Il vento del Brenta - Giugno 2016

Campolongo sul Brenta N° 1 GIUGNO 2016 anno XXXIV

Il ento del Brenta periodico della pro loco di campolongo sul brenta

Quattro passi nel nostro territorio

Direzione, Amministrazione, Redazione: Casella Postale N. 1 - Campolongo sul Brenta (VI) C.C.P.N. 10971364 - Spedizione in abbonamento postale - Taxe percue - Tassa riscossa Ufficio Postale - PT VICENZA - PARAVION - ART. 2 COMMA 20/CL L. 662/96

IL VENTO DEL BRENTA Periodico di informazione e di cultura edito dalla Pro Loco di Campolongo sul Brenta Presidente della Pro Loco: Ruggero Rossi • Direttore responsabile: Giandomenico Cortese Comitato di redazione: Ruggero Rossi, Fiorenzo Vialetto Indirizzo: Casella Postale n.1, Campolongo sul Brenta • Autorizzazione: Tribunale di Bassano del Grappa n.1/83 Hanno collaborato: Valerio Bonato, don Massimo Valente, Alessandro Parolin, Padre Francis Mulligan, Renato Vialetto, Margherita Bellò, Luca Vialetto Questo numero è stato inviato a 970 famiglie • E-mail: prolococampolongo@pec.it Stampa: Grafiche Fantinato In copertina la prima facciata della cartina dei sentieri di Campolongo

La Storia di Campolongo a portata di mano

Per i nostri lettori abbiamo pensato ad un imperdibile “pacchetto regalo”. Proponiamo di acquistare i volumi delle belle pubblicazioni “Toponomastica e onomastica storica di Campolongo s.B.”, di Antonio Bonato, “Arte e fede nel legno intagliato” volume realizzato in occasione del restauro delle opere lignee della chiesa di Campolongo, ”I ciliegi erano in fiore”, di Giandomenico Cortese, il DVD che raccoglie tutti i numeri del Vento del Brenta dal 1983 al 2014, il tutto a 40 Euro, spedizione compresa. Per chi volesse solo uno dei volumi il costo è di 12 Euro; il solo DVD 12 Euro.

Per informazioni: ella.ro@libero.it

Ricordiamo ai gentili lettori: La cartina dei sentieri di Campolongo è disponibile al costo di 2 Euro presso la Pro Loco ed il Panificio di Giacomo Zannini.

Il 17 Aprile sul referendum popolare sulle “trivelle” abbiamo votato così: Elettori n. 637 (di cui 321 maschi e 316 femmine)

Votanti n. 241 (di cui 121 maschi e 120 femmine) pari al 37,83%

Hanno votato SI n. 188 elettori pari al 78,00%

Hanno votato NO n. 51 elettori pari al 21,16%

Schede bianche n. 1 pari allo 0,42%

Schede nulle n. 1 pari allo 0,42%

A livello nazionale l’affluenza è stata del 31,2%. I SI hanno ottenuto 85,8%, i NO 14,2%. Non essendo stato raggiunto il quorum del 50% più 1 di elettori necessari per rendere valido il voto, il referendum è da considerarsi nullo.

Comune di Campolongo sul Brenta statistica anno 2015

CITTADINI STRANIERI residenti al 31.12.2015, divisi per nazionalità

MASCHI FEMMINE TOTALE RESIDENTI all’01.01.2015 413 406 819 NATI 02 06 08 MORTI 06 04 10 IMMIGRATI 18 13 31 EMIGRATI 12 18 30 RESIDENTI al 31.12.2015 415 403 818 differenza +2 -3 -1 FAMIGLIE all’01.01.2015 323 FAMIGLIE al 31.12.2015 324 MATRIMONI: N. 01 RELIGIOSO - N° 02 CIVILI (celebrati fuori comune)

STRANIERI MASCHI FEMMINE TOTALE Regno Unito 1 1 2 Spagna 0 1 1 Romania 3 6 9 Albania 1 1 2 Australia 1 0 1 Macedonia 1 0 1 Serbia 2 2 4 Moldavia 0 3 3 Russia 0 1 1 Marocco 2 6 8 Nigeria 2 2 4 Senegal 3 1 4 Cina 3 3 6 RESIDENTI AL 31.12.2015 19 27 46 Residenti all’01.01.2015 22 36 58 differenza -3 -9 -12

CITTADINANZA: N. 01 NUOVO CITTADINO ITALIANO (ex cittadina albanese) CENTO ANNI FA (anno 1915): I nati furono 43, i morti 23 ed i matrimoni 4

I cognomi Bonato e Vialetto sono i più numerosi a Campolongo Alla data odierna questi sono i cognomi più frequenti cognomi, con un minimo di 6 persone: Bianchin 8

Bonato 80

Negrello 12 Orlando 13

2

Cavalli 8

Cavallin 6

Pellizzari 9 Pontarollo 8

Colpo 6 Rossi 9

Costa 14

Fiorese 7

Giusto 15

Illesi 11

Lazzarotto 21 Malvezzi 6

Mocellin 27

Moro 7

Scotton 9

Scramoncin 9

Scremin 9

Secco 9

Temperato 6 Vialetto 62

Zannini 39

Zannoni 15

fiume e montagna

È stata una giornata pensata da tanto tempo e organizzata con la titubanza della prima volta… ma alla fine è arrivata l’alba dell’otto maggio, una fresca mattinata che ha visto tanti volontari allestire tavoli, gazebo, e quanto serviva per la prima “Passeggiata tra fiume e montagna” sui sentieri che percorrono la montagna di Campolongo. Organizzata dall’Amministrazione Comunale, con la collaborazione di tanti volontari, la marcia non competitiva ha visto arrivare oltre settecento appassionati che hanno potuto scoprire angoli di un territorio a molti sconosciuto. Alcuni hanno affrontato il percorso con lo spirito (e l’allenamento!) di chi gode della salita da aggredire di corsa e che ama le discese, anche se insidiose, da percorrere senza perdere il ritmo; altri, i più, senza l’assillo dell’orologio, si sono goduti la giornata di sole camminando rilassati, conversando con il vicino, ossigenando polmoni e cervello, ammirati delle fioriture di peonie che, per un lungo tratto di sentiero, hanno dilettato la vista. Tutti i partecipanti avevano ricevuto, alla partenza, la cartina, fresca di stampa, dove erano riportate le tracce dei sentieri che incidono la montagna di

Tutti

corrono

…

Campolongo, dopo che i soliti appassionati (i volontari di cui sopra!) li avevano, negli ultimi mesi, riportati alla condizione di essere percorribili.

La sera precedente la stessa cartina “Quattro passi nel nostro territorio “ era stata presentata ufficialmente ad un pubblico interessato e attento: durante l’incontro i presenti hanno apprezzato le molte notizie di carattere storico e ambientale, i risvolti umani delle persone che nei secoli hanno percorso questi sentieri, la testimonianza di chi, come Antonio (che da anni cura e coordina l’Alta Via del Tabacco, sentiero che parte da Bassano e arriva fino a Costa) ha evidenziato l’importanza che l’impegno e la passione di tanti hanno nel mantenere agibili questi percorsi.

Alla fine della giornata, spostati gli ultimi tavoli, ci si è guardati con un senso di soddisfazione e un po’ di sano orgoglio, consci e sicuri, però, che qualcosa ci sarà ancora da fare.

Arrivederci, allora, al prossimo appuntamento.

Ruggero Rossi

correte anche voi!

