In prima linea
Armata di passione Da ragazza invidiava i suoi amici maschi «che potevano andare a fare l’anno di militare». Oggi, da ufficiale dell’Aeronautica militare, si misura con teatri caldi come quello afghano. La vocazione per la divisa di Chiara Aldi è diventata realtà di Giacomo Govoni
e forze armate italiane contribuiscono con poco meno di 4.000 militari alla missione Isaf della Nato in Afghanistan. Il nostro contingente, schierato nella regione di Herat e impegnato in attività di mantenimento della sicurezza in cooperazione con le forze di sicurezza afgane, sta assistendo negli anni a una progressiva crescita della componente femminile, impiegata anche in posizioni delicate e di responsabilità. È il caso di Chiara Aldi, capitano dell’Aeronautica presso il 102° Gruppo Volo del 6° stormo di Ghedi (Bs) con l’incarico di capo nucleo informazioni operative, rientrata da poche settimane da «una delle esperienze più interessanti della mia vita in Aeronautica militare». Sono cariche di orgoglio le parole di Aldi che nel ripercorrere a mente i passaggi salienti di una missione che l’ha tenuta per mesi lontana da casa e dalla piccola figlia di 3 anni, non nasconde la soddisfazione di averla condotta a termine con successo. E soprattutto in quella veste professionale che, fin dagli anni della scuola, si sentiva cucita addosso. Vocazione, voglia di servire il Paese, passione per le forze armate. Saprebbe riconoscere le molle che l’hanno spinta a indossare l’uniforme e quando sono scattate? «Quando nell’agosto del 2000 è stata concessa la possibilità alle donne di accedere ai concorsi per indossare la divisa, ho pensato che il mio sogno poteva realizzarsi. Ho sempre guardato con ammirazione i militari che incrociavo per la strada e quasi invidiavo i miei amici che potevano andare a fare l’anno di militare. Servire il mio Paese in armi, indossare la divisa, far parte di quel mondo di “fratelli” in cui amicizia, solidarietà, spirito di abnegazione e sacrificio sono elementi fondamentali, era davvero il mio sogno».
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nea | dicembre 2012
Chiara Aldi, capitano del 6° stormo 102° Gruppo Volo dell’Aeronautica a Ghedi, in provincia di Brescia
A Herat ha ricoperto l’incarico di mission monitor dei Predator. Può spiegarci quali mansioni ha svolto nel concreto? «Il mission monitor è stato tra gli incarichi più interessanti che ho svolto fino a oggi nella mia carriera in Aeronautica militare. Il Predator è un aereo a pilotaggio remoto con compiti di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Il mission monitor rientra nel processo di pianificazione di una missione operativa assieme ai piloti, sensor operator e analisti d’immagine. La missione deve essere pianificata nei minimi dettagli».