittaCama nel corso degli anni Sessanta gettano nuova luce sul contributo di quest’ultima alla vitalità produttiva della città di #Deruta all’alba delle #Olimpiadi. Nel contesto del fenomeno di lievitazione del tessuto manifatturiero derutese avviatosi fin dagli anni Cinquanta, si pone come tappa di estrema suggestione lo svolgimento delle Olimpiadi del 1960, secondo quanto confermato tra l’altro dalla testimonianza di Maria Cecchini, ex-socia della CAMA, raccolta dalla stessa Niccacci, sulla scorta della quale si può senza dubbio asserire che anche per la Cama si inaugurò in tali frangenti una stagione particolarmente propizia: “Così la CAMA rinasce a partire dal 1960”.

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Seconda puntata – Gli anni Sessanta D’altra parte la storia manifatturiera della Cama non sfugge a quel fenomeno di instabilità produttiva tipico della realtà derutese a partire dagli anni Cinquanta, giustamente evidenziato da #GraziaRanocchia nel volume “Deruta. Manifatture e ceramiche 1920-1960” (Volumnia Editrice 1999), secondo cui all’“immagine di Deruta come primo centro umbro produttore di maioliche artistiche celebre in tutto il mondo” si coniuga una parabola complessa, risultante dalla “instabilità del mercato, una minore richiesta del prodotto da parte della clientela estera (…), la forte concorrenza da parte dei paesi stranieri, gli alti costi di produzione e, infine, problemi organizzativi e gestionali peculiari delle singole aziende” (cfr. Ranocchia, cit.). In data 15 gennaio 1960 si costituiva infatti con oggetto sociale “produzione e vendita all’ingrosso di maioliche artistiche”, la MAIOLICHE ARTISTICHE “CAMA”, società di fatto con sede a Deruta in Via Tiberina al Km. 77, fondata da #NazzarenoNiccacci, socio procuratore, Alessandro Freddii, ragioniere, Pietro Picchiotti e Alfredo Lombrici, ex soci della Cooperativa C.A.M.A. andata in liquidazione il 7 gennaio dello stesso anno. La nuova sede della CAMA consisteva in una costruzione nella zona a nord della via Tiberina (gli attuali numeri civici 111 e 113), di cui Nazzareno Niccacci allestì anche l’impianto elettrico. Se ciascun socio fu obbligato a versare 25.000 lire, i genitori di Nazzareno Niccacci, #PompeoNiccacci e Diamante Massucci, ipotecarono la loro residenza a Deruta, come confermato dall’ammortamento cambiario pubblicato in gazzetta ufficiale a favore della Cassa di Risparmio di Perugia, per poi divenire fidejussori per la costruzione del nuovo laboratorio, dove furono trasferiti tutti gli strumenti da lavoro della cooperativa.

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Seconda Puntata – Gli anni Sessanta Nazzareno Niccacci, investito della direzione della #MAIOLICHEARTISTICHECAMA anche per questo decennio, venne nominato proprio negli anni Sessanta assessore e vice-sindaco di Deruta, contribuendo a ristabilire la #festadiSantaCaterinadAlessandria, protettrice dei ceramisti, celebrata dal 1965 ogni anno il 25 novembre. Cessata il 30 aprile 1971, la MAIOLICHE ARTISTICHE CAMA, iscritta alla #Confederazionegeneraleitalianadellartigian ato di Roma (vedi tessera conservata nell’archivio personale di Nazzareno Niccacci), restò attiva per circa 10 anni, durante i quali uscirono dapprima i soci Freddii e Lombrici, quindi gli ultimi due soci, Nazzareno Niccacci e #PietroPicchiotti, che si erano costituiti in società semplice ed erano comproprietari dell’azienda. Data al 1960 il coinvolgimento nella MAIOLICHE ARTISTICHE “CAMA” del pittore ceramista #RaffaelloChiucchiù (n. 1932) che ne divenne caporeparto, ideando forme e decori: accanto alla produzione dei decori classici di Deruta (#Raffaellesco, #Ricco #Deruta, #Arabesco) comparvero la linea egizia, quella stilizzata secondo i dettami trionfanti nelle arti decorative dell’epoca, e, infine, una linea da creata dallo stesso Chiucchiù, di riproduzioni di dipinti di #AmedeoModigliani e di opere degli impressionisti. Ci affidiamo infine alla testimonianza di #RenatoNiccacci (n. 1937) - raccolta ancora una volta da Roberta – attivo alla Cama negli anni Sessanta come pittore dipendente, talvolta destinato a sostituire occasionalmente l’addetto alla vendita al magazzino, Pietro Picchiotti.

