FREE Lecce n. 16 del 12.05.2012

Page 1

Settimanale gratuito - Anno I - Numero 16

EDITORIALE

La guerra dei precari di Aelle Colleghi? Ma quando mai. Gli operatori dell'informazione sanno benissimo di abitare uno dei settori più competitivi in circolazione, fatto di una continua rincorsa tra la domanda sempre più debole e confusa e un'offerta disperata. Per questo l'esperienza del cameraman licenziato dalla tv in cui lavorava, solo per aver sollevato pubblicamente il problema dei pagamenti in ritardo, una situazione comune a molti ma spesso solo sussurrata a mezza voce perché, si sa, è la crisi, ha creato qualcosa di più della semplice solidarietà. La levata di scudi di questa variegata categoria, formata da tecnici e cronisti, veterani e giovani promesse, ha più il sapore di una nuova consapevolezza che nessuno è immune da ciò che gli accade intorno e Vincenzo, che ha un carattere gentile e diretto, ha avuto la capacità di mettere a nudo la verità quasi scontata sull'informazione che di solito le ver-

tenze le racconta tacendo le proprie. Per la prima volta i giornalisti leccesi dicono cosa succede se l'azienda non ce la fa più a pagare. Se il contratto che hai in mano, e devi anche ritenerti fortunato, diventa carta straccia. Se basta una parola di troppo per farti sbattere fuori. Dalla mannaia, che insieme a Vincenzo ha colpito decine di colleghi, giornalisti e operatori, che temono di perdere il lavoro oppure sono già da tempo costretti a improvvisarsi addetti stampa, videomaker e fotografi di cerimonie, forse può nascere qualcosa di costruttivo che va al di là di quello che qualcuno chiama buonismo, invocando la lotta dura ma a casa degli altri. Si tratta di quella coscienza che in altri tempi avremmo chiamato di classe che sta alla base del lavoro, della politica e della vita stessa. E che forse, anche un settore così competitivo e frammentato, fa in tempo a conquistare.

12 maggio 2012

Palazzo Carafa: partono le trattative per il Perrone bis Nove posti (anziché dodici) a disposizione in Giunta, con deleghe da accorpare e molti partiti da accontentare. Ma Paolo Perrone può contare sui numeri blindati della sua maggioranza che gli permettono di dettare le regole del gioco. Intanto, dopo i vari riconteggi richiesti e le verifiche di rito, il nuovo Consiglio comunale sarà proclamato tra qualche settimana. Falcidiati gli uscenti e pochissime le donne, Io Sud chiede il posto da vicesindaco ma Gabellone frena: “Non facciamone una questione di numeri” Il canto a cuor contento di Giovanni Lindo Ferretti Foto: Marcello D'Andrea

Ex Galateo, il destino in un incubo (anche al cinema) Pag. 6

Attualità

POST IT La Capone annuncia di non volersi ricandidare più. Appresa la notizia, gli sceneggiatori di “Beautiful” hanno deciso di scendere in piazza per difendere il proprio lavoro

Attualità

Tagli e licenziamenti, la protesta dell’informazione Domenica 13 il cantautore emiliano fa tappa alle Officine Cantelmo con un concerto che condensa trent’anni di carriera, dai CCCP ai progetti solisti degli ultimi anni

Pag. 7


2

12 maggio 2012

Politica

Blasi: “Pd leccese autoreferenziale, ora si riparta dalla strada” Nel pieno della bufera che ha investito il Partito Democratico, con le dimissioni del segretario cittadino Fabrizio Marra arrivate all'indomani del voto, il numero uno del Pd pugliese parla di errori condivisi dalla coalizione e mette in guardia dall'affidarsi al “salvatore di turno”

“Il Pd, se vuole riprendersi, deve cominciare a lavorare nei luoghi dove regna il disagio”. Questa la chiave di lettura di Sergio Blasi, segretario regionale del Partito Democratico, dopo lo “tsunami” elettorale a Lecce. Fabrizio Marra si è dimesso, alla luce dei risultati elettorali, crede che il Pd leccese abbia davvero commesso degli errori? Intanto, partiamo da un dato: Lecce è l’unica città che conferma il Pdl. C’è un radicamento del centrodestra che è fortemente strutturato e questo è inconfutabile. Non è semplice riuscire a scardinare un sistema di potere che, a volte, è praticato in maniera opprimente sulla città e, soprattutto, sugli strati più deboli. Mi sembra che, in molte realtà del Sud, questo sia un fenomeno antico. Naturalmente, questo non vuol dire che non ci siano responsabilità del centrosinistra. Noi abbiamo proposto un percorso assolutamente lineare, correndo alle primarie ed esprimendo il nostro candidato sindaco. Tuttavia, il dato che emerge con estrema chiarezza è che il centrosinistra ha avuto un risultato molto deludente. Non solo il Pd, quindi. Non direi. Se consideriamo il risultato del listone che aveva dentro il movimento di Carlo Salvemini, Sel, Puglia per Vendola e Federazione della Sinistra; se consideriamo l’Italia dei Valori o i Socialisti, mi sembra non si possa parlare solo di delusione del Pd. Serve una riflessione che porti a un rinnovamento dei gruppi dirigenti a Lecce, non c’è dubbio su questo.

CONSIGLIO/1

La carica dei 32 Trentadue consiglieri eletti più quelli che subentreranno agli assessori: pronta la nuova squadra di Palazzo Carafa

Loredana Capone ha parlato di un “vuoto di organizzazione dei partiti di centrosinistra”. Il Pd sta pagando anche per come è stata condotta l’opposizione in questi cinque anni? Credo che a Lecce il centrosinistra debba essere in grado di confrontarsi con la gente; è necessario cominciare a rimboccarsi le maniche e andare per strada, in maniera umile, laddove c’è più sofferenza e, quindi, più ricatto politico. C’è tanta gente che soffre e che si aggrappa dove trova un minimo di risposte, senza fare troppi ragionamenti. C’è bisogno di un bagno di umiltà. Un partito di centrosinistra deve avere a cuore le sorti dei più deboli; se non si riesce a fare questo, difficilmente si potrà ritrovare consenso.

Non crede che Loredana Capone sia stata lasciata sola durante la campagna elettorale? Io sono stato molto spesso a Lecce per sostenerla, nonostante gli impegni regionali. Avevo anche dato la mia disponibilità a candidarmi, proprio per dare un segnale concreto: il Pd pugliese è vicino alla sua vicepresidente. Le ragioni, però, non sono quelle di vicinanza o lontananza. Il centrosinistra leccese ha problemi strutturali e di autoreferenzialità. Visti i risultati, crede che ora il Pd possa cambiare? Non sembra ci sia nessuna novità rispetto al passato. Il problema non sono risultati; il problema sta a monte. Se non si produce un rinnovamento con le proposte che si fanno, la gente sceglie quelli

che ci sono. Il Pd leccese è completamente da rifondare? Bisogna interrogarsi su quanto è stato fatto fino a ieri. Se questi sono i risultati ottenuti, evidentemente non rimane altro che cambiare strada. Carlo Salvemini, secondo molti, è diventato il punto di riferimento verso il quale il centrosinistra cittadino deve guardare. Lei è d’accordo? Se il centrosinistra crede di aggrapparsi al salvatore di turno, non risolverà i suoi problemi. Bisogna stare uniti e saper chiamare a raccolta altre energie; magari, in questo momento, c’è gente che non fa parte dei partiti, ma che condivide con noi una visione della società. Bisogna ripartire da forze nuove. Andrea Gabellone

CONSIGLIO/2

Criticati e contenti Giuseppe Ripa

Lucio Inguscio

Poche donne e tanti esclusi, ma tra i più suffragati troviamo coloro che nella campagna elettorale sono finiti al centro della polemica

Luca Pasqualini

La composizione del nuovo Consiglio comunale leccese dimostra sostanzialmente tre cose: la prima è che Lecce resta impermeabile alle tendenze del Paese, con il Pdl che fa man bassa di voti in città; la seconda che la presenza femminile continua ad essere del tutto opzionale; la terza che

non sempre la polemica fa male alla campagna elettorale. Nella maggioranza schiacciante del centrodestra, che ha dalla sua 23 dei 32 consiglieri della prossima assemblea cittadina, troviamo infatti solo due donne elette, Loredana Capone e Paola Leucci (anche

Dopo i vari riconteggi richiesti e le verifiche di rito, il nuovo Consiglio comunale sarà proclamato tra qualche settimana. Al Pdl, che ha ottenuto il 27,83% dei suffragi, vanno dieci consiglieri. Angelo Tondo, Lucio Inguscio, Fiorino Greco, Luigi Coclite, che potrebbe entrare in Giunta, Pierpaolo Signore, Giuseppe Ripa e i non eletti Nunzia Brandi, Roberto Martella, Gianni Garrisi e Massimo Alfarano. Tre seggi andranno alla lista Grande Lecce. Il più suffragato, con 725 voti, è stato il dipendente dell’ufficio Casa, Luca Pasqualini, a seguire Paride Mazzotta e Daniele Montinaro. Se per Pasqualini, com’è da attendersi, scatterà un posto in giunta, gli subentrerà una donna, Giordana Guerrieri. Vincolata alla surroga anche la consigliera uscente Francesca Mariano, in quota Io Sud che porterà in consiglio Luciano Battista e Gianpaolo Scorrano. Quattro seggi andranno alla lista Lecce Città del Mondo che, una volta entrato in giunta Andrea Guido,

se altre due sarebbero destinate ad entrare per surroga nel centrodestra), moltissimi esclusi illustri ma soprattutto un exploit di coloro che sono stati al centro delle polemiche. Che si tratti di strafalcioni come per Lucio Inguscio -e il suo inopportuno sms- e Giu-

porterà a Palazzo Carafa Antonio Lamosa, Fernando Calò, Gianluca Borgia e il primo dei non eletti Oronzino Tramacere. Rocco Ciardo e Paolo Cairo da La Puglia prima di tutto. Primo dei non eletti, che potrebbe entrare a far parte del consiglio dopo la formazione della giunta, Fausto Giancane. Un posto in consiglio andrà a Fli con Alessandro Delli Noci e, se questi diverrà assessore, Bernardo Monticelli Cuggiò. Un seggio andrà anche al Movimento Regione Salento, precisamente ad Alfredo Pagliaro. Sui banchi dell’opposizione siederanno, insieme ai candidati sindaco non eletti Loredana Capone e Luigi Melica, Sergio Signore, il più suffragato del Pd, seguito da Paolo Foresio, Antonio Rotundo e Antonio Torricelli. I consiglieri della lista Lecce Bene Comune Carlo Salvemini e la new entry Saverio Citraro. Un posto, infine, spetta a Paola Leucci, della lista Loredana per Lecce. Mentre dall’Udc arriva il giovane Guido Gustapane.

seppe Ripa alle prese con l’omofobia su Facebook, oppure del dipendente dell’Ufficio Casa finito al centro delle polemiche del centrosinistra che ne denunciava l’inopportunità della candidatura, poco importa. L’importante è che se ne parli.