Un mio professore di biblica ci diceva sempre di avere in una mano la Bibbia e nell’altra un giornale …: io, che cercavo di essere “obbediente” ai superiori oltre alla Bibbia ho sempre apprezzato e letto con passione quella che il mio collega don Francesco dice essere la mia “Bibbia Rosa”, ossia “La Gazzetta dello Sport”. Non so se il mio esimio professore intendesse proprio questo, con il suo suggerimento a legare fede e vita, ma tant’è… Lo sport ho sempre cercato di praticarlo oltre a seguire le gesta della mia squadra del cuore e dei campioni di vari sport (per fortuna non di solo calcio vive l’uomo…). Lo sport in generale lo considero uno specchio della vita e un aspetto che ci allena alla vita. Perché parlare di sport, all’inizio dell’estate? Perché quest’anno vivremo un estate ricca di avvenimenti sportivi che cattureranno, chi più chi meno, la nostra attenzione: gli Europei di calcio, la Coppa America (sempre di calcio si tratta…), le Olimpiadi nella mia cara Rio de Janeiro, il Tour de France … solo per citarne alcuni. Uno degli aspetti dello sport che ho sempre amato è il fatto che sa unire le persone, gli atleti, i tifosi, gli spettatori, oltre le differenze di genere, di nazionalità, di colore della pelle, di religione, di ceto sociale. C’è una complicità, una solidarietà nello sport, che abbatte qualsiasi frontiera. Di questi tempi, con il clima di sospetto, barriere, diffidenza, egoismo, indifferenza, che respiriamo attorno a noi e spesso anche nelle nostre comunità ed in noi, abbiamo bisogno di recuperare quei valori presenti nello sport e negli sportivi (atleti o no), in generale. L’estate significa vacanza, relax … ma la solidarietà, l’amore non vanno mai in vacanza!Sport significa anche sacrificio, allenamenti, sudore … la vita è anche fatta di questo, chiede impegno, di essere presa sul serio con entusiasmo e dedizione, altrimenti si spreca…

Ripenso ai miei 25 anni di sacerdozio celebrati in questo

mese di giugno con i miei compagni e le nostre famiglie e poi anche con amici e amiche delle comunità dell’Unità Pastorale (e voglio davvero e di cuore ringraziare tutti indistintamente per l’affetto e la preghiera che mi avete regalato). Un anniversario che mi ha fatto gettare uno sguardo indietro per ringraziare il Signore di tutto il bene e di tutte le esperienze e persone che ho incontrato, anche quelle difficili e dure, che mi hanno chiesto fatica e anche dolore. Ma anche occasione che mi dà la carica per guardare ora avanti con rinnovato entusiasmo e fiducia in Colui che mi ha chiamato a seguirlo su questa strada.Sport è anche la gioia per la vittoria, per un traguardo raggiunto, per un ostacolo superato… La vita è puntare in alto, a premi da conquistare: lo ricorda anche san Paolo “Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo aver predicato agli altri, io stesso venga squalificato”. (1 Cor. 9, 24-27).

A tutti, anche a coloro che sono uniti al nostro paese attraverso queste pagine, l’augurio di un estate che si rispecchi nello sport: gioiosa, impegnata e capace di condivisione e di creare ponti e legami che uniscono e non finiscono mai! E a tutti i nostri atleti l’auguri di successi che ci facciano sentire orgogliosi di essere italiani!! don Massimo

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P R O LO C O

Tra

Il Catafalco “Stat

crux dum volvitur orbis”

Dopo essere ritornati in paese dopo il profugato, nelle Marche nella zona di Fermo, in occasione della Pasqua del 1919 si è celebrata, il 9 agosto dello stesso anno, una messa di suffragio per coloro che sono morti per la Patria. Abbiamo rintracciato questa originale fotografia ripresa nella nostra chiesa e che ritrae, molto probabilmente, il parroco di allora don Attilio Beccegato.

MOMENTI DI VITA

Poiché in essa appare anche l’imponente e sinistra figura del “catafalco” abbiamo pensato di chiedere una descrizione di questo elemento facente parte dell’arredamento della nostra chiesa a due “esperti” in materia che hanno vissuto in periodi diversi la loro esperienza di chierichetti. Il tutto soprattutto a beneficio dei più giovani. Sembra che nel corso degli anni il catafalco sia stato dismesso. Probabilmente sarà stato smontato e adoperato per altri usi.

Caro Vento del Brenta, «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32).

Questa frase del vangelo di Giovanni mi comparve - iera sera - alla mente dopo che Fiorenzo mi chiese se so cosa sia “il catafalco”.

Essendo ieri giovedì santo, alla domanda, mi chiesi cosa c’entrasse dato che - al venerdì santo - non serve il catafalco per le celebrazioni della morte di Gesù.

Basta la croce! - mi dicevo.

Ma, nel frattempo, la mia mente lavorava all’indietro fino a quando arrivò a vedere me che - piccolo chierichetto, avrò avuto 10 anni - aiutavo il prete e il campanaro a mettere su il catafalco.

Era una macchina - quella! - costituita da: - un primo ripiano, a forma di parallelepipedo rettangolare: un metro e mezzo alto, due largo e quattro lungo; - un secondo ripiano, sempre a forma di parallelepipedo rettangolare, questa volta un po’ più piccolo: un metro alto, uno largo, due metri e mezzo lungo; - un terzo livello, sempre a forma di parallelepipedo, questa volta però a sezione pentagonale, due metri lungo e mezzo metro largo e altrettanto alto.

Questi tre livelli - sormontati l’uno all’altro - portavano a una struttura alta circa tre metri, larga due, lunga quattro.

O, almeno, così appariva alla mia mente di bambino.

Il tutto veniva, infine, coperto da un grande damasco nero, rettangolare, ricamato i bordi in finto argento bianco con al centro una croce grande sempre di finto oro ricamato.

Ai lati, quattro grandi candelieri di legno nero, sormontati da grossi ceri bianchi accesi.

Alla testa, croce astile nera, posta su trepiedi, sempre regolarmente nero.

Il tutto dava un grande impressione di lugubre, di opprimente e di timore.

Sembrava fatto per impressionare le Persone che venivano in chiesa per la memoria del defunto di turno.

A dire il vero, la struttura di catafalco così descritta veni-

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La foto porta, scritta a mano, la seguente dicitura: “ La celebrazione della messa in suffragio dei caduti per la Patria ordinata dall’Unione Combattenti il 9 agosto 1919.” Il celebrante potrebbe essere don Attilio Beccegato, il parroco che ha accompagnato i paesani durante il profugato iniziato nel dicembre del 1917.

va installata solo “dai Morti”, quando, cioè: - il freddo pungente di fuori; - il freddo stringente di dentro; - le luci fioche delle sole candele, accentuavano, alle stelle, l’impressione di disagio del devoto al punto che si aveva paura ad entrare in chiesa e non si vedeva l’ora di uscirvi.

Di regola - con il Defunto presente - si usava solo il primo livello di elevazione.

Negli uffizi di settimo e di trigesimo, invece, ci si limitava a stendere il damasco nero a terra a significare il carattere di suffragio della messa in predicato.

Solo in caso di ufficio solenne si predisponeva il catafalco - in due livelli - come se si fosse in presenza del Defunto in Persona.

E, venendo giù in bicicletta, al pensiero di questa macchina che mi vide bambino, ho visto che l’elevazione del Defunto sul catafalco trovava il suo corrispondente nell’innalzamento di Gesù sulla croce.

“Affinché nella Sua morte, noi fossimo anche tutti risorti!” - mi sono detto.

Infatti, in Giovanni è scritto: «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32).

Sarà per questa similitudine - tra Gesù sulla croce e Defunto sul catafalco - che quando uno è ivi innalzato: parenti, conoscenti, amici tutti corrono da lui.

E, quando sono lì e lo vedono lì, inizia un silenzioso dialogo tra il Defunto di turno, gli Astanti e il Catafalco stesso.