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Seconda Puntata – Gli anni Sessanta

Tra i decori più diffusi nell’ambito della produzione degli anni Sessanta Renato Niccacci menziona in particolare quello egiziano, richiesto in particolare nei negozi turistici di Roma, Cascia e #SantoStefanodiCamastra: accanto al decoro egiziano, peraltro in voga alla Cama già dagli anni Cinquanta, e diffuso anche presso manifatture quali la #SocietàAnonimaMaiolicheDeruta e l'Ars Artigiana, figuravano pezzi in bitume traforato, non smaltati, quindi il motivo del fogliame sfondo nero e oro, e ancora, in minor misura, anche Ricco Deruta e Raffaellesco. Niccacci ricorda inoltre tra i motivi di maggior successo della CAMA nel corso degli anni Sessanta il “puntinato”, un decoro a sfondo nero con rifiniture in oro (scarpette, ombrellini, scarponi etc.). Accanto a tale produzione, il filone dei piatti destinati ad accogliere le riproduzioni dei dipinti di #Modigliani, così come di #Gauguin, offrivano preziosa conferma della fortuna delle avanguardie internazionali, messe in campo come antidoto, o almeno efficace alternativa, alla gloriosa tradizione decorativa. Ringraziamo in conclusione quei collezionisti che hanno voluto collaborare alla realizzazione della rubrica, in particolare #RobertaNiccacci, #AntonioCagianelli; un ringraziamento particolare alla Camera di Commercio di Perugia (Registro Imprese).

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Altre foto della seconda puntata – Gli anni Sessanta

Il nuovo laboratorio della Cama in Via Tiberina al km. 77 inaugurato nel 1960 DERUTA (PG)

Il senatore Giulio Andreotti allora ministro dell’industria e commercio in visita alla Cama il 24 agosto 1966 (si ringrazia l’istituto Luigi Sturzo di Roma per la datazione)

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Le strategie della Cama negli anni Settanta

Abbiamo il piacere di pubblicare la 3° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900


La proiezione verso il mercato internazionale CAMA DERUTA

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Terza puntata della Cama – Gli anni Settanta 🌟3° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal Centro Cagianelli per il '900 🔖 LE STRATEGIE DELLA CAMA NEGLI ANNI SETTANTA: LA PROIEZIONE VERSO IL MERCATO INTERNAZIONALE di Francesca Cagianelli e Roberta Niccacci 🤩Abbiamo il piacere di pubblicare la 3° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900 🔍In data 30 aprile 1971 la #MaiolicheArtisticheCAMA cessa la sua attività, essendo venuta meno la pluralità dei soci. 📌Sulla base dell’atto notarile stipulato con l’ultimo socio, #PietroPicchiotti, autorizzato a restare nello stesso laboratorio, diviso a metà da un fondello, l’azienda non potrà riaprire prima di sei mesi, data a partire dalla quale la denominazione CAMA diventerà finalmente di esclusiva proprietà di #NazzarenoNiccacci. 👉Rimasto da solo e determinato a proseguire l’attività di produzione e commercio di maioliche, Nazzareno Niccacci cede le quote al figlio Renato e alla nuora #ElenaMoretti, già dipendenti della CAMA, e d’ora in avanti costituitisi in società in nome collettivo: l’indirizzo della sede derutese della Manifattura sarà ora quello di via Tiberina, 113. 🧐Gli anni Settanta costituirono un nuovo inizio per la CAMA, per quanto oscurato da un notevole svantaggio causato dalla liquidazione degli ultimi due soci, oltre che dall’assenza di un caporeparto, così come delle necessarie maestranze. ✨Già dal 1971 la storia della CAMA fu comunque caratterizzata, oltre che da vicende personali di sacrifici economici, dalla ricerca di nuova clientela e dalla creazione di prodotti originali.

