Michele Malena • CARDIOCHIRURGIA
Non aprendo il torace ed evitando la circolazione extracorporea, il decorso postoperatorio è molto più rapido rispetto all’intervento a cuore aperto
ria Hospital di Modena: «La Tavi rappresenta una delle maggiori novità per la cardiochirurgia e le patologie cardiache. Permette di sostituire la valvola aortica, inserendone una artificiale, utilizzando dei cateteri attraverso le arterie, e nel caso che questa sia l’arteria femorale si realizza una vera e propria procedura percutanea come una coronarografia». In quali patologie del cuore può essere impiegata la Tavi? «È un tipo di intervento rivolto ai pazienti affetti da stenosi valvolare aortica severa, patologia che comporta un restringimento della valvola aortica. Si tratta di una delle una delle patologie del cuore più diffuse, insieme alla coronaropatia. E dopo i 60-65 anni, per l’invecchiamento fisiologico della valvola, diventa la principale patologia nei cardiopatici, cioè il motivo più frequente in cui si ricorre all’intervento. Soprattutto negli anziani, la possibilità di non ricorrere all’apertura del torace di evitare la circolazione extracorporea – dato che il cuore non viene mai fermato –, consente di avere un decorso postoperatorio molto più rapido se paragonato a quello che segue le tecniche di intervento tradizionali». Quindi è una tecnica indicata soprattutto per i pazienti anziani? «Non esclusivamente. È rivolta ai pazienti ad alto rischio in cui spesso rientrano i pazienti anziani o quelli non operabili con la tecnica tradizionale. Il nostro centro di cardiochirurgia e chirurgia toracovascolare tratta i pazienti di tutte le fasce di età e per tutte le patologie e utilizzando le tecnologie e le tecniche più avanzate disponibili in questo settore. E in Italia, sia guardando al pubblico che al privato, rappresentiamo ancora uno dei pochissimi centri a mettere a disposizione la completezza delle prestazioni cardiovascolari. Certamente esistono altri centri in cui si esegue la procedura Tavi, ma se guardiamo ai volumi, cioè a quanti interventi venOTTOBRE 2012
Il professor Michele Malena, direttore generale dell’Hesperia Hospital di Modena www.hesperia.it
gono eseguiti all’anno – indice importantissimo per quel che riguarda il livello di competenza clinica – il nostro Dipartimento si conferma come uno dei principali a livello nazionale, anche per quanto riguarda l’ingegneria tissutale, la chirurgia dello scompenso cardiaco e la chirurgia mini-invasiva, ambiti nei quali stiamo introducendo tecniche sempre più evolute». Per quali altri tipi di intervento applicate queste tecniche mini-invasive? «Per arrivare al cuore e sostituire o riparare una valvola aortica si può procedere in diversi modi. Si può aprire il torace, come nella chirurgia tradizionale, oppure, come con la Tavi, ottenere un accesso transaortico, transfemorale o transapicale. Se non è possibile passare attraverso le arterie, esiste comunque un’alternativa all’apertura toracica, ovvero i mini-accessi: anziché aprire tutto l’osso sternale se ne può aprire solo una parte con una mini-sternotomia. Oppure, anziché passare dallo sterno, si può agire lateralmente con delle mini-toracotomie. In entrambi i casi, sia con la Tavi che con i mini-accessi, gli studi hanno dimostrato risultati eccellenti».
SANISSIMI
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