Non per niente quel catafalco aveva iscritto nei suoi fianchi - a corredo di un teschio, bianco, che sormontava due ossa incrociate, esse pure bianche - la scritta in latino:

HODIE MIHI CRAS TIBI

“STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS” che significa: “La Croce rimane, mentre il mondo passa”. Catafalco compreso!

Ne è segno il giorno di Oggi Medesimo in cui - del Titolare di quella Croce - ricorrono morte e concepimento.

Bassano del Grappa, lì 25.3.16, Venerdì Santo e Giorno dell’Annunciazione.

Oggi

Valerio Bonato

a me domani a te

Nei primi giorni dello scorso novembre, mio figlio Alberto mi ha accompagnato al mio Paese di nascita in occasione della festa dei defunti per rendere omaggio ai famigliari, ai parenti ed antichi amici tutti.

Ho visitato il cimitero salutandoli tutti indistintamente, pregando, ricordandomi di loro e del mio passato. Poi, vedi caso, trovo le porte della chiesa aperte! Entro e vedo: com’è pulita e mantenuta bene, quanto è bella! Mi permetto di entrare in sacrestia; fantastico penso, osservando l’antico lampadario veneziano ivi riposto ed il nuovo assetto mobiliare veramente pregevole e di buon gusto.

Da una porta accanto spuntano due “ragazzi”; chiedo al più giovane chi sia e come si chiami. Mi risponde che è il Parroco! Che figura ho fatto…! Evidentemente in quell’istante mi sono sentito “straniero” dimenticandomi che 80 anni orsono, in quella sacrestia, mi sentivo autorevole, quale “capo” dei chierichetti; ma ora non è più quel tempo e quell’età!

Poi sono passato a visitare anche l’oratorio; bello pulito e rinnovato con la collocazione della Via Crucis.

Però mi sono stupito quando ho notato che il locale “catafalco” non esiste più; oso sperare che non sia scomparso

MOMENTI DI VITA

che significa: “oggi a me, domani a te”.

E il soggetto di questo oggi e di questo domani, quel catafalco mai immaginava fosse stato anche lui.

E fu cosi, difatti, che - sarà stato il 1966, cinquanta anni fa - il prete - era don Eugenio - decise di mettere su il riscaldamento in chiesa.

E il bruciatore con caldaia, grande come un catafalco, prese posto di ricovero del catafalco antico.

Cosicché, da allora, ad accogliere il Defunto che via via continuava ad arrivare regolarmente in chiesa, nel silenzio accorato e partecipe della Gente, non rimaneva che la Croce.

Secondo il motto certosino:

in quanto, se pur adibito ad un uso indesiderato dai viventi, fu sempre rispettosamente onorato per lo storico uso al quale era destinato.

Potrei rispondere alla domanda di un giovane nipote che “il catafalco” lo ricordo composto da una impalcatura in legno, dipinto di nero, sulla quale andava collocata la bara del defunto durante la cerimonia funebre, Il “catafalco” di Campolongo, per quanto possa ricordare, era pregevolmente addobbato, con drappi neri ai bordi dei quali era ornato da una frangia argentea ed aurea; sopra la bara si stendeva un grande drappo nero sempre con frange “argento ed oro”, con al centro l’immagine di una croce con accanto il simbolo universale della morte: un teschio.

Campeggiava una scritta ricamata molto significativa… ”HODIE MIHI CRAS TIBI” che, tradotto dal latino significa: “OGGI A ME DOMANI A TE”, giusto per ricordarci che siamo di…”passaggio”.

Poi c’erano quattro alti e grandi candelabri in legno, rigorosamente neri, con ritocchi argentei nei piedestalli.

Il tutto poggiava su quattro piccole ruote che consentivano ed agevolavano il pesante ed ingombrante trasporto.

Ho letto in qualche volume o rivista che, con la riforma avvenuta durante l’ultimo Concilio Ecumenico, il “catafalco” è stato ritenuto di “esteriorità scenografica” e quindi sostituito da una forma liturgica più umanamente sobria e consona.

E’ curioso sapere che il “catafalco” è anche quella struttura d’impalco che si installa a Roma, nel palazzo di Montecitorio, durante l’elezione del Presidente della Repubblica; risulta che è stato introdotto nel 1992 per garantire la segretezza del voto dei Grandi Elettori.

Potrei dilungarmi ancora a raccontare alcuni dettagli che, con il vecchio Sacrestano, con Mario Vialetto “Ciori” ed altri, ci vedeva lavorare per trasportare il “catafalco” nel mezzo della chiesa per poi riportarlo, ad esequie avvenute, nella stanza dove avrebbe atteso il prossimo defunto da accompagnare…

Eravamo entusiasticamente giovani… con quel che segue! Poveri ma felici e la vita era ancora un mistero da scoprire.

Renato Vialetto

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L’avventurosa vita di Don Francesco Zannini Grazie all’intervento di don Giovanni Laconi dell’Ispettorato salesiano del Medio Oriente di Betlemme (in Terra Santa), siamo riusciti ad avere precise informazioni su don Francesco Zannini. Come si può leggere la sua vita è stata intensa e proficua. Crediamo valga la pena di pubblicare questo interessante profilo di “don Franceschino dei Bianchi e dei Marti” scritto dal sacerdote che l’ha sostituito in Iran dopo la sua morte, ove fu direttore per 12 anni e dopo 47 anni di professione religiosa.

Padre Zannini è morto. Da un capo all’altro del Khuzistan, tutti conoscevano don Zannini. Le sue tempie si erano prematuramente inargentate, molti anni fa, ma i suoi capelli bianchi facevano parte di quell’attrazione che lo ha reso una persona indimenticabile.

Anni Settanta del Novecento. Don Francesco Zannini in Libano, nei pressi di Beirut, assieme ad un confratello ed ad alcuni allievi della missione salesiana.

RIFLESSIONI

Era di statura normale, un gran bell’uomo nei suoi anni giovanili, con un sorriso gentile e una parola dolce per tutti. Infatti, in questi ultimi anni, era diventato la benevolenza fatta persona, il tipo che avrebbe dovuto portare la Mitra o la Corona. Era inoltre eminentemente paterno.

vissuto fino a veneranda età; ma, improvvisamente, nel pomeriggio della festa di pentecoste, cominciò ad accusare disturbi seri. Ovviamente sentiva forti dolori al petto, dato che andava in giro per la canonica tenendosi una mano sul cuore.

Molti anni dopo che aveva lasciato Abadan (in Iran n.d.r.) dopo la sua permanenza qui, la gente domandava ancora di lui. Possedeva, senza dubbio un fascino naturale, una innata nobiltà: era colui che, ai “…tempi belli…” si era soliti chiamare “un gentiluomo nato”.

Io non ero ad Abadan, bensì a centinaia di chilometri distante. In Bushehr, essendo la nostra una vasta parrocchia.

Don Vito, il nuovo curato, non avendo esperienza di malattie di questo tipo, non riuscì a persuadere padre Zannini a chiamare un medico. Non sentendosi in forza di dire la messa delle 18,30, don Zannini assistette a quella celebrata in sua vece da don Vito, stando seduto vicino alla porta che, dalla canonica, immette direttamente all’altare maggiore della chiesa. A messa finita, non volle neanche andare a letto.

Era anche molto intelligente: parlava un inglese eccellente, ed un italiano impeccabile, come pure francese e spagnolo, oltre alle lingue che aveva imparato in India, io credo, che il dono speciale di don Zannini fosse proprio la sua personalità.

Sebbene di conversazione brillante, si trovava più a suo agio seduto davanti alla macchina da scrivere, o alla scrivania, preparando libri da essere pubblicati, o traducendo autori stranieri. Egli avrebbe, davvero, dovuto essere editore di un giornale, o direttore di una casa editrice, o bibliotecario in qualche grande biblioteca.