3

12 maggio 2012

Politica GIUNTA/1

Perrone ha i numeri per dettare le regole L'affermazione del Pdl e delle civiche collegate al sindaco lasciano a Perrone le mani libere sulla composizione della Giunta. Unica incognita le quote rosa

Adriana Poli Bortone e Gerardo Filippo

La lista cannibale del Pdl ha fatto il suo dovere a Palazzo Carafa. Da una parte incamerando una valanga di voti utili alla vittoria, dall’altra garantendo il ricambio necessario in Giunta e Consiglio, che cambieranno decisamente la loro composizione, facendo spazio anche a numerose new entry. Al ritorno dalla sua breve vacanza post elettorale il primo cittadino dovrà già affrontare le richieste degli alleati, Io Sud in primis, che premono per il posto di vicesindaco. Ma soprattutto c’è da far quadrare i conti con gli assessorati ridotti da 12 a 9, sapendo di dover anche garantire per legge la presenza femminile senza che nessuna delle 31 candidate

donne sia stata eletta. In ballottaggio per l’esecutivo potrebbero esserci allora Nunzia Brandi e Ciccia Mariano, entrambe in odor di surroga, come la collega Giordana Guerrieri di Grande Lecce. Ai posti in palio per le otto liste che hanno corso al fianco di Perrone, con i Pdl e le civiche collegate al sindaco uscente che l’hanno fatta da padrone, va agGiunta poi la postazione di presidente del Consiglio che fu di Eugenio Pisanò, per altro non riconfermato. Una postazione di prestigio ma non operativa che potrebbe spettare a chi ha dato un contributo minore, come il Movimento Regione Salento, che ha portato a casa il 3,36 con la rielezione

in Consiglio del solo ex assessore Alfredo Pagliaro. E del mazzo potrebbe presto far parte anche la presidenza di Alba Service, che non sembra destinata a rimanere troppo a lungo nelle mani di Damiano D’Autilia, il cui futuro sarebbe già scritto nell’esecutivo di Palazzo Carafa. Lo scambio di favori tra Perrone e Gabellone non sarebbe una novità e sempre da Palazzo dei Celestini potrebbe infatti arrivare anche una postazione in Giunta da mettere a disposizione di Perrone, postazione che potrebbe essere destinata proprio a Io Sud, magari per il primo degli eletti, Luciano Battista, tornato in auge dopo la cacciata dall’esecutivo cit-

tadino del 2008. A differenza di quanto accadde nel 2007, quando il sindaco impiegò due mesi a nominare la Giunta, questa volta Perrone ha margini di autonomia che gli consentono di dettare le condizioni. Tranquillità che il primo cittadino ha già iniziato a dimostrare prima delle elezioni, mantenendo la distanza di sicurezza da Io Sud e rimarcando che le alleanze sono importanti ma non indispensabili. Non stupirebbe quindi che questa volta la composizione della Giunta arrivi con un prendere o lasciare, anche perché Perrone ha già avvertito: “non è detto che tutte le liste debbano avere un assessore”.

Andrea Guido

Alessandro Delli Noci (Foto: Studio Maraca)

anche le probabilità di Alessandro Delli Noci, ex presidente delle Officine Cantelmo, arrivato primo nella lista di Fli. Da La Puglia Prima di Tutto la scelta sarà invece tra la new entry Rocco Ciardo e l’ex Io Sud Paolo Cairo. Dalla lista Grande Lecce, arriva il più suffragato Luca Pasqualini, dipen-

dente dell’Ufficio Casa della Lupiae. Dal Movimento Regione Salento c’è Alfredo Pagliaro, mentre in Io Sud il primo degli eletti è Luciano Battista, che però se non scattasse l’assessorato provinciale, potrebbe essere costretto a cedere il posto alla collega donna Ciccia Mariano.

GIUNTA/2

Una poltrona per due È andato in scena la scorsa settimana il nuovo reality cittadino, legato alla storica serie di “Masterchef”. La Carafa edition è stata vinta dal cuoco Paolo Perrone, capace di strabiliare tutti con una serie di manicaretti di straordinaria levatura. L’unico sindaco rimasto al Pdl in Italia ha assortito un pranzo davvero luculliano per i propri votanti, sbaragliando gli avversari e ricevendo i complimenti direttamente da Gordon Ramsey. Ecco il menu: Peperonata centrista con la Melica di pankiewicz: antipasto di tradizione, preparato con cura dalle famiglie leccesi in occasione degli appuntamenti elettorali, si caratterizza per il condimento di estrazione polacca. Polibortoncini alla buonerba: primo piatto realizzato con piantine officinali, è indicato per la cura del trasporto pubblico. Si mangia a Lecce dal 1998: in molti lo preparano direttamente sulla fiamma viva, rischiando però di lasciarci le penne. Caponata di Loredana pescatrice in salsa rosa: una delle specialità del sindaco Perrone. La preparazione è lunga e laboriosa ma alla fine il risultato è garantito. Il problema è trovare il pesce, da sempre poco avvezzo a frequentare i fondali leccesi. Catturato, si fa cuocere a fuoco lento, con molte candidature. I Celestini ne facevano, un tempo, una variante provinciale, ma adesso se ne trova solo qualche produzione in via Capruzzi. Cap(p)one cusutu cu lu filu de lu filobus: piatto complicatissimo da realizzare soprattutto per la mole del gallinaccio e per gli strepiti che è uso lanciare a sproposito. Poco commestibile, non è apprezzato più come un tempo tanto che ultimamente i leccesi gli preferiscono le Buccarelle di bufala a 5 stelle. Spaghetti alla polpa di Rizzo leccese: detto anche “piatto della fraternità” perché si usa prepararlo per cementare amicizie e intese. Poco in voga nella maggioranza, è consumato più che altro in centro. Macedonia democratica alla frutta: pot-pourri di frutti maturi, molto maturi, meglio se ammaccati. Si consuma innaffiata abbondantemente da Chianti.

La Giunta si contrae. In corsa per un posto nel nuovo esecutivo ci sono sia riconfermati che new entry I posti in Giunta saranno 9 anziché 12, fatto che potrebbe portare all’accorpamento di alcune deleghe. Stando ai numeri del Pdl, sembrano destinati alla riconferma l’assessore uscente al Bilancio, Attilio Monosi e quello ai Lavori Pubblici, Gaetano Messuti. Seguono il presidente di Alba

Service, Damiano d’Autilia, e l’ex assessore all’Urbanistica, Severo Martini, dato però in ballottaggio con l’assessore mantovaniano Luigi Coclite, ex titolare della delega alle Attività produttive. Molto probabile l’ingresso in Giunta di Andrea Guido, capolista di Lecce città del mondo, buone

Gabellone: “Per Alba Service pretendo il massimo impegno” Nel doppio ruolo di coordinatore Pdl e presidente della Provincia, Antonio Gabellone ritiene riduttivo il conteggio degli assessorati ma già prospetta il cambio della guardia ad Alba Service “Le due cariche sono incompatibili, dal presidente di una partecipata come Alba Service mi aspetto un impegno a tempo pieno, se Damiano D’Autilia sarà nominato assessore a Palazzo Carafa dovrà dimettersi”. Il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, ha già chiaro insomma l’avvi-

cendamento che si prospetta alla guida della società di servizi ma da coordinatore del Pdl frena sugli assessorati comunali. “Oggi farne una questione di numeri sarebbe svilire i contributo di ognuno”. E sulla postazione di vicesindaco richiesta da Io Sud? Sarebbe forse più giusto pensare a un

mantovaniano? “In questa fase ognuno evidenzia il proprio contributo e chiede che se ne

tenga conto, ma non deve trattarsi di pretese. In ogni caso la decisione spetterà al sindaco”.


4

12 maggio 2012


5

12 maggio 2012

Attualità Travolta dai tagli, dalle riorganizzazioni e da molte inchieste giudiziarie, la sanità leccese è sempre più nell’occhio del ciclone. Sempre più spesso, infatti, l’operato di medici e personale sanitario degli ospedali del distretto leccese finisce sotto la lente della Procura della Repubblica del capoluogo salentino. Tra i casi più rilevanti dell’ultimo periodo, quello di Cristian Zampino, il 29enne leccese deceduto il 30 settembre 2008 nell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove era stato ricoverato a cause delle gravi lesioni riportate in un incidente stradale. Nei giorni scorsi, infatti, il gup Vincenzo Brancato ha rinviato a giudizio 16 medici in servizio nel nosocomio leccese con l’accusa di omicidio colposo “per aver cagionato, in concorso con il conducente dell’autovettura e tra loro, con condotte imperite, negligenti e imprudenti e nelle rispettive qualità di specialisti, il decesso di Zampino”. La sera del 17 settembre 2008 Zampino, dopo essere stato soccorso da un’ambulanza del 118, fu prima trasferito nel reparto di Rianimazione del “Fazzi” e poi, dopo alcuni giorni, in quello di Ortopedia. Il 29enne fu sottoposto a un intervento chirurgico per ridurre le fratture multiple subite agli arti. Un intervento di routine, perfettamente riuscito, tanto che il paziente sarebbe dovuto essere dimesso pochi giorni dopo. Improvvisamente, però, la mattina del 30 settembre, dopo aver parlato al telefono con la fidanzata e averla rassicurata delle sue condizioni di salute, il giovane lecce-