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Terza puntata della Cama 🔗Grazie all’impegno di #RenatoNiccacci ed Elena Moretti, la #CAMA ricominciò la sua attività con la collaborazione di nuovi dipendenti, assunti in gran parte tra la parentela, con l’obiettivo della ricostruzione del processo produttivo dall’argilla alla ceramica finita, ma soprattutto con la realizzazione di oggetti destinati ai turisti italiani e al mercato delle bomboniere.

Storia della Cama, veramente appassionante! - Maristella

📆Dal 1972 la CAMA avvia la collaborazione con le #CantineLungarotti di Torgiano (PG) per le confezioni di lusso con le bottiglie di vino, caratterizzate da coppe amatorie, bicchieri, litri nei decori #Raffaellesco, #RiccoDeruta e quindi #Orvietano. 🔖Nel novembre 1974, sarà lo stesso Nazzareno Niccacci a fuoriuscire dalla CAMA, di cui era stato presidente fin dalla sua fondazione. 🪐Negli anni Settanta la Cama arriva a servire quasi duecento negozi, per la maggior parte in Italia, ma anche all’estero, lavorando col Giappone (intorno al 1⚡️975), dove rifornisce ben cinque clienti, per la #Perugina francese (I.B.P. France), la Svizzera (catena Migros), la Germania, la Svezia (un ristorante) e infine anche l’Inghilterra. 👌Alla fine degli anni Settanta l’azienda aveva risanato la sua attività, fino a partecipare per la prima volta anche a una mostra-mercato presso il #CentroFierediRimini. 💪Tra i decori di battaglia della CAMA domina il #Veneziano, con uno stile riconoscibile, di particolare attrazione per il mercato giapponese, i cui clienti saranno intercettati direttamente da Renato ed Elena Niccacci, senza ricorrere all’intermediazione dell’agente, grazie alla collaborazione della figlia Roberta, ancora adolescente, ma già perfettamente padrona della lingua inglese.

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CAMA DERUTA ⏭Solo verso la fine degli anni Settanta, intorno al 1978, la manifattura si affaccia al mercato statunitense, che impronterà le strategie di tutto il decennio successivo. 📌Tra i decori privilegiati nell’ambito di tale produzione troviamo il Veneziano, “un decoro – come ricorda #GraziaRanocchia - ispirato alla tipologia decorativa di Venezia, come altri motivi floreali rielaborati su stili di varie parti d’Italia. Venne ideato alla “Fabbrica Grande” (ovvero dalla Società Anonima Maioliche Deruta) ed è tra i decori più venduti negli anni ‘40 insieme al Pesarese, l’Olmo, il fioraccio Castelli, il Savona rosso, la Luneville, la Vecchia Lodi” (G. Ranocchia, “Deruta Manifatture e ceramiche 1920-1960”, Volumnia Editrice 1999, pag. 72-73). ️‍ ️ ♀ ‍ ️ 🕵️ ️ ‍️Altri decori ricorrenti nell’ambito della produzione degli anni Settanta sono il #Messicano, il bitume, il graffito (ispirato ai decori della maiolica Monteluce), il #decoroGubbio, l’arabesco blu e giallo contornato, il paesaggio tipo #Castelli e il fogliame con l’oro, ma cominciano ad affermarsi anche #RiccoDeruta e #Raffaellesco, oltre al #PuntoAssisi e al #Senese.