Ciò non toglie che fosse anche un “grande prete”; un bravo e zelante sacerdote. Dovunque ha lavorato la gente l’ha tenuto in grande stima: dal Cairo a Beirut, da Abadan a Teheran, e dall’America di nuovo ad Abadan.

Sono certo che fu latore di molte anime al signore; due dei miei migliori amici devono a don Zannini la loro conversione al cattolicesimo, ma ce ne sono certamente altri di cui Dio sa.

Fatta eccezione per un incidente che subì quando cadde, nella chiesa della Consolata, a Teheran, mentre era parroco, caduta che gli procurò la frattura dell’omero destro in tanti pezzetti, non fu mai ammalato. Lo stesso ricupero che ebbe da quell’incidente fu formidabile, per un uomo vicino ai sessanta.

Eravamo convinti che ci avrebbe sepolti tutti, ed avrebbe

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Subito dopo questa messa, don Vito dovette andare a Khorramshahr per dirne un’altra, alle 19,30, e fu solo verso le 21,30 che poté rientrare, recando con sé il dr.

D’Souza, un ex allievo, il quale aveva la macchina per fare l’elettrocardiogramma a don Zannini. Il tracciato mostrò inequivocabilmente l’evidenza dell’infarto in corso e, con questa prova, don Zannini finalmente si convinse che era necessario per lui andare all’ospedale.

Ivi giunto, dopo una sommaria visita di controllo, fu immediatamente ricoverato nel reparto rianimazione, e posto sotto controllo del monitor. Sembrava pacifico, contento di assopirsi. Il medico di guardia persuase don Vito ad andare a casa, e tronare al mattino. Purtroppo alle 2,30 circa, don Zannini fu assalito da un secondo infarto, questa volta micidiale, che ebbe ragione della sua robusta fibra.

Era lunedì sera tardi quando ricevetti la triste notizia, quasi per caso, alla base aerea di Bushehr. Fortunatamente potei ottenere un posto nell’aereo per Abadan il giorno seguente.

Don Picchioni, don Tignonsini e don Martinelli erano già arrivati da Teheran quando io giunsi, giusto in tempo, per concelebrare il requiem solenne in parrocchia. Era già stato deciso di portare la cara salma a Teheran, per la sepoltu-

furono apostoli in mezzo agli internati civili. Alcuni furono addirittura ordinati sacerdoti in campo d’internamento.

A guerra finita, l’atteggiamento degli indigeni verso i missionari stranieri cambiò; solo agli Inglesi fu permesso di rimanere, mentre agli Italiani venne negato il visto d’entrata, dopo che avevano lasciato l’India, per una breve licenza in Italia. Fra questi fu anche padre Zannini; ma egli era un missionario di razza, e tanti fece, tanto insistette che nel 1950 fu associato alla provincia del Medio Oriente.

Anni Settanta del Novecento. Don Francesco Zannini a bordo di una piattaforma petrolifera in Iran.

ra. Il giorno seguente, mercoledì, dovetti espletare tutte le formalità, e il giovedì la salma fu trasferita a Teheran, con l’aereo, e deposta nella cappella del collegio don Bosco.

Il mattino seguente, venerdì, è festa in Iran, fu celebrato un requiem solenne, alla presenza del nunzio apostolico, arcivescovo monsignor Bugnini, della maggior parte dei sacerdoti e delle suore di Teheran, e del vescovo degli Armeni, il solo vescovo presente a Teheran in quel giorno. Don Picchioni, direttore del collegio, ed il Nunzio recitarono l’elogio funebre per don Zannini, fra incontenibile commozione degli astanti. La salma fu deposta nel cimitero di Teheran, vicino a quelle di altri Salesiani defunti in Iran.

Padre Zannini era nato il 22 agosto 1911 a Campolongo sul brenta, nel Veneto, Provenida da famiglia di buoni cattolici. Aveva trascorso la maggior parte della sua infanzia e prima giovinezza a Venezia, per cui amava considerarsi veneziano. Entrò in seminario con l’idea di farsi prete secolare, ma poi si trasferì presso un collegio salesiano missionario, e partì per l’India, come novizio, all’età di 19 anni. Fu sempre il primo del corso, e fu il primo ad ottenere la laurea con lode in inglese. Occupò la maggior parte del suo tempo ad insegnare inglese ai giovani salesiani, molti dei quali erano Inglesi ed Irlandesi.

Il 24 maggio 1939 fu ordinato sacerdote a Sonada, Bengala, India. Fece il suo primo tirocinio di sacerdote novello nella nostra mizzione in Assam. Nel 1940, quando l’Italia entrò in guerra, fu internato con gli altri salesiani italiani.

L’internamento avrebbe potuto avere effetti deleteri, particolarmente fra i nostri giovani salesiani, ma don Zannini fu uno di quelli che organizzò il gruppo in una vera comunità salesiana. I giovani salesiani continuarono i lo studi e

La sua prossima destinazione fu la nostra scuola di Beirut, nel 1952. Durante il suo mandato colà, fondò la sezione anglo-americana che diventò la più promettente. Nel 1957 fu mandato ad Abadan dove, due mesi dopo il suo arrivo, fu nominato parroco, in seguito alla partenza di padre Tyson. In laui, per la prima volta, furono riunite le cariche di rettore e parroco, mantenendo questa posizione durante del boom, in Abadan, quando c’erano almeno 600 stranieri impiegati nella raffineria, e molti di più nei campi petroliferi limitrofi.

Dal 1964 al 1968 fu economo provinciale, carica che lasciò quando fu nominato parroco della Consolata di Teheran. Nel 1973 fu oggetto di scambio tra la provincia degli Stati Uniti Occidentali r il Medio oriente: padre McLaughlin fu mandato come direttore della scuola di Beirut, mentre don Zannini andò in California. A San Francisco lavorò principalmente nella parrocchia dei SS Pietro e Paolo, ma fece anche tanta propaganda per le missioni salesiane, compito che lo portò a visitare buona parte degli Stati Uniti. Lavorò per un po’ di tempo anche in Canada.

Tuttavia, portava sempre nel cuore una grande nostalgia per il Medio Oriente, e specialmente, Abadan. Essendo padre McLaughlin già tornato negli Stati Uniti, lo scambio non aveva più significato, e don Zannini ne approfittò, in dicembre del 1975 per tornare ad Abadan.

Era talmente in buona salute, e così in forma, che tutti pensavamo avrebbe resistito per secoli. Ma nessuno, ovviamente, conosce i disegni di Dio; così padre Zannini è stato chiamato a raccogliere il frutto di una intera vita di apostolato, il 30 maggio 1977.

La sua morte sarà pianta da molti, e tutti coloro che l’hanno conosciuto, e sono legione, non lo dimenticheranno mai. Preghiamo per la pace della sua anima. E per questa Comunità che, avendo così tanto lavoro in tanto vasta zona, non può impunemente supportare la perdita di un sacerdote come padre Zannini.

Padre Francis Mulligan Rettore e parroco

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RIFLESSIONI

Insegnò inglese al liceo dell’istituto salesiano del Cairo, mentre svolgeva anche il ruolo di cappellano di due comunità di suore inglesi, nelle loro rispettive scuole: il collegio dell’Immacolata Concezione e il collegio del Buon Pastore, dove ra tenuto in grande considerazione. Io, che lo rilevai due anni dopo, posso dirlo.

Insieme per la pace Si è svolta, domenica 31 gennaio , una manifestazione a cui hanno partecipato centinaia di persone della Valbrenta e del Bellunese uniti nel “Cammino di pace”.