Sanità ammalata Tra tagli, precariato e inchieste giudiziarie la sanità salentina mostra le sue molte ombre e intanto si allunga il numero dei processi per errori e negligenza se accusò un malore e morì poco dopo. Sarà un altro processo a far luce sul caso di Bruna Perrone, la donna originaria di Guagnano morta a soli 58 anni, nel giugno del 2008, dopo aver contratto la leucemia a causa, forse, di un’errata diagnosi di cancro al fegato e delle conseguenti cure cui fu sottoposta. Sono 4 i me-

dici dell’ospedale “Sambiasi” di Nardò, rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo, per aver provocato la morte della donna per negligenza, imprudenza e imperizia. I parenti della donna si sono costituiti nel giudizio, e hanno citato come responsabile civile l’Asl di Lecce. Nel luglio del 2004 alla Perro-

ne fu diagnosticato un cancro al fegato, senza che fossero eseguite analisi approfondite. La donna fu sottoposta a chemioterapia fino all’aprile del 2007. Solo allora un altro medico, eseguendo una nuova Tac, si accorse che la donna non era affetta da carcinoma ma bensì da un angioma. La conferma definitiva, grazie ad altri due esami

radiologici, arrivò nel settembre 2007, presso l’unità operativa di neuroradiologia del “Vito Fazzi” di Lecce, che fece emergere la diagnosi errata formulata nei confronti della paziente. Poco dopo, però, alla Perrone fu diagnosticata una “citopenia del sangue periferico” causata, con ogni probabilità, dal trattamento chemioterapico. La

donna fu sottoposta a un trapianto del midollo, che non riuscì a scongiurare il decesso a causa di una leucemia mieloide acuta e a disturbi del sistema cardiocircolatorio. Vi sono poi casi più recenti, come quello di Giuseppina Liaci, la donna di 38 anni originaria di Arnesano deceduta nel reparto di Ginecologia. Una morte tragica e improvvisa, che ha colpito la donna mentre allattava il bimbo partorito una decina di giorni fa. La donna era stata ricoverata lo scorso 4 aprile, subito dopo aver accusato le doglie. Un lungo travaglio che aveva portato i medici a scegliere un parto cesareo, perfettamente riuscito. Alla 38enne, però, era stata riscontrata una fistola vescicale. Una patologia che aveva richiesto a un nuovo ricovero per l’asportazione della stessa. La donna era quindi stata sottoposta, il 13 aprile, a un intervento chirurgico. Dopo il normale decorso clinico e post operatorio, la donna era tornata nel reparto di Ginecologia, che avrebbe dovuto lasciare nei prossimi giorni per fare ritorno a casa. Ieri, però, la donna, madre di altri quattro figli, ha accusato un improvviso malore mentre stringeva tra le braccia il neonato. Per la 38enne non c’è stato nulla da fare, è morta in pochi istanti. Casi diversi ma simili, di morti tragiche e improvvise e, forse, evitabili. Storie di vite spezzate su cui, in attesa che la magistratura faccia luce ed emetta le proprie sentenze, bisogna riflettere. Perché di sanità si continua a morire troppo spesso. Andrea Morrone


6

12 maggio 2012

Attualità

Ex Galateo, il destino in un incubo (anche al cinema) L’ex sanatorio sulla circonvallazione continua a rimanere uno dei buchi neri della città. Preda di vandali e ignorato dalle istituzioni, è diventato la location di un film dell’orrore Al suo interno, in questi mesi, è stato girato un film horror. Sembra un paradosso, ma quello che avrebbe dovuto diventare il polo riabilitativo del Salento prima e il centro decisionale della Provincia poi, in realtà, si è ridotto a un semplice set per l’inquietudine su pellicola. L’ex Galateo, il sanatorio attivo per sessant’anni su viale Rossini, si lecca le ferite dell’abbandono, del devastante incendio di due anni fa, dei fur-

ti dei cavi di rame all’ordine del giorno. E, soprattutto, le ferite dei mancati accordi istituzionali e delle frizioni politiche che non hanno portato alla svolta. Da oltre un anno è scaduta la convenzione tra Asl e Palazzo dei Celestini, quella alla base del progetto di recupero dell’edificio (12.080 mq su quattro piani e seminterrato) da adibire ad uffici e sede di assessorati e presidenza, oltre che dell’apertura al pubblico dello storico giardino da

19800mq, da concedere- e per due anni già ceduto- in comodato d’uso gratuito al Comune di Lecce per farne un vero parco pubblico. Queste, almeno, erano le intenzioni contenute nello studio di fattibilità, elaborato da Metamor Architetti Associati e commissionato dall’allora presidente della Provincia Giovanni Pellegrino, figlio di Oronzo, l’ingegnere che nel 1933 ne iniziò la costruzione. Un progetto ambizioso, corredato da

una minuziosa relazione sulla sostenibilità finanziaria. La spesa sarebbe ammontata a 21milioni e mezzo di euro, di cui massimo 7.752.559 euro per l’acquisto dalla Asl. Per sostenere i costi, l’ente avrebbe venduto o proceduto alla permuta dell’edificio di via Salomi e dell’ex provveditorato, per 11 milioni di euro. 2 milioni di euro sarebbero stati recuperati grazie ad un project financing con privati, per la sistemazione di attività commerciali al piano terra e seminterrato. Gli altri 6milioni di euro sarebbero stati attinti dal bilancio. Poi qualcosa è andato storto e l’operazione “ex Galateo” si è arenata senza, per il momen-

to, possibilità di ripresa. La Regione, sempre nel 2009 e senza tener conto di quell’intesa già raggiunta, ha inserito l’ex ospedale antitubercolare nel suo programma di alienazioni. Anzi, è il gioiello più importante da liquidare nelle intenzioni della sua società di cartolarizzazione “Puglia Valore Immobiliare”, nata sull’onda delle dismissioni patrimoniali volute dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Perché Palazzo dei Celestini non acquista più? “Sarebbe stata l’opera più importante da portare a compimento durante il mandato, ma ora è inaccessibile”. A dirlo è l’assessore provinciale ai Lavori Pubblici Massimo Como e il riferimen-

to è alla stima, più che raddoppiata, effettuata dall’Agenzia del Territorio, che ha ricalcolato la valutazione dell’immobile, facendola lievitare a quasi 16milioni di euro. Acquistarla a quel prezzo e poi rimetterla a nuovo, dunque, non conviene più. Sul tavolo anche l’altra proposta, avanzata dalla onlus L’Abbraccio che si occupa dei neonati prematuri: destinare il sanatorio ad ospedale pediatrico, sul modello del gemello fiorentino. L’inserimento nell’elenco dei beni da dismettere, tuttavia, rende impraticabile la fattibilità. E continua a condannare l’ex Galateo a buco nero della città. Tiziana Colluto

Esplodono i colori e Passaro chiude “Senso Plurimo” Con la mostra del pittore mesagnese si conclude il 13 maggio la terza edizione della rassegna allestita nel foyer dei Koreja Al contrario di quello che potrebbe suggerire il titolo, Perdita di tempo, vale davvero la pena visitare, nel foyer dei Cantieri Teatrali Koreja (all’interno del box Rune Ricciardelli), la mostra pittorica del mesagnese Alessandro Passaro, selezionato tra i giovani artisti del Padiglione delle Accademie, nell’ambito della 54esima Biennale di Venezia. A presentare l’artista lo scorso 27 aprile in occasione del vernissage d’apertura, è stato lo storico dell’arte Giusy Caroppo, art director di Eclettica Cultura dell’Arte, che ha incontrato il pubblico per discutere della Puglia del contemporaneo: dalle sfide e sperimentazioni artistiche, vinte degli ultimi anni, agli sviluppi futuri dello scenario culturale nel nostro territorio. Perdita di tempo si concluderà domenica 13 maggio, data in cui si con-

gederà anche la terza edizione di Senso Plurimo#3, la rassegna di arti visive curata da Marinilde Giannandrea, giornalista e critica d’arte, che, per il terzo anno consecutivo, ha

acceso i riflettori sulla giovane scena artistica pugliese, cui sarà anche dedicata la festa conclusiva in programma ai cantieri. Angelo Centonze


7

12 maggio 2012

Attualità

Cronaca di un licenziamento annunciato Punito per aver rivendicato il diritto al salario, il cameraman diventa leader della protesta dei giornalisti “Perché non boicottiamo queste dirette elettorali?”, proponeva solo qualche giorno addietro Vincenzo Siciliano (nella foto), cameraman di Canale 8, stanco dei sei mesi di ritardo nella elargizione degli stipendi. Certo non immaginava di sollevare un tale vespaio. Né probabilmente, poteva credere che le ritorsioni sarebbero arrivate a tanto. E invece, come nel peggior film, così è stato. La lettera di licenziamento è arrivata e, ca va sans dire, ha come motivazione una generica ristrutturazione aziendale. Una specie di insulto all’intelligenza di tutti, insom-

"L'ho fatto per tutti noi"

ma. Il sottotesto di quella lettera, giunta con un tempismo invidiabile, è difatti chiaro a tutti. Come ha osato Vincenzo non sottostare alla regola non scritta del “tutti sappiamo e tutti taciamo”? Ci vuole pazienza, nel nome della crisi che tutti morde, della passione per questo lavoro e della paura, che tutto può. Certo, Vincenzo non è il solo. Così come il lupo cattivo non ha solo il nome di una o dell’altra tv locale. Le cattive prassi sono diffuse, ma questo non basta a far diventare normale ciò che invece in qualunque Paese civile sarebbe bestiale. Esistono regole, tutele sul lavoro, diritti. Ed esiste anche chi è deputato a far rispettare tutto questo,

Informazione precaria

Il racconto di Vincenzo Siciliano, il cameraman che ha coraggiosamente alzato la testa contro il precariato nell'informazione Vincenzo ci ha messo (e rimesso) la faccia. Lo ha fatto per tutti noi giornalisti precari, invisibili, frustrati, che ogni giorno raccontiamo il mondo. Lo ha fatto per rivendicare il diritto, inalienabile, ad un salario. Lo ha fatto, questa volta passando dall’altra parte della telecamera, per non permettere più che ciò che dovrebbe essere eccezionale diventi normale. Come è andata ce lo racconta senza fronzoli. Ha più dimestichezza con le immagini che con le parole, lui che è stato gli occhi di tutti noi per più di dieci anni. È grazie al suo sguardo e a quello dei suoi colleghi cameraman che siamo riusciti ad arrivare nei posti più impensabili, a conoscere e vedere ciò che la no-

tizia raccontava. Il suo volto non lo conoscono in tanti. Lui inquadra, non viene inquadrato. Il suo nome compare tra le didascalie dei servizi solo per pochi istanti. Eppure, questa volta, è lui a raccontare, a farsi portavoce di un disagio collettivo. “Lavoro nel settore dell’informazione dal 2001 -racconta Vincenzo-. Ho iniziato come cameraman con Telerama, poi nel 2005 sono approdato a Canale 8. Sia nell’una sia nell’altra emittente ero in una cooperativa di lavoratori (espediente molto usato nel settore, ndr). Il contratto a tempo indeterminato, parttime, è arrivato solo nel 2007. All’inizio, a fronte di 36 ore dichiarate, mi capitava spesso di farne anche 40/42. Poi tutto