“Sono tornata indietro nel tempo vedendo questo lavoro” – Franca (ex dipendente della Cama)

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“Imperitura resisti, esisti 💫Si diffonde nel frattempo la moda dei piatti da parete, vaselle, bevi se puoi, vasi da fiori, testacce, cache-pot, boutiche, ferri da stiro, somarelli, piccoli soprammobili, servizi da caffè e da tè. ✔️Per i negozi turistici di Assisi, Cascia, Fiuggi e perfino per l’isola di Favignana la #Cama realizza oggetti con la scritta del luogo, senza firmare il prodotto con il proprio marchio, secondo la consuetudine dell’epoca, protrattasi fino a oggi. ⚡️Nel 1976 la Cama partecipa, come si è detto, alla prima mostramercato della sua storia presso il #CentroFieradiRimini, riscuotendo un discreto successo. 🚴‍ ‍️ ️ ♀ ‍ ️‍ ‍ ️🚴 ♀ ‍️​️​️​️‍️🚴‍️Il 1977 coincide invece con la data di fondazione del ♀ ‍ #grupposportivodicicloamatori CAMA DERUTA, capitanato da Renato Niccacci che, al giro delle Dolomiti a tappe (Dolomitenradrundfahrt) per 25 giri, fino all’età di 79 anni, ha portato il nome della CAMA nel mondo dello sport a livello internazionale. 🤩Ringraziamo tutti i collezionisti che hanno cortesemente fornito le immagini pubblicate nella 3° Puntata della rubrica “Piccole Manifatture crescono” e in particolare le #CantineLungarotti di Torgiano (PG).

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La Cama e il revival del classico negli anni Ottanta

Abbiamo il piacere di pubblicare la 4° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900


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Miss America Phyllis George ordina un servizio da tavola alla CAMA col decoro Ricco Deruta. Nella foto Renato e Roberta Niccacci (anno 1982)


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Quarta puntata della Cama – gli anni Ottanta 🌟4° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal Centro Cagianelli per il '900 🔖 LA CAMA E IL REVIVAL DEL CLASSICO NEGLI ANNI OTTANTA di Francesca Cagianelli e Roberta Niccacci 🤩Abbiamo il piacere di pubblicare la 4° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900, DAL TITOLO "La Cama e il revival del Classico negli anni Ottanta", a cura di Francesca Cagianelli e Roberta Niccacci. 👉Negli anni Ottanta a #Deruta si assiste a un revival dei decori classici Ricco Deruta e Raffaellesco, riguardo ai quali la #Cama è attentissima, perché può contare sulla collaborazione della socia #ElenaMoretti. A partire dal 1981 inizieranno non a caso le esportazioni negli Stati Uniti tramite container. 💫A cavallo degli anni Settanta e Ottanta, spinto dalla forte concorrenza locale, #RenatoNiccacci, titolare della Majoliche Artistiche Cama Snc, si rivolge ai mercati esteri: Europa e Giappone. 🏆Vincenti risultano per la maggior parte i decori Veneziano e Orvietano gallo. Successivamente, in virtù del talento della moglie #ElenaMoretti in fatto di decori classici, #RenatoNiccacci si adopera per reperire un mercato idoneo alla ricezione dei prodotti decorati con Raffaellesco e Ricco Deruta. 🪐Alla Cama approda verso la fine degli anni Settanta il titolare di un negozio di San Francisco, intenzionato a proporre la riproduzione di alcuni pezzi di un servizio da tavola con il decoro Ricco Deruta: era #GianfrancoSavio, proprietario della #BiordiArtImports. Dall’incontro con il negozio Biordi di San Francisco si realizza il desiderio di Elena Moretti di produrre i decori classici.