“Una iniziativa sinergica e concreta delle comunità per educare alla pace”, promossa dal vicariato di Valstagna e Fonzaso, in collaborazione con il settore giovanile dell’Azione Cattolica, che ha preso il via domenica pomeriggio, con il coinvolgimento di istituzioni, volontariato sociale, associazioni, scuole, prendendo spunto dallo slogan di Papa Francesco “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”.

MOMENTI DI VITA

«Cerchiamo insieme la pace, perché insieme è più facile trovarla», ha invocato Alessandro Parolin, del coordinamento vicariale. Da una sponda all’altra del Brenta, attraversando il ponte simbolo di unione, i partecipanti al cammino della pace, passando dalla parole ai fatti, hanno intrapreso un percorso comune in cinque tappe predisposto dai ragazzi delle 22 parrocchie del vicariato e aperto dal presidente dell’Unione Montana Valbrenta e dai sindaci del territorio. Un coinvolgimento delle comunità che ha visto, nei mesi scorsi, la costruttiva collaborazione tra parrocchie ed enti locali anche in occasione dell’ospitalità ai migranti e rifugiati stranieri.

«Spero che prendendo spunto da occasioni come queste - ha auspicato il presidente dell’UM, Luca Ferazzoli le nostre comunità possano iniziare ad integrarsi sempre più, per meglio rispondere ai bisogni delle nostre genti».

Significative le cinque tappe, con toccanti testimonianze, previste lungo il percorso con partenza dal piazzale dell’Unione Montana Valbrenta, attraversamento del fiume Brenta, per arrivare alla chiesa arcipretale di Valstagna: la pace è cammino; la pace è combattere l’indifferenza; la pace è relazione; la pace bisogna testimoniarla; la pace implica cambiamento. “Non abbiamo bisogno di bombe per portare la pace - è riportato in uno delle centinaia di volantini realizzati dai ragazzi con i colori dell’arcobaleno che sventolavano sul ponte di Valstagna - ma di amore e compassione”. Al termine il gruppo alpini non ha fatto mancare la cioccolata calda a tutti i partecipanti.

(Notizia tratta dal giornale “Il Gazzettino”)

Proseguiamo la pubblicazione dei nomi di coloro che con il loro indispensabile aiuto economico concorrono, concretamente, alle spese di stampa e spedizione del giornale.

Versamenti registrati a tutto il 06.06.2016 Continuazione - Anno 2015

25)

Bortolo Zannini - Mestre (VE)

58)

Margherita Bonato - Boarezzo (VA)

91)

Gianfranco Cavallin - Bassano D.G.

180) Roberto e Caterina Pagnoni - Bernareggio (MI)

26)

Valerio Illesi - Campolongo S.B.

59)

Maddalena Bonato - Villafranca Verona (VR)

92)

Vanna Sacchi - Milano

181) Gianfranco Cavalli - Campolongo S.B.

27)

Orlando Natalino - Origgio (VA)

60)

Assunta Cian Seren - Valstagna (VI)

93)

Raffaella Bonato Bontorin - Romano d’Ezzelino

182) Roberto Orlando - Lainate (MI)

28)

Ketty Zannoni - Solagna (VI)

61)

Claudia Bonato Carusi - Roma

94)

Nicolina Mocellin Conte - Carpanè di S. Nazario (VI)

183) Efrem Zannini - Feltre (BL)

29)

Mariano Orlando - Campolongo S.B.

62)

Ildebrando Scremin - Campolongo S.B.

95)

Gino Bonato - Bassano D.G.

184) Loredana Orlando - Lainate (MI)

30)

Giovanna Vialetto Orlando - Campolongo S.B.

63)

Bernardino Cesare Secco - Bassano D.G.

96)

Renato Vialetto - Vicenza

31)

Ernesta Secco - Campolongo S.B.

64)

Candido Gianesin -Bassano D.G.

97)

Roberto Volpe - Bassano D.G.

32)

Marisa Volpe - Campolongo S.B.

65)

Livio e Anna Frigo - Solagna (VI)

98)

Renata Scremin - Bassano D.G.

33)

Graziella Secco Fietta - Bassano D.G.

66)

Giuseppe Secco - Bassano D.G.

99)

Luciana Zannoni - Conte - Bassano D.G.

Anno 2016 1)

Gabriella Bianco Marino - Savona

34)

Massimo Vialetto - Campolongo S.B.

67)

Gianna Dalla Palma - Enego (VI)

100) Ivana Marinoni - Bassano D.G.

2)

Gian Giuseppe Bonato - Valstagna (VI)

35)

Giuseppina Scremin - Campolongo S.B.

68)

Giannina Orlando - Lainate (MI)

101) Don Paolo Pizzolotto - Fara Vicentina (VI)

3)

Luigi Bonato - Campolongo S.B.

36)

Ennio Negrello - Campolongo S.B.

69)

Rina Lazzarotto - Campolongo S.B.

102) Savina Negrello - Falconara Marittima - AN

4)

Gianfranco Vialetto - Fara Vicentina (VI)

37)

Prima Crestani - Campolongo S.B.

70)

Giovanna Spaggiari Giusto - Gravellona

103) Teresa Lazzarotto -Tezze S.B. (VI)

5)

Paolo Zannini - Possagno (TV)

38)

Domenico Stona - Campolongo S.B.

71)

Antonio Temperato - Campese di Bassano D.G.

104) Carmen Orlando - Vicenza

6)

Pierfrancesco Volpe - St.Cristophe - Aosta

39)

Edda Vialetto - Campolongo S.B.

72)

Paolo Toniolo - Campolongo S.B.

105) Elisa Vialetto Rossi - Clusone (BG)

7)

Caterina Rovere Donazzan - Pove D.G.

40)

Dario Lorenzato - Campolongo S.B.

73)

Giuseppina Bonato - San Nazario (VI)

106) Rita Zannoni - Mortegliano (UD)

8)

Lidia Giusto - Cittadella (PD)

41)

Natalino Zannini - Lainate (MI)

74)

Maria Grazia Bonato - Romano d’Ezzelino (VI)

107) Severina Orlando Binaghi - Milano

9)

Nica Zannoni - Rosà (VI)

42)

Leopoldina Bonato - Marostica (VI)

75)

Pietro Zannini - Campolongo S.B.

108) Domenica Cavallin Giusto - Campolongo S.B.

10)

Flavia d’Errico Budini - Treviso

43)

Alda Orlando - Vicenza

76)

Giacomina Bonato - Valstagna (VI)

109) Marco Cileni - Campolongo S.B.

11)

Giuseppe Cian Seren - Campolongo S.B.

44)

Remigio Orlando - Vicenza

77)

Fam.Giacomo Bonato - San Giacomo di Romano (VI)

110) Maria Flavia Zannini - Cerro Maggiore (MI)

12)

Domenico Zannoni - Pove D.G.

45)

Rosanna Vialetto Ganassin - Rosa’ (VI)

78)

Fabiola Zannini - Campolongo S.B.

111) Adelino Vialetto - Cassola (VI)

13)

Lorenzo Orlando - Firenze

46)

Alvise Zannini - San Nazario (VI)

79)

Natascia Zannini - San Nazario (VI)

112) Arnaldo Serradura - Campolongo S.B.

14)

Graziosa Zannoni, Margherita Bonato - Pinerolo (TO)

47)

Gabriella Orlando - Lainate (MI)

80)

Bruna Bonato - Romano d’Ezzelino (VI)

113) Anonimo - Campolongo S.B.

15)

Maria Rita Vialetto - Mestre (VE)

48)

Angelo Cavallin - Cassina De’ Pecchi (MI)

81)

Antonio Pizzato - Campolongo S.B.

114) Caterina Bonato “Fuma” - Campolongo S.B:

16)

Giuseppina Malvezzi - Solaro (MI)

49)

Angelina Lazzarotto - Milano

82)

Ezio Scramoncin - Cagliari

115) Domenico Bonato “Marti” - Campolongo S.B.