è rientrato. I pagamenti, fino ad allora, erano sempre stati regolari. Cioè, per chi non lo sapesse, vale a dire con un mese di ritardo, come è in uso nel mondo dell’informazione. Solo da un anno e mezzo a questa parte sono cambiate le cose. Dapprima sono iniziati gli slittamenti di data, 15/20 giorni, poi si é arrivati ad avere ritardi più consistenti, fino ad accumulare sei mesi e due tredicesime. È a questo punto che ho deciso di non tacere più. Mi sono consultato con i miei colleghi di rete, ma tutti, tranne rare eccezioni, non se la sono sentita di mettere in piedi uno stato di agitazione.

evitando così che scoppi -come da manuale- la classica guerra tra poveri. Se così fosse, Vincenzo non sarebbe l’unico ad alzar la testa. Se così fosse, non sarebbe l’unico a pagare un prezzo così alto, l’unico a far domande. È legittimo, a fronte di ritardi sui salari, chiedere che ne è stato dei contributi Corecom a molte cifre. Così come è lecito chiedere che ne è stato delle decine di migliaia di euro investiti dai candidati nelle pubblicità elettorali. Intanto -ed è un primo passo- fioccano i comunicati di solidarietà: Assostampa, FlcCgil, Ordine dei Giornalisti, Teresa Bellanova, Antonio Buccoliero, Sel, Sportello dei diritti. Melissa Perrone

Si accende il dibattito e si inaspriscono i termini della protesta

Avevano paura di ritorsioni. E alla luce di quanto accaduto, il licenziamento, li capisco”. E poi Facebook.... “Già, Facebook. Mi è sembrato un buon modo per lanciare un appello, un grido d’allarme. La mia proposta di bloccare le dirette elettorali non è stata accolta, ma comunque si è sollevata la questione. Ne sono felice, finalmente qualcosa si muove. Tutto questo non l’ho fatto solo per me. Io ci ho messo la faccia. Vorrei però che la protesta adesso andasse avanti”. (m.p.)

È partita da internet la rivolta dei lavoratori dell’informazione. Dapprima su Facebook, grazie all’accorato appello di Vincenzo Siciliano, per poi varcare il confine del virtuale e riversarsi nelle redazioni e per le strade, durante le dirette elettorali. Alcuni slogan su un vistoso sfondo giallo sono il simbolo del dissenso. “L’informazione non è un hobby”, recitano, oppure “Anche i giornalisti, nel loro piccolo, s’incazzano”. Una manifestazione simbolica di protesta e solidarietà con il ‘cameraman coraggio’, che ha acceso i riflettori sul patinato mondo dei media, che quotidianamente mette il vestito della

Sulla morte di Benincasa se ne riparla a settembre Carlo Benincasa (nella foto), il consigliere comunale del Pd leccese scomparso il 19 aprile dello scorso anno, è stato senza dubbio il grande assente delle ultime elezioni amministrative leccesi. Una morte tragica e improvvisa, approdata, dopo la denuncia dei parenti, in un fascicolo d’indagine. È stata fissata al prossimo 21

settembre, dinanzi al gip Vincenzo Brancato, l’udienza relativa all’inchiesta sulla morte del politico salentino. Il gip dovrà decidere se archiviare il fascicolo, dopo la richiesta formulata dal pubblico ministero Emilio Arnesano, titolare del procedimento aperto per accertare se la morte sia stata causata da eventuali ritardi e negligenze del personale del 118.

Cinque le persone iscritte nel registro degli indagati: un medico, due infermieri e altrettanti operatori di soccorso. Una richiesta che ha visto però l’opposizione dei legali della famiglia del politico, gli avvocati Stefano Prontera e Paolo Pepe, secondo cui non solo vi sarebbero stati dei ritardi nell’arrivo dell’ambulanza del 118, ma anche un’errata procedura del

festa celando a sguardi indiscreti i tanti rammendi sotto improvvisati merletti. “Ogni giorno siamo in prima linea tra mille difficoltà -recita il comunicato del gruppo nato ad hoc, “Informazione precaria-. La nostra è una professione fondamentale per un Paese davvero democratico. Una professione che non può essere considerata un hobby. Perché anche noi, come gli altri, dobbiamo pagare le bollette!”. Il re è oramai nudo agli occhi di tutti. La protesta è appena iniziata, continuano gli incontri e le discussioni, le modalità sono ancora tutte da definire. E adesso licenziateci tutti. (m.p.)

trattamento di primo intervento praticato dai sanitari. Ipotesi che, al momento, non hanno trovato riscontro nel pm, secondo cui “non emergono elementi idonei per sostenere l’accusa in giudizio. Ed invero i consulenti tecnici hanno accertato che l’intervento delle autoambulanze e della prestazione sanitaria è stata tempestiva e corretta, non sussistendo quindi alcun profilo di colpa a carico degli operatori sanitari”. La parola passa ora al gip, che deciderà al termine dell’udienza in Camera di Consiglio. Andrea Morrone


8

12 maggio 2012

Attualità

Aperitivo con la valigia rossa La rete della “valigia rossa” sbarca a Lecce. I sex toys dedicati alla coppia si promuovono al bar in incontri per sole donne che si rivelano utilissimi a qualsiasi età

La MaletaRoja, valigia rossa, a tradurre dall’originale spagnolo, sbarca anche a Lecce. Colore della passione, vermiglio come labbra di donna fresche di lipgloss o ciliegie o fragole carnose, con chiara allusione ai piaceri di Venere. Una valigia piena zeppa di oggetti, ninnoli e storie. Le donne della città barocca si incontrano, intorno a quello scrigno, in casa o al bar, e raccontano e scoprono la propria sessualità, seguendo la moda importata in Europa dalla Grande Mela, sdoganata in tv da trasmissioni ad hoc quale Sex education show, condotto da Nina

Palmieri su Fox Life e LaMalaeducaxxxion, condotta su La7d dalla iena Elena Di Cioccio, di visionare e acquistare sex toys per il piacere dei singoli e della coppia. Se un tempo era d’obbligo partecipare ai ginecei casalinghi di Tupperware, Worwerk e Avon, per accaparrarsi contenitori per alimenti, scopa elettrica e smalto all’ultimo grido, la rappresentante del terzo millennio suona al campanello con una borsa piena di oggetti del desiderio, in tutti i sensi. Errica, leccese, madre, un lavoro comune, è l’ambasciatrice di questo nuovo modo di parlare del sesso e della sessualità, pas-

sando non solo attraverso l’aspetto ludico della questione ma anche attraverso quello psicologico e sanitario. “Nelle nostre riunioni parliamo di tutto spiega Errica- anche di prevenzione, cura di malattie sessuali, cambiamenti della sessualità della donna nel tempo, possibilità di migliorare la vita di coppia attraverso un approccio differente e più consapevole al sesso”. Non mancano moralismi e diffidenze, fa parte del gioco, ma le signore della Lecce-bene, tra i 23 e i 45 anni, colte, preparate, percorso di studi alle spalle e atteggiamento open minded, amano concedersi qualche ora di

svago in rosa, fino a raccontare se stesse e le proprie esperienze sotto le lenzuola. “Ho conosciuto lo staff di MaletaRoja on line -ricorda Erricae ho cercato un contatto. La presidente e una sessuologa mi hanno raggiunto a Lecce e da lì è nato tutto. Guai pensare all’improvvisazione, però. Occorre partire con un corso di formazione specifico e aggiornarsi, di continuo, con esperti, psicologi e medici”. Sessualità come cura di sé, e delle proprie inclinazioni, come educazione e apertura, per rompere il muro dell’imbarazzo e valicare quello del pregiudizio, varcando la so-

glia del silenzio. Quando si apre la valigia, spuntano fuori prodotti cosmetici e commestibili, olii profumati e lubrificanti, ma anche giocattolini veri e propri. Primo fra tutti il “dildo”, evoluzione del più noto vibratore, che prende il nome dall’inglese “dildoul” (“pene eretto”) o dalla storpiatura del termine italiano “diletto”, quasi a indicare il trastullo che ne deriva. E ancora ninnoli glamour e sofisticati, pieni di Swarovski o piume di struzzo che diventano monili all’occorrenza, Jack Rabbit, il coniglio vibrante della Charlotte di “Sex

and The City”, toys in silicone, jelly, cyberskin, loveclone, ur3 (fac simile della pelle umana) e addirittura Wi-Fi. Un vasto campionario in continuo aggiornamento. Per ora le signore leccesi aprono la valigia purpurea una volta al mese, in casa o in un noto bar della città aperto solo a loro per l’occorrenza, ma è in arrivo anche un blog dedicato ai loro… pensieri stupendi. Fabiana Pacella

Da Abbracciavento a Zuccarino, i 1.200 partigiani di Terra d’Otranto In un volume edito da Giorgiani Editore, Pati Luceri racconta le storie dei partigiani dimenticati, riscoperti negli archivi storici di Lecce, Brindisi e Taranto 1.200 storie, 1.200 diversi modi di declinare la rivolta sono i 1.200 nomi che Pati Luceri

(nella foto) elenca per rendere grazie agli eroi salentini oppositori delle barbarie nazifasciste. Partigiani e Antifascisti di terra d’Otranto è il titolo dell’ultimo di una lunga lista di lavori che vede l’autore nella sua veste più paga quella di compilatore. Luceri ha infatti curato un volume che si denota come una vera e propria raccolta di dati, nomi, provenienze, generalità ed ogni elemento identificativo, spesso smarrito, dei partigiani di Lecce, Brindisi e Taranto. Una ricostruzione storica pun-

tuale volta a delineare i tratti riconoscibili degli uomini e delle donne che hanno reso onore al concetto stesso di libertà attraverso lotte, scioperi, carceri e torture. Un lavoro costato anni di studio che è giunto ad implementare la lista dei 700, già noti, eroi che questa terra conosceva e riconosceva fino a restituire la memoria di altre centinaia di impensabili paladini Da Abbracciavento a Zuccarino corre la storia col passo lesto e fiero della lotta partigiana e restituisce, piano, coraggio, valore, ardimento. Una ricerca

carica di documenti consunti, di fogli dagli orli abrasi dal tempo e dall’incuria ma anche, ancora, raccontata dalle tante vive voci di chi c’era e porta memoria. Un lavoro dovuto, come specifica Luceri, per ringraziare ogni artefice di quella sudata ed insanguinata libertà e per consegnare alle generazioni future testimonianza. Un lavoro fondamentale, come lo stesso segretario dell’ A.N.P.I. di Lecce, Maurizio Nocera, cui tra l’altro è affidata la prefazione del libro, sottolinea perché primo nel suo genere ed essenziale vademecum in mate-

ria. Tra i meriti principali del libro due saltano all’occhio: primo quello di chiarire, con ogni dato utile alla mano, quanto la resistenza al nazifascismo sia stato un fenomeno anche meridionale, anche salentino e come, invece, si sia sempre sottovalutato l’apporto dei nostri conterranei alla successiva liberazione. Secondo: il contributo femminile alla causa, descritto con la passione ed il coraggio che rappresentano verosimilmente la faccia rosa della salentinità.