complimenti. che storia!!! - Daniela

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CAMA DERUTA ⭐ Già capofabbrica della Cama negli anni Settanta, quando nel 1971 la ditta era rimasta senza soci e senza caporeparto, a seguito della fuoriuscita dell’ultimo socio del suocero #NazzarenoNiccacci, allora titolare della Cama, Elena Moretti (n. 1938) si specializzò nei decori tradizionali di Deruta, avendo svolto il suo apprendistato all’#ArsArtigiana con il caporeparto Gabriele Bicchioni. ‍👩‍🎨Allieva, intorno al 1950, della maestra #GiuliaPelini, collaboratrice della #dittaGrazia, Elena Moretti sarà l’ideatrice all’interno della Cama di un’organizzazione della fase pittorica in squadra, con pittrici specializzate in ogni fase della produzione. 👎Nel corso degli anni Ottanta risultavano in calo alla Cama i rivenditori in Italia che acquistavano sia prodotti turistici che bomboniere e oggetti di arredo, annoverabili invece negli anni Settanta in almeno duecento negozi. Se rimanevano alcuni negozi ad Assisi, Fiuggi, Favignana, Chianciano Terme e Siena, per quanto riguarda il mercato estero la Cama passa negli anni Ottanta dal mercato giapponese al mercato statunitense, con l’intervallo di una produzione floreale compendiaria senza spolvero su smalto bianco, che corrispondeva a una moda fugace che non riscosse molto successo. Al negozio di Biordi a San Francisco si aggiungono il #negozioCottura di Los Angeles a Melrose Avenue e altri piccoli negozi nati sul modello di Biordi Art Imports. 🌍Dagli Stati Uniti i clienti privati americani iniziano ad approdare alla #Cama, direttamente in fabbrica, per acquistare in particolare quei servizi da tavola in cui la manifattura si stava specializzando.

“Esaustiva! Bella la descrizione delle novità portate da una donna!” - Donatella

🌺La prima cliente privata che ordinò un servizio completo della Cama con il decoro Ricco Deruta fu la ex Miss America #PhyllisGeorge (1949-2020), allora moglie del governatore del Kentucky.

