Claudio Zorzi • ORTOPEDIA
Verso un rapido ritorno alla normalità La ricerca continua a fare passi avanti nel campo ortopedico. L’obiettivo è sempre lo stesso, migliorare la vita del paziente. Ne parla Paolo Cherubino, presidente della Siot
ivello internazionale nell’ortopedia vi sono continui progressi volti a conseguire risultati migliori per il paziente. In particolare, nella chirurgia protesica articolare la ricerca procede per ottenere un miglior posizionamento dell’impianto in modo da ridurre al massimo la frizione, e quindi l’usura, dell’articolazione artificiale. Per quanto riguarda la collaborazione con l’industria, questa ha portato a una sempre maggiore attenzione ai materiali utilizzati per gli impianti. Il fallimento per una rottura oggi è eccezionale, legato spesso a un difetto di fabbricazione o a un mancato controllo di qualità. È in questo ambito che gli studi sulla resistenza dei materiali stanno portando sempre più a costruire protesi in titanio, con un’attenzione sempre maggiore per la finitura di superficie, in modo da garantire una maggiore fissazione dell'osso all'impianto. Anche le tecniche chirurgiche evolvono nel cercare una minore invasività e minor traumatismo dei tessuti, per ridurre i tempi di ospedalizzazione e per tornare più rapidamente alla vita quotidiana. Sul fronte della guarigione, infine, procede anche la ricerca, soprattutto nel campo delle biotecnologie.
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In Italia come sta la ricerca su questo fronte? «Per quanto riguarda ortopedia e traumatologia, la nostra specialità è sempre stata in linea, o meglio, ai primi posti
rietà, per lo più per problematiche artritiche, l’influenza ormonale, in particolare modo per le donne. Tra i fattori locali l’alterazione della distribuzione dei carichi per difetti di asse, come nel ginocchio varo o valgo, ancora di più se accompagnati da alterazioni della funzione meniscale dello stesso compartimento sovraccaricato, o anche da alterazioni legamentose, sono gli elementi che maggiormente determinano l'insorgenza della patologia artrosica». In cosa consiste il KineSpring system e come funziona? «Il sistema KineSpring rappresenta una nuova opzione chirurgica nel trattamento dell’osteoartrosi di ginocchio. In particolare è importante chiarire che si tratta di una possibilità terapeutica riservata a pazienti relativamente
DICEMBRE 2013
Paolo Cherubino, presidente della Siot, Società italiana di ortopedia e traumatologia
proprio nella ricerca piuttosto che nella clinica». Quanto i tagli alla spesa pubblica possono penalizzare i passi avanti in questa specialità? «I tagli della spesa pubblica possono penalizzare non solo la ricerca, ma anche l’utilizzo dei presidi ortopedici di qualità perché spesso costano di più. Questo è un danno soprattutto per i pazienti, che devono essere tutelati in tutto l’iter dell’applicazione di quei device figli di studi approfonditi in tutte le fasi della produzione, e che quindi richiedono più cure». Ci sono margini di miglioramento e perfezionamento nella gestione del dolore? «Oggi è finalmente legge la gestione del dolore, che permette al paziente di vivere senza dolore, grazie all’utilizzo di farmaci appropriati. Il perfezionamento si deve ottenere al più presto educando tutti i medici, e gli ortopedici in particolare, a recepire e ottemperare gli obblighi di legge. Ovviamente anche le amministrazioni e gli ospedali devono essere coinvolti». TB
giovani, con artrosi in uno stadio iniziale e con interessamento del solo compartimento interno, in assenza di gravi alterazioni del ginocchio. Rappresenta, quindi, un trattamento tra quelle che possono essere definite opzioni biologiche/conservative e quelle che, invece, appartengono più propriamente alla chirurgia protesica sostitutiva. La funzione di questo nuovo device è quella di risolvere il dolore scaricando il compartimento degenerato, attraverso un sistema ammortizzatore extra-articolare. Il vantaggio di questo sistema è che l’articolazione resta inviolata, per cui risulta essere una procedura reversibile e non preclude un'eventuale sostituzione protesica successiva. Dunque, nella moderna chirurgia ortopedica, in cui la parola chiave è preservare e non più sostituire, il KineSpring rappresenta un’ulteriore arma nelle mani del chirurgo articolare».
SANISSIMI
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