Una raccolta in divenire, già pronta ad essere arricchita di nuovi nomi, di altre storie perché tanti ancora ce ne sono, giura Pati, di partigiani nascosti, di eroi a cui, ancora una volta, dimostrare la debita gratitudine, senza enfasi, anche solo con la sobrietà del dato documentale. Chiara Murri dello Diago


9

12 maggio 2012


10

12 maggio 2012

Cultura & Spettacolo

a cura di Lori Albanese

MUSICA

MUSICA

Il canto a cuor contento di Giovanni Lindo Ferretti Domenica 13 il cantautore emiliano fa tappa alle Cantelmo con un concerto che condensa trent’anni di carriera, dai CCCP ai progetti solisti degli ultimi anni

Messaggio ai fan della prima ora che si sentono ancora fedeli alla linea. Perché, va da sé, qualcuno ci deve essere per forza se il concerto che Giovanni Lindo Ferretti avrebbe dovuto tenere all’alba del 17 luglio scorso sulla spiaggia di San Cataldo per l’edizione leccese di Italia Wave aveva fatto il sold out poco dopo essere stato annunciato. Poi a Ferretti toccò un improvviso lutto familiare, e il concerto fu rimandato a data da destinarsi. A quasi un anno di distanza, quella data è poi diventata doppia: una al Kismet di Bari, sabato 12 maggio, e un’altra alle Officine Cantelmo di Lecce, domenica 13, nell’ambito dalla rassegna Apulia Jazz Attitude. Per tornare al messaggio iniziale, comunque, sold out a parte, la linea si è curvata da un pezzo, è inutile che dici di no. E se A cuor contento, il progetto che Ferretti sta portando in giro per l’Italia dall’anno passato, non fosse diventato anche un disco live (distribui-

to in esclusiva con XL), che testimonia quanto il riassunto dei suoi trent’anni di carriera gli sia venuto bene, di ragioni per non avere voglia di andarlo a sentire ce ne sarebbero assai. Perché la generazione che è stata giovane o adolescente negli anni ‘90 e che è cresciuta anche ascoltando la sua musica, quella dei CCCP, prima, e dei CSI, poi, certe cose le ha prese male, non c’è niente da fare. Dal punk filo sovietico alla deriva neocon e alle posizioni antiabortiste; la dichiarazione di aver votato Lega Nord (che adesso dice di detestare da sempre e di averla votata solo per “negatività assoluta”, perché erano gli unici ad essere contro la Comunità Europea; poi, vabbè, l’alternativa sarebbe comunque stata il Pdl), la rivelazione di avere in Ratzinger il suo maestro, ribadita più volte, anche di recente, dalle pagine di Avvenire (sì, il quotidiano dei vescovi) dove ha una rubrica settimanale, Commenti dal crinale. Insomma.

Poi, però, alla fine, non si può prescindere da quello che la sua musica e i suoi testi hanno significato in un dato periodo; non si può non pensare che il seme dell’uomo squilibrato e complesso che si lancia senza rete nelle più audaci contraddizioni di se stesso e del mondo, lui ce l’ha sempre avuta. Casomai l’errore è stato di chi quel seme non lo aveva visto prima. E in ogni caso non c’è giudizio sull’uomo che possa far rinnegare la musica e certe canzoni che ormai fanno talmente parte di quello che siamo che nemmeno si sa più di averle in circolo da qualche parte, salvo poi risentirle e capire che non se ne sono mai andate. Allora la questione è che “A cuor contento” è uno spettacolo che ripercorre trent’anni della storia musicale di Ferretti e che rimette a nuovo, con arrangiamenti inediti, canzoni come Morire, Annarella, Depressione Caspica, Narko’$, Amandoti, Radio Kabul, suonate insieme agli ex Üstmamò Enzo Bonicelli a vio-

E la sera? Andiamo al museo Proseguono al museo Castromediano gli incontri serali intorno alla musica, al cinema, alla letteratura e all’arte

lino e chitarra elettrica e Luca A. Rossi a basso, chitarra elettrica, batteria. Roba che potrebbe essere da occhi lucidi e groppo in gola. Dunque, im-

perdibile (previa sospensione del giudizio). Info: www.officinecantelmo.it, 0832.304896 (biglietto: 18 euro + diritti di prevendita).

ARTE

Le Eva-sioni di Duilio Forte e Andy Fluon Dal 13 al 20 maggio, arte e design in mostra a Palazzo Vernazza Si tiene domenica 13 alle 19 il vernissage della mostra dal titolo Eva-sioni curata da Katia Olivieri e Andrea Novem-

bre all’interno del cinquecentesco Palazzo Castromediano-Vernazza di Pizzetta Giuseppe Pellegrino. Una doppia personale che mette insieme la scultura eterea di Duilio Forte (nella foto a sinistra) e il new pop di Andy Fluon. Architetto e artista italo-svedese, il primo, porta a Lecce Sleipnir Asgard, Mammuthus Belli, Turris Asgard Venti, opere dal forte impatto visivo ed emozionale, ispirate alla mitologia norrena, che affermano l’intenzione dell’artista di ancorarsi al passato per guardare al futuro. Strutture fruibili in cui l’evasione è la sola chiave di accesso per la comprensione. Visionario e versatile, artista a tutto tondo e musicista (ex Bluvertigo), Andy Fluon (nella foto a destra), ha invece messo a punto un personalissimo codice pittorico, applicandolo non solo alle tele, ma anche a oggetti di design, stoffe, strumenti musicali. Nelle opere espo-

ste -The art of dream, Black Genius, Darling Alien, tra le alter- iconografia pop e colori esuberanti si fondono in un continuo richiamo alla storia dell’arte, della musica, della cultura. Entrambi gli artisti esprimono con la loro arte il tema delle evasioni intorno a cui gravita la mostra e che si ispira alla leggerezza, al colore, alla riflessione che parte dall’osservazione del bello. La mostra ospiterà inoltre le installazioni video dell’artista brindisino Franco G. Livera, con i video Marta -il passaggio di una bambina da baco a farfalla- e l’onirico Atrophia. Durante il vernissage, che vedrà la presenza degli artisti ospiti, Massimiliano Manieri terrà una performance dal titolo Azione13 che lo vedrà accogliere il pubblico, nelle vesti di uomo-albero, negli spazi di Palazzo Vernazza. Info: tutti i giorni, dal 13 al 20 maggio, www.palazzovernazza.it.

Promossi dalla Provincia di Lecce, in collaborazione con Apulia Film Commission, Conservatorio Tito Schipa, Università del Salento e varie associazioni attive sul territorio, proseguono fino al 19 giugno gli incontri al museo provinciale Sigismondo Castromediano partiti lo scorso marzo. Cinque le serate in programma questa settimana. Sabato 12, alle 20, in collaborazione con South of Puglia, concerto di musica classica del pianista russo Evgeny Zarafiants (nella foto). Lunedì 14, sempre alle 20, Eraldo Martucci condurrà una serata in ricordo del grande soprano Renata Tebaldi, a novant’anni dalla nascita. Martedì si ripercorreranno le vicende dell’aspra rivalità tra Picasso e Modigliani con la proiezione del film I colori dell’anima, scritto e diretto da Mick Davis e interpretato da Andy Garcia. Giovedì 17, uno degli appuntamenti della rassegna “Al Museo con la musica”, giunta alla dodicesima edizione. Nella prima parte della serata dal titolo Pittura sonora. Suoni e Immagini del Barocco, il direttore Antonio Cassiano presenta Le ceramiche Paladini del Museo; a seguire Amore brutto figlio de pottana, passioni napoletane, musiche di Scarlatti, Porpora, Pergolesi eseguite dai soprani Giusy De Giuseppe, Giusy De Carlo, Stefania Patavia, Antonella Scialpi, e dai maestri Giuseppe Tafuri (sopranista), Leonardo Pispico (basso), Gianluca Milanese (flauto a becco), Francesco Scarcella (clavicembalo). Venerdì 18, visita guidata alle collezioni.


11

12 maggio 2012

Cultura & Spettacolo CINEMA

ARTE

Contaminazioni alla E-Lite Studio Gallery La nuova galleria leccese proroga fino al 30 maggio la mostra Overture duemiladodici e inaugura gli eventi di Art&Bit

Ultimi appuntamenti con il cineforum del DB d’Essai A chiudere il ciclo di proiezioni, giovedì 31, Io sono Li di Andrea Segre Si chiude con gli ultimi tre appuntamenti di maggio il lungo cineforum del DB d’Essai dedicato alle ultime produzioni del cinema italiano. Cominciata lo scorso gennaio, la rassegna ha proposto circa venti titoli usciti in sala nell’ultimo anno, offrendo uno spaccato interessante sulle ultime produzioni di casa nostra, dall’esordio alla regia di Francesco Bruni, Scialla!, al primo film americano di Paolo Sorrentino This Must Be The Place. Fino al 31, con cadenza settimanale -il giovedì doppio spettacolo alle 18 e alle 21- verranno proiettate le ultime pellicole in programma: tre opere

prime di registi nati negli anni 70, in tre regioni distanti tra loro, ma accomunate dal medesimo fervore legato al comparto della cinematografia. È della provincia di Bari Cesare Fragnelli, autore di Oltre il mare (nella foto, giovedì 17) interamente girato tra Locorotondo, Martina Franca, Otranto e Bari con il sostegno dell’Apulia Film Commission e ritenuto film di interesse culturale nazionale dal MiBAC. Il film parte dal pretesto di una vacanza tra amici, tutti ventenni, in una località di mare pugliese, per raccontare i sentimenti di amicizia, libertà e amore che si stabiliscono tra le

persone in quella fase della vita. Fa il suo esordio dietro la macchina da presa, dopo aver recitato in numerosi film -diretta dai Manetti Bros, Matteo Garrone, Muccino, Verdoneanche la romana Elisabetta Rocchetti, qui nelle vesti di regista, sceneggiatrice, attrice. Il suo Diciott’anni - Il mondo ai miei piedi (giovedì 24) è la storia di un adolescente (il bravo Marco Rulli) apparentemente fortunato perché giovane, bello, ricco, ma profondamente fuori tempo rispetto a quella che dovrebbe essere la sua età. Nel passaggio da un letto all’altro, sempre con donne più mature, scopre un segreto

che lo costringe a fare i conti con se stesso. A chiudere (giovedì 31), sarà il primo lungometraggio del veneziano Andrea Segre, Io Sono Li, fresco vincitore del Premio Verdone al Festival del Cinema Europeo di Lecce. Uno degli esordi più apprezzati della stagione, il racconto di una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, con due protagonisti eccellenti, Rade Serbedzija e Zhao Tao (miglior attrice protagonista ai David di Donatello per la sua interpretazione). Info: via dei Salesiani n. 4. Tel. 0832.390557, mail: www.dbdessai.it.