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Quarta puntata della Cama 📌Nel corso degli anni Ottanta i decori di produzione diventano prevalentemente #RiccoDeruta, #Raffaellesco, #Orvietanogallo, Senese, a cui si aggiunge il decoro Antico Deruta, una rielaborazione del Ricco Deruta a sfondo blu, realizzato dalla CAMA su smalto detto “festone”, che finirà negli anni Novanta sulla copertina del libro di Starbucks dal titolo “Passion for Coffee”. ⏭Nell’intervista a #GianfrancoSavio, ex-titolare del negozio di majoliche Biordi Art Imports, realizzata da #RobertaNiccacci per la rubrica “Piccole Manifatture Crescono”, si colgono le ragioni del rinnovato interesse per la maiolica italiana negli Stati Uniti. 🗣Negli anni Ottanta infatti – commenta Savio – “il consumatore americano ha capito che l’oggettistica della maiolica italiana, realizzata e dipinta a mano, offriva praticità nell’uso quotidiano, prezzi accessibili, possibilità di scelta personale e, soprattutto, soddisfaceva una clientela dal gusto sofisticato e desiderosa di rompere con la tradizione della porcellana, costosa, impersonale e dal carattere ripetitivo sempre uguale”. 🔗Alla domanda relativa alla nascita della collaborazione con la #Cama e alle ragioni della scelta di tale azienda derutese, Savio risponde che, in veste di nuovo proprietario della #DittaBiordi, intese accordare una fondamentale importanza a servizi da tavola che rispondessero a criteri artistici rigorosi, sia per i decori classici, come pure per quelli che potessero esprimere tendenze innovative. 😎Dopo aver scoperto la qualità dei prodotti della Ditta Cama, Savio ricorda come i “rapporti di collaborazione si fossero subito intensificati e avessero contribuito alla crescita aziendale per entrambe le ditte. Innumerevoli liste di nozze erano basate sui vari decori classici della Cama e quando venivano richiesti articoli particolari, fino ad allora praticamente inesistenti, la Cama li creava appositamente per Biordi. Basti pensare alle Biscottiere; agli utilissimi utensili per sistemare mestoli e oggetti per cucinare; ai porta aglio, ecc”. 🥇In merito al riscontro circa i prodotti di maggior successo della Cama negli anni Ottanta presso il negozio di San Francisco, Savio ribadisce convintamente le ragioni della predilezione dei prodotti di tale manifattura: “La qualità e creatività della Cama sono sempre stati una garanzia di successo. Tutti i decori della Cama sono stati costantemente apprezzati da una clientela che si affezionava subito a un decoro particolare e per moltissimi anni questi clienti continuavano a comprare lo stesso decoro sia per uso personale, ma anche come oggetto da regalo. I servizi da tavola in particolare, ma anche tantissimi articoli destinati alla tavola: boli, vassoi, brocche, bicchieri con manico. Per ogni decori esisteva una precisa lista di articoli, circa cinquanta, con prezzi e misure varie”. 🧐Nell’ambito di una possibile graduatoria relativa all’apprezzamento dei decori derutesi nel corso degli anni Ottanta, Savio conferma la scelta del classico: “Fra gli innumerevoli decori che la Cama poteva realizzare la Ditta Biordi ha scelto solo i più classici fra tutti, cioè soltanto sei decori, anche se spesso ci venivano richiesti altri decori come ordini speciali che la Cama eseguiva sempre con grande soddisfazione del richiedente. In ordine di preferenza, questi coincidono con i decori che hanno dato grande prestigio alla Ditta Biordi: Ricco Deruta Raffaellesco Antico Deruta SienaOrvieto Verde Bordato”. ✨Merita infine concludere con alcuni cenni relativi all’esperienza conclusiva della Ditta Biordi con la manifattura derutese: “La situazione di crisi che si era venuta a creare a seguito degli attentati del settembre 2001 e dei cambiamenti politici ed economici, ha inferto un duro colpo ai rapporti commerciali di importazione della maiolica. Ne ha risentito la Ditta Cama, chiudendo un'attività che durava da oltre 40 anni, così come la ditta Biordi, che dipendeva strettamente dalla Cama soprattutto per la serietà dei rapporti basati sulla qualità dei prodotti. La ditta Cama è stata una presenza stellare della maiolica derutese e ancora oggi mantiene, negli Stati Uniti, un nome prestigioso, prediletto dai suoi collezionisti”.

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Quarta puntata della Cama La quarta puntata dedicata alla Cama è stata pubblicata sulla pagina facebook del Centro Cagianelli per il ‘900 in data 3 settembre 2021. Segui il Centro Cagianelli per il ‘900 per altre iniziative.

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CAMA DERUTA

Preview quinta puntata

Si ringrazia per la foto Angela Tunner, Canada

Il decoro ANTICO DERUTA by CAMA, rielaborato da Elena Moretti, sulla copertina di Passion for Coffee di Starbucks

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Una pittrice-imprenditrice a Deruta: Elena Moretti regina della CAMA

il piacere di pubblicare la 4° Puntata de Abbiamo il piacere di pubblicare la 5° Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900


Una pittrice-imprenditrice a Deruta: Elena Moretti regina della CAMA

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Elena Moretti all’età di 11 anni ha deciso di andare a lavorare in fabbrica, “perché in campagna non c’era un futuro per tutti i fratelli”. L’apprendistato da una maestra ceramista in piazza a Deruta.


