CHIRURGIA DEL FORO MACULARE • Vincenzo Petitti
L’APPROCCIO DIAGNOSTICO ALLA PATOLOGIA MACULARE LA VISIONE DISTORTA PUÒ ESSERE PROVOCATA DALLA COMPARSA DEL FORO MACULARE. VINCENZO PETITTI, DIRETTORE DELL’UNITÀ DI OCULISTICA DEL SAN CAMILLO-FORLANINI DI ROMA, SPIEGA I SINTOMI E IL PERCORSO DIAGNOSTICO di Adriana Zuccaro
Da destra il professor Vincenzo Petitti, la dottoressa Antonella De Martiis e il dottor Gianfranco Pietravalle dell’unità di oculistica del San Camillo-Forlanini di Roma vpetitti@scamilloforlanini.rm.it
ra le diverse e specialistiche pratiche oculistiche, la chirurgia del foro maculare e del puker fornisce buoni risultati consentendo un adeguato recupero visivo nella maggioranza dei casi. «Si tratta di una chirurgia, della durata media di 60-90 minuti circa, che può essere eseguita anche in regime di day hospital, ma che richiede una diagnosi mirata, un’accurata scelta del momento dell’intervento e un’attenta valutazione del post-operatorio». Da circa 10 anni questi interventi vengono regolarmente eseguiti presso l’unità operativa di oculistica dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma diretta dal professore Vincenzo Petitti che descrive le principali patologie della macula e le strumentazioni
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diagnostiche più idonee. Cosa si intende per foro maculare? «Il foro maculare è un’apertura a tutto spessore del tessuto che si verifica a livello della fovea anatomica ovvero in quella parte della retina che è responsabile della visione nitida. I pazienti sintomatici affetti da foro maculare lamentano generalmente riduzione visiva centrale e metamorfopsia (visione distorta)». Attraverso quali disturbi si intercetta? «Di frequente, i pazienti affetti da foro maculare notano soltanto una lieve riduzione visiva, più evidente alla lettura o alla guida. Spesso trascorre qualche tempo prima che si rendano conto della riduzione visiva specie quando questa riguarda un solo occhio.
OTTOBRE 2010