Ha inaugurato da poco meno di un mese e ha già messo in agenda diverse iniziative, la nuova E-lite Studio Gallery di Corte San Blasio. Uno spazio luminoso, aperto, restaurato con cura, in modo che fosse visibile il forte legame con l’architettura tradizionale salentina e con quella pietra leccese che caratterizza la zona antica della città. Il nuovo open space, situato in pieno centro storico, alle spalle del cinema Massimo, poco distante da piazza Sant’Oronzo, è nato dalla determinazione dell’artista leccese Carlo Cofano e di sua moglie Claudia Pellegrino di creare un contenitore che non fosse una semplice galleria d’arte contemporanea, ma un luogo vivo che andasse oltre la promozione delle arti visive, facendosi spazio di contaminazione tra generi e linguaggi artistici diversi. In quest’ottica, nell’ambito della mostra Ouverture duemiladodici curata da Marina Pizzarelli -collettiva dei salentini Carlo Cofano, Valentino Marra, Massimo Quarta, compagni d’Accademia accomunati dalla stessa passione per la pittura, e dell’artista abruzzese Lucio Diodati- ha avuto inizio la ras-

segna Art&Bit, apertasi giovedì 10 con il concerto minimal jazz del duo piano-contrabbasso formato da Irene Scardia e Luca Alemanno. L’intento di questi eventi -uno al mese, per il momento- è quello di contaminare classico e moderno, accostando strumenti classici come il violino, l’arpa, il pianoforte, con sonorità più underground, elettriche, rock, in un continuo scambio tra la sperimentazione musicale e quella delle opere esposte. Dopo Overture, che si concluderà il 30 maggio, a partire dal 30 giugno la galleria ospiterà un’altra collettiva che metterà insieme diversi artisti contemporanei, tra emergenti e già affermati, ancora fase di selezione. La galleria è aperta dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20. Info: 393.8763086, www.elitestudiogallery.com.

Musica dal vivo, una settimana di grandi appuntamenti Ancora una settimana piena di musica live nel capoluogo salentino. Sabato 12, al ristorante caffè All’ombra del Barocco della Libreria Liberrima (Corte dei Cicala, 0832.242626), si rinnova il consueto appuntamento delle cene-concerto che abbina ottima musica a menù ricercati e pregiati vini, tutto nell’ottica della valorizzazione delle eccellenze pugliesi. Il trio che si esibisce sabato sera (inizio alle ore 21) è il Jazz Classic Trio di Pippo D’Ambrosio, batterista e percussionista di rango, versatile e multiforme,

che nel corso di una carriera ventennale si è mosso con disinvoltura dal jazz alla fusion, dal pop-rock all’hip-pop/reggae, dalla world music alla musica antica-medioevale e contemporanea, distinguendosi anche come compositore. Leader di progetti personali e collaboratore di interessanti formazioni come il quartetto vocale Faraualla, l’Ensemble Calixtinus, i Pinturas con Roberto Ottaviano, a Lecce D’Ambrosio sarà affiancato dal contrabbassista Giorgio Vendola, e dal pianista Mirko Signorile,

suo partner musicale da lungo tempo, con il quale porta avanti anche un progetto in duo che lega con il filo dell’improvvisazione brani jazz, pop, composizioni originali. Saranno due, invece, gli appuntamenti della settimana al Corto maltese di Via Giusti (info: 327.8782454; ingresso gratuito). Giovedì 17 le atmosfere saranno quelle del duo formato da Francesco Massaro (sax baritono, clarinetto contralto, oggetti sonori) e Rocco Nigro (fisarmonica). I due musicisti condividono da tempo anche

altre esperienze artistiche, come il trio Aurea (insieme al chitarrista Valerio Daniele) e la collaborazione con le cantanti Enza Pagliara e Maria Mazzotta. Il loro repertorio attinge a un folklore originato dalla memoria dei luoghi; a echeggiare sono le sonorità nordafricane, mediorientali e balcaniche, in un incontro estremamente originale, a tratti ipnotico, in cui il suono è rito, magia, cura. Venerdì 18 la pianista e compositrice Irene Scardia (nella foto), accompagnata dal sas-

sofonista Emanuele Coluccia e dal contrabbassista Luca Alemanno eseguirà alcuni dei nuovi brani originali contenuti nel suo secondo album di prossima pubblicazione. Da segnalare, inoltre, presso la sede del Workin’ Studio di via Carlo Piaggia,

sulla Lecce-San Cataldo, il workshop Musiche al confine tra composizione e improvvisazione del compositore, flautista e sassofonista Eugenio Colombo. Info: 0832.650815, 329.4123339, workinmusic@gmail.com.


12

12 maggio 2012

www.belpaeseweb.it


13

12 maggio 2012

Sport

a cura di Francesco Covella

CALCIO

La serie B è sempre più vicina. Ma una vittoria garantirebbe la salvezza se il Genoa perdesse col Palermo

Lecce, contro il Chievo è l’ultima spiaggia

Fa rabbia pensare che dopo il miracoloso pareggio con la Juventus il Lecce non sia riuscito a battere la Fiorentina. La salvezza era lontana un passo, ma anche questa volta il finale non ha regalato sorprese gradite. Diciamolo chiaramente: il Lecce sta gettando alle ortiche un intero campionato a causa di alcune prove da dimenticare.

Se col Napoli la sconfitta era da mettere in preventivo, con Parma e Fiorentina no. Sarebbe bastata una vittoria nelle gare con Palermo, Genoa, Parma e Fiorentina per porsi in una situazione di forza rispetto alle avversarie. Invece niente. E fa ancor più rabbia constatare che, questi incontri, si siano tenuti al “Via del Mare”, in una si-

Foto Ansa - Dario Caricato

tuazione favorevole, quindi. Prima del calcio d’inizio, il Genoa era lontano tre punti. Il Lecce avrebbe dovuto ospitare una Fiorentina stravolta nel fisico e dalle vicende societarie, mentre i grifoni sarebbero stati di scena al “Friuli”, contro un’Udinese in piena corsa per il terzo posto. I liguri hanno perso come da pronostico, mentre i giallorossi hanno subito una sconfitta meritatissima dalla Fiorentina. Ma ciò che più duole, è il modo in cui si è perso. Senza lottare, con il terrore disegnato sui volti dei giocatori, anche quelli più esperti. E questo non è tollerabile, assolutamente. Può capitare di giocare con le pile scariche, ma non ripetutamente e, soprattutto, mai in incontri decisivi. La Fiorentina vista sabato avrebbe avuto vita difficile anche con una squadra di categoria inferiore. Gli uomini di mister Guerini erano in debito d’ossigeno già alla mezz’ora del primo tempo. Eppure, nonostante uno sterile posses-

so palla, il Lecce non è mai riuscito a rendersi pericoloso. Evocare le assenze non servirebbe a nulla e sarebbe grottesco, visto che gli ospiti hanno saputo imporsi senza i vari Jovetic, Amauri e Vargas, e non solo. Nel secondo tempo, sotto di un goal, ci si aspettava una reazione veemente. Invece niente, anzi. Si è continuato con un possesso fine a se stesso, e l’unica vera occasione l’ha creata Esposito timbrando la traversa su azione da palla inattiva. Poi il nulla più totale, con i toscani spesso a terra in preda ai crampi e Giacomazzi e compagnia con lo sguardo perso nel vuoto. Si dice che la squadra sia troppo giovane per poter sopportare certe pressioni. Ma non scherziamo! La rosa vanta atleti esperti, a partire da Di Michele, passando per Oddo, finendo con Blasi e Delvecchio. Non ci sono motivi plausibili per giustificare il disastro di settimana scorsa. Tutto perso, al-

lora? No, assolutamente. Il calendario potrebbe darci una grossa mano. Il Genoa è atteso da un Palermo smanioso di ben figurare e c’è da giurare che lo spasmodico impegno promesso da Fabrizio Miccoli non faccia dormire sogni tranquilli alla difesa avversaria. Kucka e Palacio marcheranno visita in quanto squalificati, e i probabili sostituti non sembrano all’altezza della situazione. Per quanto concerne ChievoLecce, è giunta l’ora di vincere un match decisivo. I veneti daranno tutto, ma il Lecce deve farsi valere, e lo potrà fare solo ritrovando quelle motivazioni che hanno permesso una rimonta da brividi. Il lavoro di mister Cosmi è stato splendido ma, nelle ultime gare, la sensazione che anch’egli abbia accusato un calo di tensione è forte. Nulla è perduto, quindi, almeno fino al novantesimo. Con la speranza che dalle 17 di domenica cominci una festa che colori la città intera.