Hieme meo assiduo luceat igne focus


CAMA DERUTA

Quinta e ultima puntata della Cama 🤩Abbiamo il piacere di pubblicare la 5° e ultima Puntata della Rubrica "Piccole Manifatture crescono", promossa dal #CentroCagianelli per il '900: 👉5° Puntata: 📌"Una pittrice-imprenditrice a Deruta: Elena Moretti regina della CAMA" - di #FrancescaCagianelli e #RobertaNiccacci

Onore a questa grande donna. - Liliana

©️Copyright fotografie: Roberta Niccacci 💃💃💃💃💃💃💃Si preannuncia come una puntata al femminile, la 5° e ultima della rubrica “Piccole Manifatture crescono”, promossa dal #CentroCagianelli per il ‘900, curata da #FrancescaCagianelli e #RobertaNiccacci. 🔗Si intitola infatti "Una pittriceimprenditrice a Deruta: Elena Moretti regina della CAMA", ed è stata fortemente voluta con l’obiettivo di ribadire che la storia della #CAMA è anche una storia al femminile, con la bisnonna della protagonista, #DiamanteMassucci, che nel 1960 firma le cambiali per la costruzione del laboratorio artigiano in Via Tiberina km 77, e la nonna #PasquinaMencarelli, che impegna la sua dote nel 1954 per far decollare la ditta. 💪Imprenditrice, capofabbrica, insegnante di reparto, sicuramente un’eccellenza professionale nel settore ceramico a Deruta: #ElenaMoretti (19 maggio 1938), derutese, oggi conosciuta negli Stati Uniti come #ElenaNiccacci, avvia il suo percorso artistico il 1 ottobre 1950, quando decide di abbandonare la casa dei genitori per trasferirsi presso la sua maestra di pittura #GiuliaPelini (19061984), nella convinzione che in campagna non esistesse un futuro per la sua numerosa famiglia.

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CAMA DERUTA 🥶Tale decisione segnò praticamente uno scandalo ante-litteram, in un periodo in cui lavorare in fabbrica era un privilegio riservato ai pigionanti del centro storico, ma Elena si era innamorata della majolica, fin da quando, in veste di guardiana della vigna dei Moretti sulla Via Tiberina, situata accanto a una fabbrica di ceramiche dotata di una sala di pittura a pianoterra, aveva avuto occasione di osservare dalle finestre, arrampicandosi letteralmente sul muro, le impiegate assorte nella loro mansione. 🔖Successivamente dopo il periodo di formazione trascorso presso Giulia Pelini, Elena Moretti nel 1952, a soli 14 anni, inizierà la sua collaborazione con l’#ArsArtigiana, protrattasi fino al 1960. All’Ars Artigiana, giovanissima, Elena viene coinvolta insieme alle lavoranti più anziane per realizzare i campioni per la #FieradiMilano, sotto la direzione del capofabbrica Cav. #GabrieleBicchioni (1908-1978) “che la preferiva tra le altre perché talentuosa nella pittura e profondamente innamorata del suo lavoro” (F. Munzi, Elena: storia di una passione. Dai campi, alla direzione di una fabbrica, alla fama nel mondo, Deruta, 25 maggio 2015). 😭Poi con dispiacere della proprietà, nel 1960 decise di trasferirsi come dipendente alla Cama, l’azienda del suocero #NazzarenoNiccacci, nel nuovo laboratorio in Via Tiberina al km 77.

“Grazie zia per la tua professionalità e bravura!!!” – Nicoletta

🌟Nel 1971, insieme al marito #RenatoNiccacci, Elena riceve le quote della Cama e inizia la sua carriera di direttrice di produzione, ripartendo da zero, vittima delle vicissitudini della fabbrica, che, dopo la fuoriuscita dell’ultimo socio, era rimasta senza dipendenti, senza caporeparto, senza clienti e perfino senza pozzo dell’acqua, con un mutuo da pagare per l’ampliamento del laboratorio.