17)

Maddalena Volpe - Andora (SV)

50)

Giovanna Conte - Campolongo S.B.

83)

Angelina Vialetto Pozzi - Milano

116) Roberto Bianchin -Campolongo S.B.

18)

Maria Orlando - Lainate (MI)

51)

Roberto Bonato - Padova

84)

Fernanda Vialetto - Bassano D.G.

117) Elisa Volpe - Cornaredo (MI)

19)

Mario Vialetto - Montebelluna (TV)

52)

Milena Ceccon Negrello - Campolongo S.B.

85)

Luciana Zannini - Tezze S.B. (VI)

118) Carlo Costa - Campolongo S.B.

20)

Emilio Scramoncin - Campolongo S.B.

53)

Pascqualina Bonato - Campolongo S.B.

86)

Pierino Bastita - Campolongo S.B.

119) Ferdinando Vialetto - Campolongo S.B.

21)

Primo Costa - Campolongo S.B.

54)

Cenzio Bonato - Trebaseleghe (PD)

87)

Caterina Bonato Sandri - Arzignano (VI)

120) Anna Maria Bordin Massignan - Solagna (VI)

22)

Sebastiano Zannini - Milano

55)

Eddi Bonato - Pove D:G.

88)

Roberto Busnardo - Campolongo S.B.

121) Maria Vialetto - Campolongo S.B.

23)

Anna Maria Vialetto - Tezze S.B. (VI)

56)

Pietro Pellizzari - Campolongo S.B.

89)

Ida Zannoni - Vicenza

122) Romano Vialetto - Campolongo S.B.

24)

Antonio Volpe - San Donato Milanese (MI)

57)

Valerio Bonato - Bassano D.G.

90)

Antonietta Zannini - San Nazario (VI)

123) Italo Vialetto - Campolongo S.B.

8

A Campolongo ghe xe na bea via, a via Europa.

In quea via te sembra de essar ringiovanio, parò soeo quando ghe xe el soe parché, senò, co’ a vioensa dea piova te sembra de morir.

In quea bea via A volte te poi trovar can, gati e un bel cavaeo de nome Pipo.

Sora a via Europa ghe xe na montagna che ga cervi, caprioi e mufloni.

Nea via Europa ghe xe un gran bel campo e mi, deso, in quel campo dormo con i me cani strachi parché in un sol di i ga visto tuta a via Europa insieme a mi.

Luca Vialetto classe quinta elementare

L’angolo della Poesia

Na via de Campolongo

Caminar…

Sinquanta minuti ’ndar caminar, co tuti i mestieri che go da far.

Par carità, i dixe che fa tanto ben, te fa deventar anca pì seren, ma mi de’ a me idea resto: el me par proprio tempo perso!

“Dai, dai, che almanco provemo, se no un careton de paroe ciapemo”.

Desso che xe passà venti dì no ghe credo gnanca mi: mal a spaea me xe passà, a schena se ga smoeà, me sento davero desgropà e anca manca desmoraisà, me xe caeà a pression e no go pì el fiaton!!

Desso idea go cambià, no o gavaria mai pensà: “Vè caminar, cari, vè caminar, sta bea penitensa provè far, quando i boni risultati vedarì oncora pì de gusto caminarì!!!”

Margherita Bellò, San Nazario 9

In ricordo di chi ha combattuto la Grande Guerra Ringraziamo Antonietta e i suoi familiari per aver condiviso con noi i ricordi di suo padre Angelo: se altri lettori lo vorranno pubblicheremo volentieri le testimonianze che ricordano i nostri padri che, cento anni fa, hanno combattuto la Grande Guerra.

Angelo Vialetto, di Girolamo e Paola Vialetto, nato il 22 novembre 1890, di professione barcaiolo; sapeva leggere e scrivere. Iniziò la sua lunga esperienza militare con la Guerra Italo Turca (1911-12), per poi partecipare ai combattimenti dal 1915 al 1918. Ferito il 2 luglio 1916 sul M. Majo, fu ritenuto morto dai familiari che di lui non ebbero per lungo tempo Notizie. Ritornò a casa nel 1919.

A C O S E D I CASA NOSTR

Foto-tessera scattata in occasione della pensione.

Anni 50, in localitĂ Vialetti, sempre con la sua divisa.

1925, con la divisa da guardiaboschi, assieme alla moglie Pasqua Zannoni (da Contarini), i figli Primo (1920) e Giovanna Antonia (1922). A destra il foglio di congedo.

10

Riflessioni

L’ANGO LO DEL RICORDO

E’ apparso, qualche mese fa, sul “Gazzettino” un pezzo, a firma di Roberto Lazzarato, che merita di essere valutato. Che sia arrivato il momento di arrivare a un comune unico per tutta la Valbrenta? Intanto la chiesa locale si è presa in anticipo creando, da più di un anno, una Unita pastorale che comprende le parrocchie di San Nazario, Solagna, Campolongo sul Brenta e Campese. Che ne pensano i nostri compaesani di questa iniziativa. Naturalmente “Il Vento del Brenta” ospiterà le opinioni di chi desidera esprimere un parere in proposito.

Bando ai campanilismi per un comune unicodella Valle del Brenta. E’ l’obiettivo che da anni viene annunciato ma che ora, dopo l’unificazione dei servizi, pare non essere più un miraggio. Lo ha ribadito il presidente dell’Unione Montana Valbrenta, Luca Ferazzoli, in occasione della Giornata della Pace, alla presenza dei sindaci del territorio valligiano e alle centinaia di persone che hanno partecipato alla manifestazione.

La rivoluzione nei servizi ai cittadini, con il passaggio della loro gestione dai comuni all’Unione Montana Valbrenta, nella sua fase di rodaggio fa ancora discutere, ma l’obiettivo è chiaro “ottimizzare le risorse e specializzare sempre di più dipendenti che sono molto bravi, ma devono far fronte a situazioni sempre più complesse”, spiega il presidente.

Campolongo sul Brenta, anni Settanta del Novecento. Uno scorcio del centro del paese disegnato da Rino Zannini, marito di Angela Lazzarotto, eseguito in occasione del soggiorno feriale estivo della famiglia che risiedeva solitamente a Milano.

“Si tratta di un percorso arduo e alcuni tendono a minimizzare la portata di quanto fatto. Ma è un percorso che avrà come traguardo finale l’unità amministrativa della Valbrenta”.

Contrariamente alle altre realtà, è stato scelto un processo inverso. “E’ stata fatta, infatti, prima l’unità amministrativa di quella politica, ma tutti sanno che sono due facce della stessa medaglia. Non può esistere unità amministrativa, senza unità politica e viceversa”. Scontato quindi “il prossimo obiettivo:il comune della Valbrenta”. Uno degli ostacoli è “il campanilismo che è sempre stato inteso quale attac-

camento alla propria città, ai suoi usi e alle sue tradizioni, ma purtroppo da valore positivo si è tramutato in valore negativo come rifiutodi tutto ciò chenon appartiene alla nostra comunità. Più ci si allontana da essa, più aumenta la diffidenza”. Pertanto, conclude Ferazzoli, prendendo spunto dal coinvolgimento delle amministrazioni comunali alla Giornata della Pace, “spero che le nostre comunità possano iniziare ad integrarsisempre più, per meglio saper rispondere ai bisogni delle nostre genti” e approdare così al comune unico della Valbrenta.

11

Condoglianze Il 12 dicembre scorso è venuta meno la maestra Vanda (Gemma) Illesi, vedova Vanzo, di anni 88. Da parecchi anni risiedeva a Solagna. Ai famigliari ed ai parenti giungano le nostre più sincere condoglianze.