Muriel e Cuadrado subito nella mischia L’assenza dei due colombiani si è fatta sentire contro la Fiorentina. Bertolacci prenderà il posto dello squalificato Delvecchio Contro la Fiorentina ci si aspettava che Cosmi adottasse il solito 3-5-2. Così non è stato, avendo optato per un inedito 4-3-1-2. Il cambiamento non ha portato fortune, ed il risultato lo ha testimoniato. Detto questo, le cause della debacle sono molteplici, e non tutte imputabili al tecnico umbro che, contro il Chievo, tornerà certamente all’antico. Il giudice sportivo ha appiedato Delvecchio

e Miglionico, ma le alternative sono pronte e non dovrebbero far rimpiangere i due assenti. Quindi, lo schieramento del Lecce dovrebbe vedere: Benassi fra i pali; Tomovic, Carrozzieri ed Esposito in difesa; Cuadrado, Giacomazzi, Blasi, Bertolacci e Brivio in mezzo; Di Michele e Muriel in attacco. Se recuperato, Oddo contenderebbe una maglia a Esposito, il quale attraversa uno periodo di scarsa forma. Foto: Getty Images

LE PAGELLE di Lecce - Fiorentina

Blasi commovente Bertolacci delude BENASSI 7 È un grande portiere, l’ha dimostrato per tutta la stagione. E non ha steccato neanche contro i viola. Eccellente. TOMOVIC 6 Il migliore in difesa. Cerca di sostenere l’attacco. Volitivo. MIGLIONICO 5 Niente da fare. La sua stagione è da considerarsi fallimentare. È lui l’anello debole della difesa. Irritante. ESPOSITO 5,5 La traversa colpita nel secondo tempo è l’unico sussulto di una gara da dimenticare. Spaesato. BRIVIO 6 Nel primo tempo cerca di trascinare la squadra. Non ci riesce, ma almeno si impegna. Applicato. BLASI 7 Ma quanto ha corso? Disputa una prova maiuscola tra il grigiore generale. Troppo presto fuori dal grande giro, avrebbe meritato una carriera diversa. Stoico. GIACOMAZZI 5,5 Contro la Juve era sembrato in netta ripresa. Non era così, e lo ha dimostrato. Arrendevole. DELVECCHIO 5 L’impegno c’è stato, ma la sua è una prestazione da dimenticare. Litiga un po’ con tutti. Amareggiato. BERTOLACCI 4,5 Più volte si è invocato il suo utilizzo dal primo minuto. È stato accontentato, ma i risultati sono stati scadenti. Scialbo. BOJINOV 5 Getta alle ortiche un paio di occasioni. Fisicamente non c’è, mentalmente neppure. Demotivato. SEFEROVIC 4 Sembrava in vacanza. Ha sbagliato tutto con sufficienza. Inguardabile. Giandonato 5 Chi l’ha visto? Invisibile. OFERE SV COSMI 5 Nessuno contesta i suoi meriti. Ma se la squadra ha fallito tutti gli appuntamenti decisivi, la colpa è anche sua. Commosso.

Cosmi: “Siete riusciti a farci retrocedere” Il tecnico umbro si scaglia contro i cameraman di Sky e Mediaset a fine partita. Poi corre sotto la Curva nord commosso Sabato scorso Serse Cosmi (nella foto) non è riuscito a controllare la propria emotività. Infatti, poco prima che il direttore di gara fischiasse la fine dell’incontro con la Fiorentina, sono volate parole pesanti nei confronti degli operatori di Sky e Mediaset. In conseguenza dell’incredibile decisione della Lega Calcio di non concedere la contemporaneità con la gara del Genoa. Ma visto che i liguri non hanno ottenuto miglior sorte nel match del “Friuli”, gli animi sembrano esser-

si placati. È stato commovente assistere al plauso che il pubblico ha tributato ai propri beniamini, nonostante una prova totalmente incolore. Cosmi è corso sotto la Curva nord, quasi a scusarsi per la mancata vittoria, con le lacrime agli occhi. Ma in sala stampa è ritornato il motivatore di sempre, precisando che “abbiamo cambiato il campionato, costringendo delle squadre a giocare fino alla fine, e che ci aspettano altri novanta minuti''.

E alla domanda su quali siano i motivi dello scarso rendimento casalingo, ha specificato che “un campionato è lungo, c'e' stato un girone d'andata brutto e in queste ultime gare c'è stata tanta stanchezza perché non eravamo abituati a questo sforzo”. Insomma, un Cosmi che difende la squadra e il suo operato prima della gara della verità col Chievo, conscio che un’eventuale retrocessione, aprirebbe un processo anche nei suoi confronti.


14

12 maggio 2012

Sport CALCIO

Lecce tra due fuochi, crederci nonostante lo scandalo scommesse Entro fine mese il deferimento della società sulla base dell’inchiesta della Procura di Bari. Ma la sorte della squadra si gioca ancora sul campo

È solo questione di giorni per quanto riguarda il deferimento del Lecce. Una mannaia che società e tifosi aspettano con rassegnazione, ancora concentrati a salvare il salvabile sul campo da gioco. Il procuratore federale, Stefano Palazzi, sembra infatti aver sposato appieno le tesi della Procura di Bari. L’inchiesta sul calcio scommesse ha subito un’accelera-

zione. Palazzi stesso sta per firmare la seconda tranche di deferimenti, dopo la prima ondata di notifiche che ha riguardato le indagini della Procura di Cremona. La decisione, attesa a breve giro di posta, riguarderà invece le indagini della Procura antimafia di Bari, portate avanti dal procuratore capo, Antonio Laudati, e dal sostituto, Ciro Angelillis.

Foto: sport.sky.it

Intanto sembra stringersi il cerchio intorno ai presunti autori della combine. L’imprenditore Carlo Quarta -cui per altro sono andati 20 voti burla alle comunali leccesi nonostante il ritiro della candidatura- e all’avvocato Andrea Starace. I conti correnti bancari dei due sospettati sono stati passati al setaccio più volte. Ma le novità che sarebbero emerse nei giorni scorsi riguarderebbero sempre la famiglia Semeraro, nella persona di Pierandrea (nella foto), presidente dell’Us Lecce ai tempi del derby col Bari,vinto dai salentini per 2-0. Sui conti di Semeraro junior sarebbero state trovate tracce definite “interessanti” e dai tabulati telefonici emergerebbe un fitto scambio di chiamate con le persone coinvolte, proprio nel giorno del presunto incontro all’hotel Tiziano, il ventidue agosto, e nei sei appuntamenti avvenuti sulla tangenziale di Bari, nei pressi di una stazione di servizio,

dove sarebbero stati corrisposti alcuni acconti dei 230mila euro pattuiti. Questa la convinzione degli inquirenti, fondata sulle ammissioni della “combriccola barese”. Carlo Quarta e Andrea Starace continuano a negare ogni addebito. Ma se il quadro tracciato dalla Procura corrispondes-

se a realtà, il Lecce andrebbe incontro a grossi guai: la retrocessione (il campo dirà se in serie B o in lega Pro), col pericolo di una probabile penalizzazione. Inoltre, chi acquisirebbe una società dal valore completamente azzerato? Dal Gruppo Tesoro hanno ribadito più volte che l’acquisizione del pac-

chetto di maggioranza sarebbe da escludere se il Lecce non mantenesse quantomeno la categoria cadetta. I tifosi sono in fermento. Dopo il sostegno assicurato alla squadra nell’ultimo scorcio di stagione, un’eventuale penalizzazione condurrebbe l’ambiente nello scoramento più totale.

Paolo Sergio: “Sostenere il Lecce fino alla fine è un obbligo morale”

TENNIS

Danilo Faggiano, fin da bambino il tennis come seconda pelle Tra i veterani leccesi della racchetta, Danilo Faggiano si è piazzato secondo nel torneo leccese maschile ed è primo nel doppio misto insieme alla compagna Carola Liaci

Il Comitato di “Noi Lecce” chiede al popolo giallorosso un ultimo sforzo, nonostante le voci che vedrebbero il Lecce invischiato nello scandalo scommesse

Danilo Faggiano (nella foto) è da annoverare tra i veterani più conosciuti del tennis leccese, in virtù di un talento indiscutibile che avrebbe potuto condurlo nel mondo del professionismo, ma così non è stato. Il tennis, per lui, è sempre stata una grande passione, sin da bambino. Tant’ è che a sei anni era già iscritto al Circolo Tennis di Lecce. Anche il calcio lo interessa, ma la racchetta, per lui, ha tutto un altro sapore. Faggiano, cosa rappresenta il tennis per lei? Il tennis è stato il mio sport preferito sin da bambino, cresciuto all’interno del Circolo Tennis a Lecce, ho iniziato a tenere la racchetta in mano dall’età di 6 anni e da allora non ho mai lasciato, continuando a praticarlo regolarmente con impegno e passione. Durante gli anni ho avuto accanto a me

Alla vigilia del match-verità contro il Chievo, il Comitato di “Noi Lecce” sente il dovere morale di sostenere ancor di più la squadra giallorossa in un momento cruciale per la propria stagione, ma anche per il futuro societario. Inutile negare che le notizie persistenti riportate dalla Stampa nazionale, in particolare quelle relative al presunto coinvolgimento dell’U.S. Lecce in una combine nel derby BariLecce dello scorso campionato, minano la serenità di tutto l’ambiente. In attesa di conoscere l’esito delle indagini delle varie Procure che stanno investigando sulla vicenda, e capire cosa abbiano eventualmente riscontrato gli inquirenti nelle verifiche dei conti correnti di Pierandrea Semeraro, l’obbligo di ogni tifoso giallorosso è quello di esser più che mai vicini alla

tanti amici che hanno condiviso la stesso hobby, e tanti ne ho visto avvicinarsi e imparare a giocarci. Come giudica la situazione dell’intero movimento tennistico a Lecce? Ora, a Lecce, il numero dei tennisti è molto cresciuto, grazie anche ai circoli della città e della provincia che svolgono attività di aggregazione e organizzano varie competizioni individuali e di squadra, la scuola tennis funziona bene e tanti ragazzi risultano spesso i più forti nelle competizioni under. I tornei sociali, soprattutto, sono molto sentiti e infuocati in quanto riservati ai soli soci che si sfidano per la supremazia interna. Conosco bene il significato di una vittoria nel torneo sociale, il suo valore è molto alto, quest’anno mi sono arreso in finale nel singolare maschile assoluto dopo

una battaglia di 3 ore e mezzo al fortissimo Capano. Ma ho avuto il piacere di essere campione nel doppio misto, grazie anche al supporto fondamentale della mia compagna, Carola Liaci. Quante volte all’anno si svolge il torneo? Il torneo si svolge due volte all’anno, grazie all’organizzazione precisa e puntuale del neo direttore sportivo Vito De Palma, e comprende varie tipologie di gare: singolare maschile assoluto, over 45 e over 60; singolare femminile, doppio maschile e doppio misto. Riservati ciascuno alle varie categorie di soci. Nessuno ci sta a perdere perchè dovrebbe subire in caso di sconfitta i sfottò dei colleghi.

Qual è la situazione del Circolo Tennis di Lecce? Quest’anno il Circolo sta cambiando pelle e, grazie al nuovo Consiglio, le migliorie strutturali sono evidenti, soprattutto la nascita di nuovi tre campi che lo rendono uno dei più belli e attrezzati del sud Italia. Una volta completati i lavori occorrerà sicuramente dar vita ad una nuova campagna di promozione del club e di uno sport che, la città, con in testa il Sindaco tennista dichiarato, dimostra di apprezzare.

compagine di Serse Cosmi. Nonostante la sconfitta con la Fiorentina abbia reso minime le speranze di permanenza in massima serie, il risultato del Genoa contro l’Udinese regala al Lecce un’ultima possibilità di centrare un obiettivo francamente difficile da pronosticare a gennaio. Dimostrino capitan Giacomazzi e compagni di meritare sul campo la salvezza e solo dopo si potrà attendere il verdetto della Giustizia sportiva e civile. Il Lecce ed i suoi supporter hanno la chance di dimostrare di esser capaci di un’impresa pulita, quasi eroica. Lo spettacolo di civiltà e sportività visto al termine della gara con la Fiorentina, con lo stadio che applaudiva una squadra virtualmente retrocessa, resterà nella memoria dei tifosi leccesi. Per sempre.


15

12 maggio 2012

STORIE DELL’ALTRA LECCE

Lecce e la sua “grande foresta” Ci stupirà forse, ad oggi, pensare che la città di Lecce fosse circondata, nel medioevo, da enormi distese boschive di maestosi lecci, tipiche querce di origine autoctona, che lambivano il litorale adriatico adornando la costa salentina per un’estensione che si stima di circa 100 chilometri quadrati e una lunghezza di 75, da Otranto fino alle porte di Brindisi, di cui ora purtroppo non restano che poche “isole”. Nel corso del ‘900 il territorio boschivo che i leccesi chiamavano “Demanio” ha subito un forte ridimensionamento fino a scomparire quasi del tutto soprattutto a causa delle diffuse appropriazioni di suolo da parte dei contadini con l’intento di destinarlo alle colture e dopo i vari interventi di bonifica avvenuti negli anni della Riforma Agraria. I boschi furono, inoltre, teatro di numerosi abusi da parte dei carbonai e di quanti alimentavano le fornaci di calce sparse vicino a Lecce e per le varie province, che aggredirono a lungo il territorio distruggendone il naturale habitat di vita selvatica. Già sul finire dell’800 i responsabili della cosa pubblica, prendendo atto dell’infausta situazione, cercarono di porvi rimedio e dopo una lunga istruttoria, conclusasi solo nei primissimi anni del 1900, furono ufficialmente riconosciute le ripetute usurpazioni dell’area boschiva demaniale, occupate da potenti proprietari del luogo per consolidati usi di natura feudale, che costringevano le genti rurali a vivere in misere condizioni senza poter usufruire della terra per il pascolo né per la raccolta della legna, come sarebbe stato nel loro pieno diritto. All’epoca il prefetto, ottenuti i pareri di esperti e rilevata la consistenza del patrimonio demaniale di Lecce, con ordinanza del

Le antiche risorse del territorio salentino

18 settembre 1909 invitò tutti i possessori di terre ricadenti nell’ambito del demanio pubblico, a ricorrere alle vie della conciliazione e ordinò che l’Ispettore Forestale, in collaborazione con l’Agente demaniale e con il Consiglio comunale cittadino, sancisse finalmente un regolamento per disciplinare l’esercizio di attività su queste terre, poi approvato un anno dopo. Sin da quando Lecce fu eretta a municipium romano ebbe il suo ager publicus ma fu nel medioevo che la “grande foresta”, così in passato era chiamata e tale dicitura si ritrova in moltissimi documenti, raggiunse la sua massima estensione, tanto che veniva formalmente divisa in due parti, l’una verso sud dalla città fino in prossimità dei Laghi Alimini, l’altra a nord fino alla contrada di Cerrate, vicino Brindisi; essa divenne allora così fitta da popolarsi di

Il Gusto del Tacco

Rubrica di cucina a cura di Anna Maria Chirone Arnò Ben trovati! Ieri non ho resistito quando al mercato domenicale di Coldiretti ho visto gli asparagi coltivati da una locale azienda agricola. Bellissimi, freschi, il tipo sottile. Le ricette che faccio con gli asparagi, oltre a mangiarli semplicemente bolliti con olio e limone, sono tante: le crespelle, torta salata, risotto, con l’uovo. Ma quella più veloce è senz’altro questa della cucina umbra. Se avete dubbi, scrivetemi a info@ilgustodeltacco.it. Alla prossima!

lupi, tanto che alcune fonti riferiscono di una tassa da pagare per la loro uccisione. In seguito alle invasioni barbariche e alla guerra greco-gotica la città incontrò un forte declino e proprio a causa della scarsità demografica gran parte del territorio circostante restò incolto, favorendo l’espansione della foresta e la crescita della tipica macchia mediterranea. Nel periodo di dominazione dei normanni vi fu poi una ripresa economico-culturale e il territorio circostante la città fu suddiviso in feudi, che coincidevano con i luoghi già abitati e coltivati, mentre all’uso comune dei cittadini restò la fascia litoranea coperta da ampie distese boschive, che si addentrava per qualche chilometro nell’entroterra. Era questa una preziosa fonte da cui poter ricavare la legna e dove cacciare, fare i carboni, esercitare il pascolo, ecc..ma non dimenti-

chiamo che vigendo il sistema feudale ben poco era il margine di utilità concesso per le colture ai contadini del luogo, pressati da tasse, decime e altre prestazioni servili. Nella restante parte di territorio “libero”, grazie alla feconda presenza degli ordini monastici greci e latini, il terreno fu coltivato proficuamente e vi furono impiantati olivi e altri alberi da frutto. Dal periodo medievale e per otto secoli gli abitanti di Lecce hanno potuto godere delle vaste aree boschive che sorgevano quasi a ridosso della città, adibite a vari usi civici, senza dover pagare la c.d gabella sul forestaggio, come fu sancito da Ferdinando I d’Aragona, il quale appena entrato in possesso delle terre dell’Orsini, cui subentrò nel dominio della contea, mantenne la promessa fatta ai leccesi, riservando l’imposta ai soli forestieri.

La ricetta della settimana

Spaghetti con asparagi Ingredienti per 4 persone 320 g di spaghetti Un mazzo di asparagi 8 pomodorini Uno spicchio di aglio fresco Timo Olio extra vergine salentino di alta qualità Parmigiano grattugiato Sale e pepe

Appena fuori porta S. Martino s’incontravano già i primi lecceti e la densa macchia del sotto bosco, su cui s’innestava tutta un’antica rete viaria di transito millenario, che andava al vecchio porto di S. Cataldo attraverso boschi e paludi possiamo ora ammirare appena le briciole, e di cui facevano parte il Bosco di Rauccio, lungo la costa tra Torre Chianca e Torre Rinalda, e il Bosco di Calimera, considerati gli ultimi lembi sopravvissuti dell’antichissima e immensa selva medievale. Appena fuori porta S. Martino s’incontravano già i primi lecceti e la densa macchia del sotto bosco, su cui s’innestava tutta un’antica rete viaria di transito millenario, che andava al vecchio porto di S. Cataldo attraverso boschi e paludi possiamo ora ammirare appena le briciole, e di cui facevano parte il Bosco di Rauccio, lungo la costa tra Torre Chianca e Torre Rinalda, e il Bosco di Calimera, considerati gli ultimi lembi sopravvissuti dell’antichissima e immensa selva medievale. Nei primi anni del secolo scorso tanti privati che arbitrariamente si erano appropriati delle aree demaniali della foresta distrussero ogni sua traccia abbattendo innumerevoli alberi di quercia e di leccio, divelsero la macchia, deturparono i resti delle antiche vie che solcavano il territorio salentino con gravi danni per la tutela del suolo e degli habitat naturali delle specie floristiche e della fauna stanziale e di transito. Nonostante i ripetuti interventi di rimboschimento non si conserva oggi altro che la memoria della ricca grande foresta insieme a silenziose rovine di masserie abbandonate, testimonianza di un’antica economia rurale pressoché defunta dal secondo dopoguerra. Rosy Paticchio

Anno I - n. 16 Reg. Trib. Lecce n. 3 del 24.01.2012 Direttore Responsabile Alessandra Lupo

Gli articoli non firmati si intendono a cura della redazione Editore: Apulia Press srl Via A. M. Caprioli, 10 - Lecce e-mail: redazione@freelecce.it Stampa: Master Printing Srl, Modugno (Bari) Free Lecce è un settimanale distribuito gratuitamente a Lecce. Per la pubblicità su questo periodico: tel. 0836.426350 La direzione non risponde del contenuto degli articoli firmati e declina ogni responsabilità per le opinioni dei singoli articolisti, degli intervistati e per le informazioni trasmesse da terzi. Il giornale si riserva di rifiutare qualsiasi inserzione. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. I diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. Non è consentita la riproduzione, anche se parziale, di testi, documenti e fotografie senza autorizzazione. Apulia Press srl si riserva il diritto di non pubblicare le inserzioni e le comunicazioni pubblicitarie degli inserzionisti che: 1. Siano contrarie agli interessi di Apulia Press srl 2. Violino le disposizioni vigenti in materia di diritto d’autore 3. Contengano informazioni fuorvianti e scorrette 5. Non rispondano ai requisiti minimi di impaginazione professionale 6. Non siano pervenute nei termini concordati 7. Siano state fornite in modo incompleto In tutti i casi Apulia Press srl non è responsabile per il contenuto di dette inserzioni e comunicazioni.

Preparazione Preparate un fine trito d'aglio, mettetelo in una pesante padella con ottimo olio d'oliva extra vergine salentino, quindi unite la sola parte verde di un mazzo di asparagi tagliati a julienne; salate, pepate, coprite e cuocete. Unire quindi i pomodorini tagliati a metà, coprite di nuovo e cuocete finché i pomodori si saranno sfatti e gli asparagi saranno morbidi. A parte, scaldate intanto abbondante acqua, salatela al bollore e cuocetevi gli spaghetti, scolandoli al dente. Trasferiteli nella padella dove è stato cotto il sugo di asparagi e fateli saltare e insaporire. Serviteli subito, cosparsi con un trito di timo e, a piacere, con del parmigiano grattugiato o, se volete, con del cacio ricotta grattugiato grosso.


16

12 maggio 2012


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.