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“Anni faticosi 😰Sono anni faticosi, dedicati alla ricostruzione della fabbrica, ma Elena li affronta introducendo alla Cama amiche, fratelli e parenti. Nel 1974 acquista le quote del suocero Nazzareno Niccacci e così la storia della Cama continuerà fino al 2011, quando l’azienda chiude i battenti e si spengono le luci su una delle fabbriche storiche di Deruta. 🪐Resta come eredità davvero preziosa, da divulgare e storicizzare, la mission professionale di Elena Moretti, precoce imprenditrice al femminile, ma anche e soprattutto pittrice, specializzatasi nei decori classici di #Deruta, #RiccoDeruta e #Raffaellesco, reinterpretando i bordi di piatti da pompa e decorazioni tipiche del suo territorio: un talento affinato grazie anche all’apprendistato presso Giulia Pelini, poi proseguito all'Ars Artigiana. ‍👩‍🎨Alla Cama Elena Moretti ha trasmesso la sua arte a decine di lavoranti, che ha organizzato in team con particolare specializzazione in ogni fase della lavorazione, ma soprattutto ha provveduto a sovrintendere al controllo della qualità e alla creazione di nuove forme e decori, finché, a partire dall'anno 2000, si è cimentata anche nei disegni più moderni, che si sposavano coi decori classici, rispondendo alle rinnovate esigenze del mercato: ✍️Lei “ ha sempre fatto i decori e tutt'ora continua. La sua è una lavorazione veramente raffinata ed era lei che insegnava alle ragazze a dipingere quando entravano nella fabbrica. Lei ha seguito tutta la lavorazione della ceramica: dall'oggetto di biscotto, alla ceramica cotta e finita. L'unica cosa che non le è mai piaciuta è di smaltare. Anche la smaltatura, che può sembrare molto banale, invece è molto importante. Deve essere una vera e propria opera d'arte, infatti se non è eseguita bene influenza la buona riuscita del prodotto finito. Elena per ottenere risultati ottimali ha mescolato sempre due tipi di smalti e ha fatto pure nuovi tipi di colori per evitare che “bollicinassero” o altro (…)” (F. Munzi, Elena: storia di una passione. Dai campi, alla direzione di una fabbrica, alla fama nel mondo, Deruta, 25 maggio 2015).

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Quinta e ultima puntata della Cama 🤓Nessuna miglior conferma della capacità di rinnovamento professionale di Elena Moretti della dichiarazione di #GianfrancoSavio, per 41 anni proprietario della #BIORDIARTIMPORTS, oggi al suo 75mo anno di attività: ✅“Per oltre 30 anni ho lavorato a stretto contatto con Elena Niccacci e sono sempre rimasto meravigliato per la sua capacità creativa sia a livello artistico nel mantenere un altissimo standard di qualità, sia a livello organizzativo. I decori classici, eseguiti con assoluta precisione in ogni dettaglio, sono rimasti inalterati durante tutti questi anni. I clienti della Ditta Biordi non sono mai rimasti delusi quando aggiungevano nuovi articoli alla loro collezione, anche se acquistati a molti anni di distanza. Nel corso della nostra collaborazione la Ditta Biordi spesso richiedeva articoli nuovi, sia nelle forme che nello loro funzioni. È sempre stata una gioia vederli realizzati secondo le più alte aspettativa e sempre con grande successo commerciale. Elena era l’anima della CAMA ed ha lasciato un ricordo indelebile per la sua professionalità e dedizione al lavoro” (15 ottobre 2021).

Alcuni commenti dei follower facebook alle puntate sulla Cama Molto interessante recuperare queste notizie affinché la memoria delle piccole manifatture in qualche modo venga storicizzata. Si può vedere il marchio di fabbrica? Grazie a Roberta e a Francesca per la lodevole iniziativa. - Fedora Bellissima iniziativa, i ricordi stanno sfumando e questa iniziativa è un emozionante tuffo nel passato. I ricordi che scaturiscono dalla vostra ricerca fanno rivivere le nostre radici. Lodevole! Complimenti per il lavoro! - Orietta Interessante ed esaustiva cronistoria sulla prestigiosa ditta Cama! Complimenti per la qualità dei suoi decori,apprezzati da clienti provenienti da varie parti del mondo!👏👏👏 - Lucia

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