Il 23 dicembre scorso è mancato Narciso Bonato, di anni 89. Alla moglie, ai figli e ai suoi famigliari giungano i sensi delle nostre più vive condoglianze.

Claudio Bonato, di anni 68, è venuto meno il 13 gennaio scorso. Da tempo risiedeva presso la casa di riposo di Solagna.Alle figlie ed ai parenti giungano le nostre più vive condoglianze.

NOTIZIE FLASH

Il 15 gennaio scorso è improvvisamente mancata Elsa Malvezzi in Xausa di anni 69. Da molto tempo risiedeva a Molvena (VI). Al marito, ai figli ed ai parenti pervengano le nostre condoglianze.

Il 16 febbraio scorso è deceduto Graziano Vialetto di anni 90. Alla moglie, ai figli ed ai parenti giungano le nostre sentite condoglianze.

Improvvisamente, tra i boschi che tanto amava, è venuto meno Bortolo Zannoni, di anni 71, il 6 aprile scorso. Alla moglie, ai figli ed ai parenti pervengano le nostre più vive condoglianze.

Cerimonia del 4 Novembre 2009. Bortolo regge il gonfalone dell’Associazione marinai di cui era attivo componente.

E’ venuta meno il 12 maggio scorso, all’età di 86 anni Paola Mocellin. Alle sorelle ed ai parenti giungano le nostre condoglianze.

Bortolo Zannini, di anni 96, è venuto meno a Mestre, dove risiedeva, il 7 giugno scorso. Ai parenti giungano le nostre più vive condoglianze.

12

Fiocchi

rosa

Il 2 aprile scorso è nata Ginevra figlia di Matteo e Alessia Primon. Alla bambina e ai genitori giungano i nostri fervidi auguri per un futuro sereno.

Il 5 aprile è nata Bianca, secondogenita di Luca Zampierin e Paola Bonato, residenti a Bassano. Alla nuova arrivata, ai genitori e ai nonni Raffaella e Carlo (storico collaboratore della Pro Loco) giungano le nostre congratulazioni.

Elena, di Nicola Decet ed Elisa Bonato, è nata il 10 aprile.

Alla piccola Elena, ai genitori e ai nonni Anna e Floriano (maestro del nostro Coro Parrocchiale e collaboratore della Pro Loco) giungano le nostre congratulazioni.

Il 20 dicembre scorso è nata Emma figlia secondogenita di Daniele Bonato ed Erica. Ai genitori ed alla neonata giungano i nostri migliori auguri per un sereno futuro.

Confetti

rossi

con fiocco azzurro

Giulia Froner (figlia di Roberta Bonato e Davide) si è laureata il 25 febbraio scorso presso l’Università di Padova, in “Scienze e Cultura della gastronomia e ristorazione” con l’eccellente punteggio di 110 e lode. A Giulia vadano i nostri più vivi complimenti anche perché la settimana precedente, il 17 febbraio 2016, è diventata mamma di un bel bambino chiamato Filippo e ha saputo, grazie anche all’amorevole sostegno di papà Paride Zonta, conciliare entrambi i ruoli: quello di studentessa e di mamma. Auguriamo alla neodottoressa e ai suoi famigliari un futuro sereno e denso di soddisfazioni.

Il 14 aprile scorso, presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha conseguito la Laurea Magistrale in “Ingegneria del veicolo” Dario Lazzarotto, figlio di Ivano e Maria Grazia, con l’eccellente punteggio di 110 e lode. Mentre ci complimentiamo con il neo dottore augurandogli un soddisfacente percorso professionale, estendiamo le congratulazioni anche ai suoi genitori che hanno

ressa Elisa Vendrasco, si è laureato con un ottimo risultato anche l’ingegner Francesco Lorenzato e, grazie al buon percorso universitario, è prossimo alla laurea pure Paolo Vialetto. Premiati con la borsa di studio, inoltre, per le scuole medie superiori, Luca Vialetto, Giacomo Vialetto, Chiara Vinicolo, Aurora Vialetto, Eros Cerantola e Cristian Scotton. “Auspico - ha concluso il sindaco Illesi, rivolgendosi agli studenti premiati - che la vostra competenza e disponibilità, siano messe a disposizione della comunità” (notizia riportata dal giornale “Il Gazzettino”).

Sempre

piu’ in alto,

sempre piu’ in lungo

Fiori d’arancio Andrea Bonato (figlio di Ugo e Agnese) e Anna Ferraro hanno coronato il loro sogno d’amore il 23 aprile scorso. Alla giovane coppia, che risiederà a Pove del Grappa paese di provenienza della sposa, auguriamo un futuro felice e sereno.

Nuovi

compiti per don

Massimo

Il vescovo di Padova ha conferito a don Massimo l’incarico di amministratore parrocchiale di Solagna e parroco moderatore dell’Unità Pastorale “Medio Brenta” composta dalle parrocchie di Campese, Campolongo sul Brenta, e Solagna. Congratulazioni e…auguri di buon lavoro!

Le

borse di studio del

Comune

Sempre più in alto, sempre più in lungo, potrebbe essere lo slogan degli ultimi due anni di percorso atletico della nostra compaesana Laura Illesi, classe 2002.

Laura si accosta all’atletica dopo una gara scolastica di salto in alto disputata nella primavera del 2014.

Accedendo alle fasi provinciali della competizione, chiede consigli strategici ad un “nostro” storico atleta di vallata: Toni Costa, che, oltre a darle le dritte per piazzarsi bene in gara, intuisce le eccezionali doti atletiche di Laura, indirizzandola all’atletica agonistica.

Dalla stagione 2014-2015, si allena con il Gruppo Atletico Bassano, riportando già nei primo anno ottimi risultati nel salto in alto, con anche un primo piazzamento (oro) ad una gara regionale.

In poco meno di due anni ha riempito il suo medagliere con più di 30 medaglie, di cui 10 ori, 5 argenti e 3 bronzi.

Nove ragazzi sono stati premiati con la borsa di studio, alla presenza del consiglio comunale. Campolongo è il più piccolo comune della Valbrenta ma, tradizionalmente, annovera un alto numero di ragazzi laureati. Anche quest’anno l’amministrazione comunale ha deciso di premiare gli studenti meritevoli, che hanno raggiunto la media stabilita per poter accedere alla borsa di studio:treragazzi frequentano l’università e sei le medie superiori.

Durante la cerimonia, il sindaco Mauro Illesi ha elogiato “l’impegno e la preparazione degli studenti che, sostenuti dalle famiglie, stanno frequentando con profitto il percorso di studio”. Oltre al 110 e lode ottenuto dalla neo dotto-

Alla fine della stagione 2016, dove ha curato in particolare la preparazione atletica del salto in alto e del salto in lungo, migliorando costantemente i propri record, si ritrova prima assoluta ai campionati regionali studenteschi nella specialità di salto in lungo, con un personale di 4.79.

Ai campionati nazionali di Roma dello scorso giugno si è classificata quinta nella sua categoria.

Il segreto di questo successo? Sicuramente un predisposizione fisica importante, tanto impegno e tanta, tanta passione, ma anche l’aria buona della Valbrenta!

13

NOTIZIE FLASH

visto concludere il percorso scolastico dei loro due figli con il massimo risultato.

Visite Pastorali a Campolongo dal 1948 al 1974 Terza parte

MOMENTI DI VITA

Tra il 16 e il 22 giugno 1986 la nostra Parrocchia è visitata per la prima ed unica volta dal vescovo Filippo Franceschi. Unica perché Mons. Franceschi morirà due anni dopo. Sono cambiate le modalità organizzative delle visite.

Vengono effettuate per gruppi di parrocchie e in giornate/momenti diversi, la nostra sarà associata a Primolano e San Nazario e sono precedute dalla visita di un “Convisitatore”, di nomina vescovile, scelto tra il presbiterio diocesano, con il compito del controllo amministrativo e la vidimazione dei registri. Parroco di Campolongo dall’ottobre del 1976 è don Dino Zuliani, al momento della visita 51 anni, anch’esso parroco “di prima nomina” come i due precedenti e come saranno gli altri due succedutisi. Don Dino aveva prima svolto il suo servizio come cappellano per 5 anni a San Piero di Barbozza e per 10 nella vicina Valdobbiadene.

a 1000 m. di altitudine una malga con 4 ettari di terra boschiva. La malga è stata trasformata già da 8 anni in luogo di accoglienza per ragazzi. Il Comune vedendo la positività di quest’opera ha accolto volentieri il desiderio dei genitori di affidare alla parrocchia la gestione di altre due case di montagna per lo stesso scopo. Così abbiamo denominato questo luogo, con 3 casette attigue l’una all’altra «Villaggio Tabor». E’ situata in località Ronco del fio, ha una capienza di 30-40 persone. La direzione è della Parrocchia. Le attività sia estive sia invernali sono coperte da assicurazione contro gli infortuni e si ottengono ogni anno i debiti permessi della Regione del Veneto”.

Oltre al modus operandi è sostanzialmente modificato anche l’obiettivo che si prefigge la visita del vescovo che la vuole maggiormente “pastorale” e meno burocratica. Molto orientata ad evidenziare il cammino della comunità cristiana interpretato alla luce del Concilio Vaticano II a cui si ispira il corposo questionario suddiviso in 5 sezioni a cui la Parrocchia di Campolongo risponderà con un denso documento di 34 pagine.

Questa volta è resa variopinta l’immagine di una comunità viva ed articolata nelle sue varie componenti animate dai laici impegnati in Parrocchia. Si registra infatti il valido apporto del Consiglio Pastorale, eletto formalmente per la prima volta sette anni prima; il Consiglio per gli Affari Economici; il Comitato di Gestione della Scuola Materna, le Catechiste; il Gruppo Liturgico, i Chierichetti, il Coro Parrocchiale, l’Azione Cattolica con gli animatori e le attività diversificate per: giovani, adolescenti e A.C.R. E’ un dinamismo che vede la Parrocchia molto inserita anche nella dimensione del Vicariato, e più in generale connotato da un “più sentito clima di fede e di collaborazione”.

La “Relazione” è infatti controfirmata da laici ognuno rappresentante il proprio ambito pastorale. Nella parte descrittiva è rendicontata la “situazione culturale” della Parrocchia con la scolarità divisa per classi di appartenenza ed indirizzi scolastici di ordine e grado. E’ riportata anche l’analisi politica con i risultati delle ultime consultazioni elettorali con una nota finale: “C’è da notare che all’interno del partito di maggioranza traspaiono due correnti, talvolta in antagonismo, che fa temere una divisione all’interno del paese”.

Spiccano un paio di curiosità: nella sezione dedicata ai “ministeri pastorali” una nota sul diaconato permanente chiarisce: “Un diacono permanente verrebbe visto bene dalla parrocchia”. Inoltre nella sezione “Strutture e ambienti parrocchiali” s’informa: “La Parrocchia possiede

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Primavera 1979, “storica” escursione alla chiesetta della “Madonetta”

Estate 1980, la “pionieristica” ascesa a Malga Ronco del Fio

Le “Osservazioni” del vescovo redatte in forma di lettera cordiale recano la data del 28 giugno successivo e sono a dir poco entusiastiche. Quantunque, contengono una perplessità del Presule: “Non ho ben compreso quanto e se le tradizioni, quelle religiose comprese, abbiano ancora un peso e in quale misura riescano a rappresentare una forza di continuità. Molte cose, infatti, mi sembra siano cambiate almeno sotto l’aspetto socio-economico e, quindi, di riflesso anche sotto quello culturale e della mentalità. Sarei comunque indotto a credere che la Chiesa rappresenta ancora per molti il comune punto di riferimento”.

Estate 1981, momento di gioco in uno dei primi Campo Scuola al Villaggio Tabor

L’ultima Visita Pastorale risale a 21 anni fa. Pur essendo venuto a Campolongo in varie occasioni, il vescovo Antonio Mattiazzo concentrerà la visita alla Parrocchia in un’unica volta il 27 aprile 1994. Paradossalmente, la Visita Pastorale più recente risulta essere la meno documentata presso l’Archivio Parrocchiale.

Il vescovo Antonio prosegue nel metodo inaugurato dal suo predecessore e preferisce collocare la visita ad un gruppo di comunità, dedicando a ciascuna giornate e momenti diversi. Inizia domenica 10 aprile a Valstagna, il 24, è di nuovo a Campolongo e amministra la Cresima, per ritornarvi e concludere la visita con alcuni incontri il giorno mercoledì 27. Memorabile dopo la visita alla Scuola Elementare, la corsa fatta assieme ai bambini risalendo Via Conti fra lo stupore e i sorrisi della gente!

Da sei anni, dall’ottobre del 1988 è parroco a Campolongo don Adriano Bottaro, proveniente da Borca di Cadore dove aveva svolto la funzione di Vice Direttore all’Istituto Pio X. Oltre alle informazioni generali riguardanti la popolazione e la situazione socio-religiosa, il parroco rende lapidarie risposte al questionario che si propone in tre capitoli: Chiesa Mistero, Chiesa Comunione e Chiesa Missione. Un’ultima parte relativa al Vicariato risulta completamente disattesa.

Nella seconda parte, quella riguardante gli Organismi di Comunione, si apprende non esserci più il Consiglio Pastorale, perché decaduto, senza ulteriori precisazioni. Permane invece il Consiglio per gli Affari Economici che si riunisce “con cadenza mensile o bimensile”. Le aggregazioni laicali e i gruppi sono ridotti all’Azione Cattolica dei Ragazzi, tuttavia, pur essendo presente: “…quest’anno per motivi pratici non vi sono molte adesioni”.

Il “Questionario” termina con l’indagine riguardante i “Rapporti con le Istituzioni e il territorio” in cui il Parroco risponde affermativamente: “all’esistenza di rapporti di rispetto e collaborazione tra Parrocchia e Istituzioni Civili”, non solo, si apprende anche, sempre dalla conferma di don Adriano che: “vengono proposte o segnalate delle iniziative di carattere formativo, a sostegno delle persone im-

Estate 1982, Campo Scuola “maschile”, elementari e medie Villaggio Tabor

Estate 1988, Campo Scuola, “Giovanissimi” Villaggio Tabor

pegnate in attività pubbliche”. Mentre per quanto riguarda i “Rapporti con la Scuola e la Cultura” il parroco segnala la presenza della “banda musicale” e giudica “buoni” i rapporti con le istituzioni scolastiche.

Note: Bollettino Diocesano di Padova, Atti di Curia, Nomine, 23.07.1953 p. 216 Archivio Parrocchiale Campolongo, cartella Notizie storiche Bollettino Diocesano di Padova, Atti di Curia, Nomine, 25.10.1953 p. 361 Continua...

a cura di Alessandro Parolin

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MOMENTI DI VITA

Non è dato a sapere, almeno dal punto di vista documentale, se la perplessità del vescovo abbia trovato il conforto di una qualche precisazione. Tuttavia, considerata la stima reciproca e la stretta collaborazione tra don Dino e il vescovo Filippo che, oltre a Vicario Foraneo per diversi mandati, lo ebbe a nominare suo “Con-visitatore” è presumibile che il chiarimento atteso sia avvenuto “per le vie brevi”.

Alcuni momenti della“Passeggiata tra fiume e montagna” e della presentazione della cartina dei sentieri Foto tratte dalla pagina Facebook “Campolongo sul Brenta”