Sanissimi 10 2010

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Patrizia Catellino • DIAGNOSTICA OFTALMOLOGICA

PATOLOGIA GLAUCOMATOSA TERMINOLOGIA DIAGNOSTICA er glaucoma si intende una sindrome in cui sono presenti, non necessariamente assieme, alcuni sintomi, tra cui l’alta pressione oculare, danni del nervo ottico o, meglio, della sua emergenza sulla retina detta papilla ottica e alterazioni del campo visivo. Tra gli esami a disposizione per ottenere questi dati, la tonometria permette all’oculista di misurare la pressione degli occhi; la retinografia e l’O.C.T. fotografano l’immagine della papilla ottica: parte importante della retina, situata nelle immediate vicinanze della macula, corrisponde alla struttura da cui prende origine il nervo ottico che ha il compito di portare informazioni al cervello, di condurvi le immagini del mondo esterno. Il glaucoma è una patologia ancora molto controversa poiché gli studi su di essa sono assidui e continuamente portano a scoprire nuovi meccanismi patogenetici e nuove terapie mediche e chirurgiche.

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gravissime patologie, sottoponendo l’organo espiantato a una dissezione anatomica e poi istologica con l’utilizzo di idonee colorazioni, preparazioni di vetrini su cui il tessuto espiantato veniva disposto e successive osservazioni al microscopio. Ora mediante questa dissezione virtuale della retina, possiamo vedere in vivo, con occhio perfettamente funzionante, se gli strati di cui è composta la retina sono sani o se presentano anomalie». Perché è importante il controllo della papilla ottica? «Fermare l’immagine di tale struttura anatomica in tempi diversi del decorso della patologia glaucomatosa permette di vedere, e non solo di descrivere, l’eventuale peggioramento del danno e di quantificarlo per meglio calibrare le terapie. Il campo visivo manuale (C.V.M.) e soprattutto il campo visivo computerizzato (C.V.C.) hanno anch’essi il compito di permettere una quantificazione dell’even-

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tuale danno causato dal glaucoma. Rappresentano una metodica diagnostica che ricorda i video games; il paziente risponde a uno stimolo luminoso schiacciando un tasto. Il risultato è un grafico che assomiglia a una mappa geografica la cui interpretazione permette all’oculista di capire se già esiste danno e se nel tempo questo progredisce o si riduce grazie alle terapie, permettendo una miglior gestione delle stesse in base alle esigenze del singolo paziente. La pachimetria, infine, permette di studiare lo spessore della parte anteriore e trasparente dei nostri occhi. La sua conoscenza permette di prevedere approssimativamente quanto una pressione oculare può danneggiare l’occhio».

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