Innovazione
Tecnologie produttive Alta tecnologia e velocità sono le due qualità principali che devono avere i sistemi per realizzare la pasta, prodotto che partendo dall’Italia ha conquistato il mondo. Ne parla Monica Anselmo di Amedeo Longhi
n alimento, la pasta, che evoca il nostro passato e che oggi è motivo di orgoglio per il successo commerciale delle esportazioni, sia del prodotto che degli impianti necessari per produrlo. «Vendere impianti sofisticati e costosi sul mercato mondiale è difficile, soprattutto se non si è una società di dimensioni tali da potersi permettere una struttura adeguata alla complessità del prodotto e alle dimensioni del mercato», spiega Monica Anselmo, figlia del fondatore della Anselmo Spa, direttrice finanziaria e membro
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Monica Anselmo, direttrice finanziaria e membro del Consiglio di Amministrazione della Anselmo Spa di Bene Vagienna (CN) www.anselmoitalia.com
del Consiglio di Amministrazione. «Ecco allora la valenza dei due vocaboli: l’alta tecnologia per fornire impianti in grado di produrre pasta eccellente in contesti estremamente diversificati e la velocità come vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti più grandi e strutturati». L’intera azienda è chiamata a dare molto in termini qualitativi e quantitativi. La famiglia, con il suo esempio, rende naturale questa disponibilità del personale, che è tuttavia insita nel Dna di chi nasce e vive nella provincia agricola del Piemonte. Anselmo ha raddoppiato il fatturato dal 2005 al 2010 e per il 2015 prevede una crescita importante, con una quota export stabile attorno all’85%. «Le difficoltà legate al periodo storico che stiamo vivendo investono tutta la struttura produttiva del Paese. Servono i capitali e questi oggi sono difficili da ottenere dal sistema bancario e i costi sono in crescita. Non penso però che le condizioni oggettive dell’Italia nel contesto internazionale siano peggiorate. Continuiamo purtroppo a pagare l’inadeguatezza alle nuove necessità imposte da un mondo che è cambiato velocemente negli ultimi anni. A tutto questo si aggiunge un generale atteggiamento di negatività che certamente non aiuta. Personalmente, mi sento molto vicina alla definizione di “imprenditori coraggiosi” utilizzata dalla nostra Presidente di Associazione a livello provinciale, Nicoletta Miroglio, in occasione dell’Assemblea annuale